Objet du Conseil n. 2634 du 3 octobre 2012 - Resoconto
OGGETTO N. 2634/XIII - Parere sullo schema di decreto legislativo concernente norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste in materia di archivi storici.
Il Consiglio
Considerato che l'articolo 48bis dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta dispone che il Governo è delegato ad emanare uno o più decreti legislativi recanti le disposizioni di attuazione dello Statuto stesso e le disposizioni per armonizzare la legislazione nazionale con l'ordinamento della Regione Valle d'Aosta, tenendo conto delle particolari condizioni di autonomia attribuita alla Regione, e che gli schemi dei decreti legislativi sono elaborati da una commissione paritetica composta da sei membri nominati, rispettivamente, tre dal Governo e tre dal Consiglio regionale della Valle d'Aosta e sono sottoposti al parere del Consiglio stesso;
Rilevato che con nota in data 3 agosto 2012, prot. n. 500/GAB/4.3, il Ministro per gli Affari Regionali, il Turismo e lo Sport, ha trasmesso, ai fini dell'acquisizione del parere di cui all'articolo 48bis dello Statuto speciale, lo schema di norme di attuazione in materia di archivi storici, approvato dalla Commissione paritetica in data 15 giugno 2012;
Visto l'articolo 48bis dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta;
Visto il parere della I Commissione consiliare permanente;
Esprime
parere favorevole sullo schema di decreto legislativo recante norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste in materia di archivi storici.
Allegato
(omissis)
Président - La parole au Conseiller Caveri.
Caveri (UV) - Signora Presidente, colleghi, ecco una breve illustrazione di questo schema di decreto legislativo, ma, prima di cominciare la breve illustrazione, credo che non si possa non cogliere l'occasione per dire come le norme di attuazione siano in qualche maniera il momento per alcune materie di un rapporto fattivo di leale collaborazione fra lo Stato e la Regione. La ratio principale dell'articolo 48bis è quella di applicare lo Statuto di autonomia, o fare in modo che le norme dello Stato possano armonizzarsi al nostro particolare ordinamento valdostano, intendendo anche quell'insieme di norme giuridiche che vanno dal decreto luogotenenziale del 1945 ad oggi.
Perché questa premessa? Perché per chi è membro della Commissione paritetica e in contemporanea siede in questo Consiglio questo è un momento di imbarazzo perché pacta sunt servanda: si ha l'impressione crescente che questo rapporto pattizio, dal punto di vista politico, sia quotidianamente violato da atteggiamenti che nella normativa statale, come pure nelle dichiarazioni, continuano a rendere difficile il lavoro di tutti noi e anche dei membri di parte regionale della Commissione paritetica, perché sembra la fatica di Sisifo. Ogni volta cioè ci si trova di fronte a delle difficoltà, ogni volta ci si trova di fronte alla considerazione che la nostra autonomia speciale non sia capita, ma venga vilipesa e, senza che mai sia stato modificato né l'articolo 48bis, né il 116 della Costituzione, tutta la costruzione giuridica, attorno alla quale abbiamo lavorato come Consiglio, venga posta in discussione nelle sue fondamenta. Questo per un vecchio parlamentare come sono stato io, e credo di esserlo ancora come parlamentare regionale, è elemento quotidiano di angoscia e di vivissimo dispiacere, oltre che di un moto di orgoglio, che credo nei prossimi mesi dovrà caratterizzarci a fronte di questa situazione.
