Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 1780 du 2 février 2016 - Resoconto

OGGETTO N. 1780/XIV - Interpellanza: "Valutazioni in merito all'attività svolta presso l'ambulatorio dei codici bianchi del Pronto soccorso dell'Ospedale Parini nel corso del secondo semestre del 2015".

Rosset (Presidente) - Punto n. 30 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, chiede la parola il Consigliere Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.

Abbiamo presentato quest'iniziativa 12 giorni fa avendo avuto tutta una serie di segnalazioni da persone che vivono quotidianamente l'ospedale e in questi ultimi 12 giorni abbiamo ricevuto altre numerosissime informazioni che forse vanno ad incrementare ulteriormente quelli che sono i quesiti che abbiamo posto.

Perché abbiamo fatto quest'iniziativa? Qualche considerazione per illustrare tale interpellanza. Nel mese di marzo 2015 il Direttore generale dell'USL pubblica un conferimento di incarichi a tempo determinato per 12 mesi, eventualmente prorogabili - ripeto, queste sono estrapolazioni che abbiamo preso dall'atto dell'azienda -, in qualità di medico di medicina generale, da espletarsi presso l'ambulatorio dei codici bianchi del Pronto soccorso. Tale selezione risultava motivata dalla necessità di garantire, attraverso la presenza programmata di medici generali presso il Pronto soccorso, un'appropriata risposta assistenziale all'utenza al fine di ridurre gli accessi impropri (i cosiddetti "codici bianchi"), migliorare la qualità della prestazione sui codici urgenti e razionalizzare quindi le prestazioni sanitarie rivolte ai codici di accesso di bassa priorità e favorire il rientro alle cure territoriali. Era un di più, era una prova che si è deciso di mettere in campo e, come tutte le prove, indubbiamente devono avere degli indicatori che, inserendo queste cose in più, avrebbero dovuto dare dei risultati positivi per il paziente e per l'azienda. Il tutto viene attivato il 1° agosto 2015, qualche mese fa, con contratti in scadenza il 31 luglio 2016; questo servizio viene invece chiuso il 7 gennaio 2016. È proprio lì, colleghi, che, allarmati, preoccupati dalla potenziale tanta superficialità con la quale si attivano e si chiudono servizi sanitari che non si rivelano probabilmente di fatto utili - utilizziamo il condizionale, perché ascolteremo attentamente le risposte dell'Assessore -, ci chiediamo se abbia senso riproporre lo stesso servizio, vista l'inutilità, nei prossimi mesi o nei prossimi anni. Quello che conta per rispondere ai bisogni dei cittadini è la capillarità probabilmente sul territorio: quella dei medici di famiglia, la valorizzazione delle valli laterali e la reperibilità, almeno telefonica, dei medici di famiglia. Prima riflessione. Seconda riflessione: ha senso accentrare tutto su Aosta - e torniamo a bomba sul discorso del territorio - o di accentrare i servizi come se esistessero solo Donnas, Verrès, Châtillon (nel Fondovalle), Aosta e Morgex?

Seconda considerazione. Un'altra cosa importante da sottolineare sull'inutilità dell'ambulatorio codici bianchi - e ascoltate questo passaggio perché è importante - è che era attivo anche il sabato e la domenica, giorni in parallelo al turno delle guardie mediche, 11 contemporaneamente in tutta la regione e c'è un di più ancora perché 3 di queste 11 proprio ad Aosta con sede al Beauregard. Oltre a quello, la soluzione non era aprire un ambulatorio codici bianchi in ospedale, ma far sì che i pazienti non andassero inutilmente in Pronto soccorso, l'obiettivo teoricamente doveva essere quello. Non solo, i medici dei codici bianchi - e questo è paradossale, per noi poco comprensibile, forse non essendo dei tecnici - non potevano neanche prescrivere accertamenti, tutto questo voleva dire che, una volta conclusa la visita, il paziente doveva comunque andare dal proprio medico per farsi fare la ricetta degli accertamenti consigliati. Queste sono le informazioni che abbiamo. Se il Governo ci dirà il contrario o spiegherà le motivazioni o che cosa, saremo ben lieti di capire qualcosa in più. Tutto questo per dire che c'è stato qualcosa che non solo non ha funzionato, ma ci sono stati doppioni, sprechi, un po' di superficialità.

Gradiremmo avere dall'Assessore competente quattro risposte puntuali. In quest'operazione, che comunque ci è costata decine di migliaia di euro, c'è stata una commissione di valutazione, ci sono stati dei medici presi per 12 mesi - e oltretutto anche su questo ascolteremo molto bene l'Assessore competente -, prima domanda: "quanti pazienti sono stati visitati durante i cinque mesi in cui il servizio è stato operativo".

