Objet du Conseil n. 3342 du 21 février 2008 - Resoconto
OGGETTO N. 3342/XII - Definizione della media massima giornaliera di veicoli adibiti al trasporto di merci di massa complessiva superiore a 7,5 tonnellate, autorizzata al transito in entrata ed uscita attraverso il Traforo del Monte Bianco e il Traforo del Gran San Bernardo, ai sensi dell'art. 6, comma 1, della legge regionale 27 maggio 1994, n. 20. così come successivamente modificata.
Il Consiglio
a. vista la Convenzione per la protezione delle Alpi, fatta a Salisburgo il 7 novembre 1991, ratificata ai sensi della legge 14 ottobre 1999, n. 403, ed in particolare dal relativo Protocollo in materia di trasporti, che, tra l'altro, mira a garantire che il traffico intralpino e transalpino si svolga incrementando l'efficacia e l'efficienza dei sistemi di trasporto e favorendo i vettori meno inquinanti e con minor consumo di risorse ad un costo economicamente sopportabile;
b. vista la Comunicazione della Commissione europea "La politica europea dei trasporti fino al 2010: il momento delle scelte", che indica linee di sviluppo nella politica europea dei trasporti che siano sostenibili per l'ambiente, in particolare per le zone alpine e la Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio "Mantenere l'Europa in movimento - una mobilità sostenibile per il nostro continente Riesame intermedio del Libro bianco sui trasporti pubblicato nel 2001 dalla Commissione europea" del 22 giugno 2006", che, tra l'altro, ribadisce l'esigenza di promuovere una protezione elevata e migliorare la qualità dell'ambiente;
c. vista la legge regionale 27 maggio 1994, n. 20, recante "Disposizioni in materia di trasporto di merci su strada per la sicurezza della circolazione, la salvaguardia della salute e dell'ambiente ed altre disposizioni per il contenimento della produzione di inquinanti atmosferici", come modificata dalla legge regionale 20 novembre 2006, n. 25, con particolare riguardo al novellato articolo 6, il quale prevede che "sulla base delle conoscenze tecniche e scientifiche disponibili allo stato e delle informazioni derivate dalle iniziative di monitoraggio, studio e controllo disposte ai sensi dell'articolo 3, il Consiglio regionale definisce, ogni due anni, su proposta della Giunta regionale, la media massima giornaliera di veicoli adibiti al trasporto di merci di massa complessiva superiore a 7,5 tonnellate, autorizzata al transito in entrata ed uscita attraverso il traforo del Monte Bianco e il traforo del Gran San Bernardo, in modo distinto, in quanto compatibile con le esigenze di salvaguardia della sicurezza della circolazione, di tutela della salute della popolazione e dell'ambiente";
d. ritenuto di dover procedere, come rappresentato dai competenti dirigenti e in adempimento di quanto prescritto dalla l.r. 20/1994, a formulare al Consiglio regionale una proposta in merito alla media massima giornaliera di veicoli adibiti al trasporto di merci di massa complessiva superiore a 7,5 tonnellate, autorizzata al transito in entrata ed uscita attraverso il Traforo del Monte Bianco e il Traforo del Gran San Bernardo;
e. rilevato come, sulla base del dettato normativo testè citato, la fissazione delle suddette soglie massime debba basarsi su conoscenze tecniche e scientifiche, nonché su informazioni derivate da iniziative di monitoraggio, studio e controllo dei flussi di traffico nel territorio regionale e dei relativi impatti ambientali;
f. richiamata a tal fine l'indagine condotta dalla Società T-Bridge S.p.a. di Genova, nel quadro dell'incarico conferito dalla deliberazione della Giunta regionale n. 2102 del 3 agosto 2007, e volta a monitorare i volumi di traffico sulle principali arterie stradali valdostane, nell'ambito della quale:
f.1) è stata effettuata un'analisi comparata dei dati raccolti attraverso le indagini al cordone condotte sul territorio regionale svolte tra il 1° e il 18 agosto 2005, e tra il 6 e il 17 agosto 2007, che ha evidenziato un tendenziale calo generalizzato dei flussi per i veicoli pesanti, che attualmente rappresentano il 4% del flusso complessivo, con una diminuzione rispetto al 2005 pari all'1%;
f.2) è stata rilevata una scarsa correlazione tra flussi di traffico pesante e fenomeni di rallentamento o di congestione lungo la Strada Statale 26, in cui la componente legata ai mezzi pesanti risulta essere maggiormente elevata rispetto alla restante viabilità non autostradale;
g. richiamato lo studio effettuato dalla Società T-Bridge S.p.a. di Genova, nel quadro dell'incarico conferito dalla deliberazione della Giunta regionale n. 3926 del 15 dicembre 2006, in merito all'analisi dell'impatto dei traffici in attraversamento del Traforo del Monte Bianco, ottenuta utilizzando le correlazioni tra volumi di traffico e concentrazioni di gas inquinanti, che hanno messo in luce il progressivo, continuo e rapido incremento delle percentuali di veicoli rientranti nella categorie di euroinquinamento "euro 3" e "euro 4"
(anno 2005: euro 1 1%, euro 2 35%, euro 3 64%;
anno 2006: euro 1 1%, euro 2 24%, euro 3 75%;
anno 2007: euro 1 0.7%, euro 2 9.3%, euro 3 83.5%, euro 4 6.5%),
da cui si evince che i volumi di traffico pesante ammissibili all'interno del Traforo in questione possano opportunamente attestarsi tra i 1.500 e i 2.000 veicoli/giorno;
h. dato atto che analogo studio, di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 2073 del 27 giugno 2005, sulla base dei dati all'epoca disponibili e riportati al precedente punto g., aveva individuato una soglia ammissibile pari a 1.500 mezzi pesanti/giorno;
i. considerato che lo studio di cui alla citata deliberazione della Giunta regionale 3926/2006 evidenzia che le rilevazioni effettuate dall'ARPA della Valle d'Aosta nel periodo gennaio-luglio 2005 evidenziano una buona correlazione tra l'aumento del traffico e l'incremento delle concentrazioni di NO2 e PM10;
j. richiamata la relazione dell'ARPA del novembre 2007 intitolata "L'impatto sulla qualità dell'aria del traffico merci internazionale", che contiene i dati relativi alle attività di misura realizzate negli ultimi anni e le valutazioni modellistiche dell'impatto sulla qualità dell'aria prodotto da diverse ipotesi di scenario di traffico internazionale pesante, considerando, tra l'altro, il miglioramento tecnologico del parco circolante di mezzi pesanti e l'evoluzione in aumento dei volumi di traffico registrati, dai quali risulta che il miglioramento tecnologico produce una notevole riduzione delle concentrazioni in tutti i siti esaminati e, quindi, la determinazione di una media massima giornaliera di 1.600 veicoli adibiti al trasporto di merci di massa superiore a 7,5 tonnellate è congruente/compatibile con il rispetto dei limiti normativi e prevedibilmente anche con il rispetto dell'obiettivo di qualità del piano aria regionale;
k. richiamati gli effetti positivi, dal punto di vista dell'impatto ambientale sull'agglomerato urbano del Comune di Courmayeur, determinati dall'apertura al traffico della Galleria autostradale di Dolonne, che consente oggi di evitare che i mezzi pesanti diretti al Traforo del Monte Bianco attraversino, come era inevitabile in passato, il predetto Comune;
l. dato atto che, per quanto concerne il Traforo del Gran San Bernardo, sulla base degli ultimi dati disponibili, riferiti ai transiti rilevati nel periodo gennaio-agosto 2007, non si sono evidenziati volumi di traffico tali da comportare criticità, dal momento che la media massima giornaliera registrata è di oltre 10 volte inferiore ai transiti sull'asse del Monte Bianco;
m. ritenuto che, nonostante i più recenti studi individuino nella forbice 1500-2000 transiti giornalieri la soglia entro la quale l'impatto ambientale del traffico pesante risulta sostenibile e ancorché la situazione sia in progressivo, costante e rapido miglioramento, si rivela opportuno formulare una proposta cautelativa, rispetto all'evidenza dei citati studi e delle conclusioni della relazione dell'ARPA, che non si discosti significativamente dal valor minimo indicato dallo studio effettuato dalla Società T-Bridge S.p.A. di Genova per consentire una circolazione di mezzi pesanti sugli assi autostradali della Valle d'Aosta oggettivamente sostenibile dal punto di vista ambientale, subordinando eventuali successive diverse determinazioni al costante monitoraggio dei livelli di emissioni, tenendo conto del rilevamento dei flussi di traffico pesante, con particolare attenzione ad eventuali picchi, corrispondenti con la media massima giornaliera fissata dal presente atto;
n. considerato necessario rendere permanente un sistema di monitoraggio a tutela della qualità ambientale delle aree interessate dai flussi internazionali di traffico, finalizzato alla valutazione dell'impatto di eventuali superamenti della predetta soglia, anche in relazione alle continue evoluzioni tecnologiche legate al rinnovo delle flotte dei veicoli adibiti al trasporto merci;
o. ritenuto opportuno incaricare ARPA Valle d'Aosta di presentare alla Direzione Ambiente dell'assessorato Territorio, Ambiente e Opere pubbliche un documento, da sottoporre all'approvazione della Giunta regionale, che dovrà contenere: un piano di monitoraggio della qualità dell'aria e di valutazione dei dati acquisiti (anche per quanto riguarda la sistematicità di eventuali superamenti della media massima giornaliera di transiti autorizzati); una modalità di acquisizione dei dati di transiti ai trafori dalle società di gestione ed un piano di controllo dell'opacità dei gas di scarico relativamente ai due assi di transito internazionale già individuate. Il suddetto documento dovrà essere consegnato entro 2 mesi dall'approvazione dell'atto consiliare che definisce la media massima giornaliera di veicoli adibiti al trasporto di merci di massa superiore a 7,5 tonnellate autorizzata al transito in entrata e uscita, attraverso il traforo del Monte Bianco e attraverso il traforo del Gran San Bernardo;
p. considerato che, per ragioni di opportunità e di economicità dell'azione amministrativa, è preferibile non procedere all'immediata definizione di un sistema di contromisure da attivarsi in presenza del sistematico superamento della soglia di cui all'articolo 6 della richiamata legge regionale 27 maggio 1994, n. 20, soprattutto in considerazione della necessità di disporre dei dati derivanti dal piano di cui al precedente punto o), in merito al reale impatto ambientale di tali eventuali superamenti, e in relazione all'entità e sistematicità dei medesimi;
q. ritenuto opportuno che, al verificarsi di eventuali sistematici superamenti dell'anzidetta soglia massima giornaliera, il Comitato regionale di controllo dei flussi di traffico lungo gli assi internazionali proceda all'esame dei suddetti dati al fine di verificare l'opportunità di proporre alla Giunta regionale l'attivazione del richiamato sistema di contromisure;
r. valutato pertanto che, ai fini della fissazione della media massima giornaliera di veicoli adibiti al trasporto di merci di massa superiore a 7,5 tonnellate autorizzata al transito in entrata e uscita, attraverso il traforo del Monte Bianco e attraverso il traforo del Gran San Bernardo, appare adeguato attestarsi alla soglia di 1.600 veicoli relativamente al primo e a quella di 300 veicoli per il secondo;
Su proposta del Presidente della Regione, Luciano CAVERI, di concerto con l'Assessore al Territorio, Ambiente e Opere Pubbliche, Alberto CERISE;
Vista la deliberazione della Giunta regionale n. 4223 in data 29 dicembre 2006 concernente l'approvazione del bilancio di gestione, per il triennio 2007/2009, con attribuzione alle strutture dirigenziali di quote di bilancio e degli obiettivi gestionali correlati e di disposizioni applicative;
Visto il parere favorevole rilasciato dal Capo di Gabinetto e dal Coordinatore del Dipartimento territorio, ambiente e risorse idriche, ai sensi del combinato disposto degli articoli 13, comma 1, lettera e) e 59, comma 2, della legge regionale 23 ottobre 1995, n. 45, sulla legittimità della presente deliberazione;
Visto il parere della III Commissione consiliare permanente;
Delibera
1) di definire, ai sensi dell'art. 6, comma 1, della legge regionale 27 maggio 1994, n. 20, così come successivamente modificata dalla legge regionale 20 novembre 2006, n. 25, la definizione della media massima giornaliera di veicoli adibiti al trasporto di merci di massa superiore a 7,5 tonnellate, autorizzata al transito in entrata e uscita, attraverso il traforo del Monte Bianco in 1.600 veicoli, e attraverso il traforo del Gran San Bernardo in 300 veicoli;
2) di stabilire che con altra deliberazione della Giunta regionale, da adottarsi successivamente alla fissazione delle soglie di cui trattasi tramite atto consiliare, l'ARPA Valle d'Aosta sarà incaricata di realizzare il monitoraggio della qualità dell'aria e la valutazione dei dati acquisiti (anche per quanto riguarda la sistematicità di eventuali superamenti della media massima giornaliera di transiti autorizzati); di impostare una modalità di acquisizione dei dati di transiti ai trafori dalle società di gestione e la realizzazione dei controlli dell'opacità dei gas di scarico relativamente ai due citati assi di transito internazionale;
3) di stabilire che, in caso di eventuali sistematici superamenti dell'anzidetta soglia massima giornaliera, il Comitato regionale di controllo dei flussi di traffico lungo gli assi internazionali procederà all'esame dei suddetti dati al fine di verificare l'opportunità di proporre alla Giunta regionale l'attivazione del richiamato sistema di contromisure.
Presidente - La parola al Presidente della Regione, Caveri.
