Compte rendu complet du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 396 du 29 septembre 1981 - Resoconto

OGGETTO N. 396/81 - TRATTAZIONE PRELIMINARE DEL DISEGNO DI LEGGE REGIONALE N. 307, DI INIZIATIVA POPOLARE, PRESENTATO IL 3 LUGLIO 1981, CONCERNENTE: "DECENTRAMENTO DI FONDI AI COMUNI DELLA VALLE D'AOSTA PER IL FINANZIAMENTO DI OPERE PUBBLICHE E DI SERVIZI DI CARATTERE SOCIALE E CULTURALE".

Presidente - Colleghi Consiglieri, sono relatore di questo oggetto e di quello successivo, ma la relazione allegata è talmente esauriente e documentata che credo siano ben poche le parole che devo aggiungere.

Voglio sottolineare che la presentazione del disegno di legge di iniziativa popolare è avvenuta il 3 luglio e che quindi la scadenza entro la quale il Consiglio deve pronunciarsi è il 3 gennaio 1982. Devo ricordare che di tale iniziativa il Consiglio è già stato informato durante le comunicazioni dell'ultima seduta prima delle vacanze estive, e che nel corso delle vacanze estive si è proceduto a quanto stabilisce la legge regionale circa la verifica della validità delle firme e del loro numero esatto. Nella relazione è scritto chiaramente il numero delle firme non considerate valide dall'Ufficio a tale scopo istituito, che ha lavorato sotto la sovrintendenza dei Consiglieri Segretari Minuzzo e Tamone; non starò a rileggere tutta l'elencazione, l'essenziale è che malgrado siano state trovate 103 firme non valide, quelle valide risultano essere 3294, quindi più delle 3000 previste dalla legge.

A questo punto il Consiglio regionale è chiamato, a norma della legge sull'iniziativa popolare a livello regionale, a confermare la validità dell'iniziativa e quindi a dichiarare ufficialmente che le firme che sono state regolarmente apposte superano le 3000 e sono esattamente 3294.

Inoltre, il Consiglio deve deliberare di sottoporre all'esame della Giunta - e questo è automatico perché previsto dalla legge - e delle Commissioni consiliari il provvedimento stesso; inoltre deve assegnare il termine massimo entro cui le Commissioni dovranno pronunciarsi. Proprio per l'esperienza fatta, la Presidenza propone, se il Consiglio è d'accordo, che questo provvedimento sia assegnato alla I Commissione per la parte finanziaria e per il problema di carattere generale, cioè quello del decentramento, e alla II Commissione perché competente in materia di opere pubbliche.

Credo che la mia relazione possa terminare qui; vorrei precisare ancora una volta che il Consiglio non è chiamato a discutere il provvedimento o a entrare nel merito o a pronunciarsi su di esso, ma solamente a esprimersi sulla validità delle firme, sul loro numero e sull'assegnazione per il parere delle Commissioni - che la Presidenza propone che siano la I e la II - di un termine massimo di due decorrenti dalla odierna.

Ha chiesto di parlare il Consigliere Viberti. Ne ha facoltà.

Viberti (DPROL) - Per non andare al di là delle richieste fatte dal Presidente del Consiglio, cercherò di limitarmi nella esposizione, ma credo che da parte di chi ha indirettamente contribuito alla formazione del Comitato per la raccolta delle firme - secondo quanto disposto dalla legge, approvata da questo Consiglio, che ha normato la possibilità di portare in discussione delle leggi di iniziativa popolare - sia opportuno e doveroso dire alcune cose, che vanno innanzi tutto a rendere merito ai funzionari dell'Ufficio di Presidenza, che hanno dovuto effettuare un lavoro faticoso e che ha richiesto una precisione ed un impegno notevoli, forse molti di voi non lo sanno, ma la massa di carta su cui sono apposte queste 3000 e più firme è considerevole, e certo non è stato lavoro da poco. Voglio poi ringraziare quanti hanno collaborato nella raccolta di queste firme: parlo di militanti, di semplici simpatizzanti, di persone che hanno saltato pranzi e cene o che si sono recate a proprie spese in vari centri della nostra Regione per permettere a degli elettori, a dei cittadini di esprimere un'opinione rispetto ad un tema come quello del decentramento; opinione che è stata espressa, appunto, a livello di firma, regolarmente autenticata da un notaio. E qui rivolgo un ringraziamento a tutti i notai che hanno voluto permettere che un sacrosanto diritto dei cittadini italiani venisse nella nostra Regione adempiuto, e anche ad un giudice conciliatore, che per la circoscrizione di Aosta era autorizzato alle autenticazioni.

