Objet du Conseil n. 929 du 18 septembre 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 929/XV - Interpellanza: "Attivazione di corsi di formazione per insegnanti e dirigenti scolastici sui Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) per l'anno scolastico 2019/2020".
Rini (Presidente) - Punto n. 38 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, la parola alla collega Russo.
Russo (M5S) - In questa interpellanza parliamo di disturbi specifici dell'apprendimento, i DSA, e di come vengono gestiti in ambito scolastico. Stiamo cioè parlando di dislessia, che si manifesta con una difficoltà nell'imparare a leggere; di disgrafia, con una difficoltà nella realizzazione grafica; di disortografia, difficoltà nei processi linguistici; di transcodifica e di discalculia, difficoltà negli automatismi del calcolo e dell'elaborazione dei numeri nei minori. Gli allievi con questi disturbi hanno una mente produttiva, creativa e intelligente ma che apprende diversamente dagli altri. Vi riporto, come faccio spesso, i dati nazionali e quelli regionali su questo disturbo che ci aiutano un attimo a inquadrare la situazione nazionale e nel paragone quella regionale. In Italia, dati del MIUR aggiornati a giugno 2019, il numero totale di studenti con DSA sul totale degli alunni frequentanti la scuola primaria, secondaria di primo grado e di secondo grado è passato dallo 0,7 dell'anno 2011 al 3,2 dell'anno 2017/2018. Mediamente ad oggi la percentuale di alunni con DSA è pari al 3,3 percento del totale degli alunni nelle scuole a gestione statale e invece solo il 2,3 percento nelle scuole a gestione non statale, già questo dato è molto rilevante. Tra le varie Regioni i valori percentuali più elevati sono riportati dalla Valle d'Aosta e dalla Liguria. Nell'anno 2017/2018 hanno frequentato le varie scuole valdostane 915 allievi con questo disturbo su un totale di 14.733 ragazzi totali, con una percentuale pari al 6,21 percento. Se riassumiamo che la media italiana di ragazzi con DSA è 3 allievi su 100, in Valle d'Aosta è esattamente il doppio: 6 su 100. Questi allievi hanno necessità di una didattica individualizzata e personalizzata, nonché di strumenti compensativi o/e di misure dispensative in una dimensione relazionale necessaria all'apprendimento in cui l'insegnante deve comprendere l'allievo che ha davanti e cosa comporterà il suo disturbo.
Vi è un'importante cornice normativa nazionale e regionale a supporto dei DSA, che ha certamente l'obiettivo di tutelare questi ragazzi e di garantire la qualità del loro apprendimento. A livello nazionale abbiamo la legge n. 170 del 2010 in cui si definisce con precisione il ruolo dei dirigenti scolastici e dei docenti, la relazione con la famiglia e il ruolo chiave della formazione dei docenti. Ci sono sempre a livello nazionale le linee guida per il diritto allo studio degli alunni con DSA in cui sono elencate le strategie per realizzare interventi didattici individuali: per esempio, il piano didattico personalizzato. Anche a livello regionale abbiamo una serie di disposizioni: abbiamo la legge regionale n. 18 del 2009, che si intitola: "Disposizioni in materia di DSA", in cui si parla di un comitato tecnico-scientifico sui DSA che svolge importantissime funzioni: si occupa del piano di formazione del personale scolastico per questi minori, attività di identificazione precoce, l'importanza della diffusione di buone prassi e interventi e iniziative sui minori che hanno questo disturbo e sulla importantissima questione del coordinare e raccordare l'attuazione degli interventi e di raccogliere dati attendibili sia sull'attivazione di moduli particolari per questi ragazzi, sia poi se questi moduli attivati effettivamente hanno un risvolto sull'apprendimento dei ragazzi. Sempre nella legge regionale nostra troviamo ancora con precisione come deve avvenire la diagnosi a cura degli specialisti dell'USL, definisce ulteriormente le attività di formazione e le misure educative e didattiche di supporto ai minori. Ci sono poi le nuove linee guida appena riviste per la rilevazione precoce della difficoltà di apprendimento, che è un aspetto importantissimo nella definizione di queste patologie, che sarà mia cura approfondire chiaramente nei prossimi giorni, sono appena uscite.
