Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 395 du 6 février 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 395/XV - Interpellanze: "Intendimenti del Presidente della Regione in merito ai gravi fatti che hanno coinvolto le massime istituzioni della Regione" e "Intendimenti in merito all'avvio delle procedure previste dall'articolo 143, comma 2, del T.U.E.L. relativamente ai Consigli comunali di Aosta e Saint-Pierre".

Rini (Presidente) - Punto 45 che verrà discusso con il punto n. 36 all'ordine del giorno. Prego collega Pulz, ha la parola.

Pulz (ADU VDA) - Con queste interpellanze riprendiamo molte questioni già affrontate ieri in apertura di Consiglio, d'altronde era prevedibile che fosse questo un po' il fil rouge della seduta; quindi torniamo indietro, molto indietro, precisamente al 1945, al decreto luogotenenziale n. 545 del 7 settembre, da cui ha avuto origine il nostro statuto speciale. All'Articolo 7 esso prevedeva che lo scioglimento delle amministrazioni comunali per gravi motivi di ordine pubblico o per persistente violazione della legge spettasse al consiglio della Valle e che al suo Presidente competessero tutte le attribuzioni che le leggi vigenti conferiscono al Prefetto.

Il procedimento che oggi disciplina lo scioglimento dei consigli comunali per infiltrazioni mafiose fa riferimento all'Articolo 143 del decreto legislativo 267 del 2000 che culmina nell'emanazione, su proposta del Ministero dell'Interno, di un decreto a firma del Presidente della Repubblica. E circa i presupposti per l'avvio di tale procedimento l'Articolo 143 è piuttosto chiaro: esso viene avviato con la nomina di una commissione d'inchiesta che il Prefetto è tenuto a nominare quando emergano concreti e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di stampo mafioso da parte degli amministratori, ovvero quando sussistano forme di condizionamento degli stessi, tali da determinare un'alterazione della volontà degli organi elettivi e amministrativi, e da compromettere il buon andamento o l'imparzialità dell'amministrazioni comunali e regionali.

In linea generale, il Prefetto valuta in modo discrezionale la sussistenza di questi presupposti, tale discrezionalità tuttavia si riduce di fronte a provvedimenti dell'autorità giudiziaria e sostanzialmente si azzera di fronte all'emissione da parte della stessa, di provvedimenti che comportano la sospensione o la decadenza degli eletti, ai sensi del decreto Legge 235 del 2012 cioè la cosiddetta legge Severino. Circostanza che ricorre nel caso di specie ai sensi dell'articolo 11 comma 2 della Severino stessa, secondo cui sono sospesi di diritto i Consiglieri che siano colpiti da una misura di custodia cautelare in carcere.

D'altra parte basta dare un'occhiata, anche su internet, agli ultimi decreti di scioglimento emanati dal Presidente della Repubblica. Nella gran parte dei casi la procedura di verifica sulle infiltrazioni mafiose ha tratto origine da inchieste della magistratura sulle attività illegali dei singoli clan nelle rispettive zone d'influenza, che hanno determinato, come accaduto per l'operazione Genna, provvedimenti restrittivi della libertà personale nei confronti di amministratori. In tutti quei casi, il Prefetto non ha esitato - certo dopo aver preso atto dei provvedimenti ufficiali da parte dell'autorità giudiziaria - a nominare la commissione d'indagine.

Allora noi crediamo che sia legittimo chiedersi come intenderà muoversi il nostro Prefetto quando arriverà l'ordinanza ufficiale. Possiamo capire che la situazione sia per tutti inedita e che ci voglia anche cautela, e sappiamo anche perché: è già successo in questa aula, quando abbiamo chiesto spiegazioni sulla vicenda dei profughi siriani, che dentro questo consiglio occorre distinguere le funzioni esercitate dal Presidente in qualità di capo dell'amministrazione regionale e in qualità di Prefetto.

Ma noi ci auguriamo che, in questo caso, considerata tutta la delicatezza del momento storico, si possa andare oltre il formalismo, quindi ci piacerebbe sapere, come in parte accaduto ieri in apertura del Consiglio, cosa ci può dire di più il Presidente della regione quando fa il Prefetto, cosa può dire in fondo la stessa persona. Diciamo che l'attribuzione di queste funzioni prefettizie in capo al Presidente della regione ha senz'altro costituito - e, insomma, nella mia formazione storica, questo punto non è mai stato messo in dubbio - ha senz'altro costituito una vera e propria conquista dell'autonomia valdostana, come ieri qualcun altro diceva; ma da cittadina e da politica, io mi chiedo se adesso non sia il caso di cominciare a monitorare seriamente i risvolti di questa questione, perché insomma sono anche passati 70 anni e diciamo che non essere soggetti a un controllo esterno è molto positivo dal punto di vista di noi Valdostani, finché però si riesce a tenere alto il livello di garanzia delle istituzioni e il livello della legalità, il che significa però che di fronte a questo pericolo, che adesso è più di un pericolo, delle infiltrazioni mafiose, gli organi di autonomia devono dimostrarsi più vigili e più resilienti che mai.