Caveri (UV) - Questo è un tema importante e un tema che è stato ampiamente dibattuto in questi anni e forse, ad essere più precisi, è anche un tema che non riguarda esclusivamente la Valle d'Aosta, perché il transito dei TIR assomiglia al transito dei fluidi. Sono stato relatore al Parlamento europeo nelle mie vesti di Presidente della Commissione trasporti di diversi provvedimenti, nei quali si parlava dei TIR, del passaggio dei camion attraverso il massiccio alpino; ricordo fra gli altri il Libro bianco all'orizzonte 2010, che dedicava una serie di capitoli a questo tema e devo dire che il documento fu a suo tempo integrato dalla stessa Commissione e dal Parlamento europeo per renderlo più convincente. La filosofia di questo documento, che nel tempo è rimasta invariata, è quella di prevedere nuove modalità per il trasporto delle merci, che fossero attraverso il Mediterraneo le cosiddette "autostrade del mare", che fosse l'utilizzo maggiore delle ferrovie esistenti - e fin qui con il gruppo "Arcobaleno" siamo d'accordo -, o che siano, come ritengo, i 2 grandi Trafori ferroviari: Lyon/Turin e il Brennero. Partendo proprio da quel modello svizzero, che in quegli anni veniva evocato anche nelle discussioni in Commissione e al Parlamento europeo, un modello virtuoso che ha saputo attraverso 2 leve fondamentali: quella di una tassazione più forte sui TIR in transito compresi gli "Euro 0", che sono consentiti sul territorio svizzero, ma anche con una sovratassa sui carburanti a beneficio del finanziamento del sistema ferroviario... Sapete che in questo momento, oltre ad avere già completato il grande tunnel alpino che sale da Domodossola, il Loetschberg, è in grave ritardo ma è in costruzione il ciclopico Traforo del San Gottardo, oltre 50 chilometri di galleria ferroviaria che faranno in modo che la Svizzera godrà, non solo per il rispetto di Heidi e le sue caprette, ma anche per il sistema ferroviario svizzero, molto di questa sua centralità nell'attraversamento delle Alpi. Questa opera ciclopica doveva essere il punto di riferimento di opere a carattere pubblico, perché uno dei temi della discussione di quegli anni fu anche la delusione degli investitori privati nella realizzazione dell'altra grande opera che aveva caratterizzato gli anni passati, vale a dire il Tunnel sotto la Manica, che non aveva retto alle problematiche del transito e aveva creato e crea ancora una serie di problemi enormi, che hanno dimostrato l'esistenza di una qual certa retorica rispetto ai finanziamenti privati di opere pubbliche dalle caratteristiche così eminenti.
In quegli anni sono stato anche relatore dei cosiddetti "ecopunti", un sistema inventato dagli Austriaci, che è stato ritenuto incostituzionale e illegittimo dalla Corte europea di giustizia e che lo era di fatto, perché gli Svizzeri avevano inventato una modalità che era stata anche a vantaggio delle imprese austriache, sulle quali non gravavano determinati costi e determinate limitazioni al transito delle merci. Tale sistema era iniquo perché faceva sì che i TIR che non potevano transitare attraverso la direttrice del Brennero, attraverso l'Austria, poi finivano per riversarsi copiosamente in questa logica dei liquidi che ho evocato all'inizio del mio intervento, che finivano per disperdersi nei 1.000 rivoli delle alternative.
Sulle Alpi occidentali abbiamo dal 1965 il Traforo del Monte Bianco. Chi avrà voglia di andare a cercare la documentazione dell'epoca resterà abbastanza stupito, perché nella numerosissima documentazione, nelle previsioni di esercizio del Tunnel monotubo del Monte Bianco e lo stesso vale per il Tunnel del Gran San Bernardo, inaugurato un anno prima nel 1964... nessuno avrebbe potuto immaginare che quei Tunnel, che erano nati per iniziative prevalentemente turistiche, ossia, sulla base del "boom" industriale di quegli anni, si pensava che il trasporto privato sarebbe stato il grande protagonista del destino di questi tunnel stradali... in realtà, poi ci si è resi conto nel tempo che questi tunnel sono diventati - in particolare quello del Monte Bianco - il cardine del trasporto internazionale. Alla metà degli anni '80 si è saliti oltre i 5.000 Tir in transito all'epoca non con l'autostrada del Monte Bianco, ma si fermavano di fronte all'Ospedale di Viale Ginevra, dove prima della rotonda c'era un semaforo. Nel tempo è maturata nei confronti dei mezzi pesanti la convinzione che si dovesse trovare una modalità che consentisse di poter trovare dei limiti ragionevoli, ma si trattava, da una parte, delle esigenze delle popolazioni locali lungo un asse internazionale e, dall'altra, invece del tema molto importante, derivante dal concretizzarsi all'inizio degli anni '90 del cosiddetto "mercato unico", di una libertà di transito delle merci che può trovare dei limiti esclusivamente in quelle normative comunitarie a tutela dell'ambiente (non tanto il rumore quanto la qualità dell'aria).
Dopo il rogo del 1999 al Traforo del Monte Bianco nulla è stato più come prima. I 39 morti hanno innescato un procedimento di revisione delle normative di sicurezza nei tunnel, dal maggio dello scorso anno questa direttiva comunitaria è stata recepita anche nell'ordinamento italiano e credo che il nostro sia, rispetto a tutte le regioni europee, il territorio nel quale vi sia la massima incidenza di galleria sulla rete transeuropea. Il Tunnel del Monte Bianco è stato sottoposto a delle misure di vigilanza e fin dall'indomani della sua apertura sono state poste delle problematiche politiche, sostanzialmente nuove rispetto al passato. Prima anche le frange ambientaliste sembravano dedicarsi maggiormente al "no" all'autostrada del Monte Bianco, con un errore di prospettiva di cui oggi abbiamo contezza e ieri il Consigliere Vicquéry ha ricordato anche i gravissimi danni economici cagionati dai ritardi causati dai ricorsi alla giustizia amministrativa: probabilmente all'epoca sarebbe stato saggio chiedere i danni, cosa che invece non venne fatta, questo avrebbe "tagliato le unghie" a tale voglia continua di ricorrere contro tutti e contro tutto, anche quando poi il Consiglio di Stato, come in quel caso, fu molto chiaro nel definire tutte le procedure di impatto ambientale come corrette. Oggi chiunque frequenti l'autostrada del Monte Bianco o vive in alta Valle, come il collega Cesal, non può che ritenere che quando, guidati dal nostro Segretario dell'"Union", Léonard Tamone, andavamo come Unionisti a manifestare per il "sì" all'autostrada e per il libero transito dei TIR, eravamo dei precursori. Come è capitato nella politica valdostana in questi anni, poi, purtroppo, abbiamo un sacco di pentiti: si pentono tutti, sembra che abbiano una specie di lavatrice industriale come quella di Pollein, dove lavano le proprie coscienze rispetto al passato, anzi quelli convertiti sono sempre i peggiori, perché diventano anche più integralisti. C'è chi non si pente, ma intelligentemente ragiona sui fatti, come gli ex...
(interruzione del Consigliere Ottoz, fuori microfono)
... tu che sei ex Unionista, Eddy, non sei il più adatto! Te la sei cercata!
È del tutto evidente che dopo la riapertura del Monte Bianco si è manifestata un'esigenza di riflessione su un modo intelligente per regolamentare il traffico, fissando un limite che fosse ragionevole. Prima della chiusura del Traforo si oscillava, poi il rag. Venturella, lo dico scherzosamente, sarà molto attento sui dati, lo vedo già preparatissimo con degli impressionanti "PowerPoint", ci dirà che si era saliti: 2.300, 2.400, 2.500, che erano comunque la metà di quei TIR della metà degli anni '80, quando si saliva ad oltre i 5.000 TIR. Avevamo pochi strumenti, so che oggi nella discussione si rievocherà la vecchia legge in cui si diceva che il Presidente della Regione poteva disporre un'ordinanza, vorrei qui ricordare che l'ordinanza eccezionale è motivata e che quindi quella modalità eccezionale era come il cucchiaino con il quale svuotare il mare. Questa maggioranza e questo Governo hanno fatto una scelta diversa, hanno fatto la scelta di dire: "al posto di fare i proclami...", so anche chi in quest'aula ha inventato il numero dei 1.050-1.060, perché è davanti a me e sta corrugando la fronte, ossia l'allora Sindaco di Morgex, Cesal, il quale vi potrà confermare che quella cifra era frutto di un'intuizione nel senso di dire: "quella potrebbe essere la cifra giusta".
In realtà con la nuova legge che qui applichiamo non solo per il Traforo del Monte Bianco, ma anche per il Traforo del Gran San Bernardo, andiamo a fondare quanto previsto ai sensi dell'articolo 6, comma 1, della legge regionale come novellata nel novembre 2006, con questa definizione della media massima giornaliera dei veicoli adibiti al trasporto di merci di massa superiore ai 7,5 tonnellate, autorizzata al transito in entrata e in uscita.
Confesso che, quando questa legge è stata presentata e l'abbiamo dibattuta qui, ero convinto che il Governo, che pure ci impugna tutto, ci avrebbe impugnato anche tale norma per un eccesso di potere, per un eccesso di legislazione - se così si può dire - e invece tale legge è passata e oggi ci consente di fissare in termini scientifici, come è stato fatto. So che i tecnici dell'ARPA sono venuti in Commissione sia l'ing. Zublena, sia il dott. Agnesod, per cui non tornerò sugli aspetti tecnici che non mi competono; quello che mi compete come Governo regionale è proporre al Consiglio la fissazione di un limite, che è stato individuato in 1.600 veicoli per il Monte Bianco e in 300 veicoli per il Gran San Bernardo, poi è stato chiesto uno sforzo dei sindaci per il Gran San Bernardo e il riconteggio può portare serenamente - ho presentato un emendamento - a 250 tenendo conto che oggi sono poco più di 100 i TIR che transitano nel Traforo del Gran San Bernardo e sono in diminuzione, così come sono in diminuzione i TIR in transito al Monte Bianco e al Fréjus. Questo capisco che è stato un duro colpo anche alle mie convinzioni attorno agli anni 2000, quando ero ancora Parlamentare nazionale e mi occupavo di tali problemi, che ci sarebbe stato un aumento esponenziale del numero dei TIR. Se questo aumento c'è stato anche nella nostra area, finora si è sfogato sull'autostrada dei fiori, nel confine fra Ventimiglia e Mentone, lungo la Costa azzurra, lungo la Riviera dei fiori, ma non si sfoga sul Fréjus e sul Monte Bianco. Coerentemente abbiamo detto "no" al raddoppio del Traforo del Monte Bianco, credo che almeno in questo vi sia un accordo con il gruppo "Arcobaleno"...
(interruzione del Consigliere Segretario Venturella, fuori microfono)
... no? Noi ci siamo espressi anche per iscritto e ancora di recente contro il raddoppio del Traforo stradale del Monte Bianco, lo ripeto perché l'ho scritto pochi giorni fa e la stupirò con effetti speciali... ho scritto al "Governo Prodi" che mi sollecitava sul perché non eravamo d'accordo sul raddoppio del traforo. Lei sa che il Governo di cui avete fatto parte non ha cancellato quella parte della legge obiettivo, quindi, quando Di Pietro è venuto ad Aosta, ci ha ribadito un vago interesse del Governo, perché, se fossero stati contrari, bastava una qualunque finanziaria per toglierlo e finalmente potevamo tirare un sospiro di sollievo.
(nuova interruzione del Consigliere Segretario Venturella, fuori microfono)
... lei potrà intervenire, sono qui che fremo nell'attesa di poter... lei è per me un mito come l'uomo con i baffi della "Bialetti", o anche Pedrito El Drito, che, secondo me, aveva anche il baffo lui... non vorrei colpire nell'orgoglio tutti i colleghi che hanno i baffi come il Consigliere Salzone...
È del tutto evidente che la fissazione di questa cifra è venuta con modalità scientifiche e tecniche opinabili, come possono essere sempre le opinioni, ma trovo sia importante che da tale cifra in poi partiranno, come previsto dalla legge, quegli strumenti che possono consentirci di meglio regolamentare il traffico, sulla base di quella esperienza accumulata nel tempo nelle cosiddette "aree di regolazione", in particolare nelle aree di regolazione di Pollein, che è o sarà la chiave di volta, anche se devo dire che più il tempo passa e più sono convinto che la soluzione di emergenza che prevede lo stoccaggio dei TIR nell'area di Scarmagno non sia l'ottimale, probabilmente l'ottimale è individuare un'area di stoccaggio dei TIR lungo la bretella Santhià/Ivrea, perché è quella la direzione da Milano in cui arrivano i TIR. Credo che la soluzione proposta sia una soluzione ragionevole, rispetto alla quale abbiamo avuto anche il consenso del Comitato flussi, con l'unica eccezione dei 2 rappresentanti delle forze ambientaliste. Devo dire che, a parte il Vicesegretario del Comune di Courmayeur, Glarey, e Léonard Tamone, il pentito, che però è stato simpatico come sempre - perché di Léonard tutto si può dire, tranne che gli sia mai venuta meno quella "verve" - e ha detto: "guarda, Luciano..." - credo sia rendicontato, quindi lo posso raccontare senza temere di essere smentito - "... puoi mettere 1.600, 1.050, quello che vuoi, io sono per una moratoria dei TIR, ossia nessun TIR deve transitare attraverso la valle"... Trovo questa una posizione comprensibile, naturalmente totalmente illegittima, perché la nostra Regione non potrebbe pensare di fronte a Bruxelles, quale custode della libera circolazione delle merci, di immaginare che mettiamo una stanga, un impedimento al passaggio dei TIR: questo non è fattibile, forse nel mondo colorato "con le lenti rosa" e che mi piacerebbe moltissimo, che viene evocato talvolta in quest'aula dall'anima rurale del Consigliere Bortot, che ci ha portato quella gentilezza friulana, quel tocco sagace che ci dà anche la grappa di lunga percorrenza delle sue terre di origine, ma devo dire che la gentilezza del tocco e la realtà fattuale... purtroppo c'è la tristissima realtà fattuale del trasporto delle merci. Chissà forse un giorno verrà in cui, come ho avuto modo di dire scherzando qualche tempo fa, il teletrasporto risolverà la questione. Infileremo in un fax un "container" a Rotterdam e ce lo ritroveremo in un piazzale della "FIAT" di Poierino con reciproca soddisfazione.
Il tema è serio, lo abbiamo affrontato in maniera responsabile, sono pronto ad affrontare il dibattito politico, mi "fischieranno le orecchie", verrò addolorato da ruvidi attacchi, ma devo dire che questo è un passo avanti per la nostra Comunità.
Président - Je déclare ouverte la discussion générale.
La parole au Conseiller Secrétaire Venturella.
Venturella (Arc-VA) - Veniamo alla discussione che il nostro Presidente ha già preannunciato, sarà una discussione che verterà su alcuni argomenti, faremo alcune osservazioni. Sappiamo già che la discussione varrà per i posteri a testimonianza di quanto abbiamo detto, di quanto ha detto anche il Presidente Caveri, abbiamo presentato degli emendamenti, sappiamo che anche lei ne ha presentato uno, vedremo. Non vogliamo anticipare il risultato, ma sappiamo già quale sarà; comunque, secondo noi, le battaglie si devono fare, si devono fare correttamente, si devono fare in Commissione, si devono fare in Consiglio e giustamente i cittadini hanno diritto anche di farle fuori da questo Consiglio le battaglie... le battaglie appunto di movimento.
La prima domanda che sorge spontanea rispetto a questo atto amministrativo è: a chi giova? Per quale inderogabile ed impellente esigenza l'Amministrazione regionale, per bocca e nella persona del suo Presidente, ha dovuto fare letteralmente carta straccia di una risoluzione votata in questo Consiglio che limitava... Consiglio come istituzione, Assessore Cerise...