In questo processo vediamo coinvolti tanti attori: l'allievo che porta una difficoltà e una parte emotiva rilevante, gli insegnanti e il dirigente scolastico ed è evidente che alcuni insegnanti sono sensibili, attenti e proattivi, altri invece vivono la certificazione come un ulteriore carico di lavoro e hanno difficoltà nella relazione con l'allievo e con la famiglia. Abbiamo la famiglia che ha livelli di accettazione e comprensione della problematica molto variabile e altalenante così come la collaborazione con gli insegnanti, abbiamo le figure tecniche dell'USL che si occupano della certificazione, che hanno un altro peso fondamentale nella presa in carico degli allievi che hanno questa patologia e poi abbiamo i tecnici del Comitato scientifico sui DSA, di qui è la nostra legge, che sono sei o sette. In questo contesto quindi sono essenziali: gli insegnanti che riconoscano e attivino processi di apprendimento ad hoc per ogni minore e che abbiano punti di riferimento all'interno di ogni scuola, importantissima la formazione dei docenti e la messa a sistema delle azioni attivate nelle singole istituzioni scolastiche così che sempre ogni alunno abbia pari opportunità di apprendimento.
Arrivo all'oggetto dell'interpellanza, chiedo: "se - come previsto per legge - in ogni scuola è presente un referente - ogni scuola, non ogni istituzione scolastica -, un punto di riferimento per tutti gli insegnanti, con formazione specifica sui disturbi dell'apprendimento; se vi è una messa a sistema delle azioni attivate dalle singole istituzioni scolastiche e con quali modalità essa avviene..." e "con quale cadenza gli insegnanti e i dirigenti hanno partecipato a corsi di formazione sui disturbi dell'apprendimento nell'anno 2018/2019 e quali formazioni sul tema si intendono attivare per l'anno scolastico 2019/2020", quello in corso.
Presidente - La parola all'assessore Certan.
Certan (AV) - Riguardo ai dati che ha citato non essendo in particolare nell'interpellanza, non faccio commenti e non entro nel dettaglio, le dico solo che venerdì scorso con l'assessore Baccega abbiamo avuto un primo incontro anche con la Sovrintendente proprio per prendere in considerazione i dati non solo sui disturbi specifici dell'apprendimento sul DSA e sulle disabilità, perché poi sono dati che li stiamo guardando a 360 gradi ma proprio per capire anche, in virtù del nuovo decreto che sta uscendo: il decreto n. 66, proprio quali potranno essere sicuramente gli adeguamenti e la miglior fruizione di questi dati perché poi i dati servono quando poi si riescono a mettere in campo delle azioni.
Nella prima domanda lei mi chiede se c'è un referente, nell'anno scolastico 2018/2019 la scuola dell'infanzia aveva 26 referenti su 26 istituzioni scolastiche, la scuola primaria 24 referenti su 21 istituzioni scolastiche poiché alcune di esse avevano nominato più di un referente, nella scuola secondaria di primo grado 17 referenti su 17 istituzioni, scuola di secondo grado 10 referenti su 10 istituzioni. Per il 2019/2020 non disponiamo ancora dei dati poiché i dirigenti stanno procedendo adesso alla nomina delle figure strumentali con i collegi di solito di ottobre, tra cui anche quella dei DSA. Per la risposta 1B rispetto alla formazione specifica sui DSA dei referenti individuati, dei vari collegi docenti, preciso anche che l'Amministrazione regionale propone da diversi anni attività mirate di informazione e formazione, nonché azioni di consulenza a supporto attraverso il personale USAS ('Ufficio Supporto Autonomia Scolastica nell'Ambito dell'Inclusione).
