Compte rendu complet du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 1761 du 10 janvier 2001 - Resoconto

OBJET N° 1761/XI Communications du Président du Gouvernement régional.

PrésidentLa parole au Président du Gouvernement, Viérin Dino.

Viérin D. (UV)Le Conseil d’Etat, par sa décision du 19 décembre 2000, a accueilli le recours de l’Administration régionale contre le jugement du TAR de la Vallée d’Aoste du 18 mars 1999, qui avait fait droit en première instance au recours présenté par Finoper, en vue d’annuler la délibération du Conseil régional du 15 avril 1998.

Par cette délibération le Conseil régional - con voti favorevoli 24, presenti 32, votanti 24, astenuti 8 (Aloisi, Collé, Chiarello, Dujany, Lanièce, Lanivi, Marguerettaz, Tibaldi) - avait délibéré:

"- di prendere atto che per i motivi in premessa indicati non esistono allo stato attuale i requisiti di trasparenza ed affidabilità dell’azionariato della società Finoper S.p.A.;

- di non poter pertanto autorizzare il Presidente della Giunta regionale a sottoscrivere la convenzione con la società Finoper S.p.A., di dichiarare pertanto chiusa infruttuosamente la trattativa privata per l’affidamento della gestione della Casa da gioco di Saint-Vincent;

- di demandare al prossimo Consiglio regionale ogni decisione in merito alle future modalità di gestione della Casa da gioco di Saint-Vincent".

Le Conseil avait donc légitimement jugé infructueux le marché négocié pour l’attribution de la gestion de la Maison de jeu de Saint-Vincent.

Cette décision marque la fin du long et complexe différend avec Finoper et surtout réaffirme le bien-fondé et la légalité des décisions du Gouvernement et du Conseil de la Vallée, dans le cadre de la procédure lancée en vue de l’attribution de la gestion du casino.

Je veux citer quelques passages de cet arrêt, tout d’abord par rapport à la délibération du Conseil régional - je cite -: "che è stata adottata dopo che la Giunta regionale, sulla scorta dell’approfondita istruttoria svolta aveva concluso di non poter esprimere un giudizio sulla presenza dei requisiti di trasparenza ed affidabilità dell’azionariato Finoper a causa del mancato invio dei documenti richiesti", ou encore, "che le considerazioni del TAR non possono essere condivise", ou encore, "che è sulla base di tale situazione conosciuta dalla Regione nel corso del procedimento, che va valutato il comportamento dell'Amministrazione e la decisione definitiva con la quale essa ha ritenuto di chiudere la fase della trattativa, sul presupposto che non aveva avuto la possibilità di verificare la sussistenza del requisito dell'affidabilità e della trasparenza dell’azionariato Finoper", ou enfin, "che non si può difatti sottacere che l’accertamento rigoroso del requisito di trasparenza ed affidabilità dell’azionariato Finoper fosse un preciso dovere dell’Amministrazione, specie in considerazione del ripetuto contenzioso che si era sviluppato al riguardo, con l’ovvia conseguenza che le conclusioni alle quali la Regione è pervenuta non di mancanza del requisito, bensì di impossibilità di accertamento del medesimo, appaiono, dal punto di vista di un giudizio necessariamente prognostico, del tutto corrette".

Il s’agit sans doute de l’un des événements les plus saillants et marquants de l’activité du Gouvernement et de sa majorité, et à cet égard nous ne pouvons qu’exprimer notre satisfaction pour la reconnaissance du bien-fondé de notre comportement.

Or, la décision du Conseil d’Etat nous vaut aujourd’hui de sortir du contentieux administratif.

Nous sommes donc à même de procéder sans limites ni contraintes, de mettre fin à la phase transitoire de gestion de la maison de jeu, phase caractérisée par l’institution en 1993 de la Gestion Extraordinaire, une gestion dont la nature et la durée étaient par ailleurs déjà indiquées à l’article 1er de la loi en portant institution, et qui a rempli et remplit encore efficacement les missions qui lui ont été confiées.

Mais aussi cette décision nous vaut d’assurer dans le plus bref délai une gestion ordinaire de la maison de jeu selon les principes de droit privé, sans faire abstraction des expériences positives et négatives acquises ces dernières années, et compte tenu de la nécessité de ce qu’une gestion efficace, transparente et économiquement rentable soit assurée.

