Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 3563 del 8 luglio 1992 - Resoconto

OGGETTO N. 3563/IX Iniziative per far fronte alla situazione di disagio alla quale sono sottoposti i lavoratori della Cogne. (Interpellanza)

Presidente Do lettura dell'interpellanza presentata dai consiglieri Trione e Ricco:

Interpellanza Premesso che con l'accordo siglato a Roma tra le OO.SS. e l'ILVA, il 7 maggio scorso, le parti avevano definito in 552 unità l'esubero di personale allo stabilimento COGNE di Aosta;

Ricordato che, relativamente alla "gestione delle eccedenze", lo stesso accordo prevedeva la " traslazione " di n. 102 unità ad altre aziende del gruppo o in società miste di nuova costituzione ed il prepensionamento delle altre 450 nel corso del 1992 e 1993 a norma del D.L. n. 237 del 20.3.1992;

Ricordato altresì che il personale in eccedenza sopracitato è stato posto in C.I.G.S (Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria) dall'11 maggio 1992;

Appreso infine dagli organi di stampa, che il CIPE, nel definire i contingenti di prepensionabili delle singole società, avrebbe ridotto da 2975 a 1400 le unità prepensionabili di ILVA con prevedibile penalizzazione per il personale dello stabilimento di Aosta,

i sottoscritti consiglieri regionali della Democrazia Cristiana

interpellano

l'Assessore competente per conoscere:

1) quali iniziative intende intraprendere per fare fronte a questo ulteriore acuirsi della situazione di disagio alla quale sono sottoposti i lavoratori della Cogne;

2) se non ritenga opportuno intervenire, di concerto con le OO.SS, presso l'ILVA e tutte le altre sedi competenti, per ottenere il rispetto dell'accordo del 7 maggio scorso.

Presidente Ha chiesto di parlare il Consigliere Trione, ne ha facoltà.

Trione (DC) In un accordo firmato a Roma il 7 maggio, le organizzazioni sindacali avevano siglato con l'ILVA e la Cogne un accordo, che prevedeva il posizionamento della Cogne sul mercato, il contenimento dei costi industriali e gli organici.

Per quanto concerneva gli organici, erano state definite in 552 l'esubero di personale nello stabilimento di Aosta. Delle 552, mi pare che per 102 dovessero essere previsti dei trasferimenti nell'ambito delle aziende ILVA o almeno nell'ambito delle aziende IRI e per le altre 450 il prepensionamento in due anni, il 1992 e 1993.

Questo era l'accordo per quanto concerneva gli organici.

Proprio per dare attuazione all'accordo, nei giorni successivi, mi pare l'11 maggio, una parte consistente di questa forza è stata posta in cassa integrazione guadagni straordinaria, per dare l'avvio a questa riduzione.

Senonché nei giorni successivi, arriviamo a fine maggio, è giunta la notizia che, rispetto ai 2975 cassa integrati che avrebbero trovato soluzione con il prepensionamento, circa 1400 avrebbero potuto usufruire di questa forma di pre-pensionamento.

Ora, se il ragionamento vