Compte rendu complet du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 3066 du 5 mars 2003 - Resoconto

OGGETTO N. 3066/XI Situazione conseguente al fallimento della società "Metallurgiche Balzano S.p.A.". (Interpellanza)

Interpellanza Premesso che:

- l'Assessore all'Industria, rispondendo a una precedente interrogazione del Gruppo di Forza Italia, ha dichiarato che:

- la società "Metallurgiche Balzano S.p.A.", fallita nel febbraio 2002, ha occupato un immobile di proprietà regionale dal 1991 senza mai corrispondere alcun canone;

- la causa di tale situazione è dovuta alla contestazione effettuata dall'azienda del canone stimato nel 1991;

Rilevato che:

- la Regione dispone di molteplici proprietà ad uso produttivo - commerciale date in conduzione ad aziende;

i sottoscritti Consiglieri regionali

interpellano

l'Assessore per sapere:

1) quali procedure sono state attuate dal 1991 ad oggi nei confronti delle "Metallurgiche Balzano S.p.A." per definire e percepire il canone di locazione e se le ritenga soddisfacenti e sufficienti;

2) se nei vari immobili in proprietà ad uso produttivo o commerciale vi siano situazioni di morosità o comunque di contratti non definiti e quali siano i motivi;

3) quale sia la struttura incaricata di dare applicazione alle convenzioni con i terzi occupanti e definire i canoni;

4) quali provvedimenti intende adottare per tutelare gli interessi patrimoniali della Regione in materia.

F.to: Frassy - Tibaldi - Lattanzi

Président La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (FI)È la quinta volta che il nostro gruppo porta questa vicenda all'esame dell'aula e, se lo abbiamo fatto nuovamente, è perché riteniamo che le risposte finora ottenute non siano soddisfacenti o comunque siano delle verità parziali, rispetto a quella che è una verità ben più complessa e soprattutto rispetto a quelle che sono le partite dal punto di vista patrimoniale e finanziario in gioco. L'Assessore, rispondendo alla nostra precedente iniziativa, ha sostenuto che non è un problema di questa Amministrazione porsi domande circa la locazione dell'immobile di Verrès, occupato dalla "Balzano S.p.A." fino al dicembre 2001 - poi fallita nel febbraio 2002 -, in quanto in quell'immobile l'attività proseguiva e con una nuova società: le "industrie Balzano S.r.l." e, in virtù degli accordi intercorsi fra la "Balzano S.p.A." e la nuova "Balzano S.r.l.", si trattava di un affitto di azienda.

La Regione, di conseguenza, doveva rimanere al di fuori di questa vicenda ed aspettare. Penso che una risposta di questo genere sia inaudita, nel senso che non si è mai sentito, e sia veramente incredibile, che su una vicenda, che si trascina dal 1984 ad oggi - e che dal 1991 avrebbe dovuto essere chiusa con un contratto di locazione - ci sia solo un'insinuazione in un passivo fallimentare respinta, con relativo ricorso in opposizione per qualcosa come 3 milioni di euro - 6 miliardi di vecchie lire -, e nessuno si occupi e si preoccupi di reclamare i canoni nei confronti della nuova industria "Balzano S.r.l."! Anche perché questa indifferenza dell'Amministrazione nei confronti di una situazione, che arreca un evidente danno patrimoniale, non trova conforto in nessuna norma di legge!

Vorrei domandare allora perché ci siano risposte esaustive, se sono state attivate delle procedure dal 1991 ad oggi per mettere in mora e sollecitare la definizione di quel contratto di locazione che, in base a una scrittura del 1984, doveva essere definito e quantificato in base ad una perizia della Regione. L'Assessore ci spiegò la volta scorsa che la perizia venne contestata nel 1991, sono passati tanti anni e ci sembra incredibile che la risposta possa chiudersi con una contestazione del 1991! Vogliamo perciò sapere quali sono le procedure che l'Amministrazione regionale, dal 1991 ad oggi, ha attuato per tutelarsi dal punto di vista patrimoniale, anche perché qui stiamo parlando di qualcosa come oltre 8.000 metri quadri di superficie coperta, oltre a quelle che sono le superfici scoperte! È incredibile che ci possa essere un'azienda che non ha un contratto con questa Amministrazione, che è subentrata in virtù di un affitto di azienda, e che possa rimanere senza pagare alcunché!

