Compte rendu complet du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 3185 du 15 avril 2003 - Resoconto

OGGETTO N. 3185/XI Discussione congiunta del rendiconto 2002 e dell'assestamento del bilancio 2003.

Président Je propose, si le Conseil est d'accord, une discussion conjointe des deux projets de loi.

La parole au rapporteur, le Conseiller Praduroux.

Praduroux (UV)Illustro il disegno di legge n. 191. Ci avviamo verso la conclusione di questa legislatura e anche i tempi per l'esame e l'approvazione del consuntivo vengono anticipati rispetto al periodo normale.

Dall'analisi dell'ultimo documento contabile non emerge certamente l'attitudine al disimpegno. Al momento di tirare le somme per quanto è stato fatto emerge invece la consapevolezza di una maggioranza di Governo che ha operato con la volontà di gettare lo sguardo in avanti, per consolidare i buoni risultati conseguiti in questi anni e metterli a frutto per garantire solide occasioni di sviluppo sociale ed economico a favore dell'intera comunità regionale. Va sottolineato questo atteggiamento serio, responsabile e maturo dimostrato dalla maggioranza e dall'Esecutivo che in questi anni ha saputo, anche di fronte a difficoltà come quelle create dall'alluvione, improvvise ed imprevedibili, superare onde e acque tempestose per tenere ben saldo il timone e proseguire con una navigazione sicura.

Passando all'esame delle cifre contenute nel documento contabile di cui ci stiamo occupando, l'esercizio finanziario 2002 chiude con un avanzo di amministrazione di 127 milioni circa di euro, comprensivo dei fondi statali e comunitari accertati e non impegnati per un ammontare di 21 milioni circa. Questa quota di fondi statali e comunitari, in base all'articolo 11 del medesimo disegno di legge, è da attribuire all'esercizio 2003 con apposita legge di assestamento del bilancio. Nel corso della gestione il bilancio di previsione 2002 ha subito variazioni previste dalle leggi regionali 16 luglio 2002, n. 14 e 14 novembre 2002, n. 22. La gestione di competenza relativa alle entrate e alle spese iscritte in bilancio 2002 presenta un disavanzo pari a 37 milioni circa di euro. Disavanzo che diviene un avanzo pari a 40 milioni di euro circa, in seguito all'applicazione dell'avanzo di amministrazione dell'esercizio finanziario 2001 che era di 77 milioni di euro. Si tratta di un risultato che segnala una corretta gestione delle risorse affidate dal Consiglio regionale all'Esecutivo al momento dell'approvazione della legge di bilancio n. 39 dell'11 dicembre 2001. In particolare vi sono alcuni indici che segnalano il buon andamento dell'economia regionale. Si registrano infatti alcuni scostamenti tra le entrate previste e quelle accertate. Quelli più significativi riguardano l'Irap con 15 milioni di euro in più a testimonianza di una crescita di gettito con una tendenza superiore rispetto a quella degli anni precedenti. Scostamenti che riguardano in particolare anche l'Iva, l'Irpeg e l'imposta sull'energia. Gli esiti positivi legati all'acquisizione da parte della Regione delle attività legate alla produzione e distribuzione di energia elettrica stanno confermando dunque un evidente e rilevante incremento di gettito.

Dall'analisi comparata anche degli ultimi tre consuntivi emerge, proprio negli indicatori maggiormente collegati all'andamento dei settori economici e produttivi, una tendenza costante e significativa di incremento anche notevole: siamo di fronte quindi alla conferma sulla validità delle scelte operate dalla maggioranza di governo che in questi cinque anni di legislatura ha saputo individuare e rendere operativi gli strumenti più validi per garantire lo sviluppo economico e sociale della Regione.

Sul versante delle spese si evidenzia la capacità dell'Amministrazione di obbligarsi verso l'esterno con una percentuale di impegni pari al 92 percento delle somme iscritte come previsioni.

Venendo alla gestione dei residui, il 46 percento tra quelli attivi è stato riscosso nel corso del 2002, mentre nel 2001 si era al 33 percento. L'ammontare complessivo risulta fortemente condizionato dal titolo I, ma anche del titolo II e III, situazione dovuta al maggiore gettito di tributi erariali nel 2002 e da contributi e finanziamenti statali e comunitari dovuti alla Regione, ma non ancora introitati dalle casse regionali. Resta comunque il dato positivo dell'incremento del volume di riscossione in corso d'anno rispetto al 2001, che ha contribuito alla riduzione del volume in carico ad inizio anno. Risulta invece costante, sul versante dei residui passivi, la percentuale di pagamento che anche per il 2002 si attesta sul 42 percento, con un volume di debiti trasferito all'esercizio 2003 pari al 45 percento.

In conclusione volgiamo lo sguardo alla situazione di cassa che, in seguito ai pagamenti effettuati nel corso del 2002, registra un fondo cassa al termine dell'esercizio che ammonta a 64.300.000 euro.

La situazione patrimoniale in chiusura di esercizio presenta un risultato positivo valutato complessivamente in 737.207 euro con un miglioramento patrimoniale rispetto all'anno precedente di 49.070 euro.

Président Je remercie pour le rapport.

La parole toujours au Conseiller Praduroux, pour son deuxième rapport.

Praduroux (UV)Illustro il disegno di legge n. 196.

Sono due i capi in cui si articola questo disegno di legge regionale: il capo I disciplina l'assestamento di bilancio di previsione per l'anno finanziario 2003. Sempre al capo I sono stabilite le modifiche e le integrazioni da apportare ad alcune norme collegate al bilancio. Il capo II invece si occupa della determinazione della variazione al bilancio di previsione 2003 e per il triennio 2003/2005, ai fini dell'applicazione dell'avanzo di amministrazione.

Il disegno di legge regionale n. 196 fa seguito all'approvazione del rendiconto generale dell'esercizio finanziario 2002. L'obiettivo degli interventi adottati è quello di favorire un adeguato utilizzo delle risorse rideterminando alcuni stanziamenti alle effettive esigenze di spesa, così come risulta dal periodo di gestione.

Nel capo I viene rettificata la consistenza dei residui attivi iscritti a bilancio in via presuntiva: il conto dei residui attivi viene così rideterminato in circa euro 969 milioni. Per quanto riguarda invece la consistenza dei residui passivi, a seguito delle opportune variazioni, il conto risulta rideterminato in circa euro 906 milioni.

All'articolo 3, a seguito delle risultanze derivanti dal conto reso dal tesoriere alla chiusura dell'anno finanziario 2002, si procede all'aggiornamento del Fondo iniziale di cassa che risulta definito in circa euro 64 milioni.

Le modifiche alle leggi che prevedono voci di spesa, così come sono proposte dal presente disegno di legge, consentono di operare gli adeguamenti utili per garantire risposte più incisive alle esigenze rilevate nei diversi settori e a rendere nel contempo più razionale ed efficace l'azione amministrativa.

Vi è da segnalare tra gli interventi adottati all'interno del capo I, la rideterminazione dell'ammontare delle risorse destinate al settore della finanza locale. Il razionale utilizzo delle risorse perseguito da questo disegno di legge è sostenuto dall'utilizzo della quota dell'avanzo di amministrazione che deriva dalle economie realizzate nell'esercizio 2002 nel settore della finanza locale con vincolo di destinazione. Tale quota ammonta ad euro 5.703.554. Si interviene a sostegno degli investimenti destinando a questo scopo 1.792.637 euro per il finanziamento dei programmi Fospi. La restante parte della quota è destinata per euro 3.910.917 ai trasferimenti finanziari con vincolo settoriale di destinazione. Da segnalare ancora nel capo I, l'articolo 9 attraverso il quale si provvede ad iscrivere in bilancio lo stanziamento corrispondente alla quota di capitale iniziale della Società "Casinò de la Vallée S.p.A." che la Regione intende sottoscrivere alla costituzione, pari a euro 500.000. Per gli interventi relativi alla valorizzazione del Forte e del Borgo di Bard, è disposto dall'articolo 11 l'aumento di circa euro 3 milioni della quota a carico dell'esercizio finanziario 2003. Sempre al capo I, con l'articolo 12 si autorizza la Giunta regionale a trasferire all'Università della Valle d'Aosta la somma di euro 68.411 che deriva dal saldo netto della liquidazione della Consulta regionale dell'economia e del lavoro. L'attività di ricerca in campo economico potrà così contare su questo apporto finanziario.

Con il capo II si procede alle variazioni ritenute necessarie sia per il bilancio di previsione 2003, sia per quello triennale 2003/2005.

L'utilizzo dell'avanzo di amministrazione si rivela elemento centrale che consente di destinare circa 21 milioni di euro all'iscrizione di fondi statali e comunitari e 23 milioni di euro sono destinati al trasferimento alla gestione speciale presso la Finaosta. Da segnalare ancora tra gli stanziamenti: a favore dell'obiettivo programmatico relativo alle calamità e protezione civile vanno 17 milioni circa di euro, 5 milioni di euro per il ripristino delle infrastrutture rurali danneggiate a seguito di eventi alluvionali, 4 milioni di euro per interventi migliorativi sui fabbricati aziendali e d'alpe.

Président La discussion générale est ouverte.

La parole à l'Assesseur au budget, aux finances et à la programmation, Agnesod.

Agnesod (UV)Non aggiungo altro alle due relazioni del relatore che ringrazio congiuntamente alle commissioni che hanno esaminato questi due disegni di legge. Il tempo è stato breve, ma lo è stato per tutti quest'anno in quanto, con la scadenza elettorale, siamo stati obbligati a fare un lavoro in uno spazio temporale minore.

Volevo annunciare la presentazione di alcuni emendamenti, che vi saranno distribuiti. Se ci saranno dei chiarimenti… saranno gli amministratori competenti che hanno poi la motivazione degli emendamenti stessi…

Il primo emendamento riguarda una norma transitoria per quanto riguarda il personale volontario dei vigili del fuoco che può essere chiamato in servizio temporaneo. Il limite massimo di 160 giorni, previsto dall'articolo 37, comma 1, della legge regionale n. 20/2002 è elevato, esclusivamente per il 2003, a 320 giorni; questo per sopperire la carenza di organico e il fatto che non siano stati ancora avviati i bandi per le assunzioni.

Secondo emendamento. L'assestamento prevede disposizioni per l'utilizzo di immobili regionali destinati ad attività produttive. Il canone di locazione applicabile alle imprese industriali, alle cooperative di produzione e lavoro operanti alla data di entrata in vigore della legge n. 14/2001 - quella che aveva spostato di un anno, a causa dell'alluvione, gli obblighi di pagamento dei canoni di affitto degli immobili industriali - assume come riferimento il conto di patrimonio della Regione alla data del 31 dicembre 2000 per applicare l'aliquota del 2%. Le indennità dovute dai soggetti per l'occupazione di immobili di proprietà per i periodi antecedenti sono determinate secondo quanto previsto dall'articolo 4 della legge n. 1/98, vale a dire il canone al 31 dicembre 1997, quindi il rendiconto 1997 contiene i valori di riferimento.

Il terzo emendamento concerne il trasporto dei disabili. In questo caso si aggiunge un punto, in cui viene prevista la possibilità di procedere il sostegno sugli spostamenti per i casi di particolare gravità, relativi ad una temporanea condizione di disabilità.

Il quarto emendamento si riferisce all'autorizzazione alla legge n. 16, che è la legge sulla gestione straordinaria della Finaosta, di acquisizione di immobili. In questo caso precisiamo che si tratta di immobili di interesse regionale per l'attività della Casa da gioco di Saint-Vincent, che potranno essere concessi in uso al gestore della casa da gioco stessa alle condizioni stabilite per i beni immobili di proprietà regionale.

L'emendamento successivo si riferisce alla modifica della legge regionale n. 26/1996 e concerne in particolare i procedimenti di responsabilità amministrativa dei membri del Consiglio e della Giunta. Le spese per l'applicazione gravano sui corrispondenti capitoli del bilancio di quest'anno.

L'ultimo emendamento è riferito ad un articolo della sanità. L'inserimento del comma 7 prevede la rilevazione del fabbisogno di personale laureato non medico ai fini della ripartizione annuale delle borse di studio per la frequenza delle scuole di specializzazione. Non essendo ad oggi applicata, non consente la stipula di convenzioni per l'attivazione di posti riservati di formazione in aggiunta a quelli ordinari stabiliti dalla programmazione nazionale ai sensi della legge regionale. Con questo emendamento pertanto si prevede la corresponsione delle borse di studio regionali direttamente ai laureati non medici in possesso dei requisiti previsti dalla legge regionale in argomento.

Mi riservo di fare la replica a conclusione della discussione generale.

Président Nous sommes en discussion générale.

La parole au Conseiller Beneforti.

Beneforti (PVA-cU)Siamo chiamati, a chiusura della legislatura, ad approvare il bilancio consuntivo del 2002 e un assestamento del bilancio di previsione per il 2003 che, per quanto prevede, è praticamente una nuova finanziaria. Si tratta di un assestamento e di una nuova finanziaria che risentono del clima elettorale in cui ormai ci troviamo.

