Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 2632 du 3 octobre 2012 - Resoconto

OGGETTO N. 2632/XIII - Interpellanza: "Abbandono nei boschi delle carcasse di cinghiali abbattuti da parte del Corpo forestale regionale".

Interpellanza

Appreso che, nei periodi di chiusura della stagione venatoria, vengono abbattuti dei cinghiali da parte del Corpo forestale regionale, a seguito di segnalazioni di ingenti danni alle colture o ai pascoli;

Sottolineata l'importanza e l'efficacia del Piano faunistico venatorio 2008-2012 della Regione Valle d'Aosta che contribuisce a migliorare i difficili equilibri fra fauna, uomo e ambiente;

Rilevato che vi sono cacciatori formati per la specifica pratica della caccia al cinghiale;

Constatato che il Corpo forestale regionale abbandona le carcasse dei cinghiali abbattuti e che questa pratica ha suscitato sorpresa e sconcerto tra coloro, compresi turisti, che si trovano ad attraversare i nostri boschi;

il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

l'Assessore competente per sapere se intenda:

1) spiegare le ragioni per cui gli animali abbattuti vengono abbandonati nei boschi o in zone non lontane da centri abitati;

2) esplicitare i costi di tale attività;

3) rimuovere le carcasse degli animali abbattuti.

F.to: Donzel

Président - La parole au Conseiller Donzel.

Donzel (PD) - Speriamo che non voli qualche pallottola... È chiaro che affrontare il tema che sfiora quello della caccia è sempre molto delicato, perché è uno di quei temi su cui abbiamo visto anche i media alle volte vedono scatenarsi le passioni più sfrenate dei partigiani dell'una o dell'altra parte. La questione che vogliamo sottoporre all'attenzione è specifica e riguarda quella della proliferazione del cinghiale in alcune zone della Valle, quindi la sua presenza che diventa numerosa, oppure la presenza di animali così grandi che arrecano gravi danni alle colture o ai pascoli.

Quando c'è la caccia, i cacciatori fanno da regolatori, come previsto dal piano faunistico, rispetto ad alcuni animali che si riproducono con una certa facilità; nei periodi in cui non c'è la caccia, di fronte a segnalazioni di particolari danni, mi risulta che il Corpo forestale si occupi di eliminare alcuni esemplari. La cosa che mi ha sorpreso è che però le carcasse di questi animali venissero abbandonate nei boschi e che alcuni passanti a passeggio nei boschi abbiano avuto modo di riscontrare da lontano l'odore di questi animali putrefatti...e non è stato uno spettacolo. Quello che volevamo capire è perché questi animali vengono abbattuti e lasciati sul posto, in alcuni casi in zone non lontanissime da centri abitati; capire anche quanto costa questa attività al Corpo forestale e rimuovere le carcasse degli animali abbattuti perché questa la riteniamo una cosa importante. Non abbiamo dei predatori tali nella Valle da eliminare rapidamente la carcasse di un cinghiale, quindi, salvo alcune zone, questi animali rischiano di rimanere lì a lungo e, anche da questo punto di vista, vorremmo capire meglio come funziona tale meccanismo.

Président - La parole à l'Assesseur à l'agriculture et aux ressources naturelles, Isabellon.

Isabellon (UV) - Grazie Presidente.

È un tema che ciclicamente si ripropone anche in Consiglio regionale, mi ricordo anni fa dove un discorso sui cinghiali periodicamente a seguito della recrudescenza del fenomeno delle presenze e dei danni veniva su questi tavoli. Come tutti sanno, la specie cinghiale arreca molti danni alle colture agricole, tali danni costano denaro e fatica agli agricoltori a causa delle perdite di produzione e della necessità di ripristinare i terreni danneggiati a volte ripetutamente. I danni inoltre incidono anche sulla spesa pubblica, in quanto sono indennizzati da parte della Regione quale proprietaria e responsabile della fauna selvatica. La gestione attuata dalla Regione nei confronti di questa specie è improntata al suo massimo contenimento.

In periodo venatorio da metà settembre a gennaio i cinghiali sono prelevati dai cacciatori, prima in forma singola e poi in battuta nel rispetto delle regole venatorie. La caccia al cinghiale in forma singola - detta caccia vagante - è effettuata in base a specifico piano selettivo con un tetto di prelievo fissato negli ultimi anni in 260 animali. La caccia in battuta invece non ha alcun tetto di prelievo. La media dei cinghiali abbattuti in periodo venatorio è stata negli ultimi anni di circa 400 animali all'anno. Oltre ai prelievi effettuati in periodo di caccia, nei confronti della specie è attuato il cosiddetto "controllo" durante tutto l'anno nelle zone interessate dai danni. Forestali e cacciatori specificatamente formati possono effettuare degli appostamenti di norma notturni finalizzati al prelievo degli animali. L'attività di controllo non va confusa con la caccia, il controllo infatti non può essere effettuato dappertutto e da chiunque, ma solo nelle zone interessate dai danni esclusivamente da forestali e da cacciatori allo scopo formati, dunque individuati nominativamente. In media il numero dei cinghiali prelevati in controllo si aggira sui 130 animali all'anno, di cui circa la metà prelevati dai forestali e l'altra metà dai cacciatori.

