Objet du Conseil n. 611 du 17 avril 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 611/XV - Interpellanza: "Investimenti per la partecipazione di imprese valdostane alle più importanti fiere europee relative alla produzione alimentare".
Distort (Presidente) - Punto 24 all'ordine del giorno. Per la presentazione, ha chiesto la parola il collega Vesan.
Vesan (M5S) - È importante, per chiarire questo argomento, distinguere la sostanziale differenza fra le due tipologie di fiere esistenti. La Guida mondiale delle fiere le separa con una semplice lettera: la lettera P e la lettera T. La lettera P sta per Public e sono le fiere aperte al pubblico, la lettera T per Trading o Trader e sono le fiere riservate esclusivamente agli operatori del settore.
I risultati di queste fiere, i numeri di partecipazione, sono veramente molto diversificati. Le fiere aperte al pubblico arrivano ad avere anche un paio di milioni di visitatori, perché spesso e volentieri addirittura l'ingresso è gratuito ed è aperto a chiunque. Normalmente nelle fiere aperte al pubblico gli espositori hanno la possibilità di vendere direttamente i loro prodotti. Per intenderci: i banchetti della Fiera di Sant'Orso.
Le fiere trade sono invece riservate esclusivamente agli operatori del settore. Per poter accedere bisogna essere, nel caso delle fiere del settore alimentare, dei grossisti, dei distributori, degli importatori o dei ristoratori, oppure ancora dei gestori di esercizi commerciali, nello specifico settore dell'alimentazione. La differenza sostanziale è che in queste fiere, quasi sempre la vendita diretta del prodotto alimentare è vietata e sono finalizzate esclusivamente all'individuazione di canali commerciali per presentare su nuovi mercati i propri prodotti e creare e consolidare reti di distribuzione. Normalmente in una fiera riservata agli operatori si fanno ordini, non si fa vendita diretta. Gli operatori si portano dietro solo un campionario che, normalmente, riportano presso il loro stabilimento quando hanno finito.
Nelle precedenti interrogazioni e interpellanze che abbiamo fatto su questo argomento, l'Assessore competente ci ha citato la volontà di partecipare a fiere del settore alimentare, citandoci sostanzialmente tutte fiere aperte al pubblico: se non ricordo male il Cheese di Bra e il Salone del gusto a Torino, oltre ad altre iniziative, come il Vinitaly. Tutte queste sono fiere aperte al pubblico.
La fiera aperta al pubblico è sicuramente un aiuto consistente per l'impresa valdostana che vi partecipa, però è un aiuto con un livello di lungimiranza e di investimento molto limitato, perché l'impresa arriva, partecipa alla fiera, vende direttamente i suoi prodotti, incassa sicuramente del denaro, ma l'organizzazione di uno stand regionale che porta le imprese valdostane a questo è assolutamente e frequentemente ravvisabile quale aiuto di Stato, perché consiste praticamente nel dare del denaro contante e immediato all'impresa partecipante.
Ben diversa è la partecipazione a una fiera riservata agli operatori commerciali. Non c'è quasi nessun tipo di ritorno immediato, spesso e volentieri il ritorno lo si può misurare solo magari dopo la partecipazione a due o tre fiere consecutive, però permette di reperire canali commerciali stabili e duraturi nel futuro, permette di raggiungere mercati che altrimenti non si raggiungerebbero e che non sono solo quello dei visitatori della fiera, ma permette di trovare distributori e reti commerciali in tutto il mondo.
La fiera che ho citato nell'interpellanza e che si svolgerà nel mese di ottobre di quest'anno si chiama ANUGA: un nome non molto noto perché, effettivamente, essendo riservata agli operatori, non vede mai dei grandissimi numeri. I numeri sono, però, consistenti, perché è la più grande fiera del settore alimentare di tutta l'Europa. Gli espositori sono 7000, i visitatori sono 160.000, ma questi sono tutti rigorosamente operatori professionali che partecipano a questa fiera espressamente per fare ordini, per accaparrarsi i prodotti alimentari, presenti in realtà a livello mondiale e non solo europeo. Ad ANUGA, per darvi un'idea dei numeri, hanno partecipato, nell'edizione 2017 - che era l'ultima, perché è una fiera biennale - 960 espositori italiani, fra cui due partecipazioni regionali, che erano la Toscana e la Sicilia.
