Compte rendu complet du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 1557 du 9 novembre 1990 - Resoconto

Oggetto n. 1557/IX - Discussione del programma regionale per il triennio 1990-1993.

Presidente - E' aperta la discussione sul punto in oggetto. Ha chiesto di parlare il Consigliere Riccarand, ne ha facoltà.

Riccarand (VA) - Devo confessare un certo disagio nell'intervenire, analizzare e argomentare su questo programma per il triennio 1990-1993 essenzialmente per due motivi: il primo riguarda i tempi della discussione di questo documento e l'altro aspetto è invece la distanza che a mio avviso è notevole fra i contenuti di questo documento - contenuti, dico subito, che sono in gran parte, a nostro avviso, validi e condivisibili - e la pratica politica di questa maggioranza, di questa Giunta che invece, da quello che abbiamo visto in questi mesi, è sostanzialmente scadente.

Per quanto riguarda i tempi della discussione di questo documento devo rilevare che c'è una certa sfasatura; la presentazione di questo documento a quattro mesi di distanza dalla formazione della nuova maggioranza, e nello stesso tempo però alla vigilia della discussione del bilancio di previsione della Regione per l'anno 1991 ma anche per il triennio 1991-93, è fuori tempo. Da una parte il ritardo con cui arriva il documento rispetto al momento in cui è stata formata questa maggioranza, è stata eletta questa Giunta, è la conferma più evidente, è la prova provata che quella di giugno non era, come allora venne definita, una maggioranza programmatica; il programma arriva con notevole ritardo, arriva adesso e arriva quasi come un atto dovuto a posteriori, come un elemento un po' posticcio e non come un elemento fondante di questa maggioranza.

D'altra parte, il separare questa discussione sul programma regionale per il triennio 1990-93 dal dibattito che ci sarà prossimamente in Consiglio sul bilancio di previsione per il 1991, ma anche sul bilancio pluriennale 1991-93, sostanzialmente quindi per lo stesso arco di tempo, costringe il Consiglio a ripetersi in un arco di tempo brevissimo in due discussioni dallo stesso contenuto sugli stessi argomenti. La mia sensazione è che questo sfasamento non sia un fatto casuale, ma derivi anche da un modo di concepire questo documento programmatico come un sovrappiù, cioè come un atto dovuto, promesso al Consiglio, quindi atto da fare, ma non come l'elemento portante che deve sorreggere e animare tutte quante le scelte che vengono fatte nella quotidiana attività amministrativa. E questo è il primo elemento di disagio.

Il secondo elemento sta invece come dicevo nel contrasto a volte stridente fra il contenuto sostanzialmente positivo di questo programma per il triennio 1990-93 e la pratica politica quotidiana di questa maggioranza, che invece non riteniamo positiva.

Ci sono nel documento tanti buoni propositi, c'è una lista di cose da fare che potremmo sottoscrivere all'80 percento, fra l'altro alcune delle cose che qui vengono proposte il nostro Gruppo le sta portando avanti con iniziative varie, anche con delle proposte di legge, alcune delle quali in dirittura di arrivo (questo vale ad esempio per il discorso di una regolamentazione delle nomine regionali, per il difensore civico, per quanto riguarda la valutazione di impatto ambientale, per una agricoltura più pulita), per le quali evidentemente non possiamo che concordare pienamente sulla necessità che vi sia una nuova disciplina nelle diverse materie. Però un conto è quello che si afferma qui e un altro conto è la realtà che appare dalle deliberazioni della Giunta regionale settimana dopo settimana. Sono due realtà diverse; una cosa ad esempio è il capitolo del programma dal titolo "Imparzialità e trasparenza amministrativa", altra cosa ben diversa è la deliberazione di Giunta, di cui parlavamo ieri a proposito dello staff del piano paesaggistico, in cui si fa una politica che non è sicuramente quella della imparzialità e della trasparenza.

Cercando comunque di andare al di là di questi elementi di disagio, che condizionano negativamente questa discussione, e sforzandoci di entrare nei contenuti del programma, non possiamo che esprimere soddisfazione nel notare che vi è una notevole attenzione per i problemi dell'ambiente e dell'assetto del territorio. Ci auguriamo che la volontà di istituire parchi naturali e aree protette si traduca in decisioni concrete, ci auguriamo che l'intenzione di approvare una legge sulla valutazione di impatto ambientale si traduca in comportamenti coerenti nel momento in cui si tratterà di votare una normativa. Non possiamo che essere d'accordo quando si afferma, come viene fatto nel documento, che la tutela dell'ambiente naturale è destinata a divenire il presupposto essenziale di ogni ulteriore sviluppo turistico, e tuttavia questa affermazione ci sembra contraddetta nello stesso documento dalla nettezza senza scampo con cui viene fatta la scelta pro olimpiadi invernali, una scelta che non può non avere ripercussioni pesantemente negative sull'ambiente naturale della nostra Regione e che non va certo nella direzione di difendere e valorizzare le peculiarità della Valle d'Aosta.

C'è poi nel documento una notevole attenzione ai problemi del lavoro, della tutela della salute e dei servizi sociali; anche questo è un aspetto positivo per un Movimento come il nostro che ritiene fondamentale un impegno concreto per una maggiore solidarietà e giustizia sociale e per fornire servizi più efficienti ai cittadini.

Sul piano istituzionale, anche qui ci ritroviamo d'accordo sulla opzione federalista che viene manifestata da questo documento, anche se le scelte politiche a livello nazionale e dei partiti che compongono questa maggioranza non ci sembrano andare sicuramente nella direzione di costruire uno Stato federalista in Italia.

Su altri punti il documento invece è a nostro avviso poco convincente, ci sono anzi alcune cadute di livello che sono notevoli. Le diverse anime che compongono questa maggioranza si delineano in alcuni punti del documento e sono anime che ci sembrano difficilmente conciliabili. C'è in questa maggioranza l'anima che possiamo individuare nel Partito comunista, che non è sicuramente più da tempo una forza rivoluzionaria ma che rimane una forza di cambiamento, quindi una forza che spinge anche se con molta moderazione per rinnovare e per cambiare, e tenta quindi di alzarsi in volo in alcuni punti. D'altra parte c'è l'anima democristiana che è specializzata nell'arte del galleggiamento e che cerca di frenare gli ardori e gli slanci, e questo si vede anche nel documento. Così, ad esempio, se nelle linee programmatiche che erano state presentate nel mese di luglio dalla maggioranza c'era un certo slancio rispetto alla questione della Finaosta, e si diceva allora: "Bisogna ridefinire il ruolo della Finaosta", adesso si è tornati molto più raso terra; in questo documento si dice in sostanza che la Finaosta va bene così com'è, si dice che è la Regione che deve cambiare il suo atteggiamento nei confronti della finanziaria regionale. Questo è un esempio, ma ce ne sono molti altri di questi sbalzi di livello nel documento.

Vi sono poi dei nodi importanti, delle scelte amministrative e politiche importanti che deve fare questo Consiglio su questioni che devono essere affrontate con una notevole urgenza, su cui permangono delle non scelte che il nostro Gruppo aveva già indicato nello scorso mese di giugno; anche qui ne indico alcune, quelle più grosse. La legge elettorale regionale: nel documento si dice che bisogna ricercare su questo argomento un'ampia intesa; questo mi sembra lapalissiano nel senso che dal momento che la legge regionale deve essere approvata con una maggioranza qualificata dei 2/3, è chiaro che le larghe intese stanno nelle cose, sono una necessità per approvare una legge, però a quattro mesi dalla formazione di questa maggioranza non abbiamo un minimo di indicazioni, di proposta politica rispetto ad un nodo che sicuramente è decisivo, perché qui dobbiamo decidere in che modo si deve formare il Consiglio regionale, in che modo deve avvenire la scelta della rappresentanza politica della nostra comunità. E' una scelta non da poco e ci sorprende che non ci sia un minimo di indicazione rispetto a questa.

Un'altra questione importante, anche a scadenza ravvicinata, è la questione del Casinò di Saint-Vincent; anche qui dire che tutto quanto dovrà avvenire con trasparenza significa non dire niente; ci mancherebbe altro che in un documento si dica che si fanno le cose in segreto. E' troppo poco, crediamo che almeno un punto, anche se chiaramente tutto va definito, potesse essere messo subito con un po' di buona volontà, quanto meno dire chiaramente che non si andrà più ad una trattativa privata con la Sitav e la Siser perché questo ci sembra l'elemento fondamentale dopo che si è andati avanti con trattative private dal dopoguerra ad oggi e dopo tutto quello che è successo negli anni passati con questo rapporto con la Sitav e le altre società di gestione del Casinò. Quindi quanto meno questa affermazione avrebbe dovuto essere contenuta nel documento, affermazione che invece non ritroviamo, e questo ci sembra un fatto grave.

Non abbiamo più trovato traccia nel documento dell'autostrada del Monte Bianco, ed anche questo ci sorprende, perché vorremmo capire cosa significa. Nelle linee programmatiche di giugno c'era una formulazione molto ambigua, mentre qui è scomparso qualsiasi riferimento e sembra che il problema non esista più. Invece esiste pienamente perché lì ci sono ancora delle decisioni da prendere e sono decisioni che hanno grossissima rilevanza; siamo in presenza di una serie di problemi aperti su cui però questo documento non dice assolutamente niente.

Allo stesso modo, venendo a questioni meno grosse ma comunque sempre rilevanti, ci sembra che il documento sia carente rispetto ad una serie di scelte operative. Ad esempio l'ospedale regionale: anche qui una indicazione chiara non è fatta, si rinvia ad ulteriori approfondimenti rispetto alle varie ipotesi che sono, mi sembra di capire, ancora tutte sul terreno, con difficoltà di indicazioni operative che sono piuttosto preoccupanti.

Vi sono altre due questioni che premono da tempo, una è la Centrale del latte; anche su questo non ho trovato nel documento delle indicazioni rispetto a cosa si vuole fare su questo "affaire" molto pasticciato con tutti i problemi che ha creato, su una vicenda che è stata, anche se casualmente, all'origine di tutto un ribaltamento di alleanze politiche.

Un'altra questione di una portata non indifferente è il progetto di insediamento industriale a Morgex, la questione delle sorgenti Monte Bianco che poi ha delle connessioni anche rispetto al discorso del tracciato autostradale eccetera...su questo non c'è nessun riferimento, nessuna indicazione operativa, mentre credo che proprio su queste scadenze, su queste scelte, che sono scelte da fare nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, e comunque sicuramente all'interno di questo triennio, indicazioni precise avremmo dovuto trovarne nel documento, mentre invece troviamo delle grandi indicazioni ideali che riguardano archi di tempo molto ampi ma non queste indicazioni su aspetti puntuali di cui bisogna prendere visione.

Un documento quindi, per riassumere, con un elenco di cose da fare in gran parte condivisibili, con alcune evidenti contraddizioni, con alcune grosse omissioni su questioni importanti, con infine alcune importanti scelte, vedi olimpiadi invernali, che non condividiamo nel modo più categorico.

Un'ultima cosa vorrei dire; non ci pare questo documento correttamente definibile come un programma per il triennio 1990-93, ci sembra più un programma a tempo indeterminato, e la nostra sensazione è che se questa maggioranza durasse effettivamente tre anni - cosa di cui abbiamo qualche dubbio - e se anche lavorasse nel migliore dei modi - cosa anche questa su cui abbiamo molti dubbi - non so quante di queste cose elencate qui rimarrebbero nel setaccio alla fine del triennio. Perché questo programma elenca così tante intenzioni, propositi di bene operare che sembra più simile ad un programma elettorale (quello che fanno tutti i partiti giustamente quando si presentano agli elettori con un elenco di cose da fare su tutte le sfere sociali, politiche, amministrative, eccetera) che ad un programma operativo di una amministrazione chee d'objets que nous approuvons; lorsqu'on parle de décentralisation administrative je crois que c'est un terrain sur lequel l'Union Valdôtaine "va à noce". L'UV depuis très longtemps a oeuvré pour une décentralisation autonomiste à l'intérieur aussi de notre Région. Nous sommes en tel que force politique non seulement des autonomistes, nous sommes des fédéralistes, et en tel que fédéralistes évidemment nous concevons un fédéralisme intégral, qui diIn conclusione, apprezziamo le buone intenzioni che ci sono in alcune parti del documento e cercheremo di operare anche dai banchi dell'opposizione, perché queste cose che condividiamo si traducano poi in scelte effettive, in decisioni del Consiglio e rimangano dei punti fermi anche per gli anni successivi.

Ci sono delle non scelte nel documento, ed ho cercato di indicare quelle più grosse, che invece ci preoccupano perché lasciano il campo a qualsiasi ipotesi; ci sono alcune opzioni, in particolare quella per le olimpiadi, che invece non condividiamo assolutamente.

C'è infine, questa è una riflessione di tipo politico, la nostra convinzione che questa maggioranza e questa Giunta abbiano già operato, in questi mesi, in modo fortemente difforme rispetto a quelle che sono una serie di indicazioni presenti in questo documento.

Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Perrin, ne ha facoltà.

Perrin (UV) - M.Riccarand en ouverture de son intervention a exprimé un sentiment de gène face à ce document et je crois que c'est ce que je ressent et que je crois plusieurs d'entre nous ressentent, parce que nous devons ici juger un document qui est bon en général, mais qui est contradictoire. Bon dans le sens qu'il reprend en grande partie le programme de l'ancienne majorité, avec peut-être une lecture légèrement différente, mais qui en définitive ne contient pas grand-chose au-delà de ce qui avait non seulement été exprimé dans le programme de législature présenté par M.Rollandin, mais une série de contenus réalisés ou en voie de réalisation.

Il y a toute une série d'objets que nous approuvons; lorsqu'on parle de décentralisation administrative je crois que c'est un terrain sur lequel l'Union Valdôtaine "va à noce". L'UV depuis très longtemps a oeuvré pour une décentralisation autonomiste à l'intérieur aussi de notre Région. Nous sommes en tel que force politique non seulement des autonomistes, nous sommes des fédéralistes, et en tel que fédéralistes évidemment nous concevons un fédéralisme intégral, qui dit que sans autonomie financière il n'y a pas d'autonomie politique, il n'y a pas d'autonomie administrative. Et c'est justement pour cela que depuis très longtemps, depuis la moitié des années 70, sur volonté de l'Union Valdôtaine la Région a commencé à décentraliser aux Communes une partie de son budget, en donnant justement ainsi aux Communes valdôtaines la possibilité de se gérer et de pouvoir disposer d'argent, vu que l'Etat était plutôt maigre dans ce secteur.

On parle de politique des transports et il y a là toute une série de choses louables, mais qui ont fait objet déjà depuis longtemps de débats, voire de décisions à l'intérieur de ce Conseil même, pour ne pas dire de la Junte, du gouvernement régional précédent; le 3e niveau pour ce qui concerne l'aéroport Corrado Gex, le chemin de fer Aoste/Pré-Saint-Didier, la démilitarisation du chemin de fer Chivasso/Aoste, la liaison ferroviaire Santhià/Aoste/Martigny etc., ne sont pas une nouveauté pour ce qui est le débat politique à l'intérieur de notre Région.

Vallée d'Aoste cablée, le plan de l'énergie, la banque régionale, les grandes infrastructures régionales etc. ont fait objet de débats, sur ces problèmes des décisions ont été prises, donc je crois que ce programme, qui contient de bonnes choses, ne dit pas grand-chose de nouveau. Je crois qu'il a un peu copié l'ancien programme, le programme de la majorité précédente.

Une fois dans l'école je me suis battu pour une transformation des programmes, alors il y avait le vote de "copiatura"; ici je ne sais pas quel vote on pourrait donner parce que je crois que si ce programme a été copié, il n'a pas été copié intégralement puisque un tas de choses positives du passé ont été oubliées.

Je viendrai uniquement, puisque j'imagine que d'autres iront prendre la parole, sur quelques exemples. Je vais aborder quelques considérations sur ce qui concerne l'agriculture. Je crois qu'il y a dans le développement des idées, pour ce qui concerne cette activité, des choses extrêmement positives; on mets au centre de l'attention le monde rural, monde, dit-on, qui a constitué le pivot de la défense de l'autonomie, de la mise en valeur des traditions, de la conservation de l'esprit valdôtain, ce qui est extrêmement vrai, ce que nous avons souligné depuis longtemps, et je crois que vraiment l'action des anciens gouvernements a redonné centralité au monde rural.

