Objet du Conseil n. 2600 du 19 septembre 2012 - Resoconto
OGGETTO N. 2600/XIII - Interpellanze: "Svolgimento dell'incontro con il Ministro all'Ambiente e alla tutela del territorio in merito al referendum regionale sulla gestione dei rifiuti" e "Chiarimenti in merito ai contenuti della missiva inviata al Ministro all'Ambiente e alla tutela del territorio relativa alla gestione dei rifiuti nella Regione".
Interpellanza
Appreso dagli organi di stampa della lettera inviata l'11 giugno u.s. dal Presidente della Regione e dall'Assessore Zublena al Ministro all'Ambiente e alla tutela del Territorio e del Mare, Corrado Clini, in riferimento al referendum propositivo che si terrà il 18 novembre p.v.;
Evidenziato che nel testo della lettera inviata al Ministro Clini si riporta che:
- "Abbiamo ritenuto doveroso (omissis) informarLa su quanto accade nella nostra regione in relazione alla gestione dei rifiuti urbani e per le possibili implicazioni che ciò potrebbe avere a livello nazionale";
- "Sono state avviate una serie di iniziative popolari di contrasto, la più importante delle quali è culminata nella proposta di referendum regionale, peraltro ritenuto ammissibile dalla apposita commissione referendaria regionale sul presupposto che la ratio principale della proposta di legge in questione sia la tutela della salute. Su questo parere di ammissibilità sono stati presentati due ricorsi";
- "Se il referendum dovesse avere esito positivo per i proponenti, si affermerebbe il principio che a livello regionale su iniziativa referendaria si può arrivare a bandire una modalità di trattamento rifiuti rispetto ad altre, con un effetto domino le cui conseguenze nazionali sicuramente non Le sfuggiranno";
- "Siamo per questo a chiederLe un incontro urgente al fine di valutare congiuntamente le possibili precauzioni da intraprendere";
Ritenuti oltremodo inopportuni e censurabili i continui attacchi del Presidente della Regione nei confronti dell'istituto referendario e i ricorrenti tentativi di delegittimare le decisioni assunte dalla commissione referendaria regionale (dai cosiddetti saggi) anche appellandosi strumentalmente ai ministeri romani;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
il Governo regionale per sapere:
1) se e quando si è svolto "l'incontro urgente" richiesto con la sopra citata lettera;
2) quali sono le "precauzioni da intraprendere" indicate nella lettera e gli intendimenti in merito.
F.to: Bertin - Patrizia Morelli
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Interpellanza
Preso atto della lettera inviata dal Presidente della Regione e dall'Assessore al territorio e Ambiente, a firma congiunta, al Ministro all'Ambiente e alla Tutela del Territorio e del Mare, on. Corrado Clini in data 11 giugno 2012;
Rilevato che vi si scrive che si è ritenuto "doveroso indirizzarLe questa nota con l'intento di informarLa su quanto accade nella nostra regione in relazione alla gestione dei rifiuti urbani e per le possibili implicazioni che ciò potrebbe avere a livello nazionale.";
Riscontrato che si continua: "Il settore "Rifiuti" è certamente tra i più conflittuali in Italia, Paese più propenso ad un approccio emotivo e ideologico piuttosto che ad un'analisi razionale e tecnica soprattutto quando si tratta di questioni ambientali. Anche in Valle d'Aosta non si è potuto evitare questa deriva.";
Riscontrato altresì che si conclude: "Alla luce di ciò, ci pare rilevante sottoporre alla Sua attenzione il fatto che se il referendum dovesse avere esito positivo per i proponenti, si affermerebbe il principio che a livello regionale su iniziativa referendaria si può arrivare a bandire una modalità di trattamento rifiuti rispetto alle altre, con un effetto domino le cui conseguenze nazionali sicuramente non Le sfuggiranno.";
il sottoscritto Consigliere regionale
Interpella
il Presidente della Regione e l'Assessore competente per sapere se intendano:
1) chiarire gli obiettivi che si erano prefissati con tale missiva al Ministro;
2) esplicitare quali siano le "possibili implicazioni nazionali" della vicenda valdostana sulla gestione dei rifiuti;
3) spiegare il significato di "un effetto domino le cui conseguenze nazionali sicuramente non Le sfuggiranno".