Scusate il breve sfogo in premessa, vorrei tornare alla norma di attuazione. La norma di attuazione è in materia di Archivi storici, non è la prima volta che ci occupiamo di tale questione, ce ne occupammo nell'estate del 2010 quando votammo questo parere favorevole per una norma di attuazione precedente, che poi venne bloccata nell'autunno successivo direi dai capricci del Ministro Galan, ipnotizzato, pur essendo stato lui stesso Presidente di una Regione, da un Ministero dei beni culturali da sempre cieco nei confronti di questa evidenza dei fatti di un'ingiustizia che la Valle d'Aosta ha sempre avuto. Se lo Stato intendeva avere delle strutture statali, avrebbe potuto farlo fin dalla lontana e non rimpianta Provincia di Aosta visto che la Provincia portava con sé l'Archivio dello Stato - e parliamo della fine degli anni '20 -, mai è stato realizzato questo Archivio di Stato e siamo sempre stati legati da un cordone ombelicale con Torino. La stessa cosa vale per la Sovrintendenza ai beni archivistici: benché prevista da una legge che presentai nel 1992 e che venne approvata assieme alla Sovrintendenza archivistica del Molise, anche quella Sovrintendenza, malgrado un obbligo di legge, non è mai stata creata e anche in questo caso è continuato questo andirivieni di funzionari dalla vicina Torino, con questa logica Piemonte-Valle d'Aosta, che non solo tradizionalmente ci fa venire l'allergia, ma oggi addirittura sembra un terribile fantasma che si agita, perché con la logica attuale se noi dovessimo scomparire come Regione autonoma, neanche Provincia saremmo, ma faremmo parte, come è accaduto all'inizio dell'800, della circoscrizione di Torino, che oggi diventerebbe città metropolitana. A parte gli orrori che si potrebbero prefigurare e rispetto ai quali credo che i valdostani avranno un forte sussulto per la loro storia, la norma di allora era una soluzione di forte compromesso. Ci eravamo convinti ad accettarla, perché ritenevamo che sarebbe andata liscia fino al Consiglio dei ministri: prevedeva delle forme di intesa e prevedeva già la regionalizzazione della Sovrintendenza archivistica. Ora, invece, presentiamo un testo diverso, che prevede la delega per l'Archivio di Stato, che verrebbe regionalizzato. Nel testo si dice che ci dovremmo adeguare alle normative in materia archivistica, ma questo ça va sans dire, però si è ritenuto da parte statale di esplicitarlo anche se saremo liberi dal punto di vista organizzativo. Abbiamo invece una Sovrintendenza archivistica completamente dipendente dalla Regione.
Una parte di questo testo è anche frutto non solo della discussione fattiva fra i membri di parte statale e di parte regionale, ma anche della scienza giuridica in questa materia del Presidente della commissione, il professor Marco Cammelli, che ringrazio per la sua grande disponibilità ed equidistanza rispetto alle posizioni degli uni e degli altri e per la ricerca di una soluzione che fosse un compromesso, ma non un compromesso al ribasso, come poteva essere la soluzione del 2010, ma un compromesso in positivo che dovrebbe consentire finalmente di evitare una dispersione, che malauguratamente sarebbe potuta avvenire di quell'insieme ricchissimo di documentazione.
Devo ringraziare il dottor Rivolin che il mattino dell'ultima Paritetica che si è svolta ad Aosta, quando approvammo questa norma, ha preparato nell'atrio del palazzo di via Ollietti, dove c'è una parte degli archivi dei documenti assolutamente straordinari, che vanno dall'epoca medioevale fino all'epoca contemporanea.
Devo dire che tutti sono rimasti colpiti dall'amore che i valdostani dimostrano rispetto alla loro storia patria, che ovviamente è fatta di elementi ricchissimi; è stato emozionante vedere quella pagina famosa del verbale del Conseil des Commis nel 1536, quando i valdostani scelsero di non diventare un cantone elvetico abbracciando il protestantesimo, ma decisero di restare in seno a Casa Savoia con una scelta di restare invece cattolici. Credo che quell'amore trasmesso per i documenti che abbiamo potrebbe permetterci di risolvere la questione ancora inespressa di una parte di documentazione valdostana, che si trova presso altri archivi. Bisogna farlo in punto di diritto, sapendo che gli archivi non devono essere dispersi, quindi ci deve essere un'attrazione che sarà frutto del lavoro di un'apposita commissione, che dovrebbe consentire di trovare dei documenti importanti: si dice ad esempio uno dei fondi Challand, fondi Passerin d'Entrèves, di cui abbiamo già una parte della documentazione. Sarebbe questa la logica del suolo, che si applica in questo caso di uno ius soli - al riguardo Cammelli è stato brillantissimo nell'esposizione -, cioè non si può pensare che i documenti di un certo popolo, i documenti di una storia millenaria come la nostra corrano il rischio di andare altrove ed essere dispersi, naturalmente nella logica che credo sottenda tutta l'attività che viene svolta dal Governo regionale: quella della massima fruibilità, per cui i progetti di avere un palazzo più adatto per ospitare l'insieme straordinario dei documenti.