Noi sinceramente possiamo affermare alla luce di tutto ciò che sta accadendo che sia sempre stato così? Noi crediamo che non sia esagerato affermare che ci troviamo di fronte a un fallimento storico. Un fallimento storico che dovrà essere affrontato presto con onestà intellettuale, aprendo una seria e franca discussione, a partire dalle parole che lei Presidente ha pronunciato in quest'aula all'indomani degli arresti. Perché dirsi sorpresi come se fosse stato un fulmine a ciel sereno, dopo anni di segnali chiari e preoccupanti, è, mi permetta, un'ammissione di debolezza. Bastava ascoltare con più attenzione ciò che va dicendo da molto tempo Libera: nomi e numeri contro le mafie in Valle d'Aosta, Libera che tra l'altro si costituirà parte civile al processo Geenna. Libera non ha mai smesso di sottolineare i rapporti pericolosi tra mafia e politica, anche nella nostra mancata isola felice. Gli ampi stralci che stanno uscendo sui giornali a proposito dell'ordinanza che ha disposto gli arresti ci descrivono un contesto che purtroppo nessuno poteva dire anche prima d'ignorare del tutto. La ricerca del consenso, in Valle d'Aosta, da tanti anni segue infatti strade molto ambigue, troppo ambigue. Possiamo noi negare, scusate, che il sistema delle assunzioni sia stato a lungo usato come leva elettorale? Possiamo stupirci se in questo mercato delle vacche - e uso il termine soltanto in senso metaforico - si siano infiltrati personaggi poco raccomandabili? Quei personaggi che ieri raccomandava il nostro collega Ferrero di tenere ben alla larga da noi! Ecco possiamo anche chiederci legittimamente che cosa hanno detto e fatto i prefetti precedenti che si sono alternati negli anni. Cosa hanno fatto per contrastare questi fenomeni che non riguardano la comunità calabrese nello specifico, ma riguardano l'intera comunità valdostana, con tanto di partiti tradizionali?

O non si può dire neanche questo? Gli arresti, ma soprattutto il quadro generale che sta emergendo, stanno lì a dimostrare che gli organi dell'autonomia non sono mai stati - o comunque non lo sono stati in questo ultimo tempo - all'altezza dei compiti e delle attese. L'autonomia ha messo in luce di non saper essere più forte dei controlli esterni. Per il Presidente con funzioni prefettizie, il rischio è sempre stato che il profilo politico della figura coprisse il profilo istituzionale in un discutibile accumulo di poteri, e ora che ci troviamo di fronte a un drammatico momento storico per il nostro assetto istituzionale, cosa facciamo? Quali capacità abbiamo di preservarlo?

Seppure in ritardo, noi crediamo che possiamo ancora dimostrare di farci carico dell'enorme problematica con una gestione trasparente e coraggiosa, ci aspettiamo quindi una reazione forte, da parte di tutti, ci aspettiamo che il Presidente-Prefetto interloquisca con gli organi dello Stato facendosi soprattutto garante di un'immagine combattiva e resistente della Valle d'Aosta. L'immagine che, non dimentichiamo, è suggellata da una medaglia d'oro.

Presidente le chiedo se posso aver ancora qualche minuto. Non posso averli, allora chiudo dicendo...

Presidente - Nella replica.

Pulz (ADU VDA) - Anche se la replica la volevo lasciare al collega firmatario, comunque volevo soltanto dire che non è questione di Regione contro Stato, di autonomia contro centralismo, di Aosta contro Roma, qui è questione di tenuta delle istituzioni, di fronte a questo attacco della criminalità che è arrivata a infiltrarsi nei gangli della politica valdostana.

Presidente - La parola al collega Sammaritani.

Sammaritani (LEGA VDA) - Cercherò di recuperare il tempo che legittimamente la collega Pulz ha utilizzato; ha ben espresso tutti i concetti, anche se naturalmente poi sulla questione - come abbiamo già avuto modo ieri di dibattere, ma non è questa la sede, delle funzioni prefettizie - naturalmente non ci vede concordi. Consideriamo, evidentemente, che si tratta di un grande presidio di autonomia e che quindi vada tutelato al di là del fatto che qualcuno in passato o anche oggi possa esercitare bene o meno bene questa funzione.

