Objet du Conseil n. 2717 du 10 juillet 2002 - Resoconto
OGGETTO N. 2717/XI Realizzazione di piste ciclabili in Valle d'Aosta e misure per la sicurezza dell'attività ciclistica sulle strade ordinarie. (Interpellanza)
Interpellanza Osservato che sono purtroppo molto frequenti sulle nostre strade gli incidenti che coinvolgono ciclisti, spesso con esiti mortali o gravemente lesivi;
Rilevato che nella nostra Regione non esistono piste ciclabili e anche le strade ordinarie sono per lo più prive di quegli accorgimenti che potrebbero rendere un po' più sicura l'attività ciclistica;
Ritenuto che siano necessarie politiche più mirate, atte a consentire l'esercizio del ciclismo in un contesto di maggior sicurezza ed a favorire l'uso della bicicletta, venendo incontro ad esigenze ambientali, sportive e turistiche;
il sottoscritto Consigliere regionale
Interpella
l'Assessore competente per sapere:
1) quali e quanti progetti per la realizzazione di piste ciclabili sono stati portati all'attenzione dall'Amministrazione regionale e qual è il loro stato attuativo;
2) se intende rendere più sicura, e con quali tempi e modalità, l'attività ciclistica sulle strade ordinarie, attraverso l'adozione di misure che prevedano, ad esempio, l'uso di percorsi alternativi alle gallerie (come si potrebbe fare in riferimento alla strada statale n. 26);
3) quali politiche la Regione Autonoma Valle d'Aosta intende attivare per favorire l'attività ciclistica sul nostro territorio.
F.to: Curtaz
Presidente La parola al Consigliere Curtaz.
Curtaz (PVA-cU) Tutti noi siamo stati particolarmente colpiti sotto il profilo emotivo da una serie di incidenti stradali, che hanno coinvolto soprattutto ciclisti negli ultimi tempi, con esiti spesso mortali e altre volte gravemente lesivi. Credo che se si facesse una statistica degli incidenti stradali in bicicletta, la nostra regione si classificherebbe nelle prime posizioni. Questo lo dico perché ci sono dei dati oggettivi che rendono l'attività ciclistica più pericolosa rispetto ad altre regioni; basti considerare la particolare morfologia del terreno, le strade in salita e in discesa spesso strette, alle strade di montagna, eccetera.
Credo che a questi elementi oggettivi vada aggiunto anche un dato più di carattere politico-amministrativo nel senso che, negli ultimi anni, non c'è stata una politica atta a favorire la sicurezza nell'attività ciclistica. Praticamente nella nostra regione sono assenti piste ciclabili, ogni tanto si sente parlare di progetti anche condivisibili di piste ciclabili lungo la Dora o nella città di Aosta ma, fino ad oggi, non abbiamo visto alcun risultato concreto.
Credo poi che, al di là delle piste ciclabili - una soluzione, questa, senz'altro necessaria, duratura, permanente, ma che riguarderebbe una fascia di ciclisti più amatoriali, quelli che fanno la passeggiata in bicicletta - resterebbe il problema dell'attività ciclistica di coloro che vedono nel ciclismo un'attività sportiva, fatta o a livello dilettantistico o a livello amatoriale.
Nei confronti di questa categoria ritengo che occorrano delle politiche, intese a rendere più sicura la pratica sportiva sulle strade ordinarie. Ho visto che in queste settimane si è molto parlato delle gallerie della statale 26 e se n'è parlato opportunamente; ho letto che ci sono state già delle iniziative da parte di qualche Assessore, dei contatti con l'ANAS per vedere di recuperare le vecchie strade che una volta conducevano nella Valdigne, per consentire di by-passare le gallerie in salita: questo già costituirebbe una diminuzione del pericolo.
Io penso però ai tanti accorgimenti che si potrebbero assumere, per rendere l'attività ciclistica più sicura, a cui deve associarsi una maggiore educazione stradale anche da parte degli stessi ciclisti, che significa, rispetto delle norme del codice della strada, circolare in fila indiana e non a gruppetti, che significa, riguardo alle zone di buio delle gallerie, dotarsi di piccoli catarifrangenti da mettere sui pedali e sulla sella.
Mi ricordo che quando ero ragazzino le vecchie biciclette venivano costruite in quel modo e avevano un senso; oggi, in questa ricerca di aerodinamicità, di modernità, questo è un accorgimento che non viene più utilizzato, ma che in galleria è molto utile, perché permette all'automobilista di verificare l'ostacolo con i fari accesi. A parte queste osservazioni di carattere generale, lo scopo dell'interpellanza è quello di porre all'attenzione di questa Assemblea la tematica della sicurezza stradale e quella della realizzazione delle piste ciclabili. Penso che con alcune regioni del sud questa sia l'ultima regione in fatto di costruzione di piste ciclabili; fra l'altro, sono contento che risponda alla mia interpellanza l'Assessore al turismo, perché mi sembra anche che questa scelta di non dotare la nostra regione di piste ciclabili sia anche una scelta "miope" sotto il profilo turistico, in quanto sappiamo che l'attività sportiva fatta a livello amatoriale può essere un atout turistico in più, che la nostra regione può offrire a quanti la visitano. Questo è lo scopo dell'interpellanza, quindi mi riservo di fare eventuali ulteriori osservazioni in base all'esito della risposta dell'Assessore.