(interruzione dell'Assessore Cerise, fuori microfono)
... non cada in queste pinzillacchere! Perché, secondo lei, allora, il Consiglio è solo questo, ossia quello della XII legislatura. No, abbiamo avuto Consigli regionali anche nella XI, nella X, nella IX legislatura, Assessore Cerise, mi stupisco di lei!
Dicevo, che limitava il numero di mezzi pesanti alla metà del numero dei transiti rispetto ai livelli di traffico prima dell'incendio del 1999 e che ora invece, in pieno spregio della volontà del Consiglio, ha voluto non limitare, noi diciamo adeguare ai livelli di traffico attuali. Ribadisco questo adeguamento assomiglia tanto ad un provvedimento - il famoso "decreto atrazina" - nel quale il Ministro della sanità dell'epoca, una volta constatata la concentrazione nelle acque potabili di maggior parte degli acquedotti della Pianura padana di questa sostanza cancerogena, contenuta nei pesticidi, la trasformò con un colpo di decreto da concentrazione massima a concentrazione massima ammissibile, per cui si disse: "va bene, il livello di atrazina che abbiamo è quello, sì, perfetto, allora quello è il livello ammissibile".
Chiedevo prima: a chi giova questo provvedimento? "In primis" giova non al Consiglio, non alle popolazioni, giova alle società di gestione del traforo e dell'autostrada! Perché lo dice il Presidente della Regione e qui cito il verbale ufficioso dell'audizione fatta al Presidente della Regione, che ci dice: "ci siamo attenuti, qui si potrebbe a lungo discutere dal punto di vista politico, nel senso che si potrebbe dire che non abbiamo costruito inutilmente un'autostrada del Monte Bianco, che è costata centinaia e centinaia di milioni di euro". Ebbene, questa è una dichiarazione che è un semplice calcolo di tornaconto economico, di rientro molto rapido degli investimenti - più rapido è meglio è - che sono stati impiegati per costruire l'autostrada e in qualche caso il Tunnel del Monte Bianco. Conti che potrebbero essere giustificati e giustificabili in un'aula di università, dove, mi permetta, allo studente Caveri il prof. Marguerettaz di scienze delle finanze chiede: "se ho speso "X" milioni per costruire un'autostrada, quanti TIR devo far transitare in modo da poter rientrare il più velocemente possibile dall'investimento e in quanti anni rientrerò completamente dall'investimento? Naturalmente lo studente Caveri non consideri i costi indiretti derivati dagli investimenti aggiuntivi per il traffico pesante, i costi indiretti derivati dai costi di gestione aggiuntivi delle strutture e infrastrutture viarie, non consideri i costi cosiddetti "sanitari" derivati dall'aumento delle patologie a breve, a medio e a lungo termine delle popolazioni esposte e soprattutto non consideri i costi aggiuntivi delle strutture di monitoraggio e di controllo, perché..." - sempre citazione del prof. Marguerettaz - "... di questi costi nulla ci importa". Questo provvedimento non giova sicuramente agli abitanti della Comba Freida che risiedono nei Comuni di Etroubles e di Saint-Oyen, i cui Sindaci abbiamo audito in Commissione e che hanno chiesto di ripensare al limite stabilito dal provvedimento, che non ha nessun senso. Adesso abbiamo saputo che il nostro Presidente Caveri, bontà sua, ha concesso una diminuzione di questo limite da 300 a 250 TIR. Vorrei ricordare in quest'aula che i 2 Sindaci della Comba Freida che vedono attraversare ogni giorno circa 150 TIR, mi pare, non è 100 TIR, la media hanno detto in Commissione che si attesta sui 150...
Caveri (fuori microfono) - ... la media 2007 è 101...
Venturella (Arc-VA) - ... allora, con la canzone di Jovanotti "mi fido di te"...
Caveri (fuori microfono) - ... non mi ricordo se 111 o 117...
Venturella (Arc-VA) - ... a noi hanno detto 150, è vero Presidente Borre? "Andare a stabilire..." - cito il Sindaco - "... un tetto di 300 passaggi secondo noi è eccessivo, perché con gli attuali 150 possiamo dire che siamo già un po' al limite. Incidenti ne succedono, per adesso nulla di grave, quelli gravi sono successi un po' di tempo fa, ma non si sa mai cosa può succedere, quindi andare a stabilire un tetto di 300 ci sembra esagerato".
Ancora, un altro sindaco risponde quando il Commissario Stacchetti chiede: "la vostra proposta allora qual è? È quella di mettere 150, di adeguarsi al limite?"... il Sindaco di Saint-Oyen riferisce: "leggermente superiore o inferiore al limite, ma non i 300"; da qui pensare di stabilire che leggermente superiore vuol dire 250 ce n'è! Bontà sua, però, è stato concesso dal Presidente Caveri.
Un'altra piccola osservazione è sul trasporto delle merci su ferro e sulla TAV, perché in Commissione - non so se si ricordano i Commissari della III Commissione, ma soprattutto il Presidente - abbiamo anche discusso di TAV e lo ha ripetuto anche il Presidente Caveri e io so che egli parlando... anzi no la "TBridge"... no anzi forse il Presidente Caveri, non ricordo più, forse non sta scritto neppure nei documenti ufficiali se il riferimento all'esperto del Politecnico di Napoli sia presente nella "TBridge" o presente...
Caveri (fuori microfono) - ... al Comitato flussi...
Venturella (Arc-VA) - ... ecco, al Comitato flussi. Qui vorrei citare una dichiarazione del professore, dottore, ingegnere... voi avete molto l'abitudine ad utilizzare questo... lo utilizzo anch'io... che insegna fisica dei trasporti o una cosa del genere, al Politecnico di Torino ed è l'esperto che è all'interno dell'osservatorio presieduto dal professore, dottore, ingegnere Mario Virano... che era incaricato dal Governo di rifare i calcoli sull'alta velocità Lione/Torino, quella che lei ha citato come strategica. La dichiarazione, che cito fra virgolette, non interpreto nulla, è questa: "La linea non è assolutamente urgente, per dirla in termini che tengono conto delle posizioni di tutto l'osservatorio: la linea esistente è assai sottoutilizzata. Inoltre se si vogliono conseguire risultati positivi nel trasferire le merci dalla strada alla ferrovia..." - quello che noi, come lei, auspichiamo, ma pensiamo che non ci vogliano investimenti miliardari e tunnel da 50 km sotto le Alpi: sto parlando dell'osservatorio che ha al suo interno rappresentanti, tecnici, Ministeri... quelli prima e quelli dopo, non hanno colore... - "... la prima cosa da fare non è un tunnel sotto le Alpi, ma una serie di politiche finora inesistenti; poi, verificata l'efficacia delle politiche, si può pensare ad interventi infrastrutturali. La linea esistente, con le tendenze in atto e prevedibili, basta ben oltre il 2030". Potremmo quindi dire che quasi tutto il trasporto merci, questi famosi 1.600-1.700 TIR che viaggiano oggi sotto il Monte Bianco... potrebbero benissimo - mi pare che siano circa 20 milioni di tonnellate l'anno - venir prese e trasportate già adesso sulla linea esistente e questo non lo dice il nostro gruppo, ma l'osservatorio tecnico, che è stato incaricato dello studio del Tunnel ferroviario della linea Lione/Torino; quindi questa è la posizione dell'osservatorio.
Tale provvedimento non gioverà sicuramente a chi respirerà l'aria, perché il Presidente Caveri ha parlato, ripreso anche dalla "TBridge" e dall'ARPA in uno studio mi pare "TBridge"... sull'andamento della composizione dei TIR attraverso il Tunnel del Monte Bianco, quanti "Euro 1", quanti "Euro 2", quanti "Euro 3" e quanti "Euro 4". Questo famoso professore del Politecnico di Napoli - certo è molto particolare che il Presidente Caveri ami così gli esperti partenopei sia per i rifiuti, sia per i flussi di traffico - dice che la classificazione "Euro" dei veicoli che passeranno gioverà sicuramente all'aria, perché su tali motori - questo dicono fior fiori di costruttori di mezzi - sono montati i cosiddetti "filtri antiparticolato", ma noi diciamo che non è così sicuro, su questo non è stato applicato il principio di precauzione, ma su questo si è data la patente di bontà con degli approfondimenti e delle ricerche, che hanno per loro "sponsor" le grandi case automobilistiche. Caro Presidente Caveri, i veri filtri antiparticolato, panacea di tutti i mal d'aria, non sono quelli montati sui motori "Diesel" di mezzi pesanti e di auto, ma sono quelli che abbiamo dentro la nostra gabbia toracica, sono i nostri polmoni, quindi non dico che contestiamo i dati, ma sappiamo che in un documento adottato recentemente dall'OMS, si afferma che il principio di precauzione si deve adottare anche in funzione della non perfetta conoscenza sugli effetti che questi avranno, effetti che invece sappiamo hanno le cosiddette "polveri ultrasottili". Non vi è pertanto norma di legge che determini la concentrazione massima ammissibile per metro cubo, ma non vi è neppure una certezza scientifica che dica che queste non fanno male; anzi gli studi che sono lenti nella loro progressione ci dicono invece che sempre più dubbi stanno sorgendo nel mondo scientifico.
(interruzione di alcuni Consiglieri, fuori microfono)
... secondo me, tutti e due potreste andare a "Zelig", però come mie spalle, va bene?
Anche questa certezza che lei scrive sul suo provvedimento quindi tanto certezza non è.
Ulteriore osservazione ed è quella che si riferisce alla risoluzione stessa, che è scritta con una tecnica che definirei manipolativa rispetto al testo originale della Convenzione delle Alpi, perché il punto a) nelle premesse dice: "Vista la Convenzione per la protezione delle Alpi, fatta a Salisburgo il 7 novembre 1991..." - qui uno pensa: cita la Convenzione delle Alpi, vuol dire che questo è un provvedimento efficace che va nella direzione della sostenibilità - "... in particolare il relativo Protocollo in materia di trasporti che, tra l'altro, mira a garantire che il traffico intralpino e transalpino si svolga incrementando l'efficacia e l'efficienza dei sistemi di trasporto e favorendo i vettori meno inquinanti e con minor consumo di risorse ad un costo economicamente sopportabile", questo è molto importante, ossia che tutti i provvedimenti che vanno verso la sostenibilità devono avere il conto costi/benefici, ma attenzione, costi certi perché i costi incerti, quelli che dicevo prima, sono ancora oscuri. Noi che abbiamo una biblioteca ben fornita, abbiamo qui la Convenzione delle Alpi e relativo Protocollo dei trasporti... ebbene questa sintesi un po' fantasiosa della Convenzione delle Alpi è una sintesi che non ha nessun riscontro sul testo originale della Convenzione, in particolare sul Protocollo trasporti, perché la Convenzione delle Alpi mira ad un'altra cosa: la sostenibilità dei trasporti, ma sostenibilità dal punto di vista ambientale, non sostenibilità dal punto di vista economico, che è una cosa ben diversa. In conclusione abbiamo fotografato una situazione di fatto: 1.600-1.700 TIR, l'abbiamo riportata sull'asse delle ascisse, sull'asse delle ordinate non abbiamo riportato nessun dato di concentrazione, ma abbiamo riportato il rientro economico-finanziario dei costi e abbiamo detto: 1.600 TIR può essere un limite che ci può ragionevolmente far rientrare dagli investimenti; è questo il dato, è questo il metodo, è questo l'approccio che contestiamo!
Abbiamo presentato un emendamento per far sì che almeno si rispetti la richiesta delle popolazioni della Comba Freida di fermarsi a 150 TIR al giorno e il fatto che sia trasmesso attraverso canale digitale terrestre, sia trasmesso tramite "Internet"... è bene che lo sappiano i compaesani dell'Assessore Marguerettaz che l'Amministrazione ha concesso una lieve diminuzione, da 300 a 250, quando i sindaci avevano chiesto al massimo 150-160...
(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)
... ce l'ho qui il verbale, i 200 li ha chiesto lei, Presidente, qui poi riparleremo del fatto che in III Commissione chiede 200 e poi si va al rialzo, 250, questa è una dialettica tutta interna al gruppo dell'"Union". Noi chiediamo di rispettare la richiesta delle popolazioni della Comba Freida e di rispettare le decisioni prese in questo Consiglio all'indomani della tragedia del Monte Bianco, quindi abbiamo chiesto il limite dei 1.060 TIR.
Presidente - La parola al Consigliere Cesal.
Cesal (UV) - Devo dire che sono francamente - e lo dico senza ironia - ammirato dalla capacità, dalle conoscenze del collega Venturella, che spazia da un punto di vista anche scientifico dal tema dei rifiuti a quello relativo all'ambiente, Parco nazionale Gran Paradiso, trasporto su gomma, problemi legati al trasporto, all'inquinamento, problemi sanitari, patologie varie e riesce effettivamente ad interessare questo consesso a tale materia, tutte le volte ci intrattiene per delle mezz'ore molto interessanti per chi lo segue attentamente. Confesso la mia ammirazione nei confronti di questo tipo di preparazione da parte di un collega Consigliere regionale.