F.to: Donzel
Président - La parole à la Conseillère Patrizia Morelli.
Morelli (ALPE) - Merci Mme la Présidente.
Abbiamo appreso con una certa sorpresa dagli organi di stampa della lettera inviata l'11 giugno scorso a firma del Presidente della Regione e dell'Assessore Zublena al Ministro all'ambiente Clini in riferimento al referendum propositivo che si terrà il 18 novembre prossimo venturo e che è stato confermato in questi giorni. Siamo stati sorpresi dal fatto che una Regione autonoma si appelli al Ministro per richiedere una sorta di sostegno riguardo ad un argomento oggetto di grande discussione e che riteniamo la Regione debba avere la forza e la responsabilità di affrontare autonomamente, d'autant plus quando la Regione è una Regione autonoma che rivendica fortemente le scelte importanti. Siamo stati basiti anche dal contenuto della lettera, che si rivolge al Ministro dicendo: "Abbiamo ritenuto doveroso informarla su quanto accade nella nostra Regione in relazione alla gestione dei rifiuti urbani e per le possibili implicazioni che ciò potrebbe avere a livello nazionale. Sono state avviate una serie di iniziative popolari di contrasto, la più importante delle quali è culminata nella proposta di referendum regionale, peraltro ritenuto ammissibile dall'apposita Commissione referendaria regionale, sul presupposto che la ratio principale della proposta di legge in questione sia la tutela della salute. Su questo parere di ammissibilità sono stati presentati due ricorsi. Se il referendum dovesse avere esito positivo per i proponenti, si affermerebbe il principio che a livello regionale su iniziativa referendaria si può arrivare a bandire una modalità di trattamento rifiuti rispetto ad altre, con un effetto domino, le cui conseguenze nazionali sicuramente non le sfuggiranno". Alla faccia del federalismo, ci viene da dire! "Siamo per questo a chiederle un incontro urgente, al fine di valutare congiuntamente le possibili precauzioni da intraprendere". L'incontro urgente - ricordo - è stato richiesto con una lettera dell'11 giugno.
Francamente riteniamo quanto meno inopportuni i continui attacchi della Giunta regionale nei confronti dell'istituto referendario in generale e, nella fattispecie, per il referendum sulla gestione dei rifiuti, e i ricorrenti tentativi di delegittimare le decisioni assunte dalla Commissione referendaria, i cosiddetti "saggi", anche arrivando ad appellarsi in modo strumentale al Ministro. Queste sono le ragioni per le quali abbiamo presentato questa interpellanza, con la quale nel dettaglio vogliamo sapere se e quando si è svolto l'incontro urgente richiesto con la succitata lettera, quali sarebbero queste "precauzioni" da intraprendere indicate nella lettera e quali sono gli intendimenti in merito.
Président - La parole au Conseiller Donzel.
Donzel (PD) - Grazie Presidente.
Mi consente questa interpellanza anche di intervenire per fare chiarezza su un passaggio abbastanza antipatico, che mi è stato riferito da chi ha letto l'organo del partito a cui appartiene l'Assessore Zublena, con una tecnica abbastanza curiosa: quella di additare agli avversari le proprie responsabilità, usando lo strumento di prendere alcune frasi, estrapolarle dal contesto generale per delegittimare gli avversari. Vediamo di capirci: trovo assolutamente normale che lei ed il Presidente della Regione difendiate le ragioni del pirogassificatore e che spiegate ai valdostani le caratteristiche tecniche che i valdostani non conoscono, che descriviate questo impianto che i valdostani non conoscono; trovo meno comprensibile, invece, che lei dedichi più tempo a denigrare quello che dicono gli altri. Fra l'altro, curiosamente, lei estrapola una mia affermazione secondo cui io dico in quest'aula che sono per la chiusura del ciclo in Valle, esattamente quello che prevede il referendum; quindi sono ben contento che alcune mie affermazioni siano riprese in generale anche dal contesto referendario. Che poi lei dica che con un trattamento a freddo non si può fare questa chiusura del ciclo in Valle è la sua opinione, smentita da altri autorevoli esperti che si occupano di questo tema. Quindi siamo al confronto fra esperti che non è stato fatto.
