Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 581 du 4 avril 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 581/XV - Reiezione di mozione: "Elaborazione di una proposta di piano Clima-Valle d'Aosta Energia 2040".

Rini (Presidente) - Punto n. 47 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, la parola alla collega Minelli.

Minelli (RC-AC) - Riteniamo che questa sia una mozione di attualità, riguarda la situazione di cui abbiamo spesso parlato in questo Consiglio e di cui si sente parlare anche in molti ambiti. I cambiamenti climatici che sono in corso a livello mondiale sono un grave problema che è sempre più all'attenzione degli scienziati, dell'opinione pubblica e anche della politica. È stata importante nelle settimane scorse la partecipazione dei giovani al Three Free days for your future, tantissimi giovani che abbiamo visto anche davanti a Palazzo regionale. Questa manifestazione aveva e ha tra i suoi obiettivi quello di indurre i decisori politici ad assumere delle iniziative concrete, incisive che riducano le emissioni inquinanti e che siano tese a impedire il progressivo riscaldamento della terra. Anche gli studenti valdostani hanno manifestato e scioperato unendosi alla mobilitazione di milioni di persone in tutto il mondo. È necessario, secondo noi, che anche in Valle d'Aosta si assumano decisioni, si programmino azioni, alcune importanti sono già state prese, programmate, altre ancora per fare della nostra Regione un territorio che offra un contributo concreto ma anche esemplare alla lotta contro le emissioni nell'atmosfera, il gas a effetto serra in particolare attraverso un cambiamento radicale dei consumi energetici perché è solo in questo modo che si può incidere veramente.

Noi crediamo che, alla luce anche di dati che ci sono stati forniti nei mesi scorsi, occorra intervenire perché attualmente i consumi energetici nella nostra regione sono coperti ancora al 70% da combustibili fossili sia pure con una piccola diminuzione rispetto al passato. Bisogna mettere in campo delle azioni rilevanti di risparmio, di utilizzo razionale di combustibile e di riqualificazione dell'energia e nell'ottica anche di un ampliamento delle fonti rinnovabili. Nel dicembre scorso, il 18 dicembre del 2018, il nostro Consiglio ha approvato un ordine del giorno e ha individuato per la Valle d'Aosta un obiettivo ambizioso, impegnativo: quello del fossil fuel free entro il 2040.

Noi con questa mozione chiediamo una cosa importante: chiediamo alla Giunta di cominciare a pensare di elaborare una proposta per un piano clima Valle d'Aosta energia 2040, un piano che traduca in pratica l'impegno preso da questo Consiglio con l'approvazione dell'ordine del giorno che ho citato, un piano che individui le modalità, le politiche da adottare settore per settore, quindi per quanto riguarda la climatizzazione domestica, i trasporti pubblici e privati su cui già stiamo ragionando, gli impianti a fune, le industrie, i servizi, l'agricoltura, moltissimi settori in cui è importante dare delle indicazioni. Sono le tappe fondamentali per il raggiungimento dell'autonomia energetica regionale e per l'abbandono dei combustibili fossili. L'altra cosa che chiediamo con questa mozione è di esporre entro 60 giorni alla commissione consiliare competente le caratteristiche di tale piano clima e la tempistica per la redazione dello stesso.

Présidente - On ouvre la discussion générale. Est-ce qu'il y a des requêtes d'intervention? La collègue Pulz a demandé la parole.