È vero che nell'esercizio 2002 si è registrato un avanzo di amministrazione di 106 milioni di euro circa - e questo è indubbiamente positivo -, avanzo che deriva da maggiori entrate e una parte dall'aver saputo recuperare dei crediti, come ha affermato l'Assessore Agnesod. Mi auguro che tale azione di recupero dei crediti continui e non si fermi solo a questo esercizio, perché nel passato poco è stato fatto in tal senso, ma ciò che lascia perplessi è come è stato stravolto il bilancio di previsione per il 2003 e gli anni seguenti. Alla vigilia delle elezioni ci viene presentata una nuova finanziaria che toglie e mette a seconda del capitolo di spesa, si salta da una parte all'altra… si coprono i buchi che si erano fatti, cercando di accontentare un po' tutti. Questo rappresenta un piano elettorale indubbiamente a favore del movimento di maggioranza relativa, del resto non c'è da meravigliarsi: il bilancio è sempre stato lo strumento con il quale si investe secondo il ritorno che si vuole avere sul piano politico ed elettorale! Si è tenuto conto di questo obiettivo, anzi si è guardato più a questo obiettivo che a quell'etica politica e morale, che dovrebbe essere al centro di una gestione pubblica e, in particolare, di una gestione di una Regione a statuto speciale! Per questo nel vostro operato si riscontrano molte ombre, anche se c'è qualche luce! La vostra è stata ed è un'amministrazione ordinaria, alla giornata, dove sono assenti punti qualificanti, perché mi si deve dire quali sono i punti qualificanti sia di questo bilancio consuntivo - non c'erano neanche in quello di previsione per il 2002 -, sia della finanziaria. Distribuite, come dicevo, la disponibilità finanziaria a vostro uso e consumo, facendo con leggi e leggine quella politica assistenziale che non crea sviluppo, né tanto meno ricchezza; accontentando qualcuno, indubbiamente, ma non creando i presupposti che ci dovrebbero essere per una politica delle risorse, che è quella dello sviluppo e della ricchezza. La nostra economia regge fino a quando abbiamo risorse da distribuire perché, nonostante le possibilità esistenti, non si sono create le condizioni, le basi per un'economia diversa, un'economia capace di garantire lo sviluppo; di salvaguardare i diritti, gli usi e i costumi dell'autonomia regionale; di operare in difesa dei più deboli, al di fuori di ogni clientelismo ed assistenzialismo; di fare dell'autonomia lo strumento per rendere la Valle d'Aosta sempre più moderna e creativa; di farsi carico della qualità della vita dei suoi cittadini; di affrontare problemi come quello ecologico, educativo, della sanità, della tutela della vita in ogni suo momento; di riuscire a liberarsi dai protagonismi individuali dei potenti e favorire la partecipazione, il confronto; di riappropriarsi della propria storia civile, della propria cultura e della propria etica morale, che non c'è più anche in questa Regione; di raccogliere le attese e le sfide che provengono dall'attuale realtà e di recuperare quanto è stato perduto per il modo in cui avete gestito la vita amministrativa della nostra Regione.

Noi abbiamo perso tanti "punti" e potevamo essere molto più all'avanguardia se avessimo adottato diverse politiche economiche tali da rafforzare la nostra autonomia, e anche per mettersi al riparo dagli attacchi continui del Governo centrale… attacchi che provengono fra l'altro dal nostro interno da quegli enti a cui voi avete affidato lo sviluppo economico, sociale, finanziario della Regione. Oggi, nonostante le risorse che vengono garantite, anche se in forma assistenziale, e gli sforzi che la Giunta fa nell'assestamento di bilancio, nonostante le trovate per rendere i bilanci più "digeribili" ed approvabili, occorre fare una riflessione a tutto tondo sul vostro modo di governare. Occorre una riqualificazione della spesa, per far capire a chi non lo ha ancora capito che non tutto è dovuto in questa Regione. Occorre un progetto nuovo, una legislazione non assistenziale e una programmazione adeguata alle esigenze della nostra comunità. Non si può andare avanti alla giornata, ma occorre stabilire cosa si intende fare per venire incontro alle esigenze della nostra comunità.

Dovete smettere di prendere come punto di riferimento il vostro programma di legislatura, bene o male la legislatura è finita, perché il vostro programma è di parte, è per il vostro tornaconto e non per l'intera Valle d'Aosta! È il vostro punto di vista, che non tiene conto dell'altra Valle d'Aosta, di coloro che non sono con voi, che non sono contro di voi, ma che non sono con voi, e che hanno una visione diversa della vita amministrativa della Regione.

Oggi, con il vostro modo di fare politica, di usare l'autonomia come mezzo per raggiungere i vostri obiettivi di parte, si assiste ad una situazione in cui l'imprenditoria locale langue, nonostante tutti gli investimenti che voi reclamizzate aver fatto, e l'occupazione nell'industria diminuisce. Il Patto per lo sviluppo è rimasto sulla carta. Sono venute a mancare le linee guida e gli obiettivi da raggiungere, ed è mancata la coerenza e l'affidabilità. Si è pensato anche in questo caso, dopo l'eliminazione del CREL, che con la Camera di commercio si potessero risolvere tutti i mali della nostra Regione!

Il Casinò, con la vostra Gestione straordinaria, è fra gli ultimi a livello nazionale ed europeo! La politica del credito valdostano è quella che è: la Banca regionale non ha decollato, nonostante gli sforzi fatti, e non potete dire che non è vero! L'industria lattiero-casearia ha fallito! Il turismo lascia a desiderare! Gli agricoltori sono scontenti e delusi per le promesse non mantenute! L'occupazione nell'industria, come dicevo prima, diminuisce, mentre aumenta quella precaria, quella a tempo, quella degli intermediari e delle agenzie e poi ci si vanta che in Valle d'Aosta l'occupazione è cresciuta! Ma quale occupazione è cresciuta? Quella dell'industria, quella dell'artigianato, quella a tempo indeterminato? O è cresciuta quella precaria, a termine, dove i lavoratori sono costretti a reclamare l'articolo 18 per essere tutelati? Perché questa è la realtà: oggi l'articolo 18 si cerca di estenderlo a certe imprese, per tutelare queste categorie di lavoratori rimasti in balia di sé stessi, che non possono essere tutelati neppure dalle organizzazioni sindacali, perché i datori di lavoro, quando intuiscono la presenza del sindacato, li cacciano via!

È vero che è un problema generale, nazionale, tutto quello che volete, ma noi vogliamo guardare alla nostra realtà. È questa l'occupazione che vogliamo dare ai giovani valdostani? Nell'immediato non è che non ci sia anche questa possibilità di lavoro… ma, alla lunga, quali altre prospettive ci sono, se non si porta avanti il discorso dello sviluppo come doveva essere portato, se non si procede ad una revisione dei compiti e della struttura dell'Agenzia Regionale del Lavoro? La situazione occupazionale anche nella nostra Regione è tale che per un posto di lavoro in Regione sono state presentate 700 domande e non siamo a Potenza, siamo in Valle d'Aosta! Questo è lo sviluppo che, nonostante le risorse che abbiamo, avete dato alla Valle d'Aosta con il vostro cosiddetto "programma di legislatura"!

Non entro nel merito del settore sanitario, perché nel corso della legislatura abbiamo denunciato a sufficienza le inefficienze, nonostante la spesa destinata alla sanità, e anche i disservizi, gli sprechi, le nomine e le promozioni avvenute senza i titoli necessari, la privatizzazione di diversi servizi interni per l'incapacità organizzativa della dirigenza attuale, le mancate indizioni di concorsi per ricoprire i posti vacanti, l'insufficienza dei servizi per gli ammalati di mente, per gli anziani non autosufficienti, la mancanza di RSA. In questi ultimi mesi, sotto elezioni, si incentivano convegni, simposi, riunioni a cui l'Assessore è sempre presente, si prendono impegni senza guardare a spese: tutto si può fare e tutto è possibile, ma non si affrontano i problemi più importanti, come quello dei tempi delle liste di attesa che rappresentano una situazione incresciosa per coloro che non possono curarsi a pagamento!

Oggi, nonostante la spesa sanitaria sostenuta dalla Regione, si tende giorno per giorno a passare da un'assistenza pubblica a quella privata, da un'assistenza gratuita ad una a pagamento e non mi si venga a dire che non è vero, perché vi posso portare casi che lo dimostrano! Ve li abbiamo portati proprio in questa sede, con tutte le interpellanze, mozioni e interrogazioni che abbiamo presentato! È chiaro che poi non siete andati a fondo della questione perché, quando le risposte ve le fate fare da chi ha commesso certi atti, non si può pensare che si risolva il problema! Resta la denuncia che noi facciamo e che abbiamo fatto!

Anche per quanto riguarda la politica dei trasporti su gomma, delle linee ferroviarie, degli impianti funiviari di risalita, del turismo, dello sviluppo della Regione, occorre un profondo cambiamento ridando alla Regione stessa ampie possibilità di indirizzo.

Cari colleghi, pertanto, questo bilancio consuntivo e la nuova finanziaria, sul piano politico, sono da bocciare. Il nostro gruppo non li voterà per le ragioni che sinteticamente ho richiamato, ma ciò che ci rende perplessi è come i Consiglieri di maggioranza non si rendano conto di come, non affrontando i problemi, restando in silenzio circa le situazioni denunciate, approvando tutto ciò che viene loro sottoposto, avallino a cuor leggero un uso della nostra autonomia che avviene in modo del tutto strumentale!

L'autonomia non può essere il mezzo per raggiungere gli obiettivi di parte, non era questo l'obiettivo che si erano posti i padri dell'autonomia valdostana quando rivendicavano la specialità di cui oggi godiamo i benefici! L'ho detto e lo ripeto: questo bilancio, come tanti altri in questi ultimi anni, è stato ed è diseducativo nei confronti della nostra comunità, tant'è vero che ne paghiamo le conseguenze dal momento che assistiamo ad un declino dell'attaccamento alle ragioni della nostra specificità. Guardate che, per una Regione a Statuto speciale, per degli amministratori quali noi siamo, dover constatare che la gente crede sempre meno a tali ragioni costituisce un problema molto serio! Ci crede perché gli diamo i buoni di benzina tutti gli anni: questa è l'autonomia per tanta gente! Non si è fatto niente per fare capire cos'era effettivamente la nostra autonomia! Mi auguro solo che gli sforzi che facciamo per far comprendere che la strada seguita non può durare vengano compresi nel futuro dalle nuove Giunte. Ritengo che con l'attuale gestione sia tempo perso, perché "non c'è più sordo di chi non vuole sentire", tant'è vero che, per non sentire, è stato svilito il ruolo stesso di questo Consiglio, dell'unica sede dove l'opposizione si può esprimere e far sentire la propria voce! Chi le persegue, comunque, deve comprendere che le egemonie non durano a lungo, che non è pensabile sostituirsi a tutto e a tutti e che occorre favorire la concertazione e la partecipazione.

Il comportamento di una maggioranza di governo deve essere diverso, se vuole evitare fatti e avvenimenti che hanno colpito la Valle in questi ultimi anni! Ad ognuno deve essere assegnato il suo ruolo, occorre democrazia e trasparenza e ricordarsi che l'autonomia va difesa sempre e comunque! Per cui mi auguro che tutte le forze politiche presenti in Consiglio, che hanno a cuore le sorti della Valle d'Aosta, sappiano unirsi per poter respingere gli attacchi all'autonomia valdostana di stampo fascista a cui abbiamo assistito di recente dall'esterno.

Non si può accettare di essere sottomessi, come è accaduto per la vicenda del Traforo del Monte Bianco dove, nonostante le risoluzioni approvate da questo Consiglio in questi ultimi tempi, i Valdostani non hanno contato niente! È tempo di rivalutare la nostra autonomia, è tempo di farsi rispettare! Il bilancio sarebbe l'occasione per dimostrare come una Regione a Statuto speciale sa amministrarsi e sa operare con quell'etica politica, che richiede rispetto e credibilità, ma le nostre prerogative non vengono difese se continuiamo ad operare come abbiamo fatto finora! E non siamo neppure credibili! Mi auguro che si comprenda qual è la strada da seguire, anche con i bilanci e le risorse che abbiamo, per essere sempre più credibili e fare gli interessi della nostra comunità e difendere la nostra autonomia. Confermo pertanto che voteremo contro questi due provvedimenti.

Président La parole au Conseiller Lattanzi.

Lattanzi (LCdL) Il mio sarà un intervento molto breve, Assessore, perché credo che le cose che dovevamo dirci ce le siamo dette in questi cinque anni, ancor di più nelle commissioni nelle quali abbiamo avuto modo di approfondire le cifre, i dati, le scelte politiche che stanno alla base di questa chiusura 2002 e di questa variazione sostanziale - potremmo chiamarla una "finanziaria bis" - per il 2003.

Non voglio fare polemica, tenterò di non fare demagogia, mi limiterò a dare un giudizio politico di quello che sono il consuntivo 2002 e le sostanziose variazioni di bilancio 2003. È evidente che l'uno è la conseguenza dell'altro, le variazioni di bilancio per il 2003 sono la conseguenza di un bilancio 2002 che si chiude con un forte avanzo di amministrazione, positivo, e che, in quanto positivo, induce a pensare che la Regione sia ricca, che la Regione abbia risorse in abbondanza, talmente in abbondanza che può permettersi di avere degli avanzi, decidendo di chiudere un bilancio con circa 250 dei vecchi miliardi di lire di surplus. Questo potrebbe voler dire che questa Regione non ha particolari esigenze in questo periodo economico e politico, potrebbe significare che il bilancio 2002 è stato in realtà una sottostima di impegni o una sottostima di entrate, che hanno poi determinato questo avanzo di amministrazione. Credo che le cose stiano così, sappiamo perfettamente che non sono così: sappiamo che il disavanzo, anzi l'avanzo di amministrazione 2002 è stato determinato in gran parte da alcune voci che non ci si aspettava di poter avere in termini di entrate e che hanno impegnato la dirigenza dell'Assessorato, a cui va il merito di aver tenuto "la barra dritta" su variazioni in continuazione di bilancio, per poter chiudere con un bilancio sotto l'aspetto della contabilità assolutamente corretto, così è grazie alla professionalità degli uffici.

Le voci sostanziali, da quanto abbiamo capito in commissione, fra le previsioni di entrata e le definitive cifre messe a bilancio in termini di entrata portano un'unica straordinarietà: quella di un Governo che paga con maggiore efficienza e con più tempismo quelle che sono le partite dovute alla Regione! Questo mi sembra un dato che va sottolineato, perché così non è stato nel passato! Questo bilancio si caratterizza per una serie di partite finanziarie su cui la Regione, l'Amministrazione regionale e il Ministero delle finanze e dell'economia hanno trovato un dialogo, il Presidente sorride, ma è così… fra Interisti, Giuseppe Vegas e Gino Agnesod, evidentemente, nonostante il nero-azzurro, si consolano a vicenda e, consolandosi, dialogano meglio. Dobbiamo dire che l'Amministrazione regionale e il bilancio delle casse dei Valdostani hanno beneficiato di questo dialogo, non so se del tifo nero-azzurro, ma del dialogo senz'altro. Sono state sorprendentemente riconosciute a questa Amministrazione alcune partite, tant'è che, come giustamente citano i dati, le previsioni iniziali del titolo II, le entrate derivanti da contributi e da assegnazioni dello Stato, che vedevano una previsione iniziale di circa 20 milioni di euro - ricordo che sono circa il doppio già di quello di cui si discuteva nel 1999 e nel 2000 - e una previsione definitiva intorno ai 68 milioni di euro, poste che hanno potuto beneficiare di questi aggiustamenti a favore della Regione, hanno poi chiuso con un accertamento finale di 67 milioni di euro, più 999.000, sostanzialmente il 99 percento di quelle che erano le previsioni definitive, ma non di quelle che erano le previsioni iniziali. Previsioni iniziali che non consideravano in maniera così positiva la regolamentazione di quei rapporti finanziari, che da tanto tempo erano in sospeso e da regolare. Mi ha fatto piacere sentire l'Assessore che con onestà intellettuale ha dovuto ammettere che, con un'Amministrazione centrale fatta da gente che non fa sui bilanci la politica, come si è sentito dire in maniera polemica in questi giorni, ma che fa della contabilità una cosa seria, quello che è dovuto è dovuto e quello che è dato è dato. Tutto questo insieme alla doverosa riduzione del ricorso al credito e ai mutui, che in corso d'opera hanno dovuto essere ridimensionati, altrimenti l'avanzo sarebbe stato non di 127 milioni di euro ma, probabilmente, di 300.