L'articolo 36 della legge n. 392/1978 regolamenta in maniera chiara l'eventuale sublocazione in riferimento a un affitto di azienda, ciò che leggerò non è il mio punto di vista, ma è la previsione normativa contenuta in una legge dello Stato, la quale prevede che: "il conduttore può sublocare l'immobile o cedere il contratto di locazione anche senza il consenso del locatore, cioè della Regione, purché venga insieme ceduta o locata l'azienda…" - e ci saremmo - "… ma deve darne comunque comunicazione al locatore". Da qui la domanda: è stata data comunicazione? Perché se non è stata data, Assessore e Presidente Louvin, sapete bene che, in virtù del fallimento che si è radicato nel febbraio 2002, la curatela avrebbe dovuto comunicare alla Regione il recesso dal contratto, perché in quel caso, se l'azienda fallita era ancora titolare di quel contratto, o di quella occupazione abusiva, o di quella detenzione, la curatela ne risponde: deve comunque riconoscere all'Amministrazione regionale i canoni per quella occupazione. Non è possibile che si continui a rispondere che il problema esula dalle normali gestioni finanziarie e patrimoniali a cui deve far attenzione l'Amministrazione! È impensabile che ci possano essere degli immobili occupati e che non ci sia nessuno che si preoccupi di capire se c'è un titolo, se ci sono delle azioni o quant'altro!

Mi auguro che su questo aspetto finalmente si riesca a far chiarezza, ma la preoccupazione è un'altra: è che di "casi Balzano" ce ne siano tanti altri in seno all'Amministrazione regionale e parto da lontano, parto cioè da una richiesta di documentazione fatta ai primi di marzo 2002, nella quale si chiedeva l'elenco delle aree a destinazione produttiva di proprietà regionale affittate a soggetti vari. L'iter per arrivare all'acquisizione di quei documenti è stato complesso, non sono bastati 60 giorni e parecchi solleciti, ma il risultato è stato sorprendente, perché, a fronte di una domanda precisa e specifica, ho ricevuto tre elenchi: uno, contenente 29 immobili, dalla Direzione attività contrattuale e patrimoniale, che rientra nel Dipartimento legislativo e legale; un elenco con 42 immobili dal Servizio patrimonio; un terzo elenco di 38 immobili dalla Direzione attività produttive zona franca.

È evidente che 29, 42, 38 sono numeri che non tornano, tenendo presente che all'interno di questi elenchi vi erano anche immobili che erano totalmente assenti, fra questi sicuramente l'immobile occupato dall'Iseco di Saint-Marcel e quello dell'ex Centrale del latte di Gressan. C'è da dire che alcuni immobili, come quello del "GECA" o lo stesso immobile occupato dalla "Balzano", comparivano solo in alcuni elenchi. È paradossale che una domanda di routine, che porta ad avere conoscenza del patrimonio immobiliare regionale, abbia avuto tre risposte differenti da tre servizi differenti ed è paradossale che questo accada quando questa Amministrazione ha approvato un piano triennale per l'informatizzazione, per il triennio 2001-2003, di qualcosa come quasi 50 milioni di euro, cioè circa 100 miliardi di vecchie lire! Capisce allora, Presidente, che se il caso nasce da una situazione certa, che è quella della "Balzano", abbiamo il timore che ci siano situazioni similari e vorremmo averne cognizione e capire di queste tre strutture che ho citato quale sia la struttura, che si occupa di queste vicende, oppure se ci sia una frammentazione delle competenze, con la conclusione anche di una frammentarietà del panorama e della gestione degli interessi patrimoniali dell'Amministrazione regionale.