Je crois qu'à coté de quelques rares voix, il y a maintenant une considération particulière pour les agriculteurs, une considération du travail qu'ils sont en train de faire, non seulement pour eux-mêmes mais pour la collectivité valdôtaine et donc c'est positif de rappeler cela. Il y a une série d'oeuvres sur lesquelles on mets l'accent: label pour les produits valdôtains, plan d'assainissement du bétail, mesures planifiées pour le traitement et la mise en valeur des alpages, remembrement foncier, encouragement à la coopération agricole; choses qui sont d'actualité et qui ne constituent pas une nouveauté, même s'il y aurait là quelque chose à dire. Il faudrait savoir justement si ce qui a été écrit correspond à la volonté réelle de poursuivre ces oeuvres, puisque - tant pour faire un seul exemple qui m'a été référé et j'espère que cela soit faux - il y a de grosses perplexités sur la loi 70 portant remembrement foncier, et si cela est vrai, je crois que ce serait un gros pas en arrière.

Mais le programme concernant l'agriculture pour les trois années à venir porte de grosses carences. On parle à un moment donné du problème de la sécheresse et on voit cela uniquement en fonction de la fourniture de l'eau potable aux Communes, en oubliant que le territoire tout entier est frappé par cet état de sécheresse. Je ne vois pas dans ce programme une oeuvre particulière pour un réseau d'irrigation qui est toujours plus nécessaire en cette société qui est en train de se modifier aussi dans le milieu rural.

Je ne vois pas d'actions pour ce qui concerne l'amélioration génétique du bétail qui est la base fondamentale du revenu agricole régional.

On parle de production contrôlée et biologique, ce qui est bien, mais je crois qu'il doit y être, vu que nous allons entrer de façon complète, après le 1er janvier 1993, dans le grand marché européen, une défense des produits agricoles régionaux face à la CEE; je pense au produit principal de notre agriculture, la fontine, qui devra obtenir le label à niveau européen pour qu'on puisse le défendre sur les marchés européens, et non avoir l'invasion de produits similaires, ou même d'imitations de notre produit.

La coopération, qui constitue la base de l'agriculture, a besoin d'aides particulières et donc une attention particulière aux structures qui doivent être multipliées et qui ne doivent pas être arrêtées.

Mais notre agriculture se fonde sur la diversification des produits et là je ne trouve pas trace; nous avions lancé dans le passé un projet pour ce qui concerne la production du jambon de Bosses qui doit obtenir son label, qui doit être lancé, qui a un avenir vu la bonne qualité du produit, mais qui nécessite pour cela une structure adéquate. Et donc à coté de bonnes affirmations, imitées du passé, je crois qu'il y a toute une série de carences.

M.Riccarand a dit, et c'est vrai, qu'il y a une attention particulière à l'environnement. C'est sans doute le mérite du Parti communiste qui a poussé dans cette direction, mais certains choix qui ont été proposés à ce Conseil et ont été votés par la majorité, sur lesquels l'opposition s'était battue fortement, voire la localisation du village olympique à Busseyaz, la localisation du tremplin à Charvensod, etc., vont nettement contredire cette volonté de sauvegarder l'environnement en Vallée d'Aoste.

On parle du projet de loi sur l'évaluation de l'impact dans l'environnement, il y a un projet de loi qui était prêt, M.Riccarand a présenté le sien avec le Parti communiste et on attend toujours que le gouvernement présente ce projet de loi.

Mais il y a des contradictions d'autre genre; on veut défendre l'environnement et puis on mise - c'est le mot que j'emprunte au programme triennal - sur l'exploitation de l'énergie hydroélectrique en encourageant la construction de nouvelles usines hydroélectriques, ce qui présuppose évidemment la construction de nouveaux barrages et donc une atteinte à l'environnement valdôtain.

On mise à un développement endogène et puis on dit qu'il faut rejoindre des accords avec l'ENEL pour exploiter jusqu'au fond toutes les ressources hydroélectriques; je crois que si on veut un développement endogène, ce n'est pas à travers l'ENEL qu'il faut oeuvrer dans cette direction mais c'est justement à travers les entreprises valdôtaines, à travers des accords Région-Communes-privés pour exploiter nos eaux.

On parle du travail mais hier nous avions à la tribune treize employés de l'IVAT, qui à cause du manque de secours financier de l'Administration régionale risquent d'être en chômage.

Il y a une série d'affirmations dans ce programme de type général sur celle qui est la politique institutionnelle; on parle d'impartialité, de transparence, de redonner compétences au Conseil: idées appréciables, mais qui sont contredites par l'action quotidienne de cette majorité.

On veut redonner la primauté au Conseil régional et puis on dépense des milliards sans que le Conseil régional ait pu établir des normes; on parle de primauté du Conseil et des manifestations extrêmement intéressantes pour la Vallée d'Aoste, comme la coupe du monde masculine, s'en vont aux Sestrières non par volonté du Conseil, mais par initiative d'une simple personne; même dans les choses minimales ce Conseil est ridiculisé.

Nous avons assisté hier, pour l'élection de deux membres de la Commission pour les servitudes militaires, qu'on contredit les lois mêmes, puisque la loi prévoyant un vote limité, ici la majorité veut imposer sa volonté et ne pas tenir compte de la loi et il faut lutter pour que la loi soit respectée.

Il y a toute une volée sur la politique institutionnelle, sur un nouvel élan de l'autonomie valdôtaine; nous sommes pleinement d'accord qu'il faut relancer, et nous l'avons toujours dit en tel qu'Union Valdôtaine, le devoir de toutes les forces politiques qui oeuvrent en Vallée d'Aoste de soutenir notre autonomie pour qu'elle puisse se développer. Il y a ici des idées très intéressantes: reprendre le projet du 3 mars 1947, une inversion complète de l'idée d'autonomie. Là nous sommes parfaitement d'accord; les batailles de l'ancien Président du gouvernement régional, alors aussi Président du Conseil, M.Caveri: c'est à ces batailles que le projet du 3 mars 1947 est du, projet qui mettait, selon une vraie idée autonomiste, la région au centre, puisque ce n'était pas l'Etat qui décernait à la région certaines compétences, mais bien au contraire c'était la région qui laissait à l'Etat une série de compétences dans les grands domaines, toutes les autres compétences étant du ressort de la région.

Sur ce projet nous sommes évidemment d'accord, c'est ce que nous avons toujours souhaité. Comme nous sommes d'accord pour une transformation de l'Etat italien en Etat fédéral. Nous avons non seulement proné cette idée, nous avons oeuvré en tel que Mouvement vers cette direction. Mais il faut dire que lorsque l'Union Valdôtaine, il n'y a pas très longtemps, à travers ses écrits et ses débats a proné le fédéralisme, nous étions très souvent accusés par les forces politiques italiennes de dévier à travers cela le débat politique; on nous disait que nous étions des utopistes, sinon des fous. Si cette action de l'UV du passé a servi à faire prendre conscience à toutes les forces politiques italiennes présentes en Vallée d'Aoste de la nécessité de cette transformation, nous en sommes heureux puisque l'action de l'UV n'a pas été inutile. On met comme objectif primaire un nouveau régionalisme bâti sur cette nouvelle conception de l'autonomie, la juste conception de l'autonomie, celle qui a toujours été de l'UV, celle qui est représentée par le projet de statut de 1947, par un Etat fédéral, par une Europe non des Etats mais des régions; mais là nous voyons un grand contresens.

M.Freud dirait peut-être qu'on peut essayer de cacher sa pensée, mais qu'il y a toujours quelque chose qui inconsciemment perce et qui fait entrevoir la pensée réelle. Et je crois que nous retrouvons cela dans les conclusions de ce programme; après avoir magnifié la nouvelle autonomie, le nouveau régionalisme, l'Etat fédéral italien, on dit: "Elle (cette majorité) entend donc agir principalement pour défendre l'autonomie contre les résurgences néo-centralistes, qui font tache d'huile pour saper à la base l'Etat régional conçu par les fondateurs de la République".

Eh bien, Messieurs, si vous voulez maintenir cet Etat régional, conçu par les fondateurs de la République, vous êtes contre un Etat fédéral, parce que la Constitution italienne n'est pas pour un Etat fédéral; cet Etat régional n'est pas un Etat fédéral, cet Etat régional conçu par les fondateurs de la République ne voulait pas une autonomie complète pour les régions, mais pour les régions à statut spécial une autonomie mutilée. Cet Etat régional fondé par la Constituante ne veut pas le statut valdôtain de 1947 parce que cet Etat même à ce moment-là n'a pas tenu compte de ce projet de statut, mais nous a donné un statut qui n'était pas celui que nous voulions.

Et donc je crois, pour conclure, qu'il y a dans ce programme des choses bien dites, qui reprennent l'ancien programme de la majorité passée; il y a des choses bien dites mais il y a des choses contradictoires et c'est justement cette contradiction qui nous préoccupe, parce qu'on essaie, à travers ce programme d'introduire des idées qui non seulement ne seront pas réalisées, mais sur lesquelles je crois, vu ces contradictions, la majorité ne croit pas.

Presidente - Ha chiesto rdi parlare il Consigliere Louvin, ne ha facoltà.

Louvin (UV) - Les longs discours à l'occasion de la présentation des programmes ne sont pas très appréciés; je tacherai synthétiquement de souligner quelques éléments qui me paraissent plus intéressants, plus utiles à débattre au cours de cette matinée. Je me bornerai au volet organisatif de la politique institutionnelle et de l'organisation de l'Administration, qui me parait notamment digne d'une réflexion d'ordre général.

Une première considération que je voudrais faire dans cette salle concerne le rôle du Conseil régional, un rôle au nom duquel au mois de juin vous avez notamment voulu imposer un changement d'ordre politique, et cela dans l'intention - disiez-vous en ce moment - de rétablir les compétences de ce Conseil, de restaurer son prestige et sa dignité. En lisant ce programme, je remarquais quelques nuances pour ce qui est ce rôle du Conseil, que sur le papier vous voulez encore réaffirmer, mais dans le fond vous me paraissez prendre une direction étrange.

Quand vous dites "rétablir les compétences de choix du Conseil"; je suis un peu inquiet dans la mesure où j'estime que le pouvoir d'adresse ne doit pas revenir au Conseil mais à un gouvernement. Et je ne voudrais pas que la restauration du pouvoir du Conseil soit la prémisse d'un assembléarisme vague, indéfini et improductif. Je crois qu'il faut distinguer nettement le rôle du gouvernement par rapport au rôle du Conseil, que l'adresse doit être opérée dans une dialectique, bien entendu, mais fermement par le gouvernement. Et à ce propos vous avez préféré un peu glisser sur cet argument, le Gouvernement, la Junte à son intérieur, mais une réflexion supplémentaire me parait nécessaire.

Le principe de collégialité de la Junte n'est pas invoqué dans ce document, mais nous souhaiterions qu'il soit tenu dans la bonne considération. Vous penserez peut-être qu'il n'est pas de notre ressort de nous en occuper, mais nous craignons fort en ce moment que cette Junte soit en train de se transformer et que par réaction à un prétendu excès d'autorité au centre, on établisse des baronnies au niveau des différents Assessorats, que chaque Assesseur ait son domaine privilégié, je dirais exclusif, et qu'il manque une coordination à l'intérieur du gouvernement. Ce n'est pas un moindre souci; nous estimons qu'il doit y avoir une adresse générale maintenue d'une façon ferme et cohérente.

Pour ce qui est des actions prioritaires, vous nous dites en quelque sorte quelles sont les intentions de ce gouvernement, mais sans faire un véritable programme, en établissant plutôt un simple calendrier. Un calendrier par rapport auquel cependant j'aperçois des différences par rapport aux propos qui sont tenus dans d'autres endroits.

Vous souhaitez une accélération dans la discussion de la loi électorale, alors que dans la Commission des Institutions et de l'Autonomie, le Président, M. Milanesio, nous invite avec Manzoni à avancer lentement et vous nous indiquez aussi, ce qui nous inquiète un peu parce que nous ne connaissons pas le contenu, une possible organisation des Assessorats sur des bases plus rationnelles. Si cela tient à la répartition des fonctions, on peut en discuter; si vous avancez par-là l'idée d'une augmentation du nombre des Assessorats, je crois qu'il faudrait avoir beaucoup de prudence.

Vous dites aussi qu'il est important, comme d'ailleurs vous avez déjà mis en oeuvre par la proposition du rétablissement de la Commission pour le règlement d'application de la loi des autonomies locales, de donner application à la procédure de l'article 62; mais là, M. le Président, vous ne donnez pas à cette Commission que vous voulez constituer, les indications d'ordre politique qui sont nécessaires, pour qu'elle puisse oeuvrer dans la défense de nos prérogatives et de nos compétences normatives.

Avec un souffle de vitalité vous affirmez vouloir donner un nouvel élan à l'autonomie: personne ne pourrait se dissocier par rapport à ces propos, mais ces propos sont si vagues et si exagérés que nous doutons de la volonté réelle qui y est sous-tendue.

D'abord vous dites simplement "exploiter le potentiel offert par l'article 14 du statut spécial (zone franche)"; personne d'entre nous ne songe, je crois, à remettre en question ce principe, mais après un travail de près de deux ans, une Commission spéciale pour 1992 que l'un des leader de la majorité actuelle, M.Mafrica, a présidée, vous ne savez nous dire rien d'autre, vous ne nous donnez pas la moindre indication sur comment appliquer cet article 14: souhaitez-vous des points francs? Souhaitez-vous une zone franche intégrale? Souhaitez-vous une zone franche d'autre nature? Nous en savons rien. Et alors, quel programme? C'est plutôt le cahier où l'écolier diligent écrit ses bons propos, mais sans y donner une épaisseur réelle.

Là où nous sommes surpris c'est de voir que vous vous mettez directement dans une proposition politique qui est la notre, qui est celle de l'Union Valdôtaine depuis toujours, en proposant de revenir à l'esprit de 1947, de ce projet de statut qui avait été à l'époque lancé par le Conseil de la Vallée et dont les partis à Rome, notamment la Démocratie Chrétienne et le Parti communiste, avaient refusé même de discuter. Rien n'empêche de changer d'avis, nous en sommes très heureux, mais comme nous l'avons déjà dit au mois de juillet, M.le Président, dire que vous êtes pour la réforme de l'Etat italien dans un esprit fédéral, me parait clocher avec les propos que tiennent à Rome les représentants de vos mêmes partis.

Pour ce qui est de l'Europe, les quelques considérations qui sont faites sont minimes et nous les partageons: un euro-guichet et un bureau à Bruxelles pour la liaison avec les communautés européennes sont des initiatives tout à fait louables, mais encore une fois qu'en est-il de tout ce travail qui a été fait par une Commission de ce Conseil pour affronter les problèmes de l'intégration, pour affronter les problèmes institutionnels de l'Europe? Un travail qui parait, je le répète, tout à fait inutile, superflu, à la lumière de ces considérations trop marginales; au lieu d'avoir une ouverture et un horizon européen très large, vous vous bornez à proposer des solutions bureaucratiques.

Sur la décentralisation nous trouvons que vous avez parfaitement raison; l'application correcte de la loi 142, que vous vous engagez à faire, passe jusqu'à présent par des initiatives de l'opposition. Le seul mouvement ici présent qui a fait quelque chose dans ce sens est l'Union Valdôtaine; nous avons déposé un projet de loi sur le contrôle des actes des collectivités locales, qui est pour l'instant la seule contribution concrète à l'application de cette loi, qui date du mois de mars de cette année.

Il y a aussi un petit grand péché d'omission: ne pas dire à propos des collectivités locales que l'on revendique un pouvoir législatif primaire, exclusif, en matière "di ordinamento degli enti locali" est gravement irresponsable, d'autant plus que c'est à cause de vos mêmes partis à Rome que le projet de loi constitutionnelle dans ce sens, proposé par nos parlementaires, a du être amendé. Cela est très grave parce que nos Communes ont besoin d'une règlementation juridique plus adaptée et par conséquent meilleure pour leurs propres réalités.

