Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 1112 du 21 novembre 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 1112/XV - Interrogazione: "Protocollo di intesa fra Ministero di Grazia e Giustizia e RAVA in merito alla Casa Circondariale di Brissogne".

Farcoz (Président) - Point 18 à l'ordre du jour. Pour la réponse, la parole au président Fosson.

Fosson (PNV-AC-FV) - È da diverso tempo che tutti stiamo cercando di lavorare alla sottoscrizione di questa bozza di accordo con il Ministero per la Casa Circondariale di Brissogne, che manca dal 2017 e su questo ci siamo sicuramente impegnati tutti. Finalmente la bozza a cui si fa riferimento, che era datata 22 maggio 2019, è pervenuta alla Presidenza della Regione dal Ministero della Giustizia in data 7 luglio 2019 ed è stata protocollata il giorno successivo, cioè a noi è arrivata il 7 luglio ed è stata subito esaminata. Il 18 luglio 2019 la bozza in argomento è stata trasmessa agli Assessorati interessati (Sanità, salute, politiche sociali/Istruzione, università, ricerca e politiche giovanili, Affari europei, politiche del lavoro, inclusione sociale, trasporti) per le verifiche di competenza e la formulazione di eventuali osservazioni alla proposta che il Ministero ci ha spedito. La bozza è stata trasmessa chiaramente anche al Difensore civico regionale, affinché lo stesso, in qualità di garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, potesse formulare osservazioni e suggerimenti ed essere coinvolto fin dall'inizio in un processo che interessa anche le sue peculiari funzioni.

Questa bozza di documento, accoglibile e condivisibile praticamente in quasi tutte le sue parti, soprattutto nella parte di formazione, di istruzione, di continuità e di recupero anche lavorativo, ha e aveva delle grandi differenze dal punto di vista sanitario per quella che era la richiesta e per quanto poteva essere l'offerta, anche perché noi abbiamo un pronto soccorso molto vicino al carcere, invece non abbiamo un pronto soccorso in bassa valle, se non un anestesista e l'elicottero pronto per interventi in tutto il fondo valle. C'è la disparità tra richieste e quello che si poteva offrire, ma c'era veramente una differenza anche in termini logici di utilizzazione delle risorse disponibili rispetto alle esigenze.

C'è stata una interlocuzione quest'estate con il Ministero, spiegando la realtà sanitaria della Valle d'Aosta: che cosa offriva la vicinanza al pronto soccorso, la possibilità di interventi rapidi con mezzi come l'ambulanza, dove c'è sempre anche l'anestesista, eccetera. Questa fase interlocutoria è terminata e chiaramente il Ministero in quel periodo estivo ha avuto dei problemi anche per i cambi, ma questo con i tecnici forse ha influito poco, ma comunque l'interlocuzione è stata ampia e questa fase istruttoria è terminata al 31 ottobre 2019, con la condivisione di tutte le osservazioni e le proposte di modifica da parte delle strutture regionali e del Difensore civico. Il 7 novembre la Presidenza ha inviato al Ministero della giustizia tutta la bozza del protocollo d'intesa, integrata con le proposte di modificazione. Siamo ora in attesa del riscontro del Ministero per sottoporre il testo definitivo all'approvazione della Giunta regionale e procedere alla successiva sottoscrizione. Speriamo veramente che i tempi del Ministero siano più ristretti possibile. Abbiamo già dato la nostra disponibilità a eventuali ulteriori confronti e comunque provvederemo e provvederò in tempi brevi a sollecitare la firma di questo documento, perché questo protocollo, come sappiamo tutti, è necessario a risolvere se non tutte, ma almeno alcune delle difficoltà del carcere, che si trova senza un regolamento da diversi anni. Grazie dell'interrogazione.

