Objet du Conseil n. 1800 du 24 janvier 2001 - Resoconto
OGGETTO N. 1800/XI Prestazioni sanitarie erogate dall’USL a favore di immigrati clandestini. (Interpellanza)
Interpellanza Premesso che:
- la normativa nazionale sull’immigrazione riconosce agli immigrati clandestini il diritto all’assistenza sanitaria da parte delle strutture pubbliche;
- tale diritto, limitato alle cure urgenti e essenziali, è senza oneri e garantisce l’anonimato dell’utente, "salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto";
Appreso che:
- l’USL della Valle d’Aosta ha aperto, oltre ad un apposito ambulatorio riservato agli stranieri non in regola con le norme di ingresso e soggiorno, uno sportello informativo sulla salute per gli immigrati (SISI);
- il responsabile medico dell’ambulatorio ha dichiarato alla Stampa del 23/12/2000 che "viene garantito l’anonimato e in alcun modo possono essere segnalati alle autorità giudiziarie";
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l’Assessore alla Sanità per sapere:
1) se l’USL della Valle d’Aosta abbia ad oggi dato completa attuazione a tutte le procedure previste dalla riforma sanitaria nazionale;
2) a quanto ammonta il costo annuo di gestione del SISI e a quanto quello dell’ambulatorio di cui in premessa;
3) se non ritenga che il SISI esuli dalle previsioni del Testo Unico sull’immigrazione e dalle competenze dell’USL;
4) se non ritenga, alla luce delle dichiarazioni sopra riportate, di richiamare l’USL al rispetto dell’articolo 35 del D.Lgs 286/98, al cui comma 5 è fatta salva la segnalazione all’autorità giudiziaria nei casi in cui vi è l’obbligo del referto.
F.to: Frassy - Tibaldi
PrésidentLa parole au Conseiller Frassy.
Frassy (FI)Questa interpellanza si ricollega a quella poc’anzi discussa. Nell'interpellanza precedente abbiamo appreso ciò che gli immigrati clandestini danno, e purtroppo in senso negativo, alla nostra comunità. Con questa interpellanza invece cerchiamo di capire cosa dà l’amministrazione pubblica agli immigrati clandestini.
Penso che l’argomento vada affrontato con serenità, ma con chiarezza.
I problemi della sanità lei, Assessore, li conosce bene per la lunga esperienza che ha maturato nella sanità valdostana da tempi ancora antecedenti a quelle che sono state le sue responsabilità a livello di Giunta ed è evidente che la difficoltà della sanità valdostana è legata anche a quelle che sono le risorse economiche, ai limiti e ai vincoli che la legislazione statale impone anche a una Regione autonoma come la nostra.
Perciò devo premettere per onestà dell'analisi politica che una parte della normativa di riferimento non è una normativa che si è inventata né l’Assessore Vicquéry né i suoi predecessori, ma è altrettanto vero, Assessore, lei lo dimostra da molto tempo, che le norme anche le più cogenti a livello nazionale possono essere interpretate. E penso che il collega Beneforti abbia a più riprese contestato una certa interpretazione delle norme nazionali in materia sanitaria.
In questo caso ci troviamo a fare i conti con due norme: il decreto legislativo n. 286/1998 e successivo regolamento del 1999 che dicono che in Italia non si nega mai niente a nessuno, nemmeno quando questo qualcuno è in violazione di tutte le norme poste a tutela dell’ordine pubblico.
E così scopriamo che le cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o comunque essenziali, questo dice il comma 3 dell’articolo 35 del decreto legislativo n. 286/1998, devono essere erogate anche agli immigrati clandestini e si dice in quell’articolato che deve essere garantito l’anonimato dell’utente per cui paradossalmente alimentiamo e continuiamo ad alimentare il problema dell'immigrazione clandestina in quanto il medico nella generalità dei casi non deve preoccuparsi di avere le generalità e non può nemmeno fare le denunce del caso salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto perciò l’obbligatorietà del referto è legata a tutte quelle situazioni che possono avere riferimento diretto a gravi violazioni dell’ordine pubblico.
È evidente che l’extracomunitario che si presenti con ferite da arma da fuoco o da armi di taglio non possa godere di questo anonimato in quanto vi è l’obbligo del referto. Questa è la normativa. Cosa ha fatto l’amministrazione pubblica in Valle d’Aosta attraverso l’USL?