Presidente La parola all'Assessore al turismo, sport, commercio e trasporti, Lavoyer.
Lavoyer (SA) Premesso che condivido la quasi totalità delle premesse e dell'illustrazione fatta dall'interpellante, a parte l'ultimo riferimento sul ruolo della Regione - che, per quanto andrò a illustrare successivamente, l'interpellante potrà verificare che non è stato un ruolo marginale - voglio anche sottolineare che fare le piste ciclabili in Lombardia o in Emilia Romagna è più semplice che sul territorio regionale, cercherò nel rispondere ai quesiti di fare il quadro della situazione attuale.
Per quanto riguarda le piste ciclabili che hanno coinvolto l'Amministrazione regionale, le iniziative sono quattro: due di queste, sono iniziative che sono state a suo tempo portate avanti dalla comunità montana Grand Combin e Monte Rosa, le quali hanno presentato due progetti relativi alla realizzazione di piste ciclabili. Tali piste, a seguito delle modificazioni apportate dalla "45" - legge che, qualora ci fosse stato l'intervento della Regione, andava a finanziare questi interventi - saranno interamente finanziate e seguite dalle comunità medesime.
Le piste ciclabili di interesse regionale sono due. La prima, è la pista ciclabile nell'ambito della Comunità montana Monte Emilius, il cui progetto è strutturato in due lotti: il primo, è relativo alla realizzazione di un percorso ciclabile lungo la fascia della Dora Baltea, la tratta interessata è quella dell'area sportiva ricreativa di Sarre fino a Pont-Suaz, in Comune di Charvensod, e per il quale attualmente è in corso di espletamento la procedura di gara per l'aggiudicazione dei lavori. Per quanto riguarda il secondo lotto, che interessa gli altri cinque comuni, la comunità montana ha predisposto la progettazione definitiva che è stata sottoposta all'esame dei comuni interessati. Avevamo già avuto occasione di parlare di questo intervento in Consiglio e già allora avevo illustrato che il progetto interessa tutti i comuni della comunità; per un accordo con la comunità un lotto veniva realizzato direttamente dall'Amministrazione regionale ed è quello per cui si sta procedendo all'appalto, e l'altro, invece, veniva realizzato direttamente dalla comunità montana. La seconda pista ciclabile è nell'ambito della Comunità montana Valdigne. Il progetto interessa i Comuni di La Salle, Morgex, Pré-Saint-Didier e Courmayeur.
Per questa opera sono in fase di realizzazione i progetti, che sono sottoposti all'approvazione della comunità montana, dopo di che sarà cura dell'Amministrazione regionale appaltare i lavori. Questo è il quadro delle piste ciclabili che interessano la Regione; per avere un quadro più complessivo, bisognerebbe verificare la situazione nei vari enti locali: Comune di Aosta o i comuni più grandi, che hanno fatto interventi, anche se ridotti in questo settore; per quanto attiene la Regione le piste sono queste.
Sul secondo quesito, dobbiamo distinguere le strade statali, che sono di competenza dell'ANAS, da quelle di competenza regionale. Per quanto attiene le strade di competenza ANAS, si è effettuato, anche a seguito delle ultime tragiche vicende, un sopralluogo congiunto Regione-ANAS lo scorso 5 giugno, nel quale sono state esaminate le problematiche delle gallerie sulla strada statale 26. L'illuminazione è stata migliorata: l'ANAS si è impegnata ad una costante manutenzione degli impianti perché, se non sono sufficientemente e accuratamente seguiti con la manutenzione, gli stessi creano problemi all'illuminazione.
Per ciò che concerne gli interventi da realizzare nel breve periodo, relativamente ai reliquati stradali in Comune di Avise, l'ANAS si è detta disponibile a renderli utilizzabili ai ciclisti almeno in salita, mentre c'è qualche problema per la discesa. Si pone anche il problema della galleria "Pierre Taillée" in quanto il reliquato è soggetto a crolli rocciosi: occorre, in tal caso, un preventivo intervento di messa in sicurezza preliminare all'utilizzo del reliquato.
Ad Arvier i reliquati relativi alle gallerie "Mecosse" et "La Balme" sono stati a suo tempo dismessi dall'ANAS e rimessi in pristino dal Comune di Arvier, mediante un'opportuna opera di pulizia; sono stati anche ricostruiti i muretti e le barriere e è stato risistemato il manto stradale.
