Compte rendu complet du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 10 du 30 juin 1993 - Resoconto

OGGETTO N. 10/X - Dibattito sul programma presentato dal Presidente della Giunta regionale.

Stévenin (Presidente) - La parola al Consigliere Collé.

Collé (DC) - La DC valdostana mi ha affidato la responsabi­lità di ricoprire l'incarico di capogruppo, già nel mio primo in­tervento affronto un argomento delicato. Se volessimo definire con un solo aggettivo la relazione che abbiamo sentito sceglie­rei:" generica", essa è infatti retorica nella forma, astratta nei contenuti e in generale incerta e poco circostanziata. Sembra già che questa maggioranza sia più preoccupata di trovare un collante per stare insieme, piuttosto che essere propositiva.

Nell'interesse della Valle ho l'obbligo di fare all'esecutivo regio­nale i migliori auguri di buon lavoro, ma sempre per lo stesso interesse ho l'obbligo di sottolineare con forza i motivi per cui questa maggioranza non ci sembra attrezzata per guidare la Valle con efficienza, trasparenza ed imparzialità verso il 2000. Ciò che abbiamo sentito è una sommatoria di déjà entendu. Nel poco tempo a nostra disposizione abbiamo voluto confrontare questa relazione con quella esposta 5 anni fa dall'allora Presidente Rollandin, e, sorpresa, abbiamo trovato quasi le stesse cose, lo stesso programma e le stesse frasi. 5 anni fa si ribadiva di: "resoudre les questions qui demeurent avec l'Etat italien et notamment: les modalités de l'application de la zone franche, la révision de la loi qui réglemente l'élection du Parlement européen, la question du Parc du Grand Paradis, la solution de la querelle concernant la propriété de l'hôpital d'Aoste, la démilitarisation de la ligne ferroviaire, la levé mili­taire à base régionale"; oggi, anche se in ordine diverso si dice che: "il reste à résoudre des questions avec l'Etat telles que: l'institution d'une zone franche industrielle et tertiaire, la révi­sion de la loi pour l'élection au Parlement Européen, le pro­blème du Parc du Grand Paradis, la définition de la propriété de l'hôpital régional, la démilitarisation de la ligne de chemin de fer Chivasso-Aoste".

Nulla da eccepire sulla fedeltà della tra­scrizione, qualcosa sull'originalità dei contenuti. Si potrebbe obiettare che la colpa del fatto che tutte queste questioni sono ancora senza soluzione è da attribuirsi allo Stato italiano, ma sarebbe semplicistico; quel che conta è che non vorremmo tro­varci tra cinque anni a sentire le stesse cose.

Se l'assenza di originalità nei programmi da attuare in accordo con lo Stato è palese, in molti punti lo è anche per ciò che concerne gli inter­venti regionali. Per quanto riguarda l'agricoltura si diceva allo­ra, cito: "la résolution de l'ainissement du bétail, la commercia­lisation de la production agricole valdôtaine, l'approfondisse­ment de la connaissance des ressources agricoles valdôtaines", oggi, e continuo a citare fedelmente: "il miglioramento del pa­trimonio bovino di razza valdostana, la soluzione del risana­mento del patrimonio zootecnico, la commercializzazione della produzione agricola valdostana..".

Per il turismo si diceva allo­ra che bisognava:"pourvoir à la préparation du personnel du tourisme et diversifier l'offre touristique notamment par les structures agro-pastorales, le thermalisme, le patrimoine ar­chéologique et artistique", oggi abbiamo sentito: "vi sarà l'impe­gno a migliorare la professionalità degli addetti, a diversificare le proposte turistiche valorizzando le tradizionali strutture agropastorali, rilanciando il termalismo e il patrimonio archeo­logico e artistico".

Per quanto riguarda i trasporti un lustro fa si diceva con ottimismo: "le gouvernement régional terminera le réseau des transports publics lié à la réalisation de l'autoroute Aoste-Courmayeur et du chemin de fer Aoste-Martigny", oggi abbiamo sentito che l'esecutivo si impegnerà nell'ultimare l'autostrada Aosta-Monte Bianco e nel dare corso alla trasver­sale alpina ferroviaria Aosta-Martigny rilanciando la linea Chivasso-Pré St.Didier", e via di questo passo. Si diceva allora che: "la Région poursuivra son action visant à diffuser la créa­tion de petites centrales électriques gérées par les populations lo­cales et à établir un accord avec l'ENEL". Oggi si dice che l'amministrazione opererà per l'utilizzo delle potenzialità idroe­lettriche in particolare per la realizzazione di piccole centrali in collaborazione con le popolazioni locali e che definirà i rapporti con l'ENEL. Si diceva: "la région ouvrera pour continuer l'ex­pansion des structures pour les services des personnes âgées et des handicapés", si dice oggi che la Regione: "se fixe comme ob­jectif d'ouvrir de nouvelles structures sociales au profit des caté­gories les plus défavorisées".

Gli elementi di novità che caratterizzano questo esecutivo in percentuale possono essere valutati intorno al 15 percento, 20 percento a fronte di una società che una società che in 5 anni ha subito profonde trasformazioni, quello che ci preoccupa è il restante 80-85 percento, ovvero il vecchio. Ma dov'erano gli ideologi del movimento di maggioranza relativa quando si do­veva parlare di progetti da attuare in questo quinquennio? Forse erano impegnati nel risolvere problemi legati alle spar­tizioni dei posti di governo e di sottogoverno, sia al loro interno sia con gli altri sei colori di questo arcobaleno. Ma altre cose interessanti abbiamo trovato leggendo i resoconti della prima adunanza della IX legislatura.

Ad esempio abbiamo appreso che Tonino, segretario del PCI, palesava la sua preoccupazione per due rischi: il primo derivante dalla dimensione della mag­gioranza di 27 consiglieri su 35, a suo dire, ciò rischiava di spostare il dibattito all'oscuro, all'interno delle forza di maggio­ranza; il secondo derivava da una concezione della politica che egli definiva una corsa alla gestione e allo scambio. Per quanto riguarda la dimensione della maggioranza, forse la soglia di preoccupazione dell'odierno PDS scatta davvero a 27, visto che oggi la maggioranza è di 26; per quanto riguarda la politica dello scambio lascio giudicare agli osservatori se essa abbia premiato il PDS che ha voluto lo stesso uomo alla guida dello stesso Assessorato, guarda caso quello del settore da cui pro­vengono tradizionalmente i voti comunisti. Ancora più incre­dibili furono le dichiarazioni del consigliere Riccarand, allora di Nuova Sinistra. Egli, nell'esprimere un giudizio critico, diceva che non c'era proporzione nel fatto che l'UV avesse la maggio­ranza assoluta nell'esecutivo a fronte di una maggioranza re­lativa in Consiglio.

