Objet du Conseil n. 562 du 4 avril 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 562/XV - Interpellanza: "Rinnovamento delle modalità organizzative e gestionali della manifestazione "Les Mots-Festival della parola in Valle d'Aosta"".
Rini (Presidente) - Punto n. 28 all'ordine del giorno. La parola alla collega Pulz per l'illustrazione.
Pulz (ADU VDA) - Questa interpellanza vuole richiamare l'attenzione su un tema che è molto nelle nostre corde e che per noi è anche di primaria importanza, ovvero le politiche culturali della nostra regione.
Ci vogliamo concentrare oggi su "Les Mots-Festival della parola in Valle d'Aosta", che quest'anno si svolgerà, per la sua decima edizione, dal 20 aprile al 5 maggio 2019, sempre in Piazza Chanoux. Si tratta - come sappiamo tutti bene - di un'importante manifestazione che ha un'ampia eco a livello locale e a cui siamo tutti un po' affezionati come a un rendez-vous annuale ormai fisso che attendiamo con impazienza e con interesse, a cui personalmente ho anche contribuito con molto entusiasmo negli ultimi anni per conto dell'Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea in Valle d'Aosta. Les Mots presenta uno Spazio Autori che ospita incontri con intellettuali, artisti, giornalisti, scrittori, poeti che "raccontano come la parola possa cambiare le coscienze e il mondo" e poi ha uno Spazio Assaggi dedicato alla cultura del territorio. Questi eventi sono un'eccellente occasione per presentare le novità editoriali, raccontare il tema scelto, che per il 2019 sarà "La tenacia" - quella di cui avremmo tutti più bisogno, anche in quest'Aula, se posso permettermi - e affrontare temi culturali e civili contemporanei nella struttura che contiene quella bella libreria temporanea, aperta al pubblico con orario continuato, organizzata dai librai della città di Aosta e allietata anche da interventi musicali sempre di alto livello.
È con l'unico intento di migliorare ancora la qualità di Les Mots, a cui teniamo molto, che Ambiente Diritti Uguaglianza Valle d'Aosta interpella il Governo regionale e l'Assessore al fine di conoscere innanzitutto i motivi per i quali la direzione artistica, a distanza di 10 anni, è ancora e sempre assegnata al signor Arnaldo Colasanti, e se non si intenda prendere in considerazione la possibilità di selezionare, attraverso modalità da stabilire, altre personalità del mondo della cultura e della letteratura per rinnovare la formula del festival, nonché di armonizzare maggiormente l'offerta culturale ed editoriale locale con quella nazionale, ma soprattutto con quella internazionale. Vorremmo infatti sapere perché non si riesca a dare a questo festival un respiro più europeo nello spirito della Vallée d'Aoste Carrefour d'Europe, creando in particolare spazi adeguati per la promozione dell'editoria francofona con inviti specifici rivolti ad autori di lingua francese e anche a traduttori. Vorremmo capire poi perché a tutt'oggi non esista un regolamento generale del festival, ma solo un regolamento relativo alla parte degli assaggi culturali che presenta, secondo noi, varie criticità. Sarebbe utile stabilire alcuni criteri che siano validi per tutti in merito alle tante proposte provenienti da più parti, e poi chiarire il rapporto con gli editori locali, anche in un'ottica di regolamentazione del rapporto commerciale tra gli editori stessi e i librai per valorizzare il lavoro editoriale indipendente da commesse pubbliche. Sì, avete sentito bene: esiste un'editoria che a me sembra giusto definire "eroica", perché è quell'editoria che esiste nella nostra regione anche se si potrebbe non credervi, poiché qui gli editori sono piuttosto abituati da anni a dormire sugli allori del pubblico. Sia i librai che gli editori contribuiscono però tutti insieme all'economia della nostra regione e mi permetto di sottolineare che la loro importanza culturale va ben oltre il valore puramente commerciale.
Per concludere, ci sembra un vero peccato che, mentre altri festival letterari, storici e filosofici in varie zone d'Italia sono in grado di smuovere vere e proprie folle, anche di giovani... penso per esempio a quelle bellissime piazze gremite di studenti immersi in religioso ascolto di intellettuali provenienti da tutto il mondo, in occasione del Festivalfilosofia di Modena, a cui ho partecipato varie volte con gli allievi del Liceo classico che partecipavano alle Olimpiadi e vincevano le Olimpiadi di filosofia... È un peccato, dicevo, che non vengano sfruttate appieno le potenzialità di Les Mots, che resta, a distanza di 10 anni dalla sua prima edizione, un festival di respiro locale, che rappresenta magari un intrattenimento culturale per i valdostani, ma che è anche un piacevole diversivo per i turisti, per coloro che in quei giorni sono già presenti in Valle.