Ma veniamo alla questione in merito...ecco, mi permetta di dire che quando ho fatto riferimento alla confusione mentale della Giunta, cosa che lei ha estrapolato in questo modo come se dessi del pazzo al primo che cammina, proprio nel momento in cui lei scrive la lettera al Ministro, escono su tutti i giornali valdostani delle critiche durissime al Governo Monti: che attacca l'autonomia, che è contro l'autonomia, che non vuole più lasciarci le risorse economiche. Mentre c'è questo durissimo attacco al Governo Monti, lei si preoccupa molto della situazione nazionale e lo fa con delle parole - purtroppo ho l'abitudine di leggere sempre in fretta le cose - e allora, leggendo in fretta, lei scrive al Ministro che "è doveroso indirizzarle questa nota con l'intento di informarla su quanto accade nella nostra Regione". Io, leggendo in fretta questa cosa, ho pensato che l'Assessore chiedeva un consiglio al Ministro sul fatto che nella relazione allegata alla lettera la raccolta differenziata in Valle d'Aosta è bassissima, è al 41,60 percento, quindi lei esprime la preoccupazione del fallimento della sua azione perché gli manda anche un documento allegato, da cui risulta che dal 2008 al 2010 la sua attività non è riuscita a far crescere del 2 percento la raccolta differenziata. Quindi mi sono detto: è un atto di responsabilità dell'Assessore nel mandare questo allegato... E poi aggiunge: certo che se può avere delle ripercussioni a livello nazionale, se tutte le Regioni fanno così male la raccolta differenziata come noi, questo può essere un problema! Pensavo fosse questo, e invece, leggendo sotto, arrivo alle conclusioni a cui è arrivata la collega Morelli: non è che lei era preoccupata sul fatto che sta fallendo la raccolta differenziata in Valle d'Aosta, ma lei si preoccupa che la questione dei rifiuti sia un problema conflittuale in Italia!
Guardi che l'Italia non è solo Napoli, né il TG5, ci sono delle realtà in Italia dove non c'è nessuna situazione conflittuale sulla gestione dei rifiuti, ci sono delle comunità che hanno scelto liberamente di fare delle situazioni di incenerimento, ci sono delle comunità che altrettanto liberamente hanno fatto delle scelte di trattamento a freddo, di raccolta differenziata che arriva al 70 percento, dove non ci sono movimenti di piazza, rivoluzioni e situazioni che lei descrive come se in tutta Italia fosse in atto una rivoluzione! Ci sono dei siti e dei luoghi dove, non essendoci stato un percorso concordato, ci sono delle situazioni di difficoltà, ma è curioso questo interesse per questa situazione geografica nazionale di cui lei dice: "stiamo attenti che a livello nazionale la situazione...". Lei parla di approccio emotivo ed ideologico, piuttosto che un'analisi nazionale, lei la ripete sempre questa frase, come se tutti gli altri fossero dei poeti!
Noi abbiamo sentito in audizione consiliare non dei poeti, ma dei tecnici, che la pensano in modo diverso da alcuni tecnici che lei ha portato. Quindi esistono delle forme di razionalità che vanno verso la raccolta differenziata, il trattamento a freddo, la cura della salute, ed altre che vanno verso l'incenerimento. Ci sono forme di razionalità che prevedono l'energia nucleare anche nel nostro Paese, ci sono delle forme di razionalità che prevedono che nel nostro Paese non vengano realizzati impianti di energia nucleare. Non esiste un'unica forma di razionalità, la sua, per cui tutti quelli che non la pensano come lei sono irrazionali...io non credo!
Quanto all'idea che cerca sempre di far passare, secondo cui qui ci sarebbe qualcuno che ha cambiato idea, la prima che ha cambiato idea è lei, avendo sostituito l'idea di un megainceneritore che bruciava la discarica, per tenere la discarica e fare un pirogassificatore. Quindi non continui con la storia che gli altri cambiano idea, qui di idee ne sono cambiate tante, di progetti dell'ospedale ne avete fatti 250! Anche su questo argomento, secondo me, un confronto democratico è che chi crede nel pirogassificatore dica perché quella cosa lì va bene - peccato che è mancato quel confronto tecnico che 11.000 cittadini avevano chiesto! - oppure no.