Il problema relativo al trasporto pesante nel Tunnel del Monte Bianco ha rappresentato nel corso degli ultimi decenni uno dei cavalli di battaglia del gruppo "Arcobaleno" e un cavallo di battaglia che oggi perde un poco di interesse e di mordente. Alla gente, almeno alla gente dell'alta Valle, che è coinvolta dal traffico pesante che transita all'interno del Tunnel del Monte Bianco, questo problema non dico che non interessi più, ma interessa molto meno rispetto a quanto poteva interessare nel 1999, all'epoca della tragedia del rogo del Tunnel del Monte Bianco, e gli anni successivi che hanno suscitato un ampio dibattito in merito a questa vicenda. Lo dimostra il fatto che un problema del genere interessa ben poca gente, qualche anno fa ci sarebbe stata la coda, le tute bianche qui fuori, ci avrebbero volantinato... oggi il problema è un problema che non è quasi più sentito, per non dire che non è sentito per niente nella zona dell'alta Valle e non rappresenta più un problema. Da cosa deriva questo fatto? Eppure i camion transitano, non sono più 3.500-4.000, sono comunque un numero discreto di TIR. Deriva dal fatto che è stata realizzata l'autostrada del Monte Bianco! L'autostrada, che all'epoca era stata indicata da parte dello stesso gruppo, diciamo della stessa parte politica che oggi contrasta l'incremento dei TIR, come la causa di tutti i mali, quello che avrebbe comportato uno stravolgimento di tutta l'alta Valle, che avrebbe incentivato il passaggio dei TIR o cose del genere... non è affatto avvenuto ciò. La qualità della vita in alta Valle, con l'apertura dell'autostrada fino a Courmayeur - e io mi auguro che venga completato l'ultimo tratto che tagli fuori ancora Entrèves e La Palud - è stata migliorata e anche ad Aosta... perché ho vissuto i tempi in cui i migliaia di TIR transitavano lungo la strada statale n. 26 del Monte Bianco, il dramma delle famiglie tagliate in due, chi abitava da una parte o dall'altra, chi aveva l'orto dall'altra parte della strada, la persona anziana che doveva attraversare e per la quale ciò era un dramma! Mi ricordo le decine e decine di morti coinvolti negli incidenti dei TIR sulla strada statale del Monte Bianco, cose che, grazie a Dio, da anni non si sono più verificate. Dico "grazie a Dio" perché, quando si parla di morti, quando si parla di patologie che potrebbero comportare... bisogna anche tener conto di questo fatto, ma queste cose... lo dico con tranquillità, perché sono uno che percorre la strada dell'alta Valle quotidianamente e francamente il problema del TIR è un problema che non esiste più, che non dà più nessun fastidio alla popolazione dell'alta Valle e la dimostrazione è data dal fatto che chi si occupa di limitare il transito dei mezzi pesanti all'interno del Tunnel del Monte Bianco... è rimasta una sparuta minoranza di gruppi che si rifanno ad ideologie particolari. Capisco che noi dovremmo magari rivedere il nostro modello di vita, potrei anche essere d'accordo, potremmo ipotizzare una società a sviluppo zero, potremmo immaginare addirittura di andare sotto zero, di tornare indietro, di evitare gli sprechi, di limitare i consumi... ma la nostra è una società in piena evoluzione, il trasporto è qualcosa di molto importante in un'ottica di economia moderna, quindi non dico che debba essere privilegiato questo tipo di attività, ma è un'attività a cui non si possono porre dei limiti più di tanto se non si vuole pregiudicare lo sviluppo dell'economia di una qualsiasi società.
L'ho detto in Commissione e diciamo che ho persino apprezzato il Consigliere Venturella che non mi ha citato: io sono stato quello che allora era il primo responsabile del numero dei 1.060, che era una scelta banale, perché era la conseguenza di un ragionamento molto semplice, il 50% rispetto ai volumi medi di traffico precedente. Il Comune di Morgex ha adottato questo ordine del giorno, che è stato trasmesso al Consiglio regionale, il Consiglio lo ha ripreso a piè pari e lo ha approvato. Ricordo anche all'epoca, quando si discuteva di tali cose, l'interesse che c'era, la gente che assisteva e quindi anche tutto questo fervore di persone che erano preoccupate degli sviluppi della riapertura del Tunnel del Monte Bianco e dei problemi che questa riapertura avrebbe potuto comportare non solo da un punto di vista della sicurezza, ma anche da un punto di vista della qualità della vita di una zona che riteniamo particolare, non solo perché ci abitiamo, ma perché inserita in un contesto intorno al Monte Bianco, un contesto di particolare pregio ambientale. Oggi tutto questo non esiste più... bisogna tenere conto che il traffico all'interno del Tunnel del Monte Bianco, i passaggi in questi ultimi anni non sono aumentati, sono rimasti quanto meno stabili, se non sono diminuiti. Va preso atto che, se vogliamo ragionare in termini di inquinamento atmosferico, la qualità degli automezzi è migliorata, non abbiamo più gli "Euro 0" che transitano, allora si parlava del 90% di "Euro 0", oggi siamo arrivati all'"Euro 4", si parla già dell'"Euro 5" e dell'"Euro 6", che dovrebbero entrare in produzione nel corso dei prossimi anni; quindi questo è un problema che non si pone più (quanto meno nei termini difficili in cui si poneva all'epoca).
Ho fatto anche una provocazione, proprio perché ritengo di poterla fare, perché ho sempre cercato di difendere gli interessi della popolazione dell'alta Valle, di cercare di evitare che venisse penalizzata dal traffico pesante e da questo passaggio forzato all'interno della nostra Valle, ma credo di poter fare una provocazione. Il Presidente ha dichiarato pubblicamente - e "ubi maior"... - che abbiamo rifiutato il raddoppio del Tunnel del Monte Bianco. Io non sono favorevole al raddoppio del Tunnel del Monte Bianco, ma credo che dovremmo riflettere, perché il Tunnel oggi così com'è, malgrado tutte le misure di sicurezza che vengono applicate molto severamente da parte degli addetti al transito, rappresenta ancora una trappola per topi! Un ragionamento sul raddoppio del Tunnel del Monte Bianco quindi va fatto, perché abbiamo dei giorni in cui non è possibile far transitare più di tante persone e di solito questo è un traffico leggero nei periodi vicini ai grandi ponti, nel corso dell'anno, quelle 10-15 giornate all'anno rappresentano un problema. Ricordo l'ultimo week-end di dicembre e il ponte di fine anno quando avevamo una coda che arrivava fino a Saint-Vincent, Châtillon, cose del genere, con l'autostrada bloccata, il traffico spostato sulla strada statale n. 26 perché, per motivi di sicurezza, non è possibile tenere incolonnati in galleria anche le auto col motore acceso, perché abbiamo da Aosta a Courmayeur su 18 km. 14,4 km. di galleria! Sul raddoppio del Tunnel del Monte Bianco, da un punto di vista della sicurezza, quindi credo che dovremmo avere la capacità di riflettere, ma non farlo solo noi, perché noi viviamo una situazione particolare, molto migliorata grazie all'autostrada. Non faccio le polemiche chi era contro, chi non era contro, perché ho un amico che era nettamente contrario all'autostrada del Monte Bianco, che si è battuto anche per evitare che venisse realizzata, è quello che ha fatto i ricorsi, e credo che oggi abbia completamente cambiato idea. Noi dovremmo fare un ragionamento sul raddoppio del Tunnel del Monte Bianco da un punto di vista della sicurezza, cercando di limitare il numero dei transiti, anche in collaborazione con i nostri amici francesi perché di là la situazione è diversa. Noi di solito portiamo ad esempio quello che succede fuori da questa Regione, qui rappresentiamo un esempio: ho rapporti frequenti anche per quanto riguarda la mia funzione di Vicepresidente dell'"Espace Mont Blanc" con colleghi francesi, sindaci, amministratori comunali, rappresentanti della società civile, i quali ci invidiano per essere stati capaci di realizzare un'arteria moderna, un'arteria che permette l'assorbimento di qualsiasi volume di traffico. Dovremmo cercare di ragionare con loro e tenere conto che c'è un altro aspetto che non va sottovalutato e sono i 39 morti del rogo del 1999. Mi piacerebbe che ogni tanto problemi di questo genere potessero venire affrontati in maniera scevra da motivazioni di tipo ideologico, da posizioni che riflettono delle situazioni che sappiamo tutti non essere presenti nella nostra società, ragionare, riflettere e cercare di porre rimedio, perché, per quel che mi riguarda, tutte le volte che entro nel Tunnel del Monte Bianco non vedo l'ora di vedere la luce dall'altra parte per poter uscire, perché sono convinto che un altro tipo di tragedia come quella che è stata vissuta all'epoca potrebbe ripresentarsi prima o poi, con delle conseguenze non meno gravi. Non è detto che questo possa essere provocato solo dal traffico pesante, perché nei periodi di punta abbiamo anche un traffico leggero che è altrettanto pericoloso e altrettanto inquinante.
Président - La parole au Conseiller Bortot.
Bortot (Arc-VA) - La prima battuta: siccome l'argomento è pesante e il Presidente e il collega Cesal hanno tenuto toni leggeri, cercherò di attenermi. Non dobbiamo smettere di fare dell'ideologia, collega Cesal, e lei fa l'apologia dei TIR e del mercato, perché se dobbiamo guardare ai morti del 1999, l'equazione è: non passano i TIR e non il raddoppio del Monte Bianco! Perché il raddoppio del Monte Bianco, questo concetto di sviluppo infinito porta al raddoppio dell'autostrada, perché sarà insufficiente l'autostrada e...
(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)
... sì, ma non sarà più sufficiente. Tornando a lei, Presidente, non capisco perché avete dato un incarico alla "TBridge", bastava prendere i dati che l'Assessore Fosson mi ha dato nel corso della scorsa adunanza consiliare, dove risulta che in Valle non ci sono più ammalati di tbc e sulla base di quello perché 1.600 TIR e non 2.000? Non c'era bisogno di uno studio scientifico, perché lo studio della "TBridge" mi fa ridere, nel senso che avete deciso una cosa e, siccome magari l'ARPA locale era poco affidabile nel sostenere e nel giustificare questa decisione, allora abbiamo riscoperto la "TBridge" che, dal punto di vista poco scientifico, con poca autorevolezza ci risolve il problema dicendo che lo potevamo fare. La domanda è: ma chi ve lo ha chiesto di passare da 1.100 TIR a 1.600? Cosa entra in tasca alla Valle d'Aosta? Il fatto che non vediamo più i TIR, ossia c'è una rimozione; il fatto che non si vedano più i TIR... non è che i TIR non inquinano! E le emissioni da qualche parte vanno e si depositano!
Sembra che nei processi storici un po' di preveggenza non serva a niente, facciamo un esempio, torniamo indietro; Presidente, non sono affatto un pentito, nel senso che ero firmatario del referendum contro le Olimpiadi in Valle, continuo a sostenere che abbiamo fatto bene, lei si immagini che razza di cimitero di strutture vecchie e obsolete sarebbe stato! Sono già vecchie quelle di Torino di 2 anni fa, immaginatevi i costi che avremmo dovuto sostenere a smantellare o riciclare l'erosione del territorio per 15 giorni di Valle d'Aosta sui giornali del resto del mondo. Credo che anche sulle Olimpiadi una riflessione, se è ancora dello sport o dello spettacolo, andrebbe fatta; lo stesso per quanto riguarda le infrastrutture che abbiamo finanziato. Prima si è giustificato l'autostrada perché era impraticabile la statale e fino lì è giusto; il problema non era eventualmente di fare un'autostrada, era il problema di ridurre il passaggio dei camion, ma siccome non ci servono a nulla le elezioni... e torniamo al modello di sviluppo della Valle d'Aosta preso a riferimento, sul quale il sottoscritto e il collega Vicquéry hanno ieri polemizzato, siamo incamminati su un baratro, ma non voglio fare il catastrofiste: sto parlando del prezzo del petrolio di cui non si parla qui, che ha superato i 100 dollari a barile. Probabilmente una diminuzione dei passaggi dei TIR avviene perché ormai il costo non del trasporto, ma l'incidenza del trasporto sulle merci farà sì che, nonostante le disincentivazioni agli autotrasportatori, nonostante che ogni Governo minacci la fermata come è avvenuto... la riduzione delle tasse e dei costi... perché chi paga i livelli di inquinamento ambientale e i danni alla nostra salute? C'è un diritto di precauzione che non viene rispettato, ossia, se creo dei danni, pago perché ne rispondo, per quale motivo si continua ad incentivare un modello che è obsoleto, che non sta in piedi! Lo dicono tutti, lo dice anche Grillo, facciamo viaggiare le ricette non i biscotti! La questione è che siccome non si sa bene chi ci ha chiesto questa modifica del numero dei passaggi dei TIR... secondo me, non è giustificata, perché l'obbrobrio che si prenda a riferimento la Convenzione delle Alpi per non diminuire il passaggio dei TIR, ma addirittura per giustificarne l'aumento è un insulto alla decenza!
Del modello di sviluppo ne abbiamo parlato ieri, è: più TIR, raddoppio del tunnel, la porta della Valle d'Aosta, l'autoporto ampliato? Ditemi voi dove vogliamo portare questa Valle, perché o non è chiaro da parte vostra, oppure c'è un cambiamento radicale dove si assume un modello di "sviluppo" fra virgolette, perché di sviluppo non ha più niente, un modello di sviluppo acritico e, siccome a questo consegue il "fare lo struzzo" o un'incapacità di opporsi in base alle nostre forze a tale modello, lo si copia pedestremente e, mentre una volta per il cosiddetto "sviluppo" occorrevano delle generazioni per capirne gli effetti, oggi lo sviluppo di questo tipo, le degenerazioni e i guasti... e ditemi solo se abbiamo un vantaggio, qual è il vantaggio? Quello di consumare di più per trovarsi montagne di rifiuti, perché, se non si consuma, l'economia non tira? Adesso si vuole aumentare la paga agli operai non perché non ce la fanno più, ma perché consumano di meno! Pensate un po', siamo diventati coloro ai quali bisogna aumentare la paga perché si riducono i consumi e l'economia va a rotoli e tutti i giorni, 10 volte al giorno, radio e televisione ci bombardano, preoccupazione globale: si ferma lo sviluppo, il tasso di crescita è passato dal 2 all'1,5%, mal di testa incredibile perché? Perché qualche azienda fa meno profitto e noi si sta un po' meglio, basta ridistribuire meglio quello che produciamo e basta capire quello che ci serve e non produrre quello che non ci serve e basta ragionare su quello che possiamo importare ed esportare e non "a scatola chiusa", sposando un modello che ci viene imposto da altri?
Questi processi non si possono innescare dall'oggi al domani, ossia il Consigliere Bortot è un demagogo, plagia 34 Consiglieri, domani mattina niente TIR, niente sviluppo, niente consumi, tutti con la clava! Il modello da cambiare, perché su quello siete tutti convinti, ci deve far riflettere sulle tendenze e sugli orientamenti e sulle strade da evitare di percorrere e ragionare sulle strade che dovremo intraprendere insieme e sulle strade diverse. Per fortuna, sulle strade diverse è stato citato il modello svizzero; la Svizzera è da 30 anni che fa pagare tasse per incrementare i trasporti ferroviari e, se andate a vedere con la bacchetta magica, solo evitando di rispondere acriticamente a logiche di mercato... tant'è che uno dei contenziosi per il quale la Svizzera non entra ancora nell'Unione europea riguarda l'agricoltura e i trasporti, perché aprendo il mercato come vuole la direttiva europea vorrebbe dire cancellare l'agricoltura in Svizzera vorrebbe dire libertà delle merci e anche i TIR e la Svizzera continua a dire "no" su tali logiche, che non si capisce bene se le abbiamo scelte noi o ci vengono imposte da altri, ma io insisto su questo perché stiamo sbagliando, stiamo facendo errori di prospettive.
