Objet du Conseil n. 2417 du 19 février 1997 - Resoconto
SEDUTA ANTIMERIDIANA DEL 19 FEBBRAIO 1997
OGGETTO N. 2417/X Coordinamento di interventi in relazione agli eventuali pericoli di frane sul versante nord-occidentale della Becca di Nona. (Interpellanza)
Interpellanza Visti alcuni articoli apparsi sui mezzi di informazione inerenti ad eventuali pericoli di frane sul versante nord-occidentale della Becca di Nona;
Avuto notizia dell'incarico di monitoraggio affidato alla ditta "ISMES" di Bergamo;
Preso atto che i Comuni di Charvensod e Pollein, che potrebbero essere eventualmente interessati da tale evento non sono stati ad oggi informati dettagliatamente sull'argomento;
Considerato che sarebbe comunque logico prevedere in accordo con i comuni interessati gli effetti, le conseguenze e quindi un piano di intervento nell'eventualità che tale frana si verifichi.
I sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l'Assessore competente per conoscere:
1) qual è ad oggi la reale situazione;
2) se la procedura adottata, senza una precisa informazione e un preciso coordinamento con i comuni interessati, non pregiudichi un intervento più efficace e tempestivo;
3) se l'Amministrazione regionale non ritiene necessario redigere uno studio accurato che permetta di conoscere quali siano le zone che potrebbero essere eventualmente interessate da tale frana sia direttamente che indirettamente.
F.to: Viérin M. - Collé - Marguerettaz
Presidente Ha chiesto la parola il Vicepresidente Viérin Marco.
Viérin M. (PpVA) Con quest'interpellanza non si vogliono creare allarmismi di sorta o altro. In maniera molto onesta il sottoscritto, prima che gli organi di informazione dessero questa notizia, aveva avuto modo di accertarsi di cosa si trattava - anche perché visivamente questa fessura si vede da Aosta - telefonando alla protezione civile. Mi è stato detto che si stava procedendo a verificare cosa era successo successivamente, ho appreso dagli organi di informazione che è stato dato un incarico di monitoraggio.
A questo punto il problema, come ho già detto ai Dirigenti della protezione civile, è quello di sapere cosa succede un domani se quest'enorme frana si dovesse staccare dalla Becca di Nona perché su quel versante c'è il torrente Combué che è situato fra i Comuni di Charvensod e di Pollein. Se la frana si verifica in inverno, non crea grossi problemi perché c'è il tempo sufficiente per intervenire in maniera consona ed adeguata; se si verifica in estate, quando la portata del torrente è enorme, si potrebbe creare una specie di lago a monte e questa frana potrebbe fare da barriera in fondo al torrente. Il problema è quello di capire in primo luogo quando il peso dell'acqua sarà superiore alla diga naturale che verrà a formarsi perché questo potrebbe portare dopo un certo numero di ore il tutto a valle e in questo caso di comprendere cosa potrebbe succedere per la parte interessata dei Comuni di Charvensod e di Pollein.
In merito a questa considerazione, mi stupisce che la protezione civile non abbia messo al corrente in maniera ufficiale i due Comuni interessati per prevedere eventualmente un piano di intervento perché, se l'intervento lo fa solo la protezione civile regionale, è un discorso, se c'è un piano coordinato, il risultato è migliore anche perché i cittadini dei due Comuni sono già situati in loco.
È giusto fare il monitoraggio, ma ritengo doveroso predisporre - e spero che l'Assessore mi dia conferma di questo - un piano di intervento o un piano che permetta di capire cosa potrà succedere se quest'evento avverrà. Ribadisco, non è un discorso di allarmismo, è un discorso di prevenzione, però va fatta prevenzione anche sugli eventuali effetti. Quali potranno essere le procedure di intervento per fare un intervento più preciso e più concreto?
Si dà atto che, dalle ore 12,02, riassume la Presidenza il Presidente Stévenin.
Presidente Ha chiesto la parola l'Assessore all'agricoltura, forestazione e risorse naturali, Vallet.
