Objet du Conseil n. 261 du 29 avril 1980 - Verbale
OGGETTO N. 261/80 - REVOCA DELLA DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE N. 608 IN DATA 15.2.1980. (Reiezione di mozione)
Il Presidente DOLCHI dichiara aperta la discussione sulla seguente mozione presentata dal Consigliere Viberti, concernente l'oggetto: "Revoca della deliberazione della Giunta regionale n. 608 in data 15.2.1980", mozione trasmessa in copia ai Consiglieri unitamente all'ordine del giorno dell'adunanza in corso.
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Al Presidente
del Consiglio regionale
SEDE
Il sottoscritto Consigliere regionale di Democrazia Proletaria-Nuova Sinistra chiede che venga inserita all'ordine del giorno della prossima adunanza consiliare la seguente
MOZIONE
VISTA la deliberazione n. 608 del 15.2.1980 con cui la Giunta regionale attribuisce un premio di Lire 1.800.000 (sotto forma di "diritti d'autore") al Sig. Silvano Rubbo, capo servizio dell'Assessorato alla Sanità ed Assistenza Sociale per aver curato la stesura dell'opuscolo "Guida al Servizio Sanitario della Regione Autonoma Valle d'Aosta";
RITENENDO inammissibile dal punto di vista morale, oltre che in contrasto con le norme ed il principio dell'onnicomprensività dello stipendio dei dipendenti regionali, il fatto che si distribuiscano congrui premi per prestazioni attinenti ai propri compiti di dipendente regionale;
EVIDENZIATO che oltretutto l'opuscolo "Guida al Servizio Sanitario della Regione Autonoma Valle d'Aosta" non è stato posto in vendita dalla Regione, ma distribuito gratuitamente con una spesa che per la sola stampa ha superato i 16.000.000=;
BIASIMANDO il fatto che il capo servizio dell'Assessorato alla Sanità ed Assistenza Sociale invece di considerare proprio compito e dovere garantire il massimo di informazione sulle nuove strutture del Servizio Sanitario, non si sia lasciata sfuggire l'occasione per ricavarne un beneficio economico personale;
IL CONSIGLIO REGIONALE
DELIBERA
di impegnare la Giunta regionale a revocare la propria deliberazione n. 608 del 15/2/1980.
Aosta, 11/4/1980
f.to: Ilio Viberti
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Il Presidente DOLCHI, data la particolare delicatezza della questione in esame che coinvolge una persona - pur non ritenendo, per il momento, di far proseguire la discussione in seduta segreta, perché il dibattito, a suo parere, dovrebbe svolgersi su di un piano politico senza coinvolgere direttamente la persona -, prima di dare la parola al Consigliere Viberti per l'illustrazione della mozione, lo invita a dichiarare preventivamente se intende fare degli apprezzamenti o delle valutazioni sulla persona, nel qual caso sarà costretto a far proseguire la discussione in seduta segreta e lo stesso invito rivolge anche a tutti i Consiglieri che hanno intenzione di intervenire nel dibattito.
Il Consigliere VIBERTI, dopo aver fornito le assicurazioni richieste dal Presidente del Consiglio, dà lettura dell'articolo apparso nel n. 17 del Corriere della Valle d'Aosta, a firma di Giuseppe Mistral e il cui testo è il seguente:
"I dipendenti delle pubbliche amministrazioni non dovrebbero svolgere altra attività né in orario di ufficio né fuori orario. In casi particolari - che non debbono costituire norma - può essere rilasciata, dietro richiesta della parte interessata, autorizzazione da parte dei responsabili degli Enti pubblici. Una norma che è divenuta prassi consolidata in tutti gli uffici dello Stato ed altrettanto dovrebbe essere nelle amministrazioni locali.
Ricordiamo come qualche anno fa successe un pandemonio al momento in cui un geometra libero professionista denunciò lo svolgimento di attività professionale - sia pur utilizzando la firma di qualche prestanome - da parte di tecnici regionali che operavano al di fuori dell'orario di ufficio. Si sarebbe infatti potuto verificare il caso che un progetto elaborato da un tecnico regionale fuori dell'orario d'ufficio avrebbe potuto essere approvato dallo stesso estensore nella sua veste di funzionario.
