Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 2240 du 8 novembre 2006 - Resoconto

OGGETTO N. 2240/XII - Tempistica per l'aggiornamento del piano delle attività estrattive. (Interrogazione)

Interrogazione

Ricordata la Legge regionale 15 del 1996 "Norme per la coltivazione di cave e torbiere, per il reperimento dei materiali di cava e per il riassetto delle cave abbandonate" che prevedeva all'articolo 5 comma 6 la verifica del piano delle attività estrattive almeno ogni tre anni;

Constatato che il piano degli inerti risale al 2 giugno 1994, quello del pietrame al 214 giugno 1995 e quello del marmo all'8 giugno 2000;

Venuti a conoscenza che un nuovo piano per tutte e tre le categorie estrattive è stato predisposto per incarico dell'Amministrazione regionale, da un noto professionista ed è attualmente a disposizione degli uffici regionali;

I sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

La Giunta regionale per conoscere:

1) i tempi previsti per l'aggiornamento del Piano delle attività estrattive, per tutte le tipologie;

2) quali siano gli ostacoli o le difficoltà che si sono presentati nella predisposizione di tale piano, in particolare nel confronto con le comunità locali.

F.to: Sandri - Fontana Carmela - Ferraris - Fiou

Presidente - La parola all'Assessore al territorio, ambiente e opere pubbliche, Cerise.

Cerise (UV) - Una provocazione per il collega Sandri: non sarebbe male portare i bambini delle scuole a vedere le cave della Valle d'Aosta...

Sandri (fuori microfono) ... sono d'accordo...

Cerise (UV) - ... l'incarico per la revisione del Piano regionale delle attività estrattive era stato affidato dalla Giunta regionale nel 1998 all'Ing. Ravet. Il lavoro di aggiornamento era stato interrotto nel periodo alluvionale per ovvi motivi, non ultimo per l'avvio del piano degli interventi straordinari e di rendere coerenti le attività estrattive con i vincoli e i regimi di salvaguardia dettati dalle circostanze a seguito dell'alluvione. Il cambiare di queste condizioni fisiche e vincolistiche legate ad alcune aree del territorio regionale ha comportato un'ulteriore integrazione dello studio correlato, finalizzato ad approfondire le tematiche legate al dissesto idrogeologico e ai nuovi vincoli di natura territoriale in corso di adozione da parte dei vari Comuni valdostani, in adempimento degli obblighi previsti dal Piano stralcio di assetto idrogeologico dell'Autorità di bacino del fiume Po e dalla la legge regionale n. 11/1998. Una prima bozza del piano, consegnata a dicembre 2005, è stata esaminata dalla struttura competente sia per quanto riguarda gli aspetti di natura tecnico-amministrativa legati alle coltivazioni, sia per gli aspetti di compatibilità delle varie indicazioni propositive con le problematiche di natura idrogeologica via via in corso di definizione con le approvazioni delle cartografie degli ambiti inedificabili, riferite alle problematiche di natura idrogeologica. Le procedure tecnico-amministrative di approvazione del piano, complessivamente nelle sue 3 parti (inerti, pietrame e marmi), così come definite dalla legge regionale n. 15/1996, prevedono la trasmissione del piano al Servizio di valutazione d'impatto ambientale, per le osservazioni del Comitato scientifico e la successiva approvazione da parte della Giunta regionale. Contestualmente si dà corso all'invio del materiale documentale, su supporto informatico, ai singoli componenti del Comitato scientifico, alle amministrazioni comunali, con presentazione presso il CELVA del piano stesso, alle Associazioni di categoria ed all'Autorità di bacino del fiume Po. Conclusi i controlli di dettaglio e ritarati alcuni aspetti di tipo tecnico, contiamo di trasmettere il piano entro il 15 novembre 2006, termine a partire dal quale decorreranno i 60 giorni massimi per l'approvazione da parte della Giunta regionale della valutazione dell'impatto ambientale e per la predisposizione della deliberazione di adozione del Piano da parte del Consiglio regionale, su proposta della Giunta stessa. In questa fase è bene sottolineare che il Consiglio non lo approva, ma lo adotterà perché si aprirà la fase di concertazione, cioè in seguito all'adozione da parte del Consiglio regionale, le amministrazioni comunali e le associazioni potranno fare osservazioni, dare suggerimenti, esprimere pareri e quant'altro, quindi una fase molto pubblica. A conclusione di questa fase, su proposta della Giunta, il Consiglio approva definitivamente il piano.

Faccio un inciso. Nel 2005, quando abbiamo preso visione della prima bozza di piano delle attività estrattive, abbiamo preso atto che c'erano tutta una serie di problemi legati in particolare a Comuni che avevano delle difficoltà ad assentire queste attività, per cui con legge regionale n. 1/2005 abbiamo stabilito che la Giunta regionale può autorizzare l'apertura di nuove cave - mi dispiace che non vi sia il collega Viérin che aveva posto questo problema - esclusivamente nelle aree già previste nei piani approvati precedentemente all'entrata in vigore della legge stessa, previo parere favorevole dei Comuni interessati, secondo le procedure di cui agli articoli 7 e 8: questo perché precedentemente la normativa escludeva questa possibilità, che era limitata solo ai 3 anni dalla data di scadenza del piano. L'impostazione del piano risale al 1998 e da allora ci sono state numerose modifiche, relativamente poche da un punto di vista giuridico normativo, ma molte da un punto di vista territoriale e di collocazione delle stesse attività estrattive. Va ricordato che da allora sono passati 2 mandati amministrativi a livello comunale, in qualche caso le amministrazioni che sono subentrate hanno dato altre interpretazioni a questa problematica rispetto a quelle precedenti. Per dirla in altri termini, a fronte di una disponibilità all'apertura delle cave manifestata dalla precedente amministrazione, quella che è arrivata dopo ha manifestato un'attitudine di tipo più restrittivo. Queste sono le difficoltà che hanno fatto slittare, rispetto ai tempi previsti, la predisposizione del piano che si sta concludendo e sul quale avremo modo di fare ulteriori confronti nelle sedi previste dall'iter procedurale.

Presidente - La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (GV-DS-PSE) - Ringrazio l'Assessore, la risposta è stata ampiamente esaustiva e auspico che i tempi che ha detto siano rispettati, in particolare quello del 15 novembre, perché apre quella fase di confronto in cui anche i tempi sono più certi, sempre con l'auspicio di tornare ad essere efficienti come nel secolo scorso quando il canale di Panama è stato fatto in 8 anni. Possiamo quindi diventare tutti un po' più efficienti... non c'era stata l'alluvione evidentemente!