Objet du Conseil n. 2935 du 26 juillet 2007 - Resoconto
OGGETTO N. 2935/XII - Destinazione del Museo regionale a sede museale permanente. (Interpellanza)
Interpellanza
Premesso che:
- l'ala nord dell'immobile sede del Museo regionale, nota come "Cappella della visitazione", a seguito di permuta con il Comune di Aosta, definita in via politico-amministrativa nei primi mesi del 2004, è ora in proprietà dell'Amministrazione regionale;
- nel febbraio 2005 l'allora Assessore alla Cultura, rispondendo ad un'interpellanza del gruppo Casa delle Libertà, confermava l'intendimento di destinare tale immobile all'ampliamento degli spazi espositivi del Museo;
- il Museo regionale è per la maggior parte dei suoi spazi dedicato a mostre temporanee e ad uffici;
- nel maggio 2006 in risposta ad altra interrogazione dello scrivente gruppo il Presidente della Regione evidenziò che non era ancora stato formalizzato con atto notarile il passaggio di proprietà;
- l'immobile permane tuttora in stato di abbandono;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
il Presidente della Regione per conoscere:
1) se è stato formalizzato con atto notarile il passaggio di proprietà se sono state già avviate le progettazioni;
2) quali sono le tempistiche previste per il recupero dell'immobile indicato in premessa;
3) se non ritenga insufficienti gli spazi museali permanenti rispetto alla storia che ha caratterizzato la Valle d'Aosta nei secoli e all'ingente patrimonio di reperti giacenti nei magazzini regionali;
4) se non ritenga opportuno decentrare in altri sedi le esposizioni temporanee, destinando l'intero fabbricato di Piazza Roncas a sede museale permanente.
F.to: Frassy - Lattanzi
Presidente - La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Per mozione d'ordine. Per vedere come organizzare i lavori e per una valutazione della minoranza per la nomina di un membro della minoranza nel Comitato per Sant'Anselmo, se potevamo avere 5 minuti di sospensione per i gruppi di minoranza.
Presidente - Va bene dopo l'interpellanza? Facciamo l'interpellanza e poi sospendiamo.
La parola al Consigliere Frassy.
Frassy (CdL) - L'argomento non è sicuramente nuovo a questo Consiglio, perché su tale ampliamento nell'ala nord, più nota come Cappella della visitazione, abbiamo avuto modo di parlare già in occasione di altre nostre iniziative ispettive, ma di parlarne anche in sede di Commissione. Nelle premesse dell'interpellanza si parte dal 2004, in realtà la vicenda ha una datazione più lontana nel tempo. Già sul finire della scorsa legislatura nel 2002 un'iniziativa presentata sempre dal nostro gruppo aveva avuto come risposta da parte dell'allora Giunta che vi fosse la necessità di arrivare alla permuta fra diversi beni, perché, come ricordiamo nelle premesse, l'ala nord del Museo regionale, che attualmente è in uno stato di abbandono, era in proprietà comunale, nel 2002 si sosteneva l'esigenza di andare alla permuta per poterla inserire sin da subito nel Piano triennale delle opere dei beni archeologici e storici ed avviare le progettazioni. Da allora sono passati 5 anni e almeno a vedere da cittadino che passa in Piazza Roncas non sembra che di passi ne siano stati fatti molti. Nel 2004 era stata definita in via politica con un accordo politico fra il Comune di Aosta e la Regione l'intesa sulla permuta, ma nel 2006 non risultava essere ancora formalizzata con atto notarile la permuta stessa. Da quel 2004, data in cui ci fu l'accordo politico, sono passati 3 anni e mezzo e non abbiamo più avuto notizie. Infatti domandiamo fra i vari punti se l'atto notarile è stato formalizzato, anche perché in 2 diverse occasioni ci si disse che, fintanto che non era formalizzato l'atto notarile, non c'era possibilità di poter disporre del bene e di conseguenza anche la parte progettuale era subordinata al perfezionamento dell'atto notarile.
