Objet du Conseil n. 73 du 17 juin 1959 - Verbale

OGGETTO N. 73/59 - DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE, AVV. ORESTE MARCOZ, E DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, AVV. FILLIETROZ.

Il Presidente della Giunta, MARCOZ, riferisce quanto segue:

"Monsieur le Président du Conseil,

Messieurs les Conseillers,

Je désire, tout d'abord, exprimer mes remerciements à Vous, Messieurs les Conseillers, qui avez bien voulu me témoigner votre confiance et votre bienveillance.

C'est au Président du Conseil, nouvel élu, que j'adresse mon premier salut, au Président Avocat Fillietroz, homme d'action et homme de grand c?ur. Et je pense que ce soit le plus bel éloge qu'on puisse adresser à notre Président, puisque un écrivain a dit, quelque part: le c?ur c'est là tout l'homme!

C'est aussi au nouveau Conseil que j'adresse mon premier salut, mon salut cordial, respectueux, affectueux.

Dans ce Conseil je remarque, avec satisfaction, la même composition multicolore de notre société valdôtaine, de notre Peuple: commerçants, industriels, ouvriers, campagnards, professionnels, hommes de lettre, intellectuels, anciens administrateurs.

Partant, c'est dans le nouveau Conseil que repose toute notre confiance.

Permettez-moi, cependant, de Vous dire que la tâche de responsabilité - que Vous m'avez confiée - est bien grande et bien lourde, telle à me procurer un sens d'égarement; mais le devoir m'impose de me ressaisir de mon trouble et de m'incliner à votre commandement. Devant ce commandement, qui s'impose à toute autre considération d'ordre personnel, je ne puis me soustraire: car, tout à l'heure, j'ai prêté - et nous l'avons prêté tous ensemble - un serment solennel qui est, avant tout, un serment d'obéissance, de dévouement et de sacrifice pour le bien du Pays.

Je suis conscient - et je sais très bien que Vous l'êtes aussi - en tant que hommes mûrs et en tant que homme de réflexion - je suis conscient, dis-je, que ce ne sont pas les charges publiques qui honorent les citoyens, mais, bien plus, ce sont les citoyens qui doivent honorer les charges publiques.

Et pour que cela se vérifie, pour que ces paroles ne soient pas de vains mots, nous sommes, dès ce moment, engagés à travailler de toutes nos forces, si modestes qu'elles soient, pour le Pays, qui nous a honorés de sa confiance.

On ne doit pas se faire de fausses illusions: nous n'aurons pas d'autres satisfactions que celles qui pourront découler de l'accomplissement fidèle de notre devoir, car il est désormais bien évident que des semeurs de zizanies nous entourent d'une atmosphère artificielle d'hostilités préconçues.

Ceux-là mêmes qui poussent de grands cris sur le ravage que la discorde entre valdôtains aurait produit à la Vallée d'Aoste, ceux-là mêmes, dont le ministère est celui de prêcher l'amour et la charité entre les hommes, ce sont encore les mêmes qui préfèrent, néanmoins, continuer à semer la discorde, si ce n'est la haine, la vengeance et voire même, l'insubordination dans la Vallée, hors de la Vallée et, enfin, à l'étranger parmi nos émigrés.

Ils prophétisent - sans que personne n'ait jamais demandé leur avis - l'apocalypse pour la Vallée d'Aoste et quelqu'un parmi eux, dans son acharnement inconsidéré, la désire peut-être! Perisca Sansone coi Filistei!

Et bien, nous ne permettrons jamais - et il faut que tout le monde le sache une fois pour toujours - nous ne permettrons jamais - en tant que cela puisse dépendre de notre bonne volonté et de nos modestes efforts - que des catastrophes se produisent.

C'est une bien triste et lourde responsabilité que celle d'exciter, même d'une façon indirecte, le peuple contre les administrateurs élus, avant même que ceux-ci aient entrepris leur besogne.

Quant à nous, nous préférons favoriser l'apaisement, la bonne entente, la collaboration et nous continuons à faire appel à tous les hommes de bonne volonté.

C'est seulement par la sollicitude et les soins de Vous tous, Messieurs les Conseillers, c'est seulement grâce à votre aide, à votre appui, que nous pourrons être à la hauteur de la tâche. C'est dans vos conseils et dans les conseils de nos administrés que nous puiserons la force pour atteindre les buts et réaliser les programmes formulés par tous les partis, lors de la campagne électorale. C'est à la seule condition d'un effort commun que nous pourrons bien mériter de nos concitoyens et de notre petite Patrie.

Permettete che io assolva, altresì, al dovere di porgere ai nostri Parlamentari, Senatore Chabod e Deputato Caveri, un deferente saluto e li ringrazi, a nome mio personale e del Consiglio regionale, per il loro cortese intervento a questo nostro primo inizio di vita amministrativa.

La loro presenza acquisisce e conferisce prestigio e particolare solennità a questa prima assemblea del Consiglio regionale, testé insediato, ed è una garanzia ed un pegno che essi continueranno ad essere vicini a noi, strettamente vicini a noi, nella nostra quotidiana fatica e nel delicato compito della amministrazione, nelle incombenze - quanto mai impegnative - del reggimento della cosa pubblica.