Naturalmente l'interpellanza è fatta nel senso che alla luce di quello che è il quadro univoco e concordante, come peraltro si esprime anche il Testo Unico sugli enti locali, emessa l'ordinanza di custodia cautelare del GIP di Torino, che ha disposto l'arresto di svariati esponenti politici eletti nelle liste dell'Union Valdôtaine e che introduce il forte sospetto di gravi infiltrazioni di associazione di stampo mafioso nei consigli comunali di Aosta e Saint-Pierre, interpelliamo il Presidente della regione nella sua qualità di titolare delle funzioni prefettizie, se sia suo intendimento e in caso positivo quali siano i tempi previsti per l'avvio delle procedure specificamente indicate dal 2° comma dell'Articolo 143 del Testo Unico sugli enti locali, al fine di porre in essere i provvedimenti che saranno ritenuti opportuni all'esito di tali procedure.

Presidente - Per la risposta la parola al presidente Fosson.

Fosson (GM) - A parte le considerazioni sui compiti prefettizi, di cui abbiamo già parlato, io vorrei brevemente ricordare - ma l'hanno già fatto i proponenti in modo molto corretto - che esistono due testi di Legge di riferimento. Il primo è il decreto Legge 235 del 2012, la cosiddetta legge Severino, che ha due articoli importanti: l'articolo 8 e l'articolo 11. Vorrei solo sottolineare due cose. Che all'articolo 8.4 si dice "a cura della Cancelleria del Tribunale o della segreteria del Pubblico Ministero, i provvedimenti giudiziari che comportano la sospensione ai sensi del comma 1 sono comunicati al Prefetto del capoluogo della regione che ne dà immediata comunicazione al Presidente del consiglio dei Ministri"; all'articolo 11, l'articolo sugli enti locali "sospensione e decadenza" dice di nuovo "a cura della Cancelleria del Tribunale o della segreteria del Pubblico Ministero, i provvedimenti giudiziari che comportano sospensione sono comunicati al Prefetto il quale accertata la sussistenza di una causa di sospensione provvede a notificare il relativo provvedimento agli organi che hanno convalidato l'elezione o deliberato la nomina" queste sono le due leggi di riferimento. Ora, nelle mie funzioni di Prefetto, io dico che non appena arriverà l'atto ufficiale, l'ordinanza ufficiale come lei ha detto molto correttamente, bisogna aspettare l'atto ufficiale, ci vuole cautela, non appena arriverà questo, io darò corso in modo letterale a quanto previsto dai due testi di Legge, senza assolutamente deviare da alcuna dei due testi di Legge, che prevedono anche nei tempi la comunicazione immediata al Presidente del Consiglio per l'eventuale sospensione del Consigliere regionale e tracciano lo stesso, con dei tempi ben precisi, tutto un percorso per la sospensione ed eventuale indagine successiva.

Io mi impegno qui davanti a tutti, che non appena arriveranno queste ordinanze - ma in modo ufficiale - io darò atto a quanto previsto dalla legge.

Sono un po' stupito, avvocato Sammaritani quando dice che l'ordinanza del GIP c'è - mi permetta, su questo non solo le mie competenze e quelle degli uffici... - ma assicuro che su questo ho sentito molti costituzionalisti, che mi hanno detto, tutti, e confermato, che fino a che non c'è una ordinanza ufficiale... mi ha stupito che lei dicesse che l'ordinanza c'è già, perché questa è una nuova pagina di diritto che sta scrivendo, che non è quella che è in vigore!

Sulle mie competenze prefettizie lei dice che ci sono dei canali, lo diceva anche ieri... poi se me lo indica, o me lo scrive per piacere, che non è necessaria l'ordinanza ufficiale. Io come Prefetto ho già detto ieri, che ho chiesto, ho richiesto la trasmissione di provvedimento di adozione di misure coercitive in data 24 gennaio: con riferimento all'adozione di misure coercitive, nei confronti dei soggetti in calce indicati, si chiede per gli adempimenti previsti dagli articoli 8 e 11 della legge Severino la trasmissione del provvedimento che ha disposto le suddette misure nei confronti di...; non solo, ma sempre nelle mie funzioni prefettizie, lo diceva bene la collega Pulz, io ho aperto tutto un confronto con il Ministero degli Interni, che aspetta e mi ha consigliato di aspettare, mi ha indicato che bisogna aspettare l'ordinanza ufficiale per poi partire con tutti questi provvedimenti, che, come ho già detto prima, noi abbiamo sicuramente tutta l'intenzione di seguire alla lettera.