Je tâcherai de ne pas vous ennuyer avec les problèmes qui concernent l'impartialité et la transparence administrative; nous partageons beaucoup de propos qui sont tenus, cependant permettez-mois deux observations. D'abord, en ce qui concerne la loi régissant les nominations des représentants régionaux dans les sociétés à participation régionale: cette loi est une loi qui sera nécessaire, mais votre propre loi vous l'avez déjà appliquée, vous l'avez déjà reprise de ce très fameux Manuale Cencelli qui a eu à d'autres moments une très grande renommée au niveau italien et qui paraît être encore lex aurea dans ce domaine.

A titre très personnel je voudrais aussi faire une remarque sur ce qui dans le texte français - là j'ai appris quelque chose que j'ignorais - est appelé le médiateur de la république. A l'égard du difensore civico - pour lequel un collègue de l'opposition a déjà présenté sa propre proposition de loi - je voudrais dire (je répète à titre très personnel) qu'il s'agit d'une initiative absolument inutile, parce que le médiateur de la république, comme vous l'appelez, est une institution qui a échoué dans toutes les régions et les communes où elle a été appliquée. Il y a une raison très simple pour cela, qui est celle qu'on ne peut pas attribuer au difensore civico des pouvoirs réels de condamner ou de se remplacer aux administrations. Donner simplement des pouvoirs formels à ce difensore civico veut dire en faire "uno sportello reclami" pour les citoyens, en augmentant la frustration des citoyens par rapport à l'inefficacité de l'Administration.

Une considération sur la loi 241, que vous avez invoquée en disant simplement qu'il s'agissait d'en appliquer les dispositions. Je voudrais rappeler à ce gouvernement et à cette majorité que nous ne sommes pas là simplement pour appliquer des lois de l'Etat mais pour faire les nôtres. En matière de procédure administrative nous avons des compétences précises; certaines régions ont déjà employé ces compétences: la Provincia Autonoma di Trento et la Sardegna ont déjà fait des lois sur la procédure administrative. Nous ne pouvons pas nous borner à appliquer les lois italiennes, mais aussi pour en faire de plus adaptées à notre réalité.

Je conclus, en espérant de ne pas trop vous avoir ennuyés, par une simple curiosité: le nouveau rapport entre Aoste et la Vallée, que vous proposez comme thème spécifique dans votre programme, est quelque chose qui suscite en nous des inquiétudes. Nous avons la crainte que l'intérêt que l'on affiche en ce moment pour la ville d'Aoste ne devient le prétexte pour pénaliser d'autre part celle qui parait être la périphérie. Nous voulons demander qu'il y ait la plus grande attention à tout le territoire de la région, parce que nous ne sommes pas un Conseil communal, nous sommes le Conseil régional, et qu'il y ait par conséquent dans les choix qui seront faits dans ce Conseil et par le gouvernement un développement équilibré sur tout le territoire régional.

Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Vallet, ne ha facoltà.

Vallet (UV) - Je dois constater, M. le Président, que le principe de l'alternance n'est guère respecté. Je n'ai pas bien terminé d'arranger mes notes et donc je m'excuse si mon exposition ne sera pas organique, mais quand même...

Je crois que le temps que nous avons eu à disposition pour examiner le programme dans les détails n'a pas été beaucoup, mais après l'avoir lu la première sensation que j'ai eue et que beaucoup de mes collègues de l'UV partagent est que ce programme ne contient pas de grandes nouveautés par rapport au programme qu'on avait présenté au début de la législature.

Les nouveautés, ou si vous préférez les différences, il me paraît que sont presque toutes contenues dans les prémisses, où nous retrouvons les thèmes qui sont chers surtout au Parti communiste: changement et renouveau dans l'administration politique, rendre au Conseil sa dignité et son prestige etcetera. Je retrouve dans ces thèmes la griffe de M. Mafrica, j'ai tout de même l'impression qu'il n'ait pas choisi la meilleure compagnie pour concrétiser ses bonnes intentions.

Lors de la discussion sur les déclarations programmatiques du nouveau gouvernement j'avais dit que cette majorité sera croyable si elle réussira à concrétiser ses bonnes intentions, et je dois dire que de bonnes intentions ce programme est plein. Dans ces cinq premiers mois, quoi qu'en dise une certaine presse de régime, ce gouvernement n'a pas été si brillant et incisif, et alors un premier doute surgit, un doute que M. Riccarand a déjà exprimé, sur les temps qui seront nécessaires à cette Junte pour réaliser ce programme. J'ai l'impression qu'à cette Junte ne suffiront pas quelques décennies.

Je disais avant "pas de grandes nouveautés", sauf ce rappel constant aux méthodes, à la transparence, à la primauté du Conseil etc.. Et alors après ces cinq mois il est du de constater que, comme on dit en italien "qui casca l'asino", et j'essaie de résumer quelques faits.

Cette Junte a débuté avec toute une série de révocations; il y en avait de légitimes, fonctionnelles au changement de majorité et là je n'ai rien à dire, mais il y en avait aussi d'illégitimes et il y en avait encore d'autres qui, même si d'une part légitimes, ont tout de même démontré un certain manque de style de la part de cette Junte. Je crois que le style est aussi important surtout pour des gens qui manifestent des grands idéaux.

Faites les révocations, cette Junte a pourvu aux nominations. Mon collègue Louvin a déjà cité le Manuale Cencelli, et encore une fois je crois que cette majorité s'est démontrée en contradiction avec ces principes. Si nous revenons un instant aux nominations qui ont été faites pour l'étude du plan territorial paysager, au Conseil d'Administration de la SAV, il m'est impossible d'employer d'autres termes que lottizzazione, qui pourtant est si blâmée par le Parti communiste.

Dans l'ensemble je crois de pouvoir dire que dans ces cinq mois cette Junte a beaucoup vécu de rente, en portant de l'avant les projets qui étaient déjà sur la table; cette Junte a fait beaucoup de démagogie, souvent a improvisé et parfois aussi couru après aux initiatives de la minorité. Permettez-moi une boutade: si ce n'était pas pour le fait que nous sommes conscients que notre rôle d'opposition doit être propositif et visé surtout à l'intérêt de la Vallée d'Aoste et des Valdôtains, il serait intéressant de voir ce qui se passerait si de notre part on gardait le silence pendant quelques mois et non pas pendant une séance, comme déjà avait fait le Groupe du Parti communiste, et si pendant quelques mois on s'abstenait de toute initiative. Je crois qu'après quelques mois on aurait une longue liste de retards et d'omissions à présenter à cette Junte.

J'ai parlé avant de démagogie et en effet je crois qu'on ne peut que définir démagogiques les initiatives qui sont présentées comme révolutionnaires ou innovatrices mais qui en effet ne changent rien. Quelques exemples concrets en ce qui concerne l'assainissement du bétail: le gouvernement a fait un grand battage publicitaire au moyen des média pour déclarer une prétendue inversion de tendance. Je dois dire que personnellement je n'ai pas trouvé dans les initiatives de cette Junte de grandes nouveautés dans ce domaine par rapport à ce qu'on faisait auparavant. En effet où sont- elles ces nouveautés? M. Bondaz je vous l'explique maintenant. On parle de contrôles plus rigoureux, mais veut-on dire qu'avant les contrôles ne l'étaient pas? Si vous voulez le dire, je vous en laisse toutes les responsabilités; il est évident que ces affirmations ne sont pas respectueuses du travail accompli par les responsables de ces contrôles: je pense à mes collègues vétérinaires et à toutes les personnes des différents services qui étaient engagées dans ce domaine.

On prétend privilégier les éleveurs sérieux et respectueux des règles et on introduit des réductions de payement des contributions dans le cas où le nombre d'animaux infectés est supérieur aux dix unités. Tout simplement je pense que de cette façon on pénalise seulement ceux qui malheureusement ont déjà des problèmes. Tout cela, je trouve, est contradictoire, à moins qu'on ne veuille pas dire que tous les éleveurs qui ont plus de dix bovins infectés sont tous des malhonnêtes et donc on doit les pénaliser.

On nous a annoncé des mesures pour primer les élevages indemnes des maladies: ceci n'est guère une nouveauté, depuis de nombreuses années on attribuait une prime pour cela; pour le moment on n'a rien fait qu'augmenter la prime qui en tout cas chaque année était retouchée, augmentée déjà auparavant. Quant aux mesures pour l'élimination des bovins improductifs, je me permets de dire que dans ce cas nous avons l'exemple de comme on ne devrait pas administrer. Evidemment si on suit les principes qu'on déclare.

Par le biais d'une simple lettre circulaire on a prévu une action qui produira la dépense d'environ 3,5 milliards; il est évident que cette initiative a des buts qui peuvent être positifs, mais il est évident aussi qu'au moyen de cette initiative on veut réduire les pourcentages d'infection, car qui connaît la réalité sait très bien que souvent ces animaux improductifs venaient quand même éliminés par les bovins infectés, et il est évident que dans ce sens l'intervention sortira sans doute l'effet de réduire le pourcentage et permettra aussi à cette Junte de dire que grâce aux nouvelles mesures le problème de l'assainissement est en voie de résolution.

C'est une simple opération de maquillage, Monsieur le Président, je vous le dis pour que tout le monde le sache. Cette opération de maquillage pourra bien servir à masquer les chiffres qu'on envoie au Ministère de la Santé et qu'on donne à la presse pour se faire un peu de publicité, mais en effet le problème restera tel quel, car de cette façon les bovins infectés sortiront par la fenêtre au lieu de sortir de la porte.

Ce type d'intervention est peut-être sans doute utile, mais je pense il serait nécessaire de mieux la définir, car je me demande si on peut considérer improductif les génisses, s'il est logique que la déclaration d'improductivité soit rendue par l'éleveur même et non pas par un technicien, et encore s'il y a une logique dans le fait de fixer un pourcentage de ce bétail improductif.

Mais au-delà du contenu, sur lequel évidemment il sera utile de revenir dans le but d'éclaircir toutes ces incongruités, ce qui m'intéresse c'est de mettre l'accent sur la façon par laquelle l'Assesseur a mis sur pied cette intervention. Il a fait une simple lettre circulaire, à cause de laquelle on va dépenser plus de 3,5 milliards, sans le support d'une loi, d'une délibération du Conseil ou même d'une délibération de Junte. Tout cela à la barbe de la primauté du Conseil.

La tentative évidente est celle de faire paraître innovatrices des initiatives qui ne le sont pas, qui devraient tout changer mais qui ne changent rien, avec le soutien d'une presse bien complaisante.

En conclusion, je crois que, pour être croyable, il faudra bien que cette majorité modifie son action et que vous changez surtout de méthode. Cette majorité n'est pas croyable, car elle est trop hétérogène, et le produit de cette hétérogénéité ne pourra qu'être l'immobilisme que nous avons déjà constaté dans les séances du Conseil que nous avons faites. Cet immobilisme ne pourra que produire des effets négatifs au détriment des Valdôtains et de la Vallée d'Aoste.

Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Trione, ne ha facoltà.

Trione (DC) - Nel rispetto dell'alternanza....

Il documento programmatico per il triennio 1990-93 che ieri il Presidente della Giunta ha presentato al Consiglio pone marcatamente l'accento sull'urgenza di imboccare strade nuove e strategie più complesse, per rispondere in maniera compiuta in questa fase di transizione e di grandi trasformazioni ad un positivo inserimento della nostra Valle nello scenario comunitario ed internazionale.

La specialità della nostra autonomia consente l'adozione di strumenti e di normative idonee a realizzare un intervento efficace nello sviluppo della nostra Regione, mentre le risorse disponibili sono sufficienti a conferire lo stimolo necessario per favorire una crescita consistente del sistema valdostano e in grado di integrarlo positivamente nel pur complesso quadro europeo ed internazionale.

Si tratta quindi di affrontare un progetto complessivo che consenta di mobilitare risorse, fattori economici e sociali, promuovendo la corre-sponsabilità di tutti i soggetti. E il documento presentato mi pare soddisfi negli intendimenti questi obiettivi. Mi pare che l'abbiano sottolineato anche altri Consiglieri che sono intervenuti prima di me e Consiglieri naturalmente di opposizione, visto che soltanto loro sono intervenuti finora.

Vorrei in particolare e molto brevemente sottolineare due aspetti che a mio parere meritano qualche attenzione supplementare, pur nella importanza di tutti i temi esposti nel documento programmatico. Un'attenzione particolare al problema dell'industria e dell'occupazione, ed è con piacere che ho potuto rilevare nel documento stesso precisi e concreti riferimenti alla Cogne, alla Verrès S.p.A., alla piccola e media impresa che deve rappresentare il tessuto connettivo della attività della nostra Regione.

Il secondo tema è quello delle olimpiadi. Il tema delle olimpiadi è stato ripetutamente oggetto in questi ultimi tempi di discussioni virulente, talvolta di scambi che hanno avuto il tenore della rissa sia in quest'aula che fuori. Credo che divenga sempre più indispensabile riportare questo dibattito in ambiti più seri; sulla vicenda della candidatura della Valle d'Aosta per i giochi invernali si sta cercando da troppo tempo di confondere le carte utilizzando desideri di rivincite personali o intendimenti di "linciaggio" nei confronti di qualcuno.

La candidatura di Aosta ai giochi olimpici invernali rappresenta una opportunità irripetibile per la nostra Regione, in termini di occasione di sviluppo e - mi permetta, Consigliere Riccarand - di rispetto anche delle caratteristiche ambientali. Credo che questa sia una occasione che tutte quante le associazioni, comprese quelle che più di altre ritengono di difendere l'ambiente, avrebbero dovuto utilizzare per partecipare a questo fatto estremamente importante.

Rispetto ad altri temi - e ve ne sono tantissimi - che il documento programmatico propone per questo triennio, da parte di qualcuno è stato definito un documento-fiume che difficilmente può essere realizzato; io credo che anche nell'intendimento della maggioranza debba essere detto questo: non saranno certo problemi risolti nel triennio, credo però che l'interesse di molti di questi temi vada sottolineato sin da domattina, perché su alcune cose forse abbiamo perso troppo tempo.

Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Monami Cristina, ne ha facoltà.

Monami Cristina (PCI) - "Sarò breve" è una frase che sovente gli oratori premettono al loro discorso; io non voglio dire bugie, prometto che cercherò di essere breve.

Il gioco delle parti è una regola che vige ormai nella nostra stessa vita ed evidentemente in politica diventa norma fondamentale; questo lo sappiamo tutti ed anch'io ero preparata a questo. Mi sono però un po' stupita che questo programma abbia irritato l'opposizione perché è un bel programma, condivisibile all'80 percento come dice il Consigliere Riccarand. A me sembra un record incredibile perché credo che mai nessun programma abbia soddisfatto il collega Riccarand all'80 percento.

Comunque, poiché non voglio e non posso scendere in tutti i dettagli, mi limito a sottolineare qualcosa che mi interessa in modo particolare. Cosa c'è in questo programma che mi piace in modo particolare? E' il tentativo, e poi dirò dove e come, di non limitarsi ad innovazioni puramente pratiche; questo programma si sforza di accompagnare un cambiamento fisico, un cambiamento pratico, anche con un cambiamento di attitudine e di atteggiamento mentale. Questo lo trovo estremamente importante. Mi riferisco in particolar modo al decentramento delle competenze, alla istituzione della figura del difensore civico, a tutto ciò che consente alla società di mettersi in comunicazione con il "palazzo" sotto forma istituzionale e non in forma privata, personale, per concessione e per gentilezza di qualche assessore o di qualche presidente.

Un altro sforzo culturale che mi pare stia facendo questo programma è quello di porre l'attenzione alla questione dei tempi, i tempi della vita, i tempi degli uomini, i tempi delle donne; innovazione culturale importantissima e qualificante.

Infine, concludo dicendo questo. E' verissimo che questa maggioranza ha diverse anime, come sostiene il Consigliere Riccarand. Queste diverse anime della maggioranza mi piacciono molto perché stanno a significare che la cultura della differenza portata avanti dalle donne ha un significato: rispetto della differenza, valorizzazione della differenza non solo sessuale, non solo etnica, non solo linguistica ma anche ideologica. Quindi la differenza delle diverse anime di questa maggioranza produce.