Esprimo la massima soddisfazione per questo risultato che è stato raggiunto, naturalmente come sempre noi diamo un parere e speriamo che la nave vada fino al Consiglio dei ministri. Questo "Governo Monti" per il momento - userei un termine medico - è piuttosto stitico rispetto all'emanazione delle norme di attuazione, pur essendo sotto altri versanti molto invasivo delle nostre competenze, e allora che questo Governo de temps en temps si ricordi che accanto ai doveri dei valdostani ci sono anche dei diritti.
Président - J'ouvre la discussion générale.
La parole au Conseiller Louvin.
Louvin (ALPE) - Merci Mme la Présidente.
Qualche breve considerazione su un tema che in quest'aula abbiamo affrontato quando si è discussa la prima versione: quella naufragata, dispersa, varata oltre un anno fa e sulla quale il gruppo ALPE aveva espresso serie riserve essenzialmente per due profili: il primo era la debolezza che individuavamo in quella norma rispetto ad analoghe norme di attuazione che erano state varate negli anni precedenti, in particolare nei confronti delle Province di Trento e Bolzano, e che, a nostro avviso, potevano rappresentare un miglior punto di riferimento, anche se siamo consapevoli della difficoltà dell'impresa, perché siamo di fronte ad un roccioso apparato ministeriale, dove sicuramente vige un regime di forte gelosia su determinate prerogative in materia archivistica e non c'è elasticità nel riconoscere anche mezzo secolo di impegno fattivo di Regioni come la nostra, che hanno seriamente atteso alle loro funzioni di protezione del loro patrimonio ideale di memoria storica, questo è il primo profilo, per il quale avevamo all'epoca sollevato delle vivaci riserve; il secondo riguardava una complessiva disarmonia interna della proposta normativa come era stata all'epoca formulata, evidentemente gli stiracchiamenti delle discussioni sempre difficili, non tanto credo all'interno della commissione - il collega Caveri potrà confermarlo - quanto con gli apparati ministeriali che interloquiscono con la commissione, aveva impedito di dare all'epoca un testo di migliore fattura.
Sorvolo su questi aspetti, dando comunque atto che c'è stato un miglioramento - sappiamo a chi concretamente vada attribuito -: dal punto di vista tecnico, questa è una normativa che appare più chiara rispetto alla precedente, ma in tutta onestà non possiamo ancora riconoscerne quella forza che riteniamo dovrebbe avere nel dare attuazione alle competenze che globalmente devono essere riconosciute ad una Regione come la nostra. Vero è che la nostra Regione negli ultimi tempi in materia archivistica non ha brillato particolarmente, avendo anche soppresso l'autonomia dirigenziale della struttura competente che, a nostro avviso, rappresentava e rappresenta un punto di forza da dover difendere e che credo andrà difeso - non so se il Presidente Rollandin vorrà dire qualcosa al riguardo -, perché, quando si riconosce, come fa questa norma, una titolarità addirittura di organo della Regione alla costituenda Sovrintendenza archivistica della Valle d'Aosta, perché il collega Caveri ne ha ricordato la genesi nominale, ne fu promotore in una legge di 15 anni fa, ma questa legge non ebbe mai concretamente attuazione...ma, quando diamo attuazione ad una Sovrintendenza archivistica, è evidente che questa dovrà assumere un profilo di maggiore risalto.
Tratteremo in un altro momento le questioni di carattere generale della spesa pubblica inerente gli apparati amministrativi, ma è indiscutibile che, se una Regione vuole assolvere questo compito di difesa, di presidio del proprio patrimonio archivistico a livello di una Sovrintendenza che dialoga con organismi di pari livello all'interno del quadro nazionale, non può mantenerla al di sotto di un livello dirigenziale.
Detto questo, collega Caveri, mi rivolgo a lei, ma naturalmente anche al Governo regionale, la questione di sostanza rimane nella natura non trasferita della competenza, ma nella natura puramente delegata: noi non diventiamo titolari propri di una competenza, la scelta che avete fatto in sede di mediazione con il Governo...sia quello di scarso funzionamento "intestinale", sia quello precedente di maggiore volubilità e capricciosità del centro-destra...sta di fatto che né uno, né l'altro hanno inteso riconoscere alla Regione il trasferimento della competenza in materia archivistica. Questo rimane il nodo fondamentale, il punto di assestamento che sicuramente oggi è difficile raggiungere in un momento di particolare debolezza del fronte regionale e di particolare ritorno in auge di una posizione fortemente centralistica. Il punto di assestamento per noi di una materia come questa andava ricercato in un trasferimento di competenza piena, pur nel rispetto pieno della normativa generale in materia archivistica.
