Objet du Conseil n. 291 du 5 mai 1978 - Verbale

OGGETTO N. 291/78 - INIZIO DISCUSSIONE SULL'OGGETTO CONCERNENTE LA RISTRUTTURAZIONE DELL'ENTE OSPEDALIERO REGIONALE.

Il Presidente DOLCHI, data l'analogia degli argomenti, propone che il Consiglio proceda alla trattazione congiunta dei seguenti oggetti, iscritti rispettivamente ai numeri 42, 61 e 66 dell'ordine del giorno dell'adunanza del 26, 27 e 28 aprile 1978.

42) Progetto esecutivo per la ristrutturazione e realizzazione tecnica dei seguenti servizi dell'Ospedale Generale ex Mauriziano: Dipartimento di emergenza e di accettazione - Poliambulatori - Day Hospital - Radiologia - Medicina nucleare - Emodialisi - Farmacia interna - Direzione sanitaria ed altri servizi per il personale, economali e tecnici connessi al progetto.

61) Mozione dei Consiglieri del gruppo Democratici Popolari:

Ultimazione dell'edificio e destinazione dell'Ospedale Beauregard.

66) Mozione dei Consiglieri Bondaz, Borbey, Mappelli e Bordon:

Utilizzazione degli edifici ospedalieri Maternità e Beauregard e linee di programmazione ospedaliera, in particolare per quanto concerne i servizi curativi per gli anziani.

Il Presidente della Giunta ANDRIONE, nell'illustrare la proposta della Giunta regionale, ricorda che l'Esecutivo aveva affidato alla ditta S.P.O. di Torino uno studio per l'individuazione e la sistemazione, presso l'Ospedale Generale, di un certo numero di servizi da aggiungere a quelli già esistenti.

Comunica che tale ditta ha predisposto il progetto che prevede la realizzazione di una nuova costruzione da inserire tra le ali nord ed est dell'Ospedale, e che viene ora sottoposto all'approvazione del Consiglio.

Annuncia l'intenzione della Giunta di procedere all'appalto dei lavori mediante trattativa privata, ricorrendo, se necessario, ad un consorzio di ditte cui affidare i lavori con il sistema delle chiavi in mano, allo scopo di accelerare al massimo i tempi di costruzione.

Quanto alla controversia che oppone la Regione all'Ordine Mauriziano, sostiene che essa ha buone probabilità di essere risolta, in termini non troppo negativi per la Regione, sulla base delle trattative in corso tra la Presidenza della Giunta ed il legale dell'Ordine Mauriziano, trattative pressoché concluse, come risulta dalla bozza di accordo che distribuisce ai Consiglieri, salvo la determinazione dell'ammontare della somma che la Regione dovrà versare all'Ordine Mauriziano per la proprietà dell'immobile ospedaliero.

Il Consigliere CHANU pone l'accento sui rapporti intercorrenti tra la Regione ed il Consiglio di Amministrazione dell'Ente Ospedaliero da una parte e Ordine Mauriziano dall'altra, in seguito alla sentenza del Consiglio di Stato che ha confermato il giudizio già espresso dal T.A.R. circa la fondatezza delle richieste dell'Ordine Mauriziano tendenti al reintegro nel possesso della propria struttura ospedaliera di Aosta.

Fa presente che le trattative in corso tra la Presidenza della Giunta e il legale dell'Ordine Mauriziano non hanno raggiunto, a suo avviso, risultati soddisfacenti, in quanto risultano essere tuttora ferme al 9 gennaio scorso, mentre è probabile che in tale lasso di tempo la situazione sia evoluta a favore dell'Ordine Mauriziano che tende a ottenere l'esecutività della sentenza.

Afferma che il fatto che l'Ordine Mauriziano abbia notificato all'Ente Ospedaliero la sentenza del Consiglio di Stato è una chiara manifestazione della volontà dell'Ordine.

Sostiene che proprio l'atteggiamento manifestato dall'Ordine Mauriziano lo rende perplesso circa la tranquillità del Presidente della Giunta che sperava di risolvere il contenzioso con l'Ordine Mauriziano sulla base della bozza d'accordo sopracitata.

Ritiene che ci si debba porre una domanda di fondo e cioè se la Regione abbia ancora convenienza ad effettuare ulteriori spese e realizzazioni su una struttura che, in base alla sentenza del Consiglio di Stato, è di proprietà dell'Ordine Mauriziano.

Fa presente quindi che, in base alle disposizioni in materia di edilizia e di urbanistica, il rilascio della concessione edilizia è subordinato alla dimostrazione, da parte del richiedente, della titolarità del diritto, la qual cosa costituisce un'ulteriore difficoltà per la Regione, stante la sentenza del Consiglio di Stato.

Il Consiglio prende atto.

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