Presidente - Per la replica la parola alla collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - Presidente Fosson noi prendiamo atto di quanto lei ci comunica, anche in qualità di Prefetto, ma la mia domanda era relativa ai suoi intendimenti che senz'altro lei ha, pur se in attesa dell'ordinanza ufficiale. Mi permetto comunque, velocemente, di aggiungere che serve a poco, per la tenuta delle nostre istituzioni, che la Regione in qualità di persona offesa si limiti a nominare un avvocato, noi ci permettiamo di dire che questa è una idea disarmante perché così passa il messaggio ambiguo che è il processo a danneggiare la Regione, e che ci si debba difendere da quanto le indagini potrebbero portare ancora alla luce, interessando magari altri personaggi delle istituzioni e quindi ledere il loro buon nome.

Noi crediamo che se vogliamo ripulire un ambiente, non è mettendo lo sporco sotto un tappeto che si può fare, qui serve agire, e agire proattivamente affinché sia accertato se queste infiltrazioni abbiano o non abbiano influito sull'attività amministrativa dei comuni, e noi ovviamente ci auguriamo che non abbiano influito, però crediamo che si debba dare tutta la priorità al ripristino della legalità nella nostra regione, una legalità senza la quale non capiamo più quale possa essere ancora il senso dell'autonomia. Allora, signor Presidente, le chiediamo d'inviare tutta la documentazione in suo possesso via pec al Prefetto e le chiediamo di chiedere al Prefetto come intenda procedere e fare chiarezza da ora in poi, pur ancora in assenza di documentazione ufficialissima.

Presidente - Per il tempo restante la parola al collega Cognetta.

Cognetta (MOUV') - Ho ben poco da aggiungere rispetto a quanto detto dalla collega Pulz che penso abbia esposto chiaramente la questione. Io, Presidente, le vorrei fare soltanto una remarque di tipo politico perché lei da un punto di vista amministrativo ha detto quello che doveva dire, però mi chiedo questo: visto che sostanzialmente lei, a seguito di questa vicenda, ha fatto emergere il vero senso dell'autonomia: lei incarna il Prefetto e il Presidente e, di conseguenza, di fatto in questo momento lei incarna l'autonomia della Valle d'Aosta.

E devo dire che la risposta politica che ha dato a questo problema non è stata gran che, la risposta politica non è stata gran che! Alla fine cosa ha fatto? Ha nominato un avvocato che dovrebbe difendere gli interessi della Regione: Immagino che lei abbia parlato con il Sindaco di Saint-Pierre, avrà parlato con il Sindaco di Aosta, avrà fatto qualcosa! Ma di tutto questo non è uscito nulla. Perché è vero che lei deve aspettare l'ordinanza ma le sto dicendo che, politicamente, non ha fatto nulla. Lei non ha preso nessuna posizione di nessun tipo. Questo è il problema.

Io mi rendo conto del fatto che lei aspetti le ordinanze, aspetti tutto quello che riguarda le questioni di tipo tecnico, ma lei è anche un politico e qui dentro non stiamo facendo il processo al Prefetto - perché non possiamo neanche farlo - qui sto parlando al Presidente della Giunta; allora come Presidente, lei avrebbe potuto fare mille e mille cose, farsi vedere con quei sindaci, provare a fare una serata divulgativa in cui spiegava cosa era successo, quali erano effettivamente le situazioni a cui si andava incontro, poteva fare quello che voleva!

Invece lei è qui che ci racconta che ahimè dobbiamo aspettare le carte del Tribunale. E noi le stiamo aspettando, ma quello è un altro percorso, lo capisce?! Quello è un altro percorso. Quello che qui si sta cercando di dirle, invece è che lei in questo momento non sta difendendo l'autonomia, perché se lei si dimostra debole, nella sua carica di Presidente e di Prefetto, allora tutto il discorso che si fa sull'autonomia decade, che senso ha? Anzi è pure peggio, abbiamo qualcuno che tende a nascondere le cose anziché evidenziarle, allora non ci conviene avere un Prefetto interno, ci conviene avere qualcuno da fuori che ci controlla. Tutto qua.

La pregherei, per cortesia, di diventare leggermente più incisivo su questo argomento. Può anche vedere cosa abbiamo fatto noi negli anni per prendere qualche spunto, magari così si rende conto di cosa vuol dire.

Presidente - per la replica la parola al collega Sammaritani.