Oggi alla Regione si registrano le più strane anomalie, come quella di esponenti politici dipendenti dall'Amministrazione regionale che da lunga data non si presentano in ufficio pur essendo regolarmente in forza (non si sa se a piena o parziale retribuzione) ed ancora quella di persone delegate ad altri incarichi che percepiscono regolare stipendio senza svolgere alcuna attività a favore della pubblica amministrazione che paga puntualmente quanto previsto dai contratti di lavoro. Né dimentichiamo che c'è chi lavora "part-time" presso emittenti televisive "libere" pur avendo un rapporto di lavoro con l'Ente pubblico. Una posizione che non solo rende ipotizzabile la maggior facilità nell'acquisire informazioni, ma può creare persino contrasti tra le due attività.
Un episodio più clamoroso è denunciato in una mozione presentata al Consiglio regionale dal rappresentante di Democrazia Proletaria-Nuova sinistra, Ilio Viberti, mozione che verrà discussa a fine mese.
Il consigliere regionale ha chiesto al Consiglio di impegnare la Giunta a revocare la propria deliberazione n. 608 del 15 febbraio scorso con la quale si attribuiva ad un funzionario regionale un premio di un milione ed 800 mila lire quale compenso per "diritti d'autore" avendo egli curato la stesura - pare durante l'orario d'ufficio - dell'opuscolo "Guida al Servizio sanitario della Regione Autonoma Valle d'Aosta", opuscolo che dovrà essere distribuito gratuitamente e che per la sola stampa è costato 16 milioni di lire. Sembra poi che la pubblicazione sia stata tradotta anche in lingua francese.
Il Consigliere Viberti ritiene che sia "inammissibile (dal punto di vista morale, oltre che in contrasto con le norme ed il principio dell'onnicomprensività dello stipendio dei dipendenti regionali, il fatto che si distribuiscano congrui premi per prestazioni attinenti ai propri compiti di dipendente regionale" ed ha biasimato il fatto che il funzionario in questione "invece di considerare proprio compito e dovere garantire il massimo di informazione sulle nuove strutture del Servizio sanitario, non si sia lasciata sfuggire l'occasione per ricavarne un beneficio economico personale".
Nella sostanza, con la mozione si vuol far rilevare che i dipendenti regionali sono pagati per rendere servizi all'Amministrazione - e quindi alla collettività - e non possono essere erogati ad essi premi speciali per lo svolgimento di mansioni di loro stretta competenza e che dovrebbero far parte della "routine" di lavoro.
Indipendentemente dalla mozione e dai suoi contenuti resta comunque il fatto che molte situazioni dovrebbero essere riviste a Palazzo regionale e ciò nello spirito di moralizzazione della vita pubblica e nel concetto del maggior rispetto per il denaro di tutti.".
Sottolinea come tale articolo sia stato scritto sul settimanale della Curia diocesana e si augura che esso faccia riflettere in particolare i Democristiani sulla necessità di revocare la deliberazione di Giunta n. 608 del 15.2.1980.
Rileva che all'articolo 11 della legge sui diritti d'autore si stabilisce che: "Alle Amministrazioni dello Stato, alle Province ed ai Comuni spetta il diritto di autore sulle opere create e pubblicate sotto il loro nome ed a loro conto e spese". Non potendo il caso in questione rientrare fra quelli previsti dalla specifica normativa, la delibera n. 608 è stata quantomeno un errore, dato che non intende mettere in dubbio la buona fede dell'Assessore alla Sanità ed Assistenza Sociale Rollandin e va quindi revocata.
L'Assessore alla Sanità ed Assistenza Sociale ROLLANDIN evidenzia come nelle premesse della mozione vi sia un errore di impostazione, in quanto è all'Amministrazione che compete il dovere di informare gli utenti di un servizio e tale dovere non può essere equiparato ai singoli doveri d'ufficio ai quali sono tenuti i singoli dipendenti. L'Amministrazione, per ottemperare al suo dovere di informazione nei confronti del pubblico, può seguire strade diverse ed è per questo motivo che parecchie Regioni hanno effettuato regolari contratti con delle ditte specializzate per la pubblicazione di opuscoli, spendendo però cifre tre volte superiori alla cifra spesa dalla Valle d'Aosta. Fa quindi presente che, con la delibera in questione, non si intendeva assolutamente concedere un premio speciale ad un dipendente, la qual cosa sarebbe stata in palese contrasto con il regime dell'onnicomprensività degli emolumenti sancita dalla legge sullo stato giuridico ed economico del personale, ma si è provveduto a versare al dipendente in questione i diritti d'autore per l'opuscolo.