E' vero, come dice il collega Perrin, che esistono contraddizioni, nessuno lo può negare, ma la contraddizione è fertilità. E' anche vero che la monovisualità, l'unilateralità finisce per diventare prepotenza ed arroganza perché troppo sicura di sè. Questa maggioranza credo che non possa correre questo rischio.

Ed infine, anche quell'assemblearismo vago di cui parlava il Consigliere Louvin mi piace, perché lo trovo in antitesi all'immobilismo.

Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Voyat, ne ha facoltà.

Voyat (UV) - Devo sottolineare ancora una volta lo sleale comportamento da parte della maggioranza nei confronti dei Consiglieri dell'opposizione, perché questo programma ci è stato distribuito ieri mattina, quando io, per puro caso, mercoledì pomeriggio, durante una riunione all'Union Valdôtaine, ho visto arrivare un articolo di un famoso giornalista di recensione di questo programma. Quindi ritengo che forse le forze della maggioranza sono più portate ad accontentare il mondo della stampa piuttosto che i Consiglieri, il cui diritto è essere messi al corrente prima di altri su quelli che sono i lavori del Consiglio regionale.

Ecco che ancora una volta il fatto del rispetto del Consiglio viene infranto e questo ci porta sempre più a credere che quanto viene detto da questa maggioranza siano solo delle boutades ed evidentemente degli specchi per le allodole.

Giustamente chiedeva prima il Consigliere Vallet un minimo di alternanza, in quanto l'alternanza ci era stata chiesta per anni, ed abbiamo visto che certe forze che prima facevano parte dell'opposizione si sono ben adeguate a quello che credono sia il ruolo della maggioranza, quindi quello di non parlare.

Il fatto dell'alternanza ci poteva essere utile per due motivi; il primo evidentemente perché il fatto di alternare nel corso della discussione i discorsi di maggioranza e di minoranza può in alcuni casi evitare un secondo intervento da parte di alcuni Consiglieri della minoranza; il secondo, se l'intervento fosse stato fatto dal Consigliere Mafrica, che ci risulta essere l'estensore materiale di questo programma, avrebbe potuto darci alcuni spunti in più o almeno delle spiegazioni migliori su quanto scritto in questo programma.

Detto questo, devo riconoscere un ottimo lavoro del Consigliere Mafrica, il quale a mio avviso ha diligentemente elencato tutti i problemi (o quasi tutti) esistenti in Valle d'Aosta. Ne ha omessi alcuni che poi andremo a vedere; uno dei maggiori è già stato rilevato dal Consigliere Riccarand ed è quello della Centrale del latte.

La cosa che comunque sorprende è che tutto questo elenco di problemi non dà indicazioni su eventuali soluzioni, non dà indicazioni di come questi problemi saranno affrontati e quali potranno essere le soluzioni.

Questo elenco è un elenco diligente che prevede tutti gli spunti avuti dalle forze politiche al momento della campagna elettorale, spunti evidentemente di tutte le forze della maggioranza ed anche di quelle forze che l'appoggiano in caso di difficoltà, ma è un elenco che non si è soffermato su indicazioni di soluzioni in quanto forse (io malignamente lo dico) il fatto già di prevedere alcune soluzioni su questo programma avrebbe fatto discutere, se non bisticciare, le forze della maggioranza.

Vorrei tranquillizzare la collega Monami dicendo che se siamo soddisfatti è perché questo elenco tocca tutti i problemi esistenti in Valle d'Aosta, ma non siamo soddisfatti come programma perché manca il fondamento che è quello della indicazione per la soluzione dei problemi.

Rispetto a questo, che vorrebbe chiamarsi un programma e che invece altri chiamerebbero libro dei sogni, voglio solo leggere un passaggio di quell'articolo che dicevo prima, è arrivato mercoledì pomeriggio all'Union Valdôtaine, prima che avessimo il programma, il quale dice: "A ben considerare il programma elaborato dalla nuova maggioranza in Regione, non sembra discostarsi molto dalla megalomane grandeur mussoliniana o francese; un bel canovaccio per una tesi di laurea". Evidentemente questo non ha niente a che vedere con un programma politico-amministrativo di una maggioranza.

Da varie parti si sollecita il Consigliere Voyat a dire il nome dell'autore dell'articolo: è' un dispaccio di una agenzia-stampa, lo leggerete sui giornali.

Comunque, per continuare, andando a vedere i vari punti che ci sono stati sottoposti, là dove si parla di politica istituzionale, ruolo del Consiglio regionale, dove si parla delle modifiche già fatte nel Regolamento per le Commissioni, mi auguro che le soluzioni che si vogliono dare al Consiglio regionale non siano come quelle date alle Commissioni, perché sappiamo benissimo che la variazione del Regolamento è stata fatta per mantenere la maggioranza nelle Commissioni da parte delle forze di maggioranza e alcune modifiche fatte nel Regolamento bloccano i lavori delle Commissioni. Questo lo abbiamo potuto constatare in questi mesi, in quanto si pretende che alle riunioni debbano partecipare forzatamente gli Assessori, senza possibilità di delega a funzionari, la cui presenza a volte sarebbe sufficiente. Pertanto, si verificano difficoltà di partecipazione degli Assessori, difficoltà a volte degli Assessori a dare delle risposte immediate e quindi rinvio continuo di leggi o di altri provvedimenti amministrativi in Commissione.

Quando poi parliamo degli interventi prioritari, dove evidentemente ogni forza di maggioranza ha diritto ad inserire quelli che sono i punti che crede prioritari, vorrei sottolineare che al primo punto, parlando della legge elettorale, legge della quale gran parte delle forze dell'ex maggioranza avevano già parlato, non si accenna a quelli che possono esserne i principi innovativi. Non so se si vuole aspettare il parere determinante dell'Union Valdôtaine, in quanto come ben si sa se non c'è l'accordo con questa forza politica difficilmente questa legge potrà essere approvata. Questa è anche, come dice qualcuno della maggioranza, la legge dei numeri.

Lo ha già sottolineato il Consigliere Louvin, per il secondo punto, quando si parla di funzionalità ed organizzazione degli assessorati, è una cosa che già la maggioranza precedente aveva affrontato, in quanto i vari assessorati avevano già fatto delle loro proposte. Chiedo alle forze della maggioranza se si vuole riorganizzare gli assessorati, oppure non si vuole aumentare il numero degli assessori o degli assessorati per quella che è una voce più che ricorrente nei vari corridoi.

Quando poi si parla di rilancio dell'autonomia e si parla di una revisione dello Statuto, chiederemmo anche qui delle precisazioni, perché certe cose noi le abbiamo dette chiaramente e vorremmo che almeno si dicesse su quello per cui si può essere d'accordo con certe forze della minoranza o meno, oppure meglio ancora vorremmo sapere quali possono essere gli spunti che si vogliono portare avanti da parte di questa maggioranza.

Troviamo comunque strano che queste cose le vogliano risolvere forze politiche stato-nazionali, che per ben quarantacinque anni le hanno tenute nel cassetto - anzi nel 1948 alcune nostre richieste non sono state accordate alla Valle d'Aosta ed è stato invece approvato lo Statuto che ancora oggi è inapplicato - senza la partecipazione dell'unica forza politica in Valle d'Aosta che abbia per più di quarant'anni le ha richieste.

Sulla questione del decentramento direi che "al limite" si può parlare di decentramento, preferirei comunque che si parlasse di arrivare ad una autonomia finanziaria degli enti locali. Quando qui si parla dei vari parametri da rivedere, siamo in attesa di sapere quali saranno questi parametri; chiediamo comunque che questo venga fatto, così come è sempre stato finora a partire dal 1976, sempre in assoluto accordo con l'associazione dei sindaci.

Quando si parla di modificare la legge FRIO, sono per la modificazione, sono per l'abolizione il più possibile della burocrazia, ma non vorrei che il fatto di semplificare troppo certi provvedimenti possa portare che a decidere sia esclusivamente la Giunta regionale, sugli interventi da fare, senza tener conto dei criteri e delle situazioni di fatto dei vari Comuni.

Si parla poi di imparzialità e trasparenza amministrativa: mi viene difficile credere nella imparzialità che può essere espressa da questa maggioranza che a raffica ci porta in questo Consiglio delle revoche nei vari consigli di amministrazione fatti dall'altra amministrazione. Imparzialità vuole anche dire continuità amministrativa, vuol dire rispetto di quanto era stato fatto dalle maggioranze precedenti, senza per questo correre a fare delle revoche e mettere persone che si ritiene di sola ed estrema fiducia di alcune persone.

Quando si parla poi della revisione delle modalità e dei criteri per l'espletamento dei concorsi, dico che una prima modifica è già stata fatta. Nella maggioranza precedente era uso che i Consiglieri che facevano parte delle commissioni fossero messi a tour de rôle. Ora invece mi risulta che i criteri siano cambiati, in quanto alcuni Consiglieri hanno già avuto la richiesta di partecipare a più concorsi quando altri non ne hanno ancora ricevute. Mi auguro che le revisioni e le innovazioni che va a fare questa maggioranza non siano quelle di portare a delle soluzioni che vedano solo il punto di vista clientelare anziché quello della correttezza e della logicità.

Sono contento di vedere scritto qui "utilizzazione delle risorse"; avrei comunque preferito vedere scritto cosa si intendeva richiedere come garanzia in caso di abolizione delle barriere doganali. Avevamo avuto occasione di parlare di questo, di dire quali potevano essere a nostro avviso le soluzioni e quando ne parlavamo erano presenti anche molti membri di questa maggioranza, pertanto vorrei solo sapere se quelle anticipazioni che avevamo fatto a quel momento possono essere valide anche per questa maggioranza.

Dicevo prima che questo elenco di problemi contiene anche e soprattutto un elenco di problemi in via di soluzione o già quasi risolti. Tale è il problema dello smaltimento dei rifiuti, dove ancora molte cose sono da fare, ma fondamentale è cominciare ad applicare quello che è già esistente.

Non sto a parlare di quei casi di contraddizione sul territorio già così ben sottolineati dai miei predecessori, ma vorrei venire ad un piccolo punto e tirare in causa l'amico Fosson, precisamente là dove si dice "predisporre procedure, finanziamenti e strutture necessari per il passaggio dell'aeroporto Corrado Gex al 3° livello che comporta anche l'apertura al traffico aereo commerciale". Qui ci veniva continuamente riferito dall'Assessore Fosson che i lavori erano terminati, che le procedure erano già in stato di avanzata esecuzione...

(...Interruzione dell'Assessore Fosson...)

... così come anche tutte le strutture e le apparecchiature per i radar e tutto il resto... mai detto? Glielo faremo sottolineare dai vari partecipanti a queste Commissioni.

Volevo chiedere, quando si parla del collegamento Courmayeur - La Thuile, se questo è il famoso collegamento in alta quota con quel tunnel che era stato richiesto fra il Comune di Courmayeur e la società che gestisce gli impianti della Val Veny.

Per quanto riguarda il piano energetico, ritengo che giustamente qualcuno abbia già fatto rilevare che non è il caso di andare ancora a chiedere all'ENEL di sfruttare le acque della Valle d'Aosta; forse qui è più logico fare un discorso per incentivare privati, Comuni, consorzi di Comuni, cooperative, oppure creare società miste per sfruttare direttamente queste risorse.

La Finaosta: il Presidente della Giunta diceva al Consigliere Riccarand che era il caso di leggere quanto era scritto. Ebbene, ho letto attentamente il passaggio che parla del ruolo della Finaosta e, pur non volendo smentire quanto qui scritto, direi che si poteva anche scrivere molto altro sulla questione della Finaosta. Ad esempio potrei mettere in dubbio quando si dice "capaci di stimolare la formazione di imprese potenziali prive di risorse finanziarie e strutturali"; io direi che chi non ha capacità finanziarie e strutturali forse è meglio che faccia un altro lavoro e non faccia l'industriale.

Per quanto riguarda la Finaosta, dico che non è proibito chiedere a questa una eventuale programmazione sul territorio della Valle d'Aosta, sapere quindi dove è più necessario creare delle fabbriche; credo che non sia vietato chiedere alla Finaosta che possa dare delle indicazioni sui tipi di industrie da creare in Valle d'Aosta e soprattutto tenendo conto di quello che può essere il non inquinamento e di quello che può essere il valore aggiunto dato ai prodotti finiti.

Corro veloce e parlando della banca regionale ritengo che si possa parlare, oltre a quanto già detto, anche di una federazione, in Valle d'Aosta, fra le casse rurali, con capofila la banca regionale, affinché ci sia la possibilità di far fronte a quei grandi finanziamenti che forse una sola struttura da sola non potrebbe sostenere.

Sulla casa da gioco vorrei intanto sapere quali sono le intenzioni della maggioranza: se si vuol parlare di una gestione pubblica, se si vuol parlare di una gestione mista, se si vuole continuare con una gestione privata. Ora, parlando di olimpiadi senza voler rifare il discorso fatto nei giorni precedenti e anche oggi, quando si dice che tutto avverrà in un quadro di rispetto delle caratteristiche ambientali e delle vocazioni naturali del territorio valdostano, dico che dopo il programma presentato ci vuole una bella faccia tosta a scrivere queste cose. Dico altresì che il Consigliere Mafrica forse non avrebbe dovuto scrivere che la "Regione continuerà ad adoperarsi, dopo le iniziative già assunte per ottenere l'assegnazione alla Città di Aosta dei giochi olimpici invernali, che vorrebbe dedicare alla memoria di Leonardo David", perché qui altri meglio di me lo sanno che è stato fatto un affronto alla memoria di Leonardo David e alla sua fa-miglia.

Per quanto riguarda la piccola e media impresa, sarebbe bene sottolineare che gli insediamenti non devono essere inquinanti, così come è sempre stato detto e scritto finora.

Quando si parla di acquisire al patrimonio pubblico delle aree dismesse dalla Cogne, direi che questo è un accordo che da anni si sta cercando di avere con la società Cogne, tant'è vero che i finanziamenti esistono già e 80 miliardi sono depositati in Finaosta. L'unica cosa che mi fa piacere è di non aver trovato su questo elenco la fine della Cogne, così come era stato detto da un rappresentante di una forza di maggioranza, il quale diceva: "Sarebbe bene vedere la sistemazione del villaggio olimpico alla Cogne, in quanto la Cogne da qui a cinque anni chiuderà".

Per la questione che riguarda il Comune di Aosta si sottolinea che il Comune stesso è intasato da quelli che sono i servizi per tutti i cittadini della Valle; arriviamo poi ad un certo punto dove si dice che nel Comune di Aosta dovrà ancora essere fatto un centro congressi, dovranno essere fatti l'auditorium e tutta un'altra serie di strutture. Allora qui c'è una incongruenza: o la città di Aosta è già intasata, pertanto bisogna trovare delle soluzioni al di fuori del Comune, oppure Aosta ha ancora molti spazi liberi da poter fare tutte queste opere. Parlando poi del centro congressi, se ne parla a pagina 9, ma quando arriviamo alla pagina della cultura, pagina 19, ce ne siamo completamente dimenticati.

Sorvolo per il momento su quelle che sono le politiche sociali, chiedendo solo se qualcuno mi può spiegare meglio i primi due paragrafi che riguardano le politiche sociali; per gli altri avremo la possibilità di intervenire in un secondo tempo.

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Si dà atto che dalle ore 11,28 assume la Presidenza il Vicepresidente Stévenin.

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Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Faval, ne ha facoltà.

Faval (UV) - Le sentiment qui m'est venu à l'esprit après la lecture de ce programme et surtout après la lecture du chapitre "Lignes générales", qui illustre les bases idéologiques et philosophiques auxquelles s'inspire l'action politique et administrative que cette nouvelle majorité va nous proposer, a été un sentiment partagé entre l'embarras d'un coté et la réjouissance de l'autre.

