Objet du Conseil n. 2956 du 13 octobre 2017 - Resoconto
OGGETTO N. 2956/XIV - Discussione generale sull'elezione del Presidente della Regione e degli Assessori regionali ai sensi degli articoli 2 e 4 della legge regionale 7 agosto 2007, n. 21.
Rosset (Presidente) - Possiamo procedere quindi con il punto n. 1 all'ordine del giorno.
Il Consiglio regionale, con atto n. 2954 in data 11 ottobre 2017, ha preso atto delle dimissioni rassegnate dal signor Pierluigi Marquis dalla carica di Presidente della Regione; ha preso atto che la Giunta rimane in carica per l'ordinaria amministrazione, fatta salva l'adozione degli atti indifferibili e urgenti, e che la carica di Presidente della Regione sia assunta dal Vicepresidente e, infine, ha preso atto che alle elezioni del nuovo Presidente della nuova Giunta si proceda entro sessanta giorni con le modalità di cui agli articoli 2 e 4 nella legge n. 21/2007. L'articolo 2 della legge 7 agosto 2007, n. 21 (Disposizioni in materia di modalità di elezione del Presidente della Regione e degli Assessori, di presentazione e di approvazione della mozione di sfiducia e di scioglimento del Consiglio regionale) e l'articolo 8 del Regolamento interno per il funzionamento del Consiglio regionale prevedono che il Presidente della Regione sia eletto dal Consiglio regionale fra i suoi componenti; che il candidato alla carica di Presidente della Regione illustri al Consiglio regionale il programma di governo, proponga il numero e l'articolazione degli Assessorati e i nominativi dei componenti della Giunta, indicando fra essi il Vicepresidente e, infine, prevedono che l'elezione del Presidente della Regione si effettui a scrutinio segreto a maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati.
C'è qualcuno che propone la candidatura del Consigliere alla carica di Presidente della Regione? Ha chiesto la parola il Consigliere Perron; ne ha facoltà.
Perron (UV) - Nell'illustrare questa proposta, che presento ovviamente a nome dell'Union Valdôtaine, dell'Union Valdôtaine Progressiste, del Partito Democratico Sinistra-VdA e dell'Edelweiss Popolare Autonomista Valdostano, ritengo sia utile tornare, certamente non ai sette mesi della Giunta Marquis, ma alla penultima seduta di questa Assemblea, perché in quella sede avevamo sollecitato, presentando anche una risoluzione in tal senso, un gesto di responsabilità e di coscienza da parte del Presidente della Regione.
Dans cette phase nous prenions acte d'une situation politique de crise caractérisée par l'ouverture d'une crise gouvernementale. Le tout était aussi caractérisé par un manque de projets politiques et également par un manque de partage des dossiers les plus importants. De ce fait nous avons invité le Président de la Région à prendre acte de l'absence d'une majorité politique qui soutenait son Gouvernement, et donc, avec sens de responsabilité institutionnelle, on l'a invité à présenter ses démissions afin de permettre une issue rapide de la crise politique.
L'avevamo riscontrato: per effetto dello scenario che si era aperto, la maggioranza non disponeva più dei numeri in aula, così come poi l'approvazione della risoluzione stessa ha dimostrato. Era evidente a tutti che non c'erano più le condizioni per quella proposta politica di continuare a governare e amministrare la Regione. C'è stato un documento ufficiale del Consiglio regionale, votato da ventidue Consiglieri, che ha sancito che non esisteva più la condizione politica perché si potesse continuare. Quell'atto di maturità che in quella fase noi chiedevamo non c'è stato, anche per ragioni di opportunità che a noi sono sembrate deboli (penso alla visita del Premier Gentiloni, che non era ufficiale, ma era una visita in occasione dell'incontro con i partecipanti alla "Scuola della democrazia"). Ci è stato chiesto di seguire i percorsi della legge: abbiamo lavorato e abbiamo depositato la mozione di sfiducia costruttiva. Nel mentre sono sopraggiunte le dimissioni, quindi il cambio di procedura all'interno dell'aula. Questo è il senso della proposta che mi accingo a fare per dare alla Valle d'Aosta un Governo regionale in grado di governare, pienamente legittimato da una sua maggioranza.
Union Valdôtaine, UVP, PD, EPAV presentano oggi una nuova proposta politica. Questa proposta è il frutto di negoziazioni tra forze che hanno lavorato in questo periodo in modo trasparente, alla luce del sole, cercando di coinvolgere anche altre forze politiche che hanno invece seguito percorsi diversi. Abbiamo lavorato ad un progetto in cui il futuro è il vero orizzonte che si intende sviluppare. È un progetto che inizia ora e che guarda ai prossimi anni in una prospettiva di salvaguardia dell'Autonomia, nella consapevolezza che la stessa non sia scontata e, soprattutto, che i rapporti con lo Stato siano un fronte tale da meritare un presidio costante anche da parte di chi governa la Valle.
Oggi assistiamo nuovamente ad un dibattito tra centralismo e autonomismo. Ieri, in occasione dell'incontro con i colleghi di Bolzano, abbiamo potuto constatare come questo tema largamente condiviso, sia tornato alla ribalta. Per noi oggi, guardando alla Valle d'Aosta, è assolutamente necessaria l'unione delle forze unioniste, autonomiste e di centrosinistra in una difesa delle prerogative statutarie della nostra Regione.
Union Valdôtaine, UVP, PD, EPAV saranno sin da subito fortemente impegnate a lavorare per ristabilire un'equa ripartizione nei confronti dello Stato che non penalizzi la Valle d'Aosta rispetto alle altre Regioni a Statuto speciale, per fare in modo che la Valle d'Aosta, per quanto possibile, disponga di risorse e che queste siano utilmente impiegate nella nostra regione per favorire la crescita, il benessere e lo sviluppo economico.
Les forces politiques, conscientes que ces thèmes demandent une action de longue haleine, en présentant aujourd'hui un projet politique nouveau, novateur, projeté vers le futur, affirment de vouloir mener ensemble, dans les années à venir et à travers le rassemblement des forces unionistes et autonomistes, "toutes les actions politiques et administratives" nécessaires pour atteindre des résultats utiles à relancer le système Vallée d'Aoste. À cet égard, elles en sont convaincues déjà dans l'immédiat, à partir d'aujourd'hui. Voilà le sens de cette proposition faite aujourd'hui: de créer ces conditions.
Partiamo dall'analisi della situazione attuale. Noi vogliamo cambiare questo quadro con la presentazione di questo progetto. Il progetto che presentiamo oggi è a medio-lungo termine, ma vogliamo che prenda corpo oggi. È il progetto politico che noi ci impegniamo a presentare alle elezioni politiche e che proporremo al vaglio degli elettori in occasione delle scadenze elettorali per le elezioni regionali; vogliamo che prenda corpo oggi, ma è certamente a lungo termine. Tale progetto si propone di rinnovare anche il sistema di gestione della cosa pubblica, quindi le forze politiche intendono agire lavorando e trovando criteri di condivisione, di trasparenza, di una verifica costante dell'azione politica e amministrativa.
Abbiamo constatato - lo sottolineo ancora - che esisteva una mancanza di progettualità, di condivisione, di coesione di quella che ormai credo possiamo definire "ex maggioranza", condizione necessaria e imprescindibile per realizzare un programma di governo. Oggi noi presentiamo questa proposta e ci assumiamo la responsabilità di proporre un Governo che, in un brevissimo lasso di tempo, lavorerà per cercare di dare le risposte necessarie alle aspettative della comunità valdostana in occasione dei problemi più urgenti.
Oggi presentiamo una nuova forza politica ad una Giunta che noi abbiamo definito e che per certi aspetti si autodefiniva "di emergenza", che si richiamava ad un nuovo metodo, del quale non abbiamo capito molto. Noi oggi vogliamo proporre un progetto politico nuovo, che crediamo forte anche nel messaggio ai valdostani, di un raggruppamento di forze che hanno condiviso i principi forti del federalismo, del rafforzamento dell'autonomia e dell'autogoverno. Sono peraltro portatrici di un programma di governo contenuto nella mozione programmatica che il candidato Presidente illustrerà. Aggiungo - perché è un valore di tipo politico - che la Giunta che proponiamo prevede lo stesso numero di componenti dell'ultima. Questo lo riteniamo un segnale importante in favore della collettività, un segnale politico di attenzione che la politica intende dare. Oggi siamo soddisfatti per essere riusciti a lavorare, a sviluppare e a raggruppare forze politiche intorno ad un progetto che si fonda come caposaldo sul bene più prezioso di cui la nostra Regione disponga: l'autonomia.
Dans cette période nous avons travaillé pour essayer d'unir les forces politiques qui se reconnaissent dans les principes de l'autonomie, pour essayer - selon notre façon de voir - de mettre même de l'ordre dans l'aire autonomiste. Nous avons travaillé pour dépasser cette fragmentation qui existe également aussi aujourd'hui, dans cette salle - parce que je crois que cette fragmentation ne représente pas une valeur pour la politique valdôtaine - en essayant de dépasser cette logique qui a caractérisé cette législature de mur contenu. Aujourd'hui nous constatons la nécessité d'une prise de conscience forte des difficultés que notre Région traverse. Nous avons démontré une volonté commune, chacun en faisant des pas en arrière pour en faire peut-être en avant, de dépasser les divisions, de réfléchir sur les perspectives en travaillant pour unir et pour réunir, pour mettre ensemble plutôt que de continuer à nous partager. Voilà ce que nous avons mis du point de vue politique comme priorité pour le futur: non pas de parler de nous ou des forces politiques que nous représentons, mais de voir ce qui est le mieux pour la Vallée d'Aoste toute entière. Je crois que l'avenir de la Vallée d'Aoste et le futur de la communauté est vraiment l'enjeu sur lequel toute la politique doit, d'ici aux échéances, viser.
Voilà le sens du projet politique que l'Union Valdôtaine, l'Union Valdôtaine Progressiste, le Parti Démocratique et l'EPAV présentent aujourd'hui.
Je propose, à la charge de Président de la Région, le collègue Conseiller Laurent Viérin.
Presidente - Il Consigliere Perron propone quindi la candidatura del Consigliere Laurent Viérin alla carica di Presidente della Regione. Chiederei pertanto al candidato di illustrare il programma di governo e di indicare l'articolazione degli Assessorati, nonché il nome degli Assessori secondo la proposta. Ha chiesto la parola il Consigliere Viérin; ne ha facoltà.
Viérin (UVP) - Avant l'été, nous avions lancé - comme il a été rappelé non seulement par le collègue Perron, mais lors de l'avant-dernier Conseil - un projet qui, à notre avis, est ambitieux. Il s'agit d'un projet politique qui avait l'objectif de dépasser les divisions, les personnalismes, qui avait un regard vers l'avenir, conscients que ce qui existait en termes d'administration n'était pas un projet politique. La tentative a été celle de séparer l'action administrative du débat politique qui devait prendre l'été pour construire un projet afin de donner une certitude à la communauté valdôtaine, et pour donner un terme d'indication - cela découlait aussi de la loi électorale que la grande partie de ce Conseil a approuvée - c'est-à-dire un pourcentage qui pouvait souhaiter une gouvernabilité, ce qui a été une des limites de cette législature, pour avoir la possibilité de gouverner en terme de nombres et d'effacer les conséquentes crises que cette législature a vu. C'est un regard vers l'avenir pour essayer d'affronter la crise - non seulement la crise économique de ces dernières années et actuelle, mais aussi la crise des valeurs, vis-à-vis des thèmes de l'autonomie - et le retour du centralisme.
Dans ces dernières semaines on a eu la possibilité d'écouter les interventions d'éminents représentants de la presse nationale qui, dans des Régions autonomes, ont attaqué, d'une façon violente, les autonomies, en oubliant que notre autonomie a des racines culturelles et idéales au-delà des facteurs géographiques et de la banalisation en ce moment du retour au centralisme. Les thèmes à l'attention des débats internationaux en sont la preuve, pour réaffirmer que le centralisme doit éviter les dérives régionales. Bien, nous avions et nous avons la nécessité, aujourd'hui, de ressembler les sensibilités qui ont en commun cette envie de relancer notre autonomie, le sens de se sentir Valdôtains, le sens de défendre des principes quotidiens, mais pour défendre des principes il faut se reconnaître dans des principes. Le projet politique qui découlait d'une conférence de presse et qui avait lancé un autre projet politique, légitime, a accéléré cette envie que nous avions de ressembler. La volonté est celle de ressembler les sensibilités autonomistes, unionistes, progressistes, avec un périmètre qui, dans notre idée - nous l'avions dit ici avant l'été - en quelque sorte aurait pu reconstituer une aire politique et de travailler pour reconstituer celle qu'on a appelé la "diaspora unioniste", car il s'agit d'une diaspora. Une fois fixé le périmètre, nous avons regardé autour de ce périmètre pour resserrer des alliances qui ont eu l'objectif de créer la "Maison des autonomistes" ; donc des sensibilités communes, avec des ADN différenciés, mais unies pour résoudre les problèmes de notre communauté.
Nous avons lancé ce projet non seulement pour le lancer, nous y avons cru, nous avons travaillé pendant trois mois, nous avons pris tout l'été, car il y avait aussi une pause politique qui donnait la possibilité de se confronter d'une façon sereine sur ces thèmes et nous avons assidûment travaillé pour ressembler. À la fin le rassemblement a vu l'adhésion de deux forces politiques de la diaspora, quand même du panorama unioniste: l'Union Valdôtaine et l'Union Valdôtaine Progressiste. Une troisième force a abandonné et quelqu'un avait déjà abandonné auparavant; quelqu'un qui, par ailleurs, avait déjà exprimé des perplexités. Nous avons ouvert la phase des alliances - le collègue Perron l'a rappelé - et avec EPAV et PD-Sinistra-VdA nous avons travaillé aux contenus, avant de parler de personnes, avant de parler de responsabilités ou de charges de responsabilité; nous avons travaillé sur des contenus, car cela a été rappelé dans les premières réunions, quand au-delà du périmètre du rassemblement, les alliés se sont assis et ils ont dit vouloir débattre sur les contenus. On a donc commencé à débattre et un programme a vu la naissance de certains thèmes; bien évidemment il s'agit de thèmes qui affrontent la fin de cette législature et qui ont, quand même, une envergure qui laisse des traces dans l'avenir, au-delà de l'évolution de ce projet politique.
Aujourd'hui nous devons des remerciements à ceux qui ont cru, travaillé et construit ce projet, car ce n'était pas la banalisation d'un slogan lancé avant l'été, mais c'était un travail sérieux, donc nous demandons du respect pour ce travail du point de vue politique. Nous avons uni ceux qui avaient envie de travailler pour changer un climat, qui malheureusement dans ces jours n'est pas bon. C'est pour cela qu'on a travaillé pour unir et non pas pour diviser, pour éviter et dépasser les personnalismes, pour bâtir et pour construire. Aujourd'hui nous sommes devant cette communauté pour présenter d'une façon transparente une alliance, des contenus et des personnes qui incarneront les domaines qu'il faut assumer en terme de responsabilité; nous avons avant tout regardé ce qui nous unissait et cela est un message clair, que nous lançons aussi pour l'avenir.
Questo progetto vede quindi queste quattro forze unite, con idee, programmi, progetti, condivisione di intenti e di temi. Siamo pronti ad affrontare le sfide del futuro, partendo dai rapporti con lo Stato e con l'Europa. Le questioni finanziarie, che si tradurranno poi in un bilancio - prima ancora in un DEFR - sono urgenti, effettivamente certi quesiti devono avere una risposta, perché oggi ancora non è stata data, e noi crediamo sia urgentissimo avere delle risposte su questi temi.
Le forze e le energie che abbiamo messo in campo, al di là dei rapporti verso l'esterno, hanno cercato di modellare degli obiettivi e delle prospettive; chiaramente degli obiettivi urgenti di fine legislatura, per poi lasciare traccia su tematiche che comunque bisogna affrontare, al di là delle urgenze, perché è importantissimo avere delle visioni magari anche sfumate, ma comuni sui grandi temi. Altrimenti è l'immobilismo.
Vorrei ringraziare le forze politiche e le persone che hanno lavorato per questo progetto con convinzione, con determinazione e che hanno saputo lasciare da parte le divisioni guardando ciò che univa piuttosto che ciò che divideva. Ho apprezzato molto le parole di alcuni che, nei giorni scorsi, sugli organi di informazione, hanno rilanciato questi temi, convinti, come siamo noi tutti, che sia veramente giunto il momento di fare fronte comune e di ritrovarci su ideali che ci accomunano. Ringrazio tutti, perché abbiamo saputo trovare delle sintesi non facili, intense, e devo ringraziare per i passi fatti avanti, ma anche per quelli indietro.
Riprendo le parole del rappresentante di ALPE, Alexis Vallet, messe in campo nelle prime riunioni del Rassemblement; mi erano piaciute molto e le avevamo condivise: "fare tutti un passo indietro per poterne fare due in avanti". Ci dispiace poi che questo non sia avvenuto fino in fondo, perché noi ci credevamo e continuiamo a crederci. Ringrazio quindi veramente per i passi indietro che hanno permesso l'evoluzione di questo progetto, perché questi passi anche personali hanno fatto evolvere tale progetto.
Oggi noi vi sottoponiamo i contenuti, che sono stati distribuiti, che vi leggerò, e vi presenterò anche l'organizzazione degli Assessorati (le competenze ricalcano quelle che già oggi sono incardinate nelle persone che rappresentano il Governo regionale).
Rapporti con lo Stato e con l'Europa: prevediamo un rafforzamento dei rapporti con lo Stato e con l'Europa anche attraverso l'individuazione e l'implementazione di idonee strutture tecniche e politiche in seno all'Amministrazione regionale. Negli anni le strutture degli Affari europei si sono principalmente concentrate, anche per la mole di lavoro, sulle questioni inerenti i progetti europei. Noi vorremmo e vogliamo che si riesca in modo trasversale, soprattutto attraverso gli Assessorati, che per responsabilità hanno dei raccordi importanti nei confronti dell'Europa (penso ai temi ambientali, delle politiche agricole, piuttosto che dell'energia), a rafforzare i rapporti che abbiamo in interlocuzione con l'Europa. Chiaramente i rapporti finanziari sono stati enunciati e saranno una delle prime sfide da affrontare per uscire da questa impasse.