Oltre alla fiera ANUGA che si terrà prossimamente, ci sono poi infinite altre fiere, rigorosamente settoriali. Per esempio in Italia si svolge, appositamente alternata rispetto a questa - quindi sarà negli anni pari, dal 2020 in avanti - il Cibus di Parma, che è la più grossa fiera riservata agli operatori, specifica fondamentalmente sul prodotto alimentare italiano. Ma ci sono anche molte altre fiere, a cui la Regione in passato ha partecipato con degli stand collettivi, per esempio il SIAL di Parigi, InterMoPro di Düsseldorf, ProWein, sempre di Düsseldorf - è la versione, se vogliamo, del Vinitaly a livello europeo; ci sono anche i liquori, ma di nuovo è riservata esclusivamente agli operatori e fa numeri, come espositori e come vendite, più alti del Vinitaly di Verona - Alimentaria di Barcellona e la stessa Tuttofood, che è nata a Milano, in concorrenza rispetto alla fiera di Parma, che però non ha lo stesso identico successo. In passato la Regione partecipava sia alla più importante fiera europea, ANUGA, sia alla più importante fiera italiana, che è il Cibus.
In realtà si è abbandonata questa partecipazione più o meno in corrispondenza dell'inizio della crisi, operando nel modo peggiore possibile a favore delle imprese valdostane: invece di continuare a farle operare sui mercati che hanno risentito della crisi molto meno del nostro, li abbiamo privati di questa opportunità. Mi è capitato di incontrare operatori e produttori del settore alimentare valdostano che mi hanno dichiarato che, per fortuna, hanno partecipato a questo tipo di fiere anche grazie all'aiuto da parte della Regione e, con questo, hanno avuto la possibilità di sopravvivere sul mercato, grazie agli ordini e ai contatti che sono riusciti a fare a livello europeo, visto il crollo del mercato italiano, anche del settore alimentare, negli anni fra il 2008 e il 2012.
Sostanzialmente, quindi, rispetto alle proposte già illustrate dall'Assessore in passato, ci chiedevamo se, di fronte alla possibilità di reperire nuove risorse a sostegno dell'imprenditoria valdostana, esistesse l'intenzione da parte dell'Amministrazione regionale di investire anche su fiere riservate agli operatori commerciali e non solo su fiere aperte al pubblico. Sappiamo che non ci sarà una partecipazione valdostana alla fiera di ANUGA di ottobre; purtroppo sappiamo, avendo avuto contatti con imprese valdostane, che esisteva la volontà di partecipare, ma le imprese valdostane non sono riuscite a trovare uno spazio all'interno di questa fiera. Essendo una fiera importante, con grandi risultati commerciali, è molto difficile riuscire ad avere uno spazio, se non lo si mantiene costantemente negli anni. Questa era un po' l'ottica con cui la Regione comunque manteneva uno spazio pubblico, facendo partecipare a turno le imprese interessate.
Oltre a questo ci chiedevamo, sempre per capire quali sono le motivazioni che spingono le imprese valdostane a partecipare a queste manifestazioni fieristiche, se fossero stati individuati dei criteri per la partecipazione, oppure per la selezione delle imprese valdostane che partecipano alle fiere già citate dall'Assessore per l'annualità 2019 o 2019-2020 e, se esistono, quali siano gli eventuali costi di compartecipazione a carico delle imprese valdostane partecipanti. Perché la partecipazione in uno stand collettivo, in una fiera riservata agli operatori, non avendo un ritorno economico immediato per l'impresa, anzi, ravvisandosi fondamentalmente come un costo iniziale, non viene considerato come aiuto di Stato, perché è considerato aiuto all'intero comparto e non alla singola impresa. Quindi sarebbero soldi che la Regione investe con particolare utilità per le proprie imprese e con un ritorno duraturo nel futuro e che invece, non aderendo a questo tipo di iniziative, ma aderendo solo alle fiere con vendita diretta, purtroppo non ci permettono di fare un investimento che duri negli anni futuri.
