Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 3401 du 21 mars 2008 - Resoconto

OGGETTO N. 3401/XII - Disegno di legge: "Modificazioni alle leggi regionali 4 settembre 2001, n. 21 (Disposizioni in materia di allevamento zootecnico e relativi prodotti), e 22 aprile 2002, n. 3 (Incentivi regionali per l'attuazione degli interventi sanitari a favore del bestiame di interesse zootecnico)".

CAPO I

MODIFICAZIONI ALLA LEGGE REGIONALE 4 SETTEMBRE 2001, N. 21

Articolo 1

(Modificazione all'articolo 1)

1. Al comma 1 dell'articolo 1 della legge regionale 4 settembre 2001, n. 21 (Disposizioni in materia di allevamento zootecnico e relativi prodotti), sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: ", ivi compresi gli aspetti afferenti al benessere animale e alla qualità dei relativi prodotti.".

Articolo 2

(Modificazioni all'articolo 2)

1. Alla lettera b) del comma 1 dell'articolo 2 della l.r. 21/2001, le parole: "i controlli di rendimento, i test attitudinali e i controlli del valore genetico" sono sostituite dalle seguenti: "i test di determinazione della qualità genetica o della resa del bestiame,".

2. La lettera f) del comma 1 dell'articolo 2 della l.r. 21/2001 è sostituita dalla seguente:

"f) l'introduzione, a livello di azienda, di metodi e tecniche innovative in materia di riproduzione animale, eccettuati i costi relativi all'introduzione o all'effettuazione dell'inseminazione artificiale;".

3. Dopo la lettera g) del comma 1 dell'articolo 2 della l.r. 21/2001, è aggiunta la seguente:

"gbis) il miglioramento delle condizioni di igiene e del benessere degli animali nelle aziende zootecniche.".

4. Dopo il comma 1 dell'articolo 2 della l.r. 21/2001, è aggiunto il seguente:

"1bis. Gli incentivi per gli interventi di cui al comma 1, lettere a), b), c), e), f) e g), sono concessi in conformità agli articoli 12, 15 e 16 del regolamento (CE) n. 1857/2006 della Commissione, del 15 dicembre 2006, relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato agli aiuti di Stato a favore delle piccole e medie imprese attive nella produzione di prodotti agricoli e recante modifica del regolamento (CE) n. 70/2001, pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea n. L 358 del 16 dicembre 2006.".

5. Dopo il comma 1bis dell'articolo 2 della l.r. 21/2001, come introdotto dal comma 4, è aggiunto il seguente:

"1ter. Gli incentivi per gli interventi di cui al comma 1, lettera d), sono concessi in conformità alla normativa comunitaria vigente in materia di aiuti di Stato in favore della ricerca e sviluppo.".

6. Dopo il comma 1ter dell'articolo 2 della l.r. 21/2001, come introdotto dal comma 5, è aggiunto il seguente:

"1quater. Gli incentivi per gli interventi di cui al comma 1, lettera gbis), sono concessi in conformità alle disposizioni di cui alla comunicazione 2006/C 319/01 della Commissione, del 27 dicembre 2006, recante orientamenti comunitari per gli aiuti di Stato nel settore agricolo e forestale 2007-2013, pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea n. C 319 del 27 dicembre 2006. L'efficacia delle incentivazioni, in relazione alle singole tipologie di intervento, è subordinata alla preventiva autorizzazione da parte della Commissione europea, ai sensi dell'articolo 88, paragrafo 3, del trattato istitutivo della Comunità europea.".

Articolo 3

(Modificazione all'articolo 3)

1. La lettera a) del comma 1 dell'articolo 3 della l.r. 21/2001 è sostituita dalla seguente:

"a) gli allevatori iscritti all'anagrafe regionale del bestiame e delle aziende di allevamento di cui alla legge regionale 26 marzo 1993, n. 17 (Istituzione dell'anagrafe regionale del bestiame e delle aziende di allevamento), nonché gli allevatori di altre specie di interesse zootecnico;".

Articolo 4

(Modificazioni all'articolo 4)

1. Dopo il comma 1 dell'articolo 4 della l.r. 21/2001, è aggiunto il seguente:

"1bis. Gli incentivi per gli interventi di cui al comma 1, lettera a), sono concessi in conformità alle disposizioni di cui alla comunicazione 2006/C 319/01. L'efficacia delle incentivazioni, in relazione alle singole tipologie di intervento, è subordinata alla preventiva autorizzazione da parte della Commissione europea, ai sensi dell'articolo 88, paragrafo 3, del trattato CE.".

2. Dopo il comma 1bis dell'articolo 4 della l.r. 21/2001, come introdotto dal comma 1, è aggiunto il seguente:

"1ter. Gli incentivi per gli interventi di cui al comma 1, lettera b), sono concessi in conformità agli articoli 14 e 15 del reg. (CE) 1857/2006.".

Articolo 5

(Modificazioni all'articolo 6)

1. Dopo la lettera d) del comma 1 dell'articolo 6 della l.r. 21/2001, è aggiunta la seguente:

"dbis) nel limite dei massimali previsti dalla normativa comunitaria per gli interventi di cui all'articolo 2, comma 1, lettera gbis).".

2. Al comma 2 dell'articolo 6 della l.r. 21/2001, le parole: "lire 500 milioni" sono sostituite dalle seguenti: "euro 250.000".

3. All'alinea del comma 3 dell'articolo 6 della l.r. 21/2001, le parole: "lire 300 milioni" sono sostituite dalle seguenti: "euro 150.000".

4. Alla lettera a) del comma 3 dell'articolo 6 della l.r. 21/2001, le parole: "fino all'ottanta per cento" sono sostituite dalle seguenti: "fino al cento per cento".

Articolo 6

(Modificazione all'articolo 7)

1. Dopo il comma 1 dell'articolo 7 della l.r. 21/2001, è aggiunto il seguente:

"1bis. Il contributo di cui al comma 1 è concesso in conformità alla normativa comunitaria vigente in materia di aiuti di Stato in favore della ricerca e sviluppo.".

CAPO II

MODIFICAZIONI ALLA LEGGE REGIONALE 22 APRILE 2002, N. 3

Articolo 7

(Modificazione all'articolo 1)

1. Il comma 1 dell'articolo 1 della legge regionale 22 aprile 2002, n. 3 (Incentivi regionali per l'attuazione degli interventi sanitari a favore del bestiame di interesse zootecnico), è sostituito dal seguente:

"1. La Regione promuove l'attuazione degli interventi idonei a migliorare lo stato sanitario ed il benessere degli animali appartenenti alle specie di interesse zootecnico allevati sul territorio regionale e a salvaguardare le relative produzioni.".

Articolo 8

(Modificazioni all'articolo 2)

1. Dopo la lettera d) del comma 1 dell'articolo 2 della l.r. 3/2002, è aggiunta la seguente:

"dbis) la rimozione e la distruzione dei capi deceduti.".

2. Alla lettera a) del comma 2 della l.r. 3/2002, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: "nonché gli allevatori di altre specie di interesse zootecnico;".

3. Dopo il comma 4 dell'articolo 2 della l.r. 3/2002, è aggiunto il seguente:

"4bis. Per gli interventi di cui al comma 1, lettere a), d) e dbis), i contributi sono concessi in conformità agli articoli 10, 14 e 16 del regolamento (CE) n. 1857/2006 della Commissione, del 15 dicembre 2006, relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato agli aiuti di Stato a favore delle piccole e medie imprese attive nella produzione di prodotti agricoli e recante modifica del regolamento (CE) n. 70/2001, pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea n. L 358 del 16 dicembre 2006.".

4. Dopo il comma 4bis dell'articolo 2 della l.r. 3/2002, come introdotto dal comma 3, è aggiunto il seguente:

"4ter. Per gli interventi di cui al comma 1, lettera c), i contributi sono concessi in conformità al regolamento (CE) n. 1998/2006 della Commissione, del 15 dicembre 2006, relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato agli aiuti di importanza minore ("de minimis"), pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea n. L 379 del 28 dicembre 2006.".

Articolo 9

(Disposizioni finanziarie)

1. L'onere complessivo derivante dall'applicazione degli articoli 2 e 8 è determinato in euro 600.000 annui, a decorrere dall'anno 2008.

2. L'onere di cui al comma 1 trova copertura nello stato di previsione della spesa del bilancio annuale della Regione per l'anno 2008 e in quello pluriennale per il triennio 2008/2010, nell'obiettivo programmatico 2.2.2.05. (Zootecnia).

3. Al finanziamento dell'onere di cui al comma 1 si provvede mediante l'utilizzo delle risorse iscritte negli stessi bilanci e nel medesimo obiettivo programmatico, al capitolo 42845 (Contributi per interventi nel settore dell'allevamento zootecnico) per euro 150.000 annui, e al capitolo 59755 (Contributi per raccolta e smaltimento di carcasse di animali morti in azienda) per euro 450.000 annui.

4. Per l'applicazione della presente legge, la Giunta regionale è autorizzata ad apportare, con propria deliberazione, su proposta dell'assessore regionale competente in materia di bilancio, le occorrenti variazioni di bilancio.

Presidente - La parola al relatore, Consigliere Fey.

Fey (UV) - Disegno di legge regionale n. 209: "Modificazioni alle leggi regionali 4 settembre 2001, n. 21 (Disposizioni in materia di allevamento zootecnico e relativi prodotti), e 22 aprile 2002, n. 3 (Incentivi regionali per l'attuazione degli interventi sanitari a favore del bestiame di interesse zootecnico).

Il disegno di legge che mi accingo, in sintesi, ad illustrarvi risponde alla necessità di adeguare la disciplina regionale alle novità introdotte a livello europeo. In particolare, ci si trova nella necessità di adeguare il "corpus" legislativo regionale a quanto introdotto in materia di aiuti di Stato nel settore agricolo e forestale dalla comunicazione 2006/C 319/01 della Commissione del 27 dicembre 2006 e per quanto riguarda gli aiuti di Stato a favore delle piccole e medie imprese attive nella produzione di prodotti agricoli così come stabilito dal regolamento n. 1857/2006 della Commissione del 15 dicembre 2006, relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del Trattato.

La nuova disciplina andrà ad incidere sulla legge regionale n. 21 del 2001 recante disposizioni in materia di allevamento zootecnico e relativi prodotti e sulla legge regionale n. 3 del 2002 che disciplina gli incentivi regionali per l'attuazione degli interventi sanitari a favore del bestiame di interesse zootecnico. Tali documenti legislativi erano stati approvati nel periodo di programmazione 2000/2006 appena conclusosi e notificate alla Commissione europea che aveva adottato le relative decisioni rispettivamente in data 5 giugno 2001 e 19 marzo 2002.