Riteniamo che il modo in cui è stata gestita la "vicenda Balzano", ma poi il modo in cui viene gestita la parte inerente la valorizzazione e la locazione del patrimonio immobiliare a fini produttivi non sia soddisfacente. Vorremmo sapere, di conseguenza, quali provvedimenti, per il poco tempo che ancora ci separa dalla fine della legislatura, questa Giunta intende adottare, per tutelare degli interessi patrimoniali di questa Regione che, ad oggi, ci sembrano abbandonati a sé stessi.

Président La parole au Président de la Région, Louvin.

Louvin (UV) Sur une interpellation aussi articulée, qui fait appel à une réponse également articulée, je tâcherai d'être aussi détaillé et exhaustif que possible, ne voulant pas répéter ce qui a déjà été précisé par l'Assesseur Ferraris dans sa réponse, lors de la séance des 5 et 6 février dernier, et toutes les données qu'il avait fournies à l'époque. Réponse qui, de toute évidence, d'après le Conseiller Frassy, nécessite d'une précision ultérieure quant aux démarches qui ont été suivies, concernant la question de la société "Balzano", de même que d'une façon plus générale, comme vous avez voulu le faire.

L'interpellation demande un encadrement général des démarches, suivies par rapport à l'ensemble des problèmes des baux immobiliers. Je tâcherai de suivre votre même schéma pour articuler la réponse et, pour premier point de l'interpellation, je voudrais préciser que les rapports contractuels entre l'Administration régionale et la société en question sont issus de la signature, le 22 février 1985, de la convention, qui prévoyait entre autres la cession à la nouvelle société "Metallurgiche Balzano S.p.A.", en prêt d'usage, pour six ans et par la suite en location pour quinze ans, moyennant un loyer s'élevant à 6 pour cent de la valeur de l'immeuble à la date de sa livraison de l'établissement industriel sis à Verrès et qui comprend également une centrale hydroélectrique. Des problèmes ont surgi dès le début de l'application de cette convention. Le 16 octobre 1986 la société "Metallurgiche Balzano" refusait de signer le procès verbal de livraison provisoire de l'établissement, alléguant que la Région n'avait pas accompli les travaux prévus et que les aires de transit, de stationnement et de dépôt à usage exclusif de l'entreprise n'étaient pas clairement définies. Deux ans plus tard, en 1988, la société "Metallurgiche Balzano S.p.A." engage une action judiciaire contre l'Administration, en vue d'obtenir réparation des dommages qu'elle prétendait avoir subi, en raison du non accomplissement des engagements de la Région elle-même et cela en vertu de la convention, d'après laquelle la Région devait réaliser les travaux d'adaptation des immeubles nécessaires au bon déroulement de l'activité de production. Il faut préciser que le contentieux, qui a fait suite à l'introduction de ce recours en justice, a été abandonné en 1993.

En même temps et, pour des raisons strictement liées à ce même différend, des négociations se sont engagées entre les parties, afin de revoir les rapports tels qu'ils étaient fixés par la convention et, notamment, de tâcher de réviser le montant du loyer que nos interlocuteurs jugeaient trop onéreux, de même que la date d'entrée en vigueur du bail de location. Cela compte tenu également des doléances exprimées par l'entreprise, qui affirmait avoir subi des dommages de par la situation évoquée, ainsi que de l'impossibilité, qu'elle prétendait, de vendre l'énergie électrique produite par la centrale. Les négociations se sont poursuivies même après l'abandon de l'action judiciaire, dont j'ai fait état tout à l'heure; les négociations successives, visant à définir un loyer équitable, se sont poursuivies pendant plusieurs années, sans toutefois que les parties, qui faisaient appel également à des collèges d'experts, parviennent à une solution définitive. Aucun accord, par ailleurs, n'est intervenu non plus pour les travaux de restructuration à réaliser sur l'immeuble et de la partie qui devait s'en occuper, ce qui a rendu impossible la signature d'un avenant à la convention et qui, jusqu'à la déclaration de mise en liquidation de la société au mois de février 2003, a également empêché la définition de la question.