Qui arrivo all'ultimo passaggio contenuto nella lettera: "Alla luce di ciò - di questo terribile conflitto che anima l'Italia, tutti che si lanciano i rifiuti uno con l'altro, perché la questione rifiuti è rivoluzionaria! - ci pare rilevante porre alla sua attenzione il fatto che se il referendum dovesse avere esito positivo per i suoi proponenti, si affermerebbe il principio che a livello regionale su iniziativa referendaria si può arrivare a bandire una modalità di trattamento rifiuti rispetto alle altre, con un effetto domino le cui conseguenze nazionali sicuramente non le sfuggiranno". Pensavo che questo fosse in positivo, che bello! Come la Regione Valle d'Aosta dispone della possibilità di far referendum e dare ai cittadini la possibilità di decidere, quindi noi autonomisti convinti diciamo esportiamo il nostro modello e anche nelle altre Regioni si facciano referendum, noi diciamo no: stiamo attenti che se succede una cosa così, è finita!
Ma come, andiamo all'incontrario? In Italia - la voglio rassicurare - hanno fatto un referendum contro l'energia nucleare, i cittadini italiani hanno detto "no" all'energia nucleare e stiamo cercando altre strade. Se lei è una nuclearista convinta, non è un problema mio, è un problema suo, la "nazione Italia" non le vuole queste centrali nucleari, e la sua razionalità la farà vivere un po' meno bene...ma ci lasci vivere senza l'energia nucleare! Quindi siano i valdostani a dire se lo vogliono oppure no il pirogassificatore, non la sua razionalità che vuole le centrali nucleari e quant'altro. Da questo punto di vista è assolutamente incomprensibile una lettera che esprime preoccupazione per un risultato referendario, uno può essere preoccupato da autonomista che il referendum non possa essere svolto o che ci sia qualcuno - questo non lo condividerei neanch'io - che usi la forza per manifestare, atteggiamenti che sarebbero inaccettabili. Ma che si svolga un referendum in cui serenamente le parti si confrontano su un problema ed i valdostani dicono cosa pensano, come fa a spaventare lei o il Ministro? Tant'è che il Ministro non ha risposto, ma ha trasmesso la lettera ad uno del suo staff ed ha pensato bene di non firmare come Ministro, perché la lettera probabilmente non meritava quell'attenzione.
Spero che almeno sul ribadire la validità dello strumento referendario come metodo di consultazione, successo della nostra Regione, ci sia almeno su questo intesa comune. Poi sui contenuti è legittimo che lei e la Giunta la pensiate in modo diverso da chi sostiene altre ragioni...questa è la democrazia!
Presidente - La parola all'Assessore al territorio e ambiente, Manuela Zublena.
Zublena (UV) - Merci Mme la Présidente.
Sul primo punto dell'interpellanza dei colleghi di ALPE: "se e quando si è svolto l'incontro urgente", a fronte della richiesta, non ho avuto nessun incontro con il Ministro.
Circa il secondo punto: "quali sono le precauzioni da intraprendere indicate nella lettera e gli intendimenti in merito", mi preme specificare che la richiesta voleva sollecitare una collaborazione con il Ministro su possibili percorsi da attivare, nel caso in cui i valdostani, sulla scorta dell'emotività che è stata sollevata dalla questione, optassero per escludere il trattamento a caldo dei rifiuti nella Regione. Ciò si traduce in azioni e nella messa in campo di precauzioni per evitare di incorrere in procedure di infrazione, come avviene in alcune parti del nostro Paese, alle direttive europee che comportano pesanti sanzioni economiche, che mi pare il caso di evitare in un momento particolarmente delicato per la nostra economia. Informare il Ministero della possibilità che si verifichino situazioni semi-emergenziali o - peggio - emergenziali, mi pare doveroso, non sarebbe una bella pubblicità se per questo motivo la nostra Regione fosse commissariata! La lettura che con una certa vivacità avete voluto dare alle parole è di alludere ad un tentativo secondo voi di intraprendere iniziative per minare il referendum e la libera espressione dei cittadini. Tranquillizzo su questo punto, ma è vero che ognuno interpreta le parole in funzione di ciò che farebbe lui.