Riccarand parlava della forte occupazione da parte dell'Union Valdôtaine dei posti che contano e chiedeva spiegazioni agli alleati: "come mai accettano una situazione di questo genere con le conseguenze che essa avrà in prospettiva? Queste forze dovrebbero spiegare se c'è qualche supremo inte­resse della Regione al quale sono disposte a sacrificare il senso della propria dignità e il proprio ruolo politico". Le stesse ri­sposte che chiedeva allora Riccarand ora dovrebbe fornirle lui. Curiosa la rilettura dell'intervento che fece 5 anni fa proprio colui che oggi è il neo Presidente della Giunta. Egli disse che l'UV aveva avviato le consultazioni considerando prioritarie le indicazioni dei risultati elettorali. Eppure oggi come allora la DC valdostana rappresenta la seconda forza politica della Valle, ma è apparso chiaro che ci sono state delle oscure pre­giudiziali alla partecipazione della nostra forza al Governo. Forse perché avevamo dichiarato che volevamo fare accordi di programma e non mercanteggiamenti, o forse per punizione per i due anni del ribaltone, a proposito dei quali mi sembra corretto ribadire l'autocritica che abbiamo già fatto in altre se­di. Da allora noi ci siamo rinnovati negli uomini e nei metodi, l'Union sembra aver cambiato solo alcuni metodi, cioè quelli che rispettavano le volontà degli elettori.

In conclusione dichia­ro che non accogliamo favorevolmente l'esecutivo che nasce oggi perché non siamo riusciti a percepire nella relazione i frutti di un lavoro d'équipe, ben altra cosa era il programma dei Verdi Alternativi In concreto riteniamo che troppo poco spazio sia stato dato agli interventi a favore dell'occupazione, dell'ambiente, del mondo dell'associazionismo e del volontaria­to, non abbiamo captato nei settori agricolo-industriale la vo­lontà di compiere delle scelte, era lecito aspettarsi qualcosa di più sugli intendimenti del Governo per la gestione del Casinò, inoltre non abbiamo sentito argomenti che considerino priori­tari i valori legati alla famiglia come cellula costituente della nostra società né argomenti per salvaguardare le fasce più de­boli, compresa la possibilità di dare un nuovo presidio ospeda­liero alla Valle d'Aosta.

Purtroppo ciò che abbiamo udito sem­bra solo un accordo di gestione che vede l'UV sempre più con­centrata nella sua funzione di asso pigliatutto a tal punto da tenere per sé entrambe le Presidenze col beneplacito dei part­ner convinti che chi si accontenta gode. Rischia di essere solo questo il collante a cui si riferiva Viérin e in questo caso col tempo i Valdostani daranno ragione a chi ha dimostrato fin dall'inizio una posizione chiara ed inequivocabile.

Presidente - La parola al Consigliere Parisi.

Parisi (VAP) - Signor Presidente, signori consiglieri, come avete saputo dagli organi di informazione è stato costituito un nuovo movimento denominato "Verso l'Alleanza di Progresso" che io ho qui l'onore di rappresentare. L'obiettivo di questo movimento è di andare verso una più ampia aggregazione di soggetti usciti dagli schemi dei vecchi partiti per creare un'area di proposta capace di guadagnare il consenso di progressisti, ri­formisti ed autonomisti. Abbiamo voluto con il nostro gesto da­re un segnale forte a tutte quelle forze politiche e a quelle per­sone che dichiarano di voler costruire il nuovo. Un'aggregazione che possa rappresentare le aspettative di chi crede nella necessità del rinnovamento, e dare voce a quella parte di società che ha preso le distanze dal partitismo.

É stato per noi un gesto sofferto ma necessario e non sempre, collega Marguerettaz, è possibile convivere in certe situazioni, quando l'aria si fa pesante è necessario cambiare aria. In quel contesto non era possibile dare vita ad una linea progressista in grado di tonificare la politica valdostana. Siamo usciti per mantenere viva una presenza riformista sana ed onesta in questa regione, per portare la nostra cultura politica all'interno di una aggre­gazione progressista più ampia. Le ultime vicende elettorali hanno dimostrato che è necessario arrivare in tempi rapidi ver­so aggregazioni politiche per poli omogenei o affini, questo è il nostro progetto e questo è il motivo per cui siamo all'interno della maggioranza di Governo.

Essa è per sua definizione au­tonomista, riformista e progressista, ebbene noi ci ritroviamo in essa politicamente e culturalmente; in questa maggioranza sono presenti le forze con cui intendiamo aprire un confronto. É forse la prima volta nella storia politica della Valle che tutte queste forze si ritrovano assieme, è quindi una grande occasio­ne per definire insieme un nuovo progetto politico, speriamo che non venga sprecata.

Signor Presidente, il programma da lei presentato contiene alcuni nostri suggerimenti e degli impegni precisi per il rilancio dell'economia e dell'occupazione in Valle d'Aosta. A questa maggioranza, senza nulla chiedere, abbiamo voluto apportare il nostro modesto contributo programmatico, a questa maggioranza assicuriamo tutto il nostro impegno e per questi motivi annunciamo il nostro voto favorevole al nuovo esecutivo regionale.

Presidente - La parola al Consigliere Chiarello.

Chiarello (RC) - Sentito il programma e viste le divisioni dei posti, penso che quello da me affermato stamane sia attuale. Comunque non faremo un'opposizione di principio, ma valute­remo i singoli punti e i metodi di soluzione dei problemi.

Valuteremo la trasparenza del modo di governare al fine di ri­solvere i problemi che incombono sulla nostra regione; noi da­remo il nostro giudizio ed anche il nostro voto favorevole se lo riterremo opportuno. Voglio fare i migliori auguri di buon lavo­ro alla Giunta, ricordando che la nostra funzione sarà di con­trollo, di stimolo e di pungolo alla Giunta stessa.

Presidente - La parola al Consigliere Linty.

Linty (LN) - La Lega Nord Valle d'Aosta è lieta di apprendere dalle parole del Presidente della Giunta che il PDS, il PSI e i Verdi appartengono alla schiera dei partiti federalisti, auto­nomisti e progressisti.