L'accessibilità: l'abbiamo riassunta principalmente partendo dal problema ferrovia. In questi giorni ci sono dei dibattiti in corso, che proseguono e che in questi ultimi mesi sono stati portati all'attenzione non solo di questo Consiglio con l'approvazione di certi atti. Poi ci sono i collegamenti intervallivi di cui si è tanto discusso. Abbiamo passato un'estate sugli organi di informazione a vedere chi era a favore e chi era contro i collegamenti intervallivi. Noi crediamo che, nell'accingerci a costruire un bilancio, bisogna avere le idee chiare sui collegamenti intervallivi. Questo era uno dei principali motivi su cui legittimamente c'erano sensibilità diametralmente opposte. Per quanto riguarda la ferrovia, noi crediamo sia importante andare a lavorare sulla definizione degli accordi con RFI, sullo sviluppo e sull'incentivazione della mobilità elettrica, in ottemperanza alla legge regionale n. 22/2016, lavorare al piano strategico dei trasporti, andare rapidamente a chiudere la questione della valutazione in ordine ai collegamenti intervallivi e agire per intervenire a sostegno del completamento dei domaines skiables.
Sviluppo economico e del lavoro: le politiche giovanili per l'impiego e il piano dei cantieri forestali saranno i temi che noi affronteremo, perché il lavoro crediamo sia (e rimanga) una delle urgenze della nostra comunità. Ci sarà quindi un ampiamento e un rilancio dei cantieri forestali con la riapertura della graduatoria finalizzata a nuove assunzioni, una graduatoria in trasparenza, con regole precise nel momento in cui questa viene aperta, con un ampliamento in prospettiva per l'anno prossimo: almeno 120 giornate lavorative, togliendo il limite di età e la clausola sociale. Abbiamo poi un tema importante sulla valorizzazione dei terreni agricoli e forestali abbandonati e sottoutilizzati. Pensiamo ad uno studio di modelli e misure finalizzate all'affermazione di un'attività agricola e forestale, che sappia valorizzare l'ambiente, il paesaggio quale elemento essenziale del modello di sviluppo della nostra comunità e del nostro territorio. Ciò nell'ottica del rilancio di una green economy virtuosa, che sappia coniugare l'agricoltura, il turismo e altre attività economiche, con ricadute anche sul territorio che possano produrre reddito per una professione (quella dell'imprenditore agricolo), che può essere sia reddito che extra reddito, proprio per andare ad ovviare a queste coltivazioni oggi spesso abbandonate. Si pensa poi di rafforzare i principi e le azioni contenute nella legge regionale n. 8/2016 in materia di promozione degli investimenti, al fine di accertare in modo concreto e sussidiario l'attrattività e la competitività del sistema economico della Valle d'Aosta, concorrendo alla realizzazione della strategia europea per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.
Per quanto riguarda la parte di welfare, si lavorerà a misure di sostegno alla natalità (importante elemento di novità), alla famiglia e alle persone con disabilità, nonché a un migliore accesso alle cure per tempi (riduzione delle liste d'attesa) e alla logistica (potenziamento dei servizi sanitari sul territorio). Vi saranno interventi per: ridurre gli oneri a carico delle famiglie per la frequenza dei servizi per la prima infanzia; garantire un progetto di vita personalizzato alle persone con disabilità, anche nella fase del "dopo di noi"; aumentare l'efficientamento dell'organizzazione dei servizi per gli anziani attraverso la razionalizzazione e l'unificazione della gestione; valorizzare le competenze in possesso dei giovani laureati e laureandi in discipline sanitarie e sociali, migliorare l'accesso dei cittadini alle cure attraverso il potenziamento dei servizi sanitari sul territorio (poliambulatori e medicina di gruppo) e la riduzione dei tempi di attesa (che è complementare all'implementazione dei servizi sul territorio); sbloccare l'assunzione della scelta definitiva sul futuro presidio ospedaliero e sviluppare reti cliniche interregionali nell'ambito del neo approvato accordo di confine con la vicina Regione Piemonte, in particolare per le patologie tempo-dipendenti e l'alta specializzazione chirurgica.
Prosecuzione del rilancio del settore agricolo e piano strategico straordinario in merito all'uso razionale delle acque: è un tema che quest'estate è stato à la une. Oggi abbiamo la necessità di lavorare sulle nostre acque, soprattutto implementando l'intervento sul territorio, affinché questo patrimonio non sia dissipato. Pensiamo ai rus, agli impianti irrigui, ai bacini, a tutto ciò che oggi può essere un intervento razionale su questa tematica, che tra l'altro ha rilievi anche a livello nazionale e internazionale (la famosa questione del costo ambientale delle acque).
Rilancio del settore edilizio e tutela del territorio: si pensa di sostenere e rafforzare questo settore favorendo l'accesso al credito e valorizzando l'imprenditoria locale; di intervenire sul patrimonio edilizio scolastico in termini di sicurezza e adeguamento normativo; di prevenire e mitigare il rischio idrogeologico (è chiaro che questi sono temi che abbiamo riassunto in quelle che poi saranno azioni maggiormente sviluppate e puntuali); di difendere il territorio con la revisione e l'attualizzazione dei piani comunali e territoriali di protezione civile.
Abbiamo poi la questione di CVA (altro argomento à la une in questo Consiglio): prosieguo dell'iter di valutazione della quotazione in Borsa e sviluppo delle politiche energetiche che da queste decisioni discenderanno.
Abbiamo la questione dell'Università, oggetto di dibattito che ci ha fatto riassumere in adeguati finanziamenti per la realizzazione del piano triennale di sviluppo. Come ci è stato evidenziato dai membri delle Commissioni, in termini di audizioni e di prospettiva è una problematica, e la vogliamo risolvere.
Sull'ospedale abbiamo già detto.
Un punto non compreso nella mozione di sfiducia, ma che fa parte di ciò che riassume una trasversalità dei punti, è chiaramente la questione degli enti locali. Noi vogliamo interrogarci su tale questione, assieme ovviamente alle realtà territoriali, per rilanciare e rimodellare il sistema dell'autonomia valdostana, affinché ci possa essere una condivisione nella costruzione di un modello che possa - chiaramente una volta risolta anche la questione finanziaria, che in termini di contenuti e di certezza va risolta - aprire una fase, un tavolo di confronto, affinché il sistema degli enti locali possa vedere uno sviluppo fattivo, di rilancio, (anche perché un paradigma di un certo periodo storico continuava e ha continuato ad essere applicato in un momento di evoluzione), anche in vista delle riforme, non solo della nostra comunità, ma in generale nell'architettura del nostro territorio. Profondamente convinti che siamo federalisti e rivendichiamo il federalismo nei confronti di Roma e dell'Europa, e che dobbiamo essere attenti anche ad avere un federalismo valdostano che tuteli, in termini di perequazione, dal più piccolo al più grande dei nostri Comuni a livello di opportunità.
L'articolazione degli Assessorati si svilupperà attraverso le persone che cercherò di enunciare, dopo aver però detto come gli Assessorati vengono ripartiti: Assessorat du tourisme, des sports, du commerce et des transports; Assessorat de l'agriculture et des ressources naturelles; Assessorat des activités productives, de l'énergie, des politiques du travail et de l'environnement; Assessorat du budget, des finances, du patrimoine et des sociétés à participation régionale; Assessorat de l'éducation et de la culture; Assessorat de la santé, du bien-être et des politiques sociales; Assessorat des ouvrages publics, de la protection des sols et du logement public. Cela en ce qui concerne l'architecture administrative de notre proposition.
Pour ce qui est de l'Assessorat du tourisme, des sports, du commerce et des transports on propose le collègue Aurelio Marguerettaz; pour ce qui est de l'Assessorat de l'agriculture et des ressources naturelles on propose le collègue Alessandro Nogara; pour ce qui est de l'Assessorat des activités productives, de l'énergie, des politiques du travail et de l'environnement on propose le collègue Jean-Pierre Guichardaz; pour ce qui est de l'Assessorat du budget, des finances, du patrimoine et des sociétés à participation régionale on propose le collègue Ego Perron; pour ce qui est de l'Assessorat de l'éducation et de la culture on propose la collègue Emily Rini; pour ce qui est de l'Assessorat de la santé, du bien-être et des politiques sociales on propose le collègue Luigi Bertschy; pour ce qui est de l'Assessorat des ouvrages publics, de la protection des sols et du logement public on propose le collègue Mauro Baccega. Enfin, on propose d'attribuer la charge de Vice-président à la collègue Emily Rini.
Voilà, mes collègues, notre projet et ses contenus, ce que nous soumettons à l'attention de ce Conseil. Nous pouvons vous assurer que nous déploierons toutes nos énergies et toutes nos forces pour développer ce projet et les thèmes que nous vous soumettons, ainsi que pour œuvrer en faveur de la communauté valdôtaine, que nous aimons avec toutes nos énergies.
Président - On va ouvrir le débat. Il y a des requêtes d'intervention?
Riformulo la domanda: in merito alla relazione testé presentata dal candidato Presidente, ci sono richieste di intervento? Ha chiesto la parola la Consigliera Morelli; ne ha facoltà.
Morelli (ALPE) - Credo che in questa legislatura avremo proprio visto tutto. Mi sembra una situazione un po' surreale questa che stiamo vivendo oggi, con il candidato Presidente di un nuovo Governo che illustra il suo programma circondato dai colleghi della maggioranza, della Giunta uscente. Veramente credo sia l'ennesimo paradosso di questa legislatura, sicuramente i cittadini valdostani non gradiranno. Questa è stata una legislatura travagliatissima.
Penso non sia superfluo ricordare alcuni passaggi essenziali, anche per chi ci ascolta e ci segue. È una legislatura cominciata nel luglio 2013, con un risultato inedito e pericoloso (ci siamo poi resi conto durante la legislatura di quanto fosse pericoloso). Il responso delle urne, grazie ad una legge sicuramente poco efficace e poco lungimirante, ha consegnato la nostra Regione ad una maggioranza di 18 Consiglieri e ad una minoranza di 17. Sin da subito è parso chiaro che sarebbe stato un quinquennio difficile e travagliato, perché una maggioranza che si regge su un solo voto di vantaggio e non è totalmente composta da persone più che convinte, più che solide, più che motivate, è una maggioranza che forzatamente poi va a scontare i "mal di pancia", le scontentezze, magari anche il ruolo di qualche fomentatore o sobillatore. Viceversa - io torno a quell'inizio di legislatura - una minoranza di 17 Consiglieri compatta, come lo è stata la nostra nel primo anno di legislatura, è una potenza. Lo abbiamo dimostrato nel primo anno di legislatura, con un lavoro di squadra sinergico, culminato poi nel documento programmatico della Renaissance. Lasciatemelo ricordare questo documento aperto ai contributi di tutti, che sembrava anche aver raccolto consensi tra le file della maggioranza. È stata una pia illusione, perché un anno dopo l'inizio della legislatura, il 10 giugno - sono andata a cercarmi gli atti - dopo 70 giorni di crisi dovuta alle dimissioni della prima Giunta Rollandin, è nata la seconda Giunta Rollandin con un rimpasto interno, che probabilmente è andato a chetare gli irrequieti e con qualche cambio di poltrona ha fatto rientrare tutti nei ranghi.
Cionondimeno - lasciatemelo dire - l'esperienza della Renaissance rimane per me forse il momento di politica più alto di questa legislatura, perché è stato il risultato di un lavoro corale, dove la minoranza non si è limitata a fare opposizione, ma dove c'è stato un lavoro propositivo, che poi non siamo stati in grado di capitalizzare e di stabilizzare, ma che comunque ha fatto intravedere ai valdostani che c'era una possibilità di fare diversamente. C'era la possibilità di gestire l'amministrazione pubblica in modo più partecipato, in modo meno verticistico, sicuramente diverso da quello che era il modello dominante. L'esperienza è naufragata e ciclicamente un anno dopo (il 15 luglio 2015) ne abbiamo avuto la conferma con l'ingresso del Partito Democratico in maggioranza e nella Giunta Rollandin, ingresso con cui il PD si è reso funzionale a quel sistema che aveva fin lì avversato. Questo avvenimento ha sicuramente creato vivaci reazioni all'interno dell'opinione pubblica, che non capiva e continua a non capire. Comunque è stata l'occasione del varo del terzo Governo Rollandin, ma così va il mondo, così va la politica nella nostra Regione, "certa politica" nella nostra Regione.
Ieri abbiamo avuto un incontro estremamente interessante con una delegazione della Provincia autonoma di Bolzano e abbiamo avuto modo di scambiare opinioni con dei nostri colleghi. Vi assicuro che, mentre spiegavo l'evoluzione politica - ho cercato di avere un profilo istituzionale non troppo di parte, anche se è evidente che poi ognuno ha la sua visione e il suo punto di vista, ma ho cercato di essere obiettiva - ho verificato con imbarazzo lo sgomento della Consigliera del Südtirol Volkspartei, a cui spiegavo ciò che è avvenuto durante questa legislatura e ciò che sta ancora avvenendo. Per lei era "inconcepibile" ciò che sta succedendo da noi, ormai con una frequenza annuale. Difatti nel 2016, ciclicamente un anno dopo - non so se è l'effetto dei primi caldi di giugno e luglio che scatena gli animi - nasceva il quarto Governo Rollandin di questa legislatura con l'allargamento della maggioranza all'Union Valdôtaine Progressiste, ad eccezione del collega Gerandin, che sceglieva invece di mantenere la posizione affidatagli dagli elettori. Il resto è storia recente. Neanche quella maggioranza di 27 Consiglieri ha retto ed è nuovamente implosa, perché è evidente che un sistema che si regge più sull'interesse personale, sulla spartizione del potere che sull'ideale e sulla volontà vera di mettersi al servizio della comunità, nel momento in cui vengono a mancare le condizioni per soddisfare tutte le singole posizioni e ambizioni, implode.
Il 10 marzo scorso (questa è storia recentissima), dopo un inverno passato a discutere dell'annosa questione del Casinò su cui l'unica risposta che sembrava dare la maggioranza di allora era l'ennesima ulteriore cospicua "iniezione" di denaro nelle casse della Casa da gioco, dopo un inverno passato a confrontarsi ad approfondire la questione dell'acquisto - quantomeno improvvido - delle turbine cinesi da parte di CVA, dopo un inverno passato a discutere su argomenti importanti senza arrivare ad una sintesi, a fronte delle dimissioni di tutta la Giunta (ricordo che il 10 marzo la Giunta Rollandin era tutta dimissionaria), in 18 Consiglieri di gruppi diversi abbiamo osato raccogliere una sfida. Abbiamo voluto dare corpo alla volontà che ognuno di noi aveva di provare a dare risposta ai problemi più impellenti della nostra regione, e abbiamo proposto e votato un Governo alternativo al sistema precedente. È stato il primo Governo non a firma Rollandin, per cercare di dare alternativa ad un sistema che non reggeva più, che era imploso, al punto da indurre il Presidente Rollandin a far dimissionare tutti gli Assessori. Forse questo è bene ricordarlo. Quella era la situazione del 10 marzo.
Qualcuno ha voluto continuare a parlare di "ribaltone", ma non scaldiamoci sulle definizioni, non era un ribaltone. Lì si è trattato di prendere in mano una situazione che era degenerata. Abbiamo presentato un programma essenziale, stringato, fatto di pochi punti realizzabili. Qualcuno poi è andato a fare le pulci, a dire: non avete messo questo, non avete messo quell'altro. No, era un programma realistico che avrebbe dovuto affrontare i mesi che rimanevano e certe urgenze. Io credo che questo Governo avesse dato ridato speranza ai cittadini, perché era anche questa la risposta che si sentiva fra la gente. Nonostante i tempi brevi, nonostante il disfattismo di un'opposizione comprensibilmente rancorosa, credo si possa dire che alcuni risultati sono stati raggiunti. Credo si possano rivendicare modestamente, ma che si possano rivendicare: la modifica della legge elettorale, che non è perfetta, ma quantomeno garantirà la segretezza del voto; la messa in sicurezza del Casinò - scusatemi se è poco! - dove nessun dipendente ha perso il posto di lavoro, dove si è fatto un piano di rilancio a step, dove si è osato fare per la prima volta anche un qualcosa di impopolare, non facile, andando ad operare una riduzione dei costi del personale necessaria da anni, ma che nessuno, fino ad allora, aveva osato fare. Poi c'è l'approvazione di misure di sostegno importanti per il settore agricolo; l'approvazione e la predisposizione di misure per il recupero edilizio privato, per cercare di ridare un po' di fiato al settore edilizio in crisi permettendo anche ai cittadini di migliorare le loro abitazioni; il riavvio di un rapporto con RFI per il miglioramento del servizio ferroviario.
Peccato che ieri non ci foste ad ascoltare i colleghi sudtirolesi, perché sono stati fatti dei passaggi estremamente chiari! Avreste dovuto esserci, avreste proprio dovuto esserci e avrete la possibilità di andare a leggere gli atti di quanto è stato detto ieri sulla necessità di una ferrovia efficiente che porti gli sciatori fino ai piedi degli impianti di risalita in un territorio montano, come il nostro. È veramente un altro mondo, con altre intelligenze e, forse, altri obiettivi e altre ambizioni! Comunque sono risultati che noi rivendichiamo, che avrebbero potuto essere ulteriormente incrementati se non si fosse inspiegabilmente - o forse spiegabilmente - interrotto il percorso con l'avvicinarsi delle elezioni, e con questo tarlo che riprende a scavare ogni volta che le elezioni si avvicinano, con una frenesia della ricerca del consenso a tutti i costi, a qualunque prezzo, anche a costo di buttare all'aria il lavoro di mesi in modo totalmente incomprensibile!
Se il nostro Governo del 10 marzo nasceva debole - perché era chiaro che non era un Governo forte - questo è ancora più debole, totalmente incompreso dai cittadini, dalla gente, che vi leggono un ritorno ad un passato fatto di giochi di potere, quasi di faide tribali, un Governo che riporta in sella persone, metodi, logiche che hanno contribuito alla crisi politica di questa Regione. Come potete pensare che possa funzionare? Noi crediamo che non è su queste basi che si può lanciare un progetto di futuro, non è sulla base di una semplice spartizione di potere. Mi fa piacere che il nostro Presidente Alexis Vallet venga citato spesso, perché noi abbiamo voluto significare, facendo quelle affermazioni, che per fare dei passi avanti bisognasse fare dei passi indietro, tutti: ripartire da basi paritarie, chiare, da un confronto onesto che non poteva cancellare con un colpo di spugna quanto è stato detto e fatto in questi anni. Non è sulla spartizione di potere che si può fondare un progetto di futuro. A queste condizioni è evidente che ALPE non può esserci.