Possiamo però qui considerare alcuni aspetti meno favorevoli, per quanto ci riguarda, sotto l'aspetto della contabilità, perché, se è vero come è vero che ci si aspettava meno entrate dal Governo e dallo Stato centrale - cosa che invece poi fortunatamente non si è realizzata, anzi si sono realizzate definizioni positive -, si era previsto invece un forte ricorso ai mutui e ai prestiti - circa 300 milioni di euro, 600 miliardi di vecchie lire -, in previsione definitiva si andava ancora a riconfermare un forte bisogno di credito, per poi invece accertare in termini finali una necessità solo pari al 50 percento di quella previsione iniziale: 177 milioni di euro. Una forte riduzione del credito, quindi, che se da una parte è positiva, perché, avendo potuto incassare più danari di quelli che ci si aspettava, si va a pagare meno interessi in termini prospettici, anche se questo ha messo a dura prova gli uffici, la professionalità degli uffici dall'altra, però, mette un punto interrogativo su quelle che possono essere le capacità previsionali in termini di bilancio. Meglio così, tuttavia sarebbe stato peggio il contrario, se cioè si fossero previste partite di entrata che poi non si realizzavano e magari ricorso al credito e prestiti più bassi, che erano poi doverosamente più alti.

Per quanto riguarda un confronto fra il 2002, competenze accertate, il 2001 e il 2000, c'è da segnalare una costante crescita importante dei trasferimenti dallo Stato a questa Amministrazione. È una voce che continua ad esserci, in questi due ultimi anni le partite finanziarie tra la Regione e il Governo sono andate via via aumentando; se poi si paragona solo a tre anni fa, si parla di aumenti addirittura del 50-60 percento in termini di ritorni a carico di questa Amministrazione. C'è quindi un trend positivo, quello dei trasferimenti dallo Stato alla nostra Amministrazione, di cui si può poi dare dei giudizi politici positivi o negativi, ma in questo momento faccio un commento di tipo esclusivamente contabile per poi dare un giudizio politico.

Una parola va detta sulle spese. Le spese sono strettamente legate agli aumenti delle entrate. Noi continuiamo a vedere - l'ho denunciato, continuo a dirlo e lo dirà chi mi succederà, avendo una visione politica simile alla mia, evidentemente - un bilancio regionale che da una parte, progressivamente, in questi ultimi tre-quattro anni ha beneficiato di entrate sempre più importanti e copiose - passando dai 2.000 miliardi ai 3.000 miliardi delle vecchie lire, aumentando in soli quattro anni di 1.000 miliardi le entrate - e, dall'altra, aumentare costantemente la spesa. È significativo come non si riesca, per un motivo o per un altro - ogni anno c'è una giustificazione: un rinnovo dei contratti, piuttosto che un'alluvione -, a tenere sotto controllo "un'esplosione" delle spese. Spese di funzionamento che aumentano del 5,45 percento; spese a favore della finanza locale che aumentano di circa il 20 percento; patrimonio e partecipazioni che "esplodono", perché c'è questa volontà politica di partecipare, di entrare con patrimoni e con partecipazioni nell'economia valdostana, che passano da 20 a 44 milioni di euro, raddoppiando del 100 percento. Sono forti ancora gli investimenti, che "esplodono" da un anno all'altro e addirittura fra le previsioni e le definizioni si registra un aumento del 50 percento: erano previste spese iniziali per circa 14 milioni di euro, se ne sono poi spesi 21 milioni.

Per correttezza, sto dicendo le differenze percentuali fra le previsioni iniziali e quelle definitive accertate. Così come è aumentata di circa un 20 percento quella che era una previsione di spesa iniziale per l'assetto del territorio. Ricordo che ci era stato detto che la parte straordinaria era sostanzialmente conclusa, si erano previsti forti investimenti sul territorio per circa 300 milioni di euro, una cifra importante, che abbiamo avuto modo di commentare nell'altro Consiglio, sottolineando come questa Amministrazione investa molto per quanto riguarda la messa in sicurezza del territorio. In effetti, dall'alluvione in poi, l'attenzione in questo settore è stata veramente elevata ma, nonostante "un'attenzione" iniziale di circa 600 miliardi di vecchie lire, non si è riusciti a stare in questa previsione, si è sforato di un ulteriore 20 percento e alla fine dell'anno si è dovuto chiudere con una differenza fra previsioni iniziali e previsioni definitive di circa il 19,62 percento. Così come lo sviluppo economico: più 17 percento fra previsioni iniziali e definitive; così come la sicurezza sociale, che aumenta di poco e forse è l'unica che beneficia di una previsione già alta di per sé, che rimane alta, ma che aumenta ancora di un 8 percento; così come la promozione sociale, dove si prevedeva di spendere 54 milioni di euro, se ne sono spesi poi 61. La formazione professionale poi raddoppia di circa un 58 percento, si tratta sempre della differenza fra previsioni di spesa iniziali e quelle definitive.

La capacità di questa Amministrazione di obbligarsi verso l'esterno, così come ci dice a pagina 8 della relazione, peggiora di circa un 3 percento: peggiora di un 2 percento rispetto al 2000 e di un 3 percento addirittura rispetto al 2001. In alcuni settori peggiora in maniera anche sostanziale: l'assetto del territorio peggiora addirittura di un altro 2 percento andando al 90 percento fra capacità di obbligarsi verso l'esterno… lo sviluppo economico va al 92 percento e via di questo passo. C'è un peggioramento di circa il 3 percento sotto questo aspetto.

A pagina 9 si dice che per la capacità di pagare, cioè di concludere i procedimenti delle spese, si registra un peggioramento di quasi l'11 percento. Non voglio fare tutte le cifre, tanto i colleghi a pagina 9 hanno lo schema. La capacità di pagare perde l'11 percento rispetto alle previsioni iniziali, alle somme impegnate e ai pagamenti poi realmente effettuati.

Una voce importante sono i residui attivi. Non voglio entrare nel merito di queste partite che quest'anno hanno contraddistinto una rideterminazione dei residui attivi e passivi, voglio solo ribadire un dato che ho sempre detto in questi quattro anni. Noi abbiamo partite di residui attivi, che sono quelle voci che mettiamo a bilancio come possibili incassi e che dobbiamo ancora incassare, che assommano a qualcosa come 984 milioni di euro, quasi 2.000 miliardi di partite attive non ancora incassate e in alcuni casi addirittura inesigibili! Anche qui l'esigibile è circa un 3 percento e sono mi pare 13-14 milioni di euro, che abbiamo già messo a perdita nel bilancio. Così come è importantissima la voce del residuo passivo, cioè quelle partite che ancora dobbiamo pagare, ma che sono in fase di definizione: anche qui circa 2.000 miliardi di partite, cioè noi su un bilancio di circa 3.000 miliardi di vecchie lire abbiamo 2.000 miliardi di partite di residui attivi e 2.000 miliardi di partite di residui passivi. Credo che un commento qui vada fatto, del resto l'ho sempre sottolineato: credo che un'amministrazione sana non possa tenere partite aperte per migliaia di miliardi in una Regione piccola come la nostra, su un bilancio come quello che abbiamo noi, che, per quanto ricco, rispetto alle partite attive e passive, presenta un dato assolutamente fuori controllo. Sono troppe, l'ho detto, lo ribadisco, non sta a me - non sono io l'Assessore alle finanze e, purtroppo, non sta più neppure a lei, perché i prossimi cinque anni ci sarà qualcun altro -, ma chi si assumerà la responsabilità e la prossima Giunta dovranno porre come obiettivo specifico la riduzione nei prossimi cinque anni delle partite attive e passive in termini di residui. Non è accettabile un bilancio che si trascina 2.000 miliardi di residui attivi e 2.000 miliardi di residui passivi su un bilancio di 3.000, lo trovo spropositato! Possiamo discuterlo, però la matematica non è un'opinione, credo che possiate condividere con me che, se ci sarà per il prossimo Assessore alle finanze un impegno specifico su questa partita, non potrà che fare del bene al bilancio delle casse regionali e alla capacità di questa Amministrazione, rispetto all'esterno, di pagare residui passivi. Non sarà male che il prossimo Assessore alle finanze si impegni su questa voce.

Spese correnti e d'investimento: in questi anni l'Assessore si è sperticato le mani ad applaudire la capacità di ridurre la percentuale sul bilancio di queste cifre. Ho sempre ribadito che in questi cinque anni è stato facile abbassare la percentuale delle spese correnti sul bilancio in presenza di quasi un raddoppio del bilancio stesso in entrata. Mi consenta, Assessore, non ci vuole un mago della finanza e un guru dei mercati finanziari in presenza di un raddoppio delle entrate per mantenere, ridurre percentualmente l'impatto delle spese correnti, che lei è riuscito a raddoppiare in questi cinque anni, perché le spese correnti in valori assoluti sono aumentate in maniera esponenziale, strettamente legate alla manna che arrivava!

Lei poi ci presenta un bilancio percentuale ed è evidente che, in presenza di un raddoppio delle entrate, vi sia una percentuale in diminuzione delle spese correnti, ma se andiamo a vedere i valori assoluti, noi in cinque anni abbiamo avuti aumenti della spesa corrente del 30-40 percento, 6-7-8 percento annui, e l'8 percento annuo in cinque anni fa delle cifre! Un'altra riflessione è che, nonostante la presenza importante di aumenti in entrate, questa volta non ce l'avete fatta neanche a ridurre il trend percentuale delle spese correnti, perché, rispetto ai bilanci precedenti 2000 e 2001, noi abbiamo un peggioramento dell'incidenza percentuale delle spese correnti sulla partita 2002. Infatti, il 59 percento della copertura di spese correnti ammontanti a 861 milioni di euro è superiore a quel 43 percento del 2001 e al 64 percento del 2002, siamo tornati al 2000. Il trend di riduzione percentuale delle spese correnti sul bilancio che aumenta è finito: aumenta il bilancio, continuano ad aumentare le spese correnti! Spero che lei possa dare una giustificazione, ma matematicamente è difficile, Assessore, potrà darla a livello politico, ma non matematico.

Si torna invece alla normalità, dopo la straordinarietà degli investimenti dell'alluvione - che purtroppo ha rappresentato una disgrazia per tutto il territorio, ma sicuramente una partita finanziaria importante in termini di investimenti -, per quanto riguarda la copertura di spese per investimenti, che ammontano a 600 milioni di euro, che sono il 41 percento di questo bilancio contro un 57 percento, quindi avevamo investito di più nel 2001, superiore però al 2000. Finita la straordinarietà del 2001, quindi, per quanto riguarda gli investimenti, che sono stati un fulcro importante per l'economia valdostana, si torna alla normalità, cioè ad un bilancio che vede pesare di più le spese correnti e pesare di meno le spese per gli investimenti.

Possiamo dire che si torna alla normalità. La normalità di un bilancio che consideriamo "ingessato" ormai da anni, non per questioni tecniche-finanziarie, ma per questioni di scelte politiche. Scelte politiche che solo nel 2001 un'alluvione vi ha fatto modificare, perché, finita l'alluvione, siete tornati alla normalità, cioè ad un bilancio che vede una lotta importante per conquistare sempre più risorse in entrata, attraverso riconoscimenti di partite rispetto allo Stato, piuttosto che a finanziamenti e a possibilità di risorse di tipo europeo. Un impegno forte quindi di questa Amministrazione a reperire risorse da altri enti pubblici, ma con scarsissima propensione ad operare su quelle leve economiche che potrebbero fare dello sviluppo e del PIL una voce importante in aumento, perché oggi questa voce è "drogata" per i 2/3 dagli interventi pubblici. Abbiamo già avuto modo di dirlo, lo ripetiamo solo per onore di cronaca: questo è un PIL fortemente "drogato" da scelte politiche che puntano sulla ridistribuzione di una ricchezza pubblica e che fa del pubblico il motore centrale dell'economia valdostana.

Abbiamo già fatto i commenti politici per cinque anni, continuiamo ad esprimere preoccupazione, riconosciamo la capacità tecnica di chi ha dovuto redigere in questi anni i bilanci e di chi ha dovuto "fare" di queste scelte politiche un equilibrio, però continuiamo a dire che questa Regione non ha chances di poter consolidare il benessere e la ricchezza acquisita nei prossimi dieci anni, questa Regione non ha un progetto - ne parlavamo ieri per il Casinò - che punti in maniera definitiva allo sviluppo come partita importante di entrata. È una Regione che punta invece alle partite di entrata regolate fra Governo e Regione, Europa e Regione, ma che non punta sulla crescita, non punta sulla ricchezza reale, che continua a puntare su un'organizzazione burocratica che distribuisce risorse percepite da altri enti pubblici e ridistribuite su questo territorio. Qualcuno potrà obiettare: che male c'è? Nessuno. Nessuno se uno ha la certezza, come avete voi, che queste partite continueranno ad essere ricche ed abbondanti anche nei prossimi dieci anni. Molte invece sono le preoccupazioni di chi pensa, come noi, che questa Regione, pur continuando a beneficiare di queste risorse importanti e ricche, che nessuno credo ci metta in discussione, deve lavorare per rendersi autonoma sotto l'aspetto del reperimento delle risorse: non assistita da Bruxelles o da Roma, da chiunque governi a Roma, da chiunque governi a Bruxelles, anche dagli amici, come in questo caso, della Valle d'Aosta che hanno avuto sensibilità, perlomeno contabile, di riconoscere quello che alla Valle d'Aosta era dovuto e doveroso. Credo che questa sia la preoccupazione che anima chi vota contro questo bilancio, che è un bilancio orientato a ridistribuire in maniera burocratica risorse e partite che sono giocate su altri tavoli. Un bilancio che non punta sulla ricchezza reale, sul PIL, di cui l'Assessore si è "riempito la bocca" in questi anni, dicendo: "un PIL del 3 percento, superiore a quello nazionale", quando poi, se si va a vedere il PIL del 3 percento, lo produce per il 2,5 la Regione stessa, grazie a risorse che ancora oggi vengono riconosciute, ma che il futuro - in previsione di riforme federali sia in Europa che in Italia, anche avendo degli amici a Bruxelles o a Roma - ci impone di gestire in maniera oculata in termini di investimenti, riducendo l'impatto della spesa corrente, aumentando, come è stato fatto nel 2001, purtroppo per disgrazia, le partite di investimento, creando quel circolo virtuoso e non virtuale di economia sana e reale.

