Objet du Conseil n. 3447 du 7 avril 2008 - Resoconto
OGGETTO N. 3447/XII - Disegno di legge: "Disposizioni per l'allocazione delle funzioni amministrative in materia di catasto terreni e catasto edilizio urbano". (Approvazione di un ordine del giorno)
Articolo 1
(Oggetto e finalità)
1. La presente legge disciplina l'allocazione tra la Regione autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste e gli enti locali delle funzioni amministrative in materia di catasto terreni e catasto edilizio urbano, trasferite ai sensi dell'articolo 1, comma 1, del decreto legislativo 3 agosto 2007, n. 142 (Norme di attuazione dello statuto speciale della Regione autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste, in materia di catasto).
2. Le funzioni di cui al comma 1 sono esercitate da parte della Regione e degli enti locali, perseguendo le seguenti finalità:
a) promuovere l'equità fiscale attraverso la definizione di politiche adeguate di revisione degli estimi e del classamento, da attuare d'intesa con l'Amministrazione finanziaria statale;
b) integrare le funzioni catastali con le funzioni amministrative comunali in materia di procedimento edilizio, di tributi locali e di sistemi informativi territoriali;
c) valorizzare il tessuto organizzativo e gli strumenti dello sportello unico, di cui alla legge regionale 9 aprile 2003, n. 11 (Disposizioni concernenti l'esercizio delle funzioni amministrative in materia di insediamenti produttivi e l'istituzione dello sportello unico per le attività produttive), ampliando la gamma dei servizi offerti;
d) sviluppare i servizi telematici edilizio-catastali integrati rivolti ai professionisti del territorio;
e) garantire un efficace governo del territorio attraverso la creazione della Carta geografica unica regionale;
f) definire un percorso sostenibile ai fini della costruzione di un catasto probatorio.
Articolo 2
(Allocazione delle funzioni)
1. Ai sensi dell'articolo 9 della legge regionale 7 dicembre 1998, n. 54 (Sistema delle autonomie in Valle d'Aosta), in ragione del particolare contesto territoriale, demografico ed organizzativo regionale, le funzioni trasferite ai sensi del d.lgs. 142/2007 sono allocate nel modo seguente:
a) le funzioni trasferite ai sensi dell'articolo 2, comma 1, del d.lgs. 142/2007 sono esercitate dalla Regione;
b) le funzioni trasferite ai sensi dell'articolo 2, comma 1, del d.lgs. 142/2007, concernenti l'utilizzazione degli atti del catasto terreni e del catasto edilizio urbano finalizzata a consentire l'accesso alle informazioni catastali, sono esercitate anche dai Comuni, sia in forma singola che associata.
2. Al fine di garantire, nel tempo, maggiore efficienza ed efficacia nell'esercizio delle funzioni trasferite, la Giunta regionale con propria deliberazione, d'intesa con il Consiglio permanente degli enti locali e sentito il Comitato di monitoraggio di cui all'articolo 3, può disporre il graduale trasferimento delle funzioni di cui al comma 1, lettera a), al Comune di Aosta e, ai sensi dell'articolo 83 della l.r. 54/1998, agli altri Comuni in forma associata attraverso le Comunità montane, le quali possono esercitare le funzioni trasferite anche in convenzione tra loro ai sensi dell'articolo 104 della l.r. 54/1998.
Articolo 3
(Comitato di monitoraggio)
1. Al fine di monitorare lo stato di attuazione della presente legge, è istituito, senza oneri a carico del bilancio regionale, un Comitato di monitoraggio, le cui attribuzioni e la cui composizione sono determinate dalla Giunta regionale, assicurando in ogni caso la partecipazione di rappresentanti degli enti locali, dell'Agenzia del territorio e degli ordini professionali interessati ai servizi catastali.
Articolo 4
(Adempimenti attuativi)
1. La Giunta regionale con propria deliberazione, adottata d'intesa con il Consiglio permanente degli enti locali per gli aspetti che interessano gli enti locali e sentito il Comitato di monitoraggio di cui all'articolo 3, definisce i processi di servizio afferenti alle funzioni trasferite, individua, ai sensi dell'articolo 8 della legge regionale 23 ottobre 1995, n. 45 (Riforma dell'organizzazione dell'Amministrazione regionale della Valle d'Aosta e revisione della disciplina del personale), la struttura o le strutture regionali competenti all'esercizio delle funzioni trasferite e assegna, in relazione al numero e alla consistenza dei processi di servizio trasferiti, il personale comandato in servizio nell'Agenzia del territorio, ai sensi dell'articolo 3, comma 4, del d.lgs. 142/2007, e le altre risorse strumentali ed organizzative date in uso gratuito.
Articolo 5
(Disposizioni finanziarie)
1. L'onere complessivo derivante dall'applicazione della presente legge è determinato in euro 350.000 per l'anno 2008 e in annui euro 1.500.000 a decorrere dall'anno 2009.
2. L'onere di cui al comma 1 trova copertura nello stato di previsione della spesa del bilancio della Regione per l'anno finanziario 2008 e di quello pluriennale per il triennio 2008/2010 negli obiettivi programmatici: 1.2.1. (Personale per il funzionamento dei servizi regionali), 1.3.1. (Funzionamento dei servizi regionali), 2.1.5. (Programmi di informatizzazione di interesse regionale), 2.1.6.01. (Consulenze, incarichi e studi) e 3.2 (Altri oneri non ripartibili).
3. Al finanziamento dell'onere di cui al comma 1 si provvede:
a) per l'anno 2008 mediante l'utilizzo delle risorse iscritte negli stessi bilanci nell'obiettivo programmatico 3.1. (Fondi globali), al capitolo 69000 (Fondo globale per il finanziamento di spese correnti) per euro 350.000, a valere sull'accantonamento previsto al punto A.4. dell'allegato n. 1 ai bilanci stessi;
b) per gli anni 2009 e 2010 mediante l'iscrizione di una maggiore entrata di annui euro 1.500.000 sul capitolo di nuova istituzione (Diritti catastali e di scritturato) della parte entrata del bilancio pluriennale 2008-2010 derivante dall'introito dei tributi speciali catastali di cui all'articolo 2, comma 3, del d.lgs 142/2007.
4. Per l'applicazione della presente legge, la Giunta regionale è autorizzata ad apportare, con propria deliberazione, su proposta dell'assessore regionale competente in materia di bilancio, le occorrenti variazioni di bilancio.
Articolo 6
(Entrata in vigore)
1. La presente legge sarà pubblicata nel Bollettino ufficiale della Regione ed entrerà in vigore il 1° gennaio 2009, ad eccezione degli articoli 3, 4 e 5.
Presidente - La parola al relatore, Consigliere Stacchetti.