È perché non riusciamo a percepire bene le polveri sottili che giustifichiamo un aumento dei passaggi? Tutto questo ci serve perché non vediamo i TIR, perché passano in autostrada e in galleria e non percepiamo le emissioni che comunque ci sono, questo serve per giustificare uno "sventramento" ulteriore dal punto di vista dell'aumento dei passaggi dei TIR nella nostra regione. Vorrei capire che cosa ci viene in tasca, perché se la Valle d'Aosta viene espropriata dai consigli di amministrazione, capeggiati dai Benetton, che gestiscono le autostrade, ma quando tuono contro l'UE troppo liberista e che fa scempio del nostro Statuto, ci sono ben altri che fanno scempio del nostro Statuto! E domani faremo anche una bella cerimonia... Se venisse qui un bambino a dire: "il Presidente Caveri è nudo, ci dica un po' per quanto riguarda la mia generazione, fra 20 anni, cosa egli mi lascia in eredità a nome della maggioranza?", non so cosa gli risponderebbe.
Lei poi oggi è stato anche moderato, il più scatenato Consigliere Cesal vuole addirittura in nome della sicurezza del tunnel, perché forse vuol cambiare macchina, passarci con un TIR o con una più grande... addirittura dovremmo raddoppiare...
(interruzione del Consigliere Cesal, fuori microfono)
... allora sul "riflettere", se lei non ci accusa di ideologia, noi non la accusiamo di apologia, ma significa non decidere che devono passare 1.600 TIR e poi far finta di dare un incarico all'ARPA, che dovrebbe studiare gli effetti di questo aumento dei passaggi dei TIR e in contrapposizione su quello che ha già detto la "TBridge", questa è una contraddizione nei termini, perché prima decidiamo una cosa e poi andiamo a verificarne le conseguenze!
Io direi facciamo delle proiezioni - il collega Venturella ne ha esposta una prima -, sulla base di quello scopriamo non che dobbiamo aumentare il passaggio dei TIR, ma dobbiamo ulteriormente diminuirli, perché, se non la vediamo dal punto di vista della tutela della salute, dobbiamo vederla dal punto di vista della tutela della nostra economia. Insisto, se il modello è quello obsoleto, mi riferisco alla discussione di ieri sul Parco del Gran Paradiso, se assumiamo, nel momento in cui va in crisi, acriticamente un modello di sviluppo che nessuno ci ha imposto ed è dimostrato che dove si sono fatte scelte diverse, queste scelte funzionano senza dover uscire dall'economia di mercato, la riflessione a cui fa riferimento il collega Cesal ben venga. Qui non c'è stata nessuna riflessione, è stata presa una decisione non si da chi, imposta in Commissione dalla maggioranza, che adesso la impone al Consiglio e, se noi ci opponiamo, venite a dire che stiamo facendo dell'ideologia.
Qui c'è un'altra contraddizione molto banale e molto personale: io sono più vecchio del Presidente e sono quello che guarda più lontano e il Presidente è un pragmatico che dice che qui la realtà non ci può sfuggire e dobbiamo afferrarla...
(nuova interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)
... appunto, non è un sognatore, non è un utopista, è molto pragmatico e allora avanti con i 1.600 TIR! Questo porta ad un errore di prospettiva, vediamo che c'è un processo entropico sulla nostra Regione dal punto di vista delle abitazioni, dal punto di vista dell'erosione ed occupazione del territorio, corriamo il rischio nel giro di pochi anni che la nostra Valle non sia più appetibile, continuando con questo processo. È vero che può servire a qualcuno, può fare da volano ad un certo tipo di economia, ma se non siamo previdenti, la nostra ingordigia e la nostra criticità ci impediranno di vedere dove ci stiamo infilando. Ripeto: aumento del passaggio dei TIR, erosione del territorio, un modello superato e obsoleto, personalmente credo che non ne abbiamo molte di alternative, però la proposta del Consigliere Cesal di riflettere e di capire va bene, ma bisognerebbe anche spogliarsi di interessi precostituiti. Perché se riflettiamo e discutiamo, e il presupposto è che io devo difendere determinati interessi, non serve a niente, le posizioni diventano immutabili e non portiamo a casa niente, non tanto per quanto ci riguarda, ma a discapito delle generazioni future. Lo so che è la solita solfa...
Sandri (fuori microfono) - ... non te lo hanno regalato un tirino piccolo, un piccolo TIR quando eri piccolo...
Bortot (Arc-VA) - ... ma io ho giocato tutta la vita con i camion! Ho fatto per anni la Val d'Ayas portando materiali edili da...
Caveri (fuori microfono) - ... hai fatto anche il camionista...
Bortot (Arc-VA) - ... con la patente B, piccolo camion, forse per quello sono un po' frustrato, sto sognando un grande TIR!
Cogliamo comunque l'invito alla riflessione, ma ho l'impressione che le decisioni siano prese e le riflessioni servano a fare dell'accademia, parlarci addosso e non ci portino da nessuna parte, però possiamo sempre provarci.
Si dà atto che dalle ore 18,42 presiede il Vicepresidente Lanièce.
Presidente - La parola al Vicepresidente Tibaldi.
Tibaldi (CdL) - Prendo spunto da un'affermazione effettuata dal collega Bortot, che mi dà occasione per iniziare una serie di considerazioni, perché ha detto che loro non possono rinunciare alla loro ideologia, parlando di ambientalismo e devo dire che questa affermazione mi spaventa.
A parte che conferma una serie di discorsi e di comportamenti che finora voi avete messo in cantiere e avete cercato di portare avanti coerentemente con questa ideologia, però vede, collega Bortot e colleghi che siedono accanto, l'ambientalismo non è, né deve essere considerata un'ideologia...
(interruzione della Consigliera Squarzino Secondina, fuori microfono)
... sì, però il Consigliere Bortot ha detto: "non possiamo rinunciare alla nostra ideologia, facendo riferimento all'ambientalismo". L'ambientalismo è una consapevolezza che ognuno di noi ha più o meno marcata, una sensibilità che ciascuno di noi possiede in misura maggiore o minore in merito alla tutela, alla valorizzazione, alla conservazione del contesto circostante in cui abita e vive. È naturale allora che se uno parte dai vostri presupposti, è portato a ragionare con la logica del "no", contrario a tutto, a qualunque cosa che vada a violentare o a sporcare la nostra vita immacolata sul pianeta. Diciamo che sono passati milioni di anni dal momento in cui l'uomo è comparso su questo pianeta e, grazie a Dio, ha trovato un percorso evolutivo che lo ha portato fino ai giorni nostri con tecnologie e scienze che ci hanno permesso di progredire nel tempo. Diciamo allora che ambientalisti lo siamo tutti quanti qui dentro, come tutti quanti siamo salutisti, amiamo la nostra salute e vogliamo tutelare e salvaguardare i nostri fattori di sopravvivenza su questo pianeta e in questa Regione, per tornare alla nostra dimensione normale di Comunità valdostana. Il discorso fatto sulle polveri sottili, sulle diossine, sulla Convenzione delle Alpi quindi... sono quanto mai condivisibili, anzi condivisi, ma non dobbiamo, e non dovete debordare nel fanatismo, altrimenti il fanatismo, di qualunque colore esso sia e a qualunque principio si agganci e da questo derapi, ci porta a fare delle considerazioni stravaganti, non voglio dire demagogiche, ma al di fuori della realtà. Se fossimo tutti quanti fanatici secondo il vostro punto di vista, dovremmo rinunciare al cibo, che comunque contiene dei veleni, dovremmo rinunciare al fumo, al telefonino, al PC, agli involucri che avviluppano i prodotti e le merci che consumiamo...
(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)
... il Presidente Caveri suggerisce anche il sesso, penso che quello, se adeguatamente protetto, possa essere ancora praticato e naturalmente dobbiamo vivere di rinunce totali che ci impediscono di...
Ci sta bene allora proteggere l'ambiente, le Alpi in questo caso nel cui contesto siamo incastonati come Regione, ci sta bene proteggere la salute, ma permetteteci di circolare come persone, di circolare con le merci e con le merci che passano anche attraverso il nostro territorio. Una pubblicità che mi ha colpito e che forse anche qualcuno di voi avrà scorto su qualche camion che transita sulle nostre strade: "si vous l'avez, un camion vous l'a apporté", che sia poi superiore o inferiore ai 75 quintali questo diventa un dettaglio, ma sta di fatto che le merci di cui beneficiamo oggi, che siano i vestiti, il cibo o qualunque oggetto di cui facciamo uso ha un mezzo di trasporto che ce lo ha portato. Va bene allora il mezzo di trasporto treno, sarebbe ideale l'infrastruttura ferroviaria: trasferire su rotaia la grande quantità di merci che viene traslata da una Regione all'altra sarebbe la soluzione ottimale, ma dobbiamo anche qui avere la consapevolezza che la nostra infrastruttura ferroviaria è insufficiente, inadeguata e soprattutto scollegata dal contesto internazionale, perché siamo un ramo secco della "RFI", un ramo pressoché dimenticato e che non sarà nemmeno direttamente collegato all'alta velocità, che taglierà la Pianura padana, se mai verrà realizzata. Il "Governo Prodi" ha comportato 2 anni di rallentamenti su questo progetto. Continuiamo a sostenere che culture e commerci, sviluppo e benessere sono fioriti su grandi vie di comunicazione. La Valle d'Aosta ha sempre avuto, e diversi politici che l'hanno governata si sono fregiati di questa frase, la vocazione di essere "carrefour d'Europe", oggi non lo è più, è incastrata in un contesto alpino, ma di "carrefour" ha ben poco, anzi è un "cul de sac d'Europe". Sappiamo che lo scarso flusso di transiti al suo interno ha portato ad un impoverimento della nostra economia e che un'economia rischia di deperire, se non addirittura di morire, se non ci sono le comunicazioni sufficienti per importare ed esportare le merci che la riguardano. Credo che certe affermazioni oggi riproposte dai colleghi Verdi siano assolutamente inaccettabili, questo non per rifiutare la logica dell'ambientalismo e del salutismo come sensibilità, che sono assolutamente presenti in noi, ma per cercare di essere realisti e capire che il progresso passa attraverso altre vie.
È interessante piuttosto vedere come oggi anche il Presidente dell'"Union Valdôtaine", Cesal, sia riuscito a ripescare dal fondo di un cilindro che aveva accantonato in qualche armadio una riflessione, timidamente, che butta in mezzo a quest'aula dopo che da anni la sosteniamo, quella dell'ipotesi sulla quale si può riflettere del raddoppio del Monte Bianco. D'altronde penso che lei, collega Cesal, abbia constatato di persona, dato che vive a ridosso di un'autostrada che ha una doppia carreggiata, ha doppi tunnel su tutta la linea, che peraltro devono essere messi in sicurezza... lo abbiamo affrontato anche recentemente con un'interpellanza che abbiamo proposto all'Assessore Cerise, dove da qui al 2019 tutta una serie di servizi di sicurezza dovranno essere predisposti all'interno di queste canne autostradali, perché c'è una direttiva europea che ce lo impone, allora perché non pensare a una doppia canna sotto il Monte Bianco? Meno male che oggi il collega Cesal, dopo le sollecitazioni fatte dal nostro gruppo consiliare, una mozione respinta in quest'aula che, se non ricordo male, venne proposta addirittura nella scorsa legislatura, che chiedeva di cominciare a riflettere su questo argomento, oggi lei ha rotto gli indugi ed è andato in collisione con quanto ha sempre avversato il Presidente Caveri fin dal 2004 e anche prima, quando l'allora Ministro Lunardi disse: "cari Valdostani, cominciate a pensare che questa potrebbe essere una strada maestra, che non va assolutamente nella direzione di crearvi danni, ma che vi offre un'opportunità di sviluppo". Certo che è un'opportunità di sviluppo! "In primis" è una grande sicurezza che viene offerta alle persone che con i loro mezzi transitano al di sotto del Monte Bianco e la sicurezza "avant tout" penso sia anche qui condivisa dai colleghi Verdi. È coerente poi con tutto il percorso autostradale che solca il fondo Valle, che è fatto da 2 carreggiate, da doppi tunnel lungo tutta la tratta, altrimenti c'è un imbuto dove veramente, se si trovano i mezzi pesanti, si creano le nubi gassose, perché i loro motori devono rimanere aperti e si hanno sacche di inquinamento che possono diventare preoccupanti. Credo che questo indugio che oggi il collega Cesal ha rotto debba essere raccolto anzitutto dal Presidente Caveri, che non so se è d'accordo o meno su quanto detto dal Presidente del suo movimento e quanto sostenuto da noi da tempo, e sia un'occasione da non perdere. Immagino che, essendo un movimento che ha anche una certa dialettica interna, questo argomento possa essere rimestato, perfezionato, raffinato anche nelle sue conclusioni, ma tenete presente che è sicuramente più opportuno e realistico rispetto ad altri progetti che lo stesso Caveri - ma anche Dondeynaz, quando era Senatore - ha lanciato con enfasi ricevendo anche finanziamenti dal Parlamento romano, come quello dell'Aosta/Martigny. Quello possiamo dire che è un sogno, ma sogno rischia di rimanere perché i 54 km. sotto il territorio che ci separa dalla Svizzera sono più utopistici che non una doppia canna fra Courmayeur e Chamonix. Ci fa piacere che il Consigliere Cesal abbia avuto questa rimeditazione, che magari, se tornassimo indietro nel tempo fino al 1990, riguarderebbe anche le Olimpiadi; il tempo in questo caso è stato buon consigliere... il collega Frassy mi suggerisce che il tempo è il miglior consigliere dell'"Union Valdôtaine" e questo è stato dimostrato poc'anzi dall'intervento del Consigliere Cesal.
In questo documento lo studio effettuato dalla società "TBridge", uno studio che è costato qualche decina di migliaia di euro... ma la "TBridge" è stata particolarmente gettonata perché si è occupata di tunnel, di gallerie e anche di casa da gioco, è poliedrica nelle sue competenze e in questo caso riteniamo che siano attendibili i dati che qui sono stati riportati, dai quali si evince che tra il 2005 e il 2007 in questo triennio la percentuale di veicoli che rientra nelle categorie di euroinquinamento "Euro 3" ed "Euro 4" è salita sensibilmente: questo è indice di progresso, di tecnologia che migliora a vantaggio anche della nostra salute, quindi le immissioni gassose e pericolose nell'aria sono o dovrebbero essere ridotte. Confidiamo nel fatto che l'ARPA faccia il suo dovere e che il Piano aria e le risultanze che sono emerse dai monitoraggi effettuati siano conformi ad una realtà che indica una scarsa correlazione fra i flussi veicolari aumentati e il livello di qualità dell'aria e quindi i limiti di inquinamento siano, si presume, rispettati nelle loro soglie di tolleranza.