Président La parole au Conseiller Piccolo.

Piccolo (SA)Permettetemi, come ho già avuto modo di fare gli anni precedenti, grazie al fatto di essere uno dei revisori del conto consuntivo e quindi di aver avuto la possibilità di approfondire con i funzionari competenti più da vicino il documento contabile, di poter esprimere alcune considerazioni sul documento anche a nome del gruppo, dal quale sono stato ampiamente delegato (bontà loro, li ringrazio). Cercherò di non dilungarmi, premettendo che dovrò in parte ripetere alcune affermazioni fatte in una precedente adunanza consiliare in occasione della discussione del bilancio di previsione 2002-2004. Vorrei quindi meglio evidenziare - cercando di essere il più sintetico possibile e senza avere la presunzione di insegnare nulla a nessuno - che cosa contengono ed indicano le voci più rappresentative del conto, anche dopo l'intervento dell'Assessore e la relazione del collega relatore, senza avere la presunzione di fare una controrelazione e ripetere alcune loro considerazioni. A proposito delle voci, delle cifre e delle percentuali contenute nel documento, che sono il frutto del lavoro serrato dei funzionari preposti, desidero a titolo personale ringraziarli per la disponibilità che mi hanno riservato in questi ultimi giorni, pur essendo oberati di lavoro. Mi preme però fare preliminarmente, a nome del gruppo della "Stella Alpina", alcune osservazioni più di carattere generale, cercando di dare un contributo al dibattito, partendo da un dato che emerge da questo conto consuntivo e sottolineando in particolare che si presenta con un totale di avanzo di amministrazione di 127.125.551,37. Le altre cifre le trovate indicate nella relazione dei revisori dei conti che ho sottoscritto nel mio ruolo di revisore di opposizione assieme ai due colleghi di maggioranza.

Partendo dalle cifre indicate nella relazione, si può sottolineare che questo conto consuntivo non si discosta molto dalle previsioni, a dimostrazione di una solidità finanziaria della Regione. Questo non dovrà certo "farci cullare sugli allori", la crisi economica finanziaria nazionale ed internazionale ha interessato anche la nostra Regione, occorre quindi ricordare, considerato il fatto che siamo alla fine della legislatura, che alcune problematiche, rilevate più volte dal gruppo della "Stella Alpina" in aula consiliare, devono ancora trovare una loro definizione.

La problematica più importante è quella inerente il Casinò. Un problema che ha impegnato anche i Consiglieri della precedente legislatura - e chi vi parla anche più da vicino - è quello relativo alla definizione dell'annoso problema che riguarda il rilancio e lo sviluppo della Casa da gioco di Saint-Vincent, argomento che abbiamo già discusso ieri in questa sede. Il Casinò di Saint-Vincent rappresenta una delle più importanti fonti economiche ed occupazionali della nostra Regione, occorre quindi che il nuovo consiglio di amministrazione dia tempestività alle decisioni ed alle azioni che portino ad un pronto rilancio, sempre in tempi stretti, alla luce anche dell'ormai possibile apertura di altri casinò in Italia.

Sanità. Altro problema a noi molto caro è il settore della sanità e del sociale e che, per esperienza personale lavorativa, conosco meglio. Occorre pertanto dare effettiva attuazione al nuovo Piano socio-sanitario regionale, piano che nelle sue intenzioni si prefigge anche alcuni obiettivi ambiziosi e che ci auguriamo venga tradotto in termini pratici, dalle intenzioni ai fatti. Il nuovo piano per il triennio 2003/2005 deve fare alcune scelte precise e puntuali, l'auspicio è che quanto contenuto nel piano si possa realizzare in tempi brevi. La salute di noi tutti non può certo attendere! Voglio fare un riferimento specifico in merito alle strutture previste per il potenziamento dei servizi sul territorio, al funzionamento dei distretti ed alla nomina dei direttori per un miglior servizio rivolto ai cittadini residenti. Alcuni distretti, due per il momento, hanno avuto la nomina dei due direttori, occorre completare gli altri due distretti restanti per permettere una più razionale e oculata gestione dei servizi e del personale preposto.

Altra puntualizzazione è che occorre prestare un'attenzione più incisiva e più puntuale alla cooperazione sociale ed al privato sociale, componenti che saranno sempre più necessarie sia per ridurre la burocrazia dell'ente pubblico, sia per sfruttarne, a vantaggio della collettività, le grandi risorse del volontariato da cui questo settore è animato ed in gran parte promosso. Per non vanificare l'impegno delle persone coinvolte, è necessario, da una parte, dare indicazioni e regole precise riguardo alle attività gestite e al controllo delle stesse e, dall'altra, decidere con rapidità i finanziamenti necessari. Il privato sociale fornisce rilevanti servizi alla collettività a costi inferiori rispetto a quelli che sopporterebbe l'ente pubblico per i medesimi servizi.

Altro settore delicato è quello dei malati di mente, persone che versano in stato d'infermità mentale. I familiari e tutori hanno manifestato, oltre che il proprio disagio per i loro cari, anche quello di recarsi in istituti fuori Valle, nei quali da tempo i malati sono ospitati, si vorrebbe il rientro nella nostra Regione. Per la verità, in questo settore sono stati fatti passi in avanti, infatti alcuni malati ultimamente hanno trovato collocazione in strutture presenti in Valle; occorre, Assessore, individuarne altre.

Un ultimo problema è quello dell'assistenza e dei servizi rivolti agli anziani. Le microcomunità non sono più in grado di soddisfare - tra l'altro non è il loro compito - particolari casi di persone anziane che necessitano di continua assistenza, persone non autosufficienti e non assistibili a domicilio. Le strutture previste per questi casi sono le RSA, la Valle è purtroppo ancora oggi carente. Occorre crearne altre e possibilmente in prossimità di strutture ospedaliere e poliambulatoriali, in quanto sono necessarie le presenze costanti di personale medico e paramedico, personale che certamente non è così facile da reperire in Valle.

A questo proposito occorrerà ragionare tutti insieme sulla migliore applicazione del francese nei concorsi nell' ambito della sanità, permettendo così di poter avere presenze mediche, paramediche e tecnici con grande professionalità sia locali che provenienti da altre regioni. Il francese non deve essere motivo di difficoltà e di disagio, in particolare per un settore così delicato quale quello della sanità, ma deve essere considerato motivo di arricchimento culturale, considerazione quest'ultima più volte sottolineata in quest'aula dal nostro gruppo.

Turismo. Qui molto è stato fatto, molto c'è ancora da fare, occorre creare un miglior coordinamento tra i vari enti che si occupano di turismo per una migliore offerta ai turisti. Ci auguriamo che le ultime leggi sul turismo possano risolvere il problema, i presupposti sono stati creati. Ci auguriamo che i futuri amministratori possano trovare nuove idee e progetti che aiutino a far decollare la nostra Regione in un contesto molto più grande, quale quello europeo, e quindi al passo con i tempi, la concorrenza nel settore del turismo è molto alta.

Occupazione. Occorre guardare con attenzione all'occupazione dei lavoratori part-time, che ultimamente è in preoccupante aumento, gli occupati a tempo indeterminato infatti diminuiscono, quindi sono sempre più precarie le prospettive per i nostri giovani alla ricerca del primo lavoro.

Politica della casa. Occorre prestare attenzione a questo settore anche alla luce del sempre più crescente numero delle fasce più deboli e degli extracomunitari.

Industria. Occorre pensare sempre più ad una diversificazione produttiva, dare maggiore spazio all'imprenditoria privata, evitando che la Regione svolga un ruolo centrale nell'economia valdostana.

Agricoltura. Alla luce degli ultimi eventi che vedono sempre più penalizzato il mondo rurale valdostano a causa delle regole imposte a livello comunitario, occorre portare avanti un'accorta politica a sostegno dell'agricoltura di montagna, cercando di rendere più appetibile il lavoro in agricoltura, un lavoro che tutti sappiamo faticoso e poco redditizio.

Queste erano alcune nostre considerazioni e suggerimenti in merito ad alcune problematiche che abbiamo voluto evidenziare in occasione di questo conto consuntivo e che auspichiamo possano essere recepiti dai prossimi amministratori. Mi auguro pertanto che questo documento sia un importante passo per cercare di dare all'esterno di quest'aula la convinzione che si è cercato in questa legislatura, che ormai volge al termine, di lavorare in un modo nuovo e moderno e nell'interesse dei cittadini, sperando che essi possano credere ancora nelle istituzioni, e nei loro rappresentanti. Concludendo, pur tenendo in debito conto quanto osservato nel mio intervento, e per le motivazioni addotte, dichiaro il voto favorevole del gruppo della "Stella Alpina" al conto consuntivo anno 2002.

Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) Il consuntivo 2002 è quasi un consuntivo dell'operato della Giunta in questi cinque anni, una Giunta che ha portato avanti il suo programma di lavoro, che noi non abbiamo condiviso e le cui scelte contingenti, dalla scuola al Casinò, dalla politica sanitaria a quella ambientale, per non parlare dei trasporti, solo per ricordare alcuni settori, abbiamo sempre contrastato, criticato, perché diverse sono le priorità e le scelte che avremmo voluto fossero state fatte. Penso alla scuola, che in questi anni, a parte la questione del francese all'esame di Stato, è stata lasciata a sé e ha dovuto contare solo e soprattutto sul lavoro quotidiano di dirigenti e di docenti, lasciati soli ad affrontare il momento difficile del passaggio da una riforma incompiuta ad un'altra, prima abbozzata e adesso in fieri. Penso alla politica sanitaria, per la quale, a fronte di ingenti investimenti, si riscontrano disservizi e disagi per gli utenti che intendono accedere ai servizi, penso ai tempi delle liste di attesa, ancora troppo lunghi, sebbene qualcosa si sia cominciato a fare, che costringono gli utenti a rivolgersi al servizio privato.

Sempre nell'ambito della politica sanitaria, a fronte di affermazioni conclamate della centralità del territorio, poco o nulla è stato fatto per potenziare e attivare i servizi su tutto il territorio regionale, servizi capaci di intercettare le prime richieste dell'utente, di rispondere in concreto in termini di assistenza domiciliare integrata. Troppe volte gli utenti sono dimessi dall'Ospedale, che si vuole per acuti chiaramente, senza che siano stati predisposti progetti individuali da parte dei servizi territoriali, pronti per prendersi in carico l'utente. Ci sono affermazioni, obiettivi condivisibili nel Piano socio-sanitario, ma questi non decollano; penso, ad esempio, al principio dell'integrazione fra servizi sanitari e sociali: si continua ad operare in modo settoriale; penso al fatto che le residenze sanitarie assistite, l'hospice sono tutti progetti individuati, annunciati, conclamati, ma non realizzati, per cui non c'è la risposta sul territorio.

Ancora mi piange il cuore nel vedere quanti soldi sono stati, vengono e verranno spesi per l'infinita ristrutturazione dell'Ospedale, mentre in altre regioni e città si è provveduto o si sta provvedendo a dotare la comunità di ospedali pensati, costruiti in modo tale da poter offrire risposte adeguate alle nuove impostazioni e sfide della salute. Penso a città con Ospedali nuovi come Asti, Catania, San Donato Milanese, Udine, Mestre e all'Ospedale nuovo della Versilia. L'Ospedale nuovo della Versilia è stato aperto a giugno ed è - leggo -: "un complesso all'avanguardia nei criteri progettuali ed architettonici, funzionale ed accogliente come un hôtel, costato 181 miliardi di vecchie lire". Ora, provate a vedere il costo rispetto alle spese infinite della nostra sanità; fra l'altro, dappertutto ormai è un criterio assodato che il costo di un nuovo ospedale assorbe due o al massimo tre anni della gestione di una struttura ospedaliera. Nel rendiconto vediamo che, per quanto riguarda la gestione della sanità, spese di funzionamento, ci sono 231 milioni di euro. Voi capite come, a fronte di cifre che potrebbero consentirci in pochi anni di avere un ospedale nuovo, qui ancora non si fa nulla… ospedali che sono pensati in due anni e costruiti in tre - quattro anni. Mi chiedo in nome di quali scelte si è deciso di non concedere alla popolazione valdostana di avere un ospedale adeguato. Da noi si registrano avanzi di amministrazione, ma non si trovano le risorse per dotare la Valle di un nuovo ospedale.

Penso alla politica dei trasporti: basti pensare alla ferrovia, pare impossibile che una Valle moderna ed efficiente, che si pensa come carrefour d'Europa, che aspira a giocare un ruolo importante in Europa, giustamente, non sia capace di garantire tempi certi per raggiungere il fondo valle, per raggiungere all'imbocco della Valle i nodi ferroviari da cui poter raggiungere tutte le altre destinazioni. Dopo l'alluvione, se già prima era stato fatto poco o niente, dopo nulla è stato fatto in questo settore. Ora, come possiamo pensare anche di potenziare il settore economico quando i trasporti non funzionano! Quando una delle strutture fondamentali non funziona!