Dopo i ringraziamenti a quanti hanno collaborato e a quanti con la loro firma hanno voluto sostenere questa iniziativa, mi permetterei anche di sottolineare che per la prima volta si è innescato un altro meccanismo istituzionale, che va ad accrescere quello che è il patrimonio, a mio avviso, di libertà politica e va ad accrescere le possibilità che ogni cittadino ha, come singolo o come associazione, di esprimere le istanze a livello istituzionale.

Il tema su cui si fondano i due disegni di legge di iniziativa popolare è quello del decentramento. Il Presidente del Consiglio ha chiesto - ed io intendo rispettare la sua richiesta - di non entrare nel merito. È sicuramente, comunque, un tema sul quale questo Consiglio dovrà dibattere approfonditamente; abbiamo sentito che proprio in merito al problema finanziario sono arrivati degli ordini del giorno da parte dei Comuni; sappiamo che l'Associazione dei Sindaci ha organizzato proprio sul problema del decentramento una riunione che credo abbia portato alcuni chiarimenti al tema e abbia dato un contributo alla discussione di questo problema. Noi non abbiamo l'abitudine di farci della propaganda attraverso il Consiglio regionale, cerchiamo invece di portare le nostre opinioni a confronto con quelle delle altre forze politiche, ma questa è una delle occasioni che il Consiglio non deve perdere, perché il significato di questa iniziativa è molto importante, è molto profondo; lo ripeto, è una strada attraverso la quale i cittadini possono esprimersi, oltre a quella che hanno normalmente ogni cinque anni, quando si rinnovano le legislature. È una strada che è difficile da percorrere anche per un Gruppo organizzato come il nostro, che ha faticato molto per poter raccogliere queste firme, e io credo che sarebbe difficile anche per forze politiche numericamente superiori alla nostra riuscire in questo risultato. È una via da percorrere, da non lasciare aperta e poi dimenticata, perché per le strade, di fronte alle fabbriche, in tutti i luoghi dove abbiamo raccolto queste firme, abbiamo avuto occasione di discutere con la gente, di parlare proprio di questi temi; l'iniziativa era stata affiancata ad una iniziativa di più ampio respiro, che comportava una discussione a livello nazionale su un altro problema, ma qui nella nostra Regione noi abbiamo puntato, e giustamente, su questo tema e abbiamo avuto ragione, perché abbiamo visto come la gente, proprio su queste cose, era disposta a discutere, magari dopo otto ore di lavoro, uscendo dalla fabbrica; era disposta a fermarsi e magari anche a perdere il pullman o il mezzo di trasporto che la riportava a casa. Questo perché, tutto sommato, quando si prendono delle iniziative che la gente riesce a capire c'è ancora la possibilità di dare forza a questa democrazia, c'è ancora la possibilità di avere un contatto con la gente che non sia quello della pacca sulla spalla e del favore, ma proprio un contatto che permetta ai cittadini di esprimersi e di dare il proprio contributo.

Non voglio entrare nel merito dei disegni di legge; ricordo soltanto che sono state fatte molte critiche circa la stesura dei medesimi: la stesura è stata volutamente semplice.....

Presidente - Consigliere Viberti, le Commissioni avranno tutto il tempo per.....

Viberti (DPROL) - Signor Presidente, io sto cercando di mantenermi nei limiti....

Presidente - No, ma lei deve dire che le 3200 firme per lei bastano e se è giusto che vadano a quelle....