Per quanto concerne gli adeguamenti, occorre precisare che il punto 196 dei nuovi orientamenti espressi con la comunicazione 2006/C 319/01 prevede l'obbligo per gli Stati membri di modificare i rispettivi regimi di aiuto esistenti, in conformità alle nuove disposizioni, entro il 31 dicembre 2007. Ne consegue, pertanto, che le modificazioni finalizzate al mero adeguamento ai nuovi orientamenti comunitari per gli aiuti di Stato nel settore agricolo e forestale non devono essere comunicati alla Commissione. Viceversa, per quanto attiene alle modificazioni ai regimi di aiuto a durata indeterminata, o comunque non ancora scaduti, o alla reiterazione di aiuti previsti da un regime di aiuto giunto a scadenza, è necessaria la comunicazione alla Commissione europea. In particolare, se i nuovi aiuti sono riconducibili alle disposizioni di cui al reg. (CE) 1857/2006 sarà sufficiente procedere ad una comunicazione in esenzione ai sensi dell'articolo 20, comma 1, del sopraccitato regolamento. La comunicazione, effettuata alla Commissione almeno 10 giorni lavorativi prima dell'entrata in vigore di un regime di aiuto esentato a norma del regolamento di cui sopra, o della concessione di aiuti individuali, parimenti esentati, costituisce un'alternativa alla più complessa e lunga procedura di notifica ai sensi dell'articolo 88, paragrafo 3, del Trattato CE. Attraverso la comunicazione, gli Stati membri trasmettono alla Commissione una sintesi delle informazioni relative agli aiuti in formato elettronico. Entro 10 giorni lavorativi dalla data di ricevimento la Commissione conferma l'avvenuto ricevimento della sintesi e la pubblica su "internet". Sempre ai sensi dell'articolo 20, gli Stati membri devono conservare registri dettagliati dei regimi di aiuto esentati, degli aiuti individuali concessi in applicazione di tali regimi e degli aiuti individuali esentati e concessi al di fuori dei regimi di aiuti esistenti. Qualora i nuovi aiuti siano, invece, riconducibili in generale agli orientamenti comunitari per gli aiuti di Stato nel settore agricolo e forestale 2007/2013, occorrerà notificare i singoli interventi attuativi delle disposizioni di legge regionale non comunicate in esenzione. Si procederà pertanto alla notifica dopo l'approvazione della legge, quando si riterrà opportuno attivare le misure in questione, la cui concreta erogazione sarà subordinata all'autorizzazione da parte della Commissione europea.

Più nel dettaglio, per ciò che concerne la struttura del disegno di legge in approvazione, esso si compone di 9 articoli suddivisi in 2 capi distinti per ogni legge regionale oggetto delle modificazioni in esame. Il capo I, articoli dal primo al sesto, riporta le modificazioni concernenti la legge regionale n. 21 del 2001, mentre il capo 11, articoli dal settimo al nono, reca modificazioni alla legge regionale n. 3 del 2002. Tra gli aspetti più interessanti introdotti dai primi 6 articoli del presente disegno di legge vi è l'introduzione del benessere animale e della qualità dei prodotti legati all'allevamento tra gli elementi da tenere in considerazione nell'erogazione di un insieme coerente di aiuti volti ad assicurare il mantenimento e il consolidamento dell'agricoltura di montagna. Inoltre, poiché il regolamento europeo stabilisce che non sono più consentiti gli aiuti per l'acquisto di animali, nel testo novellato è prevista la sostituzione di questo aiuto con quello concernente "l'introduzione a livello di azienda di metodi e tecniche innovative in materia di riproduzione animale, eccettuati i costi relativi all'introduzione o all'effettuazione dell'inseminazione artificiale", così come consentito, nella misura massima del 40%, fino al 31 dicembre 2011, dall'articolo 16 del medesimo regolamento. Di più, viene introdotta una nuova tipologia di intervento nel settore dell'allevamento e precisamente "il miglioramento delle condizioni di igiene e del benessere degli animali nelle aziende zootecniche". Gli incentivi erogabili per quest'ultimo intervento sono in fase di definizione e con il presente disegno di legge si è voluto creare un supporto giuridico al finanziamento di una serie di interventi diretti a favorire il miglioramento delle condizioni di igiene nelle aziende di allevamento e del benessere degli animali, così come previsto dalla normativa comunitaria. In generale, gli interventi finanziabili saranno quelli che comportano l'assunzione, da parte delle aziende zootecniche, di impegni ulteriori rispetto ai requisiti minimi in materia di benessere animale e sarà prevista un'intensità massima di aiuto variabile a seconda della tipologia di intervento.

Infine, proseguendo nell'esame dell'articolato, viene estesa la possibilità di erogare gli incentivi anche agli allevatori di specie di interesse zootecnico prive di un'apposita anagrafe. Si tratta di alcune specie animali i cui allevamenti sono comunque molto diffusi quali, ad esempio, quella apistica.

I rimanenti articoli, come già annunciato, introducono modifiche alla legge regionale n. 3 del 2002. In particolare, è previsto quale ulteriore scopo per l'attuazione degli interventi previsti dalla legge quello del benessere animale. In base alla nuova formulazione dell'articolo 1, gli interventi potranno riguardare in generale tutti gli animali appartenenti alle specie di interesse zootecnico allevati sul territorio regionale e non più soltanto il bestiame di interesse zootecnico, generalmente riconducibile alle sole specie prese in considerazione dalla legge regionale n. 17/1993. Inoltre, viene aggiunta quale spesa ammissibile al contributo quella per la rimozione e la distruzione dei capi deceduti ed è prevista la possibilità di erogare i contributi anche agli allevatori di specie di interesse zootecnico prive di un'apposita anagrafe.

In conclusione segnalo che la Giunta regionale, in data 4 marzo 2008, ha proposto un emendamento riguardante il comma 6 dell'articolo 2 del presente disegno di legge. La Commissione ha espresso parere favorevole.

Presidente - Dichiaro aperta la discussione generale. Ricordo che su questo disegno di legge sono stati presentati 5 emendamenti dal "Partito Democratico".

La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (PD) - Innanzitutto per fare un'osservazione un po' storica su questo disegno di legge, in quanto credo che ci si debba tutti rendere conto che tale provvedimento cambia le prospettive intere del settore agricolo valdostano, in particolare di quello zootecnico che ne rappresenta la parte più rilevante, perché è l'entrata "a gamba tesa" dell'Unione europea a livello dell'agricoltura valdostana. Il mondo agricolo valdostano deve sapere che da adesso in poi non sarà più come era prima, in quanto c'è questo primo provvedimento di legge, che è un adeguamento, oltre che un'integrazione, di tutta una serie di nostre normative alla normativa comunitaria sia in termini formali, in alcuni casi c'è solo il cambiamento di alcune parole, sia in termini sostanziali. È evidente però che da adesso in avanti, contrariamente a quanto è successo finora, dovremo notificare alla Commissione europea tutti i provvedimenti di legge che sono funzionanti nella nostra Regione. Da tale punto di vista, credo sia una parte positiva, perché questo che credo innalzi la qualità della legislazione, perché ci dovremo sforzare di avere un quadro che sia perfettamente compatibile con le regole comunitarie, però sappiamo anche che potrebbero emergere delle questioni preoccupanti, nel senso che magari qualche volta in futuro potrà succedere che qualche norma approvata dal Consiglio regionale possa incappare in osservazioni e provvedimenti anche più rilevanti da parte dell'Unione europea. Credo quindi che si debba sottolineare, senza preoccupazioni, ma avendone piena coscienza, il cambiamento epocale che abbiamo di fronte. Penso che questa sia una questione che debba interessare i politici, tutti noi qui dentro dovremmo tener conto di tale cosa, credo che ne debbano tener conto i nostri funzionari nella predisposizione di eventuali modifiche dal punto di vista normativo, ma penso che ne debbano tener conto anche i nostri agricoltori, perché è evidente che questa situazione deve portare ad una presa di coscienza collettiva e ad una crescita collettiva, perché è evidente che avremo certamente molto da lavorare.

Il provvedimento di legge è molto tecnico, quindi su una serie di parti non mi permetto di esprimere delle valutazioni, in quanto sono questioni tecniche che diventa difficile poter riuscire a valutare, ma credo che si debbano evidenziare alcuni dati positivi e in questo annuncio già il voto positivo del nostro gruppo. Gli aspetti positivi sono legati al fatto che ci sono delle valutazioni rispetto al benessere animale che viene inserito all'articolo 1, ricordo, fra l'altro, che è un'integrazione alla legge n. 21/2001, quindi l'articolo 1, che modifica l'articolo 1 della legge di riferimento, inserisce il benessere animale come uno degli elementi essenziali. Questa credo sia una novità che già da un certo periodo di tempo si sta allargando in tutte le Alpi, nei cantoni svizzeri c'è una legge federale di pochi anni fa, che ha introdotto lo stesso tipo di ragionamento, anche se è al di fuori dell'UE, quindi mi sembra che vi sia una presa di coscienza abbastanza ampia sulla necessità. Qui annuncio la presentazione di un emendamento che vuole essere semplicemente migliorativo, nel senso che abbiamo fatto una riformulazione di tutto il primo comma dell'articolo 1 della legge n. 21/2001, in modo che abbia una valutazione più organica, perché siamo d'accordissimo che il benessere animale debba essere posto fra gli elementi più pregnanti di questa legge e in generale della zootecnica valdostana, ma abbiamo voluto aggiungere la qualità del benessere umano, perché credo che le 2 cose non possano essere disgiunte, ossia non ci può essere un allevamento che dia soddisfazione professionale ed economica all'allevatore senza il benessere animale, ma non ci può neppure essere benessere animale se l'allevatore non è messo nelle condizioni di avere una altrettanto buona qualità della vita. È un tema che abbiamo affrontato ieri, è uno degli obiettivi del Piano di sviluppo rurale, quindi speriamo che tale emendamento possa essere accettato.

Andando avanti nell'analisi di questo provvedimento, vi sono 2 punti su cui noi abbiamo voluto focalizzare: il primo è quello delle specie zootecniche senza un'apposita anagrafe. Credo che questo sia un dato importante perché obbligava gli apicoltori a non poter utilizzare i contributi e non poter rientrare nell'erogazione degli incentivi rispetto alla legge n. 21/2001; da questo punto di vista, saniamo un deficit di quella legge e ne prendiamo atto con soddisfazione.