Noi però pensiamo ancora che non tutto sia perduto. Noi pensiamo che se c'è la volontà di un confronto serio, di andare a sviscerare le questioni nel merito... i temi che vengono citati sono dei pretesti, sia la CVA, sia i collegamenti intervallivi, perché è chiaro che ognuno di noi ha le proprie opinioni, ma sono temi che vanno sviscerati, affrontati in un contesto che tenga conto della comunità e del suo sviluppo. Non è semplicemente dire: la Morelli è contro gli intervallivi e Rollandin è a favore. Non è così che ci si confronta! Se i presupposti del confronto sono questi, è chiaro che non possiamo esserci; se invece li si vorrà impostare in modo diverso, io credo che ALPE non si sottrarrà, come ha sempre fatto in questa legislatura.
Presidente - In attesa che qualcuno si iscriva, mi preme fare un chiarimento, non per polemizzare, né per giustificare l'assenza dei Consiglieri all'incontro di ieri, ma per ricordare che l'organizzazione dell'evento prevedeva la presenza dei Capigruppo e dell'Ufficio di Presidenza...
(borbottii in aula)
... è solo per chiarimento, anche perché, per chi ci sta ascoltando, potrebbero sembrare assenze ingiustificate. Volevo solo chiarire questo aspetto.
Ci sono altre richieste di intervento sulla relazione programmatica? Ultima formulazione di sollecito: o ci sono richieste o chiudo la discussione generale. Se non ci sono richieste, chiudo la discussione. Ha chiesto la parola il Consigliere Chatrian; ne ha facoltà.
Chatrian (ALPE) - Presidente, non capisco questi toni così violenti, volevamo solo capire se c'era una cosa di cui non eravamo a conoscenza, solo questo.
Presidente - A cosa si riferisce? Io sto sollecitando la programmazione dei lavori. Chiederei per cortesia a lei, o chi ha intenzione di prendere la parola, di programmare il proprio intervento. È inutile che lei faccia della bassa polemica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Contoz; ne ha facoltà. Nel contempo, chiederei per cortesia all'aula un po' di silenzio e possibilmente ai colleghi di non esternare giudizi sugli interventi dei colleghi.
Contoz (UV) - Mi sembra che Chatrian sia tornato in minoranza, almeno dall'atteggiamento.
Vengo al mio intervento. Dopo sei mesi di Governo Marquis, non votato dai valdostani, ma fatto esclusivamente per far cadere il suo predecessore (Augusto Rollandin), si è avverato ciò che avevo immaginato quando sono entrato in questo Consiglio il 10 marzo scorso: la Giunta Marquis ha chiaramente fatto la fine che inevitabilmente doveva fare. Non poteva stare in piedi una "maggioranza Arlecchino" composta da esponenti troppo variegati fra loro, che vanno dal CL di Fosson all'estrema sinistra di Padovani. È normale che un simile agglomerato di ideologie diverse finisse per dissolversi. Questa maggioranza ha però fatto perdere - questa è la cosa grave, per me - sei mesi di lavoro alla Valle d'Aosta in un momento di grande difficoltà. È stata una cosa scandalosa, ed è per questo che tutti i valdostani sono arrabbiati e schifati da questa politica. Infatti questa ex maggioranza, che voleva un cambio di metodo, che parlava di "casa di vetro", di "uomo solo al comando", quando si è seduta sulle sedie che contano si è comportata forse peggio di coloro che aveva tanto criticato prima. Ne è un esempio il DEFR, mai presentato, e non vado oltre.
La volontà del popolo valdostano a marzo 2017 non era quella di fare una nuova maggioranza, ma di andare alle urne e io, quando sono entrato in Consiglio, contro tutti i miei interessi l'avevo detto. Ci sono le registrazioni che lo confermano. Per questo quando sono entrato ho votato "no" ad una nuova maggioranza e ho scelto di rimanere nella coalizione che il popolo aveva votato: perché noi siamo qui per esprimere la volontà degli elettori, e se gli elettori avevano votato una maggioranza composta massimamente dall'Union Valdôtaine non si poteva relegare all'opposizione questo movimento che aveva al suo interno il maggior numero di Consiglieri, per mera volontà di chi voleva governare al suo posto. Questo di oggi non è un "ribaltone-bis", come qualcuno lo ha chiamato, ma è il ripristino del giusto status quo per far ripartire la Valle d'Aosta con una maggioranza composta non più da 18 Consiglieri, ma da 21. Inoltre la legge elettorale, appena approvata, credo che consentirà finalmente di governare anche in futuro tranquillamente.
Con un comunicato stampa del mese di giugno avevo auspicato una maggioranza di sole forze autonomiste e, per fortuna, questa circostanza si è verificata dopo tre mesi e molte trattative. Veramente speravo in un numero maggiore di forze autonomiste, ma qualcuno si è sfilato dal tavolo delle trattative per sua scelta, probabilmente perché preferisce stare all'opposizione (in effetti è più facile criticare che governare). Però penso che per il futuro ci sarà sempre una porta aperta per chi crede in questo progetto.
Chiarisco solo una cosa a coloro che ultimamente avevano chiesto le elezioni anticipate: non siamo andati alle elezioni perché non era ancora entrata in vigore la nuova legge elettorale ed inoltre non si è ancora votato il bilancio; quindi si rischiava di andare alle urne senza un bilancio approvato e con una maggioranza - per usare un termine di Marguerettaz - di nuovo "farlocca".
Un piccolo merito lo voglio dare a questa Giunta Marquis: di essere riuscita, con la mediazione fra tutte le forze politiche, ad approvare la legge elettorale che - nonostante io non la condivida totalmente - darà la possibilità, se si raggiunge il quorum del 42 percento, di governare la Regione per il futuro, questa volta spero per il bene dei valdostani, parola tanto usata da tutti.
Per quel che riguarda la vicenda dei 25 mila euro trovati nella scrivania dell'ex Presidente Marquis, sono d'accordo con tutti coloro che l'hanno definita come una delle pagine più brutte della politica valdostana. C'è un'indagine in corso, aspettiamo la fine delle indagini prima di trarre le conclusioni, anche se dalle ultime dichiarazioni è evidente a tutti un fatto: che l'ex Presidente Rollandin non è parte in causa.
Per quel che mi riguarda, penso che questa mia prima esperienza politica - come d'altronde quella dei colleghi Padovani e Cretier - si possa definire più unica che rara: sono entrato in una maggioranza che il giorno dopo è diventata minoranza, dopo sei mesi c'è stato un altro cambio di Governo, poi di nuovo in minoranza, e ora sono di nuovo in maggioranza. È un piccolo record per un anno di Consiglio regionale, sicuramente non dipendente dalla mia volontà.
Chiudo dicendo che in questo Consiglio, soprattutto in questo periodo, va di moda la parola "responsabilità". Spero che da oggi non la si pronunci solo perché va di moda, ma venga usata propriamente da tutti i 35 componenti del Consiglio regionale, perché la gente che ci ascolta è stanca di slogan e vuole fatti concreti. Solo facendo provvedimenti che vanno a favore dei valdostani possiamo riprendere la fiducia degli elettori. Altrimenti anche qui, in Valle d'Aosta, rischiamo che l'astensionismo diventi il primo partito delle prossime elezioni e aumenti il voto di protesta.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Roscio; ne ha facoltà.
Roscio (ALPE) - Devo dire che ci sono parole che vengono ripetute quasi come un ritornello da parte di questa "inedita" maggioranza. Le parole che più si sentono sono: "progetto politico nuovo", "progetto proiettato al futuro". Ecco, considerare questa proposta come un progetto nuovo stride un po' con la storia, stride anche con le azioni che sono state fatte - lo ha ricordato anche la mia Capogruppo Morelli - e io direi che offende anche l'intelligenza dei cittadini.
Come si può pensare che le stesse persone riciclate, che erano la stessa causa dei problemi tacciati da chi oggi è nuovamente alleato, possano rappresentare una novità e - io direi - soprattutto una novità credibile? È nuovo ed è credibile il collega Marguerettaz ai trasporti? Credo che esperienza ne abbia da vendere, ma mi sembra anche di ricordare che dopo la sua gestione, anche lunga e protratta nel tempo, qualche problema sui trasporti vi sia stato. Penso anche al collega Perron: uno dei punti più dolenti per cui la vecchia maggioranza era in difficoltà e aveva litigato era quel Casinò che oggi non viene neanche più ricordato nel programma. Mi sembra che allora la sua situazione di dissesto era stato un vero e proprio casus belli per chi oggi siede di nuovo fianco a fianco. Non proseguo nell'elenco, perché comunque potrebbe essere ancora lungo, ma mi sembra che la "Giunta nuova", non abbia né le caratteristiche, né la credibilità per poter rappresentare qualcosa di nuovo. È anche vero, come diceva Machiavelli, che chi inganna troverà sempre chi si lascerà ingannare, ma su questo, cogliendo le parole del collega Contoz, vedremo fra pochi mesi cosa ne penseranno i valdostani.
Mi sembra di aver capito - non so se parlava a nome della maggioranza - che obiettivo di questo nuovo Governo è fare il bilancio e dopo andare alle elezioni. Non so se parlava a titolo personale o per la nuova maggioranza. Ma qual è e quale può essere il legante tra chi solo pochi mesi fa litigava ferocemente (inutile nasconderselo), denunciando un'incompatibilità su tutto, e oggi, le stesse persone, si presentano qui come portatori di rinnovamento? Sembra una barzelletta, però ho anche capito che in politica nulla capita per caso. Il legante - viene da pensare - forse è anche un legante molto forte, risiede nella smania di avere in mano il potere a qualunque costo, anche a costo di paralizzare la macchina, di interrompere processi in corso, di fare danni irrimediabili, il tutto mascherato come "bene supremo dei valdostani".
Abbiamo sentito parole come "rinnovo del sistema", "autonomismo", "accordi paritari con il Governo centrale". Chi potrebbe non condividere queste parole? Recentemente, in una visita di domenica scorsa, il Ministro dell'interno Minniti ha detto che sarebbe opportuno far seguire le parole ai fatti e non viceversa. Per fidarsi basandosi solo sulle parole occorre dare credito, occorre riconoscere come credibile l'interlocutore. Se manca la credibilità qualunque parola diventa priva di significato, si riduce ad un esercizio di parole, ad un sofismo. Come si può ritenere credibile questa nuova maggioranza fatta dagli stessi che hanno governato per anni, che hanno rappresentato un sistema da cambiare (almeno per quanto ci riguarda), cui proporre un'alternativa credibile? È quello per cui abbiamo lavorato, e non poco, io direi. Come si può ritenere credibile una nuova maggioranza in cui primeggia una forza che cambia parere ogni sei mesi? Questi propositi hanno dell'incredibile, e credo che di incredibile ci sia solo la faccia tosta con cui questi propositi vengono propagandati come inediti. È difficile che chi ha causato la malattia possa esserne anche la cura.
All'ex maggioranza viene imputato dai "nuovi innovatori" la mancanza di progettualità, di condivisione, di coesione. Il mio augurio è che questo possa riscontrarsi in chi si appresta a mettere le mani sul Governo. Evidentemente comunque non vi dimostrate scaramantici, perché oggi è venerdì 13, se non altro non vi dimostrate scaramantici.
Il progetto nato il 10 marzo 2017 - è già stato detto - era sicuramente imperfetto, sicuramente a termine, da sistemare, sicuramente bisognoso di trovare punti di sintesi tra sensibilità diverse, però aveva anche una carica innovativa inedita, con una profonda volontà di perseguire un cambiamento reale. A questo noi abbiamo creduto e credo sia ancora del tutto attuale, non è superato. È un progetto che una sola forza politica ha deciso di far fallire per perseguire altri scopi. In diversi ambiti c'erano vere e proprie emergenze a cui far fronte, su questo abbiamo lavorato, e non credo che si possa dire che il processo sia finito. La nave non è ancora nel porto, ma questo a qualcuno non interessa. Per costoro il male supremo era lasciare che il processo di cambiamento, anche se imperfetto, da risistemare ma di cambiamento, potesse arrivare a compimento.
Si è detto che c'erano visioni diverse su molti temi, uno su tutti i collegamenti intervallivi. Abbiamo sentito dal candidato Presidente alcune parole, ma non si capisce assolutamente qual è la posizione. Mi piacerebbe sapere qual è la posizione della nuova maggioranza: è un "sì" incondizionato, anche a fronte di un'operazione insostenibile dal punto di vista economico? Anche a costo di caricare di debiti la collettività? Oppure si intende fare dei ragionamenti basati su dati oggettivi? Forse la posizione reale è quella sostenuta da qualche collega, che oggi si appresta a ricoprire importanti ruoli di Governo, secondo cui i collegamenti non verranno mai fatti, ma bisogna far credere che si faranno. Io credo che oggi siano a confronto due visioni del mondo antitetiche e incompatibili e spero che i valdostani ne prendano coscienza quanto prima.
Qualcuno ha detto che magari porterete indietro le lancette dell'orologio al 10 marzo. Il collega Contoz ha detto che si ripristinerà lo status quo. Fa quasi paura questa cosa, ma non credo che questo sarà più possibile, non credo che si possa tornare indietro. Certo, prenderete il potere, questo è consentito, ma non vuol dire che sia legittimo. Il dato che è stato dimostrato in questi pochi mesi è che il mondo comunque va avanti, che è possibile governare diversamente, anche perché, banalmente, le condizioni di allora non sono le stesse di oggi.
Per parlare brevemente del programma presentato, è vero che in pochi mesi non si può fare tutto, ma è altrettanto vero che se non sempre alle parole seguono i fatti, figurarsi se quelle parole non vengono neanche scritte! Si parla di "sviluppo sostenibile", e sarei anche curioso di sapere qual è l'accezione che date a tale termine, perché non compare mai, neanche di striscio, una sola parola sull'ambiente e sulle tematiche correlate, figurarsi un ragionamento organico! Così come non compare niente relativamente ad altri temi. Come si può pensare ad uno sviluppo durevole che non prenda in considerazione l'ambiente, anche tenuto conto del fatto che su diversi dossier ci sono vere e proprie emergenze che andrebbero seguite con continuità? Non è sufficiente che il collega Guichardaz - che non mi risulta un esperto ambientale, ma fino ad ora neanche tanto interessato a questi temi - prenda qualche ripetizione. Però forse il collega, che ha più o meno la stessa linearità di una pallina da flipper, imparerà presto a barcamenarsi; d'altronde ha già iniziato a partecipare agli incontri sul piano d'aria in sostituzione. Forse avrebbe dimostrato un minimo di buon gusto ad aspettare di essere eletto dal Consiglio, ma non avevo queste aspettative, tenuto conto degli exploit degli ultimi anni.
Io penso, e concludo, che l'unica colla che tiene insieme questa sedicente "nuova maggioranza" sia esclusivamente la smania di potere, perché nessun elemento può far credere che ci sia qualcosa di inedito. Nessuno dotato di un minimo di buon senso può onestamente pensare che vi sia qualche novità. La credibilità (parlo per me) è pari a zero. L'unico scopo è quello di prendere e mantenere il potere, arrivando a quello che viene ripetuto quasi ossessivamente, a quel 42 percento che viene detto continuamente. Dal canto nostro, riteniamo che niente sia cambiato e si continua a ragionare in termini di scontri che più politici ricordano come delle faide tribali, dove ci sono corsi e ricorsi, ma in realtà non cambia niente. Il teatro dello scontro nasconde in realtà dei retroscena di accordi. A noi questo non interessa, a noi interessa proporre un'alternativa credibile in grado di governare, e spero che qualche prova sia stata data in questo breve periodo. Su questo continueremo a lavorare con chi vorrà, con chi condividerà gli obiettivi e i metodi, sperando di riuscire prima poi a traghettare la Valle d'Aosta al di fuori della spirale tossica che sembra non riuscire a vedere la fine.
Presidente - Vi sono altri interventi? Ha chiesto la parola il Consigliere Baccega; ne ha facoltà.
Baccega (EPAV) - Man mano che il dibattito va avanti si scaldano i toni, le affermazioni sono piccanti. La collega Morelli ha ripercorso la storia di quattro anni e mezzo di questa travagliata legislatura, con tutti gli avvenimenti che sono avvenuti.
Io voglio concentrarmi soprattutto sugli ultimi sette mesi e guardare in prospettiva rispetto a questa nostra Regione. Dopo due giorni ci ritroviamo nell'aula del Consiglio, e nel frattempo tutte le testate nazionali hanno commentato sulla Valle d'Aosta in modo negativo. Quello che facciamo oggi avremmo potuto farlo due giorni fa, ma si è preferito scindere la discussione sulle dimissioni da quella degli equilibri politici ed effettuare un dibattito in cui si parli di politica con a monte nessuna vicenda strana. Parole di cui abbiamo preso atto (ma sono solo parole, perché di fatto gli avvenimenti ci sono stati). Noi avevamo chiaramente detto che ci sarebbe stato un fair play politico (quel fair play che spesso manca a questo Consiglio regionale) e che di certe vicende non avremmo assolutamente parlato in quel Consiglio. Abbiamo preferito stare sui giornali per "n" giorni in questo modo. Il Presidente del Consiglio Rosset ci aveva convocati l'11 ottobre per discutere sulla mozione di sfiducia costruttiva presentata dai movimenti dell'Union Valdôtaine, dell'Union Valdôtaine Progressiste, del PD-Gauche Valdôtaine e dell'Edelweiss Popolare Autonomista Valdostano, una mozione richiesta dall'allora Presidente Marquis, soprattutto dopo che era stato invitato a prendere atto di non avere più una maggioranza fin da fine luglio. Questo era il vero fatto politico che conferma l'insuccesso del percorso dei vostri sette mesi a capo di questa Regione.
Alcune testate l'avevano definita una "Giunta balneare". Il collega Restano era riuscito ad azzardare che si trattava di un progetto politico di sviluppo importante. I colleghi Certan e Chatrian avevano manifestato la volontà di ritrovare una forte condivisione sui temi, parlavano di "casa di vetro" dei valdostani, di trasparenza. Non abbiamo visto nulla di tutto questo! Queste sono soprattutto le grandi contraddizioni che hanno fatto cadere un gruppo di persone non ben amalgamato, che non aveva nessun presupposto per stare insieme e per governare la Valle d'Aosta, fin dall'inizio. Il collega Roscio ci ha fatto le pagelle, è riuscito a fare una serie di considerazioni sui futuri Assessori. Credo che un po' di esame di coscienza sia dovuto.