Viberti (DPROL) - Signor Presidente, che bastano l'ha detto lei! Io vorrei sottolineare che si tratta di una cosa che per la prima volta nella nostra Regione avviene....

Presidente - Questo l'ha detto, ma quando....

Viberti (DPROL) - Se lei intende farmi espellere si muova, perché io ho intenzione di continuare a finire il mio discorso!

Non mi pare di aver detto cose che non potessi dire o di aver suscitato polemiche; quindi, Signor Presidente, le chiedo - una tantum, come siamo abituati a fare in questo Consiglio - di poter dire altre due parole. Se lei ritiene, io adesso mi fermo; chieda al Consiglio se è il caso e io non dirò più una parola!

Presidente - No, io non chiedo niente al Consiglio! Ho lasciato che il Consigliere Viberti illustrasse la validità della raccolta delle firme e del referendum; non so cosa intende dire sul testo, ma quando inizia il discorso dicendo: "Il testo..." sono costretto a richiamare la sua attenzione sul fatto che se mi fa un'analisi di questo genere, la devo interrompere; quindi, in questo senso, vuole essere questo mio intervento, non per strozzare la discussione, ma per richiamare anche quanti interverranno dopo il Consigliere Viberti sul fatto che se entriamo nell'esame del testo - se è più lungo o più corto, se sono tanti articoli o pochi articoli - interveniamo su quello che sarà il lavoro delle Commissioni a cui il testo va assegnato in questa circostanza. Quindi, continui pure, tenendo conto di queste precisazioni.

Viberti (DPROL) - Allora, mi permetto di dire che non sono mai stati trattati in questo Consiglio oggetti di questo genere, quindi non c'è un'esperienza; perciò io accetto che il Presidente del Consiglio faccia i suoi richiami, ma insisto a dire che non volevo assolutamente parlare del testo; mi riferivo alle critiche che sono state fatte e volevo motivare la composizione di questi disegni di legge, che è stata volutamente semplice per permettere che la gente potesse discutere dei medesimi e afferrasse facilmente quale è il nocciolo centrale del problema; poco interessava a chi ha preso questa iniziativa che la gente discutesse su quale base dovesse essere destinata a un Comune piuttosto che ad un altro, quello che era importante era poter far discutere la gente su un concetto particolare.

Comunque, io rivendico a chiunque il diritto di discutere, in quanto l'oggetto in questione si riferisce alla trattazione preliminare del disegno di legge, e fino a prova contraria questo non vuol dire che non si possa anche, volendo, entrare nel vivo della discussione. Io, proprio per rispetto al Presidente del Consiglio e ai colleghi, non avevo e non ho l'intenzione di farlo, ma non credo che sia scritto da qualche parte che non si possa farlo! Comunque, lo ripeto, per rispetto al Presidente del Consiglio, mi attengo alle sue richieste.

Altre forze politiche erano state invitate a collaborare a questa raccolta di firme; purtroppo l'iniziativa è rimasta completamente sulle nostre spalle: non c'è forse fiducia nella gente, non c'è forse la volontà di avere contatti con gli elettori quando si tratta di togliere un po' di potere al palazzo! Speriamo che la discussione nelle competenti Commissioni e in incontri che noi sollecitiamo con tutte le forze politiche, come già del resto abbiamo fatto a suo tempo, permettano di arrivare alla definizione dei due disegni di legge, che non necessariamente debbono rimanere così come sono stati presentati; quello che ci interessa è il nocciolo del problema che desideriamo sia centrato; quello che ci interessa è che i benefici per i Comuni siano evidenti; quello che ci interessa è che da questa iniziativa la gente possa avere una nuova iniezione di fiducia verso le istituzioni, possa avere voglia di prendere altre iniziative, che non necessariamente debbono nascere dalla testa di qualche Gruppo o dalla esigenza politica per qualche partito di raccogliere delle firme su una certa questione. Sarebbe importante che proprio dalle persone, magari da associazioni che non hanno niente a che spartire con i partiti politici, venissero delle iniziative di questo genere; la possibilità di farlo c'è, noi l'abbiamo dimostrato a dispetto anche di quanto hanno cercato di boicottare questa iniziativa. Il popolo valdostano nei confronti dei referendum e delle iniziative di legge popolare ha dimostrato una sensibilità particolare, una sensibilità che noi non dobbiamo lasciar perdere, perché deriva a mio avviso dal patrimonio culturale che il popolo valdostano possiede, e che sta perdendo anche grazie all'azione dei politici della nostra Regione.