Pulz (ADU VDA) - "Ci state rubando il futuro" è l'accorata e lucida sintesi di quanto sta sottolineando Greta, la giovanissima attivista per l'ambiente. Ricordava la collega nelle premesse della mozione che questo appello è stato raccolto da migliaia di giovani a livello internazionale e anche in Valle d'Aosta finalmente abbiamo visto una manifestazione degna di questo nome: oltre 500 ragazze e ragazzi che si sono organizzati autonomamente per darci anche un esempio di come devono essere affrontati i problemi, cioè con un'energia nuova, rinnovata. In questo contesto, anche se l'ora è tarda, vorrei leggervi - o, meglio, rileggere, perché credo che lo conosciate - un testo breve ma significativo: la lettera degli scienziati e degli studiosi del clima e dell'ambiente rivolta a questi giovani perché quella lettera ci interpella, interpella innanzitutto i politici, e quindi ci coinvolge molto da vicino. A scriverla è il Comitato La scienza al voto, che dice così: "cari studenti che state scioperando per il clima, noi scienziati e studiosi dei cambiamenti climatici e dell'ambiente vi offriamo tutto il nostro sostegno. Ci unisce il desiderio di studiare la realtà e una delle realtà che oggi purtroppo emerge è la difficoltà per gli esseri umani a rimettersi in discussione: così si spiegano gli attacchi contro di voi e le accuse ingiuste, come quella di aver sporcato una piazza che invece avete lasciato pulitissima o di essere pupazzi nelle mani di adulti che vi userebbero. Sono accuse che servono a chi le inventa per evitare di prendere coscienza della crisi climatica in cui troviamo. È un riflesso fin troppo umano, a nessuno fa piacere sapere che il nostro pianeta rischia di diventare inospitale, con un drammatico calo delle risorse a nostra disposizione, ma non è moralmente accettabile che si neghi pubblicamente il dato scientifico come invece ci è capitato di leggere. Possiamo affermare con certezza che se leggete di qualcuno che nega che i cambiamenti climatici dipendano dall'uomo, oppure che nega siano un grave pericolo, non sta parlando della realtà ma della sua difficoltà ad accettarla. E il vostro e il nostro compito è di aiutare a diffondere questa importante consapevolezza perché sul clima non esistono nemici ma solo interlocutori da persuadere alla realtà.

Vi chiediamo allora di tentare assieme di persuadere la classe politica, di andare insieme a incontrarla - cosa che peraltro è successa anche qui - prima delle elezioni del 2018 ci siamo uniti nel Comitato La scienza al voto per convincere tutte le forze politiche a fare del contesto ambientale in pericolo il centro di ogni altra politica. Abbiamo proposto un accordo trasversale, ritenendo che molte azioni siano importanti e urgenti qualunque sia l'appartenenza a partiti o movimenti: abbiamo in effetti incontrato alcune disponibilità ma manca ancora una consapevolezza diffusa e di conseguenza un'azione adeguata. I politici non ci devono temere, la politica è l'arte di organizzare la vita sociale e ai politici spetta il grandioso, storico compito di organizzare la transizione ecologica. A noi spetta di ricordare loro che ci sono però due elementi basilari da rispettare...", e qui c'è il richiamo agli accordi di Parigi che credo conosciate e non penso sia necessario riprenderli. Mi sembra importante anche sottolineare la conclusione di questa bellissima lettera: "i politici potranno naturalmente essere stimolati da un'opinione pubblica consapevole della crisi climatica e delle sue soluzioni e potranno a loro volta stimolare i cittadini a raggiungere questa consapevolezza, sostenuti da coloro che formano le coscienze e il pensiero collettivo, cioè gli insegnanti e i giornalisti, cui spetta uno speciale dovere di raggiungere una consapevolezza in materia di manomissione del clima e di possibili soluzioni alla crisi".

Io credo che, con questo stesso spirito e questa stessa energia degli studenti e insieme degli scienziati, il Consiglio regionale debba dare il suo contributo, sentiremo sicuramente l'importante apporto dell'Assessore per tentare di affrontare e proporre soluzioni a questa urgenza-emergenza del cambiamento climatico, almeno per la parte che compete al Consiglio.