Mais aussi, de sauvegarder et promouvoir la compétitivité de la maison de jeu, en faisant face aux changements qui se produisent ou se produiront dans le secteur des jeux, pour garantir au casino un essor, un avenir prometteur, susceptible de confirmer le bon résultat de cette dernière année par un plan de développement prévoyant les investissements nécessaires à sa relance, par la construction d’une nouvelle maison de jeu et, si possible, l’achat des propriétés environnantes.

PrésidentLa parole au Conseiller Tibaldi.

Tibaldi (FI) Il gruppo di Forza Italia, riservandosi di leggere il contenuto di questa sentenza, in particolare le motivazioni della medesima, in quanto il documento ci è stato consegnato poc’anzi dal Presidente della Giunta, vuole esprimere alcune considerazioni su quanto annunciato dallo stesso Presidente.

La sentenza del Consiglio di Stato chiude una parentesi importante e anche logorante di un contenzioso che era nato sin dal 1991 fra una società privata, la Finoper, e la Regione Valle d’Aosta. Contenzioso che è durato 8 anni e che si è fondato principalmente sulla sussistenza o meno di un requisito in capo a questa società: la trasparenza e l’affidabilità del proprio azionariato. Prendiamo atto con soddisfazione che questa sentenza pone un termine a questa situazione e, di conseguenza, consente alla Regione di assumere determinazioni - ci auguriamo precise - per quanto concerne il futuro della casa da gioco. Gli auspici che ci sentiamo di rivolgere oggi alla maggioranza consiliare sono i seguenti. Il primo è che la funzione di chiusura della Gestione straordinaria, come affermava il Presidente, di natura transitoria, come d’altronde ricorda la legge n. 88/1993 poi modificata, si concluda al più presto.

Il secondo è che la gestione straordinaria ceda il passo ad una gestione privata della casa da gioco e quando diciamo "gestione privata" intendiamo sottolineare un qualcosa di più rispetto a quanto detto poc’anzi dal Presidente.

Egli ha infatti parlato di gestione ordinaria secondo i principi del diritto privato, e noi sappiamo che secondo quei principi possono essere anche governate società pubbliche o miste.

E visto che in Valle d’Aosta la confusione fra pubblico e privato è più che mai marcata, noi invochiamo una gestione privata della casa da gioco.

Anche perché, in vista di una futura liberalizzazione del gioco d'azzardo in Italia, è auspicabile che la gestione della casa da gioco si consolidi e si potenzi e sia in grado di affrontare a testa alta la competizione di un mercato sempre più aggressivo.

Qualche anno fa il casinò era il primo casinò d’Europa, oggi non è nemmeno più il primo casinò d’Italia. Ci teniamo a rimarcarlo nonostante i dati diffusi dalla Casa da gioco siano più che mai trionfalistici. Questo è, in sintesi, un primo commento che il gruppo di Forza Italia si sente di fare dinanzi alla comunicazione di questa sentenza.

PrésidentLa parole au Conseiller Cerise.

Cerise (UV) La deliberazione del Consiglio regionale n. 3136/1998 appare freddamente lapidaria e persino eccessivamente sintetica nella parte dispositiva, con la quale il Consiglio viene ad assumere una decisione di grande importanza e della massima delicatezza.

Con essa si deliberavano in quattro stringati punti quanto ha già richiamato il Presidente della Giunta. Sono punti che appaiono ben poca cosa in rapporto ad una scelta di tale peso.

Il fatto trova forse spiegazione nella corposa e dettagliata parte esplicativa, dove vengono evidenziati i vari passaggi dell'intricata vicenda.

In ogni caso, va dato merito a quella maggioranza che seppe allora assumersi queste responsabilità a fronte di una situazione molto complessa, appesantita da velate minacce epistolari di chiamate in causa personali dei singoli consiglieri, non ultimo per rifondere i danni nel caso di soccombenza della Regione. Ipotesi quest’ultima tutt’altro che remota, considerato che con sentenza n. 45 del gennaio 1999 il TAR dichiarava decaduta questa deliberazione e, con contestuale ordinanza, stabiliva che nelle more del deposito della relativa sentenza venissero sospesi i punti 3 e 4 della stessa deliberazione dichiarata decaduta.

Allora apparve a tutti chiara la determinazione del TAR della Valle d’Aosta, sottolineata dall’impedire alla Regione che nel sia pur breve periodo intercorrente fra la data della sentenza e la sua deposizione fossero sospesi i punti 3 e 4 sopra richiamati, in quanto così recita l’ordinanza: "L’adozione di eventuali nuove iniziative da parte della Regione diverse dalla trattativa privata con Finoper, potrebbero arrecare alla stessa danni gravi e irreparabili".