L'embarras parce qu'on s'est trouvé face à un programme que nous avions pu écrire nous-mêmes, et une certaine réjouissance parce que le fait que les propositions politiques fondamentales auxquelles l'on veut s'inspirer de la part de cette nouvelle majorité font référence au fédéralisme que nous prêchons depuis quarant'ans, depuis notre naissance, nous fait penser que notre discours politique a été un discours qui a laissé des traces importantes; nous fait penser que l'action politique et administrative déployée par l'Union Valdôtaine dans les dernières seize années a laissé une trace en dehors de laquelle aucune force politique en Vallée d'Aoste pense pouvoir aller.

Mais en réfléchissant mieux je me suis demandé, et je vous pose la question, quel est de la part de la communauté valdôtaine le bien-fondé qui peut être attribué à ces propos, quand l'équipe qui nous les propose est une équipe qui ramasse les gladiateurs; parce que s'il est vrai que l'hétérogénéité peut en quelque sorte promouvoir la dialectique, il est aussi vrai que trop souvent, surtout en tout cas dans les moeurs politiques de ce pays, l'hétérogénéité provoque la confusion. Et c'est dans cette confusion que nous vivons, parce qu'à ce point il est difficile d'expliquer comment les partis politiques qui forment cette majorité, au moment où ils affirment de toute évidence leur adhésion au fédéralisme, aux principes de cette théorie ou si vous préférez a cette idéologie politique, cette adhésion est faite au moment où l'on mets à l'opposition le mouvement politique qui en Vallée d'Aoste a oeuvré dans ce sens et a cherché de mettre toute la vie politique valdôtaine, tous les protagonistes de la vie politique valdôtaine vers ce but. Vraiment la question est inquiétante.

Mais le manque de crédibilité par rapport à ce programme ne demeure pas uniquement dans des affirmations de principe, sur l'application desquelles nous croyons avoir le droit de douter; le manque de crédibilité est de toute évidence si l'on s'arrête à réfléchir que tout ce que vous pensez réaliser dans les lignes et les pages que vous nous avez soumises, devrait se réaliser dans un temps limité de trois ans. Ou bien vous avez surestimé vos capacités, tout en exprimant envers cette majorité les appréciations personnelles que nous pouvons avoir envers tout le monde, mais si vous voulez avoir un minimum de crédibilité, vous ne pouvez pas penser que la communauté valdôtaine puisse croire que dans trois ans cette liste immense de propos puisse s'accomplir.

Nous avons plutôt la sensation qu'il s'agit d'un programme qui est le résultat d'un malaise de ressembler idéologies différentes, histoires et cultures différentes, dont le résultat est une sorte d'éclectisme et d'une homogénéisation qui porte à un manque complet et absolu de personnalité. Je n'ai pas vu dans ce programme une marque significative par rapport aux programmes que les différents partis au niveau plus général de leur idéologie normalement nous proposent dans leurs journaux, dans leurs documents.

Je répète, il s'agit plutôt d'une opération de remaniement d'une série de théories, d'une série de positions bien différentes entre elles, de façon à ce qu'il y ait un peu de tout, mais rien de précis, rien de véritablement convaincant.

Nous devons alors vous demander de réfléchir sur le futur, mais ce n'est peut-être pas l'adresse juste celle que j'ai employée, c'est-à-dire de le demander à vous-mêmes; c'est plutôt à la communauté valdôtaine de demander de réfléchir si elle pense que ce programme soit effectivement le futur de la Vallée d'Aoste, et le futur de la Vallée d'Aoste qui puisse être réalisé dans une période de uniquement trois ans.

Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Mafrica, ne ha facoltà.

Mafrica (PCI) - Devo dire che sono un po' sorpreso dall'atteggiamento preconcetto dei rappresentanti della minoranza, in particolare dei rappresentanti dell'Union Valdôtaine verso questo programma. Il tentativo di liquidarlo credo sia del tutto non corrispondente alla natura del documento che è stato sottoposto all'attenzione del Consiglio e mi sembra più onesta, pur non condividendone il principio politico, la posizione del Consigliere Riccarand, il quale ha detto: "In questo programma ci sono delle novità, ci sono delle cose buone, lo condivido all'80 percento, non sono d'accordo con questa maggioranza".

Ora, è scontato che l'Union Valdôtaine non è d'accordo con questa maggioranza, ma oggi avrebbe dovuto a mio giudizio entrare nel merito del programma, e non ribaltare continuamente il discorso sulla natura della maggioranza.

Si dice: questo è un programma che contiene troppe indicazioni, un programma che non sarà realizzato in tre anni; credo che dovrebbe essere chiaro alle forze politiche che i programmi sono dei quadri di riferimento generali entro i quali vanno poi collocate le diverse iniziative. D'altronde sono state rilevate delle omissioni anche particolari, perché chiedere che ci sia nel programma la precisazione che si vuole fare lo stabilimento dei prosciutti è pur sempre una richiesta legittima, però, se si fanno questi rilievi di omissioni, figuratevi se il programma non avesse avuto questa complessità cosa si sarebbe dovuto dire.

Quindi il programma è un quadro di riferimento di indicazioni politiche articolate, entro le quali si collocheranno le diverse iniziative o i primi passi di queste iniziative. Il programma ha una parte generale che contiene le indicazioni politiche, ha una parte relativa al territorio con delle indicazioni molto precise per ciò che riguarda l'ambiente, ha una parte relativa alle principali strutture che operano a livello regionale nel campo dell'economia e dei servizi, ha una parte relativa alle attività produttive e una alle politiche settoriali.

E' uno strumento che non può essere considerato che dinamico, vale a dire verrà man mano arricchito da una parte dei successivi approfondimenti che dovranno essere compiuti a livello di maggioranza su punti ancora non definiti, ed è ovvio che il punto sulle modalità di svolgimento delle elezioni in Valle d'Aosta è un punto aperto sia perché deve essere approfondito all'interno della maggioranza, sia perché richiede necessariamente il contributo dell'Union Valdôtaine.

La questione del Casinò ha cominciato ad essere approfondita subito con il coinvolgimento del Consiglio; non appena è arrivata una proposta da parte della Sitav, immediatamente è stata convocata la Commissione competente, cosa che non è stata fatta in precedenti occasioni da precedenti maggioranze e da precedenti Giunte.

Quindi è uno strumento dinamico, è uno strumento che vuole essere di partecipazione; sulla base di questo programma credo si siano avviati già alcuni incontri da parte della Giunta, credo che altri incontri con categorie, associazioni, organizzazioni varie dovranno essere successivamente messi in campo perché si approfondiscano i temi, in quanto i programmi hanno queste caratteristiche di tracciare dei binari con i quali poi si dovrà marciare, ma non di definire fin nei minimi particolari ogni cosa.

Il fine generale del programma, è stato rilevato, è il seguente: favorire l'ingresso della nostra Regione nel processo di unificazione europea in termini di modernizzazione e in termini di riforma delle istituzioni. Si parla di federalismo - si è detto - le forze politiche della maggioranza non sono molto abili in questo campo, la primogenitura è dell'Union Valdôtaine; nessuno vuole disconoscere all'Union Valdôtaine i suoi meriti e i suoi approfondimenti sul tema del federalismo. Mi permetto di sottolineare però che l'atteggiamento delle forze di maggioranza rispetto al tema del federalismo (e parliamo delle forze di maggioranza della Valle d'Aosta) è l'atteggiamento di un federalismo visto come aggregazione e come apertura alle realtà confinanti e alle realtà statali. Si vede in questa impostazione un modo di atteggiarsi che credo possa trovare concorde l'Union Valdôtaine, però possa anche in alcune parti discostarsi. E' un tema su cui confrontarsi per il futuro ed è l'unica strada che può essere razionalmente e storicamente perseguita non solo in Europa ma anche in altre parti del mondo, se si vogliono tenere insieme gli Stati e se si vogliono impedire crisi a livello mondiale di una certa gravità.

Per quello che ci riguarda, noi vediamo il federalismo come uno strumento di riforma, di partecipazione e di decentramento anche verso il livello più basso delle competenze, dei poteri; il cosidetto principio di sussidiarietà è per noi un principio che deve cominciare ad essere applicato in questa Regione e con il contributo di questa Regione in tutte le realtà.

Questo programma contiene dei temi che sicuramente sono stati affrontati anche da altre maggioranze e che verranno affrontati dalle maggioranze che seguiranno, però per ciò che riguarda l'ambiente, la trasparenza, le politiche sociali, mi pare che ci siano delle indicazioni precise che vanno oltre quanto contenuto in programmi in atto o in documenti precedenti.

Credo che di questo si debba dare un riconoscimento e su questa strada credo che la maggioranza si impegni tutta insieme.

Il programma, voglio sottolinearlo, è l'insieme degli obiettivi e la delineazione delle strade che si intendono seguire; la maggioranza si pone questi obiettivi, intende seguire queste strade, la maggioranza si fa strumento di perseguimento di questi obiettivi.

Credo che tutte le contestazioni che vengono fatte alla eterogeneità della maggioranza sono in gran parte polemica di parte; la maggioranza si è costituita come una maggioranza di emergenza, come una maggioranza di decantazione, come una maggioranza di carattere programmatico: non ha mai voluto alterare queste sue caratteristiche. Presenta un programma, vuole essere giudicata sulla natura di questo programma e sulle realizzazioni che poi questo programma troverà.

Credo che un punto importante, quello del ruolo del Consiglio, abbia già trovato significativi sviluppi. L'istituzione del relatore, con tutte le difficoltà che comporta per i Consiglieri e per il funzionamento tradizionale del rapporto fra Giunta e Consiglieri, è qualcosa che già c'è e che dovrà essere perfezionato. Si è andati avanti, come maggioranza, sulla strada del finanziamento ai Gruppi stessi; si stanno affrontando in qualche modo problemi che prima non venivano affrontati di sedi e di locali per i Gruppi stessi. Tutto si può dire, ma dire che si vuole negare il ruolo del Consiglio regionale, credo non corrisponda al vero.

Questa maggioranza è pluralista, io direi, più che eterogenea, che è il termine che voi amate usare; dovreste riconoscere che si tratta di una maggioranza in cui ci sono più voci, più componenti che si riconoscono in un programma e per quello che riguarda il partito di cui faccio parte, bisogna dare atto a questa maggioranza di essersi accorta per tempo dei mutamenti che stavano avvenendo nelle forze politiche e di aver preso atto dei cambiamenti che stanno avvenendo nel PCI, cosa che altre maggioranze, guardando le cose con atteggiamento di sufficienza, non avevano voluto prendere in considerazione. Il mondo sta cam-biando, cambierà ancora, stanno cambiando le forze politiche, quindi questa presunta eteroge-neità andrà misurata sui fatti e sulle iniziative concrete.

Si dice che i primi passi, le prime nomine contrastano con quanto si scrive nel programma in materia di trasparenza: mah, può anche essere vero! Per quel che riguarda il passato, è sicuro che le lottizzazioni presunte erano difficili perché c'era una grande uniformità nell'attribuzione degli incarichi, c'era un movimento che faceva la parte del leone; adesso forse non si è ancora arrivati a cambiamenti ma si dovrà arrivare, perché i comportamenti delle forze politiche vengono modificati da cambiamenti delle regole, non sono modificazioni che avvengono per atti naturali e volontaristici. Occorre modificare le regole e l'impegno che la nostra forza porta in questa maggioranza è di operare perché si cambino le regole. Quindi, la materia delle nomine dovrà essere regolata attraverso un'apposita legge.

La materia della trasparenza: nel programma si parla di un bollettino che recherà l'elenco delle ditte che hanno ottenuto gli appalti, delle persone che hanno ottenuto consulenze e incarichi; il fatto stesso di far conoscere queste cose favorirà e darà spunto e sviluppo al tema della trasparenza.

Credo quindi che questo programma meriti un'attenzione più seria e meriti un giudizio più meditato; non è il programma del Partito comunista, è il programma della maggioranza: i tentativi di attribuirlo ad uno piuttosto che agli altri sono pretestuosi. Il Partito comunista crede a questo programma e ritiene che alcuni punti che vi sono tracciati siano elemento importante per la vita stessa della maggioranza. Mi riferisco ad alcuni impegni che vengono presi in materia di trasparenza, ad alcuni impegni che vengono presi in materia di ambiente, di impatto ambientale, di inversione rispetto al passaggio dei TIR, di rilancio produttivo con gli interventi adeguati della Cogne, di interventi nel campo sociale, di interventi da fare nei confronti dei Comuni. Tutte queste cose che stanno scritte rimarranno scritte e saranno per noi l'elemento da sottoporre a verifica.

Credo che il passaggio da una impostazione autocratica ad una impostazione democratica non sia facile e che si corra il rischio di fermarsi ad un livello di oligarchia prima di passare a quello della democrazia; ma noi porteremo per quello che ci riguarda tutte le nostre energie perché si vada verso una sempre maggiore democrazia. E riteniamo la cosa indispensabile non solo per noi ma per tutte le forze politiche.

C'è in questo paese un senso di distacco crescente dalle forze politiche proprio perché la democrazia non fa passi sufficienti in avanti. Crediamo nella democrazia, abbiamo voluto nel nome stesso della nuova formazione politica mettere in rilievo che il nostro partito vuole essere un partito democratico della Sinistra, e riteniamo questo l'impegno fondamentale.

L'Union Valdôtaine ha fatto la sua parte e continuerà a farla in questo Consiglio, però mi permetto di fare due osservazioni. Vedo nell'atteggiamento di questa forza politica due difetti: il "continuismo", vale a dire il voler riferire ogni iniziativa, ogni idea a proprie azioni, a proprie impostazioni, e se può essere in parte vero, se assunto con continuità questo metodo può portare a delle difficoltà nei rapporti con le altre forze politiche. Vedo anche nell'Union Valdôtaine una certa unilateralità, cioè una presunzione di essere l'unica, vera depositaria della tutela delle particolarità del popolo valdostano, delle tradizioni, dei bisogni. Anche questo atteggiamento merita una riflessione. Noi ci attendiamo dalle forze di minoranza, in particolare dall'Union Valdôtaine, una riflessione più seria e un atteggiamento più costruttivo.

Crediamo che questo programma possa avere delle caratteristiche che non vengono condivise, possa avere dei punti non sufficientemente sviluppati, crediamo però che sia un programma dignitoso, serio, che dovrebbe essere valutato con serietà da parte di tutti e non liquidato in un puro e semplice gioco delle parti. Se si vuole continuare con il gioco delle parti, ognuno farà la sua parte; se si vuole invece avere in questo Consiglio la possibilità di confronto reale per risolvere i problemi veri della popolazione nel modo più giusto, il confronto deve avvenire sulle cose, sui metodi, sulle regole e non deve essere sempre ridotto a questioni di schieramento.

Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Agnesod, ne ha facoltà.

Agnesod (UV) - Je veux dire avant tout que je n'avais pas d'intention d'intervenir dans cette discussion, puisque je suis convaincu que c'est un document préparé en grande vitesse, qui reprend presque entièrement les lignes tracées par le précédent gouvernement. Sur quelques points la majorité actuelle a voulu mettre quelque chose de son sac, et voilà les contradictions et voilà les incompréhensions, le manque de clarté qui serait nécessaire sur un document de programme.

On cite le fédéralisme et après on voit tout un discours - que quelqu'un avant moi avait déjà défini inquiétant - sur la ville d'Aoste, sur ce centre qui serait le pilier du travail programmatique. Mais le fédéralisme n'est pas pareil, le fédéralisme prétend un égal traitement envers tout le monde; les autres Communes de notre Vallée ont les mêmes droits que la ville d'Aoste, même si elles sont moins nombreuses en tant que nombre de population. Et là on peut comprendre le vrai objectif de cette majorité: travailler sur Aoste, sur le nombre, pour avoir au plus vite un avantage. Mais alors ne venez pas à parler improprement de fédéralisme et d'égalité, c'est autre chose. Avant tout fédéralisme signifie nécessité de volonté, clarté et capacité administrative.

Presque le même discours on pourrait le faire à l'égard du tourisme; a page 14 on cite les interventions sur les structures de ski les plus prestigieuses: j'aimerais savoir quelles sont, pour exprimer mon propre jugement, les plus prestigieuses. Mais quand même il est évident que la volonté est de primer quelqu'un au détriment de quelqu'un d'autre, les plus faibles.