Innanzitutto ha dichiarato che in alcun modo possono essere segnalati all’autorità giudiziaria gli extracomunitari che vanno a utilizzare questo servizio a loro dedicato e noi ci auguriamo che questa affermazione, che ritengo erronea, superficiale, forse causata da un eccesso di rilassamento nel fare certe affermazioni, non corrisponda alla realtà con cui viene gestita questa struttura, ma su questo vorremmo avere rassicurazioni da parte dell’Assessore.
Dopodiché, Assessore, lei ci dirà che l’ambulatorio che è stato aperto era un'esigenza per evitare situazioni che potevano diventare di difficile gestione con la routine ospedaliera. Immagino che ci dirà anche che tutto sommato è un costo da sopportare perché evita complicazioni ai mutuati che hanno diritto al servizio sanitario pubblico.
Ma quello che non riusciamo a capire è il SISI ossia lo sportello informativo sulla salute degli immigrati. Se l’immigrato deve integrarsi, e questo mi sembra che sia un obiettivo condiviso a tutte le latitudini politiche perciò non ho motivo di dubitare che non possa essere condiviso anche dall’Assessore Vicquéry, dovrebbe spiegarmi l’Assessore qual è il senso di aprire lo sportello riservato agli immigrati.
Non solo, dovrebbe spiegarci l’Assessore Vicquéry, cosa incida nel bilancio dell’USL questo sportello; uno sportello che è il duplicato di tanti altri sportelli che sono stati attivati a beneficio degli immigrati, peraltro sulle risorse pubbliche dei cittadini residenti che vi pagano le tasse.
Il Centro comunale immigrati extracomunitari è un centro che è stato aperto dal Comune di Aosta e che dovrebbe già dare tutta una serie di informazioni all’immigrato che arriva in questa Regione, perciò la scelta di fare uno sportello ad hoc sulla salute diventa pericolosa perché potrebbe essere la scelta che prelude a tanti altri sportelli monotematici ad hoc, con ulteriori costi sulle casse puliche.
Noi possiamo capire che il problema esista, ma non tolleriamo che il problema non venga scisso fra l’immigrazione regolare e l'immigrazione clandestina. Riteniamo che, prima di preoccuparsi di dare pieno adempimento a discutibili leggi dello Stato, ci si preoccupi di far funzionare i servizi sanitari in questa Regione per quanti in questa Regione vi risiedono. Avremo modo di discutere di come funziona il 118 in Châtillon con una mozione che il nostro gruppo ha presentato.
Ecco preoccupiamoci di dare i servizi e le risposte ai cittadini che pagano le tasse in questa Regione; evitiamo di andare a creare delle ulteriori fonti di spesa su un servizio, come quello sanitario, che ha già tante emergenze da affrontare.
Perciò vorremmo che l’Assessore, nel rispondere all’interpellanza, esprimesse se le scelte dell’USL sono condivise a livello politico anche dalla Giunta e dalla maggioranza che lui rappresenta.
PrésidentLa parole à l’Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.
Vicquéry (UV)Rispetto alla prima domanda che è stata posta, premesso che da sempre o comunque dalla storia repubblicana, dall'approvazione della Costituzione è un obbligo di legge curare e assistere qualunque essere umano, sottolineo: qualunque essere umano, apolide o non apolide, in possesso o non in possesso del tesserino sanitario, perché se non si assistessero, i medici ospedalieri, di base, pediatri, qualunque pubblico ufficiale che riveste un incarico all’interno del servizio sanitario sarebbe passibile del reato di omissione di soccorso; premesso questo che è un concetto noto a tutti e che viene rispettato da sempre, è vero che la legislazione attuale ha ulteriormente chiarito alcuni aspetti.
Per rispondere alla prima domanda, se per procedure previste dalla riforma sanitaria nazionale si intendono le normative in materia di assistenza sanitaria a stranieri, si può affermare che l’azienda USL della Valle d’Aosta ha dato attuazione alle più recenti normative, in particolare il decreto legislativo n. 286/1998, "Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione, norme sulla condizione dello straniero", e alla circolare n. 5/2000 emanata dal Ministero della sanità recante come oggetto: "Testo unico delle disposizioni in materia di assistenza sanitaria". Rispetto alla seconda domanda, si ritiene necessaria una breve premessa: lo sportello informativo per la salute degli immigrati, definito pomposamente SISI, è stato costituito dall’USL della Valle d’Aosta nel febbraio 2000 con lo scopo di fornire a tutti i cittadini stranieri presenti sul territorio valdostano, in regola e non con le norme di ingresso e di soggiorno, un adeguato servizio informativo in materia di assistenza sanitaria, diritti e doveri, modalità di accesso ai servizi sanitari ospedalieri e territoriali, tutela della gravidanza e dei minori, interventi di profilassi, eccetera tenuto conto dell'estrema complessità delle normative stesse.