Questa è l'interpellanza e ringrazio l'Assessore per la risposta.
Presidente - Grazie per l'esposizione, collega Vesan. La parola, per la risposta, all'assessore Viérin.
Viérin (AV) - Intanto ringrazio il collega per l'iniziativa. Avevamo già avuto modo, come lui stesso ricordava, di discutere su quali potevano essere le opportunità e condivido le premesse. Forse non era così alcuni anni fa, ma oggi le opportunità, rapportate anche alla qualità della filiera enogastronomica valdostana, possono avere veramente dei risvolti, anche e soprattutto in termini di vendita, ricordandoci che dobbiamo sempre rapportare i nostri prodotti alla quantità di prodotto stesso che noi abbiamo. La Valle d'Aosta ha un prodotto per eccellenza, in termini di qualità e quantità, che è la fontina: circa 450.000 forme; 250.000 provengono dalla cooperazione, cooperativa e consorzio, e 150.000 dai privati. Abbiamo poi tutto il settore vitivinicolo, abbiamo i DOP e abbiamo da inserire, nelle occasioni di vendita e soprattutto nella possibilità di vedere le aziende valdostane, nelle due tipologie che lei ricordava.
Mi permetto di sottolineare che le iniziative a cui abbiamo partecipato e a cui parteciperemo esistono anche nella formula mista. Il Vinitaly ha una grande partecipazione, ma è soprattutto per esperti del settore ed è anche e soprattutto per esperti e trader del settore, che nel BtoB acquistano e vendono, tant'è che il bilancio dell'edizione di quest'anno del Vinitaly è molto positivo, anche con le novità che abbiamo introdotto, di avere uno stand organizzato non in condivisione con un'altra Regione e di aver utilizzato - e tornerò ai criteri di partecipazione - una collaborazione con la Chambre, e ringrazio il collega Testolin per il progettoVDA-Passport. Questo per dire che le manifestazioni a oggi codificate - arriverò poi a quella che lei citava - sono sicuramente, in parte, quelle di vendita al grand public, ma anche a quelle che, invece, hanno un misto e una possibilità soprattutto per esperti del settore, che è quello che effettivamente è molto importante per i produttori o comunque per le aziende. La promozione è sicuramente importante, ma soprattutto la vendita lo è ancora di più. Questo in premessa.
Quella del Vinitaly l'ho citata. Anche Cheese a Bra, dal 20 al 23 settembre, è inserito nella programmazione e anche in questo caso c'è la previsione delle aziende valdostane che potranno presentare i loro prodotti a nuovi acquirenti, a singole produzioni e a eventuali negoziatori. Anche in quella manifestazione sono previsti proprio degli spazi adeguati e anche questa sarà oggetto di collaborazione con VDA-Passport. Questo per alleviare i costi di partecipazione, assieme ad altre misure che citerò.
Per quanto riguarda, invece, quella che effettivamente è una fiera interessante e che non era prevista per quest'anno: è una fiera che, giustamente, ha bisogno di tempi e di organizzazione, in modo da essere effettivamente partner come Regione, per poi condividere con le aziende. Noi cosa stiamo facendo? Su questa e su altre occasioni spesso l'amministrazione riceve tante richieste di partecipazione a fiere e a eventi, ma non sempre si ha la possibilità di misurare realmente quella che è una fiera interessante, al di là dei numeri. Nella ricognizione che stiamo facendo, sia in termini di risorse finanziarie da investire in pubblicità, sia vedendo di rapportare la promozione che si fa a un effettivo ritorno che deve essere fatto sul territorio e per le aziende, abbiamo chiesto di studiare una serie di iniziative, in modo da situarle nella potenziale possibilità per le nostre aziende.