Ci avete provato, siete stati uniti nel condurci al 10 marzo, ma la vostra azione è partita ben da lontano e lo ribadisco: dopo il DEFR. Le vostre trame hanno portato alla conclusione di un percorso che aveva solo un minimo comune denominatore: distruggere. Non posso non ritornare sulle osservazioni che furono urlate dal sottoscritto e dal collega Lanièce in ogni ambito, a lei, caro ex Presidente Marquis, e al suo movimento, nei tormentati mesi di gennaio, febbraio e marzo, poi ripresi più volte nei tanti interventi politici di questi mesi, ovvero che la voglia di conquistare il potere vi aveva annebbiati. Qui la questione del potere si gioca sui due fronti: se ne parlate voi è una sfida; se arriviamo noi siamo attaccati al potere. Questa è una bizzarria che va in qualche modo chiarita, ma poi lo vedremo. Avreste fatto qualsiasi cosa per abbattere il nemico e per conquistare i posti apicali nelle società partecipate, azione antitetica e antistorica che vi avrebbe relegato all'opposizione in meno di un anno, distruggendo definitivamente un'alleanza storica con l'Union Valdôtaine. Il vostro unico vero obiettivo politico era quello di far cadere il Presidente Rollandin, al quale credo ora sia necessario porgere le vostre scuse.
Vedete, le cose che ci dividono sono proprio queste: l'Assessorato che mi avevate proposto a marzo io l'ho rifiutato, forte dei principi e dei valori che rispecchiano un po' il mio essere, il mio modo di essere uomo. Anche quando mi fu chiesto da voi di votare contro un collega della Giunta di cui facevo parte mi rifiutai. Ma la questione più significativa riguarda i rapporti tra le persone, dove troppo spesso avete confuso l'avversario politico con il nemico da abbattere. Ebbene, cari valdostani, nel nostro modo di fare politica non esistono nemici da abbattere, ma ci sono degli avversari; avversari politici da sfidare sul piano delle idee, sulla base dei progetti e dei programmi, sul piano dei risultati, avversari, sì, ma sempre da rispettare. Il nostro motto e il nostro obiettivo (e lo sarà anche con la prossima Giunta) è: fare, agire, dare risposte e non parlare a mezzo di spot e di annunci.
Tornando a questi sette mesi, per poi passare alle prospettive future di questa Regione, collega Marquis, lei, con i suoi Consiglieri e il suo Segretario politico avete delle grosse responsabilità. Avete la responsabilità di aver frantumato un movimento politico che in Valle d'Aosta contava 8.800 voti (il 12,25 percento). Avete rallentato un'azione amministrativa che stava prendendo i connotati di un efficace rilancio con il PIL che sta crescendo praticamente in tutto il Paese. Avete interrotto un percorso che avrebbe consentito alla Valle d'Aosta di agganciare la ripresa, ripresa che è in atto e che ha visto crescere nel Paese la produzione industriale nell'ultimo anno del 5,7 percento. Con questa perseveranza nel mantenere i posti di potere, avete inchiodato anche il Comune di Aosta con il vostro Segretario politico che siede nei banchi della Giunta comunale, dove proprio il gruppo dell'ALPE (i vostri nuovi alleati) lo ha salvato in extremis.
Tutto quello che è successo negli ultimi giorni non può e non deve distogliere l'attenzione da quanto si vuole fare e costruire politicamente. Noi vogliamo cambiare la situazione attuale, vogliamo andare nella direzione di un progetto politico serio, ricco di contenuti, che guardi alle migliori condizioni per creare sviluppo, incrementare l'occupazione, rilanciare il settore agricolo, il settore dell'edilizia e la tutela del territorio; un progetto concreto che predispone misure di sostegno per la famiglia e per la natalità, oltre anche alle persone con disabilità. Quindi è un progetto politico di prospettiva, capace di dare segnali forti e quella dignità politica fondamentale per contrapporsi con grande senso di responsabilità ai populismi. È un po' sulla base di queste considerazioni che è nato il progetto della coalizione Union Valdôtaine, Union Valdôtaine Progressiste, PD Sinistra-VdA ed Edelweiss, che ci vede impegnati nel dare risposte rapide per il tempo rimanente di questa legislatura e, per il futuro, stabilità alla nostra Regione.
Il 29 marzo, collega Marquis, lei ha partecipato alla festa dei centocinquant'anni della testata La Stampa, era il giorno dopo il golpe. In quello stesso giorno La Stampa pubblicava i dati del gradimento dei valdostani rispetto alla nostra Regione. C'erano dati importanti e significativi: è il miglior luogo per vivere per il 74 percento dei valdostani; il giudizio sui servizi del territorio era positivo al 95 percento; il giudizio sulla cultura e sul turismo era molto positivo, con un gradimento del 99 percento; i giovani ritenevano soddisfacente il rapporto con il territorio per l'88 percento. Sono alcuni dati significativi che noi guardiamo con attenzione perché vogliamo ritornare in quella direzione, dato che in questo momento la percezione non è più la stessa di allora.
Con questa iniziativa fatta di un programma serio e che dà prospettive alla nostra regione, la nostra nuova coalizione vuole tornare e migliorare quei dati di gradimento attraverso questo progetto politico che portiamo all'attenzione dei valdostani, con una politica seria, una politica di sviluppo che avviamo con le linee programmatiche d'urgenza indicate nella mozione - non è più la mozione, ma è ovviamente il programma di governo - e con un percorso di stabilità che ci vuole vedere pronti per le sfide elettorali delle elezioni politiche e le elezioni regionali. È quindi un progetto a medio e lungo termine, dove le forze unioniste, autonomiste, progressiste e di centrosinistra si alleano con convinzione intorno a questo programma per difendere le prerogative dello Statuto speciale della Valle d'Aosta - oggi più che mai sotto osservazione - e soprattutto per avviare un confronto con lo Stato per una più adeguata autonomia finanziaria, che tenga conto delle competenze legislative assunte negli anni, e per rivedere la ripartizione del contributo per il risanamento della finanza pubblica.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Borrello; ne ha facoltà.
Borrello (AC-SA-PNV) - Oggi è un momento importante. Così come avevo sottolineato nel Consiglio dell'altro ieri, ci sono dei passaggi che dal punto di vista istituzionale sono molto importanti; quindi, secondo me, al di là del dibattito politico, bisogna dare il giusto peso e il giusto tono ad un passaggio importante per una Regione come la nostra all'interno dell'Assemblea principe (il Consiglio regionale), che è quello di un dibattito su un programma per l'insediamento di un nuovo Presidente.
Mi permetterete, colleghi, così come abbiamo fatto in diverse sedute all'interno di quest'aula, di fare un piccolo passaggio storico su quella che è stata la storia di questa legislatura, una legislatura tormentata. Oggi ci apprestiamo a discutere e a votare l'insediamento del sesto Governo. La valutazione di carattere politico di questa legislatura, uscita dalla tornata elettorale del 2013 con numeri risicati (18 a 17) - abbiamo già avuto modo di effettuarla nel corso di questi anni - dimostra la debolezza politica del panorama che attualmente insiste all'interno della Valle d'Aosta.
Nella seduta del 10 marzo, una seduta un po' particolare, disertata da alcuni colleghi, non abbiamo avuto modo di fare un dibattito. Lo stiamo affrontando ora, in maniera seria, con la nostra presenza per dare il giusto ruolo e il giusto peso ad un passaggio fondamentale come quello della votazione di un nuovo Presidente della nostra Regione. Dico questo perché è una questione di rispetto nei confronti delle istituzioni. Il 10 marzo non c'è stato questo dibattito, si è poi avuto il 21 marzo: la prima seduta utile dopo l'insediamento del nuovo Presidente. Al di là delle questioni di carattere politico, collega Viérin, noi siamo quindi qui nel rispetto di una proposta politica, seppur non condivisa, ma riteniamo importante la nostra presenza all'interno di quest'aula, cosa che non è successa in altre votazioni riguardanti il Presidente della Regione.
Il 10 marzo abbiamo portato all'attenzione dei valdostani un progetto secondo noi alternativo, ma anche innovativo rispetto all'impostazione precedentemente data. Vorrei ricordare a molti colleghi presenti all'interno di quest'aula che una delle problematiche che maggiormente ci aveva preoccupati in quel contesto era l'affaire Casino, non avevamo condiviso con un'impostazione che sin dall'inizio della definizione di un contributo di 48 milioni, poi diventati 43. Noi non abbiamo condiviso quel percorso insieme ad altri colleghi: quelli dell'attuale minoranza, ma anche insieme ai colleghi dell'UVP.
Permettetemi, colleghi del Consiglio regionale, di fare un passaggio. Non avevamo sbagliato a contestare tutta una serie di passaggi dal punto di vista della gestione del Casinò, perché il sottoscritto, come molti altri, hanno ricevuto la cartella verde. Io ho votato tutti gli atti per andare a risanare un'azienda come quella del Casinò che riteniamo importante e ho continuato a votarli, con la nuova maggioranza, per quel senso di responsabilità che molti annunciano, ma che noi abbiamo cercato di portare avanti. Quella cartella verde deriva da tutta una serie di votazioni, senza atti industriali che sono stati prodotti all'interno di quest'aula consiliare. Il progetto di marzo, seppur nelle difficoltà dal punto di vista prettamente ideologico (noi non ci nascondiamo dietro un dito rispetto alla diversità di appartenenza politica), ha prodotto ottimi risultati, secondo noi. Parto proprio dal Casinò. Nella discussione del 21 marzo (e non del 10 marzo) qualche collega aveva detto "avete portato avanti i 260 licenziamenti". Avete visto con atti concreti che abbiamo interrotto quel percorso con un'operazione di risanamento dell'azienda. Abbiamo voluto in quel progetto portare avanti un programma realistico, l'ha detto precedentemente anche la collega Morelli. Secondo noi, abbiamo portato avanti dei buoni punti, dei buoni progetti, siamo riusciti a concretizzare alcune nostre intenzioni; non abbiamo avuto tanto tempo, ma qualcosa abbiamo fatto. Secondo me la testimonianza più importante che abbiamo dato ai valdostani è l'aver dimostrato che nessuno è indispensabile e che il mondo va avanti. Anche noi non siamo indispensabili. Siamo qui, in un contesto di cambiamento di valutazioni politiche, nel rispetto delle valutazioni politiche, ma vogliamo sottolineare il percorso che ha portato oggi a cambiare nuovamente un Governo: il cambiamento da parte di una forza politica rispetto a quanto definito il 10 marzo. È molto semplice. Secondo voi - ma lo avete detto voi, colleghi dell'UVP, e lo ripeto per l'ennesima volta: legittima posizione, ma che non condividiamo - non si riusciva a raggiungere il 42 percento, non si riusciva a creare quella stabilità secondo le leggi che sono definite nella manovra elettorale. Questo vuol dire che voi avete fatto un'azione prettamente elettorale, legittima, ma non la condividiamo. Questo per noi è il classico "patto per le elezioni".
Vorrei entrare nel merito del programma. Siamo consapevoli che questo è un programma di fine legislatura e, ovviamente, non può essere dettagliato in maniera puntuale, perché il tempo residuo è decisamente limitato. Vorrei solo porre l'attenzione su alcuni passaggi. Riparto dal ragionamento che ho fatto prima e mi pongo delle domande, ma avremo poi modo di monitorare lo sviluppo della vostra azione amministrativa e politica. Sul Casinò penserete di ripristinare quel finanziamento? Qualcuno penserà di ricreare il 4K? Per quanto riguarda invece i bimodali, quali saranno le posizioni? Poi, leggendo gli interventi del 21 marzo, non me ne voglia Guichardaz, lei aveva sollecitato all'Assessore in pectore alla sanità, Bertschy, di farsi un giro in ospedale; ecco, adesso forse lo potrà accompagnare!
Detto questo, al di là delle questioni politiche e delle diverse posizioni, alcuni temi sono di rilevante importanza per la Valle d'Aosta, come per esempio i rapporti con lo Stato, la definizione del debito, la partecipazione della Regione al risanamento del debito pubblico. Sono sicuro e sono convinto che ci sarà una continuità rispetto al lavoro intrapreso da questa maggioranza uscente, che vi adopererete per trovare dei risultati per il bene della Valle d'Aosta. Non possiamo però non sottolineare quanto fatto dal collega Marquis rispetto alla concretizzazione di una norma di attuazione, cosa non così facile da ottenere, perché molte sono le norme di attuazione depositate nei cassetti del Consiglio dei Ministri. Io credo che, al di là dell'azione portata avanti negli ultimi anni, la concretizzazione delle norme di attuazione per quanto riguarda la fiscalità in Valle d'Aosta è sicuramente un risultato importante che questa maggioranza ha portato a compimento.
Leggo alcuni punti programmatici del vostro documento che avete depositato e consegnato oggi. Non posso che essere d'accordo sulla volontà di portare avanti alcune iniziative che sono state definite. Sul piano dei cantieri forestali già la Giunta uscente, in accordo con la maggioranza uscente, ha portato avanti iniziative che andassero a definire la risoluzione di questo problema, quindi sono contento che ci sia questa continuità e sono anche contento che ci sia la volontà di dare sviluppo ad un settore molto importante come quello dell'agricoltura. Vi ricordo, però - proprio per contrastare questa vostra filosofia di dire che noi eravamo disuniti nella valutazione di alcuni scenari - che le grandissime risposte date all'agricoltura in quest'ultimo periodo sono legate alla variazione di bilancio che abbiamo approvato nei primi giorni di agosto, dove questa maggioranza ha trovato la giusta sintesi per dare delle risposte. I 4,6 milioni che abbiamo destinato all'agricoltura è la manifestazione di un percorso coordinato e condiviso per rispondere alle esigenze dei valdostani. Sono contento che abbiate scritto che bisogna sostenere e rafforzare il settore edilizio favorendo l'accesso al credito e valorizzando l'imprenditoria locale. Ormai penso sia di dominio pubblico la riforma che noi abbiamo prodotto e proposto alla Commissione consiliare rispetto a quella che viene definita la "legge sui mutui", all'accesso al credito. È una legge che va a modificare la filosofia della casa come valenza sociale, perché per noi la casa ha anche una valenza economica, senza andare a creare disagi per quanto riguarda l'accesso al credito delle famiglie meno abbienti. Però sono contento e sono sicuro, collega Baccega, che lei porterà avanti questa iniziativa. Io ci sarò nella Commissione consiliare all'interno della quale ci sono approfondimenti e richieste di audizione, continuerò a produrre le nostre istanze, a portare avanti la nostra visione di sviluppo economico e di rilancio dell'edilizia, partendo anche dalla richiesta che avete portato voi in Commissione: agevolare l'imprenditoria locale. Sono anche sicuro che la prima proposta da me portata e recepita dalla delibera di Giunta regionale, quella approvata in cui si prevedevano tutta una serie di passaggi, potrà essere ampliata e dettagliata all'interno della Commissione. Ricordo solo che in Giunta qualcuno aveva espresso delle preoccupazioni rispetto alla volontà di inserire quel tipo di ragionamento, ma avremo modo di approfondire in Commissione. Però sono contento che abbiate colto la valenza positiva dell'iniziativa portata avanti da noi.
Vorrei fare un'ultima considerazione al Presidente Rosset. Ho riletto con attenzione il verbale del 21 marzo; i passaggi contro di lei erano tanti, molti, alcuni con particolare aggressività, forse anche al di fuori degli elementi nobili di una normale dialettica politica. Io allora avevo elogiato e difeso la sua attività, e sono qui a riconfermarle la mia fiducia, perché quello che ho fatto allora lo farei ancora oggi. Le ricordo, però, andando a definire anche un ragionamento di regime, che molti di quelli che l'hanno aggredita siederanno al suo fianco. Le rinnovo la mia stima e la mia fiducia, consapevole del fatto che lei sarà un buon Presidente di tutta l'Assemblea.
Presidente - Ci sono altre richieste di intervento? Ha chiesto la parola il Consigliere Cognetta; ne ha facoltà.
Cognetta (M5S) - Prima di cominciare, vorrei capire una cosa. Scusi se faccio sempre queste domande, ma è solo per chiarezza: chi avrà la delega al Casinò? Perché non ho capito chi l'avrà, Presidente. Non si sa ancora chi l'avrà? Va in automatico all'Assessore alle finanze? Non è un problema, ne parleremo quando si saprà.
Per quanto riguarda la Giunta uscente, posso definirla nella maggior parte dei casi una Giunta in continuità con il passato; rispetto alla Giunta precedente alla precedente, molte cose sono andate esattamente nella stessa direzione. Ho avuto modo di indicarlo già con comunicati stampa e con azioni in quest'aula. In realtà, secondo gli auspici, doveva fare chiarezza, aprire i cassetti e far vedere cosa c'era, ma non è stato trovato nulla, a parte 25 mila euro! Però è già buono come risultato, perché perlomeno la Regione ha incassato 25 mila euro che non sono proprio pochi, quindi non è tutto quanto da buttare. Ci sono cose che sono andate in maniera positiva.
Oggi stiamo discutendo del fatto che politicamente l'UVP ha raggiunto un obiettivo fondamentale della sua campagna elettorale del 2013: portare alla Presidenza il collega Viérin. Da questo punto di vista, hanno fatto un ottimo lavoro. Me lo consentite, no? Sarete tutti d'accordo su questo passaggio. Dal punto di vista dell'UVP, hanno ottenuto un risultato magnifico; è un po' come il mio, quando abbiamo spostato Rollandin. Che poi il mettere qualcuno che non è proprio del cambiamento sia frutto di una mediazione finale... beh, non è che si può avere proprio tutto dalla vita, però perlomeno questo gruppo ha ottenuto ciò che riteneva importante. È ovvio che non potrà fare granché, così come non avete potuto fare granché voi in questo poco tempo. Quanto mancherà alla fine della legislatura, una decina di Consigli? Non è che si possa fare chissà cosa, perché poi vorrei ricordare che cominciano due campagne elettorali: quella delle politiche e, successivamente, quella delle regionali. Non è che c'è tutta questa attività ancora che ferverà qui dentro e quindi chissà cosa faremo!