Cela ne m'étonne pas trop, puisque j'ai approfondi, en tant que rapporteur de Commission, le projet de loi n° 226 sur les subventions aux remontées mécaniques et là aussi cette majorité démontre sa volonté de pénaliser les petites et moyennes entreprises à faveur de quelque gros centre touristique.

Une dernière remarque, puisque j'estime que le document en question dans l'ensemble mérite peu de considération, pour les motivations que j'ai exprimées en précédence. La remarque est sur le point à page 22 du programme: là où on dit de revoir les compétences respectives de la Région, de l'Unité Sanitaire Locale et des Communes, il y a une contradiction claire et nette. Comment on peut revoir les compétences d'un autre organe administratif qui est souverain, au moins doit être souverain selon ceux qui ont au coeur l'esprit de démocratie et du fédéralisme.

Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Ricco, ne ha facoltà.

Ricco (DC) - Signori Consiglieri, anche se all'inizio non c'è stata completamente l'alternanza, ora vedo che viene rispettata.

Mi permetterò di fare alcune brevi considerazioni sugli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto.

Il Consigliere Riccarand afferma che il programma presentato non è un programma che si può realizzare nell'arco di tre anni, ma piuttosto un programma a tempo indeterminato, che probabilmente questa maggioranza non potrà portare a compimento sia per la sua ampiezza, sia per la sua non sicura durata nel tempo.

Caro Riccarand, caro amico Faval, allorquando una forza di governo, una maggioranza redige un proprio programma, non può porsi un limite per diversi motivi, per esempio, deve invece fare un programma realizzabile e ritenuto valido anche per i posteri. Programma teso a soddisfare i bisogni della collettività, teso a migliorare la vita economica e culturale della nostra gente.

Inoltre, nessuna maggioranza di governo si pone una durata limitata nel tempo, altrimenti sarebbe come ammettere una carenza di fede nelle proprie capacità di governo, ed inoltre ogni forza di maggioranza spera di durare più a lungo possibile. Anche la speme ultima dea fugge i sepolcri.

Altri hanno accennato che il programma contiene alcune enunciazioni similari al programma della Giunta precedente; se questo fosse vero, al massimo dimostrerebbe il mio concetto esposto adesso che ogni forza presenta dei programmi contenenti principi sani, che non possono essere cancellati, dimenticati da altre forze, altrimenti non si potrebbe concretizzare il raggiungimento, come dicevo, dei fini politici tesi a migliorare la vita sociale e politica della collettività amministrata.

Altri si sono lamentati di un accenno a controlli più efficaci; nessuno ha voluto affermare che prima i controlli non erano seri, ma la vita collettiva non è statica, bensì è dinamica, in continua dinamica direi! E appunto in conseguenza delle situazioni nuove che vengono a crearsi, si appalesa la necessità di incrementare i controlli per renderli più aderenti alla nuova realtà venutasi a creare.

Il Consigliere Voyat si è lamentato di avere il programma solo ieri pomeriggio, e di aver visto qualche giorno prima una recensione giornalistica sul programma stesso. Oltre a complimentarmi con il Consigliere Voyat che manifesta capacità di avere amici informatori sparsi in tutti i settori, dovrei anche io offendermi per non averlo visto prima, ma non lo faccio, perché mi ricordo che qualche volta la vecchia Giunta lo ha consegnato in serata e non nel pomeriggio.

Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Monami Cristina, ne ha facoltà.

Monami Cristina (PCI) - Intervengo per la seconda volta, mi dispiace, non vorrei apparire invadente ma sono stata chiamata dal Consigliere Voyat a dover dire due parole riguardo i due primi capitoli relativi alle politiche sociali.

Mi rendo conto che non è materia semplice e di facile intuizione per chi non la mastica. Cercherò di essere breve, se non sono chiara fatemelo notare e fermatemi, perché ritengo questo un argomento molto importante e lo ritengo anche oggetto di discussioni future in quest'aula.

Si parla di tempo; ma l'uomo vive su questa terra calato in uno spazio temporale oltre che spaziale. Lo spazio e il tempo l'uomo se li è modellati a suo uso e consumo per il suo benessere e per la sua sopravvivenza, talvolta anche sconfinando in aggressività nei confronti di altri uomini e nei confronti dell'ambiente in particolare. Questo per quanto riguarda lo spazio.

Per quanto riguarda il tempo, il genere umano ha strutturato i suoi tempi a seconda della fase storica che stava vivendo, per cui i venti anni di studio, i venti anni di lavoro, i venti anni di riposo o di pensione rispondono ad una fase storica, a motivi contingenti e quindi alla necessità di adattare la propria produttività al tempo, alle ore del giorno.

Si è osservato che la strutturazione che il genere umano ha fatto dei suoi tempi non risponde più al giorno d'oggi a tutte le necessità che questo animale pensante, che questo essere pensante al giorno d'oggi ha. Per esempio, la longevità dell'uomo scombussola questa strutturazione del tempo, molti si trovano ad essere sbattuti in pensione in una età in cui sono ancora efficienti, in cui sono ancora validi, in cui possono ancora dare molto a questa società, quindi questo è un misero piccolo esempio di come questa suddivisione comincia a dimostrare le proprie contraddizioni e quindi richiede di essere ristudiata.

La strutturazione stessa della giornata in otto ore di riposo di notte, otto ore di lavoro di giorno e otto ore di tempo da dedicare per sè, è una strutturazione che risponde a quella società dove l'essere produttivo o producente o lavoratore è l'uomo, perché a casa c'è una donna che si occupa della famiglia, si occupa di altre attività. Il mondo del lavoro adesso vediamo che è invaso anche dalle donne, il mondo del lavoro non appartiene più per definizione soltanto all'uomo, appartiene anche alla donna, quindi molte donne e anche molti uomini si trovano a dover fare le otto ore di lavoro, le otto ore di riposo di notte, ma di non avere più quelle otto ore di tempo per sè e di dover utilizzare ancora quel terzo della giornata in ulteriori lavori che sono la cura ai figli, ai familiari, ai nonni, alla famiglia.

Allora cosa si vuol dire quando si dice che l'attuale organizzazione temporale del lavoro e dei servizi non risponde più alle esigenze dell'umanità attuale? Si vuole dire che i tempi sono maturi per riflettere su questo, per riflettervi in termini positivi e per poter dare alla vita di ognuno di noi, uomo o donna che sia, un'altra dimensione, per poter ricondurre gli uomini intesi in senso sessuale, i maschi, per ricondurli a casa, per permettere loro di riappropriarsi di spazi della propria vita che sono gli spazi affettivi, che sono gli spazi dell'amicizia, che sono gli spazi dello studio e del tempo libero, e per consentire alle donne di non vivere con contraddizione il mondo del lavoro e il mondo della famiglia.

Significa questo e sarei molto contenta che di questo si parlasse in futuro. Qui chiediamo che si faccia una ricerca su come la popolazione valdostana vive i suoi tempi, su quali sono le contraddizioni rispetto ai tempi che impediscono ad un uomo e ad una donna di vivere con serenità, ma che li spingono sempre di più a vivere con affanno e problematicamente la propria vita.

Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Rollandin, ne ha facoltà.

Rollandin (UV) - Après les interventions au sujet du programme qui a été présenté - et je conviens avec ceux qui l'ont dit, dans une phase qui est à mi-chemin entre le moment où le programme devrait justifier l'accord des forces, et le moment où toute une série de problèmes reviendront (car quand l'on présentera le budget il est évident que les problèmes réels seront à nouveau à l'attention du Conseil) - je ne veux pas réexaminer chaque détail, mais je voudrais souligner un aspect. Si j'ai pu saisir jusqu'au fond une accusation qui a été faite au Groupe de l'Union, de vouloir être là pour un certain "continuismo", je crois qu'au contraire il y a de l'autre côté un certain "camaleontismo" qui est évident.

Tout le monde a eu la possibilité de faire une confrontation entre les deux programmes et si cela est nécessaire je vais les lire point par point. Tout le monde a le texte, alors je ne voudrais pas prendre trop de temps à l'assemblée; mais les points reviennent tous, sauf - et là la remarque est importante - dans certains secteurs que je citerai.

Alors, face à ces problèmes, s'il est intéressant de relire les interventions qui avaient été faites lors de la présentation de ce programme de la part de certains personnages, je crois qu'en même temps il est intéressant de dire ce qui se passe aujourd'hui.

Une petite nuance qui, je crois, est le concret, c'est que face à certains problèmes nous sommes déjà en train d'assister à la réalisation de ce que nous avions dit; et là aussi, si on me le demandera, je ferai la liste des problèmes qui ont déjà été non seulement entamés mais déjà sur le point d'avoir une solution.

Les thèmes que, au contraire, je voudrais reprendre sont les thèmes que je retiens importants pour un rapport de notre Région face au Gouvernement et face à l'Assemblée européenne, rapport qui deviendra le vrai rapport du futur.

Pour ce qui est du Gouvernement, je dois dire qu'il y a encore toute une série de problèmes qui méritent une certaine attention. On a cité celui de l'industrie, mais attention: il y a un accord IRI-Région, qui malheureusement n'a pas le respect dû et là c'est la faute au fait qu'on n'a pas eu de réponse et que, à ce que je sais, on n'a pas seulement des réponses contradictoires, mais on manque de parole face à ce qui a été dit.

Le problème concernant le règlement, qu'on avait posé, a enfin été réalisé en partie, mais il manque toute une série de problèmes qui, au contraire, sont à l'attention: voir le rapport avec les Communes, et là le retard est évident.

Ici on a cité le problème du Parc; je crois que, là, on ira examiner les documents qu'on a présentés, après une étude qui avait été prédisposée pendant deux ans et qui, finalement, est l'unique façon de retrouver un thème; là, où on puisse avoir une confrontation aussi avec l'Etat.

Mais, et c'est la chose la plus grave, je crois que la tentative de la part de l'Etat de grignoter à chaque instant et avec tous les moyens les financements ordinaires aux régions à statut spécial, y comprise la nôtre, est évidente. Et alors, là, ou bien on va marquer avec toute évidence un chapitre qui soit le plus clair possible sur toute une série de possibilités qu'on pourrait avoir et qui au contraire viennent à manquer, ou bien on risque de perdre une occasion. A cet égard j'ai cité hier un petit exemple, les fonds Gescal.

Mais si nous allons voir ce qui se passera dans le domaine de la santé et de l'aide sociale, nous irons vraiment, d'ici quelque temps, prendre la plus part du budget pour intervenir dans ce secteur; un secteur qui n'est pas uniquement pour le Val d'Aoste, mais aussi pour tous ceux qui viennent au Val d'Aoste, ce qui n'a pas été remarqué jusqu'à présent. Et alors, là, je crois qu'ou bien il y a un volet très précis et l'intention de faire entendre la voix - j'espère unitaire, face à des problèmes qui sont réels et concrets - autrement je crois qu'il serait un peu nuancé de se taire sur ces problèmes, et je me rappelle encore la reproche de quelqu'un au moment où on avait accepté dans la majorité les socialistes: "Mais croyez-vous de résoudre ces problèmes en ayant une force en plus qui a des liens avec Rome?"

Pour ce qui est des rapports avec la CEE, j'ai lu avec un peu d'inquiétude que tout a été réglé en prévoyant un bureau qui puisse régler les démarches au niveau européen. Mais je crois que, de cette façon, c'est un peu réduire le problème de prévoir une participation active de notre Région à l'Europe; je crois, au contraire, que le problème réel est de préparer nos fonctionnaires, nos entrepreneurs au défi de l'Europe. C'est un problème de formation, il ne s'agit pas d'avoir un bureau en plus à Bruxelles, il y en a déjà des bureaux, partout; le problème est d'avoir des personnes qui soient à même de régler les affaires. Les bureaux ne signifient rien du tout.

Mais alors, on veut donner vraiment la possibilité aux entrepreneurs, à toutes les forces sociales? Et n'oublions pas le problème social, le problème des postes de travail, le problème du déplacement des forces de travail. Quelqu'un l'avait bien dit, il y a deux ans: "Attention, il y a un livre de la CEE là où on parle de 2150 places de travail qui vont se déplacer". Qu'est-ce qui reste de tout cela? Quel est l'engagement face à ce problème, qui est lié aussi au déplacement qui est déjà en train de se passer? Des personnes qui appartiennent à d'autres endroits viennent ici et veulent être là pour travailler; et si elles ont la préparation active, elles vont s'insérer, au détriment des jeunes qui ne pourront plus avoir de poste de travail. N'oublions pas que, d'ici quelque temps, nous aurons le problème des gens qui ont une certaine préparation, des pays de l'Est.

Alors qu'est-ce qui reste de tout ça, face au problème de l'Europe qui est en train de grandir?

Le problème que je veux encore citer est celui social. Je suis très sensible au fait qu'il y ait un débat sur les thèmes, qui ont été rappelés, face à un changement du niveau de travail, face au système qui doit être le mieux réalisé pour la participation homme-femme. Je crois que là, un petit pas a été fait avec l'approbation du part-time pour les dépendants régionaux, afin qu'il y ait la possibilité de mieux examiner quel est le choix individuel face à une obligation qui existe.

Sur le problème social, je voudrais rappeler trois thèmes: le premier problème, que je croyais voir comme un volet à part, est celui des extra-communautaires. Je crois qu'on a fait du tapage qui justifiait suffisamment une intervention face à un problème qui se pose et qui doit être examiné d'une façon concrète, très peu démagogique, si possible avec les communautés locales, pour lui donner une solution.

Deuxième problème: je croyais que, face aussi à certaines affirmations qui avaient été faites, le tourisme et l'aspect social des thermes devaient avoir un certain essor. On ne parle même pas du problème des thermes. Je crois que le problème mérite une attention spécifique pour le développement qu'il peut avoir, compte tenu du fait qu'on est à même de dire que les thermes de Pré-Saint-Didier, d'ici quelque peu, pourront avoir une certaine évolution, et le problème des thermes de Saint-Vincent est toujours là.

Troisième problème: l'hôpital d'Aoste. Tandis qu'au moment où on avait présenté le programme on avait indiqué les choix qui avaient été faits - et là il y aura une motion qui dit ce qu'on veut faire, on demande des suggestions - au niveau d'hopital on dit: on peut faire l'une ou l'autre chose. Mais la question est des temps. Ne croyez-vous pas que le problème avait déjà été débattu? On n'avait pas seulement pris des engagements, mais il y a un financement de l'Etat qui risque de ne pas avoir la possibilité d'être utilisé à cause du fait qu'il n'y aura pas les projets qui sont à même d'être réalisés dans les termes dus. Ici il y a les fonds disponibles: on ne pourra pas les utiliser pour le simple fait qu'on n'a pas encore donné le oui final au projet qui avait déjà été analysé, approuvé par une partie des forces qui composent cette majorité, et qui disaient clairement leur indication face à une proposition existante. Et je me permets encore de souligner que j'aimerais savoir si face à l'ancien problème que nous n'avons pas eu la possibilité de régler jusqu'au bout, le problème de la propriété du Mauricien, on a des intentions spécifiques. Face a cette convention, qui était une solution précaire pour arriver à une utilisation finale qui devait être conséquente à une propriété de l'Administration régionale, là aussi il faudrait s'exprimer.

Toujours au niveau du social, là on a pris acte de tout ce qu'on a déjà réalisé; du fait qu'il y a l'Agence de travail, qu'il y a des bureaux qui ont été mis sur pied. Du problème social on a oublié de citer l'accord qui a caractérisé une période très importante avec les forces syndicales: l'accord de travail qui avait été signé entre l'Administration régionale et les forces syndicales.

Mais au-delà de ça, si j'ai bien saisi, on veut parler d'un bureau spécifique; quelqu'un parle du fameux business innovation center, et alors là j'inviterais à lire les actes de la rencontre de Saint-Vincent face à l'utilisation de ce bureau. J'ai eu la possibilité d'y assister, ont parlé ceux qui avaient une expérience directe du fonctionnement de ce fameux bureau, et là on a dit que c'était une faillite générale. J'invite à lire les actes de ceux qui ont pris la parole au congrès, qui visait à donner une indication face à ce problème, car au contraire je crois qu'au niveau régional on a déjà réglé cet aspect d'une façon sérieuse. Il existe des moyens au niveau de l'Assessorat, des moyens au niveau de la Finaosta, des moyens au niveau de l'Agence de travail qui a les compétences données par la loi de l'Etat et par la loi régionale 56. Je crois que là il y en a suffisamment pour dire qu'une certaine attention à certains problèmes devrait y être.