Verificata la formalizzazione dell'atto, vorremmo capire le tempistiche di questo recupero, che sarà forse un recupero complesso, ma non riteniamo che possa avere una complessità tale da giustificare dei tempi che ormai non sono più giustificabili e poi pensiamo che, proprio in un concetto di turismo, che dovrebbe essere la prima risorsa di questa Regione, sugli spazi museali vada fatta una riflessione seria. Siamo una Regione ricca di storia per tutti quegli insediamenti che da prima della conquista romana hanno caratterizzato la nostra Regione. Abbiamo un'enormità di reperti archeologici che partono dal megalitico passando per l'epoca romana e continuando per l'epoca medioevale, abbiamo magazzini immensi con gran parte di reperti catalogati, una buona parte ancora da catalogare, da definire e da valorizzare, ma non abbiamo un museo. Al di là del fatto che quello di Piazza Roncas venga definito Museo regionale, in realtà lo spazio museale, intendendo quello dell'esposizione permanente, è minimale, perché una buona parte è adibito ad uffici della Sovrintendenza e la stragrande parte degli spazi sono sostanzialmente dedicati alle cosiddette "mostre temporanee", che sono sicuramente degli eventi importanti in alcuni casi, che attirano anche turismo e visitatori, ma è evidente che una città e una Regione come la nostra, con una storia ricca dome la nostra, dovrebbe avere un museo che possa essere un'attrattiva turistica. Pensiamo a quello che è il Museo egizio di Torino, dove ci sono visite organizzate dalle scuole piemontesi - e non solo -; penso che un museo dell'epoca romana in Valle d'Aosta potrebbe essere forse non in concorrenza con i Musei vaticani, ma potrebbe essere un museo di grande interesse perlomeno nell'ambito dell'area del nord Italia o quanto meno del nord ovest. Vorremmo allora capire se lei non concordi con noi sull'insufficienza e il sacrificio di non esporre questi reperti e, di conseguenza, di decentrare in altre sedi, e sono i vari castelli, le varie torri o quelle che andranno ad essere individuate, le esposizioni permanenti per poter dare alla Regione un museo che sia degno della definizione.
Queste in sintesi sono le premesse e le domande di tale interpellanza, a seguito della sua risposta mi riserverò alcune considerazioni.
Président - La parole à l'Assesseur à l'éducation et à la culture, Viérin Laurent.
Viérin L. (UV) - Pour ce qui est de la question de l'acte, la formalisation du changement de propriété de la Chapelle de la visitation n'a à aujourd'hui pas encore fait l'objet d'un acte officiel et je vous dirai pourquoi, car j'ai demandé la documentation et je veux préciser que c'est un acte qui ne prévoit pas seulement le passage de propriété de cette partie du Musée archéologique, mais toute une série d'autres immeubles, ce qu'on appelle le "permutone" entre la Région et la Commune d'Aoste. Cette permuta a été approuvée en mars 2003 et dans ce passage de propriété, qui est déjà auprès d'un notaire, il y a aussi d'autres problèmes qui ont concerné pas le passage du Musée en question, mais d'autres biens: c'est 18 biens qui doivent passer de la Région à la Commune et 11 de la Commune à la Région. J'ai donc essayé aussi d'accord avec le collègue Marguerettaz de solliciter la Commune d'Aoste, ce matin on a eu une rencontre avec le Syndic d'Aoste, où je leur ai rappelé cette question dont j'avais parlé avec le collègue Marguerettaz et pour cet automne nous essaierons de formaliser le tout, mais c'est un problème de retards qui a concerné d'autres biens et pas ce bien en question.
Je vais répondre pour ce qui est des autres points. Dès que le changement de propriété sera officiel, sur les temps nous essaierons de lancer les procédures d'attribution du mandat de conception relatif à l'agrandissement des salles d'exposition du Musée archéologique et, en essayant de faire un calcul sur les temps, si l'on tient compte du fait qu'après l'approbation d'un éventuel projet il faut encore, dans la mesure des ressources financières disponibles... le marché relatif aux travaux soit attribué et puis que ces travaux soient effectués, la restauration de ce bâtiment devrait demander environs 2 ans dans son ensemble dès l'approbation du projet d'exécution et de l'attribution du marché y afférent. Cela c'est pour le point n° 2.