Vallet (UV) Il centro operativo della protezione civile ha ricevuto il 19 giugno dell'anno scorso la segnalazione da parte di un cittadino riguardo all'esistenza di questo dissesto, sono intervenuti immediatamente il geologo e gli uomini della stazione forestale di Aosta.
Il dissesto è situato alla base della parete nord occidentale della Becca di Nona, nel Comune di Charvensod, sul versante orografico destro del medio corso del torrente Combué, tra i 2400 e gli 1800 metri di quota.
Il pendio dissestato è costituito da ripide falde detritiche con pendenze prossime al 45%, sottostanti le pareti rocciose della montagna, e si presenta boscato da conifere fino al limite della vegetazione.
L'area della frana ha una superficie rilevata, tramite accurate osservazioni, prossima agli 8 ettari e si presenta nettamente delimitata ai piedi della parte rocciosa da una fenditura continua, con lacerazioni anche della cotica erbosa di una lunghezza superiore ai 300 metri, indicante senza dubbio un abbassamento di tutto il settore a valle di almeno 3-4 metri.
All'interno del corpo di frana sono molto evidenti alcune zone con diverse velocità di scivolamento, alcune delle quali coinvolgenti estese porzioni boscate e accumuli detritici di rilevanti proporzioni.
Verso il basso il dissesto evolve infine con una colata di detrito, incanalata in un ripido canalino, che è attraversato dalla mulattiera per Morion prima di sboccare sui prati dell'Alpe Pontey. In base ad una stima prudenziale del materiale in movimento, si ipotizza che il volume dello stesso non sia inferiore al milione di metri cubi.
In base alla consultazione dei documenti di archivio e delle fotografie aeree più recenti disponibili nella zona, che risalgono al 1991, dalle quali non appare testimonianza o evidenza di movimenti pregressi, nonché in base alle relazioni verbali degli agenti del corpo forestale che conoscono a fondo la zona, si ha ragione di ritenere che il movimento franoso si sia individuato nelle attuali dimensioni solo in tempi molto recenti: autunno del '95 o addirittura primavera del '96, anche se fenomeni piccoli e superficiali si erano verificati sin dall'estate del '95, tant'è che il servizio già intervenne nel mese di agosto del '95 per sgomberare il sentiero per Morion dal materiale di una piccola frana.
Per quanto riguarda l'informazione e i rapporti avuti con i Comuni di Charvensod e di Pollein, è vero che non c'è una corrispondenza ufficiale agli atti, ma è doveroso dire che comunque i tecnici del servizio di sistemazione idraulica della protezione civile sono stati e sono tuttora in contatto con i Sindaci e con un Assessore del Comune di Pollein dai mesi di luglio-agosto del 1996.
La dinamica del fenomeno è stata tenuta sotto controllo, al momento visivo, durante tutta l'estate, finché la neve non ha più permesso di fare quest'osservazione. Durante questo lasso di tempo, quindi durante circa 4 mesi, non sono stati notati incrementi della fenditura perimetrale, mentre è continuata l'evoluzione degli scivolamenti superficiali dei detriti.
Per quanto riguarda il secondo punto, ovvero la richiesta da parte del Consigliere di avere rapporti stretti e, se del caso, di prevedere l'organizzazione di interventi in collaborazione con i Comuni, evidentemente sarà nostra cura fare questo non appena, con la stagione favorevole, avremo avuto occasione di collocare in sito il sistema di monitoraggio che è stato previsto, tenuto conto del fatto che - come mi dicono i tecnici, il geologo in particolare - data la natura del luogo e data la situazione, non è ipotizzabile fare al momento nessun tipo di intervento attivo per rimuovere il problema.
È importante invece avere sempre la situazione sotto controllo, in modo da poter intervenire o comunque da poter prendere, se del caso, tutte le precauzioni possibili per la salvaguardia della sicurezza degli abitati che si trovano ai piedi della conoide del Combué. Il problema che si potrebbe verificare, nel caso in cui ci fosse un improvviso collasso della frana, è l'ostruzione del torrente Combué che, se non tempestivamente ripulito per permettere il decorso delle acque, potrebbe riversare grosse quantità di fango ai piedi della conoide.