Crediamo che la deliberazione nella sua sostanza sia condivisibile, ovvero il prevedere un aumento leggero di transito in entrata e in uscita nelle porte che ci aprono all'Europa: il Monte Bianco e il Gran San Bernardo, rispettivamente in 1.600 e 300 veicoli, siano cifre ragionevoli che non vanno a collidere con quei principi fondamentali che sono la tutela della salute, la tutela dell'ambiente e la sicurezza dei transiti sulle nostre strade.
Si dà atto che dalle ore 19,04 riassume la presidenza il Presidente Perron.
Presidente - La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (PD) - Questo è un tema molto importante per la nostra Regione, è un tema che mi riporta lontano, nel senso che negli anni '80 si era sviluppata in Valle una discussione sull'opportunità dell'autostrada Aosta/Courmayeur, c'era una differenza di posizioni per chi era contrario all'autostrada, chi era contrario ad un numero esagerato di camion - all'epoca ne passavano più di 3.000 al giorno di media -, insomma c'era una posizione differenziata. Sembra adesso una discussione rispetto al tema che abbiamo oggi... nel senso che, rispetto a quella situazione degli anni '80, in cui c'erano anche 5.000 TIR che passavano per le strade del centro di Aosta, perché l'asse Via Roma-Via Parigi doveva sopportare questo carico, oggi dobbiamo dire che la situazione è profondamente cambiata. Abbiamo dei TIR che in autostrada danno un poco fastidio, anche perché non è passato il suggerimento del Presidente Caveri di far mettere il divieto del sorpasso...
Caveri (fuori microfono) - ... non su tutta, ma c'è...
Sandri (PD) - ... un po' limitata, si potesse estendere sarebbe una buona cosa, però certamente l'essere qui a disquisire 1.500-1.600-1.200 credo sia un sogno; l'avessimo detto 20 anni fa, quando si discuteva in quelle condizioni, ci saremmo detti che eravamo degli utopisti, invece la situazione è questa. Non voglio entrare in merito alle discussioni sull'ideologia, le ideologie sono un retaggio del XX secolo che abbiamo lasciato e quindi affrontare le questioni in modo ideologico mi sembra un modo arcaico e perdente di affrontare il tema. Credo che possiamo affrontare questo tema in modo più scientifico, nel senso che anche nella deliberazione che stiamo per affrontare sono evidenziati una serie di studi fatti dalla "TBridge" e all'ARPA - che in particolare mi interessano - che non sono dei ragionamenti ideologici, sono degli studi precisi che indicano una serie di questioni che possono essere contestate, confutate o avere delle controdeduzioni, ma sono dei dati scientifici su cui ci si può ampiamente confrontare.
La valutazione che viene fatta è che il miglioramento tecnologico del parco circolante di mezzi pesanti e l'evoluzione in aumento dei volumi di traffico registrati, da cui risulta comunque un miglioramento tecnologico, produce una notevole riduzione delle concentrazioni in tutti i siti esaminati: questo è il dato essenziale. È vero che c'è un po' più di traffico di merci, ma, grazie al fatto che l'Unione europea si è posta un cammino per portare i camion come le autovetture e gli altri mezzi a combustione di trasporto ad avere una minore produzione di inquinanti, quindi da "Euro 0" si è passati a "Euro 1", poi a "Euro 2, 3, 4", si arriverà a "Euro 6", adesso si sta prevedendo un "Euro 12" come progetto, questo lavoro della Comunità europea si trasferisce anche da noi in un miglioramento delle condizioni ambientali malgrado vi sia stato un aumento di traffico. Credo che questo sia un grande successo dell'Europa, perché sono processi che non si possono combattere un po' come propongono gli amici del gruppo "Arcobaleno" con interventi microlocali, per cui noi sfidiamo le grandi imprese multinazionali di trasporto, piuttosto che le grandi imprese di produzione...
(interruzione del Consigliere Bortot, fuori microfono)
... il mito dell'Asterix è un fumetto e rimane nella storia dei fumetti, la realtà è diversa. Abbiamo superato l'età in cui ci convincevano i fumetti, adesso vogliamo qualcosa di più approfondito.
Il dato è che in questa evoluzione possiamo contare su un'Europa che difende anche gli interessi della nostra Comunità, perché è il progetto europeo... il percorso dell'"Euro 0, 1, 2, 3, 4, 5 e 6" che ha portato a poter consolidare questi risultati e noi abbiamo fatto la nostra parte, grazie all'accordo dopo la tragedia del Monte Bianco con i Francesi, per cui abbiamo una serie di verifiche per quanto riguarda il peso, le velocità, il surriscaldamento dei motori... Come dire abbiamo aggiunto anche un po' del nostro e questo garantisce un controllo e una "maîtrise" della situazione. Se c'è qualche problema, è quasi solo legato alla circolazione stradale, di cui non ho sentito molto parlare da parte dei colleghi del gruppo "Arcobaleno"; il problema più grosso dei TIR è che ogni tanto qualche infrazione al Codice della strada la si vede, abbiamo visto qualche TIR che viaggia troppo veloce in discesa, qualche sorpasso un po' azzardato, quindi un richiamo al Prefetto, perché insieme con le forze dell'ordine, soprattutto con la Polizia stradale e i Carabinieri, vigili sulla sicurezza stradale credo sia un dato importante.
Sarebbe interessante confrontarsi con il collega Venturella, perché c'è il problema della Svizzera che lui ha giustamente sollevato, mi sembra che lo abbia citato anche il collega Bortot: ogni tanto ci vengono a dire qui la Svizzera Verde, come in una nota canzone di De Gregari... c'è questa Svizzera Verde a cui ci ispiriamo per tutta una serie di punti di riferimento e voglio accettare questa sfida, anche se nella canzone di De Gregori si riferiva alla morte di uno Spagnolo in un cantiere edile della Svizzera. La Svizzera Verde come noi nel 1987-1988 ha cominciato a pensare ad un tunnel ferroviario, anzi ha bloccato le iniziative stradali sul suo territorio e ha fatto un "rail 2000", un grande progetto di trasversali ferroviarie, che sono in fase di ultimazione, per consentire il passaggio delle merci su ferrovia. All'epoca la Valle d'Aosta non era da meno, nel senso che negli stessi anni nacque il famoso progetto del Traforo Aosta/Martigny ferroviario. Qual è stata l'evoluzione? Il Loetschberg è già finito, il Gottardo è abbastanza avanti, noi abbiamo perso un treno generazionale e chi dobbiamo ringraziare per questo? Certamente il Governo italiano che non è che si sia dato da fare per supportare la nostra iniziativa, ma di certo anche la strenua opposizione dei Verdi, che dal 1993 al 1998 hanno gestito l'Assessorato dei trasporti, per cui sono state emesse delle grosse zavorre a questo progetto, fino a farlo affondare. Mi chiedo allora: la Svizzera va bene solo per alcune cose e non per altre? Qui dobbiamo essere chiari su questo punto e penso che, diversamente da quanto proposto dal Presidente dell'"Union Valdôtaine", che fra le tante cariche, oltre a Presidente di Commissione, credo sia anche Vicepresidente dell'"Espace Mont Blanc", che sparecchia questa posizione del raddoppio del Tunnel del Monte Bianco stradale, che i soldi valdostani dovrebbero mandarli più nella Coumba Freida e fare un bel collegamento ferroviario fra Aosta e Martigny... e non vorrei che il suo intervento fosse dettato da interessi un po' zonali, invece qui dobbiamo ragionare in termini strategici.
In questi giorni per la seconda volta il petrolio ha superato i 100 dollari a barile, mi pare sia arrivato a 101 e qualcosa e ieri sera la televisione svizzera romanda si chiedeva se erano vere le previsioni di alcuni analisti, che prevedono a fine primavera, inizio estate un arrivo a 130-140 dollari a barile. Il mondo avanza in questa direzione e noi ci preoccupiamo di 1.800 TIR o 1.400 al Monte Bianco? Credo che ci dovremmo preoccupare di costruire un avvenire per la nostra Regione, facendo un'infrastruttura che regga la sfida dei prossimi anni e non può che reggere un'infrastruttura ferroviaria che viaggi ad energia elettrica, con una risorsa che qui in Valle d'Aosta e nel Vallese c'è in maniera abbondante. Non sarebbe un'impresa terribile, l'hanno fatta gli Svizzeri in 14-15 anni, noi se ci mettiamo di buzzo buono, tenuto conto che le tecnologie sono molto migliorate, con 4 miliardi di euro, che si trovano con facilità grazie alla credibilità finanziaria della nostra Regione e a una decina di anni di lavoro, potremmo arrivare a questa soluzione e allora sì che possiamo fare degli interventi più forti sul meccanismo del passaggio delle merci, perché potremmo impedire che vi sia uno spreco energetico dell'inquinamento, portando verso la ferrovia il traffico delle merci. Dobbiamo dare una risposta, perché il trasporto delle merci per legge dell'economia è direttamente proporzionale al PIL e, dato che tutti noi auspichiamo che il PIL dell'Italia non venga declassato come è successo oggi, dall'1,4 allo 0,7%, ma diventi non dico il 10% della Cina, ma un 2-3%, perché questo significa benessere per tutti, dobbiamo dare una risposta all'aumento del trasporto di merci che ci sarà nei prossimi 20 anni. Vogliamo darla con il raddoppio del Tunnel del Monte Bianco? Abbiamo delle forti perplessità, crediamo sia da riprendere in mano con grande forza il progetto del Gran San Bernardo. Da questo punto di vista, credo che si debba ricordare come ciò che è stato fatto dai nostri Parlamentari in collaborazione con la Giunta regionale e con questo Consiglio sia un passo che va in questa direzione, perché il fatto che vi siano un po' di milioni di euro che miglioreranno la linea portando l'elettrificazione fino ad Aosta, riducendo le asprezze del percorso e soprattutto consentendo un innesto molto più rapido sulla Torino/Milano... sono tutti interventi che fanno una grossa premessa a questo progetto. In questo senso fra l'altro auspico che l'Assessore ai trasporti preveda nel predisporre il nuovo tratto Chambave/Verrès in galleria una galleria a doppio binario in modo da prevedere un possibile sbocco per la ferrovia Aosta/Martigny. Questi sono i veri temi su cui il Consiglio regionale dovrebbe discutere, dopodiché credo che il testo che oggi ci viene sottoposto sia un modo condivisibile di affrontare il tema, nel senso che non solo si identificano dei dati... 1.600 veicoli al Monte Bianco e 300 al Gran San Bernardo che sono assolutamente compatibili, tenuto conto del grande miglioramento tecnologico dei motori in questi anni con l'ambiente, ma si dà anche un incarico all'ARPA di tenerlo sotto controllo.
Noi quindi voteremo questa deliberazione, però auspichiamo che non ci si fermi qui, ma si cominci a pensare con una capacità di visione almeno di 20-30 anni a delle soluzioni di grande respiro, perché la crisi del petrolio rischia di mettere in difficoltà le comunicazioni della nostra Regione. La Valle d'Aosta da sempre ha vissuto periodi prosperi quando aveva dei buoni canali di comunicazione, i periodi invece in cui le comunicazioni sono state difficili per questioni climatiche o altri motivi, ha sempre dovuto patire non dico la fame, ma delle ristrettezze. In questo senso auspico che tutti i partiti politici della Regione per la prossima campagna elettorale su tale tema sappiano inserire delle risposte positive nei loro programmi.
Président - La parole au Conseiller Cesal, pour deuxième intervention.
Cesal (UV) - Il dibattito di oggi, che pareva riguardare un tema direi quasi marginale rispetto ai tanti temi che abbiamo sul tappeto come Regione, è stato un dibattito molto interessante. Tutti gli interventi credo che possano essere considerati qualitativamente elevati, a partire dal collega Venturella per arrivare al Consigliere Sandri che ci ha invitati a riflettere in ordine ad una problematica: quella del collegamento di questa Regione con l'esterno.
Non ho parlato di raddoppio, non sono assolutamente in contrasto con il Presidente Caveri: ho posto il problema sul tavolo dicendo che, dal mio punto di vista, ritengo che sia utile riflettere, perché il problema della sicurezza nel Tunnel del Monte Bianco è di primaria importanza. Se oggi la sicurezza è garantita non dico al 100% - cosa che non è possibile -, ma a livelli tali che possano impedire il verificarsi dell'evento tragico del 1999, forse il tunnel è sufficiente così, ma credo che questo sia un argomento che debba fare oggetto di riflessione e di dibattito all'interno dei vari gruppi politici e poi oggetto di confronto con la cosiddetta "società civile". Ripeto: ho detto che il problema del transito dei TIR in alta Valle non costituisce più un problema, sono spariti dalla nostra portata, non esiste più un inquinamento acustico, potrebbe esistere un inquinamento dell'aria, ma i dati sono tranquillizzanti. Il miglioramento della qualità dell'aria nella centralina posta sul piazzale dietro la chiesa a Morgex è stato rappresentato non solo dallo spostamento dei camion dalla strada statale n. 26 all'autostrada, ma è stato anche determinato dall'apertura del teleriscaldamento nella zona di Morgex. L'impianto di teleriscaldamento ha comportato l'eliminazione a Morgex di 250 camini che emettevano materie inquinanti e che oggi non esistono più e tutto si è spostato su un solo camino, ampiamente controllato in continuazione. È ovvio quindi che, quando si parla di inquinamento atmosferico, bisogna tenere conto che non solo il traffico dei TIR inquina, ma anche il traffico leggero, delle auto turistiche che vorremmo vedere arrivare sempre più nelle nostre località che consideriamo turistiche, ha la sua emissione inquinante, solo che di questo non si parla, perché diventa difficile in quanto andiamo a toccare degli interessi di chi vive di turismo e che è d'accordo a favorire il traffico leggero per accedere e spostarsi all'interno delle stazioni turistiche dell'alta Valle.
Gli scenari di sviluppo possono essere tanti, io credo che il mondo debba andare avanti, quindi dobbiamo cercare di progettare un sistema basato su uno sviluppo sostenibile delle nostre comunità, tenendo conto che viviamo in un ambiente delicato, in un ambiente che deve essere tutelato, ma che deve cercare di evolversi tenendo conto delle esigenze che il vivere attuale comporta, perché nel 1800, quando si scendeva a piedi - un famoso aneddoto che spesso racconto - da Morgex a Aosta per comprare una lima per rendere più affilata l'ascia per spaccare la legna e si tornava a casa a piedi e poi ci si addormentava sotto il noce in quel di Derby e si perdeva la lima, si andava a casa ci si accorgeva di non avere più la lima, si tornava a Derby a piedi a cercare la lima sotto quel noce! È chiaro che era un altro sistema di vita e io dico questi nostri antenati hanno vissuto molto bene, tenendo conto che quella in quel momento era la velocità a cui viaggiava il mondo e loro si adeguavano a questa velocità. Oggi, purtroppo, viviamo in un contesto più veloce e dobbiamo adeguarci.