Pour ce qui est du mérite des considérations que vous avez faites et en ce qui concerne les salles d'exposition et en raisonnant aussi en perspective, je vous ferais remarquer que, d'un côté, à l'heure actuelle le Musée archéologique présente le témoignage le plus significatif qui ait été découvert dans la Vallée d'Aoste et propose un itinéraire qui part du mésolithique au moyen âge, en offrant au passage la possibilité de visiter d'une part les ruines romaines, mises à jour et valorisées dans le cadre des sites souterrains, portion de l'enceinte romaine d'Augusta Pretoria et mur de la zone nord du forum et, d'autre part, une exposition de monnaies anciennes, qui est la fameuse "Fondation Pautasso", que la veuve Pautasso a donnée à la Région. Notre Musée donc est un site d'exposition d'une certaine envergure, où le visiteur peut identifier les éléments saillants de l'histoire et de l'archéologie de la Vallée d'Aoste, à charge - et celle-ci c'est un peu la philosophie qui a été mise en place - pour lui de rechercher dans le contexte territorial les approfondissements qui l'intéresse.
En essayant donc de m'insérer sur ce que vous disiez, c'est-à-dire d'augmenter les cites avec expositions permanentes, l'idée est celle de créer un centre catalyseur dans le Musée archéologique, qui relance dans le territoire... et là oui la possibilité d'évaluer d'autres sièges dans les châteaux ou dans d'autres bâtiments et biens culturels que nous avons l'intention de restaurer, où ils puissent retrouver un fil rouge et un fil logique. Cela parce que je crois qu'il y ait le devoir de diversifier, aussi d'un point de vue territorial, l'offre culturelle de la Vallée d'Aoste; donc un grand "moteur" au Musée archéologique et étudier quoi faire de cette partie en plus... et le valoriser comme élément catalyseur pour le relancer sur le territoire, donc précisions que justement des études actuelles sont en cours de vue d'une réorganisation de l'itinéraire des visites et des aménagements souterrains au Musée. A mon avis, il ne fait aucun doute que la restauration de la Chapelle de la visitation apportera un surplus indéniable à tout le complexe muséal et sur cela on devra raisonner, mais je veux aussi défendre la conception de l'itinéraire de visites actuel dans son ensemble, pensé comme un témoignage de la culture matérielle ancienne, qui renvoie le visiteur au territoire et qui devra rester inchangé, mais c'est une réflexion. De plus en perspective il y aura le Musée de Saint-Martin de Corléans qui prévoit environ 3.000 mètres, qui est en phase de construction et qui devra être Musée permanent, sur cela on doit encore raisonner, je ne sais pas si ce sera un musée de la préhistoire ou un musée archéologique, quand même c'est un espace de presque 3.000 mètres, qui s'ajoutera au panorama des espaces des expositions permanentes.
Pour ce qui est du point n° 4, c'est-à-dire le passage que vous avez fait sur les expositions temporaires, je crois que l'atout est de créer un "mix" entre exposition temporaire et exposition permanente. C'est-à-dire que cette programmation, qui s'étend pour cette année, mais aussi pour la prochaine année, fait de façon que ce flux de visiteurs soit attiré par cet événement... mais qui a des retombées aussi sur les entrées du Musée archéologique. À mon avis donc "oui" à un système mixte: exposition permanente et temporaire, qui peut enrichir avec de nouveaux espaces cet aspect. Cela pour dire qu'à mon avis la présence simultanée d'expositions permanentes et temporaires diversifie aussi et renouvelle notre offre culturelle et touristique, donc je crois que nous avons mis en place ici une synergie efficace que d'autres réalités en Italie ont la tendance maintenant à mettre à point la synergie entre permanente et non permanente, mais pour ce qui est de l'agrandissement, formalisé l'acte, ce sera ce surplus qui pourra créer d'un côté l'agrandissement des espaces, mais aussi une synergie entre ces 2 aspects.
Président - La parole au Conseiller Frassy.