Stacchetti (SA) - Il disegno di legge regionale n. 215, presentato dalla Giunta regionale il 13 marzo 2008, è stato oggetto di esame ed è stato licenziato dalla III Commissione in data 20 marzo 2008 e dalla II Commissione in data 26 marzo 2008. Scaturisce dall'approvazione della norma di attuazione dello Statuto speciale in materia di catasto terreni e di catasto edilizio urbano. L'articolo 1 del decreto legislativo 3 agosto 2007 n. 142 stabilisce, infatti, che "Le funzioni amministrative in materia di catasto terreni e di catasto edilizio urbano sono esercitate dalla Regione e dagli Enti locali della Valle d'Aosta" . Più in particolare l'articolo del richiamato decreto legislativo stabilisce che sia la legge regionale ad allocare le predette funzioni amministrative agli enti locali, fatte salve le funzioni che la Regione riterrà di esercitare direttamente in base ad esigenze di adeguatezza ed unitarietà. Il presente disegno di legge costituisce, perciò, il primo provvedimento inerente alla materia in questione perché ad esso dovranno seguire, entro 4 mesi dalla sua approvazione e d'intesa con lo Stato, altre norme a seguito del successivo trasferimento alla Regione delle risorse finanziarie, umane, strumentali ed organizzative per esercitare le predette competenze. Alla Regione spetterà, infine, il compito di definire, con una successiva legge, le tipologie e le tariffe dei tributi speciali catastali, la loro riscossione e la relativa ripartizione agli enti locali qualora ricorrano i presupposti di cui all'articolo 3 del decreto legislativo 28 dicembre 1989 n. 431. Dalla data di entrata in vigore della presente legge, per l'esercizio delle funzioni catastali, tutto il personale in servizio nell'Agenzia del territorio verrà comandato presso la Regione, mentre le risorse strumentali ed organizzative, comprese quelle informatiche, saranno date in uso gratuito alla Regione. Il disegno di legge si compone di 6 articoli che danno attuazione a quanto ho brevemente illustrato.
Presidente - Vi ricordo che su questo disegno di legge è stato espresso parere favorevole a maggioranza della III Commissione e della II Commissione, poi c'è il parere degli uffici finanziari, nonché il parere favorevole del CPEL. È stato depositato un ordine del giorno a firma dei colleghi del gruppo "Arcobaleno", ci sono 4 emendamenti del "PD" e n. 11 emendamenti del "PdL". La discussione generale è aperta.
La parola al Consigliere Segretario Venturella.
Venturella (Arc-VA) - Io credo che questo disegno di legge, il parere sulla locazione delle funzioni amministrative in materia di catasto terreni e catasto edilizio sia non proprio un atto conclusivo, ma quasi, perché - ed era naturale - manca tutta la parte che riguarda fra i diversi aspetti organizzativi anche le modalità di assegnazione del personale comandato alla nuova struttura regionale, che ha suscitato un ampio dibattito anche con diversi lanci di agenzia, di botta e risposta, fra un sindacato, il Presidente Caveri e un altro sindacato. Crediamo che questo disegno di legge sia importante, vorrei solo puntualizzare - e mi aspetto una reazione da parte del Presidente Caveri - che la definizione di tale materia è stata resa possibile sia sul piano politico, sia sul piano amministrativo dall'intervento dei Parlamentari valdostani Nicco e Perrin, che finalmente...
(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)
... hanno lavorato affinché questa norma di attuazione, che era presente da anni negli atti, potesse venire alla luce e concretizzarsi in questa prima espressione pubblica, sulla questione che ora discutiamo. È importante soprattutto la parte amministrativa, che riguarda il personale; crediamo che la modalità di passaggio - e penso che anche questo possa essere condiviso da tutto il Consiglio - del personale che attualmente è in servizio presso l'Agenzia del territorio alla nuova struttura regionale, che speriamo sarà di urgente formazione, sia da attuare su base essenzialmente volontaria: questo è indispensabile. Nel dichiarare il nostro voto favorevole a questo provvedimento, vorrei esprimere una speranza: che il passaggio delle competenze del catasto ad una struttura regionale che potrebbe avere 3 centri sul territorio regionale possa essere finalmente una delle pietre miliari per far sì che i dati catastali intrecciati con i dati che riguardano le civili abitazioni, i terreni possano essere impiegati dall'amministrazione pubblica a qualsiasi livello non tanto per controllare quanto per applicare una certa equità nell'imposizione fiscale e tributaria, ossia che veramente questo provvedimento vada nella direzione di una maggiore equità fiscale e tributaria, cercando di omogeneizzare il reperimento dei dati stessi e le procedure su tutto il territorio regionale. L'ordine del giorno che diamo per illustrato, riguarda solamente un impegno del Consiglio regionale rivolto alla Giunta, ad introdurre nell'intesa che dovrà essere scritta con lo Stato, le modalità di passaggio del personale solo su base volontaria.
Presidente - La parola al Consigliere Frassy.
Frassy (PdL) - Penso che sul catasto, al di là delle questioni prettamente burocratiche e amministrative alle quali ha fatto riferimento il collega Venturella nel suo intervento, vadano fatte delle considerazioni che vanno al di là dell'aspetto sindacale amministrativo dell'ottimizzazione della gestione del servizio e del passaggio di dipendenti oggi statali rispetto alla funzione regionale, che stiamo per acquisire in base alla norma di legge in oggetto. Di questa vicenda se ne parla da parecchio, ma potrei dire da almeno più di 10 anni: era il 1997 quando la legge n. 59 - una delle cosiddette "leggi Bassanini" - teorizzò la devoluzione delle competenze catastali ai Comuni. Sappiamo che l'Italia, oltre ad essere popolo di santi e navigatori, è anche popolo di Comuni, ci sono qualcosa come circa 8.000 realtà comunali; spesso ci preoccupiamo dell'organizzazione microscopica di certi nostri Comuni, ma in giro per l'Italia ce ne sono parecchi di questi 8.000 Comuni, che hanno dimensioni equiparabili a quelle dei Comuni valdostani.
Ora la vicenda del catasto è rimasta al palo di questo principio sancito nel 1997, perché anche i successivi decreti ministeriali che dovevano dare attuazione a quella norma di principio tardarono a trovare una loro attuazione, possiamo pertanto dire che la decisione che sta interessando la nostra Regione è in linea con i tempi delle altre Regioni, dove il trasferimento delle funzioni è cosa recente ed è ancora in fase di definizione. Il decreto ministeriale che ha consentito la riorganizzazione del catasto su basi comunali era stato bloccato recentemente per una serie di preoccupazioni di tipo organizzativo. Sappiamo che il trasferimento delle funzioni alla Regione Valle d'Aosta in quanto Regione a statuto speciale comporta una procedura speciale, che è la procedura delle norme di attuazione. Lo scorso anno con norma di attuazione sono state trasferite le funzioni che erano previste nella "Bassanini" del 1997 e qui va fatta una prima riflessione, in particolare su cosa voglia dire autonomia ed espletamento di certe funzioni nella nostra Regione. Mentre in virtù di una norma dello Stato i Comuni italiani acquisiscono competenze in materia catastale perlomeno rispetto a una serie di materie catastali, in Valle d'Aosta queste funzioni si fermano in Piazza Deffeyes. Qui va fatta una riflessione su come viene gestita o ritrasferita quell'autonomia che rivendichiamo dallo Stato centrale; la nostra capacità a rivendicare autonomia è sicuramente una capacità forte, testimoniata da 60 anni di attività politico-legislativa del Consiglio regionale, ma ancora tanto va fatto nella capacità di ridistribuire sul territorio della Regione autonoma Valle d'Aosta l'autonomia che acquisiamo dallo Stato centrale e penso che questo sia un classico esempio di tale difficoltà di ridistribuire quote di autonomia. Mentre in giro per l'Italia il catasto diventa funzione gestita dai Comuni, in Valle d'Aosta, in base all'impostazione che viene data al disegno di legge regionale, la materia catastale si ferma nelle competenze regionali. L'articolo 2 del disegno di legge dice - con un titolo quanto mai suggestivo: allocazione delle funzioni - che le funzioni trasferite sono esercitate dalla Regione, perciò il decreto legislativo, norma di attuazione, nel suo articolo 1 andava a scrivere che le funzioni amministrative in materia di catasto... sono esercitate dalla Regione e dagli enti locali. Avevamo espresso in sede di dibattito in seno alla Commissione paritetica all'epoca ancora del "Governo Berlusconi" la preoccupazione che una scrittura di questo tipo poteva alla fine portare ad un centralismo regionale. Ci furono una serie di approfondimenti e la norma di attuazione passò successivamente, tanto che è stata licenziata dal "Governo Prodi" ad agosto 2007 ed è stata licenziata nella maniera in cui noi temevamo potesse impedire un completo decentramento. In effetti, andando a leggere la lettera b) del 1° comma dell'articolo 1 si legge che le funzioni di catasto esercitate dalla Regione possono essere esercitate dai Comuni in forma singola o associata, ma limitatamente all'utilizzazione degli atti del catasto, perciò tutte le altre funzioni catastali, l'elenco dei beni immobili, gli estimi, il valore, il reddito rimangono nella potestà amministrativa ed organizzativa dell'Amministrazione regionale.