In conclusione egli definisce completamente sbagliata l'impostazione data alla mozione e rifiuta totalmente la sua ultima parte che tende a biasimare il dirigente dell'Assessorato, ribadendo al contrario la validità e l'oculatezza della scelta a suo tempo decisa dall'Assessorato della Sanità ed Assistenza Sociale, perché essa ha, tra l'altro, permesso un notevole risparmio di denaro pubblico.
Il Consigliere TONINO esordisce affermando che la mozione del Consigliere Viberti pone in luce un altro degli errori nei quali da troppo tempo la Giunta attuale cade. Ricorda, a questo proposito, la reiezione della mozione che chiedeva un diverso criterio per l'acquisto dei libri, l'arroccamento della Giunta quando si discusse di viaggi di esponenti dell'U.V. a convegni, a suo dire, pagati dall'Esecutivo regionale. Tutti questi episodi sono posti in essere da una Giunta che si dice autonomista e che, proprio per questo, dovrebbe costituire un esempio di gestione oculata nel campo amministrativo. Questi errori, questi episodi fanno poi parte di un metodo di governo consistente nel disperdere grossa parte dei fondi regionali in opere di mero assistenzialismo, senza alcun preciso costrutto.
Entrando poi nel merito della delibera in questione, il gruppo comunista concorda con l'interpretazione fornita dal Consigliere Viberti che si tratti cioè quanto meno di un errore e che quindi essa vada revocata. A questo riguardo, ricorda che nella Regione due sono gli organi ai quali è istituzionalmente affidato il compito dell'informazione e cioè l'Ufficio Stampa della Giunta e del Consiglio. In conclusione afferma che il gruppo consiliare comunista concorda sulla sostanza della mozione presentata dal Consigliere Viberti, anche se solleva qualche perplessità sull'ultima premessa in cui si giunge a biasimare il Dirigente dei Servizi dell'Assessorato della Sanità ed Assistenza Sociale.
Il Consigliere MINUZZO dichiara che la delibera di Giunta in questione lo ha lasciato alquanto perplesso sia perché essa attua una discriminazione nei confronti di altri funzionari dell'Amministrazione regionale, sia perché introduce il principio di una specie di premio che l'Assessore può concedere ad un proprio funzionario, senza ben specificare la casistica.
Quanto al primo punto, fa presente che, quando l'Ufficio di Presidenza richiese per dei funzionari della Presidenza del Consiglio una gratifica per il lavoro di grossa mole che essi avevano effettuato durante parecchi mesi, il Presidente della Giunta fu contrario.
Quanto al secondo punto, è incontestabile il fatto che, in molti casi, i funzionari vadano al di là delle loro strette competenze per giungere a svolgere delle vere e proprie consulenze che, come tali, dovrebbero richiedere una gratifica extraprofessionale.
Ritiene che la forma dell'acquisto dei diritti d'autore sia un'abile mossa per camuffare la cosa quale essa è: cioè un premio concesso al Dirigente dei servizi dell'Assessorato della Sanità ed Assistenza Sociale.
In virtù delle considerazioni suesposte, egli non può che dirsi contrario alla delibera di Giunta in questione ma, dato che il P.S.D.I. fa parte della maggioranza, voterà per la reiezione della mozione presentata dal Consigliere Viberti.
Il Consigliere DE GRANDIS si dichiara convinto del fatto che l'Assessore alla Sanità abbia agito in perfetta buona fede e con lo scopo di rendere un servizio all'Amministrazione regionale; così facendo infatti ha realizzato un notevole risparmio. Rimane comunque il fatto che si è trattato di un premio erogato ad un funzionario dell'Amministrazione regionale e, a suo avviso, occorre fare molta attenzione per evitare che ciò possa diventare un fatto generalizzato. Sostiene infatti che, portando all'eccesso questo modo di operare, l'Assessore ai Lavori Pubblici Borbey per risparmiare potrebbe affidare l'elaborazione di un progetto ad un tecnico del suo Assessorato pagandolo poi come se si trattasse di un libero professionista e ciò costituisce chiaramente un illecito. Occorre, in altre parole, evitare che, per ottenere un risparmio, l'Amministrazione regionale ricorra ad atti illeciti.