Per quanto riguarda la seconda domanda: "se vi è una messa a sistema delle azioni attivate dalle singole istituzioni e con quali modalità...", fermo restando l'autonomia scolastica delle singole istituzioni, la Sovraintendenza degli studi ha predisposto, anche tramite l'adozione di specifiche delibere di Giunta, le azioni con l'obiettivo di uniformare comportamenti e procedure e garantire uguali opportunità a ogni allievo in qualsiasi realtà scolastica si trovi, perché uno degli aspetti che abbiamo evidenziato è proprio che, di fronte a molta competenza e anche a molte attenzioni, a volte vi sono invece casi in cui viene denunciata minore attenzione. Crediamo che questo sia un aspetto che non deve perpetuarsi, tutti devono avere le stesse opportunità. Le azioni sono in particolare la DGR n. 1167 del 30 agosto 2019, apposite linee guida per l'identificazione precoce dei DSA relative all'applicazione del protocollo di intesa per l'attività di individuazione precoce dei casi sospetti di disturbo specifico dell'apprendimento. Le suddette linee sono state trasmesse a tutte le scuole dell'infanzia e del primo ciclo inserite nell'apposita sezione "inclusione" sul sito web école. È inoltre previsto un momento di confronto, nel mese di settembre forse l'hanno già avuto... e anche ad ottobre con i dirigenti scolastici e i referenti, quindi la Sovraintendente e i dirigenti si stanno incontrando. Inoltre, con DGR n. 1130 del 23 agosto 2019, a conclusione delle azioni di monitoraggio e di sperimentazione dei modelli regionali su piani didattici personalizzati, i famosi PDP di cui lei sicuramente conosce la natura predisposti dal comitato tecnico-scientifico sui disturbi specifici di apprendimento condivisi con i dirigenti e i referenti, sono stati trasmessi a tutte le scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado da utilizzare in tutte le scuole - modelli uguali - del territorio regionale.
"Con quale cadenza le insegnanti e i dirigenti hanno partecipato a corsi di formazione...": la formazione sul tema dell'inclusione, in particolare sui DSA, era prevista nel piano biennale di formazione 2017/2018-2018/2019, in un'ottica di continuità e di approfondimento l'abbiamo riproposta nella delibera attuale che abbiamo approvato qualche settimana fa, che è quella triennale per il prossimo triennio: la delibera n. 1200 del 6 settembre 2019. Nello specifico si riportano le iniziative presentate nell'anno 2018/2019, vorrei anche riportare una breve descrizione delle iniziative promosse dal comitato tecnico-scientifico per i DSA nel corso dell'ultimo anno scolastico poiché credo sia importante riguardo al protocollo di intesa per l'identificazione precoce perché, riguardo a questa problematica, è chiaro che i dati, che oscillano anche da Regione a Regione ma anche a seconda del territorio, dipendono dall'identificazione precoce oppure no. In data 6 settembre 2018 per insegnanti della scuola dell'infanzia e della scuola primaria sono stati quindi realizzati incontri di formazione, iniziative di formazione richieste dalle istituzioni. In data 26 settembre 2018 per gli insegnanti della scuola dell'infanzia, in data 15 maggio 2019 per insegnanti della scuola infanzia e primaria anche nella logica della continuità e del passaggio di informazioni. In data 23 ottobre alla presenza della Sovraintendente si è tenuto un incontro organizzato dal CTS e rivolto ai dirigenti e ai referenti dei DSA delle istituzioni scolastiche nel corso del quale sono stati affrontati i seguenti argomenti: presentazione dei dati regionali, confronto con i dati nazionali, considerazioni sul monitoraggio, condivisioni e proposte. Il CTS, per l'inclusione nella persona del suo responsabile il professore Gianluca Cane, ha svolto anche quest'anno un'attività di consulenza e formazione presso il CTS destinata a singoli alunni con DSA accompagnati da genitori e/o insegnanti. Per l'anno 2019/2020, in linea con il piano triennale della formazione, che, come le ho detto, è quello che ho citato prima: la n. 2000 del 6 settembre... nel corso di questo anno scolastico, in collaborazione con l'Associazione Italiana Dislessia (AID,) verrà attivata l'iniziativa di formazione sulla matematica inclusiva destinata agli insegnanti della scuola secondaria di primo e secondo grado.