È poi paradossale che questo articolo 2 al 2° comma dica che, al fine di garantire una maggiore efficienza ed efficacia, e di conseguenza si riconosce che una maggiore efficienza ed efficacia possono essere trovate, la Giunta può trasferire gradualmente le funzioni al Comune di Aosta ed è evidente che quest'ultimo è quello che avrebbe maggiore interesse e minori difficoltà ad avere una gestione diretta di quelle funzioni catastali che gli 8.000 Comuni nazionali, in virtù di questa legge e dei successivi principi, possono gestire in proprio. Ecco perché siamo molto scettici sull'insieme di questa norma e abbiamo presentato una serie di emendamenti perché, pur partendo dalla consapevolezza della difficoltà del microcomune di gestire in maniera efficiente ed efficace le funzioni catastali, abbiamo la convinzione che i principi non possano essere ignorati e di conseguenza negli emendamenti che abbiamo presentato riteniamo di affermare il principio che le funzioni sono in capo ai Comuni ed eventualmente sono i Comuni che, in virtù delle loro difficoltà organizzative e gestionali, possono retrocedere queste funzioni o a forme consorziate fra i Comuni, piuttosto che alle Comunità montane, piuttosto che all'Amministrazione regionale. Si tratta in sostanza di affermare non solo un principio di tipo autonomista e federalista, ma soprattutto un principio di sussidiarietà e, come è ben notorio, il principio di sussidiarietà passa attraverso l'affermazione che solo dal momento in cui certe funzioni non possono essere esercitate nel livello più vicino al cittadino possono essere esercitate dai livelli più distanti ed è evidente che, rispetto alle problematiche legate al catasto - e il catasto è la fotografia del territorio delle realtà comunali -, l'organismo politico-istituzionale più vicino a queste realtà non può che essere l'ente comunale. Ecco perché riteniamo che questa impostazione legislativa invece non sia in linea con la previsione della "Bassanini" del 1997 e riteniamo che non sia nemmeno in linea con la previsione della norma di attuazione, perché nella norma di attuazione si dice che sono esercitate dalla Regione e dagli enti locali, mentre nell'impostazione di tale disegno di legge gli enti locali si trovano ad essere in una situazione di totale marginalità rispetto alla materia stessa, tanto che agli enti locali viene semplicemente demandata la possibilità di utilizzare gli atti catastali, definizione quanto meno beffarda perché l'utilizzazione è la conclusione del procedimento amministrativo, l'utilizzazione viene da parte dei privati e a maggior ragione viene da parte anche delle pubbliche amministrazioni, "in primis" i Comuni. Vorremmo capire dall'Esecutivo regionale quali sono i motivi che nella patria dell'autonomia hanno portato ad invertire una filosofia che sta alla base della "Bassanini" e non ci si venga a dire che c'è l'avallo del CELVA. Sappiamo bene che le basi sulle quali opera l'assise permanente dei Comuni è una base a forte condizionamento politico, per cui non ci stupisce che il CELVA abbia dato il proprio assenso. Ci stupisce invece enormemente che il Comune di Aosta ancora una volta, in una logica che tutti i 74 Comuni sono uguali e sono uguali a discapito delle esigenze del capoluogo regionale, venga equiparato rispetto alle realtà territoriali minori e che non abbia un significativo spazio di autonomia, che soprattutto in questa materia sarebbe più che mai giustificato.
Presidente - Se nessuno chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola al Presidente della Regione, Caveri.
Caveri (UV) - Sarò molto rapido nella mia illustrazione, perché questo è un argomento che è stato discusso moltissimo con lo Stato e anche in tale Consiglio all'atto del passaggio per il parere della norma di attuazione dello Statuto ed è stato a lungo discusso con gli enti locali. È da qui che vorrei cominciare nell'interloquire con il collega Frassy, che dice: "in fondo voi avete fatto una norma di attuazione che avevamo bloccato a suo tempo". È una forte assunzione di responsabilità politica da parte del collega Frassy, perché non rispettosa del sistema degli enti locali! Qui bisogna partire da una filosofia di fondo, che è quella che noi riteniamo che, avendo la Valle d'Aosta competenza esclusiva sull'ordinamento degli enti locali, la ripartizione dei poteri e delle funzioni che vengono date alla nostra Regione sia un affare fra la Regione e gli enti locali, ossia non potremmo immaginare che lo Stato decida in che maniera statuire i trasferimenti di competenze, immaginando preventivamente con norma di attuazione come le cose devono funzionare. Questo è importantissimo per evitare che lo Stato "metta il naso" in questioni che non competono allo Stato. La Regione ha competenza esclusiva e queste competenze vengono in capo alla legislazione regionale che attraverso il Consiglio regola il traffico: questo come filosofia è importantissimo, per evitare che lo Stato in questa come in altre materie possa entrare in una logica di "divide et impera" fra il sistema delle autonomie locali, che è competenza piena della Regione, come più volte confermato dalla Corte costituzionale, e il sistema regionale a cui spetta in una logica democratica di definire le questioni.
Devo dire peraltro che la situazione fra noi e gli altri è molto diversa. Le "leggi Bassanini", soprattutto il decreto n. 112/1998, avevano avviato un procedimento che ha iniziato a concretizzarsi in Italia solo nel 2007 e quello non è un trasferimento, quello è un decentramento che, dal punto di vista contenutistico, è cosa ben diversa. Tant'è che alcuni "gros bonnets" del Ministero e dell'Agenzia del territorio non lo sopportano questo e abbiamo avuto fin all'ultimo minuto delle pressioni sul relatore, che ringrazio, e sul Governo regionale per restringere questa competenza e questi poteri che la Regione ha avuto, ma ricordo che la norma di attuazione ha un valore di legge sub-costituzionale, quindi è più forte di un decreto come il "decreto Bassanini" nella gerarchia delle fonti. Nel settembre del 2007 ci siamo impadroniti di questa materia e presentare la soluzione in Consiglio nel marzo 2008, come è avvenuto con decisione del Governo regionale, dimostra un efficientismo ben diverso dai 10 anni che ci sono voluti in Italia per regolare questa materia. Da questo punto di vista, mi sia consentito dire che tale norma di attuazione ha una lunga storia, che risale a quegli anni '90 in cui ho avuto l'onere di essere Vicepresidente della Commissione per la riforma amministrativa, nota come "Commissione Bassanini" dal nome dell'allora Ministro, e già allora la Regione aveva imbastito e cominciato a riflettere su una norma di attuazione che ci consentisse di ottenere questa competenza che è molto importante.