Il SISI è stato attivato dopo un iniziale momento di confronto con altre istituzioni operanti nel settore dell’immigrazione, appunto:
- il Centro comunale immigrati extracomunitari del Comune di Aosta che ha un’altra funzione ed è una funzione di tipo amministrativo-burocratico, non di assistenza sanitaria;
- l’Ufficio stranieri della Questura;
- l’Assessorato della sanità ovviamente;
- la Caritas diocesana;
- le associazioni di volontariato che sono state tutte coinvolte in questo processo e opera in raccordo con le stesse proprio per evitare le duplicazioni temute dal Consigliere Frassy.
Oltre alle attività informative il SISI è anche centro di riferimento regionale per il rilascio dei codici STP (straniero temporaneamente presente) previsti dalle sopraccitate normative nazionali.
Va ricordato che analoghe strutture sono state costituite all’interno di altre aziende di altre regioni italiane.
La necessità di istituire questo ufficio, fra l’altro, deriva dall’assoluta urgenza di evitare che gli stranieri stessi si recassero, come si recavano precedentemente, in più uffici per chiedere il rilascio di questo codice STP; adesso si sa che l’ufficio è questo e lì viene rilasciato tale codice. L’ufficio è stato fortemente voluto dalla Questura di Aosta.
Il SISI è stato attivato, secondo una scelta dell’USL, all’interno dell’Ufficio relazioni per il pubblico e sono gli stessi operatori dell’URP, al fine di evitare duplicazioni e personale in più, a svolgere l’attività di informazione e di orientamento per gli stranieri quale attività istituzionale.
A differenza di altre aziende italiane, che hanno preferito affidare la gestione di tale attività ad una cooperativa esterna, l’USL Valle d’Aosta, su indicazione dell’Assessorato e per risparmiare risorse umane, gestisce direttamente lo sportello informativo e l’ambulatorio medico di base con propri dipendenti. Di fatto anche il medico che presta la propria attività presso l’ambulatorio per gli immigrati è un dipendente dell’USL, il Dr. Cardellino, Dirigente medico appartenente all'Unità budgetaria di Medicina generale, il quale un pomeriggio la settimana e in orario istituzionale effettua le visite mediche.
Pertanto i costi annui di gestione del SISI e dell’annesso ambulatorio sono facilmente definibili come quota parte dei costi già in carico all'azienda?
(interruzione del Consigliere Frassy, fuori microfono)
? il costo orario di un medico per due ore di apertura ambulatoriale. Rispetto alla terza domanda, il testo unico, il decreto legislativo n. 286 e la precedente legge n. 40/1998 sono fortemente innovativi per quanto riguarda l’assistenza sanitaria da erogare a tutti i cittadini stranieri, anche i non regolarizzati, presenti sul territorio nazionale.
La direzione aziendale ha pertanto ritenuto utile e doveroso controllare sotto il profilo sanitario anche quei cittadini non in regola con le norme di soggiorno dal momento che vivono e operano all’interno della comunità.
A tal proposito, cito l’opuscolo "Guida alla legge sull'immigrazione", pubblicato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento per gli affari sociali, dove a pagina 45 sul diritto alla salute dice: "? A tutti gli stranieri, anche non in regola con il permesso di soggiorno, sono comunque assicurate le cure ambulatoriali e ospedaliere urgenti o essenziali, anche continuative, per malattie e infortunio e gli interventi di medicina preventiva, in particolare sono garantiti:
- la tutela della gravidanza e della maternità come alle cittadine italiane;
- la tutela della salute del minore;
- le vaccinazioni e gli interventi di profilassi internazionale;
- le profilassi, la diagnosi e la cura delle malattie infettive.
Queste prestazioni sono assicurate senza costi a carico dei cittadini stranieri se indigenti ad eccezione di quelle per cui è previsto il pagamento del ticket. Nel caso di cittadini irregolari clandestini l’accesso alle strutture sanitarie non può comportare segnalazioni alla polizia; solo nei casi in cui ci siano elementi che fanno ipotizzare un reato i medici sono tenuti a trasmettere una relazione scritta a referto come per i cittadini italiani?".
Il controllo sanitario di cui si parla all’interno di questo ambulatorio riguarda l’aspetto preventivo, cioè le vaccinazioni e gli interventi di profilassi internazionale e le profilassi contro le malattie infettive.
Mi aspetterei polemiche in senso inverso sotto questo punto di vista viste le prese di posizione politiche di alcune forze esterne alla Valle d’Aosta su questo argomento, ma non aggiungo altro.