Come può una simile maggioranza lavo­rare per uno stato federale quando ha al suo interno un partito come il PDS che rappresenta l'ultimo baluardo dell'unità na­zionale? Che cosa rappresenta questa maggioranza che contie­ne l'ultimo superstite dell'ormai esploso PSI? Analizzando il programma, esprimiamo alcune considerazioni, anche se le abbiamo fissate in poco meno di un'ora. La legge elettorale non ha una valenza prioritaria, i valdostani guardano ai servizi e ai diritti di base come l'occupazione e la casa. Non riteniamo ne­cessaria una riduzione degli assessorati ma una maggiore ra­zionalizzazione del personale in servizio; ci pare inoltre ana­cronistico che nel 1990 sia stato creato l'Assessorato all'Ambiente e ora se ne proponga la riduzione.

Il dubbio che ci pervade è come possa una maggioranza che per colore politico ha contribuito a burocratizzare anche gli ascensori del palazzo regionale, proporre oggi una sburocratizzazione dell'ammini­strazione. Il settore agricolo non può continuare su questa li­nea, deve essere rivista per forza l'organizzazione delle aziende agricole, dotandole di quello spirito imprenditoriale difficilmen­te acquisibile con i contributi a pioggia. Crediamo che sia indi­spensabile incentivare la cooperazione tra le aziende agricole.

L'attività agrituristica che in Valle ha stentato a decollare deve essere esaminata da un punto di vista turistico più che agrico­lo, inoltre il destino delle aree autoportuali di frontiera lo si co­nosceva già dal 1985, ma in 8 anni non si è saputo affrontare il problema per tempo, ci sia consentita qualche perplessità sulle capacità di risolvere i problemi dall'attuale esecutivo. Le socie­tà miste sono l'ennesima ricerca dei posti di sottogoverno dove piazzare i propri alfieri e procacciatori di voti.

La partecipa­zione azionaria regionale è in contrasto con i principi liberisti della Lega Nord. Il settore finanze continua a ruotare intorno alla finanza derivata, sarebbe ora di lavorare per garantire alla Valle d'Aosta un'economia più autonoma meno dipendente da Roma, ci sia permesso rilevare che la volontà di individuare gli strumenti per garantire la trasparenza delle assunzioni al Casinò, doveva essere espressa da tempo e non solo in vista del rinnovo della convenzione. Nel turismo crediamo indispensa­bile l'acquisizione della cultura dell'ospitalità, finora in secondo piano a causa della breve permanenza dei turisti della domeni­ca.

Sarebbe anche il tempo di andare a vedere come viene of­ferta la proposta turistica in una regione come l'Alto Adige e in nazioni come l'Austria. É ora di smetterla di continuare a sede­rsi sugli allori del passato. Il programma non parla di rilancio e valorizzazione dell'iniziativa privata, grossa componente di quel valore aggiunto che oggi manca alla nostra regione. L'amministrazione dovrà rivedere la sua partecipazione azio­naria in seno dalle società di impianti di risalita, al fine di ri­sanare un'economia turistico montana che oggi punta troppo sull'intervento pubblico. L'autostrada non può più aspettare, il traffico da Aosta a Courmayeur ha da tempo superato il livello di guardia, non tolleriamo più ulteriori ritardi restando a con­tare le morti che periodicamente si succedono sulla statale 26. La necessità di una rete autostradale ci è dettata da un piano europeo dei trasporti che predilige il trasporto su gomma. Per quanto riguarda le fonti energetiche, riteniamo che uno sfrut­tamento razionale delle acque garantirebbe un'autonomia eco­nomica tale da permettere alla Valle di entrare a pieno titolo in uno Stato federale.

L'Assessorato alla Pubblica Istruzione do­vrà rendersi conto che l'entrata in Europa implica una cono­scenza di questa tanto voluta Europa dei popoli, pertanto i no­stri studenti dovranno avere la possibilità di frequentare corsi linguistici e culturali non solo in Paesi francofoni ma in tutti i Paesi europei. Mi sia consentito un riferimento alla minoranza etnica dalla quale orgogliosamente provengo. Il Walser non è una parlata, è una lingua che accomuna delle realtà etniche, questa realtà è stata riconosciuta anche dallo Stato italiano. La questione Walser è stata oggetto di manipolazioni politiche tese a guadagnare voti nella Waiserghemainshaft, ma esse non hanno raggiunto l'obiettivo. Per ciò che concerne il settore sani­tario dobbiamo rilevare l'ennesima mancanza, infatti non è stata presa in considerazione la creazione del pronto soccorso di Morgex e di Donnas, a tale riguardo faccio rilevare che per tra­sportare un infermo da Gressoney al primo posto di soccorso utile sono necessari 45 minuti.

Presidente - La parola al Consigliere Lavoyer.

Lavoyer (ADP-PRI-Ind) - La trattativa per la formazione del nuovo esecutivo ha evidenziato tutti gli aspetti negativi di una legge elettorale che tende a conservare il vecchio senza rendersi conto del nuovo che già esiste nella società civile. Non è possibile andare alla ricerca del nuovo con regole vecchie, so­no emerse le contraddizioni di un sistema che ha condizionato negativamente le trattative.

Che cosa ci fa dare l'appoggio a questa proposta di governo? Innanzitutto il fatto che stiamo vi­vendo una fase di transizione difficile e quindi il nostro senso di responsabilità, sempre abbiamo rifiutato le critiche demagogi­che e abbiamo preferito una posizione di confronto ad una di scontro. Vogliamo quindi lanciare un messaggio forte che po­sponga gli interessi di movimento, dei singoli a quelli della gente della Valle d'Aosta. Il nostro sostegno è basato solo sul programma che condividiamo in gran parte e che deve essere il motivo principale di aggregazione. Per questo motivo il nostro gruppo non ha rivendicato nessun posto, per scelta staremo fuori pur essendo nella maggioranza, vogliamo servire le isti­tuzioni e non servircene. Stiamo con questa maggioranza an­che perché condividiamo le linee politiche che la hanno carat­terizzata: l'autonomia e il progresso. La nostra sarà una posi­zione costruttiva e di controllo per concretizzare il programma senza piegarlo alle esigenze della maggioranza stessa. Siamo poi per un ruolo più incisivo del Consiglio e quindi abbiamo ap­prezzato l'intervento del Presidente del Consiglio eletto.

Lavoreremo per rendere efficiente la macchina regionale, l'ap­parato dovrà sburocratizzare la struttura, le istituzioni devono essere al servizio della gente. Noi saremo dalla parte della gente, bisogna uscire dalla cecità dei comportamenti che mira­no a vantaggi immediati, noi vogliamo dare un segnale di rin­novamento dove il vecchio tarda a morire. Per questi motivi il nostro gruppo ha votato a favore del Presidente di cui ha tutta la stima e fiducia e voterà a favore dell'esecutivo che oggi si presenta.