Vi è un altro tema in cui noi abbiamo presentato un emendamento, che speriamo possa essere recepito, nel senso che abbiamo visto una carenza nel percorso di filiera che è stato ipotizzato all'articolo 4. Nell'articolo 4, che è quello della promozione degli incentivi alle azioni pubblicitarie e promozionali dirette ad informare correttamente il consumatore, si è perso un aspetto che invece ci sembra importante. È un'osservazione che abbiamo fatto andando a vedere quello che succede in giro per il mondo, in particolare nel nostro Paese, dove la promozione dell'agroalimentare funziona molto bene se si parte dalla fine, ossia se a livello dei libri di ricette, delle guide del "Gambero rosso", piuttosto che la "Guida Michelin", comunque della ristorazione - soprattutto di quella tipica -, dei piatti che vengono realizzati a questo livello vengono utilizzati i prodotti di quel territorio; quindi, per aiutare alla fine l'agricoltore e l'allevatore a portare a casa dei buoni risultati, occorre che alla fine vi sia la cucina. Faccio solo un esempio per spiegare con precisione questo concetto ed è il "Castelmagno". Il "Castelmagno" è uno dei formaggi che ha avuto più straordinario successo dal punto di vista economico, oggi credo che un chilogrammo di questo formaggio viaggi intorno ai 30-35 euro e sia anche difficile da trovare; ma da dov'è che è passato il riconoscimento economico del "Castelmagno"? Innanzitutto dalla "DOP" - e fin qui ci siamo anche noi, perché abbiamo ben 2 formaggi che sono "DOP" -, però successivamente c'è stata un'intelligente opera di promozione per cui a livello di ristorante, di trattorie, non dico coinvolgendo i curatori delle guide del "Gambero rosso" o di altri prodotti di questo genere, ma insomma da una certa attività promozionale è nato il risotto al "Castelmagno", il filetto al "Castelmagno", sono nate una serie di ricette che contengono tale tipo di prodotto. È chiaro che, se vogliamo puntare ad un discorso di filiera, ad un discorso di promozione di questo genere, dobbiamo incentivare anche i nostri agricoltori a predisporre idee, iniziative, progetti affinché, a partire dai loro agriturismi fino ad arrivare alla trattoria del loro comune, fino ad arrivare al ristorante a cui conferiscono la loro produzione, vi sia anche l'accompagnamento di ricette, di piatti, di preparazioni culinarie di vario genere che contengano i loro prodotti. Da tale punto di vista, crediamo sia utile che la Regione possa incentivare questo tipo di attività, facendola rientrare fra le attività promozionali di cui all'articolo 4.

Vi è invece un aspetto negativo, almeno per noi, di questo disegno di legge, perché si poteva cogliere un'occasione: quella di poter utilizzare tale strumento normativo che abbiamo oggi alla nostra attenzione per risolvere il problema delle stalle all'interno dei centri abitati. In questo senso abbiamo predisposto 2 emendamenti, per cui all'interno della legge n. 21/2001, che porta disposizioni in materia di allevamento zootecnico e dei relativi prodotti, si inseriscono delle norme per cui fa parte delle finalità di questa Regione arrivare ad una localizzazione più consona delle stalle che attualmente sono presenti nei villaggi e nei centri storici. Non perché riteniamo che abbia una valenza storica il fatto che ci siano le stalle all'interno di questi villaggi, crediamo che necessiti veramente di un grande rispetto tale tradizione che è presente nella nostra regione, ma reputiamo che, per dare uno sviluppo in campo finanziario ed economico a tali aziende, le stalle all'interno dei villaggi non sono assolutamente al loro livello, per numero di capi anzitutto: queste stalle all'interno dei villaggi possono tenere 5-6-8 mucche, ma già diventa abbastanza raro. Bisogna prendere atto che ci sono ancora queste situazioni, ma dobbiamo aiutarle a crescere e a fare un salto di qualità e tale salto di qualità non può che essere fatto al di fuori dei villaggi. Su questo tema dobbiamo confrontarci, trovare delle soluzioni, non abbiamo la ricetta magica che risolve il problema, che è molto complesso perché anche molto ampio e poi si innesta con problemi di tipo urbanistico, però è certo che è un problema importantissimo su cui si giocherà l'avvenire della zootecnia in Valle. Perché allora non sfruttare questa situazione e dire: "intanto questo è un nostro obiettivo: la rilocalizzazione di tali stalle, dopodiché vedremo come quando e perché" e questo, fra l'altro, è anche da riagganciare a quello che voi, Assessore e relatore, avete proposto nell'articolo 1, ossia il benessere animale. Sono convinto di quanto avete scritto e lo voteremo con piacere, ma mi dovete spiegare qual è il benessere animale nelle stalle all'interno dei villaggi; oggi il benessere animale lo vediamo in termini diversi da quelli di una volta. Sì, ci sarà la cura dell'allevatore, ma vi garantisco che nelle stalle che ho visto io nel Cantone vallese fuori dai centri abitati e anche qui in Valle... recentemente ne ho visitata una nella collina di La Salle che è strepitosa... ecco lì le mucche hanno un benessere animale che certamente in certe altre stalle non hanno e questo si coniuga con il benessere umano, dell'allevatore, nel senso che nelle stalle tradizionali diventa difficile fare una serie di procedimenti per cui magari gli alimenti per animali, sia quelli a base di erba che quelli più sintetici, magari sono lontani dalla stalla... In una stalla posta all'esterno del centro abitato tu puoi avere un ciclo integrato e anche la qualità della vita dell'allevatore ne guadagna moltissimo perché ha tutto sotto controllo, non dico tutto robotizzato e informatizzato, ma con un'efficienza dal punto di vista dei suoi comportamenti che oggi all'interno dei centri abitati non è possibile ottenere. Con l'obiettivo del benessere animale e con l'obiettivo del benessere umano credo che una valutazione di tale genere debba essere fatta, quindi in questo modo credo che possiamo dare un contributo fattivo alla zootecnia valdostana, farle fare dei passi avanti e devo dire che è veramente un "work in progress", nel senso che siamo davanti ad una fase cruciale. Questa legge dà un contributo importante, è un passo in avanti, ma non sarà l'ultimo perché vedo che nella zootecnia valdostana siamo in una fase di passaggio. Sta andando in pensione l'ultima grande generazione di allevatori: quelli che hanno cominciato questa professione negli anni 50 ed era una grande corte di persone che ha portato avanti con coraggio e determinazione tale professione per tanti anni, le nuove generazioni abbiamo visto che stentano un poco, credo che si giochi sulla capacità della Regione di dare degli strumenti non tanto finanziari, ma strumenti di tipo organizzativo che questo sviluppo possa andare avanti.

Il concetto che si deve collegare a questo è che gli allevatori valdostani non devono avere paura dell'Europa, ma perché non abbiano paura dell'Europa devono capire che la Regione è al loro fianco per sostenerli, aiutarli, dargli tutti quegli aiuti e suggerimenti per far evolvere positivamente, all'interno delle regole comunitarie, la loro azienda in modo che sia fonte di guadagno certo, non perché basato solo sul sostegno delle misure agroambientali o degli altri provvedimenti di sostegno, ma su una capacità produttiva al loro interno. Credo che tale provvedimento di legge vada nella buona direzione e spero che tutto questo possa essere il "primo momento" per una zootecnia valdostana a livello europeo.

Président - La parole au Conseiller Bortot.

Bortot (Arc-VA) - Sono d'accordo solo sulla premessa del collega Sandri e non voterò questo disegno di legge, non parteciperò al voto per quanto riguarda tale provvedimento e la cosa riguarda il sottoscritto e non il mio gruppo.

Vorrei fare alcune considerazioni. Spero, ripeto, di sbagliarmi, ma vi farò lo scenario di quello che succede a voi della maggioranza e a chi voterà questa legge. Primo, bisogna allontanare le stalle dai centri abitati e dargli un incentivo e questo parte da un presupposto che le stalle nei centri abitati sono sinonimo di malasanità, di malessere e di disagio e questo vuol dire che chi la vince per quanto riguarda la nostra civiltà è una serie di persone che hanno in testa un concetto sbagliato degli animali e dell'agricoltura, spero di sbagliarmi. Secondo, per il benessere animale si stabiliranno dei parametri, per cui gli incentivi andranno solo a chi ha determinate stalle con determinati parametri, questi parametri non li fisseranno gli agricoltori e i contadini che per secoli sono stati insieme, hanno allevato e dato da mangiare al mondo con i loro animali, tali parametri di benessere li fisserà qualcun altro con modelli ideologici e culturali diversi da coloro che sono a contatto e hanno vissuto con questi animali per secoli e secoli; quindi sarà un'ulteriore punizione per quelli che non potranno adeguare le loro strutture ai parametri di benessere animale fissati da qualcun altro. Il terzo risultato che otterremo con questa legge è un invito a nozze per l'immobiliare, pensate in un decennio quali prospettive si aprono: fra 10 anni non ci sarà più una stalla, avremo stravolto la nostra cultura, non ci sarà più una stalla nei centri abitati, apriremo le braccia... è un invito a nozze per tutto il settore di riconversione delle stalle in case alloggi. Quarto, sradicheremo da un modello di equilibrio e di manutenzione del territorio, sì perché se leghiamo il benessere animale alla legge che abbiamo approvato 15 giorni fa, i parametri economici delle aziende agricole di cui parlava anche il collega Sandri ieri, e anche su quello non sono d'accordo... i parametri economici delle aziende agricole non possono essere solo economici e finanziari, ma devono essere parametri eco-sociali-economici legati alla manutenzione e alla gestione del territorio: la stalla nel villaggio, perché le mucche non hanno mai ucciso nessuno, la dimensione del villaggio che è quella giusta, il contadino che gestisce in prima persona e si occupa del territorio, sfalcia, taglia, sparge il letame...