Seconda domanda: "i motivi per i quali sia stato attivato questo servizio e quali ne hanno determinato la scelta di chiusura pochi mesi dopo", da una parte, mi metti in campo un servizio e, dall'altra, in pochi mesi lo chiudi.

Terzo quesito: "se non ritenga, Assessore, tale modalità di agire superficiale, inutile e dispendiosa, oppure la consideri utile ai fini del miglioramento dei servizi sanitari e dell'efficienza nell'utilizzo delle risorse finanziarie a disposizione dell'USL".

Quarta domanda: "quali siano gli intendimenti affinché non accadano più situazioni di questo tipo". Questo è un caso indubbiamente mirato non tanto grande, piccolo, ma solo pochi giorni fa ci siamo incontrati in commissione cercando di capire come pensate di mettere in campo garantendo un servizio dignitoso, capillare sul territorio nel pronto soccorso, ma anche a livello generale dell'ospedale e, dall'altra, comunque vengono aperte nuove strade e subito chiuse con delle risorse impegnate e quanto meno ad oggi, per le informazioni che abbiamo, con pochi risultati, ma comunque sulla prima domanda ascolteremo attentamente. Grazie.

Presidente - Grazie. Per la risposta, chiede la parola l'Assessore Fosson, ne ha la facoltà.

Fosson (UV) - Grazie Presidente.

Questo a testimoniare che le riorganizzazioni non sono semplici e che alle volte le sperimentazioni non vanno sempre nella logica voluta, anche se sono state fatte con dei principi corretti. Il numero di accessi al Pronto soccorso dell'Ospedale Parini classificati come codici bianchi al termine del percorso di assistenza era all'inizio del 2015 molto elevato, crescente nel tempo e superiore a quanto osservato presso altri presidi italiani. Come noto, il codice bianco indica una situazione clinica che avrebbe potuto essere affrontata in altro setting assistenziale più appropriato, proprio come segnalava lei segnatamente nell'ambito delle cure primarie dei medici di famiglia, o più generalmente presso i presidi territoriali su prenotazione e al di fuori del sistema di emergenza-urgenza. L'accesso in Pronto soccorso era sostanzialmente inappropriato ma esistente e peggiorava comunque l'accesso dei codici ben più importanti.

In altre regioni d'Italia - poi ho la documentazione se vuole - in cui questo fenomeno era presente, ma meno rilevante, era diffusa l'esperienza di un'attivazione di un ambulatorio dedicato ai sopracitati pazienti classificati con codice bianco, gestito da medici non facenti parte dell'organico delle strutture di medicina e chirurgia che erano reclutati soprattutto tra i medici di famiglia e la continuità assistenziale, e questo è sembrato all'azienda anche un fatto importante, perché si metteva in relazione anche il territorio con l'ospedale.

Mi permetto di dire che la continuità assistenziale non lavora solo sabato e domenica, ma anche tutte le notti della settimana. L'obiettivo degli ambulatori era ricondurre nell'ambito più appropriato l'assistenza a carico di coloro che si rivolgono al Pronto soccorso e alle cure primarie. L'esigenza era quella di supportare questi cambiamenti anche in un periodo di cambiamenti all'interno del Pronto soccorso. Sulla base di tali presupposti e parallelamente all'introduzione della compartecipazione alla spesa degli accessi con il codice bianco, cioè dei ticket, è stata ipotizzata l'attivazione di un ambulatorio dedicato ai pazienti.

Gli accessi nel 2015 con codice bianco si sono ridotti in modo significativo, forse più di quanto ci si aspettava e questo come esito della campagna di utilizzo appropriato delle strutture ospedaliere, e dell'introduzione del ticket. Il numero dei pazienti visitati presso l'ambulatorio dei codici bianchi è risultato di conseguenza in assoluto molto più basso di quello ipotizzato e in progressivo calo con il tempo, pur considerando l'affluenza turistica, era stato pensato anche per l'estate. Ho la tabella riassuntiva dei cinque mesi: il servizio è partito l'11 agosto e non il 1° agosto ed è terminato il 7 gennaio e in questo arco di tempo sono stati visitati 837 pazienti. Se si considera che i codici bianchi sono i più numerosi rispetto agli altri, questo è sicuramente un numero significativo.

Quello che lei ha detto è corretto: per il codice bianco il medico non può intervenire su altre tipologie di intervento, però nei momenti di grande afflusso i medici preposti di quei codici davano anche una mano agli altri. Riteniamo che il progetto avesse i presupposti razionali con riferimento rispetto ad altre esperienze per essere attivato. Il progetto è stato anche significativo e comunque utile ad orientare i comportamenti della cittadinanza e anche a coinvolgere i medici del territorio. È stata necessaria - e questo mi sembra corretto - una riconsiderazione del progetto proprio alla luce del confronto tra risorse impegnate e attività rese e questo anche in riferimento alle considerazioni e alle valutazioni fatte anche in V Commissione.

