Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 2602 du 19 septembre 2012 - Resoconto

OGGETTO N. 2602/XIII - Interpellanza: "Iniziative per il rilancio del settore produttivo e industriale della Regione".

Interpellanza

Considerato che la crisi economica in atto da ormai 4 anni continua ad avere delle ricadute gravissime anche in Valle d'Aosta sul fronte della perdita di posti di lavoro, dell'aumento della disoccupazione giovanile e dell'ulteriore impoverimento del tessuto produttivo e industriale regionale;

Preso atto in particolare che una recente indagine previsionale di Unioncamere stima che, entro la fine del 2012, verranno "bruciati" in Valle d'Aosta altri 640 posti di lavoro dipendente, con un calo dell'occupazione del 2,3 percento che risulta dalla differenza tra gli assunti (3.670) e coloro che perderanno il posto (4.320 persone);

Sottolineato infine che, con il termine del corrente anno, si avvicina la scadenza delle misure di cassa integrazione per centinaia di lavoratori valdostani, con il rischio per molti di essi di restare senza lavoro e senza alcun tipo di reddito;

la sottoscritta Consigliera regionale

Interpella

la Giunta regionale per conoscere:

1) i dati più aggiornati relativi al tasso di disoccupazione in Valle d'Aosta e in particolare alla disoccupazione giovanile, e se corrispondano al vero le catastrofiche stime relative alla nuova disoccupazione diffuse da Unioncamere;

2) i dati relativi ai lavoratori delle aziende valdostane in cassa integrazione, in mobilità o comunque attualmente beneficianti di misure di ammortizzatori sociali, e la situazione circa la scadenza di tali misure;

3) se è intenzione della Giunta mettere finalmente in campo una seria politica per il rilancio del settore produttivo e industriale valdostano, con quali misure concrete e con quali obiettivi.

F.to: Carmela Fontana

Président - La parole à la Conseillère Carmela Fontana.

Fontana (PD) - Grazie Presidente.

Con questa interpellanza vogliamo portare all'attenzione del Consiglio il problema lavoro.

Nella votazione sull'aggiornamento del piano triennale 2012-2014 votammo contro, perché i dati riferiti al primo trimestre elaborati dall'ISTAT erano drammatici, eravamo al 7 percento di persone senza lavoro nella nostra Regione e la disoccupazione giovanile era oltre il 22 percento. Oggi i dati sono notevolmente peggiorati ed il dato complessivo della disoccupazione è del 10,5 percento, mentre la disoccupazione giovanile da 15 a 24 anni, partendo dal dato del secondo semestre 2011, del 27,45 percento, è arrivata al 33,9 percento nel 2012, quindi da un calcolo matematico i dati sono peggiorati. Il trend dei prossimi mesi non porta visibilità di eventuali miglioramenti, mentre si evidenzia mensilmente una caduta occupazionale in continuo aumento, vedi il caso dei lavoratori della Verrès S.p.A., che rischiano di perdere il posto di lavoro. Non è essere pessimisti evidenziare una situazione di negatività occupazionale, ma essere realisti nel porre un problema ad alto contenuto sociale, con l'intento di ricercare delle soluzioni di risposta al malessere che vivono migliaia di persone nella nostra Regione.

Ribadiamo che è necessario un piano straordinario di politiche per il lavoro che consenta di definire le risorse pubbliche disponibili nel bilancio regionale, da mettere a disposizione per il 2013, al fine di rilanciare l'occupazione e mantenere un percorso di aiuto sociale alle persone senza lavoro. La Regione deve utilizzare tutti i mezzi a sua disposizione per attrarre nuovi investimenti privati e pubblici, salvaguardando quelli esistenti, utilizzando tutte le misure compatibili con leggi a disposizione. In questo contesto sarebbe interessante avere i dati su cosa la Finaosta ha fatto e sta facendo in questi ultimi anni per lo sviluppo e l'occupazione in generale. Sarebbe anche interessante avere i dati degli ultimi dieci anni di quanto senza controllo Finaosta ha perso economicamente per aiuti destinati a strutture private poi fallite. Diciamo questo perché essere proprietari, come la Regione, della maggioranza dei capannoni produttivi dislocati nella Valle, molti vuoti (vedi il caso vergognoso della ex Tecdis, struttura chiusa da anni), non è economicamente positivo, come non è positivo essere insinuati per milioni di euro nei tribunali come creditori. Altro ragionamento sull'utilizzo delle risorse e sul recupero delle stesse ci porta a chiedere di avere i dati economici degli affitti incassati e non da Aosta Structure, nata proprio per far finire una situazione di non pagamento di affitti.