Penso alla politica ambientale: intanto è stato cancellato l'Assessorato dell'ambiente e questa è proprio una delle perle di questa Giunta di cui dovrete essere orgogliosi! Questo ha significato che l'attenzione all'ambiente è stata data a chi ha come compito quello di fare i lavori pubblici, che è tutta un'altra logica. Questo si è visto molto bene nel momento in cui si è passati a ricostruire, dopo l'alluvione, le strutture sul territorio. Erano state indicate delle linee guida per la ricostruzione, linee condivisibili, che dovevano andare verso la sicurezza del territorio, non solo in termini immediati, ma anche in termini di prevenzione da possibili eventi franosi, valanghivi. L'intento pare essere stato quello di dare lavoro agli imprenditori del settore edile, che non padroneggiano fra l'altro le nuove tecniche di costruzione, non hanno questa attenzione all'ambiente che oggi è necessaria, che la stessa Giunta aveva indicato come necessaria nei lavori di ricostruzione. Chi è andato in giro in questi mesi ha visto tranquillamente come sono stati rifatti gli stessi errori, come gli stessi torrenti siano stati incanalati sotto le strade. È così, Assessore, io ho portato l'esempio in precedenti iniziative di questo corso d'acqua che scende nel vallone di S. Colomba, che è un esempio tipico di come non bisognerebbe cementificare i torrenti, e credo che tutti quelli che hanno preso l'ovovia per andare a Pila siano rimasti inorriditi nel vedere lo sfacelo che è stato fatto: un torrente trasportato in un canale stretto. Devo poi anche sottolineare come questa disattenzione rispetto al territorio ci sia anche nel seguire i lavori che vengono fatti. Ci sono stati due o tre esempi, uno di cui abbiamo parlato a lungo, Torgnon, ma un altro a La Thuile - di cui qui si è parlato in seguito a nostre iniziative -, dove viene data l'autorizzazione a fare lavori di costruzione di centraline, ma poi i lavori fatti rovinano l'ambiente, anzi paiono essere fatti apposta per aumentare la portata successiva di queste centraline, quindi noi… o meglio voi come Regione non avete la volontà politica di fermare questi disastri ambientali!

Non porto altri esempi di mala politica, direi proprio che l'intervento del collega Beneforti esprime molte delle nostre osservazioni, non per niente abbiamo lavorato bene in tutti questi anni, quindi è chiaro che le valutazioni sono le stesse. Vorrei solo porre alcune domande su elementi concreti, innanzitutto all'Assessore Agnesod. Nell'assestamento di bilancio, per quanto riguarda le spese, si registra uno scostamento di circa il 12 percento fra le previsioni iniziali e quelle definitive. Sarebbe interessante conoscere le motivazioni, dato che in alcuni casi si tratta di settori regolati da legge, vedasi le spese relative alla finanza locale, in cui si registra il più 19,40 percento, oppure governati dalla programmazione, che sono i programmi di informatizzazione, in cui si registra il 45 percento in più di scostamento. Rispetto alla capacità di obbligarsi verso l'esterno, gli impegni rappresentano quasi il 92 percento delle previsioni definitive, però è un dato peggiorativo rispetto all'anno precedente: come mai questo rispetto al 2000 e al 2001? La capacità di pagare, cioè di concludere un procedimento di spesa, è il 63 percento, si ha un peggioramento anche qui dell'11 percento rispetto al 2001: come mai? Anche qui ritornano quei settori come l'informatizzazione; l'assetto del territorio è più comprensibile, ma non capisco l'informatizzazione. Nella tabella 1 allegata alla legge c'è l'elenco di fondi derivanti da trasferimenti dello Stato e comunitari che non sono stati impegnati: come mai? Mi sembrano opere fra l'altro importanti e che toccano settori a cui siamo anche sensibili, vorremmo capire come mai finanziamenti dello Stato non sono stati impegnati. Si tratta di opere contro gli incendi, di interventi urgenti sui ponti dopo l'alluvione del 1994, di sostegni a fonti rinnovabili di energia in edilizia, di fondi per il finanziamento di edilizia residenziale pubblica, di fondi per piste riciclabili, di fondi per migliorare l'offerta turistica. Non si capisce perché questi fondi, che servono proprio per qualificare l'ambiente e la vita dei cittadini, non siano stati utilizzati.

Le spese: si segnala che c'è un 59 percento per spese correnti e il 41 percento per spese di investimento e, rispetto agli anni 2000-2001, si registra un'inversione di tendenza che pareva avviata nel 2001: si tornano a privilegiare le spese correnti. Certo, che sono quelle più rentables dal punto di vista elettorale a breve termine, ma non credo che questo sia il modo di perseguire il bene della Valle d'Aosta.

Per quanto riguarda invece la legge di assestamento 2003, anche qui sorgono giustificati dubbi sul carattere clientelare degli aggiustamenti. Ci pare che, per esempio dall'allegato C, emergano gli intenti e anche il peso diverso che hanno i partiti in questa maggioranza: registriamo 1.200.000 di aumento per i tetti in lose o 4.000.000 di aumento per il Piano di sviluppo rurale e alcune centinaia di milioni (250-300) per quanto riguarda invece il risparmio energetico, lo sviluppo di fonti rinnovabili, l'abbattimento di dispersioni termiche. Si ha l'impressione che la forza di maggioranza sia riuscita a collocare più denaro e gli altri un po' meno. Noi siamo contrari a queste logiche, per cui chiaramente non voteremo queste due leggi!

Président La parole au Conseiller Curtaz.

Curtaz (Arc-VA) Non intendo entrare nel dettaglio delle leggi in discussione, ma voglio cogliere l'occasione dell'ultimo rendiconto della legislatura per fare alcune brevissime osservazioni su questo quinquennio.

Credo che se da qui a dieci, quindici anni ci fermassimo ad analizzare questa legislatura, ricorderemmo poche cose. Ricorderemmo, secondo me, soprattutto due cose. La prima sicuramente è l'alluvione, un'alluvione che ha ferito profondamente la Valle d'Aosta in ogni senso, ma un'alluvione che ha costituito - e oggi stiamo parlando soprattutto di economia e di finanza - un volano formidabile per recuperare del PIL e delle entrate finanziarie, per dare anche dell'occupazione, magari precaria, nel settore edile, un settore che era in qualche difficoltà e che si è trovato l'opportunità di realizzare grandi utili. Se devo immaginare un'altra cosa rilevante di questa legislatura, politicamente forte, indicherei "l'operazione Enel". Onestamente bisogna riconoscere che "l'operazione Enel" è stata, anche dal punto di vista della fantasia progettuale, della lungimiranza, dell'immaginazione politica che in questa Valle è rara, un'operazione consistente, importante, che sta dando dal punto di vista economico-finanziario dei buoni risultati, quanto meno nel medio-breve periodo.

Non ricorderei altro di significativo. Il resto è piatta amministrazione, normale amministrazione, spesa in mille rivoli di risorse finanziarie enormi rispetto alle nostre dimensioni. Ogni anno abbiamo avuto a disposizione 3.000 miliardi per circa 120 mila persone, mettiamoci pure tutte le condizioni disagiate del mondo, ma è una quantità di risorse finanziarie che non trova eguali da nessuna parte del mondo, non c'è nessuno che abbia tante risorse per così pochi abitanti. Dove sono andate a finire queste risorse? La metà di queste risorse sono finite per pagare i dipendenti, altro che la Valle d'Aosta che si mantiene con i 9/10! Con i 9/10 non ci paghiamo neanche i dipendenti, perché i 9/10 fanno un terzo del bilancio regionale, i dipendenti costano la metà! Questa è la Valle d'Aosta del 2000, che potremmo riassumere a mio giudizio con uno slogan: "molti soldi e poca progettualità" o se vogliamo essere più viscerali: "pancia piena, testa vuota"! Credo che questo sia uno spunto di riflessione, perché questa Regione, con queste risorse che ho definito enormi, non si distacca dalla normalità? Non ci sono progetti che la fanno primeggiare da nessuna parte dell'amministrazione? Vedremo fra breve, quando discuteremo del Piano rifiuti, che abbiamo tutte le opportunità, per una serie di ragioni, di essere all'avanguardia in Europa, invece arranchiamo dietro delle percentuali poco significative per riuscire ad arrivare a quelle previste dal "decreto Ronchi". È un esempio che faccio.

Se andassimo a fare a ventaglio una panoramica su tutti i settori - e l'hanno fatta prima di me bene alcuni colleghi - vedremmo che i risultati non sono spesso dei risultati mediocri - e ci mancherebbe! -, ma non sono risultati che vanno al di là di quelli delle regioni che ci circondano, ma che operano con delle risorse molto inferiori. La classe dirigente di questa Regione quindi, secondo me, si deve interrogare su questo punto, si deve chiedere perché questi "anni di vacche grasse" non sono riusciti a configurare una Regione, la nostra, di eccellenza rispetto al circondario. Noi non siamo una Regione di eccellenza, siamo una Regione che si barcamena, siamo una Regione che se non avesse, non dico tutte le risorse finanziarie attuali, la quota sostitutiva dell'IVA da importazione - un autentico regalo che non ha nessuna motivazione -, non farebbe più un bilancio, non farebbe più niente, si pagherebbero i dipendenti e basta! Dobbiamo interrogarci quindi, perché noi non vogliamo fare le Cassandre - come ogni tanto qualcuno dice ed è normale polemica politica -, ma vogliamo indicare la realtà: qui la realtà è coperta da una cortina fumogena, da una nebbia propagandistica che presenta una Valle d'Aosta che si mantiene da sola, capace di autoriprodursi delle risorse, che è cosa totalmente in contrasto con i numeri, con la matematica, non con quello che pensa il Consigliere X, piuttosto che l'Assessore Y! Appunto, dicevo, non voglio fare la Cassandra, voglio invece porre un problema: nel caso in cui questi "anni di vacche grasse" diventassero "anni di vacche magre", la Regione sarebbe attrezzata ad affrontare eventuali difficoltà finanziarie, eventuali cali di contribuzioni statali? La mia risposta è: oggi "no", perché non abbiamo saputo costruire uno sviluppo autocentrato, con risorse che nascono dal proprio lavoro e non da benefici che arrivano dall'esterno, perché questa è la realtà che emerge dai bilanci di questi cinque anni.

Ho ritenuto di dover fare queste osservazioni, peraltro non nuove, ma questa era l'ultima occasione della legislatura per evidenziarle e perché penso che, non solo in questo ambito, ma un po' fuori anche da questo contesto e da questa Assemblea, si debba iniziare a discutere seriamente nei partiti, nelle associazioni di categoria. Si debba cominciare a riflettere di una Valle d'Aosta che "si tiri su i pantaloni" da sola, perché oggi la cinghia e le bretelle ce le danno gli altri e, senza cinghia e bretelle, avremmo i pantaloni calati!

Président La parole au Conseiller Comé.

Comé (SA)Siamo arrivati all'ultimo rendiconto generale della Regione di questa legislatura, ci pare quindi giusto dare una lettura sull'andamento di questo bilancio, che poi rappresenta in gran parte l'economia della nostra Regione, un bilancio che riesce ad influire sull'andamento economico della Regione come dicevo, ma il rendiconto, come di consueto, evidenzia, attraverso i numeri in essi contenuti, lo stato di salute dell'ente pubblico. Come ogni rendiconto che si rispetti, necessita delle informazioni in dettaglio che possano meglio far comprendere i criteri che sono stati adottati dalla Pubblica amministrazione, individuando le priorità che meriterebbero essere meglio illustrate nella nota di accompagnamento al rendiconto e soprattutto le cause che hanno dato luogo ad uno scostamento delle risultanze finali rispetto alle previsioni iniziali.

Come illustrato nei prospetti allegati alla relazione, le entrate si sono attestate intorno all'86 percento di quelle definitive previste, mentre gli impegni di spesa sono significativamente prossimi alle previsioni definitive assestate. Questa situazione, che riflette puntualmente l'andamento finanziario manifestatosi, avrebbe meritato un maggior dettaglio che consentisse di comprendere quei buoni propositi formulati in sede di previsione delle entrate. La situazione dei residui continua ad essere consistente fra quelli riconducibili ai crediti che la Regione vanta nei confronti di terzi; per contro, i residui passivi hanno una minore incidenza, cosa che denota sicuramente una migliore organizzazione amministrativa in grado di fronteggiare con maggiore tempestività gli impegni di spesa.

Si osserva, nell'esame dei dati di rendiconto, che nel corso dell'anno gli impegni di spesa "spesi" sono circa uguali alle entrate relative ai primi tre titoli. Questa circostanza denota una propensione ad un tempestivo utilizzo delle liquidità per far fronte alle spese derivanti dagli impegni nella misura complessiva del 60 percento circa. Nello sviluppo delle spese, con riferimento ai diversi capitoli, si osserva che il più penalizzato è quello relativo al settore assetto del territorio e tutela ambientale, le cui spese sono state onorate nella misura del 43 percento circa, segue il settore sviluppo economico con il 18 e pressoché nella stessa misura gli altri interventi generali, mentre per gli altri capitoli si ha un sostanziale riallineamento fra gli impegni di spesa e le spese effettivamente pagate.

Queste osservazioni sono formulate con l'intento di individuare con maggiore puntualità le cause che influenzano l'operatività completa dell'amministrazione pubblica in rapporto ai programmi e progetti che sono stati formulati in sede di previsione. Anche qui sarebbe stato utile che nell'illustrazione del rendiconto ci fossero dei richiami, che se non altro avrebbero potuto essere utili a futura memoria per coloro che dovranno occuparsi di questi temi in futuro. Sono scarse quelle informazioni che si limitano a rappresentare dei risultati di attività pubblica attraverso tabelle e prospetti, sicuramente corrispondenti ai fatti amministrativi manifestatisi nell'anno. Non dobbiamo dimenticare che quest'anno è l'ultimo anno di legislatura e proprio in questa circostanza sarebbe stato di maggiore utilità, rispetto agli anni precedenti, un più puntuale riferimento alle cause che hanno condizionato i risultati di gestione in generale. Questi risvolti sono di pertinenza dell'amministratore pubblico, che deve essere in grado di dare anche una chiave di lettura politica alle azioni o agli scenari che si augura di favorire.

È stato utile acquisire gli impianti di produzione, come da più colleghi è stato sollevato, e distribuzione di energia in Valle d'Aosta? Sicuramente sì, ma visto sotto quale profitto? Se la gestione dell'energia rimane una cosa pubblica, dovremo nel tempo vedere dei benefici per i Valdostani. "L'operazione Casino S.p.A." giova all'economia valdostana? Abbiamo visto ieri che abbiamo approvato dei nuovi contributi alla gestione S.p.A. senza avere un piano di sviluppo, quindi quali effetti ci si attende per il futuro e quali ulteriori risorse si dovranno ancora impegnare nell'operazione di consolidamento degli interventi? Tutti temi questi che non emergono in alcuna relazione di congedo dall'attuale Amministrazione regionale.

Nella relazione è detto che sono stati emessi, come in passato, dei BOR per una consistente entità. Una qualche valutazione sui soggetti sottoscrittori dei titoli, sul loro rendimento, sulla reazione dei mercati finanziari, sulle prospettive future, nel ricorso a questi strumenti di provvista avrebbero consentito di meglio comprendere gli orientamenti che si intendono e si propongono di privilegiare nel tempo. In definitiva, la relazione di accompagnamento al rendiconto avrebbe dovuto rappresentare una traccia riassuntiva della legislatura, esaltando gli obiettivi raggiunti ed anche evidenziando quelli mancanti. Questi sono i contenuti di un "testimone" che ci accingiamo a passare nelle mani dei nostri successori.