Mi è sembrato cogliere nel grande entusiasmo del relatore una rivendicazione di ius soli sulla materia, come un diritto anche a tenere tutto: su questo io sarei più cauto, perché la materia archivistica è una materia nella quale ci si deve muovere con grande attenzione, senza dimenticare il principio di unità degli archivi che non si può scomporre. Ci sono soggetti vari, popoli, territori, comunità che hanno come riferimento dei documenti che fanno parte di complessi molto più ampi, da quali a volte risulta difficile estrapolarli; sicuramente ci sono e ci saranno anche nel patrimonio archivistico regionale valdostano dei documenti che potranno interessare il Canavese o famiglie importanti piemontesi, savoiarde, eccetera, ma si deve tenere conto di un principio di prevalenza e non di un principio di esclusività e in ogni caso bisogna avere molta cautela su una materia come questa.
Una piccola riserva ulteriore riguarda, collega Caveri, la Commissione archivistica, che viene istituita in un modo diverso, mi pare, lei non lo ha puntualmente richiamato, né viene richiamato nella relazione, perché non c'è semplicemente relazione. Mi permetto di sottolineare come questo sia problematico, non so se è motivato o meno, ma credo che almeno pro futuro le commissioni nell'esaminare dei documenti dovrebbero avere...
(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)
...naturalmente non vale come rimprovero, semmai come promemoria e, visto che abbiamo una giovane Presidente, anche la richiesta che non appaia più come atto amministrativo, come rimane nella classificazione degli atti consiliari. Siamo su una norma di attuazione che ha un valore direi ultra legislativo, ma questa è una vecchia questione probabilmente tecnica di aggiustamento che può essere regolata. Ripeto: la Commissione archivistica è stata rimodulata rispetto alla dimensione più ampia di quella precedente, ma queste sono funzionalità interne; peraltro non mi pare ben strutturata, non si capisce chi la convochi e come debba essere attivata, non ci sono termini e devo dire con rammarico, visto che la questione l'avevamo approfondita a suo tempo, qui si tratta di operare una ricognizione di patrimonio archivistico. Nei sei anni in cui è stata sul tavolo questa materia fra il Ministero e la Regione forse la ricognizione si sarebbe potuta fare e si sarebbe potuto fare quello che hanno fatto le Province di Trento e Bolzano, cioè mettere già in norma di attuazione la qualifica di questi fondi archivistici. Amen, si ripartirà, ma si riparte senza dati, senza nessuna precisazione dalla lettura di questa scarna disposizione, se non il fatto che debba presentare un elenco, ma non ci sono termini per la sua approvazione, cioè come diventa questo documento a tutti gli effetti se non con un commissariamento apposito. Sono tecnicalità indubbiamente, il nodo rimane quello, ripeto, della qualifica della competenza: saremo con una Sovrintendenza archivistica, se questa norma andrà in porto, un soggetto delegato ad operare per conto...
(interruzione del Consigliere Caveri, fuori microfono)
..."Sovrintendenza archivistica della Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste": questa è la denominazione, collega Caveri, nell'articolo 1... Abbiamo quindi delle riserve di sostanza che ci fanno esprimere un giudizio meno severo di quello che abbiamo espresso nell'affrontare l'esame del primo testo - sul quale ci esprimemmo con un voto contrario -, il nostro sarà un voto di astensione, ma, valga quel che valga, è una sottolineatura di posizione di non adesione e sicuramente di condivisione da altra sponda, politica, del giudizio critico sui Governi, in particolare quello precedente: quello che ha fatto naufragare l'approvazione della prima versione della norma di attuazione che adesso discutiamo. Grazie.
Président - La parole au Conseiller Donzel.
Donzel (PD) - Grazie Presidente.
Semplicemente per dire che voteremo a favore del provvedimento, avevamo già votato a favore la prima volta in cui è stato presentato. Anche se non rappresenta ancora tutti i desiderata della Regione, è un importante passo avanti, quindi noi lo sottolineiamo con un voto positivo.
Président - La discussion générale est fermée.
La parole au Président de la Région, Rollandin.
Rollandin (UV) - Merci Président.