Rispetto alla mozione di sfiducia costruttiva, posso anche ammettere che c'è stato un leggero miglioramento nei contenuti: l'altra volta non c'era manco il foglio, adesso perlomeno c'è, è scritto con un carattere bello grande, così riusciamo ad arrivare a due pagine (però questi sono dettagli), anche i margini sono stati fatti un po' più grandi, così sembra un po' più di roba. Non ci stiamo inventando nulla di nuovo.
Vorrei ricordare a tutti in quest'aula che i problemi che ci sono fuori non sono poi esattamente quelli scritti qui sopra. Saranno i collegamenti intervallivi? Sì, sì, sicuramente anche quello dei forestali, tutta una serie di cose, però forse chi non ha lavoro e cerca di trovarlo qui non vede grosse prospettive. Non ci sono miglioramenti dal punto di vista della promozione del turismo, stiamo ancora discutendo su chi fa o chi non fa il marchio unico: lo facciamo o non lo facciamo? In altre Regioni sono ben più avanti di noi! Invece noi siamo qui ancora che discutiamo tra di noi, vista la continua... io non direi guerra, a questo punto non direi neanche che sono tribù, ma direi che sono proprio personalismi: invidie personali.
Rispetto ai passaggi politici permettetemi una piccola divagazione politica, mi scuserete, cerco di fare un ragionamento un po' più ampio. Quando è stata lanciata l'idea della grande causa autonomista siete partiti in un certo numero, dopodiché avete lasciato l'UVP con il cerino in mano. Questa è la mia lettura su ciò che è accaduto. Perché? Perché, al di là di quello che veramente poi si dice, è il personalismo che impera qui dentro. Se io ce l'ho con Laurent Viérin perché mi sta antipatico, farò di tutto per far naufragare qualunque cosa dirà, e varrebbe per me come per chiunque. Qui non si guarda ai contenuti, mai, si guarda sempre e solo alle persone! Questo vorrei che fosse chiaro: è un limite umano, ma è amplificato ai valdostani; non lo dico con cattiveria, è un dato di fatto. Ogni popolo ha delle prerogative e delle caratteristiche, e da questo punto di vista purtroppo è così. È un peccato, perché se questo modo di ragionare poteva funzionare quando c'erano tanto denaro, si poteva elargire e trovare in qualche modo una condivisione sui soldi, oggi, che non ci sono più e che dobbiamo superare questo momento di frizione continua, nessuno ha ancora capito che va superato.
Devo dire che le parole dette la volta scorsa dal collega Rollandin, che poi mantenuto (ha detto alcune cose e poi effettivamente le ha fatte), mi hanno un po' sorpreso. Non credevo che mantenesse fede, pensavo fosse solo una tattica quella di dire: troviamo una soluzione, purché andiamo avanti. Ancora oggi penso che, se lo ha fatto, ha un retropensiero: pensa sicuramente di avere una rivincita. Questa è una mia considerazione personale, magari invece effettivamente questa volta ha cambiato idea, perché è anche giusto cambiare idea, è anche giusto che qualcuno, alla fine, si renda conto e decida di agire in un modo anziché in un altro.
Per quanto riguarda poi i colleghi degli altri gruppi che volevano ottenere e dicono di non hanno ottenuto, non è vero. In molti qui vogliono sedere sugli scranni lassù pensando di essere i migliori, salvo poi rendersi conto dopo, a distanza di pochissimo tempo, che non lo sono. Io direi che è più difficile anche per chi ritorna, perché chi ritorna ha il peso di tutto quello che aveva già fatto. I tre che ritornano partono già in handicap: già avevano dei problemi che sono rimasti lì, adesso tornano e dovrebbero risolverli, il che non è proprio una sfida da niente, se mi posso permettere! Perché chi arriva da zero ha almeno il beneficio del fatto che è arrivato da zero. Invece chi torna dirà: adesso risolvo tutto io, vi faccio vedere com'è. Avete un bel coraggio! Come ho detto, avevano coraggio quelli che si sono messi su, ma voi ne avete ancora di più, perché poi verrete giudicati due volte. Come dice giustamente il collega Rollandin sono fatti loro, esattamente, ma sono fatti anche dei valdostani, alla fine, e questo diventa un problema.
Ora cosa succede? Succede che noi stiamo qui, risolviamo dei problemi in teoria (che non risolviamo). Questa è un'opinione ancora personale, ma ritengo che fregiarsi del fatto di aver risolto il problema del Casinò, ecco, io aspetterei prima di affermare una cosa del genere, perché il problema del Casinò è tutt'altro che risolto, e da un punto di vista occupazionale e da un punto di vista economico. Lo stesso discorso vale per i forestali: i soldi sono dell'Amministrazione - perché a volte sembra che li metta direttamente l'Assessore di riferimento - è l'Amministrazione che decide.
Vorrei farvi notare una cosa, colleghi dell'UVP: se nella Giunta precedente voi avevate un "peso politico" di un certo tipo, perché chi stava con voi in qualche modo vi teneva in alta considerazione, vuoi per poca forza, vuoi per poca coesione, vuoi perché riconoscevano in voi delle qualità (non lo so qual è il motivo), nella nuova Giunta avrete un peso inferiore. Perché? Avrete un blocco, quello di UV, PD ed EPAV che, se vorrà mettere in difficoltà il Presidente, lo farà in Giunta senza nessun problema. Non so se mi state seguendo da fuori, ma in Giunta sono i componenti che votano le delibere, che dicono cosa votare e cosa non votare, cosa è meglio ritirare e cosa è meglio cambiare, e lo si fa in maniera collegiale. Bisogna avere una maggioranza anche in Giunta, e non basta essere nella stessa coalizione per avere una maggioranza in Giunta, perché, siccome è una continua lotta di potere fra un gruppo rispetto ad un altro, se io porto un provvedimento che in qualche modo avvantaggia me e svantaggia il collega che mi è accanto, glielo bloccherò. Mi sembra evidente.
Non so se le cose miglioreranno. Io ho qualche dubbio, collega Viérin. Lei se ne rende conto e quindi io spero per lei che nessuno la metterà in difficoltà. Sicuramente vorranno lavorare con lei nella maniera più assertiva e più collaborativa possibile. Io di questo ne sono convinto, a cominciare dal collega Marguerettaz, che non vede l'ora di tornare e ricominciare i contenziosi perché un po' ne sente la mancanza, visto che è "l'Assessore del contenzioso". Non so se questa sarà anche la sua linea, neo Presidente... in questo momento non so come chiamarla, collega Viérin, poi troveremo il modo giusto.
Cosa ci auspichiamo allora? Auspichiamo che finalmente l'ipocrisia di cui è intrisa tutta questa discussione non resti solo ipocrisia, ma diventi realmente qualcosa di definitivo, di fattivo, di reale. Ho dei grossi dubbi, come al solito, quindi anche per questo motivo non voterò, non solo perché io non voto a favore di qualunque Governo, ma perché anche qui vedo una Giunta ancora peggiore di quella precedente. Quindi, senza nulla togliere, pur sospendendo il giudizio, perché prima dovete lavorare e poi giudicherò, sicuramente non vi dirò cose meravigliose. Non ci sono tanti soldi, e poi mi dovete spiegare una cosa (avremo modo ancora di parlarne): se veramente poi lo Stato ci chiede quei famosi 144 milioni e non ci dà altro, sinceramente come pensate di fare tecnicamente? E non rispondetemi con i soldi della vendita di CVA, per favore, perché quello non è un bel modo! Se poi voialtri siete tutti quanti d'accordo, ma non so fuori di qui quanti siano d'accordo... Per quanto mi riguarda e ci riguarda - perché parlo anche a nome del mio collega - quella non si deve vendere, a maggior ragione per tappare i buchi di politiche scellerate fatte solo per ottenere consenso e non per creare sviluppo, cosa di cui ci hanno accusato i giornali nazionali. Avevamo ragione, sono cose che vi stiamo dicendo da anni, a tutti.
Qui a volte ce lo dimentichiamo chi ha governato fino ad oggi; magari c'è qualcuno di nuovo, ma c'è qualcuno che sta lì da "n" anni, e quindi ha delle responsabilità politiche enormi rispetto alla situazione nella quale ci troviamo. Non è che qualcuno se lo dimentica. Io spero vivamente che, dopo quattro anni e mezzo di legislatura, si cominci finalmente a fare qualcosa di decente per i cittadini.
Presidente - Ci sono altri iscritti a parlare? Non ci sono altre richieste? Il tempo per una riflessione l'ho lasciato. Ha chiesto la parola il Consigliere Restano; ne ha facoltà.
Restano (AC-SA-PNV) - Il dibattito che stiamo facendo ci porta a discutere a 360 gradi su tutti gli argomenti che in questi quattro anni abbiamo affrontato in varie maniere. Sempre più sovente e con maggior ricorrenza si parla di autonomia; l'autonomia è un punto all'ordine del giorno di tutti i Governi che si sono succeduti. Ora mi viene da chiedere: ma quale autonomia? Si dovrebbe parlare dell'autonomia vera, quella concreta, non di parole vuote, astratte, di retorica. L'autonomia è servita e deve servire a qualcosa, deve essere utile per i valdostani, non solo ai politici nei momenti di competizione elettorale o nei momenti di crisi; deve essere un baluardo per la nostra economia. Ai valdostani interessa questa: l'autonomia vera e propria. Allora sì che questo tema unisce, unisce la politica alla popolazione, ai valdostani di nascita e di adozione. Quella è la vera politica e la vera autonomia, che poi si estrinseca nel saper fare, nel saper gestire qualcosa, nel saper gestire la cosa pubblica, nel creare, nel costruire, nel governare nella buona maniera; significa saper governare il cambiamento, saper uscire da una crisi politica senza distruggere tutto. Poi, scendendo, può anche significare saper gestire i trasporti, gli aeroporti, e così via.
Permettetemi, colleghi, di entrare anche in un altro argomento. Quando si parla di accordo paritario con il Governo nazionale o di impegno per ristabilire un'equa ripartizione che non penalizzi la Valle d'Aosta, io mi chiedo: ma questi rapporti corretti con lo Stato vogliamo chiederli solo da oggi? Non dovevamo pretenderli già in precedenza, a Milano, nel 2010? Da allora forse qualche occasione per rinegoziarli l'abbiamo anche avuta. Devo dire che la Giunta Marquis ci ha provato, qualche risultato l'ha portato avanti, è una Giunta di cui fanno parte persone che siederanno anche a breve nel prossimo Governo. Quando è stato firmato l'accordo di Milano, la crisi economica era già avviata (è partita nel 2008), non è partita negli ultimi sei/sette mesi alla quale dobbiamo, e vogliamo, dare soluzione solo oggi. Il dibattito sul centralismo risale all'inizio degli anni Duemila, quando le Autonomie speciali erano già oggetto di attacco da parte dello Stato, e proprio in quegli anni abbiamo vissuto periodi anche poco felici della politica valdostana. Ha iniziato a frantumarsi l'Union Valdôtaine, e nel tempo abbiamo visto nascere: Renouveau, Aosta Viva, ALPE, UVP e Pour Notre Vallée. Mi chiedo: forse siamo noi che abbiamo abbandonato l'autonomia e che ci siamo chiusi nelle sedi dei partiti. I valdostani non l'hanno abbandonata, perché sono nati dei movimenti spontanei, sono nati dei gruppi di persone che hanno lavorato su questi valori, sul mantenimento del bilinguismo, mentre noi che esempio abbiamo dato? Stiamo facendo prevalere l'inglese al francese. All'interno dei gioielli della Valle d'Aosta, quali il Forte di Bard, vediamo sfarinata la lingua francese in favore di altre lingue. Stiamo abbandonando gli accenti sul francese scritto. Da un lato invochiamo il referendum per cambiare il nome al Comune di Courmayeur (lo vogliamo chiamare Courmayeur-Mont Blanc) e dall'altro lato l'ottava meraviglia del mondo la chiamiamo Skyway: è una contraddizione! La politica ha abbandonato il particolarismo e l'autonomia. Allora cosa fare? Nous même, collègues, nous devrions faire un petit effort, tous ensemble, en employant beaucoup plus notre langue maternelle, le français, et en employant aussi le patois. Quand on parlera d'autogouvernement, on devrait se rappeler ce qu'on n'a pas encore fait et qu'on pourrait faire, ce qu'on aurait dû faire, les fautes qu'on a faites sur le dossier Casino et sur le dossier CVA, afin de pouvoir fournir, d'ailleurs, une image différente d'autogouvernement.
Questi sono argomenti che hanno contribuito a dividere i movimenti, a far crescere il populismo, di certo non hanno aiutato l'aggregazione così come fecero i nostri padri fondatori, quando lavorarono in maniera completamente diversa. Allora ben venga ciò che ho letto nel programma, laddove si parla di trasparenza, verifica costante dell'azione politico amministrativa, condivisione, confronto; ben vengano, se sono reali. Alcuni dei principi sui quali si basa l'autonomia sono legati anche all'accessibilità (vengo ad argomenti più specifici, che mi hanno riguardato). Posso dire che in questo breve periodo sono stati sviluppati e portati avanti dei progetti riguardanti il piano strategico della linea ferroviaria, il contratto ponte, il piano regionale dei trasporti, che vedo ripresi (brevemente, devo dire) nel programma di governo, ma che vi invito a non trascurare.
Forse le linee programmatiche d'urgenza risentono un pochino dell'influenza di chi in questo periodo è seduto sui banchi del Governo: il suo, collega Viérin, e quello di Bertschy, perché vedo sviluppata con attenzione la parte della sanità, del welfare e dell'agricoltura. Si liquida però in due righe la parte riguardante il turismo, lo sport e l'accessibilità. Devo dire che non si può scrivere tutto sulle linee programmatiche, questo lo capisco, però sembra quasi siano messe in secondo piano.
Si è fatto tanto lavoro, si è lavorato per il contratto ponte che non è citato. Ricordo che siamo l'unica Regione senza contratto con Trenitalia. Vi ricordo che è in atto un contenzioso, il contratto ponte potrebbe occupare parte di questo contenzioso almeno per il futuro, e darebbe un segnale forte ai valdostani, un segnale di attenzione; inoltre eviterebbe eventuali sospensioni dei trasporti ferroviari.
Manca totalmente una parte che riguarda lo sport. È in via di definizione la riforma della legge n. 3, sulla quale, candidato Presidente, gradirei che voi poniate una particolare attenzione, perché lo sport è collegato alla salute, è la prevenzione primaria della salute. Così come l'agricoltura è collegata in maniera stretta al turismo e alla necessità (e gli uffici stanno lavorando in tal senso) di fare una riforma turistica.
Rispondo al collega Cognetta: il bando riguardo alla revisione del marchio "Ombrello" è praticamente pronto, è solo da portare avanti e da sostenere. Così come, in continuità con chi c'era prima, si è lavorato sugli approfondimenti dei collegamenti intervallivi (oggi pronti alla discussione) e sui lavori più importanti da fare sui nostri impianti a fune, nonché sugli impegni finanziari che ne deriveranno, impegni importanti, che ci vedranno, se lo deciderete, esposti su vari punti.
Termino, colleghi. Devo dire che ho trovato un gruppo di professionisti in Assessorato che ha lavorato tanto. Hanno dimostrato tutte le loro capacità professionali e la loro dedizione al lavoro; voglio ringraziarli tutti per l'impegno profuso e l'obiettività dimostrata in questo periodo. Il lavoro fatto è stato molto e direi proficuo, lo lascerò al collega che mi sostituirà.
Non condivido tutto quanto affermato dal collega Baccega, mi trovo su posizioni francamente diverse ed opposte: non è tutto buono quello che fa lui e pessimo quello che fanno gli altri. Ognuno si impegna per creare sviluppo a questa comunità. Lui raccoglierà come gli altri il lavoro di chi l'ha preceduto e potrà valutarlo. L'importante è che tutti insieme si dia un impegno sincero in favore della comunità valdostana e non ci si limiti solo a battute e spot elettorali in questa sede. È chiaro che il passaggio odierno, non ce lo nascondiamo - è già stato accennato e anche dichiarato apertamente - ha un suo significato politico di riunione di una parte delle forze autonomiste, ma è "una parte". Non hanno aderito tutte e non tutte sono state invitate al tavolo della discussione e i motivi possono essere di vario tipo. L'autonomia non sta tutta da una parte, è un valore che riguarda tutti i valdostani, indistintamente dall'appartenenza politica e dal proprio modo di pensare.
Io vi auguro buon lavoro, questo lo devo fare. Non sarò di questa partita, non vi darò il mio sostegno. Penso che anche il gruppo che rappresento non darà il suo sostegno, però non faremo mancare il nostro confronto, il nostro apporto su ogni singolo dossier, magari con un occhio critico, ma sempre propositivo e costruttivo.
Presidente - Ci sono altri? Non vedo nessun collega iscritto a parlare. Se non ci sono richieste di intervento, chiudo la discussione generale. Io non posso tenere conto di chi non è in aula, scusate! Ho fatto una domanda: se c'è qualcuno intenzionato a parlare, si iscriva; se non c'è nessuno, chiudo la discussione. La discussione generale è chiusa. Mi dispiace per lei, collega Certan. No, non aveva schiacciato, assolutamente! Non aveva fatto nessuna richiesta. Collega Marquis, per cortesia!
Chiedo una sospensione per una Conferenza dei Capigruppo.
La seduta è sospesa dalle ore 11:31 alle ore 11:41.
Rosset (Presidente) - Possiamo riprendere i lavori? Chiedo ai colleghi di rientrare. Chiederei di stare o dentro o fuori. Grazie.
Come deciso in Conferenza dei Capigruppo, la discussione generale è chiusa, si può andare in replica e, come concordato, per la dichiarazione di voto verranno dati dieci minuti anziché cinque, siccome gli oggetti sono due. Qualora qualcuno dovesse oltrepassare i dieci minuti, non sarò così tassativo.
Nessuna replica da parte del Governo? Possiamo passare alle dichiarazioni di voto? Dichiarazioni di voto. Ha chiesto la parola la Consigliera Certan; ne ha facoltà.
Certan (ALPE) - Credo che questo nuovo Governo inizi già con il nervosismo e con il controllo dei tempi, è sicuramente di buon auspicio.