Approfitto dell'occasione per dire che l'11 aprile ci sarà una serata su questa tematica di strettissima attualità e verrà ad Aosta questo studioso, Mario Agostinelli, che peraltro avevamo anche proposto tra le persone da essere audite nella Commissione speciale CVA. Lo stesso Agostinelli in una recente intervista ha detto: "preso atto di ciò, si deve constatare che l'incombente crisi climatica sta andando oltre le nostre capacità di controllo, necessita quindi di un cambiamento di rotta urgente". Mi sembra interessante ancora riportarvi queste parole: "ad oggi manca quella consapevolezza espressa con lucidità nella Laudato Sì e cioè che un vero approccio ecologico diventa sempre anche un approccio sociale". Questa citazione, che sono certa il collega Distort apprezzerà in primis, è stata riportata nell'ultimo numero del "Granello di sabbia", una pubblicazione che merita di essere presa in considerazione, già solo per il bellissimo titolo.

Tutto ciò premesso, noi chiaramente votiamo a favore di questa mozione, anzi ci complimentiamo per averla presentata e crediamo anche che se viene istituita una commissione che deve individuare le azioni da mettere in campo, dovrebbero essere invitate a portare il loro contributo le associazioni che anche in Valle d'Aosta da molto tempo si occupano di questi problemi.

Presidente - Ci sono altre richieste? Possiamo chiudere la discussione generale. In replica la parola all'Assessore Chatrian.

Chatrian (AV) - Ringrazio i colleghi che hanno voluto presentare la mozione. Partirei subito cercando di mettere in evidenza i punti salienti, i punti più importanti perché, come ribadito nello scorso Consiglio, quando il Governo regionale ha incontrato una delegazione dei ragazzi, ha percepito le loro paure, il fatto di mettere in evidenza comunque le criticità... abbiamo capito che il loro souci è il nostro e quindi mai come in questo momento questo Consiglio regionale, questo Governo cercherà nei fatti di dare rilievo a quello che è comunque un problema a livello mondiale. Anche se nel nostro piccolo possiamo fare la differenza, con le nostre azioni, con le nostre misure, sapendo perfettamente che sarà un percorso comunque a tempo, con degli obiettivi da raggiungere, a livello anche culturale, proprio per addivenire a raggiungere un obiettivo fondamentale bipartisan a cui crediamo, a cui noi stiamo lavorando come Governo insieme principalmente al collega Testolin.

Entro nel merito delle questioni, di cosa stiamo facendo. La mozione vuole impegnare la Giunta regionale a elaborare una proposta per la redazione di un piano clima, "Energia 2040", che dovrebbe individuare le modalità, le politiche da adottare in ogni settore di consumo, climatizzazione domestica, trasporti, impianti a fune, industria, e le tappe fondamentali per il raggiungimento dell'autonomia energetica regionale e l'abbandono dei combustibili fossili, traducendo praticamente l'impegno preso in Consiglio il 18 dicembre. Questo Consiglio all'unanimità ha preso un impegno forte. Salterei certi passaggi più di natura amministrativa e burocratica. Cosa abbiamo fatto questa settimana con il collega Testolin? Le nostre strutture si sono confrontate parecchio, i vari dirigenti, i vari funzionari utilizzando, sfruttando nel senso buono del termine l'Arpa e solo pochi giorni fa abbiamo approvato la delibera che costituisce il gruppo di lavoro per individuare le azioni necessarie per addivenire agli obiettivi carbon free e fossil free per la Valle d'Aosta che il Consiglio regionale ha approvato il 18 dicembre 2018. In seguito a tale approvazione da parte dell'Assemblea, il 29 marzo abbiamo approvato con una delibera di Giunta, quindi con un atto amministrativo, la costituzione di un gruppo di lavoro con il compito di mettere a punto un documento da presentare entro la fine del 2019 che definisca le azioni necessarie, i costi correlati e gli impatti sulla società regionale relativi alla certificazione carbon free, che è il primo passaggio fondamentale e i vari elaborati e la Road Map per addivenire all'obiettivo fossil free entro il 2040.