Dico che se è stata fatta questa scelta, è stata fatta sia a tutela e in applicazione di normativa ben chiara del cittadino extracomunitario che sia regolarizzato o no, sia a tutela della salute dei Valdostani residenti.
E da qui, riconducendo l’azione in un quadro più generale di attività di prevenzione - i due punti che ho citato - che deve caratterizzare un'azienda sanitaria, la necessità di migliorare il servizio informativo attraverso lo sportello in sinergia con le altre istituzioni e di effettuare visite mediche di base agli immigrati non regolarizzati come ho detto. Vale la pena ricordare che l’esperienza della nostra azienda USL è stata citata come modello di riferimento per altre USL italiane da quotidiani a carattere nazionale, da agenzie di stampa fra cui il "Sole 24Ore", "Sanità", la DN Kronos, l'ANSA.
Sul quarto punto, il medico dell’ambulatorio destinato agli immigrati così come gli altri sanitari che operano presso le strutture dell’USL, ad iniziare dai medici del Pronto soccorso che sono i primi, sono a conoscenza e ottemperano a quanto previsto dall’articolo 365 del Codice penale e dall’articolo 334 del Codice procedura penale, i quali stabiliscono l’obbligo di fornire il referto all’autorità giudiziaria entro 48 ore nei casi che possono presentare i caratteri di un delitto per il quale si debba procedere d’ufficio.
Questa disposizione non si applica quando il referto esporrebbe la persona assistita a procedimento penale. Tali disposizioni si applicano indifferentemente sia per i cittadini italiani o stranieri regolarizzati, sia per i cittadini stranieri non regolarizzati. In tutti gli altri casi, e sono i più frequenti, l’accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all’autorità a parità di condizioni con il cittadino italiano.
A tal proposito il Dr. Cardellino, che è stato interpellato, precisa di essere bene a conoscenza dell’obbligo di fornire il referto e si dispiace dell’equivoco originato dalle dichiarazioni agli organi di stampa, originato probabilmente per una sintesi troppo veloce. Sotto questo punto di vista concordo con il Consigliere Frassy che in effetti la sua dichiarazione agli organi di stampa lasciava adito ad equivoci che dovevano essere assolutamente chiariti e mi pare che anche fra le funzioni delle interpellanze e delle interrogazioni ci sia questa e ne prendo atto con piacere.
Concludo dicendo che non è assolutamente questa una scelta pericolosa sia perché dal punto di vista delle casse pubbliche incide veramente poco non essendo stata scelta la strada di esternalizzare il servizio come è stato fatto da altre regioni e perché nella pratica di tutti i giorni si è rilevato che c’è una diminuzione degli accessi in Pronto soccorso da parte di cittadini extracomunitari che finora si rivolgevano ovviamente a quella struttura aperta al pubblico per tutte le loro prestazioni ingolfando il Pronto soccorso di prestazioni non proprie e obbligando gli stessi operatori di pronto soccorso a rimandarli o in Questura o all’ufficio gestito dal Comune di Aosta, lo sportello degli immigrati, o alle associazioni di volontariato o alla Caritas o ad altro ufficio per chiedere informazioni su tematiche che non sono di competenza del medico.
Capisco la motivazione che sta alla base dell'interpellanza e che andava chiarita. Mi stupirei che su un argomento così delicato come è questo, che riguarda la salute e null’altro, si volesse polemizzare e strumentalizzare perché questo non è un problema di logiche di Sinistra o di Destra, è un problema di salute dei cittadini e cittadini lo siamo tutti ovunque viviamo, in Italia o all’estero.
Si dà atto che, dalle ore 11,45, preside il Vicepresidente La Torre.
PresidenteLa parola al Consigliere Frassy.
Frassy (FI)Sicuramente, Assessore, l’omissione di soccorso, oltre ad essere una violazione di tipo umanitario e morale, è una violazione di tipo penale, ma un conto è omettere la solidarietà, un conto invece è mettere in piedi delle strutture come quelle che sono state messe in piedi in Valle d’Aosta.
Siamo totalmente insoddisfatti della risposta e nella sostanza e nelle risposte alle domande che non sono pervenute e cercherò di esprimere i motivi di questa insoddisfazione.
Il fatto che l’Assessore dica che siamo stati citati per esempio, mi fa sottendere che probabilmente siamo gli unici ad aver messo in piedi una cosa del genere e questo la dice lunga sulla discutibilità della scelta che è stata fatta anche perché riteniamo, Assessore, che il SISI non possa operare come l’ambulatorio, il SISI non può garantire l’anonimato, il SISI non è l’ambulatorio. L’anonimato all’immigrato clandestino è garantito per una serie di prestazioni che sono indicate nel testo unico; il SISI è cosa diversa, è uno sportello informativo perciò anche su questa equiparazione nutriamo fortissime perplessità su quella che sia la legittimità della scelta politica, e non solo, che è stata fatta.