Circa la seconda interpellanza del gruppo PD: "chiarire gli obiettivi che si erano prefissati con tale missiva al Ministro", innanzitutto devo ammettere che spesso, grazie alle interpellanze, è possibile rendersi conto di quanta poca conoscenza del sistema politico-amministrativo sia pervasa la vita civile del nostro Paese; scarsa conoscenza anche di ciò che si sta proponendo da un punto di vista tecnico e delle ricadute. È una scarsa conoscenza e anche una volontà di creare dissenso, oppure delle polemiche strumentali, oppure alimentare un dibattito per creare disorientamento fra i cittadini, e far poi prevalere un senso di insofferenza contro il sistema e creare quelle condizioni favorevoli al voto "contro" a prescindere. Voglio sperare che questa interpellanza sia animata, come lo sono state altre interpellanze, da una semplice richiesta di informazione e da un desiderio di trasparenza.
Allora, quali sono gli obiettivi che una Regione si pone nell'indirizzare una lettera ad un Ministro per informarlo sulla situazione concernente la materia di sua competenza? Anzitutto informarlo di una questione che riguarda le politiche e l'applicazione delle normative nazionali; informarlo della posizione di alcune parti della popolazione nei confronti di scelte, come quella della gestione dei rifiuti, che in Italia ci pongono problemi quotidiani; informarlo delle attività svolte a livello locale su azioni che comportano potenzialmente anche il coinvolgimento di altre Regioni e Province. Potrei continuare, ma credo sia sufficiente richiamare un principio, quello della leale collaborazione fra amministrazioni dello Stato, nel totale rispetto dei propri ambiti di competenza che sono ben definiti dalla legge e che ci danno uno spazio di totale autonomia, che abbiamo ampiamente utilizzato per formulare la nostra scelta. Informare il Ministero di un'iniziativa che riguarda un settore come quello dei rifiuti, in cui la competenza dello Stato e dell'Unione europea sono evidenti, da solo spiega la ragione per cui la Regione ha ritenuto di indirizzare un'informativa al Ministero.
Sulla seconda domanda, vorrei citare la frase nel suo insieme da cui sono state estrapolate le parole riportate nel quesito che erano: "Abbiamo ritenuto doveroso indirizzarle questa nota con l'intento di informarla su quanto accade nella nostra Regione in relazione alla gestione dei rifiuti urbani e per le possibili implicazioni che ciò potrebbe avere a livello nazionale". Mi sembra che la risposta del punto uno esaudisca la risposta anche a questo quesito; tuttavia non vorrei lasciare insoddisfatto l'obiettivo per cui è stata posta la domanda e vorrei cercare di esplicitare anche la domanda in questo modo: quali possono essere le implicazioni nazionali della decisione di una Regione, pur attraverso un referendum popolare, di vietare un tipo di trattamento dei rifiuti previsto dalle norme europee e nazionali nella gerarchia di gestione dei rifiuti? Anzitutto mancato rispetto di direttive che prevedono il principio di prossimità, il ricorso alla discarica per lo smaltimento di rifiuti senza il recupero di energia, esportazione presso impianti fuori dal territorio regionale dei rifiuti con necessità di accordi interregionali, che richiedono un coinvolgimento del Ministero, decisioni di altre Regioni di vietare l'uno o l'altro sistema di trattamento. Anche qui vale il discorso che ho appena fatto, cioè a prescindere dalle implicazioni l'informativa vuole evidenziare la problematica e non sollecitare prese di posizione puntuali.