Et encore une petite nuance: autrefois on avait essayé de faire des pas pour avoir à Aoste l'institution du tribunal des mineurs. On avait pris déjà des contacts, on avait fait des pas pour avoir le tribunal ici à Aoste, car à présent pour chaque cas qui va s'insérer dans un discours très difficile des mineurs, il faut aller à Turin pour régler des affaires qui, au contraire, pourraient être réglées à Aoste.

En ajoutant que nous présenterons un projet pour avoir le service militaire à base régionale, ce qui est aussi un service social, je crois de dire que ce n'est pas tellement le cas de faire des "distinguo" à propos du programme, autrement on risquerait de faire vraiment "il gioco delle parti" qui n'a pas tellement d'intérêt. Au contraire, il est beaucoup plus sérieux de suivre ceux qui seront les choix qui sont conséquents aux intentions, car c'est vrai - et M. Mafrica l'a voulu reprendre et je suis heureux de l'apprendre aussi - que finalement la thèse qu'on était en train de dire - c'est-à-dire que le programme est une série d'idées qui par la suite devront être réalisées - a été saisie. Là oui, c'est un peu "il gioco delle parti", on l'avait dit à maintes reprises; mais, au-delà de ça, on n'est pas ici pour faire une critique qui soit destructive; au contraire, on est ici pour suivre avec attention ce qui se passera dans une phase concrète de propositions.

Et là nous pourrons mener la bataille que le Groupe est en train de faire, pour essayer de viser à une politique concrète qui soit liée aux principes du Statut, qui sans doute peut être amélioré, mais qui a encore des principes qui sont valables aujourd'hui. A cet égard, dernier point, je crois que la Commission qu'on avait instituée, la Commission pour les affaires institutionnelles, a fait un travail remarquable et j'espère le plus tôt possible de pouvoir le discuter. Reprendre ce thème est important, c'est le résultat d'une indication qu'on avait donnée il y a deux ans et qui est en train de donner ses fruits.

Si on a envie de travailler avec du bon sens, il y a la possibilité de le faire; il est important de prévoir qu'il y ait, après les intentions, des choix; alors on pourra discuter sur les thèmes. Et c'est dans ce sens qu'on ira s'exprimer, non pas sur un programme qui est une déclaration d'intentions qu'on a déjà commentées.

Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Andrione, ne ha facoltà.

Andrione (UV) - Nous avons été frappés, émus et très heureux d'apprendre que cette majorité veut et prône partout la transparence, et alors nous avons pensé qu'il est peut-être bien de mettre politiquement à l'épreuve ces bonnes intentions et pour cela nous présentons un petit ordre du jour dont je donne lecture:

"Vu que dans le programme régional on affirme que la Région s'efforcera d'appliquer des principes d'impartialité et de transparence administrative etc.; attendu que le débat en cours et au Parlement italien et dans les différents partis politiques prouve, comme l'affaire Gladio le démontre, que le gouvernement italien manque totalement de transparence; estimant qu'il est impossible d'être transparent à Aoste et opaque à Rome;

le Conseil régional du Val d'Aoste

invite les parlementaires du Val d'Aoste à adhérer aux initiatives visant et à la constitution d'une commission d'enquête qui clarifie toute la question et à la démission du Gouvernement Andreotti; donne pouvoir au Président du Conseil d'adresser cet ordre du jour aux Présidents du Sénat et de la Chambre."

Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Mafrica, ne ha facoltà.

Mafrica (PCI) - Poiché la risoluzione presentata testè dal Gruppo dell'Union Valdôtaine non mi pare faccia riferimento al programma, presento una brevissima risoluzione con cui sarà possibile concludere approvando o meno gli indirizzi e le indicazioni del programma.

Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Milanesio, ne ha facoltà.

Milanesio (PSI) - Sarò abbastanza breve, tenuto conto che la discussione che si è sviluppata mi pare sia una discussione piana, serena, costruttiva, dove si sono potute scambiare valutazioni che non mi sembrano divergenti, o quanto meno sono abbastanza convergenti sulle linee programmatiche presentate dalla maggioranza per il triennio 1990-93.

Le osservazioni che sono pervenute dai banchi che non appartengono alla maggioranza ci sono nel complesso sembrate costruttive; sono dichiarazioni di attesa, sono dichiarazioni che vogliono mettere alla prova, giustamente, la Giunta regionale, la nuova maggioranza, che è sorta in un momento convulso della nostra storia politica, che era stata dipinta come una maggioranza che non sarebbe stata in grado di fare delle proposte. Queste proposte ci sono, sembra che siano anche complessivamente apprezzate e naturalmente si dà l'appuntamento alla prova dei fatti; e questo mi sembra corretto e ragionevole.

Devo dire che questo programma, come tutti i programmi, risente qualche volta in alcune affermazioni di una certa genericità; le formulazioni che sono state concordate e condivise dalle forze della maggioranza possono far sì che qualcuno si rispecchi di più in alcune parti di questo programma e magari meno in altre, però questo è un minimo denominatore abbastanza esteso, comune, accettato, voluto, proposto. Questo è il terreno sul quale noi gradiremmo confrontarci con tutte le forze presenti in questo Consiglio.

Il programma è necessariamente un programma aperto, perché appartiene ad una maggioranza politica che propone al Consiglio le sue linee; su queste linee mi sembra di non aver sentito dei disaccordi, delle proposte di netta alternativa, mi sembra invece di aver sentito avanzare delle indicazioni di ulteriore precisazione.

Il lavoro consiliare che dovrà seguire al programma per il triennio 1990-93 sarà un lavoro alacre che dovrà essere fatto dalla Giunta come organo di governo, come proponente dello spirito del programma, e poi dalle varie Commissioni.

Qualche Consigliere oggi ha lamentato che si sono verificate delle incomprensioni, forse delle incongruenze nel funzionamento delle Commissioni, là dove questa maggioranza ha voluto dare un primo segnale molto preciso di maggior coinvolgimento del Consiglio, di maggiore responsabilizzazione sia dei singoli Consiglieri che delle Commissioni. Credo che su questo tema sarebbe opportuno, se ci sono delle riflessioni da fare, farle nello spirito al quale ci siamo ispirati, vale a dire lo spirito del maggior coinvolgimento del Consiglio, non già perché il Consiglio si volesse divertire a fare delle gherminelle alla Giunta, o perché il Consiglio volesse evitare che in Commissione ci fossero degli approfondimenti; i tempi che sono stati previsti e che qualche volta sono stati giocati un po' di contropiede per non consentire una sollecita approvazione sono tempi più lunghi dei quali ci rendiamo benissimo conto, ma che obbediscono a quella necessità di far maturare nelle sedi competenti decisioni e valutazioni.

Questo Consiglio sovente ha deliberato, ha fatto delle leggi sotto l'impulso della fretta e qualche volta ci siamo pentiti di certe scelte; noi non rinneghiamo la riforma che abbiamo proposto e che abbiamo fatto passare faticosamente, anche se questo poteva andare nell'interesse di tutto il Consiglio, soprattutto dell'opposizione. Non lo rinneghiamo, invitiamo solo i Consiglieri dell'opposizione a voler accettare questo tipo di riforma come qualcosa che aumenta la partecipazione del Consiglio, non come qualcosa che tende a mortificare o a inceppare il bisogno di decisionalità, il bisogno di sollecitudine che talvolta appare in certi provvedimenti legislativi.

La parte che si riferisce alle riforme istituzionali è una parte che certamente ha bisogno di un confronto che non può essere fatto solo all'interno della maggioranza; abbisogna di un confronto che deve essere fatto con tutto il Consiglio e vi sono delle sedi che forse possono consentire (al di là di quelle che saranno le proposte della Giunta) un approfondimento, e mi riferisco alla Commissione affari istituzionali che è stata resa permanente e che è stata proposta proprio nel quadro di questo ripensamento del modo di funzionare del Consiglio regionale.

Ha ricordato il Consigliere Rollandin, e lo voglio ricordare anche io, l'ottimo lavoro svolto da parte della vecchia Commissione speciale, e qui lo voglio ribadire quale Presidente dell'attuale commissione che eredita le funzioni e i compiti della nuova; voglio ricordare al Presidente del Consiglio regionale, mi rendo conto che l'ordine del giorno di questi nostri Consigli è sempre pieno di proposte e di cose urgenti, però sarebbe bene, così come abbiamo chiesto anche a nome della Commissione, poter dedicare una sessione dei lavori di questo Consiglio all'esame di quel dossier che ha preparato la Commissione per le riforme istituzionali, perché lì vi è il terreno di confronto, vi sono le motivazioni, vi sono le analisi critiche del funzionamento di questi 40 anni di autonomia, e lì si possono intessere quei dialoghi, quelle valutazioni che sono necessarie per dare corpo ad una riforma istituzionale.

E' chiaro che forse questo è l'aspetto meno indicativo e meno particolareggiato del programma, ma non poteva essere diversamente. Quindi, nell'esprimere l'assenso e la condivisione del programma presentato, anche il Gruppo socialista ritiene che questo programma potrà essere valutato appieno nelle sue implicazioni al momento della sua attuazione, al momento in cui le proposte, le indicazioni, da affermazioni di principi - ancorché abbastanza precise in verità - divengono poi provvedimenti concreti, divengono leggi, divengono atti deliberativi ed amministrativi.

In questo spirito riteniamo che il programma sia un buon programma, sia organico, completo e possa essere un utile vademecum per questa maggioranza, ma anche per un confronto costruttivo con tutti i Consiglieri di questo Consiglio.

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Si dà atto che alle ore 12,27 riassume la Presidenza il Presidente Dolchi.

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Presidente - Se non vi sono altri consiglieri che intendono prendere la parola, dichiaro chiusa la discussione generale. Ha chiesto di parlare il Presidente della Giunta, ne ha facoltà.

Bondaz (DC) - Chiedo scusa anticipatamente ai Consiglieri regionali se per motivi di tempo o di disattenzione non potrò rispondere ad una ad una a tutte le richieste che sono state avanzate nella discussione.

Mi permetto soltanto in prima battuta di dichiararmi personalmente esterrefatto che il Gruppo dell'Union Valdôtaine abbia presentato un ordine del giorno come quello che è stato letto dal Consigliere Andrione, che gode comunque della mia simpatia e della mia amicizia.

Con questo ordine del giorno siamo arrivati al ridicolo; penso che il Presidente del Consiglio lo dichiari irricevibile, ma nella ipotesi che ritenga ricevibile questo ordine del giorno, proprio perché non ha nulla a che vedere con quella che è la discussione in corso, la maggioranza si asterrà sul documento.

Per parlare punto per punto vorrei riferirmi al Consigliere Riccarand. Intanto lo ringrazio perché ha voluto darci atto che almeno per l'80 percento (secondo la sua valutazione) questo programma era valido, e per il restante 20 percento aveva delle difficoltà di accettazione; non condivideva certe impostazioni forse di carattere più politico che di ordine programmatico.

Innanzitutto gli chiedo, se la sua opposizione non è preconcetta - come mi auguro non lo sia quella di tutti i Consiglieri qui presenti - a quelle che sono le proposte che fa la Giunta, di esaminare la sua condotta di Consigliere regionale di approvazione o di disapprovazione di un programma e di esaminare nel tempo quello che andremo a fare sulla base del programma che abbiamo presentato. Se questo discorso è veritiero, accetto il confronto con il Consigliere Riccarand e sono convinto che dall'80 percento probabilmente passerà al 90 percento e forse alla totalità.

Mi permetto di dire soltanto che nel mese di giugno abbiamo dato delle indicazioni di programma, non abbiamo impostato il programma; abbiamo dato delle indicazioni che poi si sono riprese in questo programma, più ampio se vogliamo, necessariamente limitativo nelle indicazioni perché poi le indicazioni che sono iscritte nel programma dovranno essere elaborate, esaminate e valutate dalle singole Commissioni consiliari, dalla Giunta e infine dal Consiglio.

Ha parlato della legge elettorale; questa legge è stata sicuramente un dato positivo per la Valle d'Aosta: l'aver ottenuto, purtroppo forse come ultima Regione a statuto speciale, la possibilità di emanare la legge elettorale secondo le nostre convinzioni, anche se non è completa, ma quanto meno per individuare il sistema di votazione. Contiene delle limitazioni, dicevo, perché, come qualcuno del Gruppo dell'Union Valdôtaine ha detto, nessuna legge elettorale potrà passare se non vi saranno i due terzi (ventiquattro consiglieri) che votano una certa proposizione. Quindi non è che si debba accettare l'imposizione della minoranza o la proposizione totalitaria della maggioranza; si dovrà esaminarla insieme per forza di cose perché se ci devono essere 24 voti, questo comporta la presenza di altri Gruppi consiliari che oggi non fanno parte della maggioranza.

Se mi ricordo bene, di questa legge la vecchia maggioranza ne aveva parlato sufficientemente su determinate impostazioni; le rivaluteremo, le esamineremo e credo che su questo problema dovrà essere in modo particolare il Presidente del Consiglio a prendere le opportune iniziative nei confronti dei Gruppi consiliari per l'esame in Consiglio, perché questa legge elettorale è determinata dal Consiglio, pur essendoci a monte delle valutazioni politiche. Credo che i Gruppi consiliari saranno ben attenti ad esaminare questa legge e non c'è nessun tipo di ritardo o voglia di procrastinare nel tempo l'approvazione di questa legge; anzi, prima ciò avverrà prima saremo soddisfatti.

Vorrei stendere un transitorio velo di silenzio sulla Centrale del latte, perché andremo a discutere questo problema nelle prossime settimane. Eviterei di fare dei commenti a questo riguardo, altrimenti iniziamo una discussione che ci troverebbe in una contrapposizione di nessuna utilità. Aspettiamo i tempi tecnici necessari per quello che sta facendo la nuova Centrale, perché a giorni è convocato il consiglio di amministrazione e successivamente l'assemblea degli azionisti. Quindi vedremo quali saranno le decisioni degli organi statutari previsti dalla società.

Comunque ringrazio il Consigliere Riccarand che ha detto che questa maggioranza non durerà tre anni: certamente speriamo di durare molto di più, di questo gliene do contezza e lo ringrazio del suo augurio a questo riguardo.

Il Consigliere Perrin ha detto che il documento è buono; allora penso che vada bene se è buono. Certo ha fatto dei distinguo, ed è giusto che si parli anche dei distinguo che sono stati fatti dal Consigliere Perrin.

In merito al decentramento, Consigliere Perrin, se veniamo qui a dire le cose giuste, dobbiamo anche dirci che da parte del Gruppo dell'Union Valdôtaine c'è stata nei tempi precedenti una certa difficoltà di accettazione del concetto delle comunità montane per una questione di indole politica, che io non metto in discussione, perché era una valutazione politica che faceva l'Union Valdôtaine. Io non la condividevo prima, non la condivido oggi. Si è accettata precedentemente una certa soluzione per un motivo di maggioranza e oggi cerchiamo di rimediare dando un maggiore decentramento di competenze anche alle comunità montane. Vedremo se sarete capaci di farlo, mi potrà rispondere il Consigliere Perrin; io gli rispondo: "Aspettiamo quello che succederà nel futuro".

Al Consigliere Perrin, che ha fatto un esame approfondito del programma dicendo: "Era una cosa che avevamo già predisposto noi", vorrei dire che intanto nel "noi" si raggruppano anche altre forze politiche, perché non credo che le buone idee siano patrimonio esclusivo dell'Union Valdôtaine. Non penso che il Consigliere Perrin abbia voluto dire una cosa del genere. D'altra parte se dà fastidio ai Gruppi di minoranza che abbiamo scritto nel programma che le nostre linee direttrici o le linee direttrici che vuole perseguire questa maggioranza sono riformare la politica, darle nuovi contenuti e lavorare nella direzione di coinvolgimento dei cittadini, se queste sono le cose che danno fastidio, pazienza. Noi crediamo in questo tipo di ipotesi di lavoro, cerchiamo di andare avanti in questa ipotesi di lavoro.