Je crois que cet après-midi le collègue Caveri a débuté en précisant qu'il y a un certain embarras aujourd'hui à discuter de ce règlement d'application et, en effet, je crois que l'aspect risque d'être difficile à saisir: quelle est l'attitude vis-à-vis des règlements d'application au moment où on met en discussion la présence même des Régions spéciales et des Régions ordinaires. Il y a un débat aujourd'hui qui nous amène à dire qu'on met en discussion la réforme qui a été faite au Titolo V della Costituzione; les forces politiques sont là pour dire que tout a été trompé, qu'il faut reprendre à nouveau le débat, que le système n'a pas marché, que tout ce qui a été fait n'a pas donné les résultats attendus.
En effet, il y a une difficulté à saisir quelle est l'attitude non pas du Gouvernement, qui dans ce sens a eu une attitude qui est en continuité avec ce que nous avons déjà vécu dans d'autres moments, c'est-à-dire les règlements d'application sont vus comme un moment drôle d'un système qui a fonctionné, mais qui n'est plus à la une et en effet même les règlements d'application qu'on a votés dans ces derniers temps n'ont pas encore été examinés par le Conseil des ministres...on a fait des lettres pour solliciter qu'il y ait cette rencontre pour conclure une longue démarche de la part des règlements d'application, qui sont pour nous très importants, mais qui au contraire n'aboutissent à rien. N'oublions pas que déjà avec les Gouvernements précédents il y avait eu un règlement d'application sur l'énergie hydroélectrique, qui avait été voté dans cette salle et qui n'a jamais vu l'examen au niveau du Conseil des ministres, il est échu et le même destin a eu une série d'autres initiatives.
Pour ce qui est de cette proposition, le collègue Louvin a dit: "par rapport au règlement qu'on avait discuté avec des difficultés..." pour faire saisir un aspect qui est le point de repère de ce qui nous intéresse, qu'en même temps qu'on va discuter sur les petites distinctions et justement dans ce cas le règlement parle de déléguer, qui est autre chose que transférer les compétences, mais en même temps qu'on discute sur la petite différence et la grande différence, il n'y a aucune attention au document, personne ne se prend en charge ce qui est la conservation de ce matériel et c'est là le problème important. La Vallée d'Aoste s'est toujours chargée d'une série de compétences, en accord avec la Surintendance de Turin, pour donner un signal important qu'elle avait à cœur le maintien de documents extraordinaires.
Aujourd'hui d'une part il y a, au-delà de qui est le Ministre compétent, l'attitude des Biens culturels de ne pas accepter qu'il y ait dans ce domaine un transfert de compétences aux Régions. Evidemment l'attitude est encore empirée du fait que maintenant il y a un nouveau centralisme qui reprend toutes les compétences dans tous les domaines et à plus forte raison dans le domaine des biens culturels. Je crois qu'aujourd'hui l'aspect qui nous intéresse c'est qu'avec ce règlement d'application...c'est vrai c'est une delega, ce n'est pas un transfert de compétences, mais ce qui nous intéresse c'est le point final, c'est-à-dire qu'on a la possibilité avec cette commission de mettre sur pied un règlement qui nous permet d'utiliser au mieux toutes les richesses en termes de patrimoine existant, ce qui est aussi de compétence des différents bureaux qui ont suivi cette matière, qui ont fait des études sur cette matière...on a évoqué la personne qui est à même d'avoir connaissance de tout le patrimoine en Vallée d'Aoste, M. Rivolin, je crois qu'aujourd'hui il soit l'unique qui a une idée d'ensemble. Je crois donc que le fait de prévoir avec ce règlement d'application la possibilité d'avoir en matière - et en conséquence de ce qui se passera - une attitude même vis-à-vis des places qui sont à étudier par rapport à ce nouveau système...je crois que c'est évident -vous aviez évoqué quelle sera l'attitude par rapport au futur - qu'on va reprendre ce thème au moment où ce règlement sera d'actualité.
Voilà de ma part je remercie la commission qui a travaillé même avec des difficultés et le fait qu'il y ait ce résultat est important; ce n'est pas ce qu'on aurait voulu...mais sans doute on a pour l'instant un instrument qui nous permet de travailler dans la direction que je crois tout le monde apprécie. Voilà le sens de cette approbation que nous partageons.
Président - Je soumets au vote l'acte:
Consiglieri presenti: 30
Votanti e favorevoli: 26
Astenuti: 4 (Cerise, Chatrian, Louvin, Patrizia Morelli)
Il Consiglio approva.