Nel corso dei prossimi due anni scolastici è intenzione dell'Amministrazione continuare a proporre attività formative in collaborazione con enti e associazioni competenti in materia. Il centro territoriale di supporto per l'inclusione proseguirà l'attività di consulenza e formazione destinata a singoli alunni con DSA accompagnati da genitori e/o insegnanti. Proprio perché stiamo parlando di questa tematica, le dico anche che non abbiamo ancora risolto - e devo dirle che non intravediamo ancora una facile risoluzione - la problematica riguardo ai sussidi didattici a disposizione, in particolare - e dico in particolare - riguardo ai casi di DSA, poiché vi è una problematica legata anche alle edizioni e alle case editrici, che chiaramente hanno la proprietà dei vari sussidi e dei vari libri e sicuramente è una problematica sulla quale stiamo cercando sinergie e collaborazioni e le devo dire che non è di facile risoluzione ed è davvero legato alla proprietà del materiale, che può essere il cd invece del libro cartaceo. È una problematica che si sta portando avanti da diversi anni, abbiamo già provato diverse strade, per ora confidiamo nella collaborazione davvero di chi questo settore lo conosce bene e chi opera capendo anche l'importanza della tematica.
Dalle ore 18:22 assume la presidenza il vicepresidente Distort.
Distort (Presidente) - Per la replica, la parola alla proponente Consigliera Russo.
Russo (M5S) - Mi viene da dire due o tre cose su com'è inquadrato nella nostra Regione il problema dei disturbi specifici dell'apprendimento...
Presidente - Chiedo silenzio, lasciamo parlare la collega...
Russo (M5S) - ... direi che sull'identificazione precoce del disturbo ci siamo, nel senso che chiaramente l'alta percentuale di allievi con disturbi dell'apprendimento non può essere dovuta solo a un'efficace diagnosi iniziale ma probabilmente quell'aspetto ci sta. Ci saranno probabilmente altre cause, secondo me, molto difficilmente descrivibili e anche controllabili.
Rispetto alla gestione concreta scolastica dei disturbi dell'apprendimento, invece siamo virtuosi, siamo bravi, abbiamo detto che in ogni scuola c'è un referente che si occupa quindi di tutti i minori che hanno questi disturbi e che quindi guida gli insegnanti che devono aiutare questi minori ad avere dei protocolli particolari per il loro apprendimento. Io però credo che, oltre al fatto che ci sia un referente, è necessario che il compito di questo referente venga monitorato, cioè è chiaro che il referente deve veramente guidare, spingere gli insegnanti a superare i propri limiti, ogni minore, simpatico/non simpatico, che ha questa patologia deve essere preso in carico e deve avere un suo protocollo. Questa è una cosa veramente essenziale, siamo nel 2019, stiamo parlando di istruzione obbligatoria. Le faccio questo rilievo perché nella mia esperienza anche personale ho potuto appurare che c'è una grande differenza che varia da insegnante a insegnante. La formazione dovrebbe andare un pochino a coprire questa differenza. Allora nella nostra legge regionale abbiamo detto che le istituzioni scolastiche regionali possono aderire alle proposte di formazione elaborate dal comitato tecnico-scientifico. È chiaro che non si può obbligare un insegnante o un'istituzione ad andare a un corso di formazione, però credo anche che nelle istituzioni dove ci sono insegnanti, o comunque molti minori che hanno questa patologia, bisogna trovare uno strumento per spingerli. Non ho dubbi che sia difficile, però è una constatazione, noi abbiamo fatto una legge regionale che va a tutela di questi minori e allora questi minori devono essere tutelati.
L'ultimo aspetto, che è un aspetto che anche lei ha ben definito, è la questione delle buone prassi che si devono passare le varie situazioni scolastiche. Credo che anche qui con tutti i minori che hanno delle problematiche si debba veramente fare lo sforzo di passare dalla teoria ai fatti, cioè va bene che le dirigenti si incontrino e si dicano: "dobbiamo essere più bravi, se hai delle buone prassi, me le devi passare"; in realtà, quello che noi dobbiamo fare è garantire che un minore che è nella istituzione scolastica "Y" si sposta nella istituzione scolastica "X" e ha esattamente lo stesso trattamento. Questo ad oggi non avviene sempre e questo è un problema importante per il minore, perché, oltre a dover cambiare scuola per motivi variabili, poi c'è il problema che il minore ha magari con fatica raggiunto un pochino di autonomia nell'apprendimento con le misure che sono state scelte per lui, cambia insegnante, l'insegnante non ha sensibilità su quel tema e cade tutto. Qua stiamo parlando veramente di una percentuale alta, cioè stiamo parlando di 6 minori su 100 iscritti nella nostra scuola che hanno questo problema.
Dalle ore 18:30 riassume la presidenza la presidente Rini.