Sull'estero c'è anche una questione da risolvere, che con Chambre stiamo esaminando accreditandoci al circuito ENIT, perché attraverso Chambre c'è l'impossibilità di vendere all'estero e spesso le aziende hanno bisogno di un supporto anche nell'organizzazione, al di là della partecipazione singola, proprio di essere presenti attraverso l'ente Chambre, come noi facciamo a Bra e al Vinitaly. Sul territorio nazionale il partner Chambre è spendibile, per l'estero è necessario fare inserire una serie di iniziative e accreditarci, e su questo abbiamo lavorato in queste ultime settimane, affinché ci possa essere la possibilità anche di vendere all'estero. Questo è il secondo aspetto.
Il terzo volet. Su ANUGA l'impegno, collega, è assieme a due iniziative che avevamo citato: il Salon Suisse des Goûts et Terroirs, che si svolge vicino a Fribourg, sempre in autunno, che è molto interessante (abbiamo preso contatto con gli organizzatori e dovremmo essere ancora in tempo per riuscire a programmare per quest'anno); l'altra è la Foire du Comptoir du Valais, che tra l'altro è qui dietro e che ci è stata richiesta anche dalle aziende e dagli albergatori. Noi sicuramente faremo una verifica anche su ANUGA e su Cibus, che lei citava, la quale non è un'edizione che si fa ogni anno, ma ogni due anni. Avevamo - perché non è una questione recente - preso contatto con gli organizzatori di Cibus, per riuscire anche ad avere una partnership che potesse rilanciarlo, perché era stata abbandonata la possibilità di andare a Cibus, come lei citava. Aspettiamo anche il lavoro che viene fatto in termini di studio dei mercati, ma avremmo individuato queste occasioni, per quest'anno. Se non dovesse andare in porto, sicuramente per l'edizione del 2019, l'impegno è quello di lavorare affinché almeno si pianifichi un 2020, sia in sinergia con la possibilità di Chambre e di VDA-Passport, sia in termini di territorio nazionale. Questa è la strategia.
L'altra domanda era su quali sono i criteri e anche i costi di partecipazione, aspetti che sono legati. I criteri spesso sono duplici: sono quelli del regolamento della fiera stessa - un esempio, per Cheese sono solo le aziende che producono formaggi a base di latte crudo, quindi si screma già una parte - e quelli che rispondono alle manifestazioni di interesse pubblico. Le manifestazioni di interesse pubblico, per quelle a livello nazionale, dove partner è Chambre, noi le facciamo fare attraverso Chambre, quindi c'è un avviso pubblico e le aziende aderiscono, o comunque anche quando l'Assessorato organizza direttamente c'è questa parte di avviso pubblico.
Chambre è per noi l'ente che tutela la categoria delle imprese valdostane, quindi noi ci appoggiamo sempre a Chambre. Anche per Les Mots, che è una manifestazione culturale, c'è la partnership proprio per andare a individuare le aziende. C'è quindi una comunicazione formale, invito tramite PEC, mail, comunicati stampa, posizionamento delle informazioni necessarie e della modulistica sui siti Web e, insomma, quello che si conosce.
I costi - giustamente, sono l'aspetto che lei rilevava - variano sicuramente a seconda della disponibilità finanziaria e dei costi di partecipazione. Nei casi di Vinitaly e di Cheese abbiamo alleviato i costi, in parte con VDA-Passport e in parte anche utilizzando la misura 3.2, quella del PSR, che va proprio a finanziare la partecipazione. Quindi in sinergia, per esempio, con la Vival, per quanto riguarda il Vinitaly, il 70 percento è stato coperto dalla misura 3.2 e il VDA-Passport ha dato un'ulteriore possibilità, mentre il resto è stato coperto dalle aziende, quindi è stata un'occasione molto interessante, anche condivisa con le aziende stesse.