Ultimo ragionamento, vista anche la visita del Ministro Fornero, la quale teorizza la flessibilità come rilancio del lavoro: vorremmo che ci fosse una flessibilità pulita, finalizzata alla stabilizzazione del lavoro e non di un incremento della precarietà dello stesso. Sarebbe interessante un Consiglio tematico su questi aspetti, finalizzato alla ricerca come difesa e rilancio del lavoro in tutti i suoi aspetti. Grazie.

Président - La parole à l'Assesseur aux activités productives, Pastoret.

Pastoret (UV) - Grazie Presidente.

Il tempo non mi consentirà di fare un'analisi partendo dalle premesse dell'interpellanza, inoltre sono stati introdotti altri elementi che non erano previsti. Mi limiterò a rispondere ai quesiti che sono stati posti, tre sostanzialmente, cercando di fornire i particolari necessari.

Per quanto riguarda i dati relativi ai tassi di disoccupazione, secondo l'indagine sulle forze di lavoro dell'ISTAT, nel secondo trimestre del 2012 il tasso è pari al 6,7 percento, valore in crescita in termini di variazione tendenziale annua, ovvero in un confronto con l'analogo periodo dell'anno precedente, quindi solo per i mesi citati per il 2012, nel secondo trimestre 2011 era del 4,8 percento. Ma questo dato, se lo si guarda alla variazione congiunturale, ovvero confrontando tra il secondo trimestre 2012 ed il primo trimestre 2012, è in contrazione, perché siamo passati dal 7,3 percento del primo trimestre 2012 al 6,7 percento del secondo trimestre. Come si vede i dati sono ballerini, ovviamente. Il peggioramento su base annuale è influenzato dal peggioramento del quadro realizzatosi in Italia a partire dalla seconda metà del 2011 e che nella nostra Regione si è invece prodotto fra la fine del 2011 e l'inizio del 2012.

Per avere una visione d'insieme più completa e poter valutare la portata, è opportuno contestualizzare i dati valdostani registrati dall'ISTAT per l'ultimo trimestre con quelli di altri territori. Su queste basi emerge che la nostra Regione si mantiene su posizioni migliori di gran parte delle Regioni italiane, anche se il quadro rimane difficile. In particolare, il livello della disoccupazione regionale del 6,7 percento è il più basso fra le Regioni del nord-ovest, infatti la Lombardia ha un tasso di disoccupazione del 7,4, il Piemonte del 9,2, la Liguria dell'8; solo il Trentino-Alto Adige con il 5 percento, l'Emilia Romagna con il 6,3 ed il Friuli con il 6,5 fanno registrare valori inferiori di quello valdostano. Situazione analoga si osserva per il tasso di occupazione, considerato che il 65 percento della Valle d'Aosta è migliore di quello del Piemonte (63,9), della Liguria (62) ed è sostanzialmente allineato a quello della Lombardia (64,9).