Vorrei aggiungere che tale competenza è importante perché significa il controllo e la tutela del territorio, la verifica sulla fiscalità, una competenza concorrente in materia di estimi catastali che potrà nell'intesa con lo Stato dimostrarsi preziosa. Fin da allora con una serie di categorie professionali avevamo cominciato a riflettere su come rendere efficiente questo sistema, senza immaginare un'eccessiva polverizzazione a livello comunale, garantendo - e oggi lo facciamo con lo sportello unico - un decentramento sul territorio e immaginando che in una prospettiva relativamente breve il Comune di Aosta, dove si ospita peraltro uno sportello unico, possa diventare un elemento prezioso e utile per i cittadini. Un sistema che ha un modello, per me autonomista, è sempre stato un elemento di "diminutio" della nostra autonomia: il fatto che gli amici di Trento e Bolzano ereditassero alle esperienze asburgiche precedenti quel catasto probatorio con sede nelle preture che era un elemento di grandissima differenziazione e di grandissima trasparenza per i cittadini. Oggi noi, anche con l'ausilio dell'informatica, seguiamo il cammino tracciato dal DSI che aveva svolto un lavoro egregio nel prevedere delle strumentazioni informatiche specifiche. In parte questo lo si deve anche ad una sperimentazione che era stata effettuata nella Comunità montana Grand Combin, che è stata lancia in resta da questo punto di vista in un processo di modernizzazione che finirà per darci delle grandi soddisfazioni. Ritengo quindi che sulla città di Aosta si possa riflettere, non è affatto vero - talvolta è vero l'inverso - che schiavizziamo il sistema degli enti locali che in questo caso hanno accettato di volere queste scelte. La collega Squarzino è dubitosa mentre io e il collega Vicquéry riteniamo che talvolta l'influenza del sistema dei sindaci sia molto superiore a quello che riteniamo nella determinazione della nostra legislazione, anche il Consigliere Bortot è d'accordo... È del tutto evidente allora che il modello che proponiamo è un modello interessante, che abbisogna di un'intesa con lo Stato, nella quale va posto questo principio della volontarietà. Oggi abbiamo poco meno di 50 dipendenti del catasto, una ventina verranno trasferiti alla Regione, non si può imporre niente a nessuno. Riteniamo che questo trasferimento sarà fatto senza penalizzazioni di tipo contrattuale per i dipendenti del catasto, ci sforzeremo per questo; riteniamo che si troveranno bene nella Regione, riteniamo che potranno dare grossi contributi sulla base delle loro competenze e conoscenze anche per trasferire queste competenze in quegli sportelli che nei Comuni ci saranno, collega Frassy. È un sistema geometrico, si parte dai Comuni, si sale a questi 3 sportelli e poi si sale ad una gestione di una realtà unica che consente, come volevano i professionisti, un'unitarietà per evitare un "effetto spezzatino" in qualche senso negativo.
La cosa importante è che noi abbiamo in mano questa materia, fra qualche anno potremo tornarci sopra, vedere se le cose sono state fatte bene, è probabile che l'evoluzione dell'informatica nel tempo cambierà ancora le cose perché avremo una rete informatizzata di tutela e di controllo del territorio, che sarà sempre più viva. Avremo diverse banche dati, anche nell'idea del DSI, che si incroceranno e ci consentiranno un grande efficientismo. Tutto ciò lo dobbiamo fare d'intesa con le organizzazioni dei lavoratori, perché sappiamo che le regionalizzazioni sono fatti delicati, lo stiamo vivendo anche in contemporanea con la motorizzazione civile, lo abbiamo vissuto per gli uffici del lavoro che hanno creato qualche difficoltà, in passato lo abbiamo vissuto anche per la regionalizzazione del Corpo forestale e del Corpo dei vigili del fuoco.
Per concludere, vorrei ringraziare il dott. Malfa, Segretario generale, che ha gestito con grande competenza questo "dossier", creando un gruppo di lavoro molto efficace che ha saputo portarci tale soluzione legislativa che ritengo essere una soluzione convincente.
Presidente - Passiamo all'esame dell'ordine del giorno.
La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Credo che il Presidente Caveri in questo suo intervento abbia messo l'accento sul tema che l'ordine del giorno vuole sottoporre all'attenzione del Consiglio, ossia il fatto che in questo trasferimento occorre assolutamente, non perché siamo buoni o altro, ma perché è un principio che poi consente di meglio lavorare e di meglio utilizzare il personale che si troverà ad operare nelle nuove strutture regionali che si occuperanno del catasto, che sia rispettato il principio della base volontaria, ossia che nel trasferimento dagli uffici dell'Agenzia del territorio a quelli delle strutture regionali non vi sia il "deus ex machina" che dall'alto prende e sposta, ma vi sia l'adesione volontaria dei soggetti. Speriamo che questa nostra richiesta, che avevamo prima pensato come emendamento e che su suggerimento del Presidente Caveri abbiamo trasformato in ordine del giorno, sia accolta, perché è un principio anche dal punto di vista sindacale molto opportuno.
Presidente - La parola al Consigliere Stacchetti.
Stacchetti (SA) - Su questo ordine del giorno non si può altro che essere d'accordo, perché conferma quello che sempre abbiamo detto sia alle organizzazioni sindacali, sia ai dipendenti del catasto: che il trasferimento sarà solo sotto forma volontaria.
Presidente - Pongo in votazione l'ordine del giorno, che recita:
Ordine del giorno
Preso atto che nel DL n. 215, che detta disposizioni per l'allocazione delle funzioni amministrative in materia di catasto terreni e catasto edilizio urbano, si prevede un successivo provvedimento che definisca, tra i diversi aspetti organizzativi, anche le modalità di assegnazione del personale comandato alla nuova struttura regionale cui sarà affidato il compito di gestire le funzioni amministrative trasferite alla Regione;
Ritenuto importante garantire che l'assegnazione a dette strutture rispetti l'adesione volontaria del personale;
Il Consiglio regionale
Impegna
la Giunta a introdurre, nella predisponenda Intesa con lo Stato, modalità di passaggio su base volontaria del personale attualmente in servizio nell'Agenzia del Territorio nella Regione Autonoma Valle d'Aosta alla nuova struttura regionale.
F.to: Squarzino Secondina - Venturella - Bortot
Consiglieri presenti: 29
Votanti e favorevoli: 27
Astenuti: 2 (Frassy, Tibaldi)
Il Consiglio approva.
Presidente - Procediamo ora all'esame del disegno di legge. All'articolo 1 vi è l'emendamento n. 1 del "PD"; vi sono gli emendamenti n. 1, n. 2 e n. 3 del "PdL" e l'emendamento n. 2 del "PD", che prevede l'inserimento di un punto g) al comma 2.
La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (PD) - Il "Partito Democratico" ritira tutti gli emendamenti a questo disegno di legge.