Voi, chi approva questa legge - ripeto: spero di poter venire qui o fuori di qui e dire che mi ricredo e che ha funzionato bene - credo che stia votando un provvedimento alla vigilia delle elezioni ancora più grave, perché chi applicherà tale provvedimento sarà un Consiglio regionale, un Governo, un Assessore nuovo e, di fronte ai disastri di sradicamento di questa realtà contadina, vista la piccola dimensione del nostro territorio, compirà ancora l'ennesimo gesto allargherà le braccia dicendo: "è l'Unione europea", "è la maggioranza precedente" o "il Governo precedente", "noi funzionari dobbiamo applicare la legge", "noi veterinari abbiamo delle norme da applicare!". Ci sarà il fuggi-fuggi generale dalla responsabilità dei disastri che procurerà questa legge! E non faccio confronti con altri periodi storici, dove anche lì tutti dicevano: "Ma io ubbidisco agli ordini!, allora, ripeto, spero di dovermi ricredere, sono un ottimista nato, ma vedo in questa cosa molto più malessere e cose negative del tornare a dare degli incentivi. Ma scusate, perché dobbiamo dare degli incentivi per il benessere... secondo voi le mucche in Valle stanno male? Sì, c'è qualche sporcaccione, ma in tutte le categorie di operatori ci sono, perché gli imprenditori sono tutti onesti? Non c'è nessuno che specula? Il banchiere non specula? Quella che vendeva i prodotti finanziari della "Parmalat" al vicino di casa con gli alti rendimenti, quella non ha nessuna responsabilità? E i contadini che sono stati a contatto con le bestie per generazioni improvvisamente sono i torturatori degli animali per cui dobbiamo dargli dei soldi perché curino il benessere delle loro bovine? Ma il benessere delle loro bovine è legato alla qualità del prodotto, se trattano male i loro animali, il prodotto che ne ricavano non sarà un prodotto di qualità! Facciamo l'esempio estremo: in India sono vegetariani perché le mucche danno il latte, se le ammazzano, ammazzano uno dei loro sostentamenti, addirittura è intervenuta la religione per codificare il divieto di ammazzare le mucche, e noi cosa stiamo facendo? Andiamo a dire a Ottoz che ha una piccola stalla: "tu tratti male gli animali perché non hai i parametri giusti, tu non hai nessun incentivo perché i tuoi animali stanno male" e gli incentivi a chi andranno? Provate a pensarci. Andranno a quelli che ne hanno presi a sufficienza finora. Termino dicendo che spero di venir qui a chiedere scusa, o qui dentro, o fuori di qui, a tutti i miei colleghi.

Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Il mio intervento è per ribadire quanto diceva il collega Bortot, che il nostro gruppo voterà a favore del disegno di legge. Il collega Bortot esprime, in modo anche focoso a volte, una preoccupazione che molti hanno: ossia riusciremo ad introdurre elementi innovativi nel modo di gestire l'agricoltura in Valle? Riusciremo a introdurre delle sperimentazioni e delle novità senza stravolgere totalmente la cultura di base di questo mondo contadino? Credo che il collega Bortot abbia espresso le preoccupazioni che ci sono in molti e che sicuramente hanno dettato una serie di interventi e lo stesso Piano di sviluppo rurale è un tentativo per dare delle procedure che contemperino questi 2 aspetti e indichino delle strade per far passare tutto un modo di vivere e di comportarsi ad un'altra modalità, perché non possiamo pensare che tutto rimanga "figé" per l'eternità, perché questa cultura contadina è una cultura che si confronta con tutto il mondo occidentalizzato. Vi sono ormai degli "input" che arrivano e che costringono a confrontarsi con nuove sfide culturali, quindi credo che questo sia un momento di passaggio. Vi è qualcuno, come il collega Bortot, che è più preoccupato di quello che tutte queste nuove regole e questi nuovi comportamenti avranno nei confronti del mondo contadino e chi invece deve giustamente governare tale cambiamento con una serie di leggi. Noi riconosciamo che questa legge è un tentativo per governare tale processo e per dare a chi lavora nel mondo zootecnico, ma non solo, gli strumenti per fare uno sforzo nell'innovazione che consenta anche a loro, e non solo agli animali, di vivere meglio.

Presidente - La parola al Consigliere Sandri, per secondo intervento.

Sandri (PD) - Volevo fare alcune considerazioni sull'intervento del collega Bortot, perché merita una particolare attenzione. Il Presidente della Regione, fuori microfono, ha detto ad un certo punto: "questo è un intervento di tipo sanguigno", credo che più che sanguigno venga dal cuore, quindi è da rispettare 2 volte, perché penso che veramente - come ho potuto constatare personalmente quando andammo a visitare quella stalla di Quart qualche mese fa - ci stia mettendo del buono e della passione in tutto questo. Mi consentirà però il collega di "tirargli un pelino le orecchie", nel senso che lui sta facendo un'analisi corretta, ma poi sta tirando fuori delle deduzioni sbagliate.

Io, come il collega Bortot e come tanti di noi, ho avuto la fortuna di vivere una prima parte della mia vita, quando ero giovincello fino a 17-18 anni, in campagna, in una famiglia di contadini della bassa Padana e anch'io quando ripenso ad una serie di cose, ai carretti con i cavalli che portavano i covoni di riso all'essiccatoio, ho dei momenti di grande nostalgia. Era un mondo che aveva un equilibrio, c'erano le rane e c'erano le lucciole, che adesso sono un po' scomparse, che sono un sintomo più preciso di benessere dell'ambiente, ma è anche vero che oggi continuo a frequentare i risicoltori perché sono miei parenti, miei conoscenti, perché ci ho giocato a pallone quando andavo all'oratorio e con loro stiamo parlando del futuro. Il futuro è completamente diverso da quella "roba": oggi un agricoltore mediamente ha un orizzonte che è 10 volte più largo di quello che era solo 20-30 anni fa anche in termini di spazi. La zootecnia anche in Valle non è più possibile vederla legata ad un villaggio o a un territorio conformato, ma occorre avere una visione più ampia, nel senso che le aziende non possono essere di dimensioni come erano anche solo 10-20 anni fa. Voglio chiarire il concetto: non voglio delocalizzare tutte le stalle e metterle fuori dai villaggi, ma deve essere una delle 2 opzioni sul campo, ossia se ci sono le condizioni per metri quadri, per spazi... per cui all'interno dei villaggi è possibile, con gli opportuni investimenti, mettere le stalle nelle condizioni di avere i parametri previsti da un'efficienza e un'efficacia attuale, si possono anche tenere all'interno dei villaggi, ma bisogna avere la garanzia della qualità della vita umana, di chi ci lavora e della qualità del benessere animale, altrimenti non va bene e, se non ci sono le condizioni, si faccia la delocalizzazione. Non credo vi sia la volontà di stravolgere un percorso o un modo di essere, è solo che, se amiamo questo settore, dobbiamo metterlo nelle condizioni di poter sopravvivere con le "proprie gambe", ossia di poter essere attuali e naturalmente nelle "proprie gambe" ci deve essere considerato un aiuto comunitario statale e regionale che rientra in quello che è il riconoscimento del ruolo che hanno gli allevatori, i contadini, gli agricoltori, i coltivatori diretti nella gestione del territorio. Non può però essere solo quello: ci deve essere anche una struttura che economicamente abbia un suo... perché... allora mettiamoli nelle condizioni e poi dentro o fuori sarà in base... io però devo dire che, da quello che ho visto sul territorio, in Valle d'Aosta di stalle all'interno dei villaggi che possono essere riconvertite in stalle veramente funzionali non ce ne sono tantissime. Studiamo quindi tutti quei percorsi possibili perché la delocalizzazione all'esterno sia possibile farla, ovviamente con tutti i crismi di un legame di percorsi storici, di compatibilità ambientale e quel che si vuole, però è chiaro che deve essere una cosa che deve essere "à la une de notre société. Merci, M. le Président".

Si dà atto che dalle ore 11,41 presiede il Vicepresidente Lanièce.

Presidente - La parola all'Assessore all'agricoltura e risorse naturali, Isabellon.

Isabellon (UV) - L'oggetto è, come ben evidenziato dal titolo, non una nuova legge che "piove dal cielo", ma sono modificazioni alle leggi regionali n. 21/2001 e n. 3/2002, che riguardano rispettivamente l'allevamento zootecnico e i relativi prodotti e gli incentivi regionali per l'attuazione degli interventi sanitari a favore del bestiame di interesse zootecnico, rileggo i titoli perché su questi temi bisogna rimanere. Quando si tocca qualcosa che riguarda la zootecnia, si va sempre a finire sugli stessi argomenti, a prescindere dall'oggetto della discussione, ma questo è lecito, ognuno fa come meglio crede. L'unica cosa che è importante è esaminare attentamente quello che si propone all'aula, poi se da questo bisogna prendere spunto per tornare sugli stessi argomenti, che magari non sono direttamente coinvolti da tale strumento legislativo... si può fare tutto quello che si vuole. In ogni caso tali modificazioni sono legate ad un semplice adeguamento che non va a stravolgere questi strumenti legislativi, ma addirittura si prende lo spunto anche per introdurre qualche elemento di novità, come è stato evidenziato negli interventi che si sono succeduti a partire dalla relazione del collega Fey, che ringrazio per aver introdotto l'argomento con una relazione che ha centrato questi elementi in positivo, naturalmente, perché è positivo adeguare gli strumenti, altrimenti non si possono applicare e dall'altra parte è positivo anche utilizzare i momenti di modifica per introdurre qualche elemento di novità, che va a dare delle risposte a dei settori che hanno delle aspettative in tal senso. Ringrazio anche il lavoro delle Commissioni II e III, che hanno, tra l'altro, con la manifestata sensibilità da parte dei Presidenti delle Commissioni, capito che questo adeguamento andava fatto in tempi utili al fine di riuscire a non fermare la macchina amministrativa, perché in questo settore, come evidenziato da qualcuno in precedenza, vi è necessità di dare delle risposte, che alla fine è quello che conta. In sostanza, abbiamo dato risposta all'obbligo di adeguamento per quel che riguarda i regimi di aiuto esistenti, questi adeguamenti, se sono riconducibili alle disposizioni di cui al regolamento n. 1857/2006, è sufficiente che vengano comunicati se sono in esenzione ai sensi dell'articolo 20, comma 1, e questa è una procedura molto semplificata, altrimenti, qualora i nuovi aiuti siano riconducibili agli orientamenti comunitari per gli aiuti di Stato nel settore agricolo forestale 2007-2013, occorrerà notificare i singoli interventi attuativi delle disposizioni di legge, ma queste sono delle applicazioni, non sono delle novità, perché già da alcuni anni le procedure sono queste.