Afferma che, pur accettando lo spirito della mozione, non può assolutamente condividerne le parti esplicative in cui vi sono affermazioni particolarmente gravi nei confronti del Dirigente dei servizi dell'Assessorato della Sanità ed Assistenza Sociale. Presenta quindi il seguente emendamento alla mozione del Consigliere Viberti e che in pratica si traduce in una modifica della parte espositiva.
"MOZIONE
CONSIDERATO che la corresponsione di premi al personale dipendente dell'Amministrazione Regionale per attività pertinenti il proprio ufficio è in contrasto con le norme relative all'ordinamento del personale stesso
DELIBERA
di impegnare la Giunta regionale a revocare la propria deliberazione n. 608 del 15/2/1980.".
Annuncia quindi il suo voto favorevole alla mozione se il Consigliere Viberti accetterà il nuovo testo così emendato.
Il Consigliere NEBBIA esordisce affermando di volere anzitutto sgombrare il campo da problemi di ordine personale, per cui si dichiara contrario all'ultimo capoverso delle premesse della mozione in cui si fa riferimento specifico alla persona del Dirigente dei servizi dell'Assessorato della Sanità ed Assistenza Sociale. Ritiene quindi opportuno riportare la mozione su un livello politico e amministrativo, ma, dato che comunque il caso sollevato dalla mozione si riferisce ad una persona specifica, reputa più opportuno che la votazione avvenga a scrutinio segreto. La mozione in questione pone dei problemi giuridici e dei problemi di metodo: i primi sono già stati evidenziati dal Consigliere De Grandis, i secondi insorgerebbero qualora procedimenti quali quelli utilizzati nella delibera di Giunta in questione venissero generalizzati ed estesi a tutta la Pubblica amministrazione, ivi compresi gli enti locali. È facile capire a quali aberrazioni potrebbe condurre l'estensione del principio sancito con la delibera di Giunta di cui la mozione chiede la revoca.
Per le considerazioni suesposte annuncia il proprio voto favorevole alla mozione nel testo emendato dal Consigliere De Grandis.
Il Consigliere VOYAT annuncia il voto contrario alla mozione del gruppo dell'Union Valdôtaine motivandolo con le argomentazioni svolte dall'Assessore alla Sanità ed Assistenza Sociale Rollandin. Respinge decisamente le accuse mosse alla maggioranza di condotta assistenziale e clientelare e fa presente che, in realtà, troppo sovente si dà ascolto alle forze di opposizione quando chiedono dei favori per dei loro protetti.
Il Consigliere LUSTRISSY ricorda che il Consiglio regionale è un organo politico la cui principale attribuzione è la funzione legislativa e che ha il controllo sull'attività della Giunta dal punto di vista politico, mentre il controllo sulla legittimità degli atti posti in essere dall'Esecutivo è invece affidata, dallo Statuto speciale, ad un organo ad hoc e cioè la Commissione di Coordinamento. Dati questi presupposti, il Consiglio può ora discutere sull'opportunità politica del provvedimento a suo tempo assunto dalla Giunta e che rientra, a suo dire, nella tradizione dell'Amministrazione regionale di elargire con una certa discrezionalità compensi per l'attività svolta al di fuori dell'attività normale di lavoro, ma, a questo proposito, come ha ricordato il Consigliere Minuzzo, può insorgere il problema della disparità di trattamento.
Certo della buona fede dell'Assessore alla Sanità ed Assistenza Sociale, ritiene che la delibera in questione sia il frutto di una valutazione discrezionale della Giunta e costituisca, per i motivi suesposti, in un certo senso un retaggio del passato destinato a scomparire a seguito dell'approvazione del nuovo ordinamento sullo stato economico e patrimoniale del personale in cui è sancito il principio dell'onnicomprensività dello stipendio.