Crediamo che ci siano reali opportunità di rinnovamento per questo festival e questo rinnovamento potrebbe nascere da una nuova sinergia tra l'Assessorato e le tante realtà culturali locali già nel momento della progettazione del festival, con una semplice chiamata a raccolta - come si fa in altre realtà culturali - di tutti gli operatori culturali della regione per ricevere da loro proposte e suggerimenti.
Présidente - La parole à l'Assesseur Viérin pour la réponse.
Viérin (AV) - Rispondo molto volentieri alla collega Pulz, proprio nei dieci anni in cui si celebra la presenza di "Les Mots", che nasce come "Babel", dato che ho dedicato tempo, energie, passione e ideazione di quello che era un festival - che non esisteva - e che riprendeva un po' la vecchia idea di "Agorà", con l'intento, in una stagione turistica che andava alla fine dell'inverno, di completare un'offerta che all'epoca iniziava con Babel - Les Mots oggi - e terminava con il "Festival del Medioevo" nel mese di settembre per colmare quella che allora si chiamava "la bassa stagione" e che, a mio modesto parere, non esiste, soprattutto in Valle d'Aosta, quindi con la possibilità di lavorare tutto l'anno ad una stagionalizzazione diversificata da quella che è l'offerta turistica.Nacque come idea nel 2009 e negli anni è diventato il maggior festival culturale della Valle d'Aosta. Allora chiamammo Lucio Dalla come testimone attraverso una presentazione in biblioteca e un concerto lettura nel castello di Sarre con Marco Alemanno. Lanciammo la sfida di portare la cultura in piazza e soprattutto, nel momento di una grande crisi dell'editoria e dei librai valdostani, convocammo i librai per provare a creare un'occasione di vendita, tant'è che nelle prime tre edizioni (2010, 2011 e 2012) l'idea fu anche quella di variare il tema ogni anno. Ricordo in particolar modo l'anno 2012 in cui il tema era "Il coraggio", che fu, anche per noi, un anno di scelte coraggiose. Quest'anno allestiremo una piccola mostra per ricordare i personaggi di questi dieci anni. Del 2012 vorrei ricordare Mughini, Mauro Corona, Paolo Villaggio, Allevi. Dico questo per specificare che nacque non solo come un'iniziativa a regia regionale, ma vi fu pure un'intesa con i librai. Potrà anche andare a chiedere conferma all'associazione dei librai valdostani. Ci sforzammo per metterli assieme, che non fu facile, in quanto la libreria di Piazza Chanoux diventò un'occasione di vendita comunitaria con poi la distribuzione degli utili. Le assicuro, collega Pulz, che fu un lavoro molto profondo in quel ponte del 25 aprile-1° maggio - oggi abbiamo anche Pasqua e la prima settimana di maggio - e cercammo poi di allungarlo sempre di più. Fu un'occasione di vendita che andava non solo a colmare le pecche di una crisi di editoria durante l'anno, ma fu un boom - è nei dati che poi sarebbe interessante analizzare - che andò a colmare questa cosa negativa. È una semplice premessa, perché mi piace sempre ricordare - lo abbiamo fatto per il Teatro romano - che alla fine dietro un evento c'è un lavoro, c'è una storia, ci sono delle persone - al di là di noi Amministratori - che hanno dato tempo, passione e dedizione, soprattutto nell'ambito dell'Amministrazione, per lavorare sulla crescita di un festival, in questo caso culturale. Le dirò poi che azioni oggi stiamo mettendo in campo per farlo diventare maggiormente turistico in termini di attrazione.Vengo subito alle domande puntuali. La direzione artistica è sempre stata assegnata ad Arnaldo Colasanti. In che modo? Abbiamo fatto un bando. Credo che anche il collega Sammaritani si sia chiesto se stiamo andando nella direzione giusta, perché è una delle questioni che abbiamo gestito in condivisione nel cambio di maggioranza. Separiamo la questione, però, perché sono gli uffici che fanno certe cose. Sono gli uffici che hanno individuato il professor Arnaldo Colasanti in relazione all'elenco degli operatori ("Figure professionali idonee al conferimento per il servizio di direzione artistica e/o gestione di eventi culturali organizzati dall'Assessorato") istituito con avviso pubblico da parte dell'Assessorato nel Dipartimento di competenza. Per cui, quando si dovette fare la scelta a fine anno su tale elenco, fui io a chiedere agli uffici se avessero valutato, non è l'Assessore che valuta. Arriverò anche ad alcune polemiche che ho letto su Facebook: "Il mio libro non è presentato, sono politicamente schierato e quindi non me lo presentano". Direi di informarci prima su come vengono fatte le cose. Se poi uno ha la sindrome dell'accerchiamento... ma ci tornerò. Il 18 dicembre è stata presa la decisione, perché bisognava programmare questo festival: erano iscritti 9 professionisti, di cui 8 residenti in Valle, uno con esperienza. Questo me lo dicono i tecnici, perché in ogni Commissione è gradito separare chi sceglie in quanto amministratore che deve dare indirizzi da chi sceglie in quanto tecnico. Leggo la nota: "Nessuno ha un'esperienza paragonabile a quella del professor Colasanti". Per l'anno prossimo sarebbe quindi interessante se magari lo diffondessimo maggiormente fuori. Poi