Ribadisco il mio impegno personale e l'impegno del servizio a definire con i Comuni interessati tutto quanto c'è da definire, non appena avremo dei dati sicuri e certi che ci deriveranno dall'installazione del sistema di monitoraggio.
Presidente Ha chiesto la parola il Vicepresidente Viérin Marco.
Viérin M. (PpVA) Forse, come ha detto il collega Marguerettaz, oggi è una giornata speciale perché anche il sottoscritto, in merito alle ultime due interpellanze da parte degli Assessori competenti, ha avuto soddisfazione. Gli Assessori hanno infatti ammesso, seppure in maniera diversa, che alcune situazioni esistono e che vanno affrontate in una certa maniera, come anche noi proponiamo.
Nel caso particolare posso ringraziare l'Assessore, che mi garantisce l'analisi di tutta la questione in maniera diretta anche con i due Comuni interessati, proprio per far fronte a quello che ho detto nell'illustrazione dell'interpellanza.
Ribadisco però all'Assessore che è molto importante che, quando la neve si sarà sciolta in quella zona e quindi vi si potrà accedere, si inizi a fare quel famoso piano di studio accurato per...
(... intervento dell'Assessore Vallet, fuori microfono...)
... esatto, da quello che ho capito mi pare che l'Assessore ritenga utile fare questo piano, per vedere quali saranno gli interventi da fare in merito alle due zone interessate oppure, se l'Assessore vuol rispondermi meglio al terzo quesito, mi riservo di reintervenire dopo.
Presidente Stévenin, l'Assessore si è dimenticato di rispondere al terzo punto...
Presidente ... va bene, risponda... non c'è problema... Ha chiesto la parola l'Assessore all'agricoltura, forestazione e risorse naturali, Vallet.
Vallet (UV) Mi scuso con il Presidente del Consiglio, ho omesso la risposta al terzo quesito. I tecnici mi hanno detto che non si ritiene opportuno affidare o realizzare sul fenomeno uno studio perché quest'ultimo, pur potendo essere interessante, poco potrebbe aggiungere, se non niente, alla conoscenza del fenomeno che si ha già e che a maggior ragione si avrà con il sistema di monitoraggio.
Un altro discorso è invece quello di programmare e quindi di prendere in considerazione tutti gli scenari possibili di rischio, in modo da essere pronti ad intervenire nel caso in cui il rischio dovesse concretizzarsi. Questo intendevo, quando ho detto che con i Comuni verrà definito un programma di interventi, finalizzato ad operare nel caso in cui ce ne sia la necessità.
Presidente Ha chiesto la parola il Vicepresidente Viérin Marco.
Viérin M. (PpVA) Ringrazio l'Assessore. Su questo secondo aspetto ho qualche riserva perché l'Assessore ha detto che il monitoraggio dovrebbe prevedere anche alcuni riflessi indiretti, non solo il discorso di sapere le masse e le quantità che si potrebbero staccare, oltre che la tempistica. Altrimenti, se così non fosse, ritengo che sia doveroso fare uno studio per sapere la quantità che cade a valle, perché è diverso se la frana si verifica in inverno o in estate, in quest'ultimo caso i problemi sarebbero seri. Infatti, per casi similari successi altrove, il peso dell'acqua che verrebbe a crearsi dietro questa frana farebbe partire dopo alcune ore, non so quante, una massa di acqua, terra e piante che porterebbe dei seri danni alla conoide, e potrebbe anche espandersi su alcune frazioni di Pollein e sulle due Frazioni di Fedina alta e Fedina bassa di Charvensod. Quindi è più in questo senso che ritengo che sia doveroso fare uno studio in merito alle conseguenze indirette, pertanto chiedo all'Assessore di contattare nuovamente gli uffici perché questi si attivino; si danno tanti incarichi per centinaia di milioni, in questo caso ritengo sia doveroso spendere alcune decine di milioni e fare uno studio che tenga conto anche di queste necessità.