Quanto alla formulazione della mozione, dichiara che il gruppo dei Democratici Popolari non può condividere l'impostazione data ad essa dal Consigliere Viberti, in quanto non si può biasimare un funzionario dell'Amministrazione regionale che esegue un compito commissionatogli da parte dell'Amministrazione stessa. L'argomentazione del Consigliere Viberti, secondo la quale la motivazione addotta in delibera per giustificare il premio - e cioè che esso veniva concesso a titolo di diritti d'autore - è quantomeno errata perché non corrisponde alla fattispecie espressamente prevista dalla legge, può anche essere giusta, ma cozza contro il fatto che tale delibera è stata regolarmente vistata dall'organo preposto a controllarne la legittimità. A questo punto l'organo politico, quale è il Consiglio regionale, non ha nessuna arma per chiedere la revoca del provvedimento amministrativo in questione.
In ragione delle considerazioni suesposte, il gruppo consiliare dei Democratici Popolari dichiara che non può che votare contro all'approvazione della mozione presentata dal Consigliere Viberti.
Il Presidente DOLCHI annuncia che il Consigliere Tonino, a nome del gruppo consiliare comunista, ha formalizzato il seguente emendamento alla mozione in discussione: "Sopprimere il 4° capoverso della parte espositiva".
Quanto alla richiesta formulata dal Consigliere Nebbia, comunica in risposta che tutto il dibattito si è svolto come un dibattito politico in cui non ci si è riferiti, se non indirettamente, alla persona, per cui dichiara di non poter accettare la richiesta di votazione segreta, a meno che al Consigliere Nebbia non si aggiungano altri 4 Consiglieri i quali formulino la stessa richiesta.
Il Consigliere VIBERTI dichiara di accettare l'emendamento sostitutivo proposto dal Consigliere De Grandis, sostenendo che, a suo avviso, non è tanto importante la paternità dell'iniziativa quanto il fatto che il Consiglio assuma finalmente un'iniziativa in merito. Concorda sul fatto che sia compito dell'Amministrazione regionale e non dei suoi dipendenti curare l'elaborazione di un opuscolo illustrativo, ma il problema è che personalmente non riesce a capire perché, se tale incarico è stato affidato al funzionario dall'Amministrazione nella materia in cui il funzionario è esperto, egli per tale suo lavoro debba essere retribuito.
Sostiene che le argomentazioni del Consigliere Lustrissy potranno anche essere giuridicamente ineccepibili, ma esse non sono di facile comprensione dell'opinione pubblica ed è proprio ad essa invece che bisognerebbe rivolgersi per farle riacquistare la fiducia nelle istituzioni che essa va sempre più perdendo.
Il Presidente DOLCHI, dato che il Consigliere Viberti nel corso del suo intervento ha esplicitamente accettato la nuova formulazione della mozione così come previsto dall'emendamento sostitutivo del Consigliere De Grandis, chiede al Consigliere Tonino se intende mantenere il suo emendamento, che ora, a seguito della dichiarazione del Consigliere Viberti, appare superato.
Il Consigliere TONINO ritira l'emendamento ed accetta anch'egli la formulazione del Consigliere De Grandis, che verrà votata dal gruppo consiliare comunista ed invita gli altri Consiglieri a fare altrettanto, perché nella delibera in questione vi è stato senz'altro un errore da parte dell'Assessore alla Sanità ed Assistenza Sociale e, d'altra parte, un voto favorevole alla mozione costituisce, a suo avviso, un'esplicazione di quel controllo politico che il Consiglio può esercitare nei confronti dell'Esecutivo.
Trattandosi di una questione estremamente delicata, ritiene sia preferibile che il Consiglio si esprima su di essa a votazione segreta, per cui, a nome anche dei Consiglieri Cout, Carral e Mafrica, si associa alla richiesta del Consigliere Nebbia.
Il Consigliere CLUSAZ annuncia il voto contrario alla mozione del gruppo dell'Union Valdôtaine e stigmatizza il comportamento del P.C.I., il quale si considera un partito serio, ma è poi prontissimo a gettarsi su ogni vicenda suscettibile di fargli avere i voti a causa di qualche malcontento e non ha neanche il coraggio di esprimere le sue posizioni apertamente: questa, a suo dire, non è responsabilità politica, ma bassezza politica.
Attacca quindi il Consigliere Viberti sostenendo che sarà necessario mandare a scuola la popolazione valdostana che è ignorante ed affermando che egli ha fatto il giuramento solo perché vi è stato costretto.
Il Consigliere VIBERTI dichiara che non intende rispondere a chi fa della bassa politica travisando le affermazioni, perché le argomentazioni svolte dal Consigliere Clusaz parlano da sole.