Nel complesso la Valle d'Aosta è superata solo dal Trentino-Alto Adige per 3 punti (68 percento) e dall'Emilia Romagna (67,9 percento). Il tasso di disoccupazione giovanile è riferito alla popolazione 15-24 anni: questo a livello regionale non viene pubblicato su base trimestrale, ma solo su base annuale; pertanto il dato più aggiornato che abbiamo è relativo alla media del 2011, quando il tasso di disoccupazione giovanile in Valle è stato del 22,4 percento, contro un valore medio nazionale del 29,1 percento, e contro un valore delle Regioni del nord-ovest del 22,2. A questo proposito occorre precisare che tale dato non si riferisce, come è intuibile, alla totalità dei giovani di età fra i 15 e 24 anni, come spesso viene riportato, ma riguarda solo la quota più modesta che è presente sul mercato del lavoro, ovvero di coloro che fanno parte delle forze di lavoro. Infatti, a fronte di circa 11.000 persone di età compresa fra 15-24 anni, solo il 30 percento di questi è sul mercato del lavoro, vale a dire circa 3.400 persone. Quindi il tasso di disoccupazione del 22 percento si riferisce a questo universo, mentre i circa ottomila giovani restanti sono prevalentemente inattivi o studenti.

Per quanto riguarda la richiesta della CIG aggiornata ai primi otto mesi dell'anno a partire dal 2005, io le do una tabella dove c'è il confronto negli anni 2005-2012 per gli otto mesi evidentemente, se si vuole avere un rapporto coerente. Il rapporto ci dice che il maggior ricorso alla CIG si è verificato nel 2009 per un valore di 1.794.000 ore; nel 2006 per un valore di 1.304.000 ore; nel 2010 per un valore di 963.000; nel 2012 le ore sono state al 31 agosto, come le altre, pari a 888.000 rispetto alle 874.000 alla stessa data del 2011, quindi c'è un saldo superiore del 2012 per gli otto mesi presi in esame di 13.000 ore, pari a 1,6 percento.

Riguardo all'ultima questione, credo che vada fatta una riflessione ampia e circostanziata alla luce del tempo che stiamo vivendo. Come le ho già detto in privato, prendo in modo tranquillo la sua affermazione dove lei chiede se sia intenzione mettere in campo una seria politica per il rilancio del settore produttivo, perché usare il termine "seria politica" potrebbe sottintendere il fatto che non vi sia stata una politica seria. Credo che lei non volesse essere né irridente, né irriverente, anzi capisco bene quale può essere il suo stato d'animo a fronte dei problemi che la gente vive quotidianamente e con i quali molti di noi si devono confrontare.

Detto tutto ciò, credo che dobbiamo avere una condivisione di base nelle analisi che facciamo e dobbiamo tenere conto delle questioni e dei nuovi inusuali problemi che oggi si pongono. In primo luogo va ricordato che qualsiasi soggetto pubblico oggi, ad ogni latitudine, non può sostituirsi alle imprese, tanto meno oggi che - a differenza di quanto fatto in passato - le regole comunitarie e statali hanno rigidamente disciplinato gli interventi pubblici nei confronti dei privati. Gli "aiuti di Stato" - per usare un termine comprensibile - non sono più possibili, anzi sono rigidamente proibiti. Ad oggi tutte le disposizioni legislative a sostegno delle attività produttive ed economiche sono state giustamente dall'Amministrazione regionale a loro tempo riviste, per non dare corso a storture nel sistema rispetto alla concorrenza. Non solo, è noto che diverse leggi prima della loro approvazione in Consiglio hanno dovuto essere sottoposte al parere preventivo dell'Unione europea.

Oggi poi - altro elemento di carattere generale che rappresento - le linee di azione e gli interventi previsti dalle nostre leggi di settore sono fortemente condizionati dalla congiuntura economica nazionale ed internazionale. Accade che le stesse aziende a volte siano loro a rinunciare a possibili investimenti anche se supportati dall'ente pubblico, poiché esiste il rischio di non consentire alle aziende di ripianare le spese perché le difficoltà di collocazione dei prodotti di certi settori sono gravissime. A questo si aggiunga che il mondo che noi conoscevamo si sta cancellando. Fra non molto verremo in quest'aula - come lei ricordava - a discutere del bilancio di previsione e tutti potranno constatare che la cura dimagrante a cui la nostra Regione è stata sottoposta e sarà sottoposta in futuro, ci porterà alle soglie dell'anoressia, soprattutto se pensiamo all'acclarato protrarsi degli effetti della crisi anche al 2013.