Président La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (LCdL) Dopo il brillante intervento fatto dal collega Lattanzi sul primo dei due disegni di legge in esame, ossia su quella che è l'approvazione del conto consuntivo, riteniamo di dover esprimere ancora qualche considerazione sull'altro importante disegno di legge, che è stato messo contestualmente in discussione nell'ambito della discussione generale, ossia sull'assestamento di bilancio del corrente esercizio finanziario.

È un assestamento di bilancio importante per la quantità delle risorse, che in buona parte derivano dall'avanzo di amministrazione, ma è un assestamento di bilancio che noi osiamo definire una "finanziaria regionale bis", anche per il tipo di allocazione delle risorse finanziarie stesse, nel senso che ci sono in evidenza, nell'ambito di quella che è la manovra finanziaria di assestamento del bilancio 2003, una serie di scelte politiche, che vanno a rafforzare o comunque a variare il bilancio di previsione approvato qualche mese fa da questo Consiglio. Dobbiamo dire per certi versi che, in corso di legislatura, non avevamo mai avuto modo di assistere ad un assestamento così corposo per quelle che sono le poste in gioco e su queste variazioni vorremmo effettuare alcune considerazioni, che riguardano argomenti per i quali esprimiamo perplessità e che denotano preoccupazione per quello che può essere il futuro trend economico di questa Regione.

Voglio soffermarmi in particolare su alcuni articoli del disegno di legge n. 196 e su alcune cifre che compaiono negli allegati che accompagnano il medesimo disegno di legge. Vorremmo soffermarci in particolare su articoli che riteniamo importanti: gli articoli 10, 11, 12 del disegno di legge n. 196.

Riteniamo significativo il contenuto dell'articolo 10, che consente nella sostanza di allocare in gestione speciale alla Finaosta qualcosa come ben 45 miliardi di vecchie lire, ossia 23 milioni di euro. Sappiamo che l'articolo 5 della legge n. 16/82, istitutiva della Finaosta, alla lettera a) prevede che siano interventi indirizzati principalmente ad imprese che attuino programmi di riconversione o ristrutturazione produttiva. Penso allora che una qualche riflessione l'Assessore alle finanze o all'industria, o il Presidente Louvin, ce la debbano, perché, nel momento in cui andate a supportare ed integrare un capitolo, che già era finanziato, per una cifra significativa di 23 milioni di euro per interventi di riconversione e ristrutturazione produttiva, è il segno evidente che avete percepito che la crisi industriale di questa Regione non è più solo un'affermazione fatta nelle iniziative della minoranza, ma è una preoccupazione condivisa da questa maggioranza. Non si spiega altrimenti come vengano iscritti 23 milioni di euro con un fine specifico: riconversione e ristrutturazione produttiva, che voi mi insegnate sono connotazioni di un'economia che, a fronte di certi problemi, ha esigenza di cambiare registro, per poter salvaguardare le esigenze produttive e l'occupazione. La nostra preoccupazione, espressa ormai da parecchio in quest'aula, è su quello che è il trend di una serie di crisi striscianti che hanno caratterizzato gli insediamenti industriali nella bassa Valle. Auspichiamo che su questo punto possa essere fatta qualche precisazione da parte dei banchi della Giunta.

Sull'articolo 11 esprimiamo una perplessità, che avevamo già espresso in sede di approfondimenti nelle commissioni consiliari quando avevamo esaminato il piano finanziario di un intervento importante dal punto di vista finanziario, importante dal punto di vista urbanistico, ma un intervento che vede, nella proiezione dei prossimi 8 anni, un disavanzo medio stimato di 2 milioni di euro. Riteniamo che questo disavanzo annuo medio stimato possa essere una previsione ottimistica, alla luce di quella che è l'ulteriore "iniezione" di risorse effettuate dall'articolo 11. Il Presidente della Regione ha aggrottato le sopracciglia in riferimento alla previsione di disavanzo, ma è una previsione di disavanzo contenuta nel piano finanziario che gli uffici e l'Assessore competente hanno illustrato in commissione, per bocca del Presidente di Finbar, e che evidenzia le difficoltà che questo investimento importante possa, da qui ad otto anni, essere anche un investimento non a perdere, perlomeno in termini di bilancio. Questo tipo di ulteriore finanziamento pensiamo che possa rafforzare il convincimento che la stima di 2 milioni di euro fosse una stima prudenziale.

Sull'articolo 12 noi invece esprimiamo una perplessità su quello che sarà il futuro dell'Università della Valle d'Aosta, perché, a fronte di un avanzo di amministrazione importante di 127 milioni di euro, a fronte di preoccupazioni nel settore dell'industria, come quelle contenute nell'articolo 10 del disegno di legge, dove si stanziano 23 milioni di euro, leggiamo che gli stanziamenti aggiuntivi derivanti da questo avanzo di amministrazione per l'Università della Valle d'Aosta sono limitati a 68.000 euro. Abbiamo sempre espresso una preoccupazione, Assessore Pastoret forse più che Assessore Agnesod, ed è quella che questa università sia destinata a contraddire quello che è lo spirito di un'università: "universitas", un qualcosa di grande, che deve uscire da quelli che sono i confini angusti della territorialità! Abbiamo sempre più la sensazione che ci si sia accontentati di mettere in piedi una struttura universitaria ad uso e consumo delle esigenze valdostane e questo sarebbe sicuramente un pessimo modo di gestire la potenzialità di una struttura universitaria, perché è evidente che un'università deve avere una capacità di attrazione che deve andare al di là del proprio bacino territoriale demografico, altrimenti viene meno a quello che è il suo compito primo: creare cultura e attenzione nel mondo accademico. Non dimentichiamoci che noi questo prezzo lo paghiamo già nell'ambito della sanità, una sanità quella valdostana che non è appetibile dai grandi circuiti delle professioni per l'isolamento in cui vive; assenza di sbocchi nell'ambito del mondo accademico, assenza di prospettive di carriera fanno sì che la sanità valdostana, insieme al peso dell'uso strumentale e ideologico del francese, paghi il prezzo di una struttura funzionante in termini di organici, in termini di professionalità. Riteniamo allora che i 68.000 euro siano un indice di questa mala attenzione che c'è nei confronti dell'Università della Valle d'Aosta.

Ci verrà replicato probabilmente che questi sono il trasferimento di quanto, come viene detto nell'articolo 12, residuava dello stanziamento della CREL, ma non è una buona motivazione! Potevano esserci valutazioni differenti, come valutazioni differenti sono quelle che portano a scrivere l'articolo 10 in relazione al finanziamento aggiuntivo alla Finaosta!

Al di là di quelle che sono le valutazioni prettamente finanziarie, che sono state espresse in termini economici sulle risultanze del conto economico, in relazione all'avanzo di amministrazione, perciò non possiamo non esprimere un giudizio altrettanto negativo su questo assestamento di bilancio. È un assestamento di bilancio che è una "finanziaria bis" passata in sordina e che opera delle scelte di politica che noi riteniamo di non poter condividere.

Colleghi della Giunta, abbiamo espresso delle preoccupazioni e sicuramente delle critiche, ma abbiamo anche formulato dei quesiti ed auspichiamo che, nel corso delle repliche che dai banchi della Giunta verranno effettuate, giungano quanto meno delle risposte alle domande che abbiamo posto sull'insieme della manovra finanziaria, che definisce il disegno di legge n. 196.

Président Nous sommes toujours en discussion générale. Est-ce qu'il y a d'autres conseillers qui souhaitent intervenir? S'il n'y a pas d'autres conseillers qui souhaitent intervenir, je ferme la discussion générale sur les deux projets de loi.

La parole à l'Assesseur au budget, aux finances et à la programmation, Agnesod.

Agnesod (UV)Prima di rispondere agli interventi, desidero innanzitutto ringraziare tutti coloro che sono intervenuti.

È stata un'analisi equilibrata, ha tenuto conto delle posizioni che già i vari consiglieri avevano espresso in sede di predisposizione del bilancio preventivo, di cui adesso stiamo per analizzare il consuntivo. L'aspetto che emerge maggiormente dal consuntivo è questo avanzo di amministrazione, un avanzo che, come è già stato detto, deriva in modo particolare dal buon andamento delle entrate; quindi sia i tributi propri che le entrate compartecipate hanno visto un incremento importante, abbiamo più 40 milioni di IVA, più 25 milioni di euro di IRPEG, più 8 milioni di imposta di fabbricazione della birra, più 9 milioni di imposta sull'energia, più 15 milioni di IRAP. Queste voci, che ho voluto citare in aggiunta alla relazione completa che già era stata fatta da parte del relatore, danno la misura di una situazione di salute del nostro sistema economico. Evidentemente, c'è stata da parte degli uffici dell'Assessorato delle finanze un'attenzione particolare ad individuare i possibili recuperi di risorse che ancora non erano state definite. Insieme ad un'azione politica quindi è stata anche impostata un'azione di verifica dal punto di vista tecnico, di conteggio di quelli che erano i contenziosi ancora aperti con lo Stato: ce ne sono ancora, ma in parte sono stati chiusi.

Qui riconosco l'impegno, devo dare atto della correttezza e della tempestività dimostrata dal Ministero dell'economia, in particolare dal Sottosegretario con cui ci interfacciamo evidentemente spesso. È una striscia nero-azzurra che non divide, ma unisce. Dicevo, abbiamo impostato un dialogo costruttivo e credo che l'istituzione Regione debba continuare a misurarsi con l'istituzione Stato su questa strada. Evidentemente, non possono essere accettate altre logiche che sono uscite in questi giorni sui giornali logiche di ricatto o di altro genere. Mi auguro che anche i tavoli che in questo momento sono aperti si concludano in maniera positiva per entrambi e che possano dare un risultato positivo per questa comunità, perché non conta tanto chi temporaneamente occupa il posto di qui o di là, ma contano i risultati, che poi sono a beneficio di tutta la nostra comunità.

Detto questo, voglio fare un'osservazione riguardante la particolarità del bilancio pubblico. Voglio entrare in questo concetto, perché mi sembra che dagli interventi sia stato messo in evidenza il discorso dei residui, attivi e passivi: "ci sono", "non ci sono", "sono aumentati", "abbiamo una quantità notevole di residui" e via dicendo. La particolarità della finanza pubblica innanzitutto è quella per cui si perfeziona il diritto a ricevere o l'obbligo a pagare nel momento in cui esiste il documento, si incassa successivamente, per cui la cassa va divisa dalla competenza in maniera marcata, cosa che non esiste nella contabilità privata. Nel momento in cui tu hai una dichiarazione che ti arriva da chi ti deve dare dei soldi o tu mandi una comunicazione a chi devi pagare, diventa già un obbligo e quindi lo iscrivi a bilancio. Se poi questo obbligo non riesce ad essere assolto dal punto di vista della cassa, si trascina negli anni, ma questo avviene in tutte le contabilità pubbliche. Noi abbiamo, rispetto al volume di operatività espressa in bilancio e anche ai tipi di interventi che abbiamo dovuto sostenere in questi anni, una situazione leggera, ancora sostenibile, si può ancora migliorare.

Abbiamo cercato di operare dei miglioramenti attraverso un'accurata verifica dei residui, abbiamo ottenuto dei risultati, si può ancora migliorare ma certamente solo nell'ordine di qualche punto percentuale, non illudiamoci, perché questa è la dinamica della contabilità pubblica. Questo poi va collegato anche con un altro discorso: da alcuni anni ci siamo dati con legge la programmazione di bilancio triennale, ora il triennale comincia a diventare stretto, c'è bisogno di avere tempi più lunghi di programmazione, quindi probabilmente dovremmo intervenire anche su questo tipo di versante. Con il triennale non riesci più a programmare certi interventi, che hanno bisogno di essere applicati sul territorio con gli enti locali e che richiedono tempi più lunghi. Abbiamo bisogno di avere una visione più lunga come bilancio, quindi capire quelli che sono gli obiettivi e anche, dal punto di vista della valutazione e della previsione delle entrate, di un termine maggiore che non il triennale e questo comporta un problema di modifica della nostra legge di contabilità.

L'osservazione del Consigliere Curtaz sulle entrate, ossia che le nostre entrate sono un terzo del bilancio complessivo, non risponde al vero, ma perché? La parte più importante di questo bilancio sono le partite di giro, che sono fondi che ci arrivano dallo Stato per sopperire al fatto che noi operiamo come Prefettura; abbiamo una serie di spese, che rientrano in questo bilancio, ma che non fanno parte di questo bilancio, cioè strettamente legate all'investimento, abbiamo circa il 90 percento di entrate proprie compartecipate rispetto al bilancio. Fate attenzione, rispetto allo scorso anno da quello che vedete nel consuntivo dovete togliere il mutuo, i BOR. Noi abbiamo avuto circa il 90 percento, siamo sull'87-88 percento di risorse proprie; non entriamo nel merito, non voglio più farlo perché abbiamo discusso troppe volte sull'IVA da importazione, sul giusto valore che diamo a questo tipo di riconoscimento rispetto a spese e competenze che ci sono state affidate giustamente dal punto di vista dell'autonomia, ma che prevedono dei costi. Noi quindi abbiamo delle spese che sono il doppio rispetto a questa quota di IVA da importazione, non lo erano qualche anno fa; stiamo cercando di andare a compensare attraverso la ricerca di altre risorse che vengono direttamente dal nostro sistema economico. Questo aumento delle imposte è importante perché dà la misura della salute del nostro sistema economico.