Questo è un anno particolare, dirò dopo il perché. Fino allo scorso anno i cinghiali prelevati dai forestali erano ceduti a titolo oneroso a privati che ne facevano richiesta, quelli abbattuti dai cacciatori erano invece lasciati gratuitamente agli stessi quale compenso per la collaborazione prestata. Si evidenzia che i cacciatori che partecipano all'attività di controllo faunistico lo fanno a titolo volontario e gratuito. A partire da quest'anno invece sono in vigore le nuove disposizioni europee sull'igiene degli alimenti, che rendono obbligatoria la consegna delle carcasse dei selvatici abbattuti in controllo (non nel periodo di caccia) ad un centro lavorazione della selvaggina, cioè ad un macello a ciò autorizzato. Sino ad oggi in Valle d'Aosta non esisteva nessun centro di lavorazione della selvaggina autorizzato a cui poter recapitare i selvatici abbattuti in controllo. A tal fine l'Amministrazione ha promosso la realizzazione di un centro di lavorazione della selvaggina, mettendo a norma un macello esistente presso i locali di proprietà regionale, sede della Cooperativa La Kiuva di Arnad. Il centro di lavorazione della selvaggina è stato visitato dall'USL la scorsa settimana ed è diventato operativo. La Regione nel frattempo ha provveduto a convenzionarsi con la cooperativa, a cui sarà possibile recapitare i cinghiali abbattuti in controllo. Per ogni animale ricevuto la cooperativa verserà alla Regione il corrispettivo di 3 euro al chilo, IVA inclusa, del peso degli animali eviscerati, frollati e spellati giudicati idonei al consumo a seguito della visita veterinaria. A seguito del ritiro degli animali, la cooperativa, dopo le operazioni di pulitura, sezionatura e controllo veterinario, potrà commercializzarne la carne, una parte di questa sarà lasciata a titolo gratuito ai cacciatori autori dei prelievi, come in precedenza.

La mancanza in Regione di un centro di lavorazione della selvaggina ha obbligato nel frattempo l'Amministrazione regionale a modificare da gennaio ad oggi le modalità attuative del piano di controllo. È stata subito scartata la possibilità di rivolgersi ad un centro di lavorazione della selvaggina al di fuori della regione (quello più vicino è situato a Biella) giudicando le operazioni di conferimento fuori Valle degli animali abbattuti troppo oneroso e complicato; peraltro il non conferimento degli animali ad un centro di lavorazione non permetteva né di cederli a terzi, né di lasciarli in disponibilità ai cacciatori. Tuttavia la non attuazione del piano di controllo nei confronti della specie avrebbe sicuramente fatto crescere in maniera importante i danni causati alle colture e ai terreni agricoli, quindi si è agito in maniera minore, ma attivando il piano di controlli senza il coinvolgimento dei cacciatori. Si è deciso di intervenire solo nei casi più gravi, con il solo ausilio del personale forestale, rinunciando al supporto dei cacciatori, fino all'operatività del centro di lavorazione della selvaggina situato in regione.

Dai primi di gennaio fino a metà settembre di quest'anno i forestali sono stati impegnati nel controllo numerico della specie cinghiale, operando un prelievo di 70 animali. I cinghiali abbattuti sono stati lasciati in loco come carnai, assicurandosi che fossero rispettate tutte le condizioni necessarie (luoghi appartati, distanti da case, sorgenti, acque superficiali, vie di transito, aree frequentate). Tale procedura prevista per legge è stata privilegiata rispetto alla loro distruzione, previo conferimento delle carcasse presso una discarica autorizzata, per un discorso di contenimento dei costi pubblici; nel secondo caso infatti il costo dello smaltimento sarebbe stato di circa 150 euro per animale per una spesa di più di 10.500 euro, di questi tempi non è poco. Come descritto, le modalità che consentono di lasciare in natura la carcassa di un selvatico sono specificate dalla normativa in materia e non permettono di abbandonare la stessa in luoghi aperti o in vista che possono creare problematiche ambientali. Questo è verificato puntualmente, non abbiamo a che fare con degli irresponsabili che gestiscono tali cose, ma con persone che adoperano il buon senso quando decidono certe procedure. Si reputa difficile e molto accidentale, anche se non impossibile, che le stesse abbiano potuto essere riscontrate da turisti o escursionisti, peraltro nelle nostre montagne e nei nostri boschi non è infrequente imbattersi in carcasse di selvatici morti per cause naturali o accidentali. Le stesse sono utilizzate dai predatori necrofagi e da altri organismi, rientrando così nel ciclo biologico della natura.

Président - La parole au Conseiller Donzel.

Donzel (PD) - Intanto prendo atto che le mie informazioni erano corrette. La ringrazio, Assessore, per la puntuale ricostruzione molto dettagliata, naturalmente lei conosce questo settore molto meglio di me e ha ben ricostruito sia le problematiche legate ai danni, sia il fatto che bisogna esercitare questa caccia di controllo. La preoccupazione però rimane, perché comunque, a meno che adesso non si metta a volare il gipeto in Bassa Valle per liberarci di tutti i problemi che ci sono laggiù - il gipeto l'ho visto raramente in Bassa Valle... -, ho l'impressione che alcuni problemi possono essere rilevati, queste carcasse favoriscono i cani vaganti che sono un problema molto serio.

Prendo atto che almeno su questo tema è stata fatta una spending review, si è voluto scegliere la strada del risparmio con 10.000 euro risparmiati per non distruggere le carcasse. Spesso capita che negli alpeggi più remoti della Valle d'Aosta bisogna invece operare in modo profondamente diverso, non con questa logica della spending review, ma gli animali non devono essere lasciati abbandonati sul posto e magari interrati con l'autorizzazione veterinaria, ma non lasciati esposti. Prendo atto che sta lavorando alla costruzione...cioè è già pronto un luogo dove potranno essere trattati questi animali, però verrà attivato solo dall'anno prossimo...

(interruzione dell'Assessore Isabellon, fuori microfono)

...è già attivo adesso, già si conferiscono gli animali? Adesso è il periodo di caccia...non vengono conferiti, ma sarebbe già pronto. Questo è molto importante, vuol dire che l'anno prossimo non avremo carcasse, questo lo portiamo a casa come risultato positivo. Grazie.