Je crois que le Renouveau Valdôtain n'ait que commencé. Aujourd'hui ne se termine pas une phase, ce n'est qu'une secousse afin qu'une nouvelle saison puisse s'avérer. Il s'agit d'une secousse pour apaiser les appétits des lions et pour apaiser les dernières exigences de la vieille politique. C'est une vieille politique, celle qui s'installe aujourd'hui, maquillée sous un nouveau programme appelé "d'urgence", qu'au lieu d'accueillir une nouvelle façon de s'occuper de la res publica et de laisser se concrétiser et agrandir dans un vrai projet commun, à un certain point s'est épouvantée au point que l'aveuglement des personnalismes et des jalousies ont remporté le mieux sur le projet de nouveauté.
Je me demande, Monsieur Perron, pour quelle raison vous n'avez pas continué à gouverner le 10 mai, par exemple; vous étiez déjà ensemble, je me demande pourquoi vous avez démissionné! Il est important de dire que ce projet de renouvèlement, que nous avons essayé de bâtir, aujourd'hui ne s'interrompt pas pour des motivations politiques importantes, pour des questions d'autonomie ou de principe. Les gens en ont marre d'entendre parler de ces mots basilaires, très importants pour notre Région, mais qui sont employés sans y croire. Donc, il n'y a pas de motivations politiques importantes, pas de raisons administratives, mais il s'agit de raisons exclusivement électorales. Les grands gurus de la politique valdôtaine ont calculé que pour gagner les prochaines élections il n'y a pas besoin de convaincre les citoyens avec des propositions et des programmes, les citoyens ne sont pas si importants. C'était mieux faire des calculs, et nous l'avons lu sur la presse, il fallait être au Gouvernement et arriver à la Présidence de la Région pour gagner les élections. Voilà, pour le bien de la Vallée d'Aoste! Il fallait embarquer quelqu'un d'autre, peut-être moins précis, moins cohérent, pas pour aller aux élections en changeant, mais pour embarquer et avoir les voix. D'altronde non dimentichiamoci le parole del collega Bertschy in una riunione di maggioranza: "Noi perdiamo voti, voti, voti - ha tuonato un giorno al collega Chatrian sul dossier Casinò - lo vuoi capire o no che devi togliere certe persone perché noi perdiamo voti?". Questa era la grande prospettiva che la Valle d'Aosta aveva, altro che il bene della Valle d'Aosta!
Le raisonnement était très clair: pour gagner les prochaines élections on doit atteindre le 42%, il faut se rassembler, mais à quel prix pour la Vallée d'Aoste? Unir pour des objectifs communs, partageables avec les citoyens ou faire un collage, coller pour remplir des slogans? Aujourd'hui se rassemblent ceux qui se ressemblent? Et le rôle des citoyens? Existe-t-il encore un respect pour le rôle des citoyens? Nous, on a cru et on a estimé que ce rassemblement et cette mise en commun devaient être faits sur des objectifs communs, en partageant des principes, un programme, et non uniquement pour un énième change de Gouvernement, pour réussir finalement à atteindre le siège plus haut de la salle.
Quand ALPE a décidé, au mois de mars 2017, d'accepter le défi, j'avais des réserves, mais je savais à quel point il était important pour nous ce changement; je n'arrivais pas à comprendre si les autres forces politiques concernées en était convaincues de la même façon que nous, mais seul les démissions de tous les Assesseurs de la Junte m'avaient convaincu. Je crois qu'ALPE a su démontrer d'être capable, d'être force de Gouvernement constructive, de travailler.
Monsieur Follien, ces jours-ci je suis allée recueillir mes pensées avec nos pères fondateurs (vous l'aviez rappelé l'autre jour); sur le tombeau d'un des plus importants il y avait écrit: "J'ai cru, je vois". Et bien, nous avons cru en ce que nous avons fait et nous voyons, nous regarderons attentivement ce qui est en train d'arriver. J'ai dit: "Abbiamo creduto, osserviamo, vigiliamo senza paura, senza fretta".
Mi dispiace che questo ennesimo Governo inizi già con un programma d'urgenza, bisogna fare in fretta. L'operazione capricciosa di oggi è un'operazione di vertice, un accordo tra clan di spartizione del potere. L'ho già ricordato la scorsa volta che gravi cose sono successe in questa nefasta legislatura, anche in quest'ultimo periodo: sono state registrate riunioni delicate e - cosa gravissima - le registrazioni sono state inviate a terzi per pubblicarle, probabilmente con l'intento di nuocere a qualcuno e danneggiare qualche collega. Anche la questione dei 25 mila euro è inquietante, mi auguro veramente che venga fatta chiarezza nel più breve tempo possibile. Credo che neanche Freud in questo momento, nessun altro clinico, sarebbe in grado di tenere una seduta di psicanalisi. Speriamo che sia l'ultimo colpo di coda di irrequieti assetati di potere. Solo chi è affetto da deliri di onnipotenza crede di poter fare come se niente fosse. Mi auguro finalmente che con questo atto il complesso di Edipo, che di solito si supera a due o a tre anni, venga superato definitivamente, che trovi rimedi conclusivi e che, dopo tanto saltellare, si riesca veramente a trovare la pace dei sensi, almeno per qualche mese.
In questi mesi, per quanto mi concerne e ci concerne, di certo non abbiamo perso del tempo, quindi state tranquilli. Credo che le dimenticanze sul programma d'urgenza, ad esempio della scuola e della cultura, indica che va tutto bene... tutto bene non credo, ma sicuramente non è stato perso niente in questo periodo, anzi. Chi si avvicenderà, troverà sicuramente il lavoro portato avanti e anche dei passaggi in più. In ambito scolastico si è lavorato alacremente sull'alternanza scuola/lavoro; nel mese di maggio non c'era, eppure era obbligatorio per legge che iniziasse a partire da questo anno scolastico. Abbiamo siglato accordi con le imprese che permetteranno agli studenti di confrontarsi con il mondo del lavoro. L'accordo Stato-Regione per il PON (7,7 milioni) è da firmare, il 30 ottobre c'è la firma a Roma, e porterà sicuramente nuove risorse. Abbiamo messo in atto i progetti europei, la programmazione triennale dei corsi IFP; abbiamo anche iniziato con le istituzioni tutto un lavoro di revisione della legge regionale n. 18/2016 des adaptations, mettendoci soprattutto all'ascolto della scuola. Poi abbiamo fatto tutto il discorso della revisione della legge sulle biblioteche, le associazioni culturali, il restauro e la valorizzazione del patrimonio artistico, storico ed ambientale. Non siamo certo stati a dormire e c'è stata davvero una grande collaborazione anche da parte dei lavoratori.
Molto è ancora da fare. Sette mesi non sono stati tanti, tuttavia la strada nuova per una nuova stagione della scuola e della cultura valdostana è stata tracciata, c'è. È solo un arrivederci. La primavera e le elezioni questa volta fortunatamente non potranno più essere rinviati e, obtorto collo, arriveranno. La parola passerà fortunatamente non più a noi, neppure ai giornali, ma ai valdostani attraverso il voto.
Signor Viérin, è il suo settimo Governo, il sesto, non so come vuole chiamarlo. In questi quattro anni e mezzo ne abbiamo viste di tutti i colori, quindi le auguro davvero buon lavoro, ricordandole che lei è il terzo Presidente; di solito non c'è il due senza il tre e... il quattro vien da sé!
Presidente - Altri per dichiarazione di voto? Ha chiesto la parola il Consigliere Norbiato; ne ha facoltà.
Norbiato (AC-SA-PNV) - Non vi nascondo una certa delusione nell'accingermi a commentare con voi, egregi colleghi, l'ennesimo parto di questa nuova maggioranza; delusione dovuta al fatto che le decisioni - peraltro piuttosto sofferte - del 10 marzo scorso, in occasione del mio ingresso in quest'aula, erano frutto di una consapevole convinzione, così come mi auguro sia avvenuto che la nuova maggioranza di allora avrebbe potuto essere foriera di un effettivo cambiamento nel fare politica. Purtroppo, in relazione alle vicende di queste ultime settimane, il giocattolino si è rotto e, a seguito della fuoriuscita del gruppo UVP, il progetto è venuto meno.
Al di là dei contenuti del nuovo progetto politico, in merito al quale esprimerò più avanti alcune mie osservazioni ad alta voce, l'evidenziata delusione è più che altro dovuta - lo spero - ad un'incomprensione di fondo e ad un'interpretazione errata da parte dell'UVP nei confronti del gruppo di cui mi onoro far parte. A tal fine, mi preme ricordare che in occasione della nascita del nuovo gruppo Area Civica, Pour Notre Vallée, Stella Alpina, avevamo detto testualmente che "questo nuovo gruppo rappresenta un laboratorio, un contenitore di idee, di progetti che guarda, sì, alle prossime elezioni (e dunque agli elettori), ma si pone in dialogo e confronto costruttivo sia con la minoranza, sia con altri laboratori politici similari quali il Rassemblement Valdôtain tanto voluto dall'UVP". A seguito di questa nostra dichiarazione, spiace pertanto registrare tra le motivazioni addotte dall'UVP quella secondo cui il nostro accorpamento sarebbe stato conseguenza di un progetto politico alternativo a quello del Rassemblement. Ulteriore causa di delusione è il fatto di essere stati unilateralmente esclusi dal tavolo del Rassemblement, quasi che esistano autonomisti di serie A e di serie B. In merito, ritengo non corretto il fatto che la patente di "autonomista", "federalista", "regionalista" sia prerogativa degli unionisti e degli ex unionisti.
Concordiamo quindi sul fatto che sia di grande attualità, vista la crisi che attanaglia la nostra Regione, la necessità che le forze autonomiste, nel senso più nobile e disinteressato del termine, si riuniscano per risolvere i problemi della collettività. Pare che tale momento non sia ancora maturo. Ad ogni buon conto, non dimentichiamo che il popolo sovrano fra pochi mesi saprà sicuramente mettere ordine a questi nostri interrogativi.
Infine, mi sia permesso osservare che la tanto decantata impalcatura datata 10 marzo scorso, l'elemento di novità e del cambiamento metodologico di governo è improvvisamente scomparso nella vostra mozione, tanto da far registrare la presenza di consumati professionisti della politica nella Giunta che vi accingete a votare.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Padovani; ne ha facoltà.
Padovani (GM) - Avremmo preferito un po' di alternanza, ma evidentemente non c'è la volontà di fare un dibattito.
Questa vicenda non poteva che concludersi di venerdì 13. Come qualcuno saprà, venerdì 13 è anche il titolo di una serie di film horror abbastanza nota. Un mio amico, in questi giorni, mi chiedeva se qua dentro qualcuno gioca al gioco delle sedie, quello che si faceva da bambini in cui partiva la musica, si correva intorno alle sedie e poi, quando smetteva la musica, chi rimaneva senza sedia aveva perso. Io sinceramente non so a che gioco si stia giocando qui dentro, ma penso che ci sia una linea ben chiara, linea che riporta un noto giornale valdostano di questa settimana. Prima il collega Viérin citava Alexis Vallet, ora io citerò Dino Viérin. Questa citazione è su un giornale di lunedì e dice: "la via all'UVP l'aveva indicata qualche tempo fa il suo mentore Dino Viérin: alle elezioni bisogna andarci governando e con la Presidenza". Bisogna dare atto all'UVP che è riuscita in questo.
Ricordo che l'UVP ha tolto la fiducia alla precedente maggioranza perché non c'era un progetto condiviso, non c'era unità di intenti e non vedeva un futuro politico. Ora, sentendo anche gli interventi tra lo scorso Consiglio e questo, non ci vedo tutta questa unità, a partire da come si legge questo nuovo Governo. C'è chi lo presenta come la novità (come ha detto il collega Viérin) e c'è chi dice che in realtà è il ristabilimento dello status quo o il ristabilimento di una situazione ex ante (come hanno detto i colleghi Contoz e Guichardaz). Lo vedremo con il passare dei giorni che cos'è. Ad oggi sinceramente mi sembra di poter dare ragione ai colleghi Contoz e Guichardaz perché, anche solo a leggere i nomi della nuova Giunta, il ristabilimento dello status quo mi sembra evidente.
Dicevo che è un progetto che non parte proprio benissimo in quanto ad unità di intenti e di vedute. Cito quanto ha affermato il collega Guichardaz su un social network giusto undici giorni fa: "Il Rassemblement è fallito come partito; in molti si stanno chiedendo che senso abbia un riassembramento di gente che è ancora in politica esclusivamente in virtù della separazione dalla casa madre. A che pro rimettersi insieme, quindi? È una domanda che francamente mi pongo anch'io da un po' di tempo e con maggiore insistenza, da quando è cominciata la manfrina del Rassemblement". La soluzione del Consigliere: "A dire la verità, ci sarebbe anche una terza via che tutti inneggiano, ma nessuno vuole andare al voto anticipato". Ora evidentemente in undici giorni gli hanno spiegato qual è il senso del Rassemblement, probabilmente mentre gli offrivano la poltrona da Assessore alle attività produttive, o prima o dopo (questo magari sarà il collega Guichardaz a spiegarcelo). Il collega Guichardaz, se non ricordo male, lo Consiglio scorso - forse addirittura quello prima - diceva: "non ho mai avuto paura di trovarmi dalla parte opposta della plancia di comando e, se non si chiariranno i vari aspetti, rimarrò ancora lì". Ora evidentemente questi aspetti si sono chiariti. Diceva anche: "i responsabili di questo bailamme devono ammettere di aver sbagliato". Io ricordo l'intervento del collega Fabbri che, con la classe che gli riconosco e lo contraddistingue, ricordava al collega Guichardaz come si era arrivati a quel 10 marzo e come l'UVP rivendicava quel cambio di vedute, di maggioranza, cambio di maggioranza che, come diceva prima il collega Baccega - mi perdonerà se non cito proprio alla lettera - ha sfasciato la maggioranza ante 10 marzo. Ora però il collega Baccega mi deve spiegare come si può fidare di rimettersi in casa chi prima ha sfasciato quella maggioranza.
A me sembra che questo nuovo Governo abbia un obiettivo dichiarato, l'hanno detto più esponenti della nuova e futura maggioranza: arrivare al 42 percento, quel 42 percento che permetterebbe artificiosamente la governabilità. Perché artificiosamente? Perché il sistema politico valdostano ha perso di credibilità e, perdendo di credibilità, ovviamente ha perso la possibilità di riuscire a governare, ovvero di riuscire a trasformare la rappresentazione delle necessità della maggioranza della popolazione in voti. Perché? I perché sono tanti, uno dei perché forse in futuro sarà anche tutto quello che abbiamo visto in questi giorni.
Vedete, la credibilità nell'elettorato la si guadagna se si riesce a rappresentare i bisogni della maggioranza di questo elettorato (o di una maggioranza di questo elettorato); se è necessario creare artificiosamente, perché mettere un premio di maggioranza nella legge elettorale è creare artificiosamente le condizioni per la governabilità, se è necessario questo, è perché non si riesce a rappresentare i bisogni della maggioranza delle persone. Questo è l'obiettivo di questo Governo: arrivare alle elezioni e provare a guadagnare questo 42 percento, arrivare alle elezioni gestendo i cordoni della borsa. Ci sarà il bilancio tra poco, lo ricordava prima il collega Cognetta: probabilmente voi volete gestire i cordoni della borsa per arrivare poi alle elezioni, magari anche provando (io non so in che modo) ad accelerare il processo di quotazione di CVA in Borsa, perché le voci di questa quotazione sono che il risultato sarebbe un chiamiamolo "tesoretto" (anche se proprio piccolo non è) di circa 400-500 milioni. Quello che penso della quotazione di CVA ormai lo sanno tutti. Il vero obiettivo di questo Governo è pertanto questo: arrivare alle elezioni avendo gestito i cordoni della borsa. Io spero vivamente, per le valdostane e i valdostani, che voi non lo gestiate come è stato gestito fino a prima del 10 marzo, perché quello non è un modo per dare risposte alla maggioranza delle valdostane e dei valdostani che sono in difficoltà, ma è un modo per dare risposte ai soliti noti e agli amici degli amici.
Io penso, anzi, sono convinto che questo non sia un Governo di cambiamento. Penso che questo sia il ristabilimento dell'ancien régime, della situazione ex ante rispetto al 10 marzo, di quella situazione che ha portato la Valle d'Aosta sull'orlo del baratro, in una situazione economica gravissima di crisi, sempre più presente anche nella nostra regione. Io a questo Governo - come ho già detto - non darò nessuna fiducia e, anzi, farò un'opposizione molto dura.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Chatrian; ne ha facoltà.
Chatrian (ALPE) - Collega candidato alla Presidenza, Viérin, ho ascoltato attentamente il suo intervento. I miei colleghi Morelli, Roscio e Certan hanno già dettagliato bene qual è la posizione del nostro gruppo, ma vorrei mettere in evidenza qualche elemento in più. Mi sembra sinceramente molto debole questo progetto; sarà una nostra opinione, sarà una mia opinione. Lei lo sa e anche i valdostani lo sanno: noi non abbiamo voluto aderire a questo progetto fragile e debole perché di nuovo non aveva e non ha nulla.
Mi spiace sentire le parole del collega Contoz, a cui oltretutto abbiamo permesso di entrare in questa sede, perché i suoi colleghi non si sono presentati in questo Consiglio all'inizio di marzo, e il termine "ripristinare lo status quo" devo dire che mi fa un po' rabbrividire, mi fa persino un po' paura.
Torno al dato di natura politica, collega Viérin. Il nostro gruppo porterà le sue proposte in quest'aula e nella Commissione competente per approvare il bilancio. Io non so se questo sarà il "Governo del bilancio"; lo auspico, spero che ci sia modo e tempo di approvare la Finanziaria regionale. Non so se condividete, ma proprio a seguito del dibattito e della proposta politica che viene fatta oggi in quest'aula, così importante, mi sembra di aver capito che forse, una volta approvato il bilancio, sia arrivato veramente il momento di andare alle elezioni. Quindi perché non definire questo Governo come il "Governo del bilancio"? Sappiate che ci sarà la nostra proposta nel merito per la prossima Finanziaria.