Andando nell'articolato, l'articolo 1 introduce il benessere animale e la qualità dei prodotti legati all'attività di allevamento, diciamo che il benessere animale ha la massima attenzione non solo per gli orientamenti comunitari, ma anche per una sensibilità che in questi anni è venuta a crescere, perché l'animale è considerato una risorsa, un facente parte di un contesto e non è uno strumento di produzione di reddito solamente, ma questo - e qui mi ricollego alla sensibilità che ha dimostrato il collega Bortot nel riconoscere tale storico di legame con gli animali - credo sia patrimonio comune di tutti quelli che sono in quest'aula, troverei strano il contrario; quindi non è una voce fuori dal coro che fa considerare il coro come un insieme di persone che sono prive di tale tipo di sensibilità. Questo è ribadito nell'articolo 1, poi, andando avanti nell'articolato, si dà applicazione alle possibilità che ci sono concesse per quel che riguarda gli incentivi, per l'acquisto di bestiame femminile da riproduzione di maschi iscritti nei libri genealogici, nei registri anagrafici. Con questa legge si è voluto creare un supporto giuridico al finanziamento di una serie di interventi diretti per migliorare le condizioni delle aziende di allevamento, sempre con un'attenzione particolare al benessere animale. Ricordo che in tutto l'arco alpino c'è una sensibilità nei confronti di queste tematiche, che verrà presa in considerazione in un convegno che stiamo organizzando per ottobre in Valle d'Aosta, che sarà organizzato da "SOZOOALP", il quale ha un'attenzione particolare a tali tematiche e quindi sarà interessante per chi di noi farà ancora parte del Consiglio regionale, oppure no, potervi partecipare, perché sarà un tavolo interessante dove si parlerà non solo di filosofia, ma anche di applicazioni pratiche. Viene introdotta la possibilità di assumere da parte delle aziende zootecniche impegni ulteriori rispetto ai requisiti minimi in materia di benessere animale con degli aiuti corrispondenti, quindi un'incentivazione al miglioramento delle condizioni delle nostre aziende. Abbiamo poi il riconoscimento, che è molto importante, all'articolo 3: attualmente le 2 leggi in questione riconoscevano solo i settori riguardanti gli allevatori di specie di interesse zootecnico, che avevano un'apposita anagrafe. Il fatto di aver operato un'estensione anche agli allevatori di specie di interesse zootecnico prive di un'apposita anagrafe, con la possibilità di incentivare tutte queste attività, riguarda in particolare un settore che era stato ricordato precedentemente dal Consigliere Sandri: quello apistico, che sicuramente potrà giovare di queste iniziative per avere anche qui delle risposte adeguate. Brevemente poi, per arrivare alla conclusione, diciamo che lo smaltimento delle carcasse è un altro argomento importante, che è stato preso in considerazione.

Per quel che riguarda gli emendamenti, ne discuteremo quando verranno presentati durante la discussione dell'articolato; di conseguenza, non mi addentro nelle considerazioni che emergono da questi aspetti introdotti, che ho proposto per quel che riguarda gli emendamenti, quindi chiudo qui.

Presidente - Sul disegno di legge vi è il parere all'unanimità della III Commissione con un emendamento e il parere a maggioranza della II Commissione; vi sono 5 emendamenti presentati dal "Partito Democratico". Si passa all'esame dell'articolato, all'articolo 1 vi sono gli emendamenti n. 1 e n. 2 del "Partito Democratico".

La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (PD) - Il testo è un po' più chiaro nel nostro emendamento rispetto al testo del provvedimento, nel senso che il testo dell'articolo 1 del disegno di legge n. 209, che va a modificare l'articolo 1 della legge n. 21/2001, inserisce solo alla fine alcune parole: "ivi compresi gli aspetti afferenti al benessere animale e alla qualità dei relativi prodotti", questo è il solito modo di fare legislazione, che va bene tecnicamente, ma è un po' fragile dal punto di vista della capacità di rileggersi tutto il testo. Bisogna tener conto che a tale punto il testo sarebbe questo: "La Regione, al fine di assicurare il mantenimento ed il consolidamento dell'agricoltura di montagna, promuove gli interventi nel settore zootecnico attraverso un insieme coerente di aiuti che tengano in considerazione gli aspetti economici, sociali, ambientali ed ecologici legati all'attività di allevamento, ivi compresi gli aspetti afferenti al benessere animale e alla qualità dei relativi prodotti". Una persona, quando ha letto la frase, ha perso anche il fiato. Il testo che proponiamo è: "La Regione al fine di assicurare lo sviluppo e l'ammodernamento dell'agricoltura di montagna promuove la zootecnia con aiuti coerenti con gli aspetti economici, sociali ed ambientali dell'allevamento e con la qualità del benessere umano, animale e dei prodotti zootecnici". Esiste quindi anche una chiara consequenzialità fra il benessere umano che è il primo, il benessere animale che è il secondo, la qualità dei prodotti zootecnici che è il terzo. Ovviamente è messo in modo tale l'emendamento per cui è premesso dalle parole: "il comma 1 dell'articolo 1", quindi è inseribile all'interno del testo attualmente in discussione.

Presidente - La parola all'Assessore all'agricoltura e risorse naturali, Isabellon.

Isabellon (UV) - In merito all'emendamento n. 1, che vorrebbe introdurre il concetto di benessere umano, credo, allacciandomi a quanto ha detto il collega Sandri, che l'uno è consequenziale all'altro, quindi dove c'è benessere animale c'è anche benessere umano, perché se gli adeguamenti delle strutture delle stalle e degli allevamenti rispondono ai requisiti minimi necessari dal punto di vista sia dell'attività aziendale, sia della localizzazione... e anche un po' preoccupati da dove potrebbe portare il concetto di benessere umano, perché, dalle parole dette in precedenza, sembra di capire che si riferisce al benessere dell'allevatore, ma qui aprirebbe un capitolo che si sa dove comincia, ma non si sa dove va a finire... quindi, visto che dove c'è benessere animale c'è anche benessere umano, riteniamo che la finalità espressa nella formulazione attuale della legge sia più che sufficiente e pertanto non accoglibile l'emendamento.

Presidente - La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (PD) - Non credo vi sia il numero legale, quindi chiedo la verifica, siamo 17 Consiglieri in aula.

Presidente - Invito il Consigliere Segretario a fare l'appello.

Procedutosi all'appello nominale dei Consiglieri da parte del Consigliere Segretario Maquignaz, il Presidente, ai sensi dell'articolo 40 del Regolamento interno, constatato che sono presenti 24 dei 35 Consiglieri e che pertanto è presente la maggioranza dei componenti del Consiglio, dichiara valida la seduta ed invita il Consiglio a continuare la trattazione dell'ordine del giorno della sessione.

Presidente - I Consiglieri presenti sono 24, quindi c'è il numero legale.

La parola al Consigliere Sandri, per dichiarazione di voto.

Sandri (PD) - A noi dispiace che l'Assessore si sia dovuto "arrampicare sugli specchi" per trovare una giustificazione per non accogliere l'emendamento, perché mi sembra sia un emendamento così "soft" e condivisibile che si poteva fare uno sforzo, soprattutto perché sia oggi che ieri abbiamo fatto un confronto sereno su queste tematiche, quindi si poteva fare un piccolo sforzo. Noi voteremo a favore di tale emendamento perché vogliamo ribadire che il ragionamento fatto dall'Assessore non sta molto in piedi, perché ho capito dov'è la preoccupazione, lui dice: "se noi mettiamo "benessere umano" in modo generico, il benessere umano può essere anche quello dei vicini che si infastidiscono dalla presenza della stalla". No, è evidente che il benessere umano è riferito a tutti, il che vuol dire che bisogna anche tener conto ovviamente dei vicini, ci mancherebbe altro! Per quello che dicevo: attenzione, bisogna mettere le stalle all'interno dei villaggi in modo che siano di qualità per il benessere animale e il benessere umano, il che vuol dire che se ci sono i metri quadri disponibili, ma anche la possibilità che tutti i percorsi, tutto il materiale di risulta che ne viene fuori... vada dentro... sia possibile gestirlo in modo tale che non alteri quelle che sono normali relazioni di buon vicinato che ci si aspetta in una società moderna. È evidente che c'è anche quella componente, però rifiutare questo emendamento significa "chiudere gli occhi", perché non è che, se non lo mettiamo in questa legge, poi non ci sarà, dovremo fare sempre più il conto con tale situazione. Perché voi pensate che i sindaci dei vari paesi non abbiano a che fare con tutta una serie di proteste, di segnalazioni e di cose del genere che vengono a portare il disagio riguardante un certo tipo di stalle in Valle? Certo che ce le avranno e quindi ve le porteranno e su questo tema ci dovremo comunque tornare. Oggi abbiamo perso un'occasione per mettere una scala di valori. Nella sua scala di valori così come è rimasta nel procedimento di legge abbiamo che il benessere umano dell'allevatore non c'è più: bel lavoro! Noi in campagna elettorale non andremo a dire che l'Assessore è contro il benessere degli allevatori, perché ovviamente non siamo strumentalizzanti a tale livello, ma tecnicamente lei ha sostenuto questo, ossia non mettendo il benessere umano ha detto: "questo poi lo gestiamo...", non è vero, perché se non lo metti e metti solo il benessere animale, quello diventa il valore di riferimento. Noi invece avevamo messo una scala molto chiara di valori: prima l'uomo, poi l'animale, poi il prodotto finale. È una scala di valori che rientra nella sensibilità normale della popolazione, per cui pensavamo che questo fosse possibile indicarlo. Ovviamente dichiaro che, pur votando il disegno di legge nel suo complesso, sull'articolo 1 il nostro gruppo si asterrà, mentre voterà a favore del proprio emendamento.

Si dà atto che dalle ore 12,04 assume la presidenza il Presidente Perron.

Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 1 del "Partito Democratico", che recita:

Emendamento

Il comma 1 dell'articolo 1 è sostituito dal seguente:

"1. Il comma 1 dell'art. 1 della legge regionale 4 settembre 2001, n. 21 (Disposizioni in materia di allevamento zootecnico e relativi prodotti) è sostituito dal seguente:

"1. La Regione, al fine di assicurare lo sviluppo e l'ammodernamento dell'agricoltura di montagna promuove la zootecnia con aiuti coerenti con gli aspetti economici, sociali ed ambientali dell'allevamento e con la qualità del benessere umano, animale e dei prodotti zootecnici."."

Consiglieri presenti: 29

Votanti: 20

Favorevoli: 3

Contrari: 17

Astenuti: 9 (Ferraris, Fiou, Lanièce, Lattanzi, Ottoz, Salzone, Stacchetti, Tibaldi, Viérin Marco)

Il Consiglio non approva.

Presidente - La parola al Consigliere Sandri sull'emendamento n. 2 del "Partito Democratico".