Non voglio aggiungere altro proprio perché voglio evitare di entrare nel merito, e se l'ho fatto in qualche caso durante questa breve trattazione me ne scuso; ma ripeto, non essendoci precedenti e non essendo la legge precisa al riguardo, rivendico anche per altri la possibilità di entrare nel merito del provvedimento. Se poi il Presidente del Consiglio o l'Ufficio di Presidenza fossero di avviso contrario, dovranno non soltanto a ragion veduta ma in modo preciso e documentato con richiami agli articoli di legge, dimostrare quanto è stato sostenuto poc'anzi.

Presidente - Rispondo subito al Consigliere Viberti, senza voler aprire una polemica, con una precisazione: forse la legge regionale sui referendum - esattamente la legge 7 maggio 1975, n. 16 - non precisa, anche se a mio avviso abbondantemente chiarisce, quale deve essere l'iter; ma quando si tratta di interpretare le parole "trattazione preliminare" io insisto nel dire che deve essere una trattazione preliminare di carattere formale sull'iter della legge, perché non possiamo in questo caso stravolgere quella che è la norma generale, e cioè che il Consiglio esamina i provvedimenti nella loro interezza solamente dopo che le Commissioni si sono pronunciate e hanno lavorato sul testo. Quindi siccome oggi siamo chiamati a verificare la validità dell'iniziativa per quanto riguarda il numero delle firme e ad assegnare il provvedimento all'esame della Commissione, se ne facessimo una trattazione preliminare nel merito - e questo potrebbe farlo solo il Consigliere Viberti, che è a conoscenza del disegno di legge, in quanto ci ha ricordato che è stato il suo movimento che ne ha provocato la presentazione con la raccolta delle firme - secondo me stravolgeranno la normale procedura dei provvedimenti, che sono valutati dall'Assemblea solamente dopo che le Commissione li hanno esaminati approfonditamente. Mi sembra per lo meno abbastanza inconsueto, e comunque anacronistico, che per un disegno di legge di iniziativa popolare il Consiglio possa discutere prima delle Commissioni. Almeno, questa è l'interpretazione che la Presidenza ritiene sia la più valida in questa occasione che, come ha ricordato il Consigliere Viberti, per la prima volta si presenta al Consiglio regionale.

La Presidenza ricorda ancora che il Consiglio è chiamato a deliberare sulla validità dell'iniziativa, perché le firme regolarmente apposte superano le 3000 richieste; sulla assegnazione del disegno di legge alla I e alla II Commissione e sull'assegnazione ad esse del termine massimo di due mesi, decorrenti dalla data odierna, per pronunciarsi in merito.

Chi chiede ancora la parola? Nessuno chiede la parola? La Presidenza propone allora di procedere ad un'unica votazione, con la quale - come si è già detto più volte - il Consiglio accerta la validità delle firme da cui è sottoscritto il disegno di legge n. 307 di iniziativa popolare, stabilisce di affidare il disegno di legge all'esame della Giunta e della I e II Commissione, e assegna alle Commissioni e alla Giunta due mesi di tempo per pronunciarsi.

Questo fa sì che nel corso del mese di dicembre il provvedimento dovrebbe venire in Aula per la discussione in Consiglio. Non ci sono obiezioni?

Metto in approvazione il deliberato testé illustrato.

Esito della votazione:

Presenti: 29

Votanti: 29

Maggioranza: 15

Favorevoli: 29

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Passiamo quindi alla trattazione dell'oggetto n. 5.