Venons donc à la procédure de faillite. Suite à cette déclaration, la Direction des contrats et du patrimoine a présenté, aux termes de l'article 91 de la loi sur la mise en liquidation - legge fallimentare -, une demande d'inscription à l'état des créances pour la récupération, en sus de certains crédits mineurs constatés concernant les redevances des sous-concessions de dérivation de l'eau et les droits annuels d'immatriculation au registre des entreprises, du montant relatif à l'indemnité extra contractuelle d'occupation des bâtiments, montant fixé sur la base de ladite convention. Etant donné que cette inscription a été rejetée de façon tout à fait contestable - car elle était d'après nous étayée par une documentation, qui n'a pas été, malgré cela, jugée suffisante à attester l'existence et le montant du crédit -, il a été décidé de recourir contre l'état des créances, compte tenu de l'existence des documents probatoires et de l'ampleur de la faillite. Telle est la situation pour ce qui concerne la filière "Balzano S.p.A.".

Quant au deuxième point de l'interpellation, à l'heure actuelle la situation est la suivante: nous avons 34 bâtiments industriels - je ne sais pas exactement de quelle façon vous avez rassemblé les données et j'aimerais pouvoir me confronter avec vous sur la base de la question que vous avez posée, par rapport à la teneur de la sollicitation que nous avons adressée, nous-mêmes, au bureau, pour qu'on en définisse le nombre exact -, qui font donc l'objet de rapport: 21 présentent des retards de payement et seul 7 de ces derniers font l'objet d'un contrat spécifique, alors que pour 14 immeubles nous en sommes dépourvus. Les causes de cet état de choses remontent essentiellement à des dissensions quant à la définition de la valeur à attribuer aux immeubles occupés, qui, dans le cadre des conventions réglant généralement les rapports entre l'Administration régionale et les entreprises industrielles installées en Vallée d'Aoste, constituent la base du calcul du loyer au terme de la phase de prêt à usage.

C'est précisément afin de surmonter ces difficultés - là est le problème face auquel nous nous trouvons: le montant exact des loyers ne pouvant être défini, il n'était pas possible de dresser des baux ni de régulariser les positions débitrices des entreprises -, que le Conseil régional a approuvé la loi n° 1/1998. Cette dernière stipule que les loyers ainsi que l'indemnité extra contractuelle sont calculés sur la base de la valeur inscrite à l'inventaire du patrimoine de la Région; toutefois, à ce jour il n'a pas encore été possible de réviser les loyers et les indemnités et cela dans le délai prévu par la loi, car l'application de la loi n° 1/1998 s'est heurtée à un certain nombre de problèmes très sérieux. Les problèmes ont trait, d'une part, à l'organisation interne de l'Administration régionale - vous avez fait allusion à des différents services qui entrent en cause, nous y reviendrons pour leurs compétences spécifiques -, d'autre part, à des difficultés d'application objectives, intrinsèques au texte même des dispositions.

Il suffit en effet de considérer, pour le premier aspect, que la définition des procédures impose la participation de différentes branches de l'Administration, indépendantes les unes des autres et qui relèvent de différents sujets au sein de l'organigramme régional: Présidence de la Région, Assessorat du budget et Assessorat de l'industrie et donc l'action doit être coordonnée par des mécanismes complexes. Il faut ajouter à cela que l'application de la loi implique de mener à bien des tâches importantes et de résoudre des graves problèmes de nature juridique. Il faut préciser, enfin, qu'il convient de tenir compte des dispositions de l'article 43 de la loi n° 1/2001 - la loi des finances -, selon laquelle, suite aux inondations survenues au cours de l'automne 2000, tous les actes pris en application des dispositions de l'article 4 de la loi n° 1, c'est-à-dire tous les actes conséquents la loi des locations industrielles, ont été suspendus jusqu'au 31 décembre 2001.