le farò avere il curriculum, che è importante, perché, dato che ogni volta parliamo spesso di trasparenza, credo che la meritocrazia conti. Si parla di un Docente ordinario del Corso di Letteratura Italiana Contemporanea presso l'Università Marconi, del Presidente di giuria del Premio Achille Campanile 2017, di un membro permanente della giuria del Premio Strega, del Direttore artistico del Festivalfilosofia - visto che lei è anche un'esperta - e del Premio Nazionale Frascati, del Direttore artistico del Festival del Teatro Medievale e Rinascimentale di Anagni, del socio fondatore della Fondazione per il Libro e continua - ce n'è una pagina - con Rai 1, Rai 3 e Rai 5. Lo avevamo scelto all'epoca perché ci portava la cultura. Ricordo alcune puntate di Uno Mattina Estate o di Uno Mattina nel periodo di riferimento che comunque ci portò una grande visibilità, non al sottoscritto, bensì alla Regione intesa come alla cultura valdostana.La seconda domanda: perché "da tempo si trascuri la possibilità di rendere questo festival realmente internazionale". Non si è trascurato, collega; non me ne sono occupato direttamente in questi ultimi anni, ma credo che gli Amministratori che se ne sono occupati in questi anni abbiano cercato di dare una valenza internazionale. Non è sempre facile reperire autori internazionali, però le assicuro che quest'anno avremo, soprattutto inerente alla francofonia, lo spettacolo: "La vie comme un voyage, vers un nouveau point de vue" proposto dall'Unesco Giovani in collaborazione con Alliance française - e poi le parlerò delle sinergie -, lo spettacolo teatrale delle Compagnie Les 3 Plumes, l'incontro con Antoine Plantevin produttore e regista televisivo svizzero, la lecture théâtralisée di Laurent Vercelletto, sempre proposto dall'Alliance, la premiazione del Prix Willien; abbiamo la sinergia con l'Institut Historique, l'ultima préface del Senatore Dujany, "Montagnes résistantes", una mostra interessante perché il periodo si presta anche a sinergie sul tema della Resistenza. Sicuramente un impegno ad aumentare la francofonia ci sarà, è nelle nostre corde, proprio perché crediamo che sia qualcosa di necessario.Per quanto riguarda la terza domanda, non esiste un regolamento. Arriviamo al cuore dell'interpellanza perché probabilmente, come spesso accade, qualcuno segnala ad un Consigliere che c'è qualcosa che non ha funzionato; legittimamente abbiamo parlato prima di alcuni aspetti e ci dà la possibilità anche di verificare se le cose funzionano bene. Il resto della programmazione è puntualmente codificato, non è l'Assessore che dice di mettere o non mettere. Ci sono degli indirizzi, c'è un direttore e la commissione esiste, è fatta da membri. Già all'inizio della programmazione di Les Mots c'è l'incontro con i librai e quello che lei sollecitava, ma c'è anche una Commissione composta da membri della struttura del sistema bibliotecario - e a chi affidarlo, se non a chi si occupa tutto l'anno di lettura e di sistema bibliotecario? - preposta alla lettura di tutti i testi presentati e che, applicando i criteri suddetti, stila una classifica con punteggio. I libri che ricevono un punteggio più alto sono quelli che vengono inseriti. Sono oberati di domande e meno male, dopo dieci anni, visto che il primo anno bisognava che noi telefonassimo e chiedere "per favore". Abbiamo contattato tutte le case editrici anche fuori Valle ed è stato un lavorone. Tutto è migliorabile e lo dirò in conclusione, però esiste una cosa codificata e un lavoro di dignità di certe persone. Andiamo subito nel particolare rispetto all'interesse generale: le criticità di cui si parla, la sola rimostranza fatta - questo me lo scrivono i tecnici, collega - viene da una casa editrice che non è stata soddisfatta dalle scelte operate dalla Commissione, nonostante la correttezza dell'iter seguito. Allora torniamo al discorso di ieri: dove inizia il rispetto dei tecnici e delle regole che abbiamo messo e dove finisce la discrezionalità della politica che fa ingerenza all'interno delle scelte tecniche? Io veramente questo lo pongo all'attenzione, perché sennò questa è la questua culturale.Chiedo ancora due minuti, perché credo che la questione sia abbastanza importante. Le associazioni: un'associazione per esempio è venuta ad incontrarmi chiedendo se fosse possibile... e io li ho indirizzati al Comitato tecnico. Erano i vent'anni del CSV... sono vent'anni, collega Baccega? Lo chiedo a lei. Abbiamo inserito per esempio il CSV con tutte le iniziative all'interno ed avevo condiviso questo con l'Assessore. Solo per dire, se si va ad analizzare il programma - che peraltro non abbiamo ancora presentato, quindi mi chiedo come uno sappia già quello che non può funzionare, e non lo dico a lei, collega, ma come si suol dire è perché suocera intenda -, in 17 giorni ci sono una ventina di associazioni ed enti valdostani coinvolti, quindi quasi uno al giorno. Il programma non è male, lo vedrete. Queste associazioni ed enti - una ventina, quindi io direi moltissimi - hanno presentato delle proposte di autori nazionali...Presidente - Assessore, torni a concludere, però.
