Objet du Conseil n. 511 du 26 mars 2014 - Resoconto
OGGETTO N. 511/XIV - Interpellanza: "Valutazioni politiche in merito alle posizioni pubbliche assunte dal Sindaco di Torgnon, nonché Consigliera di parità, riguardo all'inchiesta sul voto di scambio".
Presidente - Ha chiesto la parola per l'illustrazione la collega Morelli Patrizia, ne ha la facoltà.
Morelli (ALPE) - Merci Monsieur le Président.
Torniamo sulla vicenda incresciosa del voto di scambio, che ha coinvolto un candidato della lista dell'Union Valdôtaine per portare all'attenzione del Consiglio non la posizione di Davide Perrin, su cui abbiamo già dibattuto nella scorsa seduta e su cui tutti, maggioranza e minoranza, condividevamo di fatto la preoccupazione e la necessità di una censura dei metodi e degli atteggiamenti in questione, lesivi della libertà di scelta e della dignità degli elettori valdostani. Pur non essendo giunti ad una votazione unanime, la volta scorsa io credo che tutti, in modo chiaro ed inequivocabile, abbiamo preso le distanze. Torniamo oggi sulla vicenda, perché non così chiara ed inequivocabile è stata la posizione del Sindaco di Torgnon, Cristina Machet, anzi, tutt'altro, la stessa con un comunicato stampa, in cui ricorda l'atteggiamento morale e il grande senso di responsabilità del suo Assessore, afferma testualmente, in seconda battuta: "una serie di intercettazioni emerse su alcuni organi di stampa hanno posto l'Amministrazione in una situazione ancora più complessa, un Comune non è e non dev'essere un tribunale, il Sindaco non è un giudice. È tuttavia evidente come questa condizione continui a creare una serie di pressioni e talvolta sciacallaggio, che rischia di compromettere la serenità del Comune", ovvero la serenità del Comune non è compromessa dal contenuto delle intercettazioni, ma dallo sciacallaggio che viene perpetrato, e qui ci sorge il primo dubbio. Continua poi: "denuncio fortemente il clima di degrado morale che ha investito tutta questa vicenda - e qui ci si aspetta una presa di distanza da ciò che è contestato, dal reato, invece Cristina Machet continua - degrado morale dimostrato dal Capogruppo di minoranza, che, va detto, è cugino primo di Davide Perrin. Ci si aspettava forse meno accanimento". Io credo che queste affermazioni non abbiano bisogno di nessun commento, credo che chi sa leggere possa intendere esattamente qual è il senso di queste affermazioni. Lei non vuole entrare nel merito del reato, beh, neanche noi entriamo nel merito del reato, ma entriamo nel merito delle dichiarazioni del Sindaco, non in quanto Sindaco, saranno i suoi elettori a farlo, ma in quanto Cristina Machet riveste una carica istituzionale importante, con una delibera della Giunta, la n. 34 del 17 febbraio del 2014, è stata nominata Consigliera di parità e preferita ad altre due candidate, Barbara Grange e Annamaria Auletta, perché unica candidata in possesso dei requisiti, unica candidata in grado di rispondere alla funzione, al ruolo importante di Consigliera di parità, di cui si dice: "la Consigliera di parità intraprende ogni utile iniziativa ai fini del rispetto del principio di non discriminazione e della promozione di pari opportunità per lavoratori e lavoratrici", un ruolo che presuppone, dunque, una capacità di discernimento e un senso della giustizia e della legalità, credo, indubitabile, poiché testualmente si dice: "nell'esercizio delle loro funzioni le Consigliere di parità sono pubblici ufficiali e hanno l'obbligo di segnalazione all'Autorità giudiziaria per i reati di cui vengano a conoscenza".
Oggi dunque noi con quest'interpellanza, che è un'interpellanza condivisa da tutta la minoranza, rivolgiamo le domande alla Giunta regionale che ha nominato Cristina Machet alla carica di Consigliera di parità per conoscere quali sono le valutazioni politiche che questa Giunta fa sulle dichiarazioni pubbliche del Sindaco di Torgnon, "quali sono le intenzioni del Governo regionale...tenuto conto della funzione istituzionale che alla stessa è stata attribuita" e "se non ritenga opportuno revocare l'incarico di Consigliera di parità stante la gravità delle affermazioni". Grazie.
Si dà atto che dalle ore 12,21 riassume la presidenza il Presidente Emily Rini.