Presidente - La parola al Consigliere Frassy.
Frassy (PdL) - Essendo i nostri emendamenti di sostanza, è ovvio che non vengono ritirati, perciò sinteticamente cercherò di illustrali nel momento in cui verranno chiamati alla votazione.
Il primo emendamento riscrive il contenuto della lettera a), inserendo una parte che riteniamo essere di grande attualità nella nostra Regione ed è la problematica dei fabbricati rurali dei ruderi. È notorio che fabbricati rurali e ruderi abbiano una redditività minore rispetto a quella che non sia la redditività conseguente ad un fabbricato che non sia rudere e che non sia rurale. Attualmente nella classificazione dei vari edifici non viene tenuta nella giusta considerazione la minore redditività di queste tipologie, che caratterizzano soprattutto le nostre montagne e nostri villaggi. Pensiamo che nell'andare ad affermare il concetto dell'equità fiscale quest'ultima debba essere interpretata a 360 gradi sia nel rivalutare eventuali rendite che siano sottostimate rispetto a situazioni analoghe, sia andando a ridimensionare determinate rendite che possano essere inique rispetto alla realtà degli immobili in questione. Noi perciò andiamo a precisare che nel promuovere l'equità fiscale attraverso definizioni adeguate di revisione degli estimi e del classamento, che sono ovviamente da adottare d'intesa con l'amministrazione finanziaria dello Stato, secondo quanto impone la norma di attuazione, debba essere tenuta in considerazione - questa è la parte innovativa dell'emendamento - la minore redditività dei fabbricati rurali e dei ruderi.
Presidente - La parola al Presidente della Regione, Caveri.
Caveri (UV) - Come lei sa, noi dovremmo procedere sulla questione degli estimi ad un'intesa con lo Stato, che porterà ad una legislazione regionale in questa materia. Il "no" all'approvazione di tale emendamento quindi è un "no" per l'inopportunità di inserire degli elementi, che pure personalmente ritengo essere importanti, quindi diciamo che prima di un voto negativo invito ad un ritiro di questo emendamento, perché è indubbio che l'attuale normativa sui fabbricati rurali e sui ruderi... poi talvolta la questione si mischia perché dal punto di vista lessicale non è ben espressa, perché dovrebbe essere la minore redditività, anziché dei fabbricati rurali e dei ruderi, degli ex fabbricati rurali, perché nel frattempo i fabbricati rurali sono stati declassificati qualora e laddove non esista un conduttore agricolo che si rifaccia a quell'immobile... e la questione dei ruderi è ulteriormente complessa perché legata anche alla fattispecie del rudere, se ha il collegamento elettrico o il collegamento con l'acqua, con la fognatura... Lei quindi ha perfettamente ragione - e mi assumo l'impegno, anche se a fine legislatura l'assunzione degli impegni ha un valore che va al di là della figura pro tempore del Presidente della Regione - nel dire che queste 2 tematiche andranno segnalate nell'apposita legislazione sugli estimi, essendo a mio avviso tra l'altro - ne abbiamo discusso tanto con i colleghi in questi anni - un tema che vede la nostra Regione in una situazione differenziata e che appare incoerente anche con un piano di sviluppo rurale che tende a valorizzare gli immobili agricoli anche quando non sono appartenenti a conduttori agricoli. La invito quindi al ritiro, ritenendo che in questa fase scriverlo nella norma sarebbe inopportuno, ma non è inopportuna la tematica che lei segnala, essendo una tematica sulla quale siamo d'accordo.
Presidente - La parola al Consigliere Frassy, per dichiarazione di voto.
Frassy (PdL) - Una breve considerazione sul ragionamento del Presidente Caveri e sul suo invito. Lei stesso ha detto che è un impegno che si assume nella consapevolezza di essere a fine legislatura. La legge invece va oltre la legislatura, mantenendo una sua efficacia "erga omnes" che dura nel tempo, salvo modifiche successive. Noi partiamo dal principio che, nel momento in cui abbiamo acquisito delle funzioni e delle competenze, non ci si debba preoccupare di mettere in chiaro i principi e al fatto che lei condivida questi principi, ma che li ritenga non opportuni, sul presupposto che potrebbero creare non abbiamo capito bene quale riflesso sulla trattativa e sull'intesa che ci sarà fra Stato e Regione noi le obiettiamo che la pensiamo esattamente nella maniera opposta, nel senso che se il principio è scritto in legge, non c'è Stato che tenga, perché questa competenza nella misura in cui viene attribuita alla Regione e non viene impugnata alla Corte costituzionale... l'intesa ci doveva essere, ma il principio della minore redditività viene sancito da una norma legislativa. È per questo che manteniamo l'emendamento e inviteremmo il Presidente e la maggioranza a riconsiderare l'inopportunità di tale emendamento di cui si dice di condividerne la sostanza, perché è vero, Presidente, questa legge potrebbe in virtù di questo emendamento, per questa parte modificata, essere impugnata innanzi alla Corte costituzionale e, se questo fosse, vuol dire che l'emendamento verrà caducato dalla Corte costituzionale, ma nessun nocumento deriverebbe all'impianto della norma di legge, salvo il vantaggio di obbligare l'amministrazione finanziaria dello Stato nella trattativa che è finalizzata all'intesa con l'Amministrazione regionale di applicare il principio di minore redditività per questo tipo di immobili, perché quel principio è codificato in legge. Si andrà a discutere sul "quantum", ma non si potrà sostenere in sede di trattativa e d'intesa che gli immobili rurali o ex rurali, in virtù di quei ragionamenti che lei ha sintetizzato e dei ruderi, non debbano avere un diverso trattamento rispetto alla valutazione del reddito. Ci sembra perciò paradossale che, condividendone il reddito, si rinunci ad affermare un principio che riteniamo importante, sul quale più volte nell'ambito dei dibattiti fatti in materia non solo urbanistica, ma in materia inerente le politiche rurali... e ci si tiri indietro; manteniamo perciò l'emendamento.
Presidente - Immagino che il suo gruppo lo voti favorevolmente, visto che siamo in dichiarazione di voto...
Frassy (PdL) - ... immagino...?
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 1 del "PdL" che recita:
Emendamento
All'articolo 1, comma 2, la lett. a) è così sostituita:
"a) promuovere l'equità fiscale attraverso la definizione di politiche adeguate di revisione degli estimi e del classamento - da attuare d'intesa con l'Amministrazione finanziaria statale - tenendo in considerazione anche la minore redditività dei fabbricati rurali e dei ruderi;".
Consiglieri presenti: 26
Votanti: 18
Favorevoli: 2
Contrari: 16
Astenuti: 8 (Borre, Bortot, Fontana Carmela, Maquignaz, Sandri, Squarzino Secondina, Venturella, Viérin Adriana)
Il Consiglio non approva.
Presidente - Se il collega Frassy è d'accordo, procediamo con l'emendamento n. 3, che riguarda la lettera d), mentre l'emendamento n. 2 abroga la lettera f).
La parola al Consigliere Frassy.
Frassy (PdL) - Con questo emendamento nel momento in cui alla lettera d) si fa riferimento ai servizi telematici edilizio-catastali integrati, rivolti ai professionisti del territorio, riteniamo di meglio specificare la funzione del servizi telematici, precisando che siano distinti fra quelli di tipo avanzato rivolti ai professionisti e di base aperti ai cittadini sul presupposto che la telematica deve essere anche a vantaggio dei cittadini.