Abbiamo un tessuto imprenditoriale in crescita. L'incidenza delle imprese artigiane sul totale delle imprese è pari al 26,7 percento, è il dato più elevato del valore medio italiano; è chiaro, ci sono piccole imprese, questo è vero, nella Regione Valle d'Aosta risultano registrate 14.643 imprese e c'è una percentuale di ditte individuali, di piccole imprese, molto superiore che in tutto il nord-ovest e nel resto del Paese. È rilevante anche la densità imprenditoriale, con un valore indice di 12,3 imprese ogni 100 abitanti, 2 punti sopra il livello del nord-ovest e dell'Italia. Questi sono dati statistici che ci arrivano dall'ISTAT…

(commenti dai Consiglieri dell'opposizione, fuori microfono)

… cosa vuol dire questo? Mercato del lavoro: la distribuzione degli occupati per macrosettori evidenzia una quota degli occupati nettamente superiore al dato medio italiano, anche il tasso di attività, forza lavoro-popolazione, assume valori ottimali; il tasso di disoccupazione è particolarmente basso - 4,2 percento - ed è inferiore, sia a quello del nord-ovest che a quello italiano, di ben 5,3 punti percentuali. Inoltre, tale dato si dimostra in diminuzione negli ultimi anni, nel 1995 ad esempio si rivelava un valore pari al 6,6 percento, quindi dal 1995 al 2002 siamo passati dal 6,6 al 4,2 percento. La Regione non ha più assunto in questi anni, quindi da qualche parte queste assunzioni ci sono state, c'è stato questo tipo di risultato.

Certo, siamo una popolazione di 120.000 abitanti, però registriamo una densità demografica di 37 abitanti per chilometro quadro, che ci colloca all'ultimo posto nella graduatoria per la concentrazione degli abitanti. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che, per riuscire a dare a questi abitanti una qualità della vita dignitosa, dobbiamo spendere di più ed è questo che porta a dare una giusta collocazione alle risorse che abbiamo. Abbiamo un bilancio che, dal punto di vista degli indirizzi, della sua articolazione, è pari a quello dello Stato, perché noi abbiamo delle competenze molteplici in tutti i settori e questo significa che la nostra Regione deve far fronte a tutto, non c'è lo Stato che interviene sulla FIAT o in un particolare settore come avviene in altre regioni! Andiamo a sommare queste cose, vediamo i bilanci delle altre regioni e sommiamo tutti gli interventi statali che vengono fatti settorialmente, pur non entrando nel merito…

(interruzione del Consigliere Curtaz, fuori microfono)

… la cassa integrazione… cosa vuol dire? Non è questo il mio discorso… è sugli investimenti. Abbiamo quindi anche, per quanto riguarda la proporzione spese correnti/spese di investimento, una situazione che, a mio avviso, è molto positiva. Non è vero che c'è stato un aumento nelle spese correnti, perché se vediamo la proporzione prima dell'alluvione, che è il dato più attendibile - perché riconosco il discorso, non so più chi me lo stava facendo, che, nel momento in cui c'è stata l'alluvione, la sproporzione delle spese per investimenti rispetto alle spese correnti è andata evidenziandosi -, rispetto al 2000, anno precedente all'alluvione, abbiamo il 59 percento delle spese correnti di quest'anno, nel 2000 erano il 64 percento: il 41 percento quest'anno lo abbiamo destinato agli investimenti, nel 2000 era il 36 percento. Attenzione, perché in questo discorso va inserito un dato molto importante: i prestiti obbligazionari dell'ENEL - circa 40 miliardi del 2002, quindi in questo consuntivo -, sono spese correnti che dobbiamo prevedere per il pagamento dei BOR dell'ENEL, poi ci danno la resa, ma dobbiamo anche spendere…

A fronte di questa particolare voce rilevante, abbiamo una riduzione di spesa corrente importante, tant'è - e anche qui mi rifaccio di nuovo ai rapporti esistenti fra Stato e Regione - che abbiamo avuto l'assenso sul Patto di stabilità in maniera adeguata e tranquilla, cioè noi abbiamo avuto l'assenso da parte del Ministero che attesta che siamo nettamente al di sotto dei costi di inflazione. Abbiamo fatto in questi anni un lavoro importante sulla spesa corrente: l'abbiamo ridotta notevolmente, soprattutto quella di funzionamento. Evidentemente, ci sono dei limiti dovuti al rinnovo contrattuale, dovuti a dei fattori che non possono essere rallentati in nessun modo.

Investimenti in funzione elettorale: la democrazia è bella, ma è anche difficile da accettare. In certe condizioni evidentemente la maggioranza amministra, regola, si dà un programma, fintanto che esiste il mandato democratico elettorale, questa è la regola! Certo che il programma di legislatura è il nostro - e qui rispondo al Consigliere Beneforti che ha detto: "Voi seguite il programma di legislatura" -, questo è il nostro DPEF, è il nostro documento di programmazione economica e finanziaria! Nella nostra legge di contabilità non è previsto il DPEF, non abbiamo - come lo Stato - il documento di programmazione economica e finanziaria, ma abbiamo il programma di legislatura che introduciamo attraverso la legge finanziaria all'interno di quest'aula e quindi andiamo a renderla operativa. Perché la legge finanziaria? Qui do risposta al Consigliere Frassy. Questa è una finanziaria bis, ma non è camuffata, effettivamente è una finanziaria bis, perché la legge di bilancio è una legge formale che non può modificare le leggi esistenti. La legge sostanziale è la legge finanziaria che noi alleghiamo tutti gli anni e anche in questo caso, nel momento in cui si fanno emendamenti o si vanno a modificare gli stanziamenti previsti in legge da precedenti leggi, dobbiamo per forza utilizzare lo strumento della legge finanziaria. Questa è una risposta rispetto a un dato tecnico che dobbiamo per forza seguire.

Tornando alle entrate, evidentemente quelle entrate importanti di cui dicevo prima, quegli scostamenti significativi sono dovuti in buona misura alle imposte sull'energia. Abbiamo avuto lo scorso anno, a chiusura del 2002, circa 72 milioni di euro in entrata, togliendo quello che abbiamo pagato - circa 20 milioni di euro -, rimangono circa 50 milioni di euro puliti di utile solo riferiti alle imposte, senza contare i dividendi, su cui stanno facendo adesso le assemblee, e non abbiamo ancora i dati definitivi.

Faccio anch'io adesso un ragionamento, non dico di legislatura, ma più ampio rispetto al solo rendiconto. Voglio parlare degli obiettivi strategici che abbiamo voluto perseguire in questi anni, nei limiti consentiti dalle situazioni e dagli eventi. Mi riferisco evidentemente all'alluvione, un evento traumatico, che ha portato dell'indotto, è riuscita a far lavorare la gente - e qui concordo sul fatto che comunque sono dei momenti in cui, paradossalmente, c'è una crescita del PIL, perché c'è movimento di ricchezza -, ma, per quanto riguarda il discorso programmatico, evidentemente questo evento ha creato un grosso problema di compatibilità. Faccio un solo esempio per tutti. Noi abbiamo come obiettivo strategico primario quello dell'aiuto allo sviluppo del sistema economico e produttivo e questo aiuto lo abbiamo esplicitato quest'anno attraverso un sostegno maggiore: c'è un aumento del 14 percento in questo settore, che è alquanto rilevante. Abbiamo potuto farlo perché si stanno concludendo i lavori della ristrutturazione del territorio dovuti ai danni causati dall'alluvione. Stiamo concludendo il risanamento di questa "ferita" del territorio in tempi record, in tempi assolutamente non paragonabili con nessun'altra realtà in Italia. Vorrei che l'attenzione del Consiglio venisse rivolta a questo aspetto: abbiamo completato, nel giro di un anno e mezzo, due anni, interventi per 1.000 miliardi, perché la spesa complessiva è di 1.200 miliardi delle vecchie lire, tolti i rimborsi che sono stati dati ai privati e alle imprese. Abbiamo quindi questo tipo di risultato. Noi non abbiamo problemi di confronto con nessuno, prendiamo ad esempio il Canavese: stanno aspettando ancora gli interventi necessari in seguito all'alluvione del 1994, ma, se andiamo a confrontarci con altre regioni italiane, vi sono realtà ancora peggiori; questo dimostra l'organizzazione della nostra Regione. Credo che a questo risultato abbiano partecipato tutti, dalle imprese ai sindaci, ai presidenti di comunità montana, i privati stessi. Abbiamo dato una dimostrazione veramente di grande maturità.

Un altro obiettivo è il mantenimento del welfare, quindi il mantenimento di quel livello di intervento sul sociale che è fondamentale - e qui mi riferisco di nuovo al discorso che facevo prima - per una Regione che ha bisogno di dare una qualità della vita adeguata a tutti i suoi abitanti. Ritorno su un concetto che per me è fondamentale: non possiamo per esempio pensare che gli abitanti di un piccolo paese di Media Montagna con un centinaio di persone, possa vivere in condizioni di serie B, quindi dobbiamo impegnarci con delle misure che pesano finanziariamente ma che sono fondamentali per la nostra popolazione. Interventi che non hanno alcuna possibilità di operare attraverso un'economia di scala essendoci pochi numeri su un territorio vasto ed impervio. Noi dobbiamo attivare tutta una serie di presenze sul territorio per poter dare un servizio di un certo livello. Il concetto va esteso dalla Sanità a molti altri settori, quindi è evidente che il costo della vita in montagna non è paragonabile con quello della vita normale in città o in pianura.

Altro obiettivo: il non inasprimento della leva fiscale. Faccio un semplice cenno alla scelta che abbiamo operato in questi cinque anni, che ritengo giusta perché ha fatto in modo che questa comunità potesse operare attraverso i consumi un certo movimento di risorse, paragonabili, rispetto a quelle che erano le leve fiscali a nostra disposizione, ad una cinquantina di miliardi delle vecchie lire. Questi soldi non li abbiamo voluti nel nostro bilancio, li abbiamo lasciati alla comunità, soprattutto in questo momento di stagnazione dei consumi. Attenzione, viviamo in un momento di difficoltà, non di recessione, ma quasi! Siamo quindi in un momento in cui abbiamo bisogno di lasciare le risorse, la ricchezza alla gente in modo che possa circolare, i nostri cittadini si sono trovati quest'anno 50 miliardi che, se avessimo aumentato il limite del livello di imposizione, avrebbero invece dovuto versare.

Permettetemi di aggiungere un'altra considerazione importante: siamo stati la prima ed unica Regione che è riuscita a fare la rinegoziazione dei mutui su larga scala, quasi la totalità, se non la totalità, dei mutui in Valle d'Aosta, sia sui fondi di rotazione che in conto interessi, sono stati tutti rinegoziati, grazie ad un'operazione che è stata portata avanti con il Polo creditizio valdostano, che sta diventando sempre più realtà. La Regione ha fatto un'operazione che dimostra, secondo me, qual è la sua volontà, che non è quella di rimanere a tutti i costi all'interno delle società ma, laddove è necessario, rimane; laddove è possibile uscire, esce. Il Polo creditizio valdostano è un esempio in cui la Regione ha considerato il suo essere banchiere, il suo essere parte della BVA un qualcosa di anomalo. Siamo arrivati ad avere le condizioni per poterne uscire, per lasciare la BVA ai privati; adesso avverrà il passaggio: la parte della Finaosta verrà passata alle Banche di Credito cooperativo, con l'autorizzazione della Banca d'Italia, per cui questo Polo creditizio è quasi totalmente costituito. Abbiamo fatto una scelta importante e non obbligata...

(nuova interruzione del Consigliere Curtaz, fuori microfono)

Questo è un caso in cui la Regione ha lasciato in mano alle realtà private locali, agli artigiani e alle nostre imprese una parte importante della gestione finanziaria. Dicevo, uno degli obiettivi importanti che abbiamo raggiunto in questi anni è il mantenimento di risorse ai nostri comuni e alle nostre comunità montane. L'applicazione della legge della finanza locale ha consentito di dare attuazione a programmi, a progetti, ha consentito soprattutto di rendere attuativo un concetto fondamentale, che molto spesso viene sbandierato, ma che alla fine siamo riusciti ad applicare: il concetto di autonomia completa, del federalismo. Se modifichiamo degli stanziamenti, li modifichiamo solo su loro richiesta, su proposta del Consorzio degli enti locali.

L'ultima assegnazione che è contenuta in questo assestamento riguarda 5,7 milioni di euro, che sono derivati dalla finanza locale, che vengono assegnati nuovamente alla finanza locale, ma non su indicazione nostra, non su delle nostre imposizioni, ma su delle scelte che sono state fatte direttamente dagli enti locali stessi.

L'altro elemento particolarmente importante, e sicuramente devastante da un certo punto di vista, di questi cinque anni di legislatura è stata l'alluvione, che ha creato in tutto il territorio della Valle d'Aosta dei grossi danni, disagi e ha fatto vittime. Abbiamo voluto con questo intervento completare il risanamento dei danni sul territorio, per rendere la Regione Valle d'Aosta competitiva, prima di tutto per la vivibilità e la qualità della vita dei propri cittadini, poi dal punto di vista del suo settore economico più importante: il turismo.

L'ultimo obiettivo che ci siamo posti in questi anni nella predisposizione del bilancio è stato quello della conferma del "rating". Ci siamo messi nelle condizioni di avere un'attestazione esterna, abbiamo voluto che il bilancio di questa Regione fosse analizzato da una società al di sopra di ogni sospetto: la "Standard & Poors", società americana che in Europa ha sede a Madrid e che non credo si possa sospettare essere vicina a qualche forza politica che opera in Valle. L'attestazione di questa società, che analizza stati, regioni, enti privati, società - in questo momento sta analizzando la FIAT, ha analizzato l'INPS, analizza in tutto il mondo situazioni, enti pubblici e privati -, ci dà questo tipo di risposta, che va al di sopra di tutti i pettegolezzi, delle considerazioni che abbiamo sentito in quest'aula stamani. La conferma del "rating" alla Valle d'Aosta a lungo termine, con la doppia "A" positiva e le prospettive stabili, riflette il basso livello del debito della Regione, i buoni risultati di bilancio, la diversificazione delle fonti di entrata e delle responsabilità di spesa e le buone prospettive di crescita economica.

"La Regione ha mantenuto buoni i risultati di bilancio…" - leggo il comunicato della "Standard & Poors" - "… al netto dell'operazione ENEL, caratterizzato da una forte crescita delle entrate e da bassi disavanzi. I risultati del 2001 e del 2002 hanno superato le aspettative e le prospettive per i prossimi tre anni rimangono buone. Una solida crescita delle entrate e un controllo stretto dei costi permettono il mantenimento di disavanzi molto bassi, non superiori al 5 percento delle entrate correnti". Mi voglio soffermare su una parte che è significativa nel discorso economico: "L'economia della Regione è piccola…" - dice il comunicato di questa società - "… ma ricca e dinamica, la Valle d'Aosta è una delle regioni più ricche d'Italia con un PIL pro capite che supera significativamente le medie italiane ed europee e tassi di disoccupazione fisiologica che non superano il 4 percento. La crescita del PIL regionale è stata al di sopra della media nazionale negli ultimi cinque anni." Dice poi: "Tuttavia, la dimensione ridotta dell'economia valdostana postula una maggiore vulnerabilità a choc inattesi e richiede pertanto un supporto da parte del Governo regionale".