Sono d'accordo con il Consigliere Sandri quando parla di verificare tutte le alternative possibili, perché il petrolio è un combustibile fossile che si esaurirà nei prossimi decenni, ma è ovvio che fra qualche anno verrà individuato il meccanismo che fa spostare le merci con altri sistemi, dei motori non inquinanti o cose del genere e in quel momento ci adatteremo e terremo conto dell'evoluzione della tecnologia e della società. Non credo che con l'incremento dei limiti al Tunnel del Monte Bianco da 1.060 a 1.600 noi contribuiamo a favorire di più o penalizzare il mercato, noi prendiamo atto di una situazione che è in piena evoluzione, le condizioni rispetto al 1999 sono cambiate radicalmente per quel che riguarda l'alta Valle grazie alla costruzione dell'autostrada. Dalla parte francese i problemi sono più evidenti rispetto ai nostri, sono più sentiti, perché il traffico pesante passa ancora all'interno dei centri abitati, anche se via via anche loro cercano di migliorare la loro rete viaria e noi dobbiamo ragionare in un'ottica di collaborazione transfrontaliera, fra comunità che hanno le stesse problematiche, affinché si possano ipotizzare delle soluzioni che vadano bene per tutti, ma che tendano a privilegiare la sicurezza di quelli che utilizzano il Tunnel del Monte Bianco. Quando il Tunnel del Monte Bianco - come ha detto nella sua brillantissima esposizione il Presidente Caveri - è stato costruito, non si pensava che potesse servire per il transito delle merci e dei mezzi pesanti, era solo uno sbocco che l'alta Valle aveva verso l'Europa e io dico che anche quella è stata un'idea che si è concretizzata, dopo aver suscitato delle polemiche, perché ha dato la possibilità a questa Regione, che era considerata un "cul de sac", di avere uno sbocco verso la nostra patria naturale: l'Europa.
Dico ragioniamo, riflettiamo, posso accettare le osservazioni del collega Tibaldi, non le strumentalizzazioni che lui fa di quella mia affermazione relativamente all'ipotesi di riconsiderare l'eventualità della costruzione di una nuova canna, ma noi, visto che tutti abbiamo delle responsabilità nei confronti della Comunità che rappresentiamo qui, dobbiamo porci questo problema, cominciare a rifletterci sopra e poi trovare le soluzioni che ci permettano di affrontare la situazione presente, cercando di ragionare su quelli che possono essere i possibili sviluppi futuri. Il Consigliere Sandri ha ragione quando parla di lunga prospettiva, dobbiamo cercare di ragionare, ma dobbiamo anche tener conto che c'è da affrontare prima di tutto la situazione attuale, e credo che questo provvedimento sia un atto che va nella giusta direzione, perché prende atto di una situazione che rispetto al 1999 è radicalmente cambiata.
Président - La parole au Conseiller Secrétaire Venturella.
Venturella (Arc-VA) - Ringraziando delle parole di sincero apprezzamento per tutto il dibattito che si è svolto da parte del collega Cesal, di cui apprezzo la pacatezza e l'equilibrio dei suoi interventi, vorrei replicare su alcune cose che ho sentito in questo dibattito.
Prima questione: le normative, le stime "TBridge" parlano di limiti che non devono essere superati e qualcuno in quest'aula ha detto che le direttive europee ci danno una mano, perché la continua evoluzione del parco tecnologico diminuisce le concentrazioni e la tipologia degli inquinanti, ma questo non so più chi lo ha affermato in Consiglio, non è però così verificato, perché sappiamo bene noi amministratori - soprattutto quelli che si sono dovuti confrontare con i blocchi del traffico - che le normative non sono fisse nel tempo, neanche quelle europee, anzi ancor di più quelle europee: ad esempio, ciò che veniva stabilito per le "PM10" anche solo 5 anni fa, non è più valido ora, sia nella massima concentrazione, sia nel numero di superamenti. Facciamo allora bene attenzione ad utilizzare ora per un arco di tempo di 5-10 anni questi limiti stabiliti oggi dalla legge, perché fra 6-7 mesi può darsi che non siano più validi.
Andiamo al problema degli inquinanti: lei, Presidente, ha detto che il numero di 1.600 TIR giorno è dettato dal rispetto della normativa sugli ossidi di azoto. Ha ragione, ma vi sono tutta una serie di inquinanti che sono compresi nello studio, che sono gli inquinanti di tipo tradizionale, fra cui le "PM10" e gli ossidi di azoto, vi sono altri inquinanti che sono più aggressivi. Vorrei leggere quello che diceva l'ing. Zublena in III Commissione, ottimo Dirigente della Sezione aria dell'ARPA, rispondendo ad una domanda precisa del collega Ferraris. Chiede il collega Ferraris: il particolato, esistono delle norme che prevedono il controllo e il monitoraggio e i limiti sotto le "PM10"? L'ing. Zublena risponde: "il fatto è che al momento nella normativa nazionale non ci sono limiti per il particolato più fine, 2,5 - 1 - 0,1, ma è vero che l'attenzione è da anni spostata sulle frazioni molto fini". Non è quindi solo il Consigliere Segretario Venturella che si inventa le particelle ultrafini, l'attenzione è spostata, ma perché si muova la macchina del monitoraggio, la macchina dei controlli, la macchina dell'UE affinché questo limite sia inserito in una direttiva, non so... poi il Presidente Caveri che ha forte esperienza del Consiglio europeo sa bene che ce ne va di tempo! Diciamo che non siamo per delle fughe in avanti senza, tra l'altro, che vi sia un ponte dietro, ma sappiamo che ci sono degli studi, lo dice l'ing. Zublena: "guardate che l'attenzione dell'UE è rivolta soprattutto a queste", certo manca la direttiva nazionale, altrimenti non si spiegherebbe il fatto che l'ARPA mi pare faccia già rilevazioni sul "PM5".
Volevo fare un'altra osservazione, in risposta al collega Cesal: non dico che lei da amministratore si è dimenticato che è stato in Consiglio comunale, che ha proposto per primo questo famoso limite dei 1.060 TIR al giorno, ma si dimentica forse qual è per la nostra Regione e per la zona che lei un tempo ha amministrato l'"atout" principale, non è forse il territorio, l'ambiente? Pensare allora anche di fermarsi a quei 35 microgrammi per metro cubo che l'Assessore Cerise 2 anni fa fece approvare da questo Consiglio all'interno del Piano di tutela dell'aria e che contestammo, perché dicemmo che era un limite al di sopra del quale c'è sufficienza, non c'è eccellenza... ossia noi diciamo: per la nostra Regione, che è puntata tutta sulla risorsa turismo attraverso il territorio - l'Assessore Cerise parla di sfruttamento, io parlo di conservazione del patrimonio territorio - il fatto di puntare su un limite che potrebbe essere di una zona della Pianura padana non tanto trafficata, non come il nodo di Trieste o il nodo di Milano per cui il limite è 40, parlo di 35, quello imposto dal Piano aria... è un puntare ad un obiettivo che è di basso valore aggiunto.
Ultima osservazione in risposta a chi in questo Consiglio parlava di studi scientifici che sono basati su misure, questo non è vero, perché il dott. Agnesod ha parlato non di misure, ma di modelli matematici, di stime e di previsioni, non ha parlato di misure; quindi, quando in questo Consiglio si usa affermare alcune cose, sarebbe meglio partecipare alle Commissioni così si ha contezza di quello che si afferma.
Presidente - La parola al Consigliere Ottoz.
Ottoz (CdL) - Io ho la fiducia nella statistica che il collega Venturella o che ha lo scienziato Agnesod nei modelli matematici, nelle stime e nelle statistiche, perché dipende sempre dalla significatività dei campioni e da altre situazioni, soprattutto quando, come nel caso spesso si parla di un problema basandosi su dati che non sono reali, ma non si fanno mai le sperimentazioni sul campo.
Parlando di un tema assai caro ai Consiglieri Bortot e Venturella: l'inquinamento dei TIR, in realtà nessuno ha mai fatto uno studio serio su quello che sarebbe non tanto il modello di motore, le dimensioni del TIR, il carico, il numero dei TIR che passano, ma un parametro banale e unico che possa raccordare tutto, che possa essere sperimentalmente misurato per dirimere tale questione una volta per tutte, ossia l'inquinamento per kg. trasportato. Questo si può fare, ma è una sperimentazione che potrebbe anche essere utile fare, affinché la nostra Regione diventi il portavoce e il fornitore di informazioni sicure su temi che riempiono i giornali, ma che spesso troviamo su posizioni opposte dagli scienziati stessi. Vi è sempre qualcuno che è disposto a finanziare una ricerca quando ne conosce già il risultato e c'è qualcuno che ha definito... non voglio dirlo, perché non voglio offendere gli scienziati, ma fra gli scienziati ci sono le stesse caratteristiche di distribuzione così come ci sono fra le persone normali, un po' come per la stupidità secondo l'economista Cipolla. Il problema è capire quanto inquina un TIR per kg. trasportato, a quale velocità e solo a questo punto è possibile dire qual è il traffico massimo che si potrebbe sopportare per i problemi dell'ambiente, della gente che vive sul territorio e della salvaguardia dell'aria. Questo perché intanto il regime al quale tutti gli automezzi con motore a combustione interna consumano meno è il regime di coppia massima, per questo in città quando le macchine sono ferme inquinano molto di più se hanno il motore acceso che quando vanno, è per questo che dovrebbero andare ad una certa velocità e che il traffico dovrebbe scorrere, contrariamente a quanto pensa l'Ufficio urbanistica di Aosta. Lo stesso è il discorso per l'autostrada, per i tunnel e per il Tunnel del Monte Bianco, ossia bisognerebbe fare una sperimentazione organizzandola con il Politecnico di Torino, dico la "Fiat" per dire un'azienda, "l'Iveco", che è a noi vicina geograficamente e che è interessata, perché potrebbe arricchire le informazioni con le quali vende i suoi automezzi, per capire quali sono i tagli esatti economici, che non sono il numero di Euro - ovviamente "Euro 5" è meglio di "Euro 4", che a sua volta è meglio di "Euro 3" - per capire quanto inquina ogni kg. trasportato e a quale velocità. Solo a questo punto si potrebbe ricalcolare il traffico massimo sopportabile, a quale velocità dovrebbe andare questo traffico...
(interruzione dell'Assessore Fosson, fuori microfono)
... sto dicendo che in questo tema un parametro che non è mai tenuto nel debito conto è quello dell'effettivo inquinamento per kg. trasportato, l'unico dato che non abbiamo, che non ha nessuno e che non viene mai preso nel conto.
Su sollecitazione dell'Assessore Fosson al quale voglio molto bene, vi rimando alla prossima puntata quando parlerò del consumo specifico degli autoveicoli, che non si calcola in litri per km. o km. per litro, ma in grammi di carburante per cavallo ora, perché, secondo questo parametro, la "Ferrari" di Formula Uno consuma meno della "Panda", però con la "Ferrari" di Formula Uno non si può andare al bar!
Président - S'il n'y a pas d'autres interventions, je ferme la discussion générale.
La parole au Président de la Région, Caveri.
Caveri (UV) - Parlerò 1 minuto, forse 2. Sei argomenti: il primo, vorrei che non vi fossero dubbi, perché mi è sembrato il Presidente Cesal un po' catastrofista sulla sicurezza nel Traforo del Monte Bianco, vorrei rassicurare che il Traforo del Monte Bianco è oggi il Tunnel monotubo più sicuro che esiste in Europa, il che non vuol dire che non capiteranno mai eventuali incidenti ma, rispetto alla situazione del 1999, c'è un abisso!
Seconda questione: la discussione politica sul raddoppio, ho espresso la posizione dell'attuale programma di governo, ma credo che si possa sempre nel corso delle discussioni politiche tornarci sopra. Devo dire che sul "no" al raddoppio si sono espressi anche i 2 Commissari europei ai trasporti Loyola de Palacio e Jacques Barrot.
Terzo punto: l'ARPA ha un approccio scientifico e il riferimento finale è stato certamente la risultanza dello studio "TBridge", ma soprattutto il lavoro dell'ARPA che tiene conto delle direttive attuali. Se verranno scoperte le nanopolveri, le micropolveri, se Grillo e i suoi accoliti dimostreranno di avere ragione, si cambierà il numero dei TIR al Traforo del Monte Bianco.
Quarto punto: il collega Fey potrebbe essere buon testimone, la bontà dei sistemi "Euro", ossia un "Euro 5" inquina in maniera infinitamente inferiore a quanto inquinava un "Euro 0".
Quinto punto: il treno è l'unica alternativa dell'attraversamento delle Alpi e, se fallisse il progetto della Torino/Lione, cosa sulla quale mi sembra vi sia stato un notevole impegno, anche se ho visto che nel programma di Veltroni la ferrovia ad alta velocità Torino/Lione è indicata come una delle priorità, se fallisse quel progetto, l'Aosta/Martigny ripartirebbe di botto, anche se temo che qualcuno direbbe di essere contrario.
Sesto punto: sono un utopista, caro Consigliere Bortot, e credo che oggi la cosa in cui dovremmo impegnarci per le future generazioni sia il rifacimento di parte dell'autostrada in bassa Valle.
Président - La parole au Conseiller Sandri, pour déclaration de vote.
Sandri (PD) - Sarò quasi telegrafico per il conforto di tutti, ma le parole del Presidente mi suggeriscono un paio di osservazioni, che non mi faranno tuttavia cambiare opinione sul voto favorevole che il "PD" esprimerà, non dobbiamo aspettare i destini della Torino/Lione...
Caveri (fuori microfono) - ... sono stato sintetico...
Sandri (PD) - ... nel senso che la Valle d'Aosta deve fare la sua strada. Fra l'altro, ho dimenticato di dire una cosa nell'intervento precedente, c'è un'occasione in più: che, avendo aperto a Bruxelles una sede insieme al Piemonte e soprattutto alla Liguria, la Liguria è molto più interessata alla direttiva del Gran San Bernardo, piuttosto che alla Torino/Lione, quindi abbiamo un favorevole supporto. Tenuto conto, facciamo un po' di pubblicità, che fra qualche giorno aprirà in piazza ad Aosta "Carige", che è una banca genovese che ha molti interessi nel porto e in tutte le altre infrastrutture, hai visto mai che fra la Valle d'Aosta e la Liguria, così come successe nel settore della chirurgia molti anni fa, non possa anche nel settore dei trasporti nascere un'amicizia che possa dare degli ottimi risultati.