La realtà è che oggi possediamo gli strumenti all'interno dei limiti degli aiuti consentiti, che fino ad oggi abbiamo potuto sostenere sia nel campo degli aiuti, sia per quanto riguarda le politiche del lavoro. Ma se le risorse future rischiano di essere ridotte, è ancora più vero che, malgrado i possibili aiuti, vi sono imprese che hanno rinunciato a programmare gli investimenti, se non strettamente necessari. In Valle, ad oggi, al di là dell'atteggiamento di altre Regioni, abbiamo riproposto le misure anticrisi con importi superiori a 100.000.000 di euro, tutte cose delle quali quando avremo tempo di approfondire discuteremo.

Prendo il punto tre della sua interpellanza - che non ho potuto approfondire - come un invito a tornare in quest'aula o nei luoghi in cui vorremo, anche alla luce del bilancio 2013 che discuteremo fra breve, per fare delle riflessioni che siano più appropriate e che possano consentire ad altri colleghi di intervenire per dare il loro punto di vista su questa situazione, in particolare per quanto riguarda il settore industriale. Grazie.

Président - La parole à la Conseillère Carmela Fontana.

Fontana (PD) - Mi rendo conto che è una problematica molto difficile. Questa interpellanza non voleva essere un atto di accuse contro nessuno, ma voleva esprimere preoccupazione per quello che succede nel mondo del lavoro.

Oggi abbiamo visto un altro gruppo di lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro, mai come ora questo Consiglio deve cercare di fare il possibile! Io ho parlato di una politica seria non per dare di poco serio a quello che si è fatto, perché si sono messe tante risorse. Però c'è qualcosa che non ha funzionato, perché sono tre anni che si va avanti ed è sempre peggio, ogni giorno si perdono decine di posti di lavoro. Vuol dire che quello che è stato fatto non ha funzionato e non possiamo continuare così, mettendo risorse. Nessuno sta dicendo che non si è fatto il massimo, anzi, siamo forse la prima Regione dove si danno degli incentivi in particolare sul sociale. Ma alla fine qualcosa non funziona, perché lei diceva giustamente che le imprese non investono perché non hanno ritorno. Siamo in un momento che, se non aiutiamo le persone ad avere un lavoro, andremo sempre peggio, perché automaticamente non si spende, i negozi falliscono, cioè siamo in una situazione drammatica!

La mia paura è quella di affrontare un 2013 peggiore del 2012, e allora mi chiedo: siamo a fine legislatura, abbiamo il bilancio, e giustamente non abbiamo molte risorse, però sappiamo che il lavoro deve avere la priorità... È un discorso lungo, i problemi sono tanti, ci sono moltissime persone coinvolte, non sarebbe male fare un Consiglio tematico per sviscerare queste problematiche e cercare di capire cosa si può fare, tutti insieme, per risolvere questo problema. Penso che anche voi, come me...abbiamo dietro la porta dell'ufficio ogni giorno una marea di gente che viene a bussare chiedendo lavoro, non sanno come andare avanti. Io sono esasperata, non so cosa rispondere e non so neppure dare una sicurezza per il futuro perché non lo vedo roseo! Mettiamocela tutta, senza incolpare nessuno, vedere cosa riusciamo a fare se riusciamo a risolvere qualcosa, perché non è dando incentivi che risolviamo la situazione. Capire magari coinvolgendo le imprese, magari c'è troppa burocrazia...

Non voglio entrare nel merito, perché ci vorrebbe troppo tempo, ma chiedo all'Assessore un impegno per vedere cosa poter fare per il futuro, per risolvere questo problema al quale adesso siamo arrivati all'osso. Le persone sono esasperate, lo vedete anche voi, perché il problema lavoro è una cosa che vi chiedono quando vi incontrano le persone per strada e non sai più cosa rispondere. Noi dobbiamo cercare nel nostro piccolo di fare il possibile per dare un poco di tranquillità. Grazie.