Sandri (PD) - Questo punto vogliamo illustrarlo, perché inserisce un altro concetto che non è solo quello delle stalle e della riqualificazione delle stesse, ma anche delle altre strutture a servizio della zootecnia, perché non è solo il problema della stalla così come l'abbiamo descritto precedentemente: è anche un discorso relativo alle altre strutture che sono al servizio dell'attività di zootecnia. Faccio l'esempio dei silos di mangime, i fienili, le concimaie, le raccolte di vario genere dal punto di vista del letame, così come può essere stoccato nelle diverse forme, così come i ricoveri degli attrezzi, sono strutture che oggi spesso in giro per la Valle hanno delle organizzazioni dal punto di vista aziendalistico precarie, perché sono in rapporto alle proprietà che una famiglia aveva a disposizione, quindi c'è un fienile di qui, un silos di là, il trattore è nella terza parte e tutto questo comporta dei costi di gestione e di organizzazione, dei tempi più lunghi che vanno a pesare sulla competitività delle nostre aziende. Il fatto di fare un ragionamento su queste strutture non è solo uno sfizio per andare dietro ad un problema che ha posto il collega Bortot con quella famosa iniziativa, ma è un problema di guardare in faccia finalmente la realtà e dire: "questo sistema non va bene, perché andare avanti così come abbiamo fatto finora non ci consente più di essere competitivi". Vogliamo allora fare degli interventi affinché questa zootecnica faccia un salto di qualità? Prendiamoci il problema per intero e mettiamoci a lavorare sopra. Bisogna andare a vedere la stalla con tutto quello che ho detto prima, ma anche tutto quello che è il ritorno, perché se io allevatore devo metterci 1 minuto e mezzo per arrivare fino al trattore, 2 minuti e mezzo per spostarmi di là, poi devo attraversare il villaggio, poi devo fare questo e quell'altro, alla fine nella mia ora ho prodotto la metà di quanto avrei potuto produrre con un'organizzazione ottimale. Dato che questi sono i dati che vengono fuori dalle rilevazioni del Piano di sviluppo rurale, credo che tale emendamento possa essere accolto ed inserito in questo testo di legge, anche se non ha delle conseguenze pratiche; è semplicemente un principio che viene incardinato in tale provvedimento di legge, ma che dà il segno che l'Amministrazione regionale ha voglia di misurarsi con tali temi. Credo che questa sia una scelta che va a favorire gli allevatori, soprattutto quelli che si danno delle prospettive; il caso che lo scorso anno ha "déclenché" tutto quel clamore, e che ha portato qualche Consigliere regionale ad esagerare nel proprio richiamo con un batacchio in questo Consiglio, aveva un problema specifico legato al fatto che... essendo vicino alla pensione, diceva: "come faccio a gestire questo, mi mancano 2 o 3 anni", non aveva prospettive di rilancio dell'azienda, investimenti futuri... quindi posso capire che quella era una questione che si doveva gestire in modo più intelligente e risolvere quel problema proprio perché aveva caratteristiche particolari. Laddove tutto questo problema di disorganizzazione aziendale tocca i giovani, che sono uno degli obiettivi del nostro Piano di sviluppo rurale, in cui investiamo soldi, garantiamo 30-40mila euro all'anno perché investano in tale tipo di attività, a fronte di questo, non mettiamo assolutamente niente. Non lo mettiamo neanche come principio; allora, sotto tale punto di vista, crediamo che si debba fare una valutazione, una riflessione e chiediamo all'Assessore di accettare almeno che sia posto come principio nell'articolo 1.

Presidente - La parola all'Assessore all'agricoltura e risorse naturali, Isabellon.

Isabellon (UV) - Non ha nessun senso introdurre un concetto che c'è già in una legge che abbiamo approvato nel corso della scorsa adunanza consiliare, nel senso che lì, oltre al principio, ci sono anche le garanzie finanziarie. Qui non avremmo neanche il parere favorevole delle Finanze, perché non si farebbe che dire le stesse cose in 2 leggi diverse, in quanto questa è una legge che riguarda gli incentivi per il settore per quel che riguarda l'allevamento zootecnico e i relativi prodotti. Le strutture stanno da un'altra parte, c'è la legge n. 32, che è stata approvata definitivamente nel corso della scorsa adunanza consiliare, a breve ci sarà in Giunta una deliberazione dei fabbricati rurali dove sono contemplati gli aiuti, in questo caso c'è anche la sostanza oltre al principio, legati al permanere delle strutture che possono essere adeguabili nei centri storici, oppure delocalizzate se del caso. Non avrebbe senso andare a ripetere un concetto che già c'è, quindi non è accoglibile.

Presidente - La parola al Consigliere Sandri, per dichiarazione di voto.

Sandri (PD) - Prendo atto delle parole dell'Assessore e mi stupisco. Proprio perché fa parte di una filosofia in cui questa maggioranza si è già espressa favorevolmente, cosa osta a metterlo anche in questo provvedimento? "Repetita iuvant" dicevano i latini, fra l'altro rientra perfettamente nella finalità della legge: al fine di assicurare il mantenimento e il consolidamento dell'agricoltura di montagna. Si fa con "l'aria fritta"? Si fa con le strutture flessibili con i tendoni o i gazebo? No, credo che mantenimento e il consolidamento dell'agricoltura di montagna si faccia con delle cose molto concrete, che sono gli aiuti per quanto riguarda una serie di attività che si sono dette, ma anche con il riconoscimento che oggi esiste un problema specifico e noi lo ribadiamo. Non c'è bisogno di nessun parere delle Finanze, perché non andiamo a toccare nessuna questione finanziaria, lo poniamo solo fra le finalità. Ci sarà poi modo come ha detto lei... la Giunta sta predisponendo l'attivazione della legge n. 32, benissimo, siamo favorevoli che si investano dei soldi in agricoltura, talvolta diciamo anche che non sono abbastanza e soprattutto non sono diretti secondo una serie di direttive che riteniamo più confacenti in alcuni settori, però quella è la zootecnia e siamo d'accordo. Ci dispiace che non sia stato accolto questo emendamento, per cui riconfermeremo il voto favorevole all'emendamento e il voto di astensione per delusione dall'atteggiamento dell'Assessore sull'intero articolo 1.

Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 2 del "Partito Democratico", che recita:

Emendamento

Dopo il comma 1 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente:

"1bis. All'art. 1 comma 2 della l.r. 21/2001 è aggiunta la seguente lettera bbis):

"bbis) la rilocalizzazione al di fuori dei villaggi e dei centri storici delle stalle e delle altre strutture al servizio di attività zootecniche, oggi poste nei centri abitati."."

Consiglieri presenti: 28

Votanti: 25

Favorevoli: 3

Contrari: 22

Astenuti: 3 (Ferraris, Fiou, Ottoz)

Il Consiglio non approva.

Presidente - La parola al Consigliere Viérin Marco sull'articolo 1.

Viérin M. (SA) - Brevemente, solo per motivare il voto favorevole del nostro movimento. Credo che l'obiettivo di tutti - l'ho sentito anche negli interventi dei colleghi - sia quello di sostenere e migliorare le condizioni di vita dei nostri agricoltori. Riteniamo che questo sia il punto di partenza perché sia come movimento che come attività legislativa abbiamo sempre sostenuto quei provvedimenti che mettevano l'uomo al centro. È indispensabile creare le condizioni anche legislative per poter migliorare le condizioni di vita dei nostri agricoltori e anche il benessere dei loro allevamenti. Quanto ha detto il Consigliere Sandri poc'anzi sul discorso di riportare le relazioni del buon vicinato... credo che questo concetto sia vicino a tutti, ma dobbiamo essere anche chiari che è un tema quello del buon senso... perché i rapporti di buon vicinato derivano dal buon senso e il "buon senso", purtroppo, è una parola che sta scomparendo anche in Valle d'Aosta e credo che né la politica, né altro potranno recuperarlo se non l'attività quotidiana di tutti i Valdostani.

Detto questo, per noi il settore agricolo è indispensabile per la nostra Comunità e va difeso e aiutato soprattutto in questo momento dove la globalizzazione è totale per molti motivi: per questa Europa che vogliamo, ma che è sempre più stretta per tutti i cittadini, lo vediamo quotidianamente, e rischia di "tagliare le gambe" anche al settore agricolo e quindi anche alle nostre piccole aziende agricole. Voteremo tale provvedimento, che oggi è solo uno - come diceva bene l'Assessore - dei provvedimenti fra quelli necessari per sostenere l'agricoltura di montagna. Spero che questo Consiglio anche nella prossima legislatura sostenga nei fatti tale settore per noi vitale.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 1:

Consiglieri presenti: 32

Votanti e favorevoli: 28

Astenuti: 4 (Fontana Carmela, Ottoz, Sandri, Tibaldi)

Il Consiglio approva.

Presidente - All'articolo 2 vi è l'emendamento n. 3 del "Partito Democratico".

La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (PD) - Mi spiace dover tornare sull'argomento, ma pensavo di ritirare questo emendamento visto che non era stato messo fra le finalità dell'articolato di legge, ma l'intervento del collega Viérin mi ha stimolato a ripresentarlo, perché giustamente lui ripete che l'elemento umano è uno degli elementi essenziali, quindi va in una posizione che è in contrasto con quella testé presentata dall'Assessore. Per cui ribadisco che questo emendamento, che prevede che tra le cose finanziabili vi sia anche la progettazione, la realizzazione di nuove stalle localizzate al di fuori dei centri abitati in sostituzione di stalle storicamente afferenti alle stesse aziende collocate nei centri storici, sia inserito in tale provvedimento di legge. È evidente poi che sarà con ulteriori strumenti che bisognerà identificare tutta la parte finanziaria che consentirà di "realizzare le questioni", ma almeno si mette un punto chiaro di indirizzo. Ribadisco la domanda formale della possibilità di inserire questo comma 3 bis, che prevede la nuova lettera h) dell'articolo 2 del comma 1 della legge n. 21/2001, in modo che sia recepito il discorso sulla rilocalizzazione.

Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 3 del "Partito Democratico", che recita:

Emendamento

All'art. 2 dopo il comma 3 è aggiunto un comma 3bis:

"3bis. All'art. 2, comma 1, della legge regionale 4 settembre 2001, n. 21 (Disposizioni in materia di allevamento zootecnico e relativi prodotti) è aggiunta la seguente lettera:

"gter) la progettazione e la realizzazione di nuove stalle localizzate al di fuori dei centri abitati, in sostituzione di stalle storicamente afferenti alle stesse aziende collocate nei centri storici."."

Consiglieri presenti: 24

Votanti: 22

Favorevoli: 2

Contrari: 20

Astenuti: 2 (Ferraris, Fiou)

Il Consiglio non approva.

Presidente - La parola al Consigliere Sandri sull'articolo 2.