Frassy (CdL) - Noi ci aspettavamo qualcosa in più dalla sua risposta, nel senso che è demoralizzante apprendere che da quel lontano marzo 2003 ad oggi non il Comune di Chamois - che cito sempre come esempio di piccola amministrazione con risorse umane e forse anche finanziarie esigue -, ma l'Amministrazione regionale con i suoi quasi 145 dirigenti non riesca a fare un atto notarile. A questo punto, Assessore, la responsabilità diventa politica, perché capisco che un atto notarile possa slittare di una settimana o di un mese, o di qualche mese, ma non riesco a concepire che un'amministrazione come la nostra non riesca a gestire un atto notarile in 5 anni, perché, se mettiamo 5 anni per gestire un atto notarile, è ovvio che le opere pubbliche non vanno avanti! Sicuramente la complessità delle opere pubbliche è di gran lunga maggiore della complessità di fare un atto notarile, che peraltro lo fa il notaio. Vi è allora qualcosa che non funziona in quella che è - usando a prestito una terminologia militare - la catena di comando, vuol dire che vi è qualcuno che non risponde e prescinde dalle priorità politiche. Penso che la permuta di certi beni fosse fatta anche in virtù di un progetto politico-amministrativo; che si siano dovuti susseguire ben 3 Assessori, con l'"interim" del Presidente della Regione e che ciononostante in 5 anni non sia accaduto niente è grave. Noi lo ribadiamo oggi: è grave, ci auspichiamo che l'impegno che lei ha rinnovato per questo autunno venga da lei monitorato, affinché possa essere concretizzato, altrimenti prenda quei provvedimenti necessari per far sì che la macchina amministrativa risponda agli "input" politici.
Cosa dire poi sulle considerazioni più prettamente culturali? Pensiamo che le attività museali abbiano una grande capacità attrattiva dal punto di vista turistico, a prescindere dal valore culturale che danno alle sedi che le vanno ad ospitare. Sappiamo che vi sono musei che sono famosi in tutto il mondo, che attirano milioni di visitatori. È difficile competere con i Musei vaticani e con il "Louvre" ma, quando si dice che la Valle d'Aosta non può vivere solo di turismo invernale, si intende dire che vogliamo creare qualcosa e quel qualcosa dovrebbe essere la valorizzazione di quello che abbiamo e un museo di un certo tipo in Aosta o in Valle d'Aosta non esiste. Rispetto alla vecchia casa "Boson", che stava dietro a Sant'Orso, non abbiamo fatto grandissimi passi avanti. Le ricordo che esiste un progetto datato, ma un progetto completo che aveva definito l'allestimento in dettaglio di qualcosa come una ventina di stanze espositive per l'attuale sede museale ed era stato fatto fare all'interno delle risorse degli uffici che si occupano dell'argomento. Quel progetto è stato rinchiuso in qualche cassetto, di quelle 18-20 stanze se ne sono allestite solo un paio.
Assessore, è indecoroso il modo in cui è sistemata l'"esposizione Pautasso": in una stanzetta che era destinata ad altri scopi e dove viene ammassata una quantità di monete, che comunque sono una minima parte rispetto ad una collezione a dire di tutti con un valore infinito, una collezione che ha la presunzione di poter competere ai massimi livelli mondiali. La "collezione Pautasso" è esposta malamente e per una parte minimale quando invece potrebbe essere esposta con un'attrattiva che però non sortisce quella stanzetta e mezza che le è dedicata. La invitiamo perciò a dare maggiore priorità a questo aspetto organizzativo e divulgativo delle radici culturali e del patrimonio storico-culturale della nostra Regione, non solo per valorizzare una Regione che è conosciuta per la Fontina e ci sta bene, è conosciuta per lo stambecco e ci sta bene, ma dovrebbe essere anche conosciuta per la sua cultura. Una cultura che passa attraverso una storia secolare e che spesso il turista nel passare trova poche tracce, tracce che possono essere forse quelle più suggestive dei castelli che spesso sono chiusi o perché non ci sono le mostre temporanee, o perché sono in ristrutturazione, ma che alla fine non consentono alla Regione di creare quel sistema turistico di cui tanto spesso si parla. Abbiamo la visita dei castelli della Loira, abbiamo la visita delle ville sul Brenta e tutta una serie di percorsi turistico-culturali costruiti, in questa Regione vi sono le risorse, ma non vi è la capacità di costruire tale rete. Penso che uno degli argomenti sui quali lei ha il dovere istituzionale di riflettere sia proprio questo: creare un sistema turistico. Fino ad oggi l'offerta turistica è stata spesso frutto di un'inframmezzata improvvisazione, che ci dà tutti i problemi che ben conosciamo, perciò la invitiamo ad approfondire questi temi e a considerare le riflessioni che abbiamo fatto.