Come dicevo, saranno numerose le azioni, le misure, la nuova programmazione 2020-2026, dovremo avere una regia e predisporre una strategia. La delibera di Giunta prevede una fase di raccordo tra i piani e programmi già approvati che potrà avere luogo successivamente alla definizione di questa prima relazione, che è fondamentale, fermo restando che i responsabili dei piani e dei programmi attinenti in fase di stesura devono tener conto degli obiettivi carbon free e fossil free, quindi all'interno di un perimetro, all'interno dell'ordine del giorno che abbiamo approvato... la delibera che abbiamo approvato pochi giorni fa dà i primi strumenti, le prime scadenze, le prime azioni da mettere subito in campo soprattutto in vista della programmazione 2020-2026. L'impegno preso, che contiene i riferimenti precisi a documenti e tempistiche correlate, si è quindi già tradotto in azioni concretamente avviate. Devo citare il fatto che la Pubblica Amministrazione parla per atti, in questo momento io penso che superi un po' la vostra mozione ma che ci aiuta a stimolare, che ci pungola a essere più rapidi, a mettere in campo più azioni, a mettere in campo anche più atti che vadano in quella direzione. A livello europeo, con un regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla governance dell'Unione sull'energia, è stato richiesto agli Stati membri di predisporre dei piani nazionali integrati per l'energia e il clima entro il 31 dicembre 2019. La nostra approvazione quindi è allineata con quella a livello nazionale perché, come dicevo poc'anzi, o le nostre azioni sono rivolte soprattutto all'interno di un perimetro, altrimenti servirebbero a poco. Il piano deve essere strutturato secondo cinque dimensioni principali: la decarbonizzazione, l'efficienza energetica, che quindi dovremo o integrare, o modificare, o creare altre condizioni per la parte antropizzata, che è quella oltretutto che ha più emissioni, la sicurezza energetica, il mercato interno dell'energia, la ricerca, l'innovazione e la competitività. A livello nazionale il Ministero dello sviluppo economico ha inviato a Bruxelles una proposta di piano che attualmente è oggetto di confronto con le Regioni e che contestualmente è in consultazione pubblica fino al 5 maggio e successivamente sarà sottoposto a procedura di VAS, la cui conclusione è prevista entro fine anno, quindi un altro tassello con scadenza 31 dicembre 2019. La nostra Regione, attraverso le strutture regionali competenti in materia di ambiente e di energia, sta non solo monitorando tale attività ma ha partecipato ai coordinamenti tecnici interregionali che coinvolgono le Regioni. Il piano nazionale integrato per l'energia e il clima diventerà quindi il documento di riferimento al quale dovranno adeguarsi le strategie regionali. Si ritiene quindi necessario evidenziare che ad oggi la Regione ha già a disposizione diversi e numerosi strumenti di pianificazione che hanno finalità affini al piano proposto. Ne cito qualcheduno, poi il collega entrerà più nel dettaglio: il piano energetico ambientale regionale; il PEAR, che è in scadenza al 2020; il piano regionale per il risanamento e il miglioramento e il mantenimento della qualità dell'aria per il novennio 2016-2024.

L'Amministrazione regionale ha inoltre avviato un percorso volto alla definizione delle strategie regionali di sviluppo sostenibile e di adattamento al cambiamento climatico che traguardano le future azioni da intraprendere in tema di tutela della qualità della vita e sviluppo sostenibile di corretta gestione degli effetti del cambiamento climatico, altro tema che non stiamo sottovalutando, ma stiamo cercando, insieme ad ARPA, di mettere in campo delle azioni utili e soprattutto indispensabili in questo momento anche dal punto di vista turistico e non solo a fare delle scelte di campo.

Tutto ciò premesso, riteniamo che l'individuazione delle azioni e delle politiche relative al tema del clima e dell'energia da voi richiesta sia da ritenersi inclusa nella delibera che abbiamo approvato solo pochi giorni fa perché ha già rilanciato ulteriormente l'ordine del giorno che abbiamo approvato a dicembre 2018. I contenuti del documento prodotto dal gruppo di lavoro e la successiva stesura della strategia carbon free, e soprattutto la Road Map entro il 2040, dovranno essere confrontati con la versione definitiva del piano nazionale integrato e l'energia e il clima, quello che dicevo, scadenza sempre 31 dicembre 2019.