Sandri (PD) - Solo per dichiarazione di voto. Malgrado l'atteggiamento della maggioranza non sia neppure quello di rispondere alle richieste sugli emendamenti, voteremo a favore dell'articolo 2.

Presidente - Pongo in votazione l'emendamento della III Commissione, che recita:

Emendamento

1. Dopo il comma 6 dell'articolo 2, è inserito il seguente:

"7. Dopo il comma 1 quater dell'articolo 2 della l.r. 21/2001, come introdotto dal comma 6, è aggiunto il seguente:

"1quinquies. Gli incentivi per gli interventi di cui al comma 1, lettera gbis), possono altresì essere concessi in conformità al regolamento (CE) n. 1535/2007 della Commissione del 20 dicembre 2007, relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti de minimis nel settore della produzione dei prodotti agricoli, pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea n. L 337 del 21 dicembre 2007."."

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 27

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 2 nel testo così emendato:

Articolo 2

(Modificazioni all'articolo 2)

1. Alla lettera b) del comma 1 dell'articolo 2 della l.r. 21/2001, le parole: "i controlli di rendimento, i test attitudinali e i controlli del valore genetico" sono sostituite dalle seguenti: "i test di determinazione della qualità genetica o della resa del bestiame,".

2. La lettera f) del comma 1 dell'articolo 2 della l.r. 21/2001 è sostituita dalla seguente:

"f) l'introduzione, a livello di azienda, di metodi e tecniche innovative in materia di riproduzione animale, eccettuati i costi relativi all'introduzione o all'effettuazione dell'inseminazione artificiale;".

3. Dopo la lettera g) del comma 1 dell'articolo 2 della l.r. 21/2001, è aggiunta la seguente:

"gbis) il miglioramento delle condizioni di igiene e del benessere degli animali nelle aziende zootecniche.".

4. Dopo il comma 1 dell'articolo 2 della l.r. 21/2001, è aggiunto il seguente:

"1bis. Gli incentivi per gli interventi di cui al comma 1, lettere a), b), c), e), f) e g), sono concessi in conformità agli articoli 12, 15 e 16 del regolamento (CE) n. 1857/2006 della Commissione, del 15 dicembre 2006, relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato agli aiuti di Stato a favore delle piccole e medie imprese attive nella produzione di prodotti agricoli e recante modifica del regolamento (CE) n. 70/2001, pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea n. L 358 del 16 dicembre 2006.".

5. Dopo il comma 1bis dell'articolo 2 della l.r. 21/2001, come introdotto dal comma 4, è aggiunto il seguente:

"1ter. Gli incentivi per gli interventi di cui al comma 1, lettera d), sono concessi in conformità alla normativa comunitaria vigente in materia di aiuti di Stato in favore della ricerca e sviluppo.".

6. Dopo il comma 1ter dell'articolo 2 della l.r. 21/2001, come introdotto dal comma 5, è aggiunto il seguente:

"1quater. Gli incentivi per gli interventi di cui al comma 1, lettera gbis), sono concessi in conformità alle disposizioni di cui alla comunicazione 2006/C 319/01 della Commissione, del 27 dicembre 2006, recante orientamenti comunitari per gli aiuti di Stato nel settore agricolo e forestale 2007-2013, pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea n. C 319 del 27 dicembre 2006. L'efficacia delle incentivazioni, in relazione alle singole tipologie di intervento, è subordinata alla preventiva autorizzazione da parte della Commissione europea, ai sensi dell'articolo 88, paragrafo 3, del trattato istitutivo della Comunità europea.".

7. Dopo il comma 1 quater dell'articolo 2 della l.r. 21/2001, come introdotto dal comma 6, è aggiunto il seguente:

"1quinquies. Gli incentivi per gli interventi di cui al comma 1, lettera gbis), possono altresì essere concessi in conformità al regolamento (CE) n. 1535/2007 della Commissione del 20 dicembre 2007, relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti de minimis nel settore della produzione dei prodotti agricoli, pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea n. L 337 del 21 dicembre 2007.".

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 27

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 3:

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 28

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - All'articolo 4 vi è l'emendamento n. 4 del "Partito Democratico".

La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (PD) - Questo era il discorso invece che avevo approfondito solo un poco nella parte iniziale della discussione generale, che era di prevedere all'articolo 4, che è l'articolo in cui si prevedono interventi in materia di pubblicità e promozione... qui è un pasticcio che dobbiamo sempre recuperare l'articolo 4 della legge n. 21/2001... un nuovo punto della lettera b), che sono le azioni promozionali indirette, che consistono in questo... diamo dei contributi per le divulgazioni di cognizioni scientifiche, per l'organizzazione e partecipazione a convegni, mostre, fiere, mercati ed esposizioni, per l'effettuazione di ricerche di mercato, sondaggi di opinione purché i risultati siano resi disponibili a tutti e nei controlli di qualità non obbligatori dei prodotti e dei processi di produzione. A questo tipo di promozione aggiungerei un contributo nella predisposizione dei percorsi di filiera, che valorizzino i prodotti zootecnici in ogni fase, sino all'utilizzo finale da parte del consumatore, ivi comprese le indicazioni culinarie, ossia quella di prevedere un contributo a tutti quegli agricoltori che, sfruttando il fatto che magari al loro interno hanno un'attività di agriturismo o comunque attività di ristorazione, preparino lavorati, o semilavorati, o indicazioni per dei piatti che poi vengono realizzati da ristoranti, trattorie, o che siano inseriti in guide dei cibi e dei sapori della Valle d'Aosta, faccio degli esempi tanto per capirci, quindi che queste persone possano avere un contributo in modo che siano incentivate a pensare a nuovi utilizzi culinari dei nostri prodotti. Faccio degli esempi traendoli già dall'attività dell'Assessorato, che ha spinto molto negli ultimi anni per l'accoppiamento fra la fontina e lo champagne: questo è uno di tali percorsi; un secondo, l'aver promosso l'utilizzo della fonduta come un elemento base per tutta una serie di piatti, è un'altra cosa che potrebbe rientrare. Credo che non si debbano mettere limiti alla fantasia umana, penso che i nostri allevatori ne possano avere e soprattutto coloro che nelle famiglie di allevatori si occupano di cucina possano trovare soddisfazione a poter immaginare tutto il percorso di filiera, fino alla realizzazione del piatto che va al ristorante al servizio del cliente.

Presidente - La parola all'Assessore all'agricoltura e risorse naturali, Isabellon.

Isabellon (UV) - In merito all'emendamento n. 4, anche qui segnalo che c'è un parere non favorevole da parte dell'Assessorato delle finanze per quanto riguarda la copertura finanziaria. Vorrei poi sottolineare che i percorsi di valorizzazione della filiera sono già previsti in appositi provvedimenti e qui la copertura finanziaria c'è perché è un'attività che si sta facendo e si farà nel settore della promozione, con una serie di iniziative che ricalcano quelle che il Consigliere Sandri ha citato, e naturalmente, se del caso, si possono incrementare, ma è tutta una serie di iniziative che si fanno anche con dei provvedimenti interassessorili, come i "Saveurs du Val d'Aoste", o quello che può essere realizzato in collaborazione in generale con l'Assessorato del turismo, non riteniamo di aggiungere un canale parallelo.

Presidente - La parola al Consigliere Sandri, per dichiarazione di voto.

Sandri (PD) - Mi dispiace che l'Assessore non recepisca neppure tale tipo di emendamento, che è anche questo di completezza perché dà all'interno degli obiettivi di tale legge un obiettivo molto chiaro, che, fra l'altro - credo lo abbia anche lei ammesso in qualche modo nella risposta che mi ha dato -, è uno dei grossi elementi di novità che "tirano" dal punto di vista economico e finanziario della redditività in questo momento: quello del filone enogastronomico collegato al turismo. Visto che c'è tutto questo tipo di attività, credo che gli allevatori, nel momento in cui vanno ad analizzare una legge, che è la legge quadro a cui devono far riferimento, ci trovino l'indicazione. Questa è la legge che inquadra l'allevamento zootecnico, quindi è lì che loro vanno a trovare il sostegno e una serie di cose, soprattutto nel momento in cui è la prima legge che viene adeguata agli "standard" europei, ma questo non lo trovano... La cosa migliore sarebbe che, dal punto di vista normativo, tutto ciò che c'è nella zootecnia: dalle strutture ai finanziamenti, all'agroambientale... fosse tutto costruito all'interno di un unico provvedimento quadro, che non c'è...

(interruzione dell'Assessore Isabellon, fuori microfono)

... ma non è... ne interpreta solo un aspetto, Assessore, ma, visto che non c'è e che non è grave, nel senso che un procedimento che abbiamo adottato in Valle è quello di avere delle leggi ampie, ma ancora di tipo settoriale, sarebbe opportuno che questi punti cardine fossero ripetuti nelle varie leggi. Non è una sovrapposizione, è una sottolineatura, un'evidenziazione, è un modo per dare delle indicazioni che siano inequivocabili e precise. Tenuto conto che questo non viene accettato, sempre per delusione voteremo a favore dell'emendamento, ma ci asterremo sull'articolo.

Presidente - La parola al Consigliere Frassy, per dichiarazione di voto.

Frassy (CdL) - Per dichiarazione di voto sull'emendamento, di astensione, in quanto non avevamo ben capito dove volesse andare a parare questo tipo di emendamento. Dobbiamo dire che fra gli esempi citati dal collega Sandri ce n'è uno che non ci è assolutamente piaciuto ed è quello della "vicenda champagne-fontina", del quale penso vi sia un illustre pentito in aula che è l'allora Assessore Vicquéry. Su quella vicenda l'Assessore Vicquéry aveva investito molto della sua immagine, ma aveva investito anche molto delle risorse a bilancio e, a seguito di una serie di valutazioni e polemiche, ridusse notevolmente l'impegno a bilancio...

(interruzione del Consigliere Vicquéry, fuori microfono)

... come non è vero! Aveva impegnato qualcosa come 100mila euro, ne ha spesi meno di 80mila!