Presidente - La parola al Consigliere Bavastro.

Bavastro (LN) - Vorrei riprendere quanto già accennato da Linty sul tema del federalismo. L'UV ha sempre fatto profes­sione di ideali federalisti e quindi non stupisce che nel pro­gramma si parli di federalismo. Ciò che stupisce è che non ci renda conto che rispetto al passato è cambiato il clima in cui queste affermazioni di intenti federalisti vengono fatte.

Un tempo l'UV era l'unica forza politica che parlava di federalismo, forse si è abituata a parlarne in senso platonico, comprensibil­mente perché non credo che l'UV avrebbe potuto propiziare una trasformazione dello Stato in senso federale, quindi l'afferma­zione di principio non serviva a niente ma non costava niente. Oggi le cose sono cambiate perché esiste una forza politica che sul piano nazionale può veramente portare la nostra Repubblica verso uno stato federale.

La Lega ha le forze neces­sarie. Ora è chiaro che sul piano nazionale si profila uno scon­tro tra la Lega e il PDS che si proporrà come alfiere dello sta­talismo. Ora coerentemente con i principi federalisti con chi si allea l'UV? Con il PDS e con i vari reduci del PSI e questa scelta contraddice gli ideali dell'Union. Invito l'UV a una ri­flessione: se vuole fare uno stato federale l'Union deve colle­garsi alle forze autenticamente federaliste, altrimenti parlerà a vuoto di federalismo.

Presidente - La parola al Consigliere Bich.

Bich (APA) - Vorrei chiarire la questione del reducismo del PSI, forse era indirizzata a noi visto che era al plurale. Noi non siamo reduci del PSI perché abbiamo seguito un processo di in­novazione alla luce del sole, e di reduci del PSI ce ne sono an­che nella Lega: lo stesso Formentini era iscritto al PSI. Io non trovo disdicevole essere appartenuto ad un partito che ha avuto molti alti e bassi e che comunque ha rappresentato un punto di riferimento nella politica italiana in 100 lunghissimi anni, molto spesso con fasi innovative e di proposta per il sostegno del Paese. Oggi questi partiti non sono più all'altezza delle esi­genze attuali e non portano più nuove istanze politiche.

La nostra forza, nata solo da pochi mesi, e raggruppa orienta­menti diversi ma convergenti e che si rifa ad esperienze nazio­nali come quelle di Mario Segni e di Alleanza Democratica, ap­poggia senza riserve questa Giunta. Riteniamo Viérin il perso­naggio adatto in questo momento difficile, di crisi, per le sue qualità per traghettare la Valle dalle posizioni un po' attendi­ste della IX legislatura a posizioni di stabilità, di rilancio e di attuazione di un programma che ci sembra molto interessante, anche se pensiamo ormai che i programmi sono dei grandi vasi entro i quali vanno messe delle azioni concrete.

La nostra sarà un'azione di stimolo e di controllo proprio perché, posizionan­doci al di fuori della Giunta, la nostra azione non sarà di par­tecipazione alle decisioni ma di stimo e coadiuvo per l'adempi­mento del programma. La nostra è una accettazione sub con­dizione, in relazione ai tempi e ai contenuti che verranno dati al programma: la prima verifica sarà quella del bilancio regio­nale allorché verrà qualificata la spesa(Risatina). Rido perché i programmi, qualche volta, hanno enunciato i principi della se­lettività della spesa pubblica, della trasformazione degli appa­rati e del cambiamento della forma di governo, poi la viscosità delle istituzioni non ha permesso di fare un bel niente.

La no­stra adesione è completa, per il Presidente per gran parte della Giunta, non per tutta perché avremmo voluto vedere delle pro­cedure un po' più precise per la formazione della Giunta. La nostra fiducia nasce da tempi lontani, caro Viérin, quando questo gruppo era di opposizione e tu eri il centrattacco contro la corazzata Bondaz-Milanesio-Tonino, insomma i mas erano qua, la vecchia massima di Sallustio dice:" Velle atque idem nolle, ea firma amicitia est", l'amicizia nasce dal volere o non volere le stesse cose. In effetti il senso collaborativo nasce quando si è in minoranza e poi quando si vede l'obiettivo vicino tutto è più entusiasmante.

Abbiamo fatto dei passi memorabili come la campagna elettorale per le politiche 1992, siamo par­titi decisamente svantaggiati dai numeri, tutti ci davano in testa, i media erano in picchiata verso di noi, eppure abbiamo creato uno schieramento omogeneo che si batteva contro la partitocrazia, che stabiliva i tempi e i modi del potere, di tutto, i partiti invadenti che arrivavano ovunque. Noi abbiamo visto le conseguenze devastanti di tutto ciò, ma vediamo anche che forze nuove si profilano nel panorama politico, ciò ci deve far sperare. Coloro che vengono definiti dai giornali delle grandi industrie i nuovi barbari, cioè quelli della Lega, bisogna fare attenzione a definizioni così, io non vedo nei colleghi della Lega Nord nessun barbaro, vedo degli interlocutori nuovi, con molti ci siamo sentiti. L'altro giorno a Stresa abbiamo sentito un'enunciazione da parte di Miglio che è affascinate: il fatto che il federalismo possa essere considerato non più come un contorno etico ma come un confronto culturale in una società che accetta le regole del gioco della sua terra, per me questo messaggio ha un suo spessore.

Il federalismo è stata una paro­la quasi magica per superare le crisi e le barriere e si diceva che scavalcasse ciò che è stato definito un grezzo confronto di etnie, ora non è più così: il federalismo è un confronto cultura­le, la stessa legge di riforma delle Regioni la si definisce al limi­te del federalismo, Roma perderà il suo carisma.

Un confronto importantissimo ci sembra quello da tenere con le forze cattoli­che: anche qui ogni giorno abbiamo messaggi nuovi, non c'è più la vecchia politica della CEI, di Ruini, con tutti i cattolici omo­geneizzati in una grossa scatola di pomodori pelati, ma i catto­lici sono liberi di esprimersi, pensiamo al messaggio del Cardinal Martini, del Cardinale Salderini, sono forme nuove. Noi non possiamo chiudere gli occhi sul grande ruolo e sul sen­so di sevizio che le forze cattoliche hanno manifestato in Valle. Ho considerato un'inesattezza quanto ha detto nel dibattito di stamane il Consigliere Marguerettaz:"..questi che vogliono l'unità delle sinistre..", ma per noi ciò è un'araba fenice, che co­s'è la sinistra? Noi non abbiamo nessuna intenzione di conse­guire un'unità d'azione con il PDS, faccia pure la sua strada, mi sembra una riedizione del PSI del centrosinistra, quando prendevamo le vicepresidenze e certi ministeri; non c'è niente da spartire, facciamo della strada insieme ma valuteremo bene ciò che il PDS dice, ci sembra che vogliano passare dalla stata­lizzazione alla regionalizzazione dell'economia, noi non ci siamo su questo punto, siamo per una revisione del sistema economi­co con privatizzazioni di molti servizi.