Troisième point que vous indiquez dans l'interpellation: les activités liées à l'occupation des bâtiments industriels relèvent donc de plusieurs branches de l'Administration, disons plus précisément, pour les conventions qui règlent ou qui réglaient les rapports entre les entreprises et la Région, que celles-ci relèvent de l'Assessorat de l'industrie dans la mesure où il s'agit d'éléments de politique régionale en matière d'industrie. C'est par contre à l'Assessorat du budget qu'il revient de définir les loyers, puisque, à la suite de l'entrée en vigueur de la loi n° 1/1998, ceux-ci correspondent à un pourcentage défini de la valeur reportée dans l'inventaire du patrimoine. C'est enfin la structure de la Présidence de la Région, qui est compétente en matière de contrats, qui pourvoit à la préparation et à la passation des baux et à leur révision; toutes ces procédures prévoient la participation des autres assessorats, ainsi que d'autres structures internes à la Présidence.

Dernier point de la question: "comment sortir du guêpier?". En ce qui concerne ces mesures, je voudrais d'abord vous préciser ce qui a déjà été fait à ce jour. Après vérification de la position juridique des occupants de tous les bâtiments, nous avons pourvu à définir les critères généraux d'application de la loi régionale n° 1/1998 et cela par délibération du Gouvernement régional n° 2332/2000. Nous avons également pourvu à vérifier que tous les immeubles soient conformes à la réglementation relative à la sécurité sur les lieux de travail, chose indispensable aux fins de la stipulation du contrat de location… je vois que vous secouez la tête, M. Frassy, là n'est pas le moindre des problèmes, car la contestation concernant la sécurité qui est dans certains cas à la charge du propriétaire de l'immeuble est un élément éminent du contentieux qui est en cours. Troisième point: nous avons déjà pourvu à mettre en demeure le payement les entreprises qui sont actuellement débitrices de la Région, au titre de bail de location venu à échéance ou d'indemnité d'occupation extra-contractuelle des locaux, cela dans le cas où fait encore défaut la stipulation d'un nouveau bail ou la location n'a pas encore fait objet d'une révision quant au bail existant. Enfin, dernier point - et c'est le point sur lequel nous sommes en ce moment précis en train de travailler - préparer un modèle de bail. La définition du modèle de bail est une démarche que nous avons entreprise en concertation, autant que possible, avec l'association qui représente toute la catégorie, puisqu'il s'agit de ne plus avoir des situations différenciées à l'intérieur d'une catégorie, qui s'est élargie au fil des années et qui présente bien sûr des conditions différentes dans chacun des cas, mais qui présente aussi des nécessités d'homogénéité de réglementation. A l'heure actuelle donc la procédure de définition de ce modèle, destiné aux entreprises industrielles qui dirigent des établissements, est en cours. Nous avons tenu et nous tenons des réunions régulières à ce sujet.

Un accord a été trouvé entre les différentes structures de l'administration, donc le modèle, pour notre part, a été défini. Nous attendons que l'Association des industriels de la Vallée d'Aoste (AVI), concernée par ces procédures en qualité de syndicat des entrepreneurs, nous fasse part de son propre point de vue définitif, comme nous le lui avons demandé, lors de la réunion qui a eu lieu le 21 février 2003, en présence du Président de ladite association, M. Bordon, de l'Assesseur à l'industrie et de moi-même. Cela de façon à ce que le contrat, sur la base duquel chacune des situations sera par la suite réglementée, compte tenu de ses conditions spécifiques, puisse être défini. A ce stade nous pourrons passer à l'approbation du modèle de bail, ce qui permettra aux bureaux d'ouvrir les négociations en vue de la rédaction de chaque bail ou de ses modifications. Les textes définitifs seront soumis à la Présidence de la Région pour l'approbation avant d'être officialisés. Faute d'accord, à ce point la Région se trouvera dans la nécessité de prendre toutes les mesures nécessaires pour la préservation de ses propres intérêts. Je vous rappelle quand même que l'acte de mise en demeure de payement de tout ce qui est dû, sur la base des contacts actuels et des indemnités d'occupation extra contractuelles, a déjà été signifié à toutes les entreprises.