Sembra passato un secolo da quando, nel 2013, ALPE, UVP e PD si presentavano in coalizione alle regionali: si è perso, con onore direi, ma comunque si è perso. Per quanto ci riguarda, non ci siamo persi d'animo e abbiamo affrontato il compito che ci derivava da quel risultato con quel giusto impegno, credendo fino in fondo alla funzione assolutamente fondamentale svolta in democrazia dall'opposizione. Avevamo le idee chiare (e le abbiamo ancora). Avevamo anche un programma presentato agli elettori ed elaborato con gli alleati, in cui era scritto nero su bianco (ecco la differenza fra le parole e i fatti) che il "sistema Valle d'Aosta" era malato e andava cambiato. Forse sono presuntuoso a fare questo passaggio. Per fortuna ogni tanto gli Amministratori (noi tutti) passano, ma le istituzioni invece rimangono. Mentre noi siamo rimasti fedeli al nostro mandato ricevuto, voi avete deciso un percorso diverso, che noi non condividiamo nel merito e anche nella forma, per cui abbiamo comunque voluto portare il nostro contributo. Noi siamo stati leali con gli elettori e soprattutto coerenti con l'idea di fare politica a servizio della gente. Non abbiamo voluto fare favori e nemmeno promesse; non abbiamo neanche scalpitato per piazzare sulle poltrone i nostri militanti. Verificatelo, ve lo dico serenamente e tranquillamente.
In questi sette mesi di Governo abbiamo dimostrato che si può fare politica e amministrare la cosa pubblica in modo diverso. La maggioranza a cui abbiamo aderito si era assunta la responsabilità di intervenire finché eravamo in tempo per evitare il collasso delle istituzioni regionali. Vi ricordo che ad inizio anno non c'era accordo nella vecchia maggioranza sulle scelte da fare per evitare che il Casinò andasse a fondo. Per fortuna, almeno finora, abbiamo evitato che si desse corso a questa abiezione. È un'altra cosa di cui possiamo essere fieri.
Sette mesi di Governo mi sembra che dia fastidio a tantissimi Consiglieri, come dire: questo periodo deve essere cancellato, cancellato completamente. In questi sette mesi di Governo abbiamo comunque raggiunto risultati importanti, a mio parere. Siamo riusciti a mettere in campo delle novità, siamo riusciti con tante difficoltà a seguire dossier difficili. Siamo riusciti a darci una nuova legge elettorale che, pur non essendo perfetta, non come Governo, non come maggioranza, se non altro dovrebbe almeno garantire la segretezza del voto. Abbiamo messo in sicurezza la società Casino de la Vallée senza licenziare nessuno, senza erogare denaro pubblico non giustificato da precisi impegni risultati misurabili. Su questo ringrazio tutti i colleghi della ex maggioranza. Siamo riusciti ad invertire la rotta. Il percorso è ancora lungo, difficile, il tema è ancora indubbiamente da seguire con attenzione, ma possiamo dire che siamo sulla strada giusta. Pensiamo anche agli interventi di sostegno al settore agricolo, ne abbiamo discusso parecchio in Giunta, più volte; due erano i settori più colpiti: il settore agricolo e il settore edilizio. Con il collega Viérin siamo entrati nel merito. Sapevamo che erano dei piccoli tacconi, ma significativi, importanti. Abbiamo reperito le risorse e dalle parole siamo passati ai fatti. Sono battaglie che in quest'aula abbiamo fatto all'incirca in questi ultimi nove anni. Stessa considerazione la potrei fare sull'edilizia. Non è stata semplice la proposta che il collega Borrello ha fatto, e non è ancora conclusa; non sarà perfetta, ma è l'inizio di un percorso per dare delle risposte probabilmente ai due settori più in difficoltà e più in crisi. Non parole, ma fatti.
Credo di poter dire che abbiamo anche instaurato un buon modo di lavorare in Giunta, perché non è vero che in Giunta non si discuteva. I colleghi possono testimoniarlo, e il collega Viérin, candidato alla Presidenza, lo sa. Abbiamo discusso di tutti i temi, anche di quelli più delicati, quelli che, a sentir qualcuno, non abbiamo mai discusso. Non è vero! Ne abbiamo discusso, ma nel momento in cui si discute non possiamo mettere il carro davanti ai buoi. Nel momento in cui si discutono temi così importanti, non possiamo dire alla comunità valdostana che certe cose si possono fare se non ne abbiamo la capacità; su temi così delicati non possiamo dire ai valdostani che l'iter è un altro e - come sovente ho detto in quest'aula - che la parte amministrativa e quella politica vanno di pari passo.
Leggendo la mozione di sfiducia, apprendiamo che improvvisamente la Valle d'Aosta necessita di un'adeguata autonomia finanziaria. Questo mi fa male da una parte. Mi fa male, dopo sette anni di discussioni in quest'aula, che in questi sette mesi il Presidente Marquis, il sottoscritto e questa maggioranza non abbiano risolto questa criticità. Ma chi ci ha portato a questa situazione? Ma dove siamo arrivati? Quali sono stati i motivi per cui oggi abbiamo delle difficoltà a poter dare delle risposte puntuali a dei settori strategici? Non è per niente chiaro sulla base di quali intenti nasce questa ennesima maggioranza, o forse è troppo chiaro, o forse sono troppo ingenuo, o forse siamo troppo ingenui. Non vorremmo che dietro a tutto questo ci fossero solo dei piccoli (neanche tanto grandi) pretesti, legittimi, ma che noi non abbiamo condiviso e che non condividiamo.
Vorrei fare un passaggio importante per quanto riguarda il tema dei collegamenti intervallivi, perché penso sia importante che la comunità valdostana sappia nel merito. L'Assessorato che segue questi temi così di impatto e strategici, per poter dare corso agli investimenti ordinari, nei prossimi quattro anni dovrà reperire 40 milioni di euro; per dare corso agli investimenti straordinari (non dei collegamenti intervallivi) bisognerà reperire circa 86 milioni di euro per poter rifinanziare cinque interventi nei cinque domaines skiables più importanti. In tutto questo gli intervallivi non ci sono. Con i colleghi abbiamo affrontato questo tema in Giunta, sapendo perfettamente che ad oggi il "sistema Valle d'Aosta" non può permettersi di poter dare corso e gambe ai collegamenti intervallivi. È quindi solo un pretesto, un alibi, dove ad oggi non è lì il dibattito, non è lì che non c'era coesione, non è lì che non c'era progetto.
L'altro tema importante, non secondario, è quello della CVA. Fra pochi giorni l'Amministrazione regionale dovrà comunicare all'azionista (Finaosta) e dare corso a quanto leggo: "la presentazione della domanda di ammissibilità consentirebbe di chiudere compiutamente la fase preparatoria del processo di quotazione, verificando l'effettiva ammissibilità al mercato borsistico, dando nel contempo all'azionista la possibilità di decidere, in un arco di tempo di dodici mesi, in merito all'eventuale quotazione e disponendo di tutti gli elementi necessari". Questo significa che deve essere ancora valutato il tutto; se è tutto regolare, se siamo nelle condizioni di poter eventualmente quotare una parte della nostra società in Borsa (32-33 percento), l'azionista ultimo (il Consiglio regionale) ha dodici mesi per decidere. Questi sono stati i due temi più discussi in queste settimane, in questa estate calda, interessante, caliente. È come dire che all'interno di questa Giunta Marquis non la si pensava alla stessa maniera, ma non è così. Non è sul tema dei temi che non c'era progettualità, che non c'era futuro.
Terzo tema, sul quale io ho accettato questa sfida: il bilancio. L'80 percento delle strutture hanno già comunicato all'Assessorato del bilancio la predisposizione per il 2018. In queste settimane, in questi ultimi tre mesi tutta la Giunta regionale era, ed è, al corrente di quali erano le disponibilità vere, dato che ad oggi il punto di caduta nei rapporti con lo Stato è che non abbiamo ancora delle certezze. Non avendo certezze non possiamo fermare un bilancio regionale, non possiamo non dare corso alle obbligatorietà, non possiamo non approvare una Finanziaria. È stato comunicato a tutte le 120 strutture regionali (questa non è melina, sono fatti scritti nero su bianco) che la disponibilità del 2017, la quale ammontava a 1.079 milioni di euro (disponibili da spendere), per il 2018 è la stessa. Questo è lo stato dell'arte sulle disponibilità, quanto si può spendere. Indubbiamente ci va una valutazione di natura politica. Noi, in queste settimane, vista la crisi che è stata aperta, non abbiamo potuto intervenire e, di conseguenza, decidere il percorso per poter chiudere la proposta più importante della nostra Finanziaria, quindi il prosieguo del triennale 2018/2020.
Presidente - Può avviarsi alla conclusione, per gentilezza? Grazie.
Chatrian (ALPE) - Termino, Presidente Rosset.
Il vostro mi sembra un progetto di una fragilità estrema. Nonostante la grande corte che ci è stata fatta, noi non abbiamo voluto aderire a questo progetto così fragile, così debole, così scarso. I valdostani non capiscono e ve ne chiederanno conto nei prossimi mesi. Io penso quindi che questo sia il "Governo del bilancio" che poi andrà subito alle elezioni per poter presentare ai valdostani un progetto per il domani, per i prossimi vent'anni.
Noi di ALPE andiamo all'opposizione a testa alta, soprattutto andiamo incontro alle prossime scadenze elettorali fieri di noi stessi e della nostra coerenza; pensiamo che la Valle d'Aosta ne abbia bisogno. Ciò detto, per il bene della Valle d'Aosta, auguro a lei, Presidente, a tutto il Governo e a questa maggioranza, un buon lavoro.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Gerandin; ne ha facoltà.
Gerandin (GM) - Sono convinto che oggi in quest'aula siamo ai titoli di coda di un film al quale non avremmo mai voluto assistere, che sta mortificando - io penso - in primis i valdostani. L'intento di lavarsi la coscienza di fronte ai cittadini cambiando regista (la classica substitution) ma proponendo lo stesso film, gli stessi attori, e con la presunzione di vendere il tutto come una prima visione, io dico che sia davvero poco rispettoso.
Ricordo che questo è il sesto Governo in meno di quattro anni e mezzo di legislatura e il quarto non eletto. Collega Contoz, forse ha perso qualche passaggio. Ci accingiamo come Valle d'Aosta ad entrare nel Guinness dei primati per questo e per le ripetute prime pagine dei quotidiani nazionali, che prima di tutto ledono l'onorabilità dei valdostani. Fa male sentirsi chiedere: ma i valdostani sono quelli che leggiamo? No, non sono i valdostani quelli che leggiamo, è la politica valdostana quella che leggiamo! La nostra autonomia - come ha giustamente ricordato il candidato alla Presidenza Viérin - è messa in discussione e per questo sono convinto che una gestione politica così poco incisiva, poco trasparente e per niente coerente non possa che pregiudicare il futuro della nostra autonomia.
Ho provato ad esaminare questo vostro nuovo progetto che chiamate "progetto da comune cittadino" e la prima conclusione a cui sono giunto è che ritengo sia un'offesa all'intelligenza dei valdostani chiamarlo "progetto". Io d'ora in avanti lo chiamerò con quello che penso sia il suo vero nome: "obiettivo 42". Questa vostra proposta è di assoluta continuità, mentre a mio parere questo momento di grande difficoltà necessitava almeno di una proposta di cambiamento. Dovevamo almeno proporre ai valdostani la possibilità di ipotizzare un qualcosa di diverso.
Io ho ripercorso un po', da comune cittadino, il passaggio di quelli che lei, Presidente, propone come Assessori.
L'Assessore Marguerettaz lo conosciamo da quando ci ha proposto in tutta la sua grandeur il Casinò: ci ha proposto un progetto milionario, approvato per 65 milioni, ma ne abbiamo spesi più di 110 e non sappiamo ancora adesso chi li ha autorizzati, salvo poi essere uno di quei promotori, assertori convinti che erano dei ristori dovuti. Lo diceva anche in quest'aula: no, è tutto dovuto! Che importa se dobbiamo riorganizzare o eventualmente rivedere il discorso dei costi? Quelli no, erano ristori dovuti! Mi ha già anticipato il collega Cognetta e inoltre io l'ho definito in quest'aula "l'Assessore ai contenziosi", per cui avremo buone possibilità di riprendere quel percorso che ha dovuto interrompere. Ha ridicolizzato la Valle d'Aosta per come ha gestito la vicenda del Tor, per cui mi auguro che abbia la forza, Presidente, di non rimettere in piedi il 4K. I collegamenti intervallivi: ma chi non può essere d'accordo sul collegamento intervallivo se, dal punto di vista della sostenibilità economica e dello sviluppo economico, l'opera è da mettere in piedi? Però chi sta proponendo ora questi collegamenti si è dimenticato di mettere, nel triennio della Finanziaria, quelle risorse necessarie per mantenere almeno in vita e sostituire gli impianti oggetto di revisione.
Collega Perron, sulla sua trasparenza al Casinò, per carità... io non so se avrà la delega al Casinò, ma il fatto di leggere dal programma che comunque avrà la delega alle partecipate (presumo anche il Casinò), non mi tranquillizza molto. Lei è quello che in quest'aula, due mesi prima di presentare la Finanziaria, negava la necessità di ricapitalizzare, per poi trovarsi con un deficit di quelle proporzioni legato all'iscrizione di gestioni anticipate che, ahimè, potrebbero causare anche seri problemi su chi le ha iscritte e chi comunque ne era a conoscenza. Quello che poi non mi tranquillizza come cittadino è come lei ha gestito la situazione economica di questa Regione. Lei è quello che ha portato, o comunque negli ultimi anni è stato colui che ha contribuito a portare questa Regione al meno 40 percento del bilancio. Sto ancora aspettando che mi risponda come mai nel 2014, quando tutti gli altri hanno siglato un patto a tutela delle risorse economiche, noi non ci siamo mai seduti con lo Stato. Spero che, ricoprendo di nuovo quella poltrona, recuperi quella documentazione e ci dica in aula qual è stata la scelta politica di non sottoscrivere un patto a tutela del trasferimento finanziario dello Stato. Le ricordo di aver dato il via ad un appalto sulle pulizie con il 48 percento di ribasso d'asta, dove di fatto ha causato una classe di dipendenti delle cooperative in dissesto finanziario, perché questi di media prendono - l'ho ricordato - 376 euro. Siamo ancora aspettando di sapere come mai e qual era la scelta alla base.
Assessore Rini, lei è stata baciata dalla fortuna quando era Assessore, glielo posso garantire. Le hanno dato 50 milioni per il piano cultura 2016 e non ha speso un euro. È in coppia, in tandem con il collega Baccega, del quale dirò poi cosa ne penso come comune cittadino. È stata sfortunata per il codice degli appalti, per il nuovo regolamento, tante cose. Peccato che le Regioni, anch'esse in attesa della regolamentazione del codice degli appalti, gli appalti li hanno fatti! Io non so veramente dove si è fermata e che puntata ha perso.
Collega Baccega, io sono basito come comune cittadino che venga riproposto Assessore in un Assessorato così importante come quello dei lavori pubblici. Leggo testualmente quello che lei mi ha risposto il 7 ottobre 2015: "Ritengo che sarebbe sbagliato cercare di contrastare un fenomeno contingente con misure che non sarebbero, nei tempi in cui si potrebbero applicare, funzionali. Rischiano di non essere più attuali, anche perché non si sa bene quanto i tassi bancari possano essere così bassi. Ad esempio, tentare di favorire l'accesso al mutuo prima casa in competizione con le banche non incrementerebbe significativamente il numero degli acquisti o di costruzione di prime case. Analogo discorso si può fare per gli importi di spesa e per le superfici ammesse dalla legge. Di fatto, sarebbe iniquo far rientrare nei mutui regionali chi può già permettersi il mutuo bancario. Infatti ridurre i tassi e modificare gli importi di superficie non solo produrrebbe l'aspetto di favorire solo già chi può farsi la prima casa, ma andrebbe ad accelerare l'erosione delle somme che potrebbero essere a disposizione". Io spero che lei faccia un poster di quello che ha pubblicato ieri Il Corriere della Sera, ma se lo faccia grande e se lo metta davanti alla scrivania, davvero, guardi! Io ho impiegato tre anni per convincerla che modificare i mutui era un investimento per la Regione; lei mi ha risposto questo, e questo Governo la ripropone Assessore ai lavori pubblici. Auguri, Presidente, sarà un duro lavoro!
Non entro nel merito di chi comunque già c'era. Penso che Bertschy abbia ereditato un'eredità pesante, il programma è impegnativo. Mi auguro che non sia troppo influenzato da chi l'ha preceduto in Assessorato. Non so se ha fatto bene i conti, se ci saranno le risorse sufficienti per un programma così ambizioso. Le dico solo che non è il momento di illudere, ma di essere realisti.
Nogara, auguri! Avrà bisogno di tanta fortuna per concretizzare le tante promesse. Il settore agricolo ha bisogno di certezze, non di mancette.
Guichardaz: non giudicherò di certo la sua azione amministrativa, perché penso possa essere anche incisiva, è comunque preparato. Politicamente rimane per me una delusione, questo non posso non evidenziarlo. Io mi chiedo a cosa serve votare le persone se queste sono ostaggi del sistema, dell'incoerenza delle forze politiche di appartenenza, se prevalgono le logiche delle poltrone, se le giustificazioni sono "me lo ha imposto il movimento o il partito". La coerenza e il rispetto del voto non ha partito, non ha appartenenza politica! Tutto il resto è una presa in giro per chi ci ha votati.
Chiudo con una valutazione politica che farò molto rapidamente. Io penso che questa nuova maggioranza abbia di fatto tre finalità. La prima è prendere tempo per far dimenticare ai valdostani questa operazione "poltrone e bottega" fatta di illusionisti, contorsionisti, saltimbanchi e quant'altro. La seconda è far crescere la disaffezione alla politica e, di conseguenza, al voto (io però penso che siete già oltre, nel senso che siamo già alla rabbia dei cittadini, e non so se è un buon segnale per chi vuole prendere tempo). La terza è mettere le mani sul tesoretto della CVA, ma non ci arriverete, non avrete i tempi. Qualcuno l'ha detto: le marchette sono finite.
L'ultimo pensiero - e veramente ho finito - è un messaggio che rivolgo ai miei ex compagni dell'UVP, ma lo dico con il cuore in mano, perché io condiviso con voi un percorso e, tornassi indietro, lo rifarei. Presidente, lei ogni tanto usava quella metafora, che ho coniato io, dicendo: abbiamo avuto il coraggio di attaccare una portaerei con un canotto. Il messaggio che abbiamo dato ai valdostani era un altro: il coraggio che abbiamo avuto addirittura di dividere famiglie che hanno avuto fiducia in noi e che adesso purtroppo non capiscono il perché abbiamo abbandonato il canotto per salire al timone della portaerei.