Per quanto riguarda gli ambientalisti abbiamo riscontrato una concordanza con il loro messaggio, il mondo si è tinto di verde e noi concordiamo su questa visione. Noi non concorriamo alla formazione dell'ese­cutivo, purtroppo pensavamo che si ristabilisse quello spirito del 5 e 6 aprile, che aveva già avuto delle mazzate quando si era discusso della legge elettorale, lo spirito di vittoria del 1992 si è infranto contro lo scoglio della legge elettorale, poi dall'età dell'oro si è passati all'età dell'argento della Giunta del 1992-1993 nella quale sono state predisposte molte cose, ma in cui qualche volta ci siamo trovati a rimasticare molte decisioni, forse perché eravamo forze diverse, forse perché non si è trova­to il tempo. Quindi io concludo con un po' di amarezza perché le trattative sono state condotte come si faceva una volta in Via del Corso, mi sentivo un po' come quando andavo a Roma come giovane rappresentante della Valle d'Aosta e sentivo il peso della gerarchia e alla fine Pillitteri o La Ganga con due parole chiudevano la discussione. Ho avuto delle sensazioni simili an­che ora, ma penso che ciò passerà e che la gerarchia partitica non sia più così importante. Da parte mia ho rifiutato qualsiasi tipo di carica perché sento che la mia fisionomia è già un po' vecchia sul mercato politico e quindi è importante, come dice San Giovanni, saper passare dall'alfa all'omega e poi tornare attraverso una porta stretta all'alfa e ricominciare da capo. La porta stretta la si supera solo privandosi dei metalli preziosi che qui sono l'auto blu, la segretaria, eccetera , ma anche tor­nando a discutere e stando in mezzo alla gente.

La nostra forza non aveva nulla da scambiare, ma la gente ci ha premiato per­ché abbiamo parlato con lei e questi due seggi che abbiamo fa­ticosamente conquistato sono stati una conquista politica. Questa maggioranza non è certo il muro di Berlino, ma parlerà e si confronterà con le altre forze e con la gente. Concludo di­chiarando il nostro sostegno a questa Giunta, con il miglior intendimento di realizzare il programma e gli obiettivi che sono stati enunciati.

Presidente - La parola al Consigliere Ferraris.

Ferraris (GV-PDS-SV) - Noi vediamo il programma di gover­no come un progetto politico che, partendo dalla riforma delle istituzioni, ci porti a modificare la macchina regionale per arri­vare alla soluzione dei veri problemi della nostra regione. In sostanza un programma che consenta alle Valle d'Aosta di af­frontare un momento difficile. Credo che la maggioranza che si è costituita abbia le caratteristiche per affrontare questi pro­blemi. Non spetta a noi rammaricarci se la maggioranza rag­giunge il numero di 26 consiglieri, vuole dire che queste forze hanno una sufficiente rappresentatività.

Credo che si potrà arrivare ad un rinnovamento; penso ai tecnici, all'ingresso dei verdi, alle elezioni in alcuni comuni d'Italia dove vi è stato un vero crollo dei partiti di governo. Ecco, io mi chiedo come i rap­presentanti di un partito come la DC, che ha gestito in modo non troppo brillante il nostro Paese pretendano oggi di dare lezioni sul programma facendo anche dei paragoni col passato, probabilmente sarebbe meglio che alcune valutazioni le faces­sero sulle prospettive della propria forza politica. Altri elementi di novità riguardano i rapporti col cittadino, la trasparenza delle istituzioni, è un programma innovativo perché punta di più verso le spese di investimento, che sburocratizzare e a con­ferire più potere alle comunità montane. É un programma fe­deralista, a questo proposito, io credo che la Lega sbagli se cre­de di trovare nel PDS un nemico del federalismo, il PDS, si è dato una base federale e sta chiedendo una modifica dell'arti­colo 117 della Costituzione, se la Lega vuole abbattere la quercia deve conoscere di che cosa è fatta questa quercia. Io mi chiedo qual è il federalismo della Lega: la Valle rientrerà in una delle macro regioni previste da Miglio e quindi di fatto ver­rà inglobata in un'altra entità.

Penso che il problema di fondo non sia il federalismo, tutti ormai stiamo diventando federali­sti, il problema sono i contenuti: ciò che noi non condividiamo è un eccessivo uso del liberismo poiché sappiamo bene che è uno strumento che in molti Paesi ha creato gravi danni, si vuole un ritorno al darwinismo sociale, si nega la solidarietà per cui noi combattiamo.

Io non ho mai sentito nessuno della Lega dire come si affrontano i problemi della siderurgia, i problemi dell'autoporto, eccetera ,quindi io ritengo che uno spessore ben diverso abbia il programma che tiene in considerazione oltre ai temi economici, anche quelli della solidarietà sociale. Quindi il nostro appoggio è convinto perché riteniamo che si possano ri­solvere alcuni dei problemi della Valle d'Aosta.

Presidente - La parola al Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (LN) - Per una replica a queste considerazioni. Vedo che quanto dicevo della maggioranza di 26, che ha una valenza numerica ma una debolezza strutturale, si sta concretizzando. Ho colto delle affermazioni, che mi hanno preoccupato: Bich parla di fiducia condizionata, Lavoyer di posizione costruttiva, ma qual è il confine tra posizione e opposizione costruttiva? Riccarand si dichiara preoccupato per la forte presenza unio­nista nella Giunta, Ferraris e Riccarand parlano di maggioran­za autonomista, progressista e ambientalista e mi sembra che stamane il programma enunciato da Viérin parlasse di maggio­ranza autonomista, federalista e pro-gressista, spero che si sia­no accordati sul medesimo programma.

Io noto come ci sia già un certo scollamento. Poi Viérin è diventato Presidente con 25 dei 26 voti della maggioranza appena costituitasi, quindi c'è già stata una defezione, per noi preoccupante. Mi auguro co­munque che l'ampia maggioranza non appiattisca il dibattito consiliare, trasferendo gli argomenti dalla luce dell'assemblea alle camere oscure del governo. Concludo comunque con l'au­gurio di un proficuo lavoro e di imparziale comportamento nei confronti di tutte le forze rappresentate e auspico che la nuova Giunta lavori per il bene dei valdostani.