Viérin (AV) - ... alle quali sono state riservate uguali dignità e spazi. Poi dico che tutto è migliorabile. Concludo con una battuta. Ieri siamo andati a mangiare in un ristorante e mi ha fatto sorridere all'uscita il cartello di Tripadvisor modificato che diceva: "Qui si recensiscono i clienti".
Collega Pulz, io mi ritengo non soddisfatto da questa iniziativa, perché sono il primo e siamo i primi a dire che tutto è migliorabile, però cerchiamo di approfondire meglio. Siamo a disposizione, anche a priori, prima di creare il danno, di risolverlo. In questo caso ci impegniamo dopo i dieci anni ad aumentare e a rivedere la formula, sicuramente anche come utilizzo della piazza. Credo che sia un'iniziativa di alto profilo culturale.
Presidente - La parola alla collega Pulz per la replica.
Pulz (ADU VDA) - Grazie, Assessore, per le sue precise risposte e per la rievocazione appassionata della storia di un festival per cui il suo Assessorato si è speso certamente molto negli anni. Questo non era in discussione. Il nostro intento è piuttosto quello di dare un apporto positivo ad una manifestazione a cui teniamo moltissimo, come alle politiche culturali più in generale.
Crediamo fermamente che le presentazioni di libri nell'ambito di un festival dovrebbero tener conto innanzitutto di profondi criteri di significatività culturale. Lo scopo di un regolamento dovrebbe essere proprio quello di stabilire alcuni di questi criteri - ovviamente che siano validi per tutti - in merito alle proposte che giungono da scuole, associazioni, fondazioni, Istituto Storico e quant'altro, al fine di utilizzare Les Mots per presentare sicuramente i libri promossi e prodotti dall'Amministrazione, ma non solo, anche proprio per valorizzare i nuovi autori valdostani, i librai e gli editori locali, in quanto sono tutti soggetti economici, soprattutto soggetti culturali dal nostro punto di vista.
Quanto alla francofonia, a cui lei sicuramente tiene moltissimo e su questo non abbiamo alcun dubbio e a cui sembra che tutti quanti in quest'Aula teniamo molto, crediamo che le iniziative in atto non siano ancora sufficienti. Certo, lo spazio dato all'Alliance Française è importante, ma pensiamo che si possa fare di più. Forse potrebbe essere questa la via per acquisire in questo nostro festival una rilevanza più ampia, appunto nazionale o internazionale. È indubbio che queste caratteristiche il nostro festival non le abbia ancora avute. L'ottica è quella positiva della promozione del turismo culturale a cui lei già giustamente accennava. È vero che forse Les Mots - rispetto ad altre manifestazioni letterarie, storiche ed altro - dura un po' troppo, ma si potrebbero forse creare dei segmenti di festival pensando ad un pubblico diverso che va al di là del nostro, un pubblico più nazionale, più internazionale. Forse in quest'ottica potrebbe essere promosso il Salone di Torino, perché effettivamente dobbiamo registrare il fatto che il turismo culturale è in aumento, interessa moltissimo anche i giovani che sono davvero sensibili e attenti.
Per concludere, non mi permetto certo di discutere del nutrito curriculum di Arnaldo Colasanti, ci mancherebbe, ma anche il nostro cibo preferito - uso questa metafora vista l'ora - se consumato troppo spesso finisce per venirci a noia.