Termino dicendo che la delibera che abbiamo approvato la scorsa settimana è il primo atto utile che ha dato corso all'ordine del giorno che abbiamo approvato in Aula. Saranno i tecnici e sarà l'ARPA, saranno comunque ulteriori professionalità che ci aiuteranno a mettere in campo quelle misure-azioni di programmazione ma nello stesso tempo ricordandoci che dobbiamo anche volare alto, da una parte, e, dall'altra, essere capaci a mettere sul campo delle azioni vere in modo che si possa ridurre, da una parte, le emissioni; dall'altra, creare le condizioni - perché no? - anche di posti di lavoro; mettere in campo anche delle azioni legate alle nostre aziende piccole, medie e anche grandi, artigiani e non solo, che utilizzino questi strumenti per formarsi, per investire, per innovarsi, vuol dire posti di lavoro, vuol dire formazione, vuol dire comunque far funzionare la macchina non quella pubblica ma l'altra, quella privata, in modo da raggiungere quel traguardo che è molto ambizioso: 2040, ma se oggi non mettiamo le basi e primi mattoni, non potremo mai raggiungere questi ambiziosi traguardi e obiettivi che ci siamo prefissati solo a dicembre 2018.

Presidente - Sempre in replica, la parola all'Assessore Testolin.

Testolin (UV) - Solo per integrare con due semplici ragionamenti quello che è già stato approfondito in maniera abbastanza puntuale dal collega Chatrian. Penso che l'iniziativa che ci ha visti protagonisti anche in Valle d'Aosta il 15 marzo sia un'iniziativa che corrisponde a un percorso che la Regione autonoma ha sempre voluto sostenere, un percorso di attenzione verso l'ambiente, un percorso che da sempre ci ha caratterizzati come un popolo molto attento al proprio territorio e a quello che sul territorio si andava a creare, sia da un punto di vista della salvaguardia delle peculiarità del nostro ambiente montano, della sua fragilità e che ci hanno portato e hanno portato chi ha amministrato questa Regione nel tempo a fare delle scelte, a mio avviso, lungimiranti. Penso che il momento che si è avuto di confronto con questi ragazzi il 15 di marzo sia stato anche un momento interessante per trasmettere quello che a livello di programmazione e di valorizzazione nel tempo si era cercato di mettere in campo a partire dall'attenzione verso quel territorio che così fragile doveva essere protetto tramite delle zone e dei perimetri che ne garantissero un utilizzo di un certo tipo. Questo risale agli anni Venti del 1900, quando nacque anche sul territorio valdostano il primo parco nazionale nel 1922. Credo che questo sia uno degli esempi poi seguito dall'introduzione di altre zone protette, da un parco regionale: quello del Mont Avic, e da un'attenzione al territorio che si è sempre concretizzata anche nell'attenzione di quello che è stato lo sviluppo antropico sulle nostre montagne e sui nostri pendii. Un tipo di attenzione che si manifesta giornalmente anche da parte di chi lavora sul nostro territorio, al mantenimento... e con l'attenzione citata anche oggi dal collega Viérin, con la possibilità di continuare a lavorare sulle nostre montagne praticando ancora la transumanza, quella che ci consente ancora oggi di garantire l'utilizzo di pascoli in alta montagna e che fa parte di una valorizzazione dell'ecosistema in generale.

Credo quindi che tutti questi aspetti, affiancati poi ad altri aspetti molto più tecnici, quali l'efficientamento energetico, che oggi vede delle risorse messe a disposizione della popolazione valdostana per il miglioramento dei processi di modernizzazione dell'impiantistica da riscaldamento, così come la valorizzazione e la produzione dell'energia elettrica, un'energia rinnovabile della quale tanto si sta discutendo ma che rappresenta per la Valle d'Aosta... penso unico Paese in Italia sicuramente ma penso anche in Europa unica Regione a produrre di più probabilmente delle sue necessità.