Adesso è facile dire, dopo aver visto il flusso dei codici bianchi diminuire: "non servivano, non era necessario". Quando il servizio fu implementato le assicuro che proprio gli operatori del Pronto soccorso erano contenti e in ogni caso era sperimentale. È molto corretto essere tornati indietro e questo mi sembra significativo. Se la sperimentazione non dà i suoi frutti bisogna interromperlo. Sul fatto che lei dice: "l'importanza del territorio" su ciò stiamo arrivando alle fasi finali. L'altra sera incontrando la Presidente Serracchiani abbiamo anche potuto parlare della legge che il Friuli ha fatto sulla riorganizzazione del territorio facendo un accordo con i medici di famiglia, che è molto importante e la settimana prossima incontreremo tutti i medici perché abbiamo finalmente una norma oggettiva su cui lavorare.

Presidente - Per la replica, chiede la parola il Consigliere Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.

Cinque pazienti al giorno: questa è stata più o meno la sintesi dei 150 giorni, poi sulla matematica non si scappa. Lei ha detto: "meno male che almeno si è chiuso". Sì, evviva. Noi abbiamo fatto ore e ore di discussione in V Commissione in questi mesi...lei continua a dirci che si cercherà di diminuire, calmierare e ridurre le strutture complesse risparmiando i 20 mila euro, ma qui penso la sfida sia un'altra. L'obiettivo di questa nostra iniziativa l'Assessore Fosson l'ha capito perfettamente, certe cose non si possono sbagliare, a fine agosto - non lo dice Chatrian o il gruppo di ALPE - era di dominio pubblico che la frequenza era di cinque-quattro pazienti, abbiamo dovuto aspettare cinque mesi prima di chiudere questo servizio.

Al di là di questo, però non ci ha detto una cosa importante: cosa faranno questi medici nei prossimi mesi? Si è interrotto, quindi lei immagini...perché dobbiamo essere un po' seri nel momento in cui si fanno dei bandi, nel momento in cui si mettono in campo delle commissioni che devono esaminare...oltretutto lei sa meglio di me che oltretutto tra gli incaricati non vi era nessun medico di famiglia. Lei sa perfettamente che c'era un contratto di 12 mesi e il tutto è stato azzerato. Lei ha detto che non ci saranno altri costi. Capisce che è imbarazzante per chi lavora all'interno di un'azienda così importante vedere che si sprecano - possiamo utilizzare il termine forse più appropriato - delle risorse malamente e, dall'altra parte, poi magari si mettono in discussione certe scelte importanti sul territorio. Torneremo sulle scelte importanti sul territorio, perché lì des deux l'une...

Presidente - Un po' di silenzio per cortesia.

Chatrian (ALPE) - ...poi magari qualche Assessore dell'Esecutivo mi riprenderà, ma non è che vorrei parlare solo della Media Valle, ma non sto capendo molto bene certe scelte, a Donnas si dà continuità H24, io non so magari per una piccola paura di andare sotto in Consiglio e in altre zone non si dà continuità. Dobbiamo spiegare alle comunità tutte se teniamo pari condizioni sul discorso sanitario in tutte le località. Non penso di fare populismo, Assessore Fosson, mi sembra di fare realismo, perché altrimenti la gente sul territorio non ci capisce più, perché se si va in una certa direzione, si va in una certa direzione per tutte le comunità: grandi, piccole, medie e per chi ha fatto anche una scelta di vita - io continuo a ribadire questo concetto - di mantenere una certa qualità della vita rimanendo in montagna, in media montagna per sempre, io penso che il pubblico questo lo debba garantire. Io penso che al primo posto ci sia la salute, ci sia il discorso della territorialità e la capacità della politica di trovare delle soluzioni, ardite o meno, con i soldi che abbiamo.

Assessore Fosson, le assicuro che su questo noi torneremo, perché des deux l'une, il Signor Visetti quando è venuto da noi in Commissione ci ha detto che non c'era assolutamente bisogno di medici a Donnas, si è fatto un passo indietro, e noi siamo molto contenti. Allora il passo indietro si fa anche nelle altre località, dove abbiamo dei presidi territoriali o quanto meno ci ragioniamo dal punto di vista politico con le disponibilità che abbiamo rivedendo, riorganizzando tutto il sistema. Questa è una buccia di banana, sicuramente Assessore Fosson. Il Direttore Ardissone aveva creato questa prova per quanto riguarda i codici bianchi, è stata una prova che da subito ha dato esiti negativi. Dall'altra parte però dobbiamo guardare sempre la visione generale, il discorso sanitario, siamo abituati a guardare la cosa generale e non invece particolare; evitiamo, se poi si deraglia sul particolare, di sprecare e di utilizzare male le risorse pubbliche. Merci.