Presidente - La parola al Vicepresidente Viérin Marco.

Viérin M. (DC) - Io non volevo intervenire, ma ritengo importante fare alcune considerazioni. Ho ascoltato con inte­resse l'intervento del collega Riccarand il quale ha cercato di giustificare l'ingresso dei Verdi nella maggioranza. I punti no­dali si possono riassumere in questo modo: i Verdi si sono pre­sentati come forza di governo e il risultato è venuto; hanno tro­vato l'accordo sui contenuti del programma che è stato fatto prima dell'organigramma. Ma, non ci pare che questo sia avve­nuto perché, allora gli assessorati sarebbero stati decisi questa mattina!

Dice sempre Riccarand che l'accordo di potere l'hanno fatto solo per i posti in Giunta, nell'88 voi verdi, avevate messo al bando questo comportamento. Sufatti dei due tecnici, uno è stato capo gabinetto della Giunta Lanivi e l'altro è un ex segre­tario del PCI. Forse sarebbe stato meglio comportarsi come i gruppi ADP-PRI-Ind. e APA che hanno ammesso con coraggio certi limiti di questa maggioranza. Al collega Ferraris vorrei ri­cordare che questo è il quarto anno che il PDS ha responsabi­lità di governo nel settore industriale-artigianale e oggi vi è una situazione notevolmente peggiore. Questo è quello che vo­levo dire, comunque auguro alla maggioranza un buon lavoro.

Presidente - La parola al Consigliere Rollandin.

Rollandin (UV) - Si on peut résumer le mois qui a été nécessaire pour présenter la nouvelle majorité, je dois avouer qu'il y a eu deux phases importantes. La première a été de ré­flexion, la deuxième de propos et programme. La pre­mière phase était nécessaire surtout à la force de majo­rité relative pour essayer de prédisposer un tracé qui pouvait aboutir à des résultats.

Tout ça était la consé­quence des résultats électoraux et de l'analyse de la pé­riode précédente, il faut se rappeler ce qui était le passé et se rappeler quel est le rapport avec les autres forces politiques. L'analyse des résultats a mis en évidence une force de majorité relative et deux forces qui avaient eu un succès sans doute important, voire la Lega et les Verts. Avec eux on a eu des pourparlers serrés pour voir s'ils avaient l'intention avant tout de participer à une majorité: de la part de la Lega il y a eu une prise de po­sition gentille et officielle de refus, alors l'Union a pris acte de cette position respectable de "opposizione cos­truttiva".

Je crois donc que toute une série de remar­ques face aux alliances que cette majorité propose sont au moins dépassées, car si je peux en partie comprendre la position de la DC, je crois que la Lega n'a pas à se plaindre. Il y a eu une déclaration d'intention très nette, comme il y a eu de la part de Rifondazione qui a dit: "Nous sommes la pour faire l'opposition"! Alors en tant que force qui veut examiner la nouveauté et en plus les programmes qui puissent être par la suite l'ob­jet de débat, est évident qu'on a entamé avec l'autre force, les Verts, une confrontation très serrée et je dois souligner que la grande partie du temps a été dépensée pour débattre sur le programme. Je vous prie de croire que la confrontation a été très, très difficile, et les rai­sons sont évidentes: il y avait deux programmes et pour arriver à un accord il fallait se comprendre sur les né­cessités qui sont à l'attention des valdôtains et sur les temps pour les résoudre. En ce qui concerne les rap­ports avec les autres forces qui faisaient déjà partie de l'ancienne majorité, et bien comme Union Valdôtaine a toujours eu une attention particulière vers les alliés, il n'y a jamais eu de prises de position drôles et je vou­drais rappeler à la DC qu'au moment des élections poli­tiques du '87 on était en majorité ensemble et la DC a décidé de présenter avec un accord différent, et le jour après l'UV a continué sa collaboration avec la DC.

J'ai apprécié la lecture du programme '88, mais je n'ai pas compris la conclusion: en '88 le programme a été voté par la DC, si l'actuel c'est la même chose je crois que la DC devrait voter ce programme. Je crois que les aspects des rapports entre les forces ont toujours eu des mo­ments de difficulté et des moments de consultation ami­cale. Sans doute les règles avec lesquelles nous avons travaillé pendant ce mois doivent être changées, ce qui n'empêche qu'il fallait empêcher ces règles. Il y avait l'exigence d'avoir cette confrontation et j'espère qu'il y aura un système qui remettra à la population le droit de choisir le gouvernement.

Il faudra se confronter au préalable et dire si on veut se présenter avec d'autres forces ou non. En ce qui concerne le programme,: le premier nous avons insisté sur l'exigence de présenter la loi qui, après l'approbation de la loi nationale con­cernant les communautés locales, nous donne des pos­sibilité que nous n'avions pas. Et bien permettez moi de faire remarquer qu'elle est due à l'activité des nos par­lementaires, c'est un résultat contre des forces qui ne voulaient pas laisser aux régions ces facultés.

C'est une action qui doit être retenue pour voir l'intérêt que nous donnons aux élections politiques, au rapport entre l'administration et les élus. Quelqu'un a rappelé la question de la communauté Walser: là aussi les résultats obtenus sont liés à l'action des parlementaires, qui se sont faits interprètes d'une exigence et d'un programme portés aux élections du '92 et ont eu la force de réaliser un succès.

Je crois que sera indispensable travailler avec le maximum d'accord avec les parlementaires val­dôtains dans l'espoir que d'autres parlementaires soient sensibles aux exigences que nous allons répéter. J'ai en­tendu de longues réflexions sur le fédéralisme, mais je crois que serait difficile dire aujourd'hui que parmi les forces de cette majorité il y a quelqu'un qui ne croit pas au fédéralisme, ces forces ont signé un document ponc­tuel à ce propos et j'estime qu'on devra avoir un débat ouvert et sérieux dans cette salle. Les autres points de force de cette majorité, quelqu'un a dit que dans cette majorité il y a des points de vue différents: il est ab­surde de prétendre que chacun soit entièrement satis­fait et, même dans une majorité qui se présente comme solide, des idées parfois différentes sont souhaitables car le débat doit y être avec toutes les forces.

La possi­bilité de faire un bon travail est liée à des règles que nous devons examiner et à notre bonne volonté; quand il y a un débat on doit jouer des rôles, on peut être plus ou moins convaincus, le programme sans doute a été présenté à la dernière minute, mais il a été l'objet d'une élaboration longue et difficile. Je crois qu'il y a les prémisses pour faire un bon travail, soit au niveau du gouvernement soit à celui du Conseil. Si on peut réussir on doit s'engager dans une méthode de travail, la force de majorité relative a donné sa disponibilité en pré­voyant de comprendre les instances des autres forces. j'apprécie les souhaites de bon travail des autres forces et de notre part il y aura toute la disponibilité pour tra­vailler ensemble.