In conclusione, l'impegno è anche nella fase di riorganizzazione dei saloni, non solo in ambito enogastronomico. Cito per esempio, quest'anno, il Salone del Libro dove, a differenza dell'avere solo uno stand di produzione libraria valdostana, abbiamo messo d'accordo i librai valdostani e, un po' come per Les Mots, saranno presenti e venderanno i libri all'interno del salone.
Oggi più che mai, come lei sottolineava, al di là della promozione di cui non siamo certi del ritorno che avrà, soprattutto per le aziende, abbiamo necessità di poter mettere in relazione la possibilità di vendita. L'impegno quindi, collega, è su questi eventi che già sono codificati, dove abbiamo delle certezze. Su questi quattro eventi - due che avevamo già citato per la parte della Svizzera non solo francofona, per ANUGA e per Cibus - l'impegno è di riuscire a fare un piano strategico condiviso con Chambre e con il settore, il comparto, per riuscire ad avere una partecipazione strutturata e duratura nel tempo, come lei sottolineava, che è quella che può darci delle possibilità; scremando, invece, magari altre possibilità dove abbiamo visto che i ritorni non sono stati quelli desiderati.
Presidente - Per la replica, la parola al collega Vesan.
Vesan (M5S) - La ringrazio per l'illustrazione dei punti e per una possibile speranza che si ritorni a operare sui mercati settoriali per operatori. La prossima edizione di ANUGA non sarà il 2020 ma il 2021, perché, come il Cibus, anche questa è biennale, quindi magari con due anni di tempo si riuscirà ad organizzare. Io ho avuto dichiarazioni di interesse alla partecipazione da primarie imprese del settore alimentare valdostano, che avrebbero voluto partecipare anche da sole, ma non ci sono riuscite.
Per quello che riguarda i costi, ho capito che ci sono delle compartecipazioni VDA-Passport, oppure altre coperture del 70 percento dei costi, ma non mi è chiaro, nemmeno a livello percentuale, quale sia quello che rimane a carico delle imprese partecipanti, né qual è il valore assoluto. Se fosse possibile averlo, sarebbe importante.
Per quanto riguarda i criteri di partecipazione alla fiera, ho capito che c'è il regolamento della fiera, dove ovviamente non sarebbero ammessi dei produttori non previsti, e ho capito che il bando per la selezione lo fa la Chambre. Mi sarebbe piaciuto sapere se esistono dei criteri, però, che prevedano priorità oppure esclusione di alcune imprese valdostane rispetto ad altre. Da come lei ha detto sembra che non sia questo il caso, ma mi risulta, soprattutto per il Vinitaly - che è effettivamente un'eccezione particolare perché, non essendoci una fiera per operatori, è diventato un riferimento fondamentale sia per gli operatori che per il pubblico - che la Regione Valle d'Aosta preveda la partecipazione esclusivamente dei produttori che hanno anche linee di produzione di vini DOC, mentre invece i produttori valdostani che sul territorio regionale fanno solo vini da tavola non siano ammessi alla partecipazione. Non so se sia vero, ma se fosse possibile verificare anche questo tipo di informazione, perché non è solo tutela del marchio, ma è tutela della stessa produzione.
Infine, nei minuti che mi restano, faccio ancora un piccolo esempio sulla partecipazione all'ultimo ANUGA 2017. Cito solamente otto dei partecipanti: il Consorzio Asiago DOP, il Consorzio del Pecorino Romano, il Consorzio del Caciocavallo Silano, il Consorzio della Mozzarella di Bufala Campana, il Consorzio del Parmigiano Reggiano, il Consorzio del Grana Padano, il Consorzio del Gorgonzola e il Consorzio del Piave DOP. A me sembra che in questo elenco manchi una voce particolarmente importante e confido che l'Amministrazione regionale voglia fare tutto quello che può per sopperire a questa mancanza.
(Voce fuori microfono)
Poiché l'aiuto lo diamo per quello che riguarda l'impresa privata, l'aiuto a un consorzio che garantisce il marchio del nostro principale prodotto probabilmente varrebbe la pena darlo.