Présidente - Pour la réplique, la parole au collègue Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Grazie per le sue risposte. Effettivamente io avevo visto la bozza di maggio e non sapevo che fossero già state formulate delle osservazioni, quindi la ringrazio per avermelo chiarito. Lei lo ha già ricordato e mi pregio di ricordare ulteriormente che l'ultimo protocollo sottoscritto dalla Regione Autonoma Valle d'Aosta risale al 2007, sottoscritto nel 2007 e scaduto nel 2017, quindi da ben due anni siamo senza un protocollo che disciplini tutta una serie di temi. Quello che rimane un pochino nebuloso e che mi ha detto che è stato trasmesso il 7 novembre è quali siano state le modifiche effettuate su quel testo. Da quello che mi è parso di capire, tendenzialmente soltanto per quello che riguarda l'assistenza sanitaria e socio riabilitativa.

Ho voluto riassumere, ma è importante che questa bozza di protocollo venga finalmente firmata. Magari possiamo anche chiedere la collaborazione dei parlamentari valdostani, che sicuramente potranno farsi promotori di questa richiesta di sottoscrizione, visto che giace ancora da un po' di tempo. Parliamo di necessità che riguardano la territorializzazione della pena, oltre che l'assistenza sanitaria e socio riabilitativa, l'istruzione, le attività ricreative culturali sportive, la formazione professionale, l'orientamento al lavoro, l'attività lavorative all'interno dell'istituto per soggetti in esecuzione penale esterna, la programmazione la realizzazione di interventi a favore di soggetti detenuti e non, sottoposti a provvedimenti limitativi della libertà da parte delle autorità giudiziarie, interventi assistenziali a favore dei detenuti che versano in situazioni di disagio economico, la formazione e l'aggiornamento congiunto degli operatori e l'osservatorio per la verifica dell'applicazione del protocollo. Tutta una serie di temi che sono fondamentali per l'attività interna, che abbiamo già più volte trattato anche in quest'aula: il tema della tutela di coloro che si occupano della sicurezza all'interno della struttura e gli agenti, gli ufficiali di polizia penitenziaria e il personale amministrativo, che chiaramente vengono sottoposti a una pressione assolutamente importante. Se non vi sono alcuni modi per poter tenere occupati i detenuti all'interno dell'istituto, posto anche il fatto - ma questo lo abbiamo già fatto: non concerne la Regione, ma concerne soltanto lo Stato - di pensare di inquadrare, incasellare il nostro istituto penitenziario nel suo attuale inquadramento, quindi applicare quella che si chiama la cosiddetta sorveglianza dinamica. Uno pensa alla sorveglianza dinamica come a chissà quale straordinario ritrovato della scienza e della tecnica: la sorveglianza dinamica dei bracci è semplicemente che tutte le porte delle celle sono aperte e all'interno del braccio si circola liberamente. Immaginate voi cosa voglia dire circolare e soprattutto mantenere l'ordine pubblico all'interno della struttura per gli agenti di polizia penitenziaria che devono girare in mezzo a orde di detenuti, decine e decine di persone, peraltro per la maggior parte extracomunitari, con necessari problemi di comunicazione, così come di cultura e quant'altro. È evidente che in questo problema si inserisce anche la funzionalità del protocollo, che permette di impiegare in alcuni lavori i detenuti, evitando che l'ozio poi provochi, come già successo, rivolte e aggressioni. Io sono stato all'interno dell'istituto quando c'è stata una rivolta nella quale sono state blindate, sono state bloccate da dentro le porte interne del braccio per impedire agli agenti di entrare ed è stata fatta una trattativa per ore da parte dei vigili del fuoco, da parte degli operatori della polizia penitenziaria per cercare di riportare l'ordine.

Evidentemente questo protocollo e assolutamente importante per una gestione della sicurezza della struttura penitenziaria della Valle d'Aosta e ci auguriamo che venga al più presto sottoscritto. Ringrazio il Presidente per la risposta che ha fornito anche riguardo alle modifiche proposte e ci auguriamo che il prima possibile si possa anche avere magari una copia della bozza o almeno un ritorno, tanto per capire effettivamente quali saranno le linee sulle quali verterà poi il tutto.