Circa il terzo quesito: "spiegare il significato di un effetto domino le cui conseguenze nazionali sicuramente non Le sfuggiranno", anche qui potrei essere breve, perché la risposta è contenuta in quanto appena detto, ma vorrei esprimere alcune considerazioni. È vero che il tema dei rifiuti è complesso, richiede un attento approfondimento delle diverse implicazioni del problema a 360 gradi, non è sufficiente una lettura di slogan o di notizie - ancorché corrette - pubblicate dai giornali di informazioni; nonostante ciò ci sono alcuni principi generali, che a mio avviso non possiamo permetterci di non conoscere. Se su tutto il territorio nazionale si affermasse il divieto di utilizzare i sistemi a caldo, l'Italia non potrebbe garantire lo smaltimento dei rifiuti; infatti ogni sistema a freddo o TMB, quello che viene proposto da ValleVirtuosa e anche da voi sostenuto, richiede che dopo alcuni pretrattamenti, una consistente frazione del rifiuto (circa il 50 percento), che è combustibile, venga smaltita in un inceneritore o in un impianto a caldo. Allora per chi citava la chiusura del ciclo in Valle d'Aosta, credo che si debba leggere meglio il manifestino distribuito da ValleVirtuosa in tutte le sagre di questa estate, il quale indica la via della chiusura del ciclo con l'incenerimento dei rifiuti, invitando ad esportare l'esperienza di Treviso. Se uno va a consultare il sito TV3 che è indicato sul manifestino, si scopre che a Treviso i rifiuti, dopo questi pretrattamenti, sono smaltiti in un impianti a caldo, cioè sono bruciati, quindi l'impianto è assimilabile ad un inceneritore.
Per quanto riguarda infine le "implicazioni nazionali", cito un documento di Legambiente per far capire che le strategie le elaborano anche i fautori di altri sistemi. È un documento che si intitola "La Legambiente che vorremmo", è datato Torino 20 ottobre 2011, fra i firmatari compare anche Paolo Fedi di Aosta. Riferendosi alla situazione in Valle d'Aosta, il documento cita: "Merita segnalare il fatto che su questa iniziativa - il pirogassificatore - è stato tenuto un referendum, che potrebbe aprire nuovi scenari. Deve essere compito dell'associazione tutta impegnarsi in questo referendum, anche perché sarebbe un fatto di rilevanza nazionale qualora una Regione decidesse di non costruire impianti di trattamento a caldo, che potrebbe gettare basi per un'estensione futura. Sicuramente nei prossimi mesi le vicende valdostane andranno seguite con particolare attenzione". Forse è soprattutto a Legambiente che va posto il quesito dell'interpellanza!
Président - La parole à la Conseillère Patrizia Morelli.
Morelli (ALPE) - Merci Mme la Présidente.
Non ci stupisce che il Ministro all'ambiente non abbia aderito all'invito ad un incontro urgente e che questo incontro non si sia tenuto, ma che la risposta - direi alquanto neutra nei toni - provenga dalla segreteria tecnica dell'Ufficio di Gabinetto del Ministero dell'ambiente! Continuiamo ad intravedere in questa curiosa procedura l'ennesimo tentativo, e temiamo che non sarà l'ultimo, di banalizzare un'iniziativa di proposta popolare, a cui i partiti politici possono o meno aderire, ma che nasce dal basso e che, come tale, deve poter seguire un iter democratico senza colpi bassi, in particolare quando provengono dalle istituzioni.
Il ricorrere da parte della Giunta ad una segnalazione al Ministero in questi termini è possibile che noi l'abbiamo mal interpretata, ma allora forse andava scritta in modo diverso. Una segnalazione al Ministero il collega Chatrian la definirebbe "un intervento a gamba tesa", ma ci sembra anche che sia un indice di debolezza del Governo regionale, oltre che una mancanza di rispetto nei confronti delle migliaia di cittadini valdostani che hanno richiesto il confronto prima ed il referendum poi, e che non sono dei facinorosi! Esprimono semplicemente la volontà di essere informati e di dire la loro su un argomento che sta loro a cuore, e questa volontà non può essere definita com'è, nella sua lettera, "una deriva"!
Concludo richiamandola, me lo permetta, ad un comportamento più istituzionale.
Président - La parole au Conseiller Donzel.
Donzel (PD) - Grazie Presidente.