Presidente - La parola al Presidente della Regione, Caveri.
Caveri (UV) - Riteniamo che l'emendamento non vada... lei si rifaceva all'emendamento n. 2...
Presidente - ... no, all'emendamento n. 3, l'emendamento n. 2 viene presentato dopo perché riguarda la lettera f)...
Caveri (UV) - ... sull'emendamento n. 3 siamo d'accordo, riteniamo che questo emendamento vada incontro ad un analogo emendamento del gruppo del "PD" che lo aveva ritirato, che riguardava il ruolo dei privati, sviluppare i servizi telematici sia di base aperti ai cittadini, perché ritengo che debba esserci un livello di accessibilità, quindi mi sembra un miglioramento sia nell'emendamento di Frassy che in quello ritirato dal collega, che si può ritenere assorbito da questo.
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 3 del "PdL", che recita:
Emendamento
All'art. 1, comma 2, la lett. d) è così sostituita:
"d) sviluppare i servizi telematici edilizio-catastali integrati sia di tipo avanzato, rivolti ai professionisti del territorio, sia di base, aperti ai cittadini;".
Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 26
Il Consiglio approva all'unanimità.
Presidente - La parola al Consigliere Frassy sull'emendamento n. 2.
Frassy (PdL) - Questo emendamento potremmo anche ritirarlo se il Presidente ci sintetizzasse cos'è il percorso sostenibile per il catasto probatorio, perché sono quelle affermazioni che spesso lasciano un punto interrogativo alla fine.
Presidente - La parola al Presidente della Regione, Caveri.
Caveri (UV) - Lei sa che il modello del tavolare delle Province di Trento e Bolzano è interessante perché, per un fatto di abitudine storica che anche in Valle ha funzionato in alcuni Comuni nell'800 con una logica di tipo napoleonico, il catasto probatorio è un catasto immediatamente aggiornato in termini reali, senza quegli spostamenti temporali che talvolta non aggiornano in tempo reale la situazione del catasto: questo sarà possibile in prospettiva e ce lo siamo fissati in tale percorso come un obiettivo reso possibile in una logica di rete fra i diversi professionisti che siano geometri o notai, o agronomi, o anche tutte quelle logiche sul territorio, che consentiranno di avere un'immagine in tempo reale immediatamente riflessa sul catasto, quindi credo sia un obiettivo da raggiungere.
Presidente - La parola al Consigliere Frassy, per dichiarazione di voto.
Frassy (PdL) - Ritiriamo l'emendamento.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 1 nel testo così emendato:
Articolo 1
(Oggetto e finalità)
1. La presente legge disciplina l'allocazione tra la Regione autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste e gli enti locali delle funzioni amministrative in materia di catasto terreni e catasto edilizio urbano, trasferite ai sensi dell'articolo 1, comma 1, del decreto legislativo 3 agosto 2007, n. 142 (Norme di attuazione dello statuto speciale della regione autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste, in materia di catasto).
2. Le funzioni di cui al comma 1 sono esercitate da parte della Regione e degli enti locali, perseguendo le seguenti finalità:
a) promuovere l'equità fiscale attraverso la definizione di politiche adeguate di revisione degli estimi e del classamento, da attuare d'intesa con l'Amministrazione finanziaria statale;
b) integrare le funzioni catastali con le funzioni amministrative comunali in materia di procedimento edilizio, di tributi locali e di sistemi informativi territoriali;
c) valorizzare il tessuto organizzativo e gli strumenti dello sportello unico, di cui alla legge regionale 9 aprile 2003, n. 11 (Disposizioni concernenti l'esercizio delle funzioni amministrative in materia di insediamenti produttivi e l'istituzione dello sportello unico per le attività produttive), ampliando la gamma dei servizi offerti;
d) sviluppare i servizi telematici edilizio-catastali integrati sia di tipo avanzato, rivolti ai professionisti del territorio, sia di base, aperti ai cittadini;
e) garantire un efficace governo del territorio attraverso la creazione della Carta geografica unica regionale;
f) definire un percorso sostenibile ai fini della costruzione di un catasto probatorio.
Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 27
Il Consiglio approva all'unanimità.
Presidente - All'articolo 2 vi è una serie di emendamenti del "PdL" che vanno dal n. 4 al n. 9.
La parola al Consigliere Frassy.
Frassy (PdL) - Illustrerò la filosofia di questi emendamenti, senza dilungarmi nel dettaglio, ed è una filosofia che era stata enunciata nel mio intervento in discussione generale. Si tratta di capovolgere la logica, ossia, anziché assegnare le funzioni all'Amministrazione regionale, le funzioni vengono demandate ai Comuni che possono, a seconda delle valutazioni politiche che vengono effettuate dai Comuni stessi, gestirle in maniera diretta, oppure in maniera associata, o rinunciarvi a favore della Regione.
L'emendamento n. 4 è una prima ipotesi più forte, dove viene ribadita la potestà in capo ai Comuni e alternativamente all'emendamento n. 4 abbiamo scritto l'emendamento n. 5, che non avrebbe motivo di essere nel caso in cui fosse approvato l'emendamento n. 4 e che è quello di dire che c'è la possibilità dei Comuni di gestirlo in forma associata o di rinunciarvi. Alternativamente l'ipotesi che andavamo a formulare è che le funzioni siano esercitate dalle Comunità montane. Riteniamo che le Comunità montane di questa Regione abbiano ad oggi una connotazione amministrativa molto sbiadita, riterremmo di conseguenza che le Comunità montane potrebbero trovare forse maggiore giustificazione se venissero affidate loro competenze ben definite, quella del catasto potrebbe essere un'opportunità da considerare. Ecco perché alternativamente agli emendamenti n. 4 e n. 5 avevamo scritto l'emendamento n. 6, dove andavamo ad ipotizzare che queste funzioni fossero esercitate dalle Comunità montane, ad eccezione del Comune di Aosta, che invece, considerato che non partecipa al meccanismo delle Comunità montane e considerate anche le sue maggiori dimensioni demografiche e la sua maggiore capacità organizzativa, potrebbe esercitare in proprio sul suo territorio le funzioni qui delegate. Questi sono i significati contenuti negli emendamenti dal n. 4 al n. 7, i successivi n. 8 e n. 9 li illustrerò al momento della votazione.
Presidente - La parola al Presidente della Regione, Caveri.
Caveri (UV) - Per economia faccio come ha fatto lei; ovviamente agli emendamenti n. 4, n. 5, n. 6, n. 7, n. 8, n. 9 e n. 11 - perché lei il n. 11 lo aveva presentato nel caso venissero accolti i suoi emendamenti - sono contrario per una filosofia diversa. Mi permetto invece di dire che siamo d'accordo sull'emendamento n. 10 che differenzia la figura della città di Aosta dal resto dei Comuni per un fatto di garbo istituzionale.
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 4 del "PdL", che recita:
Emendamento
All'articolo 2 il comma 1 è così sostituito:
"1. Ai sensi dell'articolo 9 della legge regionale 7 dicembre 1998, n. 54 (Sistema delle autonomie in Valle d'Aosta), le funzioni trasferite ai sensi dell'articolo 2, comma 1, del d.lgs. 142/2007 sono esercitate dai comuni.".