D'altra parte i ricordi storici, che sono anche alcune volte un po' melanconici, lasciano il tempo che trovano; bisogna avere il coraggio, la forza, l'ideale, chiamatelo come volete, di guardare al futuro, di guardare a quello che dovrà essere la Valle d'Aosta. Questo è l'intendimento e forse la differenza che in questo momento ci divide, perché noi crediamo in una autonomia diversa, in una autonomia che sia più in movimento, non statica, perché la staticità non serve a nessuno, serve solo alle malinconie, e le malinconie non servono a niente.

Il Consigliere Louvin ha detto che in quest'aula cerchiamo, attraverso queste modifiche, di creare un assemblearismo di bassa lega, o qualcosa del genere. Penso che la migliore dimostrazione che non vogliamo creare l'assemblearismo, che detto fra parentesi forse c'era con la maggioranza precedente, è proprio il fatto che oggi c'è una discussione, che il Consiglio regionale ha ripreso una discussione che prima era inesistente o quasi; forse per colpa anche nostra. Non voglio dire che la colpa è sempre degli altri perché il torto e la ragione il più delle volte stanno al centro. Ma oggi c'è il Consiglio regionale e nel bene o nel male sta discutendo, sta facendo della politica, sta dando contezza di quello che deve essere un Consiglio regionale, secondo le idee che ogni Gruppo politico porta avanti.

Questo è il concetto nel quale ci ritroviamo e che vogliamo venga portato avanti, perché non è detto che tutto quello che è stato fatto prima era fatto bene, o tutto quello che facciamo oggi è fatto bene; ad un certo punto bisogna cercare di portare avanti l'ordinario dell'amministrazione con lo straordinario, che è poi quello che conta. E' sullo straordinario che chiediamo il confronto con voi, non sull'ordinario; l'ordinario è l'insieme di piccole cose di cui una amministrazione è piena, e voi che siete stati molto in Giunta sapete che tante volte succede che l'Assessore o il Presidente è nell'impossibilità di lavorare in direzione dello straordinario, perché l'ordinario lo comprime. Ecco perché cerchiamo di suddividere o di dividere quello che è il rapporto politico dal rapporto del funzionariato, per dare ai funzionari una possibilità di lavoro diversa, per permettere all'amministratore di impostare meglio i problemi, che sono molti e difficili.

Non si preoccupi, Consigliere Louvin, perché la Giunta lavora in modo collegiale, non si preoccupi di quello. Stiamo lavorando bene a nostro giudizio, il coordinamento esiste e cerchiamo di andare avanti. Non siamo uomini che abbiamo inventato l'acqua calda, come qualcun altro poteva pensare nel passato; non inventeremo nemmeno l'acqua fredda, ma cerchiamo di lavorare con onestà e con tranquillità di intenti per la Valle d'Aosta, nulla di più. Non abbiamo idee eccezionali da portare avanti, vogliamo lavorare nella tranquillità di animo per portare avanti certi problemi che sono necessari per la Valle d'Aosta.

Da alcuni Consiglieri si è parlato di "Manuale Cencelli", famoso Cencelli, deputato democristiano. Mi permetto di dire che fino a poco tempo fa qui in Valle d'Aosta c'era il "Manuale Rollandin", un manuale particolare rispetto al "Manuale Cencelli", perché era un manuale che prevedeva il più delle volte che ad esempio su dieci nomine otto erano dell'Union Valdôtaine. E' un manuale diverso che poteva essere accettato o meno, però anche quello era un manuale. Noi cerchiamo di superare il "Manuale Rollandin" ma anche il "Manuale Cencelli", se ci riusciremo, proponendo poi le cose di cui ha parlato il Consigliere Riccarand, e porteremo avanti questo tipo di discorso. E su questo terreno ci incontreremo anche con il Consigliere Riccarand.

Poi non mi dica, Consigliere Louvin, che noi vogliamo privilegiare Aosta nei confronti della periferia; è un discorso che me lo sono sentito fare da... non so, è da tanti anni che faccio della politica, troppi anni, e l'Union Valdôtaine ha sempre fatto questo discorso, dal '46 ad oggi. Lo ha fatto essendo in maggioranza ed essendo in minoranza; certo, c'è una certa coerenza, una coerenza sbagliata perché nessuno di noi ha mai voluto privilegiare Aosta rispetto alla periferia oppure privilegiare la periferia rispetto ad Aosta.

Aosta ha dei problemi che vanno risolti e credo che anche voi presenti in forze massicce al Consiglio comunale di Aosta vi rendete conto di quello che sta succedendo nella città di Aosta. Questa città ha necessità di certi aiuti, e credo che anche voi non sarete contrari a questo tipo di discorso, perché basta guardare il traffico caotico che vi è oggi in Aosta, per capire che dovremo cercare in qualche modo di risolverlo.

Il Consigliere Vallet ha parlato di tempi di realizzazione negli anni. E perché no? L'ho già detto prima, non abbiamo nessuna intenzione di lasciare immediatamente i nostri scranni. Se saranno necessari degli anni, useremo degli anni, secondo quelle che sono le nostre idee. Voi cercate di farci scendere da questi scranni, ma noi vogliamo continuare a rimanerci e se saranno necessari degli anni per realizzare questo programma, siamo ben lieti di utilizzare degli anni.

Vorrei solo dire un'altra cosa, quando parla di lottizzazione: abbiamo già fatto un passo avanti noi, perché prima esisteva il concetto della omologazione, oggi siamo alla lottizzazione e cerchiamo di superare anche la lottizzazione.

Risanamento del bestiame: Consigliere Vallet, lei è fra l'altro un valente veterinario, e allora deve sapere che i veterinari quando sono stati interpellati sono stati favorevoli a questo tipo di soluzione che noi abbiamo voluto dare. Forse non tutti, ma alcuni, parlando con gli Assessori competenti, hanno dato il loro consenso. Ma quello che mi ha preoccupato più di tutto è una sua affermazione che secondo me è gravissima, ovvero quando lei mi ha detto: "Presidente, sa benissimo che le mucche a fine carriera venivano pagate come se fossero infette". Se ho capito bene, questa è una cosa gravissima, perché un conto è provvedere al pagamento di quelle che sono le mucche infette in base ad una legge regionale, e un conto è pagare le mucche a fine carriera, che sono una categoria ben diversa, per cui avrebbero dovuto essere pagate con criteri diversi.

(...Interruzione del Consigliere Vallet...)

Je suis content de n'avoir pas compris, mais j'ai compris ça.

Consigliere Voyat, le posso assicurare che nelle forze di maggioranza, almeno fino al momento in cui le sto parlando, non ci sono dei grossi bisticci. D'altra parte i bisticci alcune volte rendono forti, danno la presenza. Dice che dovremo risolvere i problemi; noi cercheremo di risolverli, cercheremo di risolverli magari anche con il vostro aiuto, non lo nascondo mica. Non ho sicuramente paura di chiedere, se non capisco, di chiedere anche due volte se necessario, perché non bisogna vergognarsi di imparare nella vita; tutti i giorni si impara qualcosa. Poi le voglio ricordare che nella maggioranza precedente, a cui lei ha fatto riferimento più di una volta, bene o male, poco o tanto, erano presenti anche altre forze, per cui diciamo che i meriti sono un po' divisi fra tutti e anche i demeriti. Certo, se lo dice lei, Consigliere Mostacchi, che la Giunta precedente ha avuto anche dei demeriti, bene, ci prendiamo anche lì la nostra parte di responsabilità.

Finaosta: sappiamo bene che in un programma si fanno delle indicazioni, come alcuni Consiglieri della minoranza hanno fatto giustamente presente, e la Finaosta crediamo che venga utilizzata secondo i criteri informatori per la quale è nata. La creazione della banca crea una grossa differenziazione fra quello che dovrà fare la Finaosta e quello che dovrà fare la banca; la Finaosta deve avere una ipotesi di studio dei problemi, di portare avanti le soluzioni, di esaminare i problemi, di essere una finanziaria che imposti le cose, che dia alla Regione stessa delle ipotesi di lavoro.

Mi auguro di aver capito male, ma penso che sull'auditorium è d'accordo anche lei...

(...Interruzione del Consigliere Voyat...)

Esatto, lo potremo fare a Sarre, se la cosa le farà più piacere, o a Gressan, ma sul concetto dell'auditorium credo che non ci siano delle differenziazioni.

Vorrei poi ringraziare altri Consiglieri della maggioranza che sono intervenuti e che hanno dato il loro assenso a questo programma, che sicuramente è complesso, che ha necessità di tempo per essere messo in esecuzione e per risolvere i problemi. Lo abbiamo anche scritto, non è che ci siamo nascosti dietro ad un angolo, lo abbiamo anche detto con tutta onestà di intenti. Certamente, è un programma che prevede delle soluzioni che si protraggono nel tempo, perché se si parte dal presupposto di modificare quella che è la struttura funzionariale dell'Amministrazione, se si parte dal presupposto di modificare certi concetti fino ad oggi istituzionalmente validi per la Valle d'Aosta, ci vuole del tempo. Cambiare mentalità non è assolutamente facile, perché gli stessi funzionari che avranno delle competenze diverse non so come reagiranno in un certo momento, non so come reagiranno i comuni o le comunità montane quando daremo loro delle competenze diverse; non so come reagiranno perché è una mentalità che deve cambiare o che almeno cerchiamo di far cambiare in una ipotesi di modernizzazione della Valle d'Aosta.

Per tornare ai comuni, di cui parlava il Consigliere Rollandin, non è vero che noi non abbiamo fatto nulla, perché la presenza e il rapporto con i comuni è stato interrotto, o meglio sospeso, perché da parte del Presidente dei Sindaci, a nostre reiterate richieste di abboccamenti per risolvere alcuni problemi, si è risposto che gli organi non erano ancora stati costituiti dopo le elezioni. Abbiamo fatto pochi giorni fa una riunione con il nuovo direttivo dei Sindaci, e oggi siamo in attesa di proposte da parte dei Sindaci per definire le tre leggi che voi conoscete meglio di me, cioè i finanziamenti a favore dei comuni.

(...Interruzione del Consigliere Rollandin...)

Sa benissimo, Consigliere Rollandin, che le cose vanno fatte. Non è detto che dentro una legge, dentro un programma vadano scritte tutte le cose, altrimenti anziché di 55 pagine sarebbe stato di 200 pagine; ma il nostro orientamento è quello. Questo incontro con i Sindaci è avvenuto, i Sindaci entro la fine del mese ci faranno avere le loro proposte, perché abbiamo voluto responsabilizzare l'Associazione dei Sindaci affinché ci dica come vuole che sia modificata la legge, proprio per non imporre nulla. Perché se dovesse fare la legge la maggioranza, ha già le idee chiare e le proposte per modificare sia la legge del FRIO, sia la legge in conto capitale, sia la legge per quanto riguarda l'ordinaria amministrazione. Ma sarebbe secondo noi non una mutazione di intenti se imponessimo noi come Consiglio regionale ai Sindaci quello che deve essere fatto; chiediamo ai Sindaci che ci dicano le loro proposte perché sono loro che operano sul territorio, sono loro che hanno delle esigenze particolari che possiamo anche non conoscere.

Il problema dell'ospedale è un problema molto complesso; è vero che c'è questo decreto legge dei 30 miliardi, ma esiste oggi come esisteva già qualche tempo fa.

Rollandin (fuori microfono) - No.

Bondaz (DC) - No? D'altra parte, il Consigliere Rollandin si ricorderà che sul problema dell'ospedale anche la vecchia maggioranza non aveva delle idee molto chiare; c'erano forze politiche che avevano delle valutazioni diverse rispetto ad altre forze politiche, era ancora in discussione un certo tipo di intesa.

Il discorso dell'ospedale non è solo un problema di soldi, perché sarebbe estremamente riduttivo pensare di dover costruire un ospedale o rimettere in sesto l'ospedale solo per motivi di soldi. Secondo noi si tratta anche di un problema umano, di un problema di collocazione dell'ospedale, di cosa fare dell'ospedale; quindi ci sono dei problemi a latere che sono altrettanto importanti del problema dei soldi, perché risolvere tutto in termini finanziari penso sia abbastanza melanconico da parte del Consiglio regionale. Si deve avere riguardo anche ad altri fattori come quello della vivibilità dell'ospedale, di dove si costruisce l'ospedale, perché si costruisce quel tipo e non un altro tipo di ospedale.

D'altra parte, se i problemi che sono stati avviati precedentemente sono stati avviati bene, non vedo perché devono essere modificati; ci sono dei problemi che sono avviati decentemente e perché dovremmo modificare delle cose? Non abbiamo mai detto che siamo per cambiare tutto quanto perché tutto quello che è stato fatto è stato fatto male: mai detta una cosa del genere. Certamente la nuova maggioranza recepisce quello che di buono è stato fatto dalla vecchia maggioranza, anche perché diversamente molti di noi si dovrebbero battere il petto, il che nessuno ha intenzione di fare. Ci sono delle cose che sono avviate, le porteremo avanti. Il Gruppo del PCI che oggi fa parte della nuova maggioranza ha acceduto a questo tipo di ipotesi di lavoro, perché evidentemente le cose che vanno bene, vanno risolte.

Per quanto riguarda lo Stato che sta facendo una politica poco simpatica (uso questo termine per non dirne un altro) nei confronti delle Regioni, condivido quanto è stato detto; devo anche ricordare però che oggi ci troviamo di fronte ad una situazione in cui le Regioni a statuto speciale si sono coacervate bene e stanno portando avanti delle risoluzioni, sia per quanto riguarda la sanità, sia per quanto riguarda l'ambiente, sia per quanto riguarda l'agricoltura, unitariamente, il che dà la sensazione di un maggiore impegno e quindi la speranza di risolvere questi problemi con lo Stato con una "potenza" maggiore che non come singole Regioni.

Per quanto riguarda le terme, non è vero che non c'è scritto nulla nel programma; il problema delle terme è ben presente a questa maggioranza al punto che, trovata la situazione delle terme isolata, ferma da un po' di anni, sono decadute...

(...Interruzione...)

. . . non dico chi, qui si parla di politica e non di uomini; personalizzare la politica non va mai bene. E' ferma la cosa, abbiamo ripreso e siamo già avviati nei confronti del Ministero per rimettere insieme i cocci e per ridare spazio al termalismo in Valle d'Aosta, perché il termalismo è importante anche per ragioni di carattere turistico.

Oggi l'Assessore Beneforti è impegnato in prima persona per portare avanti questo tipo di discorso e probabilmente dovremo aspettare qualche tempo prima di poter concludere qualcosa di efficiente, per riottenere quelle autorizzazioni che oggi non ci sono.

Forse non ho risposto a tutti quanti, ve ne chiedo venia come ho già detto all'inizio, però credo con tutta onestà che questo programma sia un programma sicuramente strutturale e non limitativo, per cui bisognerà anche saperlo masticare, come si dice in gergo, perché certe modificazioni possono essere anche di difficile captazione se uno non le vuole capire. Se uno ritiene invece di capirle, può anche criticarle, però ad un certo momento si trova un punto di riferimento con il quale dialogare in termini amministrativi. E' chiaro che se continuiamo a dialogare in termini politici, ci sarà la continua contrapposizione e allora questo non credo giovi né alla maggioranza, né alla minoranza, né soprattutto alla Valle d'Aosta.

Presidente - Colleghi Consiglieri, abbiamo due risoluzioni; effettivamente la risoluzione concernente l'invito ai parlamentari della Valle d'Aosta.... Ha chiesto di parlare il Consigliere Viérin per mozione d'ordine, ne ha facoltà.

Viérin (UV) - Compte tenu du fait qu'hier le Conseil a décidé qu'à 15h les chefs de groupe rencontraient une délégation de l'IVAT, je soumets à votre bienveillance la proposition de suspendre la séance et de la reprendre à 16h.

Presidente - La seduta è sospesa, i lavori riprendono alle ore 16.

La seduta è tolta.

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La seduta termina alle ore 13,25.