Oggi tutti possono constatare che i danni non meno gravi e sotto certi aspetti altrettanto irreparabili sono stati subiti dalla Regione, obbligata - io dico ingiustamente - in una condizione di impotenza. Di fronte a questa sentenza e alla decisione del TAR quante sono state le voci del mondo politico, ma anche quelle di larghi strati dell'opinione pubblica, che invitavano a cambiare decisamente strada e a rivedere la decisione che il Consiglio assunse nell’aprile 1998?

Alla base dell’azione del Governo regionale e della maggioranza di opporre resistenza alla sentenza del TAR e quindi di ricorrere al Consiglio di Stato, oltre il rispetto del principio di coerenza dell’azione amministrativa a convinte ragioni di salvaguardia degli interessi della Regione, alla certezza di avere sin lì agito per garantire un futuro prospero e ricercare una gestione affidabile della casa da gioco, c’era la volontà di muoversi lungo un percorso privo di ombre che la sentenza del TAR di Aosta nelle sue declamate certezze non aveva certo fugato.

Siamo ora di fronte alla fondatezza e alla giustezza di quelle scelte, certamente dibattute, che hanno condotto attraverso passaggi difficili e sofferti.

Ben può essere presa qui a prestito l’affermazione che si sono perse alcune battaglie, ma si è finito con il vincere la guerra.

L’importanza politica della sentenza è notevole. Essa pone fine a quasi dieci anni di contenziosi che non hanno certo giovato alla nostra casa da gioco. Fa poi cadere quella "spada di Damocle" che pendeva sulla Regione e che di fatto impediva a questa di intraprendere iniziative per pervenire ad una gestione della casa da gioco diversa da quella della Gestione straordinaria, propria a fronteggiare la situazione di emergenza venutasi a creare. Finalmente si può affermare che la Gestione straordinaria sia prossima alla conclusione.

Si inizia ora con una pagina bianca il capitolo tutto da scrivere sull’affidamento della conduzione della nostra casa da gioco, secondo quanto indicato da questa maggioranza nel programma di legislatura. Parallelamente deve essere redatto quello del rilancio del casinò, nel quale si inserisce la pagina della costruzione di una nuova casa da gioco, per consentirgli di affrontare vincente le sfide che si profilano e certamente non prive di difficoltà. Le due questioni, è ovvio, sono fra loro fortemente correlate.

Capitoli nuovi, ma attenzione all’interno di una storia composta da tanti altri precedenti capitoli ora chiusi, ma non per questo da dimenticare, anzi molto istruttivi da tenere nella massima considerazione.

Come aveva stabilito il punto 4 della deliberazione adottata dal Consiglio regionale nell’aprile 1998, sarà questo Consiglio regionale che dovrà prendere ogni decisione in merito alle future modalità di gestione della casa da gioco. Sono certo che lo saprà fare in coerenza con la lucidità e la celerità necessarie, avvalendosi delle esperienze trascorse, perseguendo l’obiettivo di valorizzare tutte le potenzialità della casa da gioco, salvaguardandone il nome attraverso una conduzione della stessa a forte connotazione privata e affidata secondo i principi dell'assoluta trasparenza, imparzialità e massima attenzione per l’interesse pubblico.

PrésidentLa parole au Conseiller Piccolo.

Piccolo (SA) In seguito alle comunicazioni del Presidente della Giunta in merito alla sentenza del Consiglio di Stato sul problema della casa da gioco, credo che non si possa che esprimere compiacimento per l’esito della sentenza stessa, attesa da anni da parte di coloro che facevano parte della maggioranza di allora, ma anche di quella attuale, in particolare di chi vi parla.

Una sentenza che abbiamo ricevuto oggi e che sicuramente approfondiremo con molta attenzione in merito al suo contenuto.

Compiacimento anche per il riconoscimento che la sentenza attribuisce al Consiglio regionale, alla deliberazione votata dalla maggioranza di allora e in modo responsabile; responsabilità considerata da parte delle forze politiche di opposizione irresponsabile, interessata. Più volte è stato dichiarato da questi banchi che l’allora maggioranza era interessata a gestire la casa da gioco. Ovviamente queste affermazioni non si sono limitate a questo consesso, ma secondo quella che è una specialità di alcune forze dell'opposizione, sono state sponsorizzate tramite mass media.

Oggi abbiamo sentito proprio da questi banchi persone, che consideravano irresponsabile la decisione allora assunta dai consiglieri di maggioranza, affermare che oggi: "va tutto bene, madama la marchesa".