Si tratta di un'attenzione che si manifesterà a breve anche attraverso le iniziative di mobilità sostenibile, ma tutto questo, se scollegato dal resto del mondo, penso che non possa dare quei risultati che ci attendiamo e che abbiamo condiviso con la sottoscrizione di quella mozione di dicembre alla quale abbiamo dato corso. Questi processi vanno inquadrati all'interno di un percorso, a mio avviso, più ampio che vede proprio in quei documenti che sono stati citati dal collega, quindi dalle direttive europee e da delle Road Map e delle indicazioni che a livello nazionale devono essere condivise trasversalmente da tutte le amministrazioni... Il nostro lavoro sarà un lavoro di coordinamento delle indicazioni che verranno elaborate all'interno di quel gruppo di lavoro che è stato citato poc'anzi e che fa parte della delibera assunta alla fine del mese di marzo per istituire un gruppo di lavoro che, assieme agli Assessorati competenti, potrà vedere la partecipazione del COA, dell'ARPA e di tutta una serie di professionalità che potranno aiutarci e dirigerci a meglio fare ancora di quello che fino a oggi i risultati ci indicano. Questa quindi non vuole essere una mancanza di attenzione nel non voler ulteriormente sviluppare dei processi ma vuol dire solo darci il tempo in base a quanto abbiamo già comunemente deciso di poter lavorare non fuori dagli schemi tracciati a livello europeo ma con l'incongruenza con quelle che saranno le indicazioni generali, uniche indicazioni che potranno coinvolgere trasversalmente tutta la comunità, e in questo caso la comunità mondiale, perché i risultati devono derivare da uno sforzo comune. Il nostro impegno quindi sarà assolutamente di seguire con attenzione gli sviluppi tant'è vero che nella delibera abbiamo impostato che ci dovrà essere una rendicontazione trimestrale delle attività che il gruppo di lavoro dovrà mettere in piedi da qua all'approvazione delle linee guida tracciate entro la fine dell'anno e trimestralmente dovrà rendersi conto e sarà nostra premura condividere queste indicazioni per vedere se ci sarà l'opportunità e la necessità di ampliare le direttive già affidate con questa delibera. Per questo noi oggi chiediamo di ritirare questa mozione se l'impegno che abbiamo fino qua portato avanti lo ritenete sufficiente e condividete questo aspetto di più ampia partecipazione e envergure che dovrà caratterizzare il lavoro da qua in avanti, altrimenti il nostro voto sarà un voto di astensione.

Presidente - La parola alla collega Minelli.

Minelli (RC-AC) - Mi dispiace moltissimo che questa mozione sia arrivata al termine di queste due giornate che sono state lunghe e intense e che non riceva, da parte della maggioranza delle persone che sono qui, la dovuta attenzione, perché credo che questo sia un argomento molto importante e lo dimostra anche il fatto che siano stati elencati una serie di interventi che sono senza dubbio importanti. Abbiamo presentato questa mozione il 22 marzo scorso, due mesi dopo l'approvazione di quell'ordine del giorno che abbiamo votato convintamente anche un po', se vogliamo, per una riflessione che era relativa al tempo intercorso senza qualche azione significativa neanche da parte nostra che non ci eravamo impegnati a predisporre qualche cosa di un po' più consistente. La mozione che abbiamo presentato però va un po' al di là di quello che ci avete spiegato. Con la delibera del 29 marzo e che abbiamo letto viene costituito questo gruppo di lavoro, che ha un ruolo sicuramente importante per la definizione di indirizzi generali e anche più dettagliati.