Consiglieri presenti: 25
Votanti: 20
Favorevoli: 3
Contrari: 17
Astenuti: 5 (Bortot, Fontana Carmela, Sandri, Squarzino Secondina, Venturella)
Il Consiglio non approva.
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 6 del "PdL", che recita:
Emendamento
All'articolo 2 il comma 1 è così sostituito:
"1. Ai sensi dell'articolo 9 della legge regionale 7 dicembre 1998, n. 54 (Sistema delle autonomie in Valle d'Aosta), le funzioni trasferite ai sensi dell'articolo 2, comma 1, del d.lgs. 142/2007 in ragione del particolare contesto territoriale, demografico e organizzativo sono esercitate dalle Comunità montane, ad eccezione del comune di Aosta, che le esercita in proprio nel suo territorio amministrativo.".
Consiglieri presenti: 25
Votanti: 20
Favorevoli: 3
Contrari: 17
Astenuti: 5 (Bortot, Fontana Carmela, Sandri, Squarzino Secondina, Venturella)
Il Consiglio non approva.
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 7 del "PdL", che recita:
Emendamento
All'articolo 2, comma 1, lett. a) aggiungere in fine: "e dal Comune di Aosta, limitatamente per quest'ultimo alle aree del proprio territorio amministrativo".
Consiglieri presenti: 25
Votanti: 20
Favorevoli: 3
Contrari: 17
Astenuti: 5 (Bortot, Fontana Carmela, Sandri, Squarzino Secondina, Venturella)
Il Consiglio non approva
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 5 del "PdL", che recita:
Emendamento
All'articolo 2 è introdotto il seguente comma:
"1bis. I comuni possono, in ragione del particolare contesto territoriale, demografico o organizzativo, esercitare le funzioni amministrative di cui al comma 1 in forma associata oppure rinunciarvi a favore della Regione.".
Consiglieri presenti: 25
Votanti: 20
Favorevoli: 3
Contrari: 17
Astenuti: 5 (Bortot, Fontana Carmela, Sandri, Squarzino Secondina, Venturella)
Il Consiglio non approva
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 8 del "PdL", che recita:
Emendamento
All'articolo 2 il comma 2 è abrogato.
Consiglieri presenti: 25
Votanti: 20
Favorevoli: 3
Contrari: 17
Astenuti: 5 (Bortot, Fontana Carmela, Sandri, Squarzino Secondina, Venturella)
Il Consiglio non approva.
Presidente - La parola al Consigliere Frassy sull'emendamento n. 9.
Frassy (PdL) - Prima di illustrare l'emendamento n. 9, vorrei evidenziare che su un provvedimento importante - ma sono importanti tutti - la maggioranza non esiste nei suoi numeri di maggioranza, perché siete in 17 e il 17 porta anche male, non vorrei che il catasto subisse questo influsso cabalistico! Inviterei perciò il Presidente a ritrovare la sua maggioranza per dare almeno certezza al risultato delle votazioni successive. Sto parlando della maggioranza politica, che in questo momento non c'è.
Il comma 2 dell'articolo 2 è incentrato sul Comune di Aosta, che ci è particolarmente caro non solo perché ospita la sede del Consiglio regionale, non solo perché costa in termini di oneri finanziari al bilancio regionale e ancora nell'assestamento di bilancio abbiamo visto che le risorse finanziarie per il Comune di Aosta spesso vengono ritagliate su provvedimenti speciali e ci è particolarmente caro per le esperienze amministrative che molti di noi hanno maturato in quel Comune. Il comma 2 dice che al fine di garantire maggiore efficienza ed efficacia... ribadisco che c'è la consapevolezza da parte del legislatore regionale che per una maggiore efficienza ed efficacia sul Comune di Aosta è opportuno il trasferimento al Comune di queste funzioni, ma, pur avendo tale consapevolezza, il comma 2 lascia alla discrezionalità della Giunta la possibilità di concretizzare questo percorso, perché la Giunta può, non deve... perciò potrebbe anche non accadere mai tale trasferimento. Proponiamo allora di sostituire questo comma 2 dell'articolo 2 con una forma che dia maggiori certezze a quello che ci sembra di poter leggere "fra le righe" del comma 2 e diciamo che: "al fine di garantire... maggiore efficienza ed efficacia nell'esercizio delle funzioni trasferite, la Giunta regionale... d'intesa con il Consiglio permanente degli enti locali e sentito il Comitato di monitoraggio..." come era impostato nell'articolo 2. Anziché scrivere "può", diciamo quello che deve fare entro 180 giorni - che ci sembra un lasso di tempo compatibile con i tempi dell'amministrazione pubblica -, ovvero: trasferisce le stesse funzioni che voi dite "può" entro 180 giorni, poi precisiamo una cosa che nel comma 2 non c'è, ma che ci sembra interessante, lasciando la potestà decisionale in capo alla Giunta e dunque diciamo può: "può disporre il graduale trasferimento... agli altri Comuni in forma associata attraverso le Comunità montane...". Noi quindi diciamo: va bene l'impostazione che avete dato, la Regione prende tutto, diamo certezza sul Comune di Aosta e lasciamo una valutazione discrezionale da parte della Giunta che ha la potestà peraltro di poter fare un graduale trasferimento anche agli altri Comuni in forma associata attraverso le Comunità montane. Non ci sembra che questa impostazione stravolga quello che voi avete scritto, ma che sia invece più precisa e puntuale rispetto a quanto scritto al comma 2 e soprattutto tenga in debita considerazione il peso del Comune di Aosta; per questo auspichiamo che la riscrittura del comma 2, che non lo va a stravolgere, possa essere riconsiderata, Presidente Caveri, rispetto alla sua espressione di voto negativa.
Presidente - La parola al Presidente della Regione, Caveri.
Caveri (UV) - Per un fatto di cortesia: non mi ha convinto.
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 9 del "PdL", che recita:
Emendamento
All'articolo 2 il comma 2 è così sostituito:
"2. Al fine di garantire, nel tempo, maggiore efficienza ed efficacia nell'esercizio delle funzioni trasferite, la Giunta regionale con propria deliberazione, d'intesa con il Consiglio permanente degli enti locali e sentito il Comitato di monitoraggio di cui all'articolo 3:
a) dispone entro 180 giorni il trasferimento delle funzioni di cui al comma 1 al Comune di Aosta;
b) può disporre il graduale trasferimento, ai sensi dell'articolo 83 della l.r. 54/1998, agli altri Comuni in forma associata attraverso le Comunità montane, le quali possono esercitare le funzioni trasferite anche in convenzione tra loro ai sensi dell'articolo 104 della l.r. 54/1998.".
Consiglieri presenti: 27
Votanti: 22
Favorevoli: 3
Contrari: 19
Astenuti: 5 (Bortot, Fontana Carmela, Sandri, Squarzino Secondina, Venturella)
Il Consiglio non approva.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 2:
Consiglieri presenti e votanti: 25
Favorevoli: 22
Contrari: 3
Il Consiglio approva.
Presidente - All'articolo 3 c'è l'emendamento n. 10 del "PdL", di cui è stata anticipata l'adesione da parte della maggioranza, e che recita:
Emendamento
All'articolo 3 dopo rappresentanti è abrogato "degli" ed è inserito "del capoluogo regionale e degli altri".