Finisco veramente dicendo che questa vostra proposta parte in modo sbagliato. La mia idea può anche essere sbagliata, ma io penso che l'unionismo, quello che viene dichiarato da più parti e che viene visto come un pericolo, non è un pericolo, ma è un valore di appartenenza. Unionismo è anche autocritica, è volontà di cambiare nell'interesse dei valdostani, è ribadire i valori e i principi della nostra autonomia. Termino con questo auspicio, Presidente, perché penso che, al di là delle visioni diverse che abbiamo ora, debba prevalere l'interesse dei valdostani. Io mi auguro, quando sarà a Roma, che porti a casa risultati concreti, magari tra una foto e l'altra con il Ministro, però risultati concreti. Glielo auguro, nell'interesse dei valdostani.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Guichardaz; ne ha facoltà.
Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Oggi dovremmo parlare di politica, questo è il proposito che il rinvio del dibattito consiliare aveva in qualche modo palesato; evitare di mescolare la triste vicenda dei 25 mila euro con la questione della ricostituzione di un nuovo Governo regionale, di conseguenza con l'avvio di una nuova fase politica. È pur vero che parlare di politica in queste condizioni non è agevole; lo dico perché la politica nel suo significato più alto, quello che può tradursi nel concetto di buon governo per il popolo, in questa fase pare restare apparentemente fuori della porta per lasciare spazio alla schermaglia politica. Dico "apparentemente" perché, per quanto ci riguarda, questa fase della politica valdostana non è né più né meno che il ripristino di un percorso con i dovuti aggiornamenti, dovuti anche al breve lasso di tempo a disposizione da qui alla fine della legislatura, che a mio modesto parere aveva nelle sue ragioni d'essere una visione politica molto chiara, la quale credo si riassuma bene nei due accordi politici del 2015 e del 2016.
Cito solo il riferimento al lavoro, visto che qualcuno ha chiesto cosa avevamo intenzione di fare. In quei programmi, sui quali noi abbiamo costruito peraltro il nostro programma d'urgenza, il lavoro veniva declinato così: "Il tema del lavoro e dell'occupazione, con particolare attenzione per gli over 50 espulsi dal mercato del lavoro e per i giovani che non riescono a trovare la loro prima occupazione, sono tra i temi centrali della futura azione di governo, e sono alla base di un concreto e necessario rilancio della nostra economia che l'alleanza autonomista di centrosinistra intende perseguire". È una visione sicuramente contestabile da parte degli avversari politici o di coloro che non si ritrovano in quelle linee programmatiche, una visione che può aver trovato una realizzazione più o meno riconosciuta e riconoscibile, ma innegabilmente una visione. Quei programmi, oggi riletti con il senno del poi, disegnavano un percorso connotato anche da elementi ideali, oltre che permeato da un afflato riformista importante, almeno per noi che l'abbiamo elaborato e scritto. Il tema del lavoro, se pensate, è il pilastro su cui si costruisce la nostra Carta costituzionale. Cito il riferimento alle riforme necessarie contenuto in quei programmi per rendere il voto meno frammentato e più libero. La legge elettorale, che piaccia o no, va in questa direzione (poi ovviamente vedremo se le intenzioni del legislatore corrispondono ai fatti). La legge sulla trasparenza nelle società partecipate e controllate, norme che erano tra i punti qualificanti del programma di governo 2016 e che oggi possiamo dire di avere realizzato anche con l'ausilio e il sincero apporto di alcuni colleghi dell'allora minoranza, era uno di quei punti politici che noi avevamo inserito nel nostro programma.
L'accordo politico con cui ci presentiamo oggi al voto dell'aula riprende in parte quei programmi, per convinzione, certo, ma anche per ribadire una continuità di intenti e di idee; chiaramente poi è stato attualizzato, riadattato. Il programma che abbiamo allegato alla mozione di sfiducia costruttiva, e che oggi diventa un programma d'urgenza, è emergenziale. Lo abbiamo intitolato proprio "d'urgenza", consci dello scarso lasso di tempo che ci separa dalle prossime votazioni. Non poteva certo essere un programma di legislatura. Dicevo che è stato riattualizzato, ma senza rinunciare alla volontà di assicurare continuità ideale e operativa con il programma interrotto, non per nostra volontà, il 10 marzo. È un programma che tocca con realismo argomenti che sono à la une nel dibattito politico, ma soprattutto che sono avvertiti come urgenze dalla popolazione, in alcuni casi come conferme di azioni intraprese e già in parte elaborate, lavorate (se si può dire così) in un'ottica di implementazione e di completamento. È un programma che in alcuni punti continua, in accordo tra tutti all'interno del gruppo che lo ha elaborato, azioni intraprese da alcuni dicasteri, in altri innova, in altri riprende il filo interrotto il 10 marzo.
È un progetto che comunque - come detto bene dal collega Perron e dal Presidente Viérin - pur nella sua emergenzialità, pur mantenendo i piedi per terra, vede oltre la legislatura. I temi dei rapporti con lo Stato e l'Europa, del rilancio, dello sviluppo, del sostegno che riguardino l'agricoltura, il lavoro e le fasce più deboli sono temi programmatici che richiedono una visione di prospettiva di lungo termine, non si esauriscono nel breve lasso di tempo di una legislatura. Sono temi che aprono e riaprono o apriranno e riapriranno continuamente il dibattito politico, certo con tutte le sue sfumature dialettiche, a volte di contrapposizione, ma che per la loro trasversalità non sono patrimonio né di questa squadra di maggioranza, né di quelle precedenti, né di quelle che verranno. Sono patrimonio comune sul quale tutti, anche chi verrà dopo di noi, anche chi oggi è all'opposizione, anche chi lo sarà forse domani, saranno chiamati a dare il loro contributo, ciascuno dalla propria posizione e collocazione politica ideale.
Noi abbiamo fatto opposizione per molto più tempo nelle ultime legislature. Siamo un gruppo che non ha mai avuto paura di misurarsi con l'attività ispettiva, ma neppure con le proposte, che anche dall'opposizione assumono piena dignità, che possono trovare tranquillamente realizzazione, se fatte con senso di responsabilità, vale a dire per costruire e non per distruggere. L'opposizione, colleghi, è l'anima della democrazia e noi sappiamo che è velleitario pensare che la politica possa operare senza il suo fattivo contributo. Noi siamo qui per lavorare, crediamo di averlo dimostrato nella nostra esperienza di opposizione e di maggioranza, senza porre pregiudiziali al coinvolgimento di tutti coloro che avranno voglia di proporre idee, percorsi, ragionamenti e dibattiti.
Collega Chatrian, ho apprezzato l'intervento che lei ha fatto. Noi non siamo qui né per distruggere le cose di buon senso fatte da chi è venuto prima di noi, né per attribuirci meriti che non sono nostri. Noi non abbiamo la frenesia di assumerci la paternità delle azioni altrui, siamo qui per portare la nostra Regione alla fine della legislatura, mettendocela tutta, tenendo fuori per quanto possibile le schermaglie di schieramenti inutili, spossanti, defatiganti, energivore. Saranno gli elettori poi a decidere chi ha ben governato, chi ha fatto una buona opposizione, chi ha fatto e chi ha disfatto.
Lo diceva l'altro giorno il collega Cognetta: siamo stati in maggioranza in trentatré, quindi ognuno credo oggi possa dimostrare ciò che ha fatto, ciò che avrebbe potuto fare e ciò che non ha fatto, e la nuova legge elettorale garantirà il giusto segreto, un voto libero, di coscienza, anche un voto di opinione.
Voglio però fare un'annotazione per il collega Roscio, che stamattina d'improvviso è diventato un "pasionario". Dopo quattro anni di sonno si risveglia, spinto dall'orgoglio, o forse più dalla rabbia di dover lasciare una poltrona sulla quale, francamente, al di là delle competenze intrinseche che lei si attribuisce, pare non abbia lasciato grande traccia. L'accorpamento dell'ambiente alle attività produttive è sinceramente poco traducibile, ma noi l'abbiamo mantenuto responsabilmente per non ricreare scombussolamenti, per non rimettere in discussione organizzazioni che voi avete voluto cambiare, collega. Noi cercheremo comunque di rendere produttivo questo accorpamento cercando di individuare modelli economici che sappiano coniugare (l'abbiamo scritto nel nostro programma) il business inteso nel suo senso buono con l'ambiente: la cosiddetta green economy, ad esempio, lo abbiamo declinato. Solo un'annotazione, collega Roscio. Io, per formazione scolastica e lavorativa, sono un tecnico di igiene e tutela dell'ambiente, con il collega Restano abbiamo fatto lo stesso percorso, lui è stato anche mio coordinatore. Non avrò sicuramente le sue competenze - se non erro lei insegna Fisica a Ragioneria, mi sembra di averlo letto sul suo curriculum, mentre lei, al contrario, il mio curriculum non l'ha letto - ma ho un background culturale e lavorativo che credo lei non possa mettere in discussione. Penso di essermi interessato nella mia vita, magari non al pari suo, nell'ombra, di temi ambientali senza aver mai fatto vetrine elettorali di questo. Anch'io, come lei, ho sostenuto attivamente il referendum contro il pirogassificatore, senza salire sul palco come faceva lei, ma stando tra la gente a raccogliere firme, a cercare di convincere sull'opportunità di intraprendere quella strada. Certo, collega, abbiamo scritto pochi riferimenti all'ambiente, ma per umiltà, per non far vedere che noi siamo più bravi e che saremo più bravi. Le assicuro, però, che noi continueremo con senso di responsabilità ciò che è stato fatto bene - glielo dico pubblicamente - e proporremo, compatibilmente con il tempo a nostra disposizione, il nostro contributo, cosicché lei potrà eventualmente criticare a questo punto sulle questioni avvenute. Ci lasci almeno insediarci e di capire cosa lei ha fatto in questi otto mesi, dopodiché potremo aprire un dibattito eventualmente, visto che la sua attività francamente io non l'ho così presente.
A proposito della mia presenza a quell'incontro sull'aria a Courmayeur che lei ha criticato, è proprio per senso di responsabilità che ci sono andato, per capire, per approfondire in vista di un eventuale insediamento alle attività produttive a all'ambiente, per questo Assessorato che voi avete voluto accorpare. Lei sa bene, collega - ma non l'ha spiegato a chi ci ascoltava - che quello era un incontro perlopiù tecnico, dove c'era l'ARPA, gli Amministratori e qualche esperto del campo. Piuttosto mi stupisce che non ci fosse lei, collega Roscio, che con la sua presenza avrebbe dato autorevolezza e credito all'iniziativa, ma a quanto pare era in altre faccende affaccendato: era a costruire il suo intervento di critica nei miei confronti, è più facile. Collega, aspetti prima di criticare le cose non fatte, mi lasci il tempo di capire cosa ha fatto lei, quale contributo ha dato a quel difficilissimo Assessorato, e stia tranquillo che io so riconoscere i meriti più che i demeriti.
Collega Padovani, posso dirle con molta franchezza che sul Rassemblement ho sempre avuto le stesse idee e non le ho cambiate. A mio parere quell'operazione si è rivelata fragile sin dall'inizio, tant'è vero che oggi il Rassemblement non si è realizzato. Credo di essere libero e poter dire ancora ciò che penso. Le dichiarazioni di questa mattina mi confermano in quello; certo, l'abbiamo chiarito. Lei, Padovani, legge solo ciò che vuole, aspettiamo che un giorno o l'altro lei ci dica cosa vuole fare, quali sono i suoi programmi, le sue idee, perché io, più che critiche nei confronti di Rollandin e critiche patologiche nei confronti dei suoi ex colleghi di movimento o di partito (è un po' una malattia della sinistra quella di scagliarsi contro i propri ex compagni), da lei non ho proprio sentito nulla. Lei sarà all'opposizione, quindi potrà parlare, potrà fare delle proposte e manifestare le sue capacità di proposizione. Credo che oggi la situazione si commenti da sola, al di là delle interpretazioni dei colleghi. Noi torniamo convintamente a quel 10 marzo con un programma riattualizzato, senza la frenesia di occupazione che vi ha caratterizzato e che lei ha ben evidenziato, collega Padovani, quando doveva probabilmente parlare a nuora perché suocera intendesse.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Fabbri; ne ha facoltà.
Fabbri (UVP) - Sarò estremamente breve.
Vorrei cominciare con l'esprimere anch'io la mia simpatia per il collega Padovani. Farò però una piccola critica al suo intervento, perché ha esposto un nostro rappresentante su un articolo giornalistico che esprimeva più che altro un pensiero giornalistico, un pensiero del giornale; oltretutto è una persona - pur con i suoi difetti - a cui tutti riconoscono un'intelligenza politica che va al di là di queste piccolezze.
Oggi proviamo a chiudere un periodo di turbolenza che può sconcertare chi ha seguito questa fase politica. Speriamo di dare un progetto di governo e di stabilità politica che si possa sviluppare nei prossimi anni.
Con soddisfazione il nostro movimento dell'Union Valdôtaine Progressiste si affida a questo nuovo Governo, guidato e presieduto dal collega Viérin, che vede due colleghi del gruppo alla guida di Assessorati particolarmente impegnativi. Questo è lo sviluppo di un lavoro, di un impegno da parte del gruppo e di tutto il movimento, con tutti i suoi sostenitori, non rivolto alla logica del potere e delle poltrone (peraltro poltrone scomode) - anche qui mi rifaccio ad un intervento del collega Roscio, lui le poltrone le giudica a seconda di chi ci sta seduto sopra - ma frutto di una logica politica che si rifà al motivo fondante del movimento dell'Union Valdôtaine, egregio collega Gerandin: promuovere un processo di cambiamento nel modo di governare, una finalità che riteniamo doverosa nei confronti dei valdostani e che oggi vede un'ulteriore tappa nella sua realizzazione.
Non è che una fase, una fase iniziata già fin dall'inizio. Giustamente la collega Morelli ha messo in luce il movimentismo dell'Union Valdôtaine Progressiste, insieme agli altri colleghi, in quel bel progetto che abbiamo messo in piedi all'inizio della legislatura: quello della Renaissance. Comunque questa non è che una fase, a cui altre seguiranno nel futuro processo di rifondazione dell'area autonomista che l'UVP ha iniziato formalmente due mesi fa. È il frutto di un'idea politica e di un lavoro programmatico nato nell'ultimo scorcio della passata legislatura (eravamo alla fine del 2012 e io non ho partecipato a quei lavori). La porteremo avanti nella prossima legislatura con la stessa convinzione e tenacia, se gli elettori valdostani condivideranno la nostra visione e affideranno il Governo ai nostri raggruppamenti.
L'accelerazione degli ultimi giorni, con le ultime eclatanti notizie, è figlia di fatti adesso che brevemente vorrei ripercorrere e chiarire a beneficio di coloro che ci ascoltano. Questa maggioranza a cui avevamo partecipato ha lavorato molto bene su alcuni temi, bisogna riconoscerlo, soprattutto a chi si è messo d'impegno su dossier non facili da affrontare. Però, già dall'inizio dell'estate, ci siamo accorti di una maggioranza che non aveva la forza numerica per affrontare lo snodo principale che l'attendeva nell'autunno: l'approvazione di un bilancio programmatico che si preannunciava, per le note vicende dei rapporti con l'amministrazione finanziaria dello Stato, di difficile varo e di una ancora più difficile condivisione. Gli ultimi avvenimenti, poi, non fanno che confermare la difficoltà del passaggio che ci sarebbe stato. Alcuni membri della maggioranza l'avevano del resto denunciato chiaramente. Solo a determinate condizioni, dettate a seconda dei desiderata ora dell'uno, ora dell'altro, si sarebbe potuto licenziare. Questa incertezza, insieme ad altri tanti punti di attrito (di attrito naturalmente logico, nel senso che la discussione doveva essere approfondita), si rifletteva negativamente sull'operatività del Governo: una su tutte, la stesura del DEFR, spina dorsale dell'azione politico amministrativa della Regione. Su questa impasse si sono inoltre innestati dei movimenti politici, la cui intempestività ha aggravato l'incertezza della coalizione.
Come movimento dell'Union Valdôtaine Progressiste abbiamo dato il via ad un nuovo progetto che, oltre ad offrire una nuova prospettiva nel futuro panorama politico valdostano, potesse stabilizzare la situazione governativa attuale. L'intenzione dell'Union Valdôtaine Progressiste, dopo una prima fase che avrebbe dovuto riunire la "diaspora unionista", era quella di aprire il progetto a tutte le forze autonomiste (nessuno di noi ha la presunzione di rappresentare tutto il variegato panorama dell'autonomismo valdostano) per ricompattare politica e amministrazione sotto un'unica bandiera della difesa dell'autonomia, nell'immediato, ma soprattutto nel futuro. Così non è stato. Le vicende sono note e sono state anche già ricordate. Alcuni gruppi, non fidandosi, o per altre ragioni legittime, si sono allontanati; naturalmente la cosa ha lasciato parecchia amarezza, anche per la modalità con cui si è svolta. Altri hanno proseguito prospettando un progetto amministrativo che oggi si concretizza e che traghetterà la Valle verso il prossimo futuro politico. Era necessario garantire una prospettiva gestionale per il bilancio di previsione triennale, una maggiore coesione e sicurezza di quanto relativo alla passata maggioranza, paralizzata dai veti di alcuni componenti.
Il progetto del Rassemblement non si esaurisce certamente con questa prima fase amministrativa. Abbiamo sempre affermato che è aperto a tutti coloro che credono nell'autonomia e che sia giunta l'ora di difenderla, soprassedendo al passato, non per scordarlo - perché il passato non va scordato, la storia va sempre analizzata - ma per correggere ciò che ha diviso. È un progetto che deve risvegliare nei valdostani l'attualità e l'importanza dell'autonomia e rendere tutti coscienti che dobbiamo conquistarla e difenderla quotidianamente. Solo un progetto politico inclusivo e di più ampio respiro può offrire un futuro alla nostra Valle.
C'est donc un projet qui doit réveiller dans les citoyens valdôtains la conscience de l'importance fondamentale de l'Autonomie spéciale, qu'elle doit être défendue chaque jour. Voilà le projet que nous proposons: un projet pour réunir, non pas pour diviser, mais pour offrir un futur à notre Vallée d'Aoste bien-aimée.
Presidente - Con questo intervento i lavori vengono sospesi e riprenderanno alle ore 15:30.
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La seduta termina alle ore 13:02.