Questa è un'attestazione che non viene da una società con sospetti di essere di Destra o di Sinistra o quant'altro; è una società che fa questo lavoro in tutto il mondo e che, analizzando i nostri bilanci, ci consiglia di mantenere come Regione un supporto al sistema economico. Tornando al discorso di prima, Consigliere Lattanzi, della particolarità del nostro territorio, questa società dice - lo ripeto -: "la dimensione ridotta dell'economia valdostana postula una maggiore vulnerabilità a choc inattesi e richiede pertanto un supporto da parte del Governo regionale". Questa quindi non è un'affermazione che noi abbiamo avuto da questa società…

(interruzione del Consigliere Lattanzi, fuori microfono)

… adesso non andiamo a vedere da dove arrivano, dal punto di vista economico c'è bisogno che questa Regione rimanga al fianco delle nostre imprese.

A chiusura di questo discorso volevo fare un ragionamento sui punti più significativi, i risultati più importanti che abbiamo ottenuto in questi anni.

Mi riferisco innanzitutto all'operazione ENEL, che è stata riconosciuta da qualcuno di voi che è intervenuto. L'operazione ENEL, indubbiamente, con i dati che abbiamo visto prima, è molto importante dal punto di vista delle entrate, ma direi che è altrettanto importante dal punto di vista della portata storica dell'evento storico. Questa comunità, attraverso l'ente pubblico che la rappresenta tutta quanta, riesce a riappropriarsi di un bene importante qual è lo sfruttamento e la gestione dell'energia, delle proprie centrali.

Il secondo punto importante e storico è il raggiungimento in questi cinque anni dell'apertura della libera Università della Valle d'Aosta: abbiamo avuto le condizioni per poterlo fare, ma si è fatta un'operazione di cui si stava parlando ormai da 25-30 anni, si sono avviati i corsi, sono tre anni che sta operando. L'università in Valle punta sulla ricerca, sono circa 500 gli studenti iscritti ai vari corsi di laurea; il ruolo primario dell'università è quello di essere risorsa strategica di produzione, trasmissione, aggiornamento continuo di conoscenze, è dunque funzionale allo sviluppo economico di questa realtà e non solo, uno sviluppo economico che può essere anche confrontato con l'esterno. È un collegamento che questa università ha voluto fare in questi anni con le più importanti università, con le università europee, quindi stiamo operando in questo senso con il risultato, come dicevo prima, raggiunto in questo quinquennio.

La Camera di commercio, il Polo creditizio valdostano, il completamento della ristrutturazione del Forte di Bard, questi sono alcuni elementi che volevo evidenziare di obiettivi raggiunti in questi cinque anni di legislatura.

Credo che l'osservazione fatta dal Consigliere Comé a proposito della relazione non fosse necessaria, le relazioni del relatore sono state ampiamente esaustive e hanno dato le giuste informazioni ai consiglieri.

Per quanto riguarda il resto, credo che la misura stia anche nella capacità di questo Consiglio di andare a cogliere gli elementi positivi realizzati in questa legislatura.

Président La parole au Président de la Région, Louvin.

Louvin (UV) La réplique de l'Assesseur Agnesod a déjà touché de nombreux arguments et elle a donné de nombreuses réponses aux collègues intervenus en cours de matinée.

Il m'appartient d'y ajouter quelques informations complémentaires et une considération d'ordre général.

En réponse au Conseiller Frassy, qui s'est interrogé sur quelques-uns des articles du projet de loi n° 196, je souhaiterais d'abord porter un complément d'information au sujet des articles 10, 11 et 12, qui ont fait l'objet de son analyse.

Pour la Gestion extraordinaire, l'article est à compléter, à la lumière de l'amendement présenté par le Gouvernement, où l'on signale la possibilité d'utiliser ces fonds dans l'achat à travers Finaosta des immeubles de Saint-Vincent liés à l'activité de la maison de jeu dans le cadre de l'élargissement des propriétés d'intérêt régional. Néanmoins vous avez bien fait de signaler que le choix stratégique d'augmenter les fonds à disposition de la Gestion extraordinaire s'inscrit aussi dans un souci lié à la politique industrielle de cette Région, puisque nous traversons une conjoncture qui n'est pas particulièrement positive et cela non pas du fait des actions menées à l'intérieur de notre Région, mais du fait d'une situation beaucoup plus générale, dont nous ne sommes pas tout à fait à l'abri. Nous avons par conséquent souhaité avoir des réserves utiles et laissé également aux mois à venir des réserves utiles au cas où cela se rendrait nécessaire, pour intervenir dans le soutien aux entreprises, qui pourrait s'avérer utile et nécessaire.

L'article 11 prévoit une augmentation de 3.200.000 euros sur un objectif de dépense déjà autorisée pour le Fort de Bard. Vous avez là évoqué le problème général, qui sera celui de la gestion du Fort de Bard et sur lequel le Gouvernement s'est interrogé en donnant des adresses pertinentes, afin que les travaux de réaménagement, qui sont largement en règle avec la planification financière, puissent bientôt donner le fruit d'une action positive pour le tourisme de la basse Vallée et de toute la Région. Je pense qu'il s'agit maintenant de voir le démarrage de cette grande entreprise, pour laquelle les deux tiers des ressources financières disponibles au niveau de l'Union européenne, de l'Etat et de la Région ont déjà été dépensées, et d'amener à l'achèvement ces mêmes travaux dans les meilleurs délais.

Quant à l'article 12, il s'agit probablement de la volonté d'indiquer un paradoxe - mais les paradoxes n'existent pas dans la mesure où il s'agit, comme probablement vous le savez -, de la redistribution, au bénéfice de l'Université de la Vallée d'Aoste, d'un fonds résiduel de la Commission régionale pour l'économie et l'emploi. Cette commission ayant été supprimée, son rôle de concertation a été attribué à un autre organe par le Pacte pour le développement, mais des fonctions de recherche y restaient, qui avaient été attribuées à cet organisme et, au moment de la suppression de l'organisme, son conseil avait émis un souhait: de pouvoir destiner ces fonds à la recherche, ce que nous avons cru bon de voir réaliser et cela s'est fait par un article de loi, puisque tel est l'instrument technique à adopter, mais je ne pense pas qu'il s'agit là véritablement de la mesure de l'intervention.

S'il y a une chose que j'ai pu remarquer, mais évidemment nous le faisons au quatrième mois seulement d'un exercice financier, c'est que cette variation budgétaire n'a pas dû prendre en compte des erreurs d'évaluation au moment de l'adoption du budget. Nous avons pu non pas faire des travaux de rééquilibrage, mais simplement aller combler quelques lacunes qui pouvaient se présenter ou accélérer la réalisation des actions dans tel ou tel autre domaine. Nous aurions pu faire une variation budgétaire électorale, cela aurait été très facile et je peux vous assurer qu'il y aurait eu huit membres du Gouvernement qui auraient sans doute souhaité, chacun pour son compte, d'y apporter leur touche. Le Gouvernement s'étant réuni, il a décidé de faire une variation budgétaire sérieuse et je vous prie au moins sur cela d'avoir l'honnêteté intellectuelle de le reconnaître, parce que le fait que nous ayons apporté 30 millions d'euros à l'augmentation des fonds de réserve et que l'on ait pourvu à une réduction des emprunts dans la mesure où nous l'avons fait, prouve que ce Gouvernement a eu beaucoup de bon sens et de prudence dans l'exercice des choix qui lui revenaient de faire.

Cela dit, pour les réponses plus ponctuelles à des nombreux collègues - et je me tourne notamment vers les collègues du groupe "Arc-en-ciel" et le Conseiller Beneforti -, il est naturel, à la vieille d'une compétition électorale, de saisir l'occasion pour dresser un inventaire des critiques à adresser au Gouvernement. Toujours est-il que le tableau que vous avez peint ne correspond pas à nos yeux à un tableau de réalité, je ne pense pas que la perception que la population a de l'action administrative dans cette Région est celle d'une désorganisation, d'une série d'abus, d'une incapacité d'organisation telle que vous l'avez signalée, notamment dans le domaine de la santé, pour laquelle nous revendiquons, en tant que majorité, un effort et des résultats d'amélioration de qualité particulièrement importants.

Je ne crois pas qu'il soit opportun de lire de cette façon le tableau de notre école et de notre système scolaire. N'oublions pas les années que nous sommes en train de traverser au point de vue de l'incertitude normative dans le domaine de l'école. Il faut toujours se rendre compte que nous n'agissons pas en vases clos, que nous sommes dans un domaine dans lequel, tant que la dévolution tellement proclamée par le Gouvernement n'aura pas eu lieu, il y a une répartition de compétences et un cadre législatif national qui a marqué des avancées et de reculs très problématiques au point de vue de la gestion. Ce ne sont pas des années où l'Administration a pu réaliser un travail novateur, justement du fait de l'absence de bases solides sur le plan de l'éducation.

Il y a un autre aspect que vous avez évoqué et sur lequel je tiens à marquer un profond désaccord: vous avez voulu indiquer comme une donnée négative le choix fait en 1998 de l'unification de l'Assessorat de l'environnement avec l'Assessorat du territoire et des ouvrages publics. Là nous avons aujourd'hui à tracer une ligne et faire le bilan de cette expérience, le bilan qui s'est fait également à la lumière des événements tragiques que nous avons vécus et qui ont prouvé que cet Assessorat, dans le cadre d'une vision unitaire que le Gouvernement a eue dans ces années, a été à même d'être la bride de la reprise et du redressement de la Région après les inondations.

Certes, on aura à discuter sur certains choix, mais ne pas reconnaître que l'union de la protection de l'environnement avec les thèmes de la sécurité et des infrastructures sur le territoire a été un choix gagnant, qui fait de sorte que l'événement de l'octobre de l'an 2000 ne sera pas lu, Conseiller Curtaz, uniquement à la lumière d'une redistribution de ressources et d'une relance de l'entreprise du bâtiment… je ne le pense pas. Les choix notamment en matière de délocalisation, qui ont été faits dans la redéfinition d'une politique du territoire de notre Région, seront des choix appréciés, puisqu'ils ont fait trésor de l'expérience du passé et ils ont tracé une ligne, sans tomber dans le danger très grave d'avoir à l'intérieur d'un Gouvernement des moments de friction et de contraste, qui s'avéreraient particulièrement pernicieux. Nous avons pu avoir, après les dégâts qui ont touché plus de la moitié de la Vallée, une reprise et une requalification de notre milieu très rapide et le fait que le tourisme et toutes les activités du territoire n'aient pas eu à souffrir des dégâts importants au cours des années suivantes, me paraît être un mérite à reconnaître à ce Gouvernement.

Votre mémoire, Conseiller Curtaz, s'est concentrée sur deux aspects importants de cette législature, je ne crois pas que ce sont les seuls; l'Assesseur Agnesod a bien fait de rappeler le choix de la montée en flèche du niveau de formation et d'éducation avec l'introduction du système universitaire dans le cadre éducatif régional. J'ajouterais des passages importants concernant l'adaptation du système régional aux nouveaux barèmes imposés par l'Union européenne. Cela concerne de nombreux secteurs industriels, de l'agriculture, du tourisme; l'effort global, dans ces années la Région que a fait pour ne pas rester à l'écart et ne pas demeurer marginale en Europe, en jouant le jeu dans le cadre renouvelé des nouvelles dispositions, me paraît être important. Peut-être ne marquera pas d'une façon extraordinaire la mémoire de la postérité, néanmoins reconnaissez - et avec cela l'effort très important, qui a été fait dans ces années, de développement technologique de la Région et sur lequel, dans les jours à venir, nous reviendrons pour le souligner ultérieurement - que cela démontre que la Région s'est modernisée dans un contexte européen et trouve sa place et son adaptation aux nouvelles réalités.

Vous avez évoqué un terme qui faisait la une dans la campagne électorale de votre mouvement il y a cinq ans: "regione autocentrica", une sorte de centralisme. Je crois que là la révolution réalisée est fondamentale, puisque vous devez reconnaître, M. Curtaz, que cette Région aujourd'hui n'est plus dans la même condition qu'elle était avant, elle n'est plus le seul distributeur de ressources, un système coordonné de l'autonomie s'est réalisé, notamment au bénéfice des autonomies locales; qu'il y a une diffusion de la responsabilité du pouvoir et nous l'avons vu en discutant notamment de la réforme des autonomies locales, dont ce Conseil a récemment discuté. Le tableau est différent, nous y avons contribué, nous avons fait de sorte que ce n'est plus à la table du Gouvernement valdôtain qui se prennent les seules décisions qui comptent. Cela fait partie aujourd'hui d'une autonomie partagée dans notre Région, d'une responsabilité beaucoup plus élargie.

Dans le cadre de cette responsabilité, je voudrais venir aux remarques de M. Lattanzi, qui a correctement reconnu une action positive de notre Assesseur et de son Assessorat dans le domaine de la gestion financière. Je crois que cela doit être souligné: ce n'est pas du fait d'une reconnaissance ultérieure et gracieuse de la part du Gouvernement italien que certaines ressources ont pu être identifiées et ramenées dans le budget régional. Cela est important parce qu'il prouve qu'une bonne conduite, une saine gestion administrative et une grande attention à la comptabilité donnent aussi de bons résultats.

Ce qui me paraît cependant devoir remarquer est ceci: vous avez revendiqué, au mérite du Gouvernement national, d'avoir eu une attitude positive pour la solution de certains dossiers, nous n'avons aucun problème à le reconnaître, d'autres dossiers demeurent encore en suspens et il s'agira de prouver la continuité de cette politique et nous serons attentifs à cela. Cependant, puisque vous avez annoncé, il y a quelques semaines, que votre même groupe est le groupe de "La Casa delle Libertà" e que vous êtes représentants d'une coalition politique, vous devez vous dissocier des déclarations qui ont été faites concernant la prétendue volonté de remettre au pas les régions spéciales et notamment ces régions…

(interruzione del Consigliere Lattanzi, fuori microfono)

… je vous demande de vous dissocier: si vous voulez être conséquents avec les annonces que vous avez faites, vous devez vous dissocier de ces prises de position, autrement "c'est la carotte et le bâton": le "bâton Martinat" et la "carotte de Forza Italia"! Là vous devez en quelque sorte nous préciser, et nous attendons que vous le fassiez, de quel côté se range définitivement ce Gouvernement.