Président La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (FI)Presidente, ho ascoltato con attenzione la sua articolata relazione, le chiedo la cortesia di darmi quei dati nel dettaglio, non posso però dichiararmi soddisfatto della risposta ricevuta per due ragioni. La prima ragione riguarda il merito delle risposte, nel senso che sul punto 1 la sua articolata risposta, nella sostanza, non ha dato elementi ulteriori rispetto a quegli elementi, che erano già emersi nel seguito delle precedenti discussioni, nel senso che lei non ci ha detto in sostanza, al di là di queste trattative estenuanti, quali provvedimenti - a questo punto riteniamo che non ce ne siano - siano stati adottati dal 1991 ad oggi, per far sì che si definisse la questione della locazione. Il fatto che ci fossero contenziosi su altri aspetti è cosa indipendente dalla questione inerente la locazione. Il fatto grave, che abbiamo dedotto in relazione al punto 1, è perciò che dal 1991, quando questi Signori hanno contestato quella perizia di stima, che serviva a quantificare il canone di locazione, l'Amministrazione regionale, al di là forse di telefonate bonarie o di lettere cortesi, non ha messo in atto quelle procedure, che vengono definite di natura legale e giudiziale, atte a tutelare gli interessi patrimoniali dell'Amministrazione, tant'è che, come Amministrazione, abbiamo cumulato qualcosa come l'incredibile cifra di 6 miliardi di canoni non riscossi. Non entro nel merito del ricorso fatto fare dall'Amministrazione regionale contro l'esclusione dal passivo del fallimento, perché sarebbe interessante capire sulla base di quali pareri si è intentata un'azione impegnativa da un punto di vista degli impegni e delle spese di assistenza legale.

Lei, Presidente, mi insegna… conosciamo abbastanza la professione legale per poter dire in maniera chiara che le parcelle sono proporzionali al valore della posta in gioco, cioè a quello che è il "petitum". Mi spaventa l'idea che si possa assegnare una causa per recuperare 6 miliardi, a fronte del buio più totale sulle prospettive per concretizzare il recupero dei 6 miliardi, perché lei sa che, se i 6 miliardi non vengono recuperati, le spese legali rimangono sul bilancio dell'Amministrazione regionale. Non ha dato un elemento, uno, a chiarimento di come si stia movendo l'Amministrazione regionale su quell'immobile. Da dicembre 2001, cioè da ben tre mesi prima che fallisse la "Balzano S.p.A.", quell'immobile è occupato dalla "Balzano Industrie S.r.l.", ma non abbiamo capito, Presidente…

(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)