Ed un saluto cordiale, scevro, non dico da rancore, ma perfino da qualsiasi ombra di risentimento, io rivolgo a Voi, Signori avversari di ieri.

Voi non siete più gli avversari nostri, perché oggi la lotta è sopita, ed oggi noi guardiamo a Voi, Signori Consiglieri del Gruppo di minoranza, come a collaboratori nostri ed osiamo confidare che il nostro appello non cadrà nel vuoto, che questo appello valga ad impegnarvi a dare l'apporto delle vostre energie allo sforzo comune, al di sopra di ogni divergenza di opinione politica.

Ma io sento il dovere di estendere, ad altri ancora, il mio saluto e lo assolvo volentieri.

Proprio perché l'amministrazione della cosa pubblica si concreta in un sacrificio oneroso e molte volte ingrato, reputo che tutti coloro che prima di noi hanno consacrato le loro energie, in un pesante diuturno lavoro di amministratori, meritano la nostra incondizionata ammirazione ed hanno acquisito titolo alla nostra riconoscenza.

Ed è perciò che io rivolgo, con questi sentimenti, un deferente, cordiale saluto all'Amministrazione che ha esaurito il suo mandato, a tutti i Signori Assessori e Consiglieri di quella Amministrazione, ma, prima di tutto, un saluto al Presidente del Consiglio, Geom. Pareyson, ed un saluto particolare al Presidente della Giunta, Avv. Vittorino Bondaz, al quale desidero esprimere, pubblicamente, il ringraziamento per l'opera appassionata di lunghi anni di lavoro e di dedizione.

Quanto al nostro programma, non è questo il momento opportuno di attardarsi sia pure soltanto ad abbozzarlo: dirò soltanto, in sintesi, che dobbiamo vieppiù fortificare e potenziare il grande edificio della nostra autonomia regionale, per rendere questo edificio, che è poi la grande casa comune di tutti, sempre più accogliente, sempre più confortevole, in tutto degno del nostro tempo, che è, e deve essere, in ogni campo, il tempo del progresso sociale e del progresso civile.

Se la fatica nostra e quella delle Amministrazioni prossime saranno coronate da successo, potremo scolpire, sul frontespizio simbolico di questo grande edificio, il motto del celebre casato valdostano dei Challant: "Maneat domus, donec formica aequora bibat et lenta testudo perambulet orbem".

Ed ho finito: perdonatemi se mi sono dilungato, Vi prometto, in compenso, che sarà più sobrio di parole in avvenire.

Ma non posso terminare senza assolvere ad un dovere sacro di riconoscenza, sicuro di interpretare i sentimenti di tutti i presenti. Il mio pensiero più riverente e commosso va, in questo momento, a Colui che, a buon diritto, deve essere considerato il precursore ed il primo artefice della nostra autonomia, del nostro regime di autogoverno, alla memoria del martire Emilio CHANOUX, ed associo in questo ricordo quello di Emilio LEXERT e di tutti coloro che hanno combattuto per quella stessa fede eroica.

Va il mio pensiero ad Emilio CHANOUX, il quale, da quella effigie, sembra ammonirci, con il suo sorriso bonario, ma con la solennità sacra dei moniti che provengono dall'al di là, distaccati dalle cose terrene, e sembra dire: Amici miei, siate degni del mio sacrificio, operate in concordia, con mutua tolleranza, con lealtà, con reciproca fiducia, con reciproco rispetto.

Io sono passato rapidamente tra gli uomini - Egli sembra ancora ammonirci - come un giorno anche Voi passerete, ma fate che la Valle d'Aosta non passi, fate che resti sempre, nel quadro più ampio della Nazione Italiana, la piccola, grande Valle d'Aosta, autonoma, non seconda, per il progresso e per le virtù dei suoi figli, ad altra Regione d'Italia.

Fate in modo di poter tramandare alla posterità una Valle d'Aosta rinnovata nel suo volto esteriore - per le grandi opere del moderno progresso che rendono la vita più comoda e confortevole - ma fate in modo, soprattutto, di tramandare ai posteri un monumento più grandioso e più insigne, il monumento che si sostanzia e si concreta nella fede ai valori spirituali della nostra gente, a quei valori che, come Voi sapete, sono: la sua sensibilità, la sua maturità politica, il carattere forte, dignitoso, indipendente, lo spirito di sacrificio e l'attaccamento quasi religioso alla terra dei padri e alle gloriose tradizioni del passato, il suo particolarismo geografico, etnico, linguistico, la sua ansia di un continuo rinnovamento, la sua fede in un più alto sentire civile e nel divenire di una sempre più grande civiltà".

Il Consiglio prende atto, plaudendo, alle dichiarazioni del Presidente della Giunta, Marcoz.

Il Presidente del Consiglio, FILLIETROZ, ringrazia il Presidente della Giunta, Marcoz, per il cordiale saluto rivoltogli e mette in risalto che il Consiglio e la popolazione valdostana hanno l'onore ed il conforto di avere nella persona dell'Avvocato Marcoz un Presidente del Governo regionale che saprà esplicare le sue alte e difficili funzioni con l'intelligenza preclara e con l'animo cordiale a tutti noti.

Il Consiglio prende atto, plaudendo alle dichiarazioni del Presidente, Fillietroz.

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