La nostra proposta è qualche cosa di diverso, si chiede di elaborare un piano clima energia per la Valle d'Aosta simile a quello che hanno altre Regioni. Il piano clima dell'Alto Adige ha l'obiettivo del fossil fuel free fissato al 2050, quindi 10 anni dopo di noi e già questo, secondo me, la dice abbastanza lunga sul fatto che sono più consapevoli forse di quanto siamo noi della difficoltà, dell'ambiziosità di questo progetto e di come sia assolutamente importante mettere in campo delle azioni che siano il più possibile organiche. Quando abbiamo fatto riferimento ai vari settori che devono essere interessati e a una definizione delle singole politiche strategiche da adottare settore per settore, volevamo proprio dire questo. Vi faccio presente che il piano clima energia dell'Alto Adige che ha fissato l'obiettivo del fossil fuel free per il 2050 è partito nel 2011, parliamo di otto anni fa. Abbiamo chiesto, mentre facevamo l'audizione del dottor Ruffini, che è un Dirigente della Provincia di Bolzano che si è occupato del piano clima, delle delucidazioni anche su questo importante documento e abbiamo visto che ci hanno veramente messo tanto a cercare di realizzare tutta una serie di interventi ma c'è stata una programmazione che fin dal 2011 ha inteso investire tutti questi settori.

Noi siamo convinti che con le buone intenzioni si fa già tanto ma non è sufficiente per un obiettivo così ambizioso un gruppo di lavoro che, entro la fine di questo anno, debba definire una serie di linee. La nostra proposta non va assolutamente in contraddizione con l'impegno che ha preso nei giorni scorsi la maggioranza con questa mozione ma è un progetto più articolato, più organico, che, a nostro avviso, è necessario se davvero vogliamo che quest'obiettivo non solo del carbon free ma del fossil fuel free, che è assai più complicato, sia perseguito. L'obiettivo deve essere assunto, la metodologia per arrivarci deve essere pianificata ma con un piano che da oggi deve partire, dai prossimi giorni, non possiamo pensare di arrivare alla fine dell'anno e di avere delle linee generali e poi partire dopo. È una prospettiva diversa, che è sicuramente più lungimirante, più metodica se vogliamo.

L'Assessore Testolin diceva: "la nostra Regione ha fatto dei passi avanti in questo senso riguardo alla sostenibilità", ha citato il parco, le aree protette. È vero, sono stati fatti dei passi avanti, con delle grandi difficoltà e, a mio avviso, anche con dei grandi ritardi rispetto ad altre Regioni. Per fortuna, adesso le cose sono cambiate o stanno cambiando. Io ricordo di essere stata in tribuna ad assistere a una seduta di questo Consiglio diversi anni fa quando doveva essere istituita la Riserva naturale del Mont Mars di Fontainemore e in quest'Aula siamo stati accusati di ambientopoli perché si voleva creare una riserva naturale. Per fortuna, i tempi sono cambiati, si sta lavorando. Il nostro obiettivo con questa mozione era quello di dare un contributo in più e soprattutto di operare in maniera più sistematica. Non penso che le due cose siano in contraddizione, il gruppo di lavoro è un aspetto, quello che proponiamo noi è un'altra cosa, che può e deve andare avanti di pari passo. Per questo motivo non vedo proprio davvero l'opportunità di ritirare questa mozione, che invece, secondo me, non è solo rafforzativa ma in qualche modo amplia quello che ci avete spiegato e che ci avete detto con una visione più organica e lungimirante e, come ho detto, più metodologica. Io quindi non ritiro la mozione, credo che il collega Vesan, che era firmatario ma che è andato via, fosse d'accordo con me e vi chiedo di metterla invece in votazione.

Presidente - Possiamo procedere quindi alla votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 31

Votanti: 15

Favorevoli: 15

Astenuti: 16 (Baccega, Barocco, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Daudry, Farcoz, Fosson, Morelli, Nogara, Restano, Rini, Testolin, Viérin)

Il Consiglio non approva.