(nuova interruzione del Consigliere Vicquéry, fuori microfono)

... ah, diceva già prima che avrebbe fatto dopo una riduzione di impegno... comunque mi lasci finire, non so come mai lei è sempre nervoso, ultimamente lei è il più nervoso del suo gruppo, su tutto polemizza, si prenoti l'intervento e faccia la sua precisazione! Io le dico che i dati di quella deliberazione erano economicamente vicini ai 100mila euro, poi lei spese meno di 80mila euro, ma la cosa più curiosa è che nessuno, né lei, né il suo successore, ci ha mai comunicato quali esiti concreti hanno avuto queste iniziative che definiamo estemporanee. Perché imbarcare "chef", fontina e quant'altro su aereo e non so su quali altri mezzi, portarli a Parigi o dove li avete portati e spendere 80mila euro per fare una grande "kermesse"... non sappiamo ad oggi quella "kermesse", al di là di quella spesa ridotta, ma ingente, cosa abbia portato in concreto alla promozione della fontina valdostana. Allora, collega Sandri, abbiamo dei dubbi che queste iniziative possano essere utili, queste sono iniziative che rischiano di trasformarsi in un "boomerang" per gli stessi operatori di settore. Sono sicuramente diverse le tipologie che possono interessare gli allevatori, non queste passerelle di tipo mediatico o queste "kermesse" che hanno coinvolto tutti, meno quelli che avevano l'aspettativa di averne un ritorno economico. Per questo motivo ci asteniamo, perché c'è il rischio che tale emendamento venga utilizzato per ripetere iniziative che nulla hanno portato in concreto alla promozione e al riconoscimento della fatica e del lavoro degli allevatori, ci asteniamo su questo emendamento.

Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 4 del "Partito Democratico", che recita:

Emendamento

Prima del comma 1 dell'articolo 4 è aggiunto il seguente:

"01. All'art. 4 della l.r. 21/2001 è aggiunto il seguente numero alla lettera b) del comma 1:

"4bis. nella predisposizione di percorsi di filiera che valorizzino i prodotti zootecnici in ogni fase sino all'utilizzo finale da parte del consumatore, ivi comprese le indicazioni culinarie."."

Consiglieri presenti: 30

Votanti: 25

Favorevoli: 3

Contrari: 22

Astenuti: 5 (Ferraris, Fiou, Frassy, Lattanzi, Ottoz)

Il Consiglio non approva.

Presidente - La parola al Consigliere Frassy sull'articolo 4.

Frassy (CdL) - Sull'articolo 4 vorremmo capire cosa vuol dire il comma 1bis così riscritto, perché è vero che questo è frutto di un accordo raggiunto in sede di Commissione europea, ma quando nel secondo capoverso si dice o, meglio, nel primo capoverso del comma 1bis si dice che "gli incentivi per gli interventi di cui al comma 1, lettera a), sono concessi in conformità alle disposizioni..." di una comunicazione comunitaria qui richiamata... perciò si dovrebbe dedurre che non vi sia alcun problema a concedere quegli incentivi, perché voi dite che sono concessi in conformità, però precisate nel secondo periodo del comma 1bis che viene aggiunto che: "... l'efficacia delle incentivazioni, in relazione alle singole tipologie di intervento, è subordinata alla preventiva autorizzazione...". Delle due l'una: o non sono in conformità, o, se sono in conformità, qual è il senso di avere l'autorizzazione in relazione alle singole tipologie di intervento. Le "singole tipologie" mi auguro siano sostanzialmente le tipologie e non siano i singoli interventi, perché, se parliamo di singole tipologie, quello che è scritto qui è in contraddizione con quanto scritto sotto; se invece vanno notificati addirittura i singoli interventi, è sbagliato scrivere: "singole tipologie". Vorremmo perciò capire come il meccanismo viene gestito, perché così ci sembra contraddittorio.

Presidente - La parola all'Assessore all'agricoltura e risorse naturali, Isabellon.

Isabellon (UV) - "L'efficacia delle incentivazioni, in relazione alle singole tipologie di intervento, è subordinata alla preventiva autorizzazione da parte della Commissione europea, ai sensi dell'articolo 88, paragrafo 3, del Trattato comunitario", qui si riferisce all'applicazione successiva alla fase di notifica...

(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

... viene notificato dopo l'approvazione della legge.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 4:

Consiglieri presenti: 28

Votanti e favorevoli: 23

Astenuti: 5 (Fontana Carmela, Frassy, Lattanzi, Ottoz, Sandri)

Il Consiglio approva.

Presidente - All'articolo 5 vi è l'emendamento n. 5 del "Partito Democratico".

La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (PD) - Penso sia all'articolo 6, Presidente, mi scuso, ma l'articolo 5 non credo che abbia i miei emendamenti a meno che non l'abbia partorito in un momento di...

Presidente - ... mi faccia verificare...

Sandri (PD) - ... è all'articolo 5 della legge del 2001... comunque risolviamo il problema perché tanto lo ritiro essendo riferito ad una cosa che non è stata approvata, quindi non ha nessun senso metterlo in approvazione.

Presidente - L'emendamento n. 5 del "Partito Democratico" è ritirato; ne do lettura per il verbale:

Emendamento

Prima del comma 1 dell'articolo 5 è aggiunto il seguente:

"01. All'art. 6 comma 1 punto c della legge regionale 4 settembre 2001, n. 21 (Disposizioni in materia di allevamento zootecnico e relativi prodotti) le parole "lettera f" sono sostituite dalle parole "lettere f e gter"."

Pongo in votazione l'articolo 5:

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 29

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 6:

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 29

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 7:

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 29

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 8:

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 29

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 9:

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 29

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - La parola al Consigliere Sandri, per dichiarazione di voto.

Sandri (PD) - Intanto per esprimere soddisfazione perché alla fine, anche se il nostro contributo è stato più teorico che pratico, questo provvedimento di legge arriva al suo compimento e non possiamo che essere contenti, perché è un grosso passo in avanti sia per quanto riguarda la legislazione regionale che acquisisce una dignità di tipo europeo, sia per i nostri allevatori che ne ottengono dei benefici concreti. Mi permetto solo di sfruttare la dichiarazione di voto, che sarà favorevole come abbiamo annunciato, malgrado i 2 articoli che non abbiamo votato per rammarico, per contestare un'affermazione fatta dal collega Frassy. Non è che perché una qualche iniziativa in tema di completamento della filiera, fino a trovare questioni innovative che possono dare un "plus" alla Valle d'Aosta a livello culinario ed enogastronomico, non ha sortito gli effetti voluti, o non ha corrisposto ai canoni che vorremmo sempre vedere, che debba essere messo in discussione tutto il meccanismo. Siamo fiduciosi che, se magari "fontina e champagne" non è stato come avremmo voluto, i prossimi accoppiamenti enogastronomici che i nostri allevatori metteranno in atto, non in base a questa legge, ma in base all'altra citata prima dall'Assessore, raggiungeranno gli obiettivi.

Presidente, una piccola osservazione: girano per l'aula dei santini elettorali, credo che questa non sia una questione di garbo politico e spero che sia la prima e l'ultima volta che succede in quest'aula.

Presidente - La parola al Consigliere Frassy.

Frassy (CdL) - Molto brevemente, anche perché vorremmo motivare la nostra posizione affinché il nostro voto di astensione non venga equivocato, travisato o, peggio, non venga strumentalizzato. Avevamo espresso posizioni scettiche fin dalle origini delle norme che qui vengono modificate, che sono 2 leggi: una del 2001 e l'altra del 2002. Avevamo evidenziato come l'impianto di quelle leggi fosse frutto di una visione dirigistica che mette al centro i limiti e i paletti che l'Europa pone in questa materia. Avevamo evidenziato come la Regione pagasse in termini di isolamento politico la difficoltà di predisporre norme che potessero non alterare la concorrenza del mercato in termini di allevamento e prodotti zootecnici... ma potesse essere messa in condizione questa Regione di riuscire a mantenere condizioni equivalenti a quelle condizioni che si hanno nelle regioni di pianura, fare della zootecnia in pianura ha dei costi e delle esigenze diverse rispetto a quanto non sia la zootecnia svolta a tali altitudini. Questa norma è la dimostrazione che quella legge era insufficiente, ma è anche la dimostrazione del poco coraggio politico con il quale, Assessore Isabellon, si procede in tale settore.

Riteniamo, Presidente Caveri, che, anche se sicuramente dà più soddisfazione andare ad incontrare il Presidente dell'Orebron, se dà più soddisfazione andare a incontrare la delegazione delle Isole Faroer, se dà più soddisfazione andare a mettere in piedi quei partner...

(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)

... le dico che l'Onorevole Scajola dice che lei è un bravo ragazzo, probabilmente non la conosce bene! Avete condiviso le stesse "battaglie di cortile" e avete condiviso le origini liguri, ma d'altronde il popolo valdostano ha un ceppo ligure; di conseguenza, non stupisce che vi sia anche una prevalenza ligure nel peso politico dell'"Union Valdôtaine"!

Dicevamo che tutti questi gemellaggi o, come lei li chiama in maniera più ambiziosa, partenariati portano poco nel concreto perché la Regione avrebbe bisogno di collegarsi non con queste isole sul concetto che la Valle d'Aosta è un'isola felice - forse una volta -, ma la Valle d'Aosta è un'isola di montagna e sarebbe importante...

(nuova interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)

... ma del tempo ne abbiamo perché avete convocato il Consiglio per una settimana, di conseguenza penso che il tempo sia l'ultimo dei vostri problemi!

Prendiamo atto che l'uscita dei "DS" da questa maggioranza ha spostato ulteriormente a Sinistra la Giunta, perché il concetto del santificare le feste che mi sembra comune alla tradizione cristiana in cui ci riconosciamo, pur in una visione laica, pone qualche dubbio di buon gusto sulla convocazione che è stata prevista per 7 giorni e 7 notti, ma di questo avremo modo e tempo di parlare nei 7 giorni e 7 notti.

Torniamo a ragionare sulla nostra astensione, che è un'astensione non perché non condividiamo - sia chiaro, soprattutto in tribuna stampa, perché di questi tempi è facile travisare e strumentalizzare - l'esigenza di dare delle risposte a chi conduce un'attività dura come quella dell'allevamento zootecnico in questa regione, ma perché riteniamo che tale disegno di legge sia una risposta insufficiente rispetto alle aspettative di chi gestisce la zootecnia in questa regione e sia l'evidenza di un isolamento politico. Lo andiamo dicendo da molto tempo che il concetto di autonomia è un concetto condiviso ed è sui contenuti da dare all'autonomia che dobbiamo impegnarci. Diciamo anche che qualcuno continua a confondere l'autonomia con l'isolazionismo e questa è la dimostrazione di come la Valle d'Aosta in Europa conti sempre meno. Per questi motivi ci asterremo.

Presidente - Pongo in votazione il disegno di legge nel suo complesso:

Consiglieri presenti: 30

Votanti e favorevoli: 27

Astenuti: 3 (Frassy, Lattanzi, Ottoz)

Il Consiglio approva.