Vede, Assessore, capisco che oggi sia un po' la giornata delle donne, abbiamo assistito alla nomina della prima donna Presidente del Consiglio regionale, e che ci sia chi ambisca a fare il Ministro dell'ambiente... Lei, magari, immersa così, nello studio, si è lasciata prendere la mano ed è partita con un'analisi nazionale dei rifiuti, delle implicazioni, eccetera. Al di là del fatto che nessuno le vuole limitare le sue ambizioni, quindi ormai lei studia lo scenario dei rifiuti a dimensione nazionale, vogliamo rimanere alla questione regionale. Lei manda un'informativa al Ministro, come dire, lo vuole rendere edotto di ciò che avviene qua, ma poi gli chiede un incontro urgente; se è un'informativa, non si ravvisa la parola "urgente" rivolta al Ministro, perché se è un'informativa si limita a dire cosa sta succedendo qui!
Noi valdostani possiamo gestire i rifiuti a livello locale e regionale con le nostre competenze, lo abbiamo fatto in tanti campi, e non credo che un Ministro, dall'alto dei palazzi romani, possa venire qui a dettarci la ricetta! Su questo tema migliaia di valdostani hanno detto: vogliamo dire la nostra. Poi i partiti, le personalità politiche che eventualmente si mettono in gioco, sono un contorno, la sostanza resta, ovvero sono cittadini che fanno una domanda, a questa domanda non ottengono una risposta e chiedono di poterlo manifestare attraverso un referendum.
Lei svia il tentativo che noi chiediamo di rispondere, anzi, si catapulta ancora di più nella situazione nazionale, come al suo solito una volta cita il Sindaco di Torino Fassino; allora, siccome è una mia conoscenza personale, gli ho telefonato per chiedergli: ma da quando in qua ti occupi del pirogassificatore della Valle d'Aosta? Ma c'è un pirogassificatore? Mi ha risposto: "non ne so niente". Lei però furbamente mette la parola "Fassino", dopodiché va a prendere dichiarazioni di Renzi sul pirogassificatore della Toscana, cose che non c'entrano niente, perché Renzi è tutto preso dalle primarie, e gli fa dire che è il campione dell'incenerimento. Non è così, perché sono andato dalla responsabile, e la invito a fare una missiva, visto che le piace tanto il contatto con il mondo romano, alla responsabile dell'ambiente del Partito Democratico, la quale ha detto che ciascun territorio autonomamente decide la gestione dei rifiuti e che non c'è un indirizzo dato prioritario in quel senso da parte del nostro partito. Mi dispiace per lei, ma Renzi magari lo inviterà qui alle primarie, andrà a sentire cos'ha da dire sul pirogassificatore della Valle d'Aosta, ma parlava del pirogassificatore di un'altra realtà, non della Valle d'Aosta! Quindi è inutile andare a pescare Tizio che ha detto questo, fa anche piacere questo interesse per la politica...
Altra questione: ovviamente, siccome a lei piace fare queste citazioni, è andata a vedersi la citazione di un Consigliere comunale di Aosta di ALPE, Paolo Fedi, relativamente al fatto che fa un passaggio su questo argomento. Ma guardi che questo Consigliere fa parte di un'associazione nazionale, Legambiente, non è l'Assessore della Regione Valle d'Aosta, e lì si è espresso in un ambito che non c'entrava niente! Come al solito lei prende una frase, dice agli altri che non bisogna lavorare con gli slogan...
Presidente - ...colleghi, vi chiedo un po' di silenzio...
Donzel (PD) - ...mi fa piacere che ci sia questo mal di pancia di sottofondo che aiuta certamente ad esprimersi in aula, è sintomo di un'educazione e di un ascolto!
Giustamente lei dice: qui c'è qualcuno che parla solo per slogan...allora non lo faccia lei! Parli del suo pirogassificatore, non parli sempre di quello che dicono gli altri! Anche questa definizione: tutti gli altri parlano per slogan e solo io non parlo per slogan...francamente spieghi lei le cose con serenità e lasci che gli altri si confrontino con i cittadini e con gli strumenti che hanno a disposizione. La razionalità non è a beneficio suo esclusivo, è un bene collettivo di cui dispongono anche i cittadini; per cui, siccome ho avuto modo di apprezzare dei medici valdostani pediatri che esprimevano pubblicamente delle perplessità riguardo alla salute riferiti al pirogassificatore, esiste anche l'opinione di medici - che non sono proprio dei politici - che dicono qualcosa che non va nella direzione che esprime lei.