Se non altro giustizia è stata fatta, tocca ora a noi prendere in tempi stretti le sollecite decisioni per addivenire ad una soluzione che porti ad una gestione privatistica. Soluzione che crediamo necessaria per la futura gestione della casa da gioco, che potrà essere offuscata anche dalla possibile apertura di altre case da gioco sul territorio nazionale, e quindi dovremo essere sollecitamente pronti ad una concorrenza spietata.

PrésidentLa parole au Conseiller Beneforti.

Beneforti (PVA-cU) Il nostro gruppo non può non accogliere con favore e soddisfazione la sentenza del Consiglio di Stato, tant’è vero che abbiamo presentato anche un'interrogazione in questa seduta sull’argomento.

La decisione, oltre a chiudere un contenzioso legale iniziato nel 1991 dalla "Giunta Bondaz", permette alla Regione e alla casa da gioco di tornare alle origini, caro Presidente, di uscire dall’incertezza. È iniziato allora, è iniziato con la "Giunta Bondaz" l’appalto della casa da gioco?

(interruzione del Presidente della Giunta, fuori microfono)

? poi ci sono quelli che avete fatto voi dopo, perché di danni ce ne sono tanti e li andremo a verificare!

Dicevo che questa sentenza, a parte le polemiche che ci possono essere, permette alla casa da gioco di tornare alle origini, di uscire dall'incertezza, di affrontare e superare le difficoltà e le sfide che ha incontrato e che incontrerà nel futuro.

Il ritorno al privato nel più breve tempo possibile permette di superare la Gestione straordinaria, che ha dimostrato - a detta degli stessi responsabili, basta rileggere i giornali - di essere una strada non più percorribile.

Certamente si era resa necessaria per superare le difficoltà del momento, ma ora riteniamo che occorra tornare al privato.

Per ciò che rappresenta la casa da gioco sul piano economico, turistico e occupazionale, credo che occorra fare presto. Per l’interesse che abbiamo sempre dimostrato su questo problema, ci auguriamo, checché ne dica il Consigliere Piccolo, che sul futuro della casa da gioco si apra un confronto aperto e credibile in commissione e in Consiglio regionale.

Siamo disponibili a confrontarci su tutte le proposte, se sono credibili e nell’interesse della Valle d’Aosta.

Mi permetto di avanzare solo, e lo faccio forse prematuramente, dei forti dubbi sul fatto che i Valdostani possano divenire azionisti come qualcuno ha annunciato, o che venga data loro la possibilità di giocare. Infatti visto che alla Regione è affidata la gestione del casinò, è il Consiglio che deve vedere come far gestire il casinò, non vedo il perché si dovrebbe ricorrere ad un azionariato più o meno diffuso.

A seguito anche dell’opposizione che si sta conducendo come Regione verso l’apertura di nuovi casinò, non credo opportuno che si venga a sapere che si estende il gioco ai residenti in Valle d’Aosta, come qualcuno ha preannunciato. Per noi la strada da seguire è quella di indire una gara di appalto, in modo da metterci nelle condizioni di scegliere una società affidabile, che imposti una gestione capace di far tornare il Casinò di Saint-Vincent quello che era un tempo: il primo d’Italia e forse anche il primo d’Europa.

Nel prendere atto della sentenza, chiediamo che si faccia presto a tornare al privato in modo da poter dare una gestione diversa alla casa da gioco.

PrésidentLa parole au Conseiller Praduroux.

Praduroux (UV) Intervengo brevemente, alla luce di tutti gli interventi che sono stati fatti sulla sentenza del Consiglio di Stato, rispetto alla quale peraltro come membro della IV Commissione mi sento di dire con soddisfazione che finalmente si è chiuso un capitolo importante. Ho sentito da parte di tutti i colleghi parlare di una certa fretta per chiudere la Gestione straordinaria; è vero che va chiusa, ma volevo segnalare che comunque questa Gestione straordinaria in poco tempo è riuscita a portare in attivo i conti del casinò. Quindi in questo momento mi sentirei, è un'idea personale, non di affrettare di molto questa Gestione straordinaria, ma di invitare il Consiglio regionale, la Regione, alla luce anche dei sopralluoghi fatti come IV Commissione al Casinò di Nova Gorica, al Casinò di Venezia, di partire con il piede giusto. Mi sembra meno importante di avere una fretta eccessiva per chiudere questa Gestione straordinaria, che comunque ha dato degli effetti positivi.