Sammaritani (LEGA VDA) - Riparto da quello che ha detto il collega Cognetta, con un approccio meno tecnico, ma che sicuramente denota un evidente fiuto politico. Cioè che bisogna rivendicare questa funzione di Prefetto fortemente, perché altrimenti rischiamo di dare ragione a quelli che ci dicono che tutto sommato non serve, anzi meglio dividere i due ruoli.

Adesso le spiego anche perché non sto scrivendo pagine di diritto, ma sto leggendo di diritto. Nel senso che l'articolo 143 del Testo Unico sugli enti locali dà un vero e proprio potere autonomo al Prefetto, di azione, senza bisogno di essere collegato e vincolato all'azione penale, e glielo spiego anche con della giurisprudenza poi, comunque: il Prefetto - dice - competente per territorio dispone ogni opportuno accertamento di norma promuovendo l'accesso presso l'ente interessato. Questo è il 2° comma, che si ricollega evidentemente al 1° quando si dice che quando ci sono evidenze ovvero forme di condizionamento di organi amministrativi o di organi elettivi tali da determinare un'alterazione del procedimento di formazione della volontà degli organi stessi, il Prefetto si deve attivare indipendentemente dall'azione penale.

Quindi separatamente e, come quando si parla in altri ambiti di un aspetto magari amministrativo e uno civilistico, possono correre su due binari paralleli, ma non necessariamente si devono intrecciare e non necessariamente uno è vincolato dall'altro. Ecco perché lei deve rivendicare fortemente, visto che sono già passati 15 giorni da queste notizie e credo che più ufficialità di un arresto di un elemento componente del consiglio regionale, non so cosa ci voglia!

Dice infatti il comma 3, e questo avvalora la mia teoria, che: nei casi per i fatti oggetto di accertamenti di cui al presente articolo o per eventi connessi sia pendente procedimento penale - quindi "nel caso in cui" non è una condizione - il Prefetto può richiedere preventivamente informazione al Procuratore della Repubblica competente il quale in deroga Articolo 329 del Codice di Procedura Penale - che ricordo a tutti è quello che prevede la segretezza degli atti di indagine - comunica tutte le informazioni che non ritiene debbano restare segrete per esigenze di procedimento.

Quindi vedete che già da questo si comprende che le due strade sono parallele, non sono una vincolata all'altra. E cosa lo dice? Lo dice anche una bella sentenza del T.A.R. di Roma del 2018, settembre, quindi piuttosto recente: la norma dell'articolo 143 decreto legislativo 267 del 2000 - che è questo - consente l'adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale sulla scorta di indagine ad ampio raggio sulla sussistenza di rapporti tra gli amministratori e criminalità organizzata - "ampio raggio" che deve fare questa commissione che lei avrebbe già dovuto nominare - non limitate alle sole evenienze di carattere penale ma sulla scorta di circostanze che presentino un grado di significatività e di concludenza serio... -richiamo quello che ho detto prima - anche se di livello inferiore diverso rispetto a quello che legittima lo svolgimento dell'azione penale. - capito? Due binari paralleli -o l'adozione di misure di sicurezza a partire dalla relazione della commissione di indagine.

Ecco qua. Non scriviamo pagine di diritto noi della Lega, lo applichiamo. Lo applichi anche lei per cortesia.

Presidente - L'integrazione della replica, la parola alla collega Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - Richiamato quanto detto dal collega Sammaritani, ma richiamandomi all'intervento del collega Cognetta, aggiungo qualcosa di più.

Politicamente parlando, lei ieri è riuscito a fare qualcosa di molto più importante, che va nella direzione opposta rispetto a quella che deve essere la tutela della regione e soprattutto la tutela di questo Consiglio regionale. Lei ieri in un'intervista al telegiornale, quando le veniva rappresentato il fatto che non aveva più in questo momento la maggioranza, visto che si era 17 a 17, lei candidamente è riuscito a rispondere: "aspettiamo di vedere se torna Sorbara". È stata qualcosa di agghiacciante come risposta che poteva dare in qualità di Presidente della regione. Quindi lei, politicamente parlando, in una frase è riuscito a spiegare esattamente cosa questo Governo ritiene quello che è la gravità... quindi per lei se torna Sorbara, siete in 18 e va tutto bene! Siamo a posto! Il problema è risolto, la 'ndrangheta non c'è più, tutto quello che è successo non è un problema di questa... perché siete in 18! Quindi aspettiamo di vedere se torna Sorbara!

Lei la risposta tecnica, ma soprattutto la risposta politica come Presidente della regione, l'ha detta perfettamente in una sola frase al telegiornale, ed è stato gravissimo!

Presidente - Grazie colleghi. Possiamo sospendere i lavori che riprendono alle 15:30.

La seduta è sospesa alle ore 13:04.