L'Assessore alla Sanità ed Assistenza Sociale ROLLANDIN, in sede di replica, dichiara la propria perplessità sull'andamento della discussione, perché francamente non riteneva che da una mozione per la revoca di un atto amministrativo si potesse giungere a delle disquisizioni sull'autonomia o, peggio ancora, sull'assistenzialismo e il clientelismo come invece con spregiudicatezza ha fatto il Consigliere Tonino.
Ulteriore perplessità ha poi suscitato la richiesta di votazione a scrutinio segreto avanzata dal P.C.I., nonostante il Presidente Dolchi avesse precisato che la discussione doveva svolgersi, e si era effettivamente svolta, su di un piano esclusivamente politico.
Stigmatizza il fatto che si cerchi di speculare su di una scelta di cui egli si assume l'intera responsabilità e che si sente di difendere non solo in Consiglio regionale, ma anche sulle pubbliche piazze e ribadisce che essa ha permesso un notevole risparmio di denaro pubblico. Ribadisce che, prima di assumere il provvedimento, è stato consultato anche l'Ufficio legale, il quale non ha sollevato alcuna obiezione sia perché non si trattava di un premio, sia perché all'epoca in cui la deliberazione in questione fu assunta, il principio dell'onnicomprensività non era ancora diventato definitivo (la Commissione di Coordinamento aveva infatti rinviato non vistata la L.R. concernente il trattamento economico e normativo del personale regionale).
A chi nel corso della discussione ha fatto presente come per tale tipo di lavoro si sarebbe potuto utilizzare l'Ufficio Stampa ricorda che la pubblicazione in questione era specialistica per cui era gioco forza avvalersi dell'opera di esperti in materia, per cui o si ricorreva, come molte Regioni hanno fatto, a delle agenzie esterne con dei costi totali però tre volte superiori rispetto a quelli della Valle d'Aosta, oppure - ed è la scelta che egli ha compiuto e della quale si assume tutte le responsabilità - si cercava di sfruttare al meglio il potenziale che ci si trovava in casa.
Conclude deprecando il fatto che si cerchi ogni pretesto per criticare strumentalmente la Giunta e si dice disgustato per lo spettacolo che il Consiglio regionale ha dato di sé in questa circostanza e ribadendo l'accusa di incoerenza a chi ha sottoscritto la votazione a scrutinio segreto.
Il Presidente DOLCHI, dopo aver constatato che nessun altro Consigliere intende prendere la parola sull'argomento in esame, pone ai voti l'approvazione della mozione in discussione nel testo emendato proposto dal Consigliere De Grandis, con l'assenso del presentatore.
Procedutosi ad una prima votazione a scrutinio segreto, con l'assistenza degli scrutatori Carral, Fosson e Rolando, il Presidente DOLCHI, ai sensi del 1° comma dell'articolo 76 del Regolamento interno per il funzionamento del Consiglio, il quale recita: "Qualora si verifichino irregolarità nelle votazioni e, segnatamente, qualora nelle votazioni a scrutinio segreto il numero dei voti e dei resti risulti non corrispondente al numero delle palline distribuite ai votanti, la votazione è dichiarata nulla e si procede a nuova votazione", dichiara nulla la votazione ed invita il Consiglio a procedere ad una nuova votazione.
Procedutosi alla seconda votazione, a scrutinio segreto, con l'assistenza degli scrutatori Carral, Fosson e Rolando, il Presidente DOLCHI accerta e comunica che il Consiglio, con voti contrari sedici e voti favorevoli tredici (Consiglieri presenti e votanti: ventinove),
NON HA APPROVATO
la sottoriportata
MOZIONE
CONSIDERATO che la corresponsione di premi al personale dipendente dall'Amministrazione regionale per attività pertinenti il proprio ufficio è in contrasto con le norme relative all'ordinamento del personale stesso;
DELIBERA
di impegnare la Giunta regionale a revocare la propria deliberazione n. 608 del 15.2.1980.
Il Consiglio prende atto.
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Si dà atto che l'adunanza ha termine alle ore tredici e minuti quarantadue.
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Letto, approvato e sottoscritto
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
(Giulio Dolchi)
IL CONSIGLIERE SEGRETARIO DEL CONSIGLIO
(Pietro Minuzzo)
IL SEGRETARIO ROGANTE f.f.
(Luigi Pasquino)