… non c'è nella domanda… nell'illustrazione pensavo di averglielo chiesto, se poi lei vuol dare un supplemento di informazione, sono ben contento di apprendere che tipo di rapporto esiste fra l'Amministrazione regionale e questa nuova azienda, che è un'azienda che sta bene e ne sono contento, fa pubblicità a mezze pagine sulla stampa locale, di conseguenza è una azienda che ha risorse! Mi sembra incredibile che questa azienda da un anno stia in un immobile di proprietà regionale, senza che nessuno si preoccupi di domandarle il conto! Questo perciò è un ulteriore elemento di insoddisfazione. Devo dire che lei, Presidente, ha dismesso i "panni" di Presidente della Regione e ha fatto un discorso - non se ne abbiano a male i colleghi amanti della pesca - da Presidente del Consorzio pesca, perché non è possibile che nel 2003 lei ci faccia un discorso in cui dice: "Sui canoni di affitto il problema è complesso, ci sono diversi compartimenti: il legale, il patrimoniale, le finanze, il bilancio; stiamo cercando di capire come fare un modello unico di affitto, perché questa Amministrazione non si è mai posta il problema degli affitti"! È dal 1980 che c'è questa politica di scellerata gestione del patrimonio pubblico! È dal 1980 che aziende entrano sistematicamente, con tanto di finanziamenti, in stabili di proprietà regionale, la Regione eroga contributi a fondo perduto per la formazione, contributi a fondo perduto per tutta una serie di interventi, eroga mutui a tasso agevolato e non si preoccupa di verificare se queste erogazioni avvengono a soggetti che sono adempienti rispetto agli obblighi dei canoni di locazione. È paradossale, Presidente!

La sua buona volontà non può essere "venduta" come buona volontà di questa Amministrazione, perché non ci sarebbe nessuna Procura di nessun tribunale - Corte dei Conti o quant'altro - che creda a una giustificazione di questo tipo, cioè è paradossale che, con un piano triennale per l'informatizzazione di 100 miliardi, non siamo in grado di capire cosa succede. Lei mi ha fornito un dato: 34 stabili industriali, io lo annoto come quarto dato, che si somma ai 29, che erano diventati 42 e che poi erano diventati 38, adesso apprendo che sono 34, però è incredibile, Presidente! Ha detto che 21 sono in ritardo su 34, di cui 7 hanno il contratto e 14 non ce l'hanno; auspico che 13 siano in regola o forse sono i 13 che sono ancora in comodato e di conseguenza non hanno esigenza di impiegare risorse per il pagamento dei canoni. Non so come il curatore del fallimento della "Balzano S.p.A." possa dormire sonni tranquilli, perché, se non ha ancora restituito la disponibilità degli immobili all'Amministrazione regionale, siamo creditori con tanto di privilegio nei confronti del fallimento, ammesso che questo fallimento abbia risorse.

Presidente, rimango allibito per la situazione che è emersa; ci riserviamo di entrare nel dettaglio delle singole situazioni, ma dichiariamo fin da subito che o l'Assessore Ferraris, se ha la delega a gestire queste questioni, si attiva per regolarizzare le situazioni, ma non con le messe in mora, perché le messe in mora, Presidente, sono lettere che si fanno scrivere, quindi o ci sono degli atti formali di tipo giudiziale, che denotano una determinazione da parte dell'Amministrazione a tutelare i propri interessi patrimoniali… altrimenti le messe in mora fatte a ciclostile non servono a nulla! Ripeto: o l'Assessore Ferraris si occupa di queste questioni, altrimenti se ne occupi lei, Presidente, perché è sintomatico il fatto che lei oggi abbia dovuto prendere in mano la situazione e rispondere alla nostra quinta iniziativa! Noi apprezziamo che lei si sia assunto la responsabilità di una situazione, che sta dimostrando, anche ai suoi occhi ottimistici, forse di essere fuori controllo, ma, se dopo questa risposta dovessimo riscontrare che il silenzio e l'indifferenza ancora una volta hanno il sopravvento, non ci limiteremo più a denunciare fatti di una gravità tale in quest'aula, ma faremo in modo che intervengano coloro che possono tutelare il patrimonio di questa Regione. Ci troviamo di fronte all'abbandono di interessi patrimoniali cospicui della Regione! Non so quale sia l'entità delle 21 situazioni di ritardo, dico solo che una di queste contabilizza 6 miliardi; mi auguro che non si debbano moltiplicare 6 miliardi per 21. Non possiamo però sicuramente definirci soddisfatti, Presidente, né della sua risposta, né del modo con cui viene gestito il patrimonio pubblico ad uso produttivo.