Lo pongo in votazione:
Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 26
Il Consiglio approva all'unanimità.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 3 così emendato:
Articolo 3
(Comitato di monitoraggio)
1. Al fine di monitorare lo stato di attuazione della presente legge, è istituito, senza oneri a carico del bilancio regionale, un Comitato di monitoraggio, le cui attribuzioni e la cui composizione sono determinate dalla Giunta regionale, assicurando in ogni caso la partecipazione di rappresentanti del capoluogo regionale e degli altri enti locali, dell'Agenzia del territorio e degli ordini professionali interessati ai servizi catastali.
Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 29
Il Consiglio approva all'unanimità.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 4:
Consiglieri presenti: 26
Votanti e favorevoli: 23
Astenuti: 3 (Frassy, Ottoz, Tibaldi)
Il Consiglio approva.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 5:
Consiglieri presenti: 28
Votanti e favorevoli: 25
Astenuti: 3 (Frassy, Ottoz, Tibaldi)
Il Consiglio approva.
Presidente - All'articolo 6 l'emendamento n. 11 del "PdL" è decaduto; ne do lettura per il verbale:
Emendamento
L'art. 6 è così sostituito:
"6. La presente legge entrerà in vigore decorsi 15 giorni dalla pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione, ad eccezione dell'articolo 2, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2009.".
Pongo in votazione l'articolo 6:
Consiglieri presenti: 28
Votanti e favorevoli: 26
Astenuti: 2 (Frassy, Tibaldi)
Il Consiglio approva.
Presidente - La parola al Consigliere Frassy, per dichiarazione di voto sul disegno di legge nel suo insieme.
Frassy (PdL) - Noi esprimeremo un voto di astensione su questo disegno di legge, perché, pur condividendone le finalità tanto che sull'articolo 1 abbiamo espresso voto favorevole, pur avendo contribuito ad un miglioramento complessivo della legge e 2 emendamenti accolti lo dimostrano, riteniamo che vi sia una parte importante di questo provvedimento, in particolare l'articolo 2, quello dell'individuazione dei soggetti attuatori... che, contrariamente alle nostre aspettative e a quelle che avrebbero dovuto essere le intenzioni del legislatore nazionale nel momento in cui demandava agli enti locali le competenze di catasto, abbiamo potuto constatare che le competenze rimangono ben salde nelle mani dell'Amministrazione regionale. Questo ci sembra un paradosso rispetto ad una Regione che dovrebbe avere uno spiccato senso dell'autonomia, un paradosso che non si voglia affermare il principio del trasferimento delle competenze ai Comuni, nella consapevolezza che poi i Comuni, in virtù delle loro dimensioni spesso ridotte e di conseguenza della loro organizzazione spesso carente, abbiano la possibilità di retrocedere queste funzioni che gli spettano in virtù di un principio a forme di gestione associata che potrebbero passare attraverso il consorzio fra i Comuni o attraverso una definizione chiara delle competenze delle Comunità montane, o della stessa Amministrazione regionale. Quello che non ci convince è la determinazione della Regione di tenere saldamente nelle sue mani competenze che fanno direttamente o indirettamente riferimento a momenti e a elementi di tipo finanziario. È evidente che la gestione di un catasto comporta anche delle valutazioni che hanno riflessi di natura economico-finanziaria e il fatto che si tenda sempre a negare ai Comuni una loro gestione in autonomia di elementi che possono determinare le risultanze di un bilancio comunale ci lascia perplessi.
Non accettiamo la giustificazione del Presidente Caveri del fatto che la Regione ha competenza primaria in materia di enti locali, che non c'entra nulla. Qui stiamo parlando di una cosa diversa, che è il catasto, che non rientrava nelle competenze degli enti locali perché le competenze catastali erano in capo allo Stato, quando invece le competenze comunali erano già in capo all'Amministrazione regionale. Il fatto che una legge statale decida di trasferire ulteriori competenze in capo agli enti locali e che si giustifichi l'accentramento a livello regionale di quelle competenze, sostenendo che abbiamo competenza in materia di enti locali è una barzelletta! Perché, se così fosse - e questa barzelletta l'avete fatta digerire in sede di Commissione paritetica tanto che il decreto legislativo norma di attuazione dice che le competenze stanno in capo alla Regione e agli enti locali -, una volta acquisite le competenze, forti del fatto di avere le competenze in materia di catasto, le avreste ridistribuite sugli enti locali ed era questo il senso del nostro emendamento n. 9, che, senza stravolgere la vostra filosofia e senza andare ad attribuire direttamente le competenze ai Comuni, diceva che la Regione le avrebbe dovute ridistribuire sui Comuni. Prendiamo perciò atto che l'autonomia "muore" in Piazza Deffeyes, che l'autonomia dell'"Union Valdôtaine" non va sui Comuni o sul territorio, prendiamo atto di questa forma bizzarra di gestire in maniera centralistica l'autonomia ed esprimiamo in maniera coerente con le motivazioni che abbiamo espresso e con i tentativi di emendamento del disegno di legge un voto di astensione.
Presidente - La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (PD) - Brevemente, il "Partito Democratico" voterà questo disegno di legge, a cui abbiamo presentato degli emendamenti che erano di sostanza, ma non andavano ad incidere sull'impianto, che abbiamo condiviso. Gli emendamenti sono stati poi inseriti e hanno ulteriormente migliorato questo testo, credo che questo sia un piccolo, ma importante passo perché si rafforzi, contrariamente a quanto pensa il "PdL", l'autonomia della Regione, e penso soprattutto che sia un augurio che anche gli uffici del catasto di Aosta possano migliorare dal punto di vista estetico. L'attuale situazione in cui lavorano le maestranze dell'ufficio del catasto, che, fra l'altro, è un immobile di proprietà regionale - ex Palazzo del Fascio di Piazza della Repubblica -, meriterebbe la stessa attenzione che abbiamo prestato nel raggiungere attraverso le norme di attuazione questo importantissimo risultato. Colgo l'occasione per invitare l'Assessore Cerise e l'Assessore Marguerettaz, che sono titolari dei lavori pubblici e del patrimonio, di predisporre un intervento perché adesso che abbiamo preso in mano tale situazione possiamo anche dare una sede operativa consona al ruolo che questi possono avere.
Presidente - La parola al Presidente della Regione, Caveri.
Caveri (UV) - Posso confermare che la nuova sede sarà un capolavoro, come ci dice l'Assessore Cerise. Devo dire al collega Frassy che restiamo convinti che questa legge, che è stata concordata con il sistema degli enti locali, è da loro condivisa sulla base di discussioni molto lunghe. Annoto che il catasto all'epoca della Paritetica di vostra composizione era rimasto bloccato, è uno dei membri della Paritetica, il vostro candidato alla Camera dei Deputati, Giuseppe Gambardella.
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Non sarei neanche intervenuta, ma l'osservazione del Presidente Caveri, voglio sottolineare, implicitamente dice che sono i 2 Parlamentari presenti attualmente che hanno sollecitato e consentito che questa norma di attuazione si facesse, perché nell'altra legislatura e con i Parlamentari precedenti tale obiettivo non è stato raggiunto.
Presidente - Pongo in votazione il disegno di legge nel suo complesso:
Consiglieri presenti: 30
Votanti e favorevoli: 27
Astenuti: 3 (Frassy, Ottoz, Tibaldi)
Il Consiglio approva.