Objet du Conseil n. 48 du 21 mai 1949 - Verbale
OGGETTO N. 48/49 - DICHIARAZIONI DEL CONSIGLIERE SIG. CLAUDIO MANGANONI A NOME DEL GRUPPO DEI CONSIGLIERI SOCIAL-COMUNISTI - PROPOSTA DI APPROVAZIONE DI UN ORDINE DEL GIORNO.
Il Presidente, Dott. NORAT, dà la parola al Consigliere Sig. MANGANONI, il quale, a nome del gruppo dei sette Consiglieri social-comunisti - (Signori: Armand B., Désaymonet A. in Ronc, Manganoni C., Nicco A., Nicco G., Nouchy R., Vacher C.) - fa le seguenti dichiarazioni:
"Nella seduta del febbraio scorso, il gruppo dei Consiglieri social-comunisti aveva denunciato il fatto che i nostri rappresentanti che hanno concordato con il Governo di Roma la legge elettorale, venendo meno al mandato del Consiglio, avevano, se non sollecitato, almeno accettato il sistema maggioritario, antidemocratico perché avrebbe dato il Governo della Valle ad una sola lista che avrebbe potuto esercitare poteri dittatoriali, portando la nostra Valle sul piano di un comunello di 30.000 abitanti.
Questa legge ci riporta indietro di almeno 150 anni all'epoca dello strapotere dei signorotti e del clero, riducendo la Valle ad una Vandea... con tre capitoli. Ed i fatti, purtroppo, lo confermano. Oggi ci troviamo in questa situazione paradossale.
La lista D.C.-U.V. col 39 % dei voti detiene 28 seggi. Alle altre liste del 61 % dei voti sono riservati 7 seggi. Mentre, se fosse stato applicato il sistema Thomasset, votato all'unanimità dal Consiglio, i seggi sarebbero stati così distribuiti : 16 alla D.C.-U.V.; 12 al Blocco Socialista; 6 al Rassemblement; 1 alla Bandiera.
Queste cifre sono una chiara dimostrazione dello strano modo di interpretare la democrazia da parte di quella corrente politica che nel momento attuale spadroneggia nel nostro Paese e, purtroppo, anche nella nostra Valle.
Nei 28 Consiglieri che siedono su questi banchi non riconosciamo i portavoce della maggioranza degli elettori, ma il frutto degli intrighi di qualche Don Sturzo locale che ha tramato questa turlupinatura per il popolo valdostano all'ombra di qualche vetusto campanile (non certo quello del Rassemblement).
E così anche nella nostra Valle avremo il nostro piccolo Governo totalitario con relativa "palude".
Il compito che spetta alla sparuta minoranza (minoranza grazie agli intrighi sopra accennati) è certamente arduo, avremo di fronte una maggioranza agguerrita per numero, e soprattutto perché appoggiata, sostenuta e guidata da forze esterne note ed occulte, potentissima per mezzi e tradizioni.
Con tutto ciò, anche in pochi, ma guidati da una fede incrollabile in un avvenire non di stabilità, ma di maggiore prosperità e giustizia sociale, faremo del nostro meglio per non demeritare dalla fiducia in noi riposta da larghi strati della popolazione valdostana che si è pronunciata contro i favoritismi ed i privilegi di casta.
A nome della maggioranza, cioè del 61% degli elettori, chiedo sia messo ai voti il seguente ordine del giorno:
ORDINE DEL GIORNO
Nel momento in cui il Consiglio della Valle è chiamato a convalidare il risultato delle elezioni regionali del 24 aprile 1949 al fine di chiarire la posizione dei due gruppi politici rappresentati nel Consiglio e di mettere ciascuno di essi di fronte a precise responsabilità si invita il Consiglio stesso ad accogliere le seguenti proposizioni:
1) Non si riconosce al decreto del Presidente della Repubblica in data 8 gennaio 1949, che fissa il sistema elettorale da adottare per le prime elezioni del Consiglio regionale della Valle d'Aosta, valore costituzionale in quanto è stato assunto in contrasto con la norma di cui all'art. 49 della Legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 4, che prescrive la assunzione delle norme stesse con decreto legislativo, sentito il Consiglio della Valle e non con semplice decreto di emanazione esclusiva del Governo.
2) Il risultato stesso delle elezioni dimostra chiaramente l'antidemocraticità, oltre che la incostituzionalità, del sistema adottato: infatti i 28 eletti della lista n. 4 che occupano ora nel Consiglio l'80'% dei seggi rappresentano solo il 40% dei votanti. Questa situazione antidemocratica si è potuta creare con il sistema maggioritario che è stato adottato, in forma anticostituzionale, per la prima volta in Italia nelle elezioni in cui il corpo elettorale sia costituito da più di 30 mila votanti.
Questo sistema ha avuto come conclusione di costituire in seno al Consiglio della Valle una maggioranza, che può legiferare a piacimento, indipendentemente dalla volontà della maggioranza del corpo elettorale e cioè del 60% dei votanti, che sono nel Consiglio solo parzialmente ed in minima parte rappresentati.
3) Le elezioni non possono, pertanto, essere convalidate ed a nome del 60% dei votanti si chiede che, in applicazione dell'art. 49 della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 4, il Parlamento della Repubblica italiana, unico organo competente dopo la sua convocazione per l'emanazione di norme legislative, adotti con legge dello Stato le nuove norme per la formazione del Consiglio regionale della Valle d'Aosta, abrogando il decreto presidenziale dell'8 gennaio 1949, dichiarandolo incostituzionale, e che sulla base delle dette norme siano indette al più presto nuove elezioni per la formazione del Consiglio della Valle in conformità della costituzione e dei principî democratici che regolano la vita della Nazione.
Per la Segreteria del Gruppo Democratico Italiano (lista n. 1), per la Segreteria del Blocco Socia? lista Progressivo (lista n. 2), per la Segreteria del Raggruppamento regionale Valle d'Aosta (lista n. 3), firmati: Fortunio Palmas, Michele Marchiando, Nicco Giulio, Nicco Anselmo, Nouchy Renato, A. Ronc Désaymonet, Armand Beniamino, Claudio Manganoni, Giulio Dolchi.
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Il Presidente, Dr. NORAT, propone che la votazione dell'ordine del giorno, proposto dal Consigliere Sig. Manganoni a nome del gruppo social-comunista, sia rinviata ad avvenuta, convalida dell'elezione dei Consiglieri.
IL CONSIGLIO
prende atto, approvando - con 28 voti favorevoli al rinvio e 6 voti contrari al rinvio, - la proposta del Presidente Dott. Norat.
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