Quando l’Assessore ci dice che è una quota parte il costo del SISI e il costo dell’ambulatorio non mettiamo in discussione che sia una quota parte e comunque è una quota parte del bilancio dell’USL.
Il problema è un altro, Assessore: noi le abbiamo chiesto di sapere qual è il costo e riteniamo che sia nei diritti delle nostre funzioni ispettive avere la risposta dopodiché sulle valutazioni ognuno rimane sulle sue posizioni, ma sulla domanda precisa su qual è il costo, lei non può rispondere che è una quota parte perché questa è una non risposta.
La quota parte la possiamo forse stimare sull’ambulatorio, ma sicuramente è molto più importante quando si tratta di un ufficio ulteriore di tipo amministrativo, informativo com’è il SISI.
E sull’aspetto dei costi una riflessione, Assessore, la dobbiamo fare: non possiamo evidenziare continuamente i deficit della sanità pubblica e poi bearci del fatto che siamo i primi della classe su dei servizi che probabilmente non hanno nella scelta delle priorità, dal nostro punto di vista politico, l’indice uno. Ma non solo. Siamo rimasti stupefatti, e le chiederemo di dare delle smentite ufficiali e non solo delle smentite in aula come quelle che dà sul punto 4 perché sarebbe buona norma dare le smentite nei luoghi in cui devono essere date, perché la gente i giornali li legge e si fa idee di un certo tipo, su "Métissage", che sappiamo che nulla c’entra con l’Amministrazione regionale se non forse per i contributi che può darsi che arrivino, ci sono delle affermazioni gravissime, vorremmo capire se queste affermazioni sono improprie o se invece sono un’altra delle facce di questa medaglia.
Si legge nell’articolo dal titolo: "Finalmente uno sportello informativo per la salute degli immigrati" che: "? l’esecuzione di analisi ed esami avviene attraverso percorsi di accesso preferenziali?". Ora noi sappiamo qual è il problema degli esami e delle analisi nell’Ospedale regionale, sappiamo quali sono i tempi di attesa e riteniamo inaccettabile che ci siano, come viene detto su questo organo, percorsi di accesso preferenziali. Lo riteniamo inaccettabile e vogliamo capire fino in fondo se anche qui è un equivoco di chi scrive, che peraltro scrive in prima persona, o se invece ci sono altri meccanismi che ci sfuggono.
Sulla questione economica non dimentichiamoci che in queste ore c’è un comune, che si trova all’estremo nord di questa Regione, il Comune di Courmayeur, che ha un’amministrazione comunale che non sappiamo se rimarrà in piedi per approvare o non approvare quel bilancio. In quel comune verrà aumentata l’ICI di un punto per reperire 1.700 milioni perché l’Amministrazione regionale con la legge n. 48/1995 ha ritenuto che Saint-Vincent e Courmayeur siano due comuni, insieme ad Ayas, autosufficienti in relazione al trasferimento delle risorse non vincolate.
La stampa peraltro di questi tempi ci evidenzia come Courmayeur stia pagando nella misura più pesante il riflesso della chiusura del tunnel, quando leggiamo dati, che non sono smentiti e di conseguenza li riteniamo veritieri, che a Courmayeur i pubblici esercizi nel 1999 hanno avuto una flessione del 28 percento delle presenze; non possiamo ignorare in questa sede, dove di soldi pubblici parliamo, che a Courmayeur, in relazione a questa scelta politica che parte dall’Amministrazione regionale, si obbliga quell'amministrazione ad aumentare l’ICI aumentando, Presidente, l’ICI che va a colpire le categorie economico-produttive già fortemente penalizzate da una situazione di straordinarietà e non si lesinano invece soldi pubblici, Assessore, per gli immigrati e quello che è più grave per gli immigrati clandestini.
Se questa è l’attenzione della Giunta attuale alla comunità valdostana, permetteteci di ribadire pubblicamente la distanza che abbiamo da questa sensibilità politica perché l’Assessore Vicquéry parlando di dato economico si è trincerato dietro una quota parte. Assessore, la domanda era precisa e se la risposta fosse stata precisa, forse avremmo evitato di far lievitare il sospetto su quelli che sono i costi effettivi di tutta la gestione che va al di là degli aspetti minimali che il testo unico sull'immigrazione comporta alle regioni e alle USL.