Il secondo punto è una disfida: se c'è da mettere a posto l'autostrada in bassa Valle affinché sia meno impattante dal punto di vista visivo e ambientale, credo che anche lì non dobbiamo attenere chissà cosa, ma sia un tema su cui ci si debba mettere a breve.
Président - Je soumets au vote l'amendement du groupe "Arcobaleno", qui récite:
Emendamento
Al punto 1 sostituire la cifra "1.600" con "1060" e la cifra "300" con la cifra "150".
Conseillers présents: 32
Votants: 28
Pour: 3
Contre: 25
Abstentions: 4 (Ferraris, Fiou, Fontana Carmela, Sandri)
Le Conseil n'approuve pas.
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento del Presidente Caveri, che recita:
Emendamento
All'articolo 1, le parole: "e attraverso il traforo del Gran San Bernardo in 300 veicoli;" sono sostituite dalle seguenti: "e attraverso il traforo del Gran San Bernardo in 250 veicoli;".
Consiglieri presenti: 32
Votanti e favorevoli: 29
Astenuti: 3 (Bortot, Squarzino Secondina, Venturella)
Il Consiglio approva.
Presidente - Si procederà ad un coordinamento formale delle premesse alla lettera r) per allinearle all'emendamento del Presidente Caveri, che è stato approvato.
Pongo in votazione l'atto nel testo così emendato:
Il Consiglio
a. vista la Convenzione per la protezione delle Alpi, fatta a Salisburgo il 7 novembre 1991, ratificata ai sensi della legge 14 ottobre 1999, n. 403, ed in particolare dal relativo Protocollo in materia di trasporti, che, tra l'altro, mira a garantire che il traffico intralpino e transalpino si svolga incrementando l'efficacia e l'efficienza dei sistemi di trasporto e favorendo i vettori meno inquinanti e con minor consumo di risorse ad un costo economicamente sopportabile;
b. vista la Comunicazione della Commissione europea "La politica europea dei trasporti fino al 2010: il momento delle scelte", che indica linee di sviluppo nella politica europea dei trasporti che siano sostenibili per l'ambiente, in particolare per le zone alpine e la Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio "Mantenere l'Europa in movimento - una mobilità sostenibile per il nostro continente Riesame intermedio del Libro bianco sui trasporti pubblicato nel 2001 dalla Commissione europea" del 22 giugno 2006", che, tra l'altro, ribadisce l'esigenza di promuovere una protezione elevata e migliorare la qualità dell'ambiente;
c. vista la legge regionale 27 maggio 1994, n. 20, recante "Disposizioni in materia di trasporto di merci su strada per la sicurezza della circolazione, la salvaguardia della salute e dell'ambiente ed altre disposizioni per il contenimento della produzione di inquinanti atmosferici", come modificata dalla legge regionale 20 novembre 2006, n. 25, con particolare riguardo al novellato articolo 6, il quale prevede che "sulla base delle conoscenze tecniche e scientifiche disponibili allo stato e delle informazioni derivate dalle iniziative di monitoraggio, studio e controllo disposte ai sensi dell'articolo 3, il Consiglio regionale definisce, ogni due anni, su proposta della Giunta regionale, la media massima giornaliera di veicoli adibiti al trasporto di merci di massa complessiva superiore a 7,5 tonnellate, autorizzata al transito in entrata ed uscita attraverso il traforo del Monte Bianco e il traforo del Gran San Bernardo, in modo distinto, in quanto compatibile con le esigenze di salvaguardia della sicurezza della circolazione, di tutela della salute della popolazione e dell'ambiente";
d. ritenuto di dover procedere, come rappresentato dai competenti dirigenti e in adempimento di quanto prescritto dalla l.r. 20/1994, a formulare al Consiglio regionale una proposta in merito alla media massima giornaliera di veicoli adibiti al trasporto di merci di massa complessiva superiore a 7,5 tonnellate, autorizzata al transito in entrata ed uscita attraverso il Traforo del Monte Bianco e il Traforo del Gran San Bernardo;
e. rilevato come, sulla base del dettato normativo testè citato, la fissazione delle suddette soglie massime debba basarsi su conoscenze tecniche e scientifiche, nonché su informazioni derivate da iniziative di monitoraggio, studio e controllo dei flussi di traffico nel territorio regionale e dei relativi impatti ambientali;
f.) richiamata a tal fine l'indagine condotta dalla Società T-Bridge S.p.a. di Genova, nel quadro dell'incarico conferito dalla deliberazione della Giunta regionale n. 2102 del 3 agosto 2007, e volta a monitorare i volumi di traffico sulle principali arterie stradali valdostane, nell'ambito della quale:
f.1) è stata effettuata un'analisi comparata dei dati raccolti attraverso le indagini al cordone condotte sul territorio regionale svolte tra il 1° e il 18 agosto 2005, e tra il 6 e il 17 agosto 2007, che ha evidenziato un tendenziale calo generalizzato dei flussi per i veicoli pesanti, che attualmente rappresentano il 4% del flusso complessivo, con una diminuzione rispetto al 2005 pari all'1%;
f.2) è stata rilevata una scarsa correlazione tra flussi di traffico pesante e fenomeni di rallentamento o di congestione lungo la Strada Statale 26, in cui la componente legata ai mezzi pesanti risulta essere maggiormente elevata rispetto alla restante viabilità non autostradale;
g. richiamato lo studio effettuato dalla Società T-Bridge S.p.a. di Genova, nel quadro dell'incarico conferito dalla deliberazione della Giunta regionale n. 3926 del 15 dicembre 2006, in merito all'analisi dell'impatto dei traffici in attraversamento del Traforo del Monte Bianco, ottenuta utilizzando le correlazioni tra volumi di traffico e concentrazioni di gas inquinanti, che hanno messo in luce il progressivo, continuo e rapido incremento delle percentuali di veicoli rientranti nella categorie di euroinquinamento "euro 3" e "euro 4"
(anno 2005: euro 1 1%, euro 2 35%, euro 3 64%;
anno 2006: euro 1 1%, euro 2 24%, euro 3 75%;
anno 2007: euro 1 0.7%, euro 2 9.3%, euro 3 83.5%, euro 4 6.5%),
da cui si evince che i volumi di traffico pesante ammissibili all'interno del Traforo in questione possano opportunamente attestarsi tra i 1.500 e i 2.000 veicoli/giorno;
h. dato atto che analogo studio, di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 2073 del 27 giugno 2005, sulla base dei dati all'epoca disponibili e riportati al precedente punto g., aveva individuato una soglia ammissibile pari a 1.500 mezzi pesanti/giorno;
i. considerato che lo studio di cui alla citata deliberazione della Giunta regionale 3926/2006 evidenzia che le rilevazioni effettuate dall'ARPA della Valle d'Aosta nel periodo gennaio-luglio 2005 evidenziano una buona correlazione tra l'aumento del traffico e l'incremento delle concentrazioni di NO2 e PM10;
j. richiamata la relazione dell'ARPA del novembre 2007 intitolata "L'impatto sulla qualità dell'aria del traffico merci internazionale", che contiene i dati relativi alle attività di misura realizzate negli ultimi anni e le valutazioni modellistiche dell'impatto sulla qualità dell'aria prodotto da diverse ipotesi di scenario di traffico internazionale pesante, considerando, tra l'altro, il miglioramento tecnologico del parco circolante di mezzi pesanti e l'evoluzione in aumento dei volumi di traffico registrati, dai quali risulta che il miglioramento tecnologico produce una notevole riduzione delle concentrazioni in tutti i siti esaminati e, quindi, la determinazione di una media massima giornaliera di 1.600 veicoli adibiti al trasporto di merci di massa superiore a 7,5 tonnellate è congruente/compatibile con il rispetto dei limiti normativi e prevedibilmente anche con il rispetto dell'obiettivo di qualità del piano aria regionale;
k. richiamati gli effetti positivi, dal punto di vista dell'impatto ambientale sull'agglomerato urbano del Comune di Courmayeur, determinati dall'apertura al traffico della Galleria autostradale di Dolonne, che consente oggi di evitare che i mezzi pesanti diretti al Traforo del Monte Bianco attraversino, come era inevitabile in passato, il predetto Comune;
l. dato atto che, per quanto concerne il Traforo del Gran San Bernardo, sulla base degli ultimi dati disponibili, riferiti ai transiti rilevati nel periodo gennaio-agosto 2007, non si sono evidenziati volumi di traffico tali da comportare criticità, dal momento che la media massima giornaliera registrata è di oltre 10 volte inferiore ai transiti sull'asse del Monte Bianco;
m. ritenuto che, nonostante i più recenti studi individuino nella forbice 1500-2000 transiti giornalieri la soglia entro la quale l'impatto ambientale del traffico pesante risulta sostenibile e ancorché la situazione sia in progressivo, costante e rapido miglioramento, si rivela opportuno formulare una proposta cautelativa, rispetto all'evidenza dei citati studi e delle conclusioni della relazione dell'ARPA, che non si discosti significativamente dal valor minimo indicato dallo studio effettuato dalla Società T-Bridge S.p.a. di Genova per consentire una circolazione di mezzi pesanti sugli assi autostradali della Valle d'Aosta oggettivamente sostenibile dal punto di vista ambientale, subordinando eventuali successive diverse determinazioni al costante monitoraggio dei livelli di emissioni, tenendo conto del rilevamento dei flussi di traffico pesante, con particolare attenzione ad eventuali picchi, corrispondenti con la media massima giornaliera fissata dal presente atto;
n. considerato necessario rendere permanente un sistema di monitoraggio a tutela della qualità ambientale delle aree interessate dai flussi internazionali di traffico, finalizzato alla valutazione dell'impatto di eventuali superamenti della predetta soglia, anche in relazione alle continue evoluzioni tecnologiche legate al rinnovo delle flotte dei veicoli adibiti al trasporto merci;
o. ritenuto opportuno incaricare ARPA Valle d'Aosta di presentare alla Direzione Ambiente dell'Assessorato Territorio, Ambiente e Opere pubbliche un documento, da sottoporre all'approvazione della Giunta regionale, che dovrà contenere: un piano di monitoraggio della qualità dell'aria e di valutazione dei dati acquisiti (anche per quanto riguarda la sistematicità di eventuali superamenti della media massima giornaliera di transiti autorizzati); una modalità di acquisizione dei dati di transiti ai trafori dalle società di gestione ed un piano di controllo dell'opacità dei gas di scarico relativamente ai due assi di transito internazionale già individuate. Il suddetto documento dovrà essere consegnato entro 2 mesi dall'approvazione dell'atto consiliare che definisce la media massima giornaliera di veicoli adibiti al trasporto di merci di massa superiore a 7,5 tonnellate autorizzata al transito in entrata e uscita, attraverso il traforo del Monte Bianco e attraverso il traforo del Gran San Bernardo;
p. considerato che, per ragioni di opportunità e di economicità dell'azione amministrativa, è preferibile non procedere all'immediata definizione di un sistema di contromisure da attivarsi in presenza del sistematico superamento della soglia di cui all'articolo 6 della richiamata legge regionale 27 maggio 1994, n. 20, soprattutto in considerazione della necessità di disporre dei dati derivanti dal piano di cui al precedente punto o), in merito al reale impatto ambientale di tali eventuali superamenti, e in relazione all'entità e sistematicità dei medesimi;
q. ritenuto opportuno che, al verificarsi di eventuali sistematici superamenti dell'anzidetta soglia massima giornaliera, il Comitato regionale di controllo dei flussi di traffico lungo gli assi internazionali proceda all'esame dei suddetti dati al fine di verificare l'opportunità di proporre alla Giunta regionale l'attivazione del richiamato sistema di contromisure;
r. valutato pertanto che, ai fini della fissazione della media massima giornaliera di veicoli adibiti al trasporto di merci di massa superiore a 7,5 tonnellate autorizzata al transito in entrata e uscita, attraverso il traforo del Monte Bianco e attraverso il traforo del Gran San Bernardo, appare adeguato attestarsi alla soglia di 1.600 veicoli relativamente al primo e a quella di 250 veicoli per il secondo;
Su proposta del Presidente della Regione, Luciano Caveri, di concerto con l'Assessore al Territorio, Ambiente e Opere Pubbliche, Alberto Cerise;
Vista la deliberazione della Giunta regionale n. 4223 in data 29 dicembre 2006 concernente l'approvazione del bilancio di gestione, per il triennio 2007/2009, con attribuzione alle strutture dirigenziali di quote di bilancio e degli obiettivi gestionali correlati e di disposizioni applicative;
Visto il parere favorevole rilasciato dal Capo di Gabinetto e dal Coordinatore del Dipartimento territorio, ambiente e risorse idriche, ai sensi del combinato disposto degli articoli 13, comma 1, lettera e) e 59, comma 2, della legge regionale 23 ottobre 1995, n. 45, sulla legittimità della presente deliberazione;
Visto il parere della III Commissione consiliare permanente;
Delibera
1) di definire, ai sensi dell'articolo 6, comma 1, della legge regionale 27 maggio 1994, n. 20, così come successivamente modificata dalla legge regionale 20 novembre 2006, n. 25, la definizione della media massima giornaliera di veicoli adibiti al trasporto di merci di massa superiore a 7,5 tonnellate, autorizzata al transito in entrata e uscita, attraverso il traforo del Monte Bianco in 1.600 veicoli, e attraverso il traforo del Gran San Bernardo in 250 veicoli;
2) di stabilire che con altra deliberazione della Giunta regionale, da adottarsi successivamente alla fissazione delle soglie di cui trattasi tramite atto consiliare, l'ARPA Valle d'Aosta sarà incaricata di realizzare il monitoraggio della qualità dell'aria e la valutazione dei dati acquisiti (anche per quanto riguarda la sistematicità di eventuali superamenti della media massima giornaliera di transiti autorizzati); di impostare una modalità di acquisizione dei dati di transiti ai trafori dalle società di gestione e la realizzazione dei controlli dell'opacità dei gas di scarico relativamente ai due citati assi di transito internazionale;
3) di stabilire che, in caso di eventuali sistematici superamenti dell'anzidetta soglia massima giornaliera, il Comitato regionale di controllo dei flussi di traffico lungo gli assi internazionali procederà all'esame dei suddetti dati al fine di verificare l'opportunità di proporre alla Giunta regionale l'attivazione del richiamato sistema di contromisure.
Consiglieri presenti e votanti: 30
Favorevoli: 27
Contrari: 3
Il Consiglio approva.