Presidente - La parola al Consigliere Linty.

Linty (LN) - Solo per specificare due cose. Ringraziamo l'Union perché durante le consultazioni ci ha chiamato ben due volte, però abbiamo scelto l'opposizione, non in modo preconcet­to ma solo quando abbiamo capito che la nostra principale ri­chiesta, quella di avere gli assessori tecnici, non poteva essere accolta. Forse oggi abbiamo fatto riferimento ai Verdi perché eravamo abituati ad Elio Riccarand nella sua attività di op­positore, ma staremo a vedere.

Per quando riguarda il PDS, di­co che progetti per la siderurgia, l'occupazione, ed altro li ab­biamo e chiari, poi se non interessano non si possono nemmeno conoscere. Noi abbiamo riconosciuto i passi dei parlamentari a Roma che hanno fatto riconoscere la minoranza Walser, ma quella nota precedente era polemica circa il 35° consigliere Walser che ha avuto un entourage di cose poco chiare tutto qua.

Presidente - La parola al Consigliere Lanivi.

Lanivi (PVA) - Chi ha fatto esperienze di governo sa che il compito è difficile, impegnativo e duro, quindi se devo fare un augurio dico di evitare le tentazioni facili, miracolistiche e da esibizione sui giornali. Questa esperienza qualcuno l'ha fatta con pesanti conseguenze, non voglio fare polemica, ma il rife­rimento è chiaro ad una fase di governo che ricercava ad ogni costo soluzioni facili a problemi che richiedono il massimo della prudenza e il massimo di attenzione. Abbiamo capito queste difficoltà e quindi offriamo il nostro contributo con una presen­za qualificata in un settore delicato come l'assessorato alle Finanze, abbiamo proposto una persona che non ha etichetta­ture partitiche ma che si distingue per la sua professionalità ri­conosciuta non solo in Valle d'Aosta.

Per quanto riguarda gli eletti, coerenti con quanto abbiamo sostenuto in questa cam­pagna elettorale, riteniamo fondamentale il ruolo del Consiglio. Quindi la nostra non è una rinuncia ad un traguardo o ad un regalo che volevamo in modo spasmodico, ma un mettersi a di­sposizione dei lavori del Consiglio. Ci sono delle novità, alcuni hanno sottolineato quelle che sono in relazione con il risultato elettorale, io ne vorrei sottolineare alcune altre. Per esempio su 35 consiglieri ben 21 sono nuovi, quindi c'è stato un ricambio del 60 percento, leggendo questi dati ho scoperto di essere il Consigliere più anziano e quindi avverto la responsabilità di alcuni consiglieri che dovranno offrire il frutto di un'esperienza maturata negli anni ed anche rappresentare la memoria stori­ca dei fatti e i comportamenti che sono avvenuti in questo Consiglio sono da ricordare.

Abbiamo indicato la nostra propo­sta come quella di un gruppo di persone libere, riteniamo che sia importante il contributo di tutti, ognuno con le proprie competenze e capacità, stando al governo, facendo il Consigliere e l'opposizione, l'importante è farlo con senso di re­sponsabilità. Voglio esprimere alcune altre considerazioni sulla difficoltà di intravedere dei traguardi precisi nel futuro, al giu­gno 1993 non sappiamo quale sarà il panorama alla fine di quest'anno, le novità sono giornaliere, secondo me siamo anco­ra nella fase in cui il crollo del muro di Berlino e dell'impero sovietico hanno scomposto tutta l'area occidentale e quindi hanno travolto tutti gli strumenti politici usati per 40 anni. Tradotto in parole povere: siamo alla fine dei partiti, o meglio fine di quei partiti che si fondavano su quella contrapposizione.

C'è ancora qualcuno che corre ma come diceva Ariosto:"..andava via correndo ma era già morto". La forma partito è morta, perché vengono meno i presupposti che l'ave­vano sostenuta. Tangentopoli, non dimentichiamo che questo modo di gestire il potere era conseguenza di quello scontro, oggi è venuto fuori perché quello scontro è finito, chi succederà ai partiti? Sono sufficienti i rinnovamenti dei partiti oppure il Paese va verso modi più drastici di cambiamento? Un secondo dato incerto: è in atto una crisi delle dimensioni nazionali e operano due spinte contraddittorie, verso l'Europa ma anche verso identità etniche, religiose, regionali, linguistiche, che hanno risvolti positivi ma anche spaventose prospettive. Prevarranno i tentativi autoritari o le nuove dimensioni e identità sapranno dialogare.

Ci sono problemi delle grandi mi­grazioni, da est e da sud; presenta problemi il futuro dell'eco­nomia, siamo in una fase recessiva, si troverà un nuovo equili­brio con risorse diminuite? La fase espansiva ci ha abituato al soddisfacimento di bisogni individuali e a rispondere a richieste individuali, ora bisognerà rispondere a richieste collettive con l'adesione dei singoli.

Che cosa può fare la Valle d'Aosta? Secondo noi vi sono due vie di uscita. Il riferimento ai valori della cultura della Valle, pensiamo sia dannoso credere che le soluzioni debbano essere ricercate al di fuori della nostra real­tà, bisogna riscoprire i valori di fondo della nostra comunità e a questi aderire. Non si deve credere che solo l'importazione di esperienze altrui ci possa essere d'aiuto, mi riferisco anche, e non voglio fare polemica, ad una apparente analogia della si­tuazione della Valle d'Aosta e della situazione in Alto Adige, sono due realtà territoriali molto diverse.

C'è analogia per quanto riguarda l'attitudine a governarci da soli, ma per il re­sto ci vuole molta attenzione. le soluzioni non vengono sempli­cemente imitando gli altri, dobbiamo ricercarle nella nostra realtà, molti santi che venivano in Valle si sono rivelati dei modesti truffatori. In Valle bisogna valorizzare le risorse uma­ne: in genere sui problemi della scuola si entra in contraddi­zione perché si pensano in prospettiva dei 5 anni, mentre un'iniziativa vede i suoi risultati dopo 10-15-20 anni ed è dif­ficile per un politico pensare in questi termini, è come quando si pianta un alberello, per vederlo cresciuto bisogna attendere molto più di una scadenza elettorale; ciò è un problema centra­le per chi vuole guardare al futuro della Valle, per cui la pro­posta è porre l'accento sulla formazione delle persone.