Le stradine in questo momento risultano chiuse per il traffico veicolare normale, lasciando un accesso, che peraltro si sono impegnati a migliorare; c'è un varco che permette il passaggio delle biciclette. Il comune si è impegnato a provvedere, ogni primavera e quando si rende necessario, ad una manutenzione delle due deviazioni. Per quanto interessa la posizione di specifica segnaletica, la cosa deve essere affrontata in accordo con il compartimento ANAS, anche per verificare eventuali soluzioni riguardanti l'attraversamento della statale 26 per i ciclisti in discesa.
Relativamente alla viabilità di competenza della Regione, in aggiunta agli interventi di manutenzione del manto stradale e di illuminazione ordinaria delle gallerie, ai quali viene prestata una particolare attenzione, si segnala la generale difficoltà a reperire tracciati esterni di manufatti esistenti; parliamo delle gallerie, anche perché, per l'orografia del territorio regionale, normalmente a fianco delle gallerie c'è sempre, da una parte, il versante montagnoso e, dall'altra, il torrente, quindi difficilmente si possono creare dei percorsi alternativi. In ogni caso, è stato fatto un censimento dei reliquati stradali, sui quali sono previsti interventi di riqualificazione ambientale e la possibilità, dove ha un senso, di destinarli a questo tipo di attività sportiva.
Terzo quesito, oltre agli interventi strutturali che ho illustrato, alcuni importanti, quali le piste ciclabili e, gli altri, di messa in pristino dei reliquati, voglio evidenziare che l'Amministrazione regionale persegue da tempo l'obiettivo di valorizzare l'attività ciclistica ordinaria mediante la concessione di contributi in base alla legge n. 3. Questi contributi vengono dati a favore degli organismi sportivi regionali affiliati alla Federazione ciclistica nazionale.
Favoriamo inoltre l'effettuazione di manifestazioni, contribuendo finanziariamente allo svolgimento di gare ciclistiche anche a livello dilettantistico, di mountain bike e di altre attività connesse al settore. Nel quadriennio, abbiamo complessivamente investito 370 mila euro per questo tipo di attività e manifestazioni.
Presidente La parola al Consigliere Curtaz.
Curtaz (PVA-cU) Ringrazio l'Assessore per i dati che ha voluto fornirmi in risposta all'interpellanza. Risposta che, per quanto mi riguarda, non ha fornito elementi nuovi, perché ne emerge un quadro di ritardi e di insufficienze su queste problematiche.
In sostanza, ad oggi, nella nostra regione, non c'è una pista ciclabile degna di questo nome, l'iniziativa più prossima è quella della realizzazione di un primo lotto della pista ciclabile fra Sarre e Pont-Suaz, di cui si parla da almeno 10-15 anni! Bisogna comunque prendere atto che ormai questo progetto è in fase pre-realizzativa, quindi questa la saluteremo probabilmente come la prima iniziativa importante - in questo senso - nella nostra regione. Però, il quadro che viene presentato - non mi sembra neanche il caso di aprire una polemica - oggettivamente è un quadro sconfortante e, se è vero quello che dice l'Assessore, circa una maggiore difficoltà nella nostra regione rispetto ad altre regioni nel realizzare queste piste, è vero relativamente perché, se prendiamo a riferimento la città dove c'è la più alta densità ciclistica in Italia, che è Ferrara, mi sembra che le caratteristiche di una città come Ferrara siano, per certi versi, abbastanza simili a quelle della città di Aosta, e per dimensioni, e perché sono entrambe in piano - ci sono maggiori salite e discese a Genova che ad Aosta, almeno per quanto riguarda la città nella piana e se escludiamo le frazioni - e quindi ci sarebbero tutte le possibilità per operare una politica in questo senso.
Fra l'altro non sono neanche le condizioni meteorologico-ambientali da modificare questa tendenza, perché se andiamo al nord, dove l'attività ciclistica in città è molto diffusa, sono certo che le temperature medie sono più basse e la piovosità è più alta a Copenhagen che ad Aosta. Credo pertanto che non sia questo l'ostacolo: l'ostacolo è proprio in una cultura sportiva nel cittadino che è scarsa, e questo è particolarmente grave quando pensiamo ai molti problemi di parcheggio, fra cui quelli, per esempio, relativi al parcheggio dell'Ospedale.
Credo che se Aosta fosse servita da piste ciclabili, per coloro che vengono della periferia di Aosta e dai comuni limitrofi, sarebbe molto più agevole spostarsi in bici piuttosto che in auto, con tutti i problemi di intasamento che questo comporta, quindi un mezzo che sappiamo "salubre", che sappiamo assolutamente non inquinante e che andrebbe maggiormente incentivato.
Noto - ne prendo atto - che anche a seguito di questi ultimi gravi incidenti l'attenzione su questo tema è un po' salita; il pericolo è che, passata l'ondata emotiva, cali l'attenzione sul problema. Credo quindi che noi abbiamo, come Consiglieri, il dovere di chiedere al Governo regionale una maggiore attenzione su queste problematiche e una maggiore incisività nelle scelte che si andranno a fare nei prossimi mesi.