Rini (Presidente) - Per la risposta, la parola al Presidente Rollandin.
Rollandin (UV) - Grazie Presidente.
La collega delle comunicazioni del Sindaco ha letto quasi tutto, tranne la prima parte, dove si diceva: "ribadita la posizione di quest'Amministrazione, che condanna e prende le distanze dal reato per cui l'Assessore è indagato", ritengo che questo non sia un fatto che può essere tralasciato, è esattamente la posizione che, comunque, anche in quest'aula è stata presa, ed è stato ricordato dalla collega. In più alla fine della lettera: "non entriamo nel merito del reato ascritto al nostro Assessore, se sarà colpevole, pagherà, per ora chiediamo a tutti un minimo di umanità in più". Non credo quindi che ci siano né condanne, né assoluzioni, credo che sia stata una comunicazione che andava e dev'essere collegata nell'ambito di quello che era il Consiglio comunale, non dobbiamo fare di questo né un manifesto, né un fatto di propaganda o di altre valutazioni, questo nel contesto del Consiglio comunale è stata l'espressione nel merito di un fatto, quindi, prese le distanze, ha chiarito che si aspetta il giudizio, quello che è stato fatto in quest'aula. Per il resto quindi noi non abbiamo nulla da aggiungere, se non prendere atto di quello che il Sindaco di Torgnon ha voluto esprimere.
Per quanto riguarda l'incarico di Consigliera di parità, che, come lei ha detto, è stato assegnato alla candidata che aveva i titoli e che sicuramente è in grado di svolgere questo compito in termini positivi, tenendo conto che si tratta di un ambiente e un lavoro che non ha nulla a che vedere di quello di cui si sta parlando, cioè il fatto che ci sia all'interno di un Consiglio...nulla a che vedere, come dico, con il caso Perrin, questo si tratta di un incarico che va in una certa direzione, come lei ha detto, si tratta di difendere nell'ambito di quel suo incarico come Consigliera di parità. Questo è un atto che può sicuramente svolgere con tutta la passione e la dignità che sicuramente gli è stata già riconosciuta negli anni, non è la prima volta che si occupa di questi temi. Noi quindi non abbiamo nulla da aggiungere, nulla da eccepire sul fatto che continui a svolgere il suo lavoro.
Président - Pour la réplique, la parole à la collègue Morelli.
Morelli (ALPE) - Merci Madame la Présidente.
Presidente, non solo la sua risposta non ci soddisfa, ma veramente ci preoccupa il fatto che lei affermi che il ruolo istituzionale ricoperto da Cristina Machet e le caratteristiche richieste da questo ruolo non abbiano nulla a che vedere con quanto dichiarato e con quanto da lei espresso in merito alla questione del voto di scambio. Noi lo riteniamo molto grave, riteniamo gravi ed inopportune le dichiarazioni di Cristina Machet nella sua duplice veste di Sindaco e di Consigliera di parità, in particolare per quest'ultimo ruolo, che discende da una nomina regionale, e che, diversamente da quanto pensa lei, Presidente, presuppone una capacità di discernimento e un senso della giustizia e della legalità che non traspaiono dal tenore delle comunicazioni del Sindaco di Torgnon. Dal nostro punto di vista, se non ci sono le condizioni per revocare l'incarico, ci sono quanto meno le condizioni per censurare queste dichiarazioni e per chiedere a Cristina Machet di rettificare il suo comunicato e il contenuto del suo comunicato, che è molto grave, invece nessuna presa di distanza chiara e inequivocabile, perché la frase che cita lei - che condanna e prende le distanze dal reato per cui l'Assessore è indagato, ma poi è seguita da una serie di affermazioni che praticamente assolvono il reato stesso - non ci pare che sia una presa di distanza adeguata e consona al ruolo che è ricoperto da Cristina Machet. Noi crediamo che, coerentemente con quanto questa maggioranza ha votato in questo Consiglio regionale, nella sua risoluzione censurando metodi e atteggiamenti, la Giunta debba quanto meno richiamare la Consigliera di parità e io penso anche che lei l'abbia fatto, Presidente, che non ce lo dica, ma che l'abbia fatto. Voglio crederlo, voglio sperarlo, chiedendole di rettificare questo comunicato, rendendolo più consono al ruolo istituzionale che è chiamata a ricoprire. Grazie.
Presidente - Punto 15 all'ordine del giorno.