Prima di concludere voglio fare due annotazioni: la fase recessiva vuol dire che il soddisfacimento dei bisogni a cui siamo stati abituati non vi sarà più nelle modalità precedenti, la fase recessiva im­pone, quindi di stabilire delle priorità. Altro punto è la riforma di questa amministrazione: chi ha fatto esperienza di governo sa che ogni buona intenzione può essere vanificata da apparati e da regole che intralciano il rapporto tra cittadino e istituzioni. Questi temi possono essere altrettanti argomenti di lavoro del Consiglio e ciò spiega la nostra posizione. L'appoggio sarà leale anche perché questa soluzione politica è coerente con un'evo­luzione positiva della crescita della nostra regione.

Presidente - Chiudo il dibattito generale e do la parola al Presidente della Giunta, Viérin Dino.

Viérin D. (UV) - Permettez-moi avant tout de remercier tous ceux qui sont intervenus au cours du débat, ceux qui ont exprimé des appréciations positives sur le programme et sur ma personne qui est ici pour réaliser un projet politique; mais également ceux qui ont fait des réserves, des critiques, des suggestions, que nous avons notées.

Je remercie également pour les souhaits de bon travail dont nous avons besoin, les problèmes réels sont là qui nous attendent et il faudra nous mettre au travail. Je crois que certains éclaircissements ont déjà été fournis avec la présentation du programme, notam­ment en ce qui concerne le plan paysager, l'attention aux questions de l'emploi et du bâtiment et en ce qui concerne la volonté de cette majorité d'arriver à présenter à l'assemblée une nouvelle loi électorale. Je crois qu'il est soit ressorti de la part des forces politiques qui soutiennent ce programme un en­gagement ferme, précis pour réaliser ce que nous avons présen­té.

Quant au programme, je crois que tout le monde peut le dé­finir comme il l'entend, mais nous pouvons affirmer que c'est un programme sérieux et honnête, nous avons fait des autocri­tiques sur la loi électorale, par exemple, quant aux procédures que nous avons suivies pour arriver à la présentation et nous avons présenté une série de problèmes qui doivent encore être résolus, mais cela ne rend pas e notre programme général: il faut savoir que si nous sommes tous d'accords qu'il s'agit des problèmes importants pour toute la communauté et si l'on partage ou non la volonté de les résoudre.

Il est donc inutile de faire référence à certaines périodes historiques parce que je crois que nous avons tous des responsabilités au cours de cette période, et je crois que le sens d'une continuité de l'action poli­tique doit être toujours présent quand on aborde ces sujets. Il est également important de mettre en évidence qu'un accord a été conclu entre différentes forces politiques sur une base pro­grammatique et c'est ce point commun qui relie les forces. C'est un signal important et je crois que cette attitude n'a pas été tenue par d'autres forces qui, tout en mettant en évidence l'im­portance de trouver un accord sur le programme, par la suite n'ont pas exprimé les mêmes sentiments quand il s'agissait de définir leur participation à la majorité.

Ce programme donc re­présente un des éléments de nouveauté avec les alliances con­clues, avec la composition du gouvernement qui verra deux présences externes. Je veux souligner qu'on a constitué une majorité et pas une force politique nouvelle, nous sommes con­scients des différences qui existent et donc il est normal qu'il y ait des appréciations qui ne sont pas uniformes, c'est une ma­jorité qu'on a constituée en surmontant les inévitables difficul­tés liées au différentes tendances des forces qui la composent mais on ne doit pas se rapporter à cette composition de la ma­jorité pour créer des divisions. De même je crois que ceux qui font profession de devin et donc interprètent les résultats des votes qui se tiennent dans cette assemblée en se basant sur un résultat de 25 ou de 26 devraient aussi regarder vers certains bulletins blancs qui ont des significations, donc il y a du pain sur la planche pour les devins.

Nous sommes très attentifs à des thèmes qui ont été soulevés, notamment le thème du fédé­ralisme, là je veux être clair: il n'y a pas eu de la part de cette majorité une attitude platonique, nous croyons qu'il s'agit d'un thème important et nous acceptons la confrontation mais nous refusons l'étiquette d'attitude platonique, je crois que notre ac­tion en tant qu'Union Valdôtaine, les résolutions que nous avons présentées et que cette assemblée a votées, les affirma­tions contenues dans le programme témoignent d'une volonté précise d'aller vers le fédéralisme, évidemment c'est un chemin à définir et donc nous sommes disponibles à nous confronter dans cette assemblée, à l'extérieur pour trouver les convergen­ces nécessaires pour réaliser ce projet politique.

Enfin, je crois qu'il est important de souligner deux faits: d'abord je ne vou­drais pas que l'on donne au terme nouveau une signification partisane, je crois qu'on ne peut pas faire de ce terme le seul élément de partage quand on veut lui donner une signification partisane; en effet nous ne pouvons pas définir comme vieilles toutes les situations dans lesquelles on n'est pas représentés, nous ne pouvons pas accepter que le termes nouveau signifie une perte de mémoire.

Comme nous ne croyons pas qu'une position caractérisée par un certain immobilisme et idéolo­gisme soit soutenable, à savoir le fait de remonter toujours aux affirmations qu'on a faites il y a 5 ans, il y a 10 ans, sans tenir compte qu'un monde s'est écoulé, que le renouveau veut dire tenir compte de ces changements et donc adapter ses idées, à moins que l'on veuille réduire le tout simplement à un fait de date de naissance ou interpréter cette façon nouvelle de faire de la politique comme une possibilité de s'ingérer dans les choix internes des partis et sur la base de ces ingérences d'ex­primer des jugements sur certaines personnes. Enfin je crois qu'il est important de réaffirmer notre volonté d'avoir une con­frontation sur les choses concrètes et je m'appelle à la collabo­ration constructive, en soulignant qu'il ne faudra pas confondre les rôles, il faut garder une distinction de rôle et de position.

Il est important de tenir compte de l'activité des nos parlemen­taires parce que sans une collaboration avec eux beaucoup de problèmes indiqués ne pourrons pas être affrontés de la façon la meilleure, en plus on pourra vérifier quel est le sens de cer­taines affirmations faites dans ce Conseil, quand ces même thèmes se présenteront au sein du Parlement italien.

Nous ac­ceptons donc le défi et je veux souligner encore que la majorité est nouvelle et elle tient à gagner la confiance de tous mais surtout elle demande d'être jugée sur ce qu'elle fera à partir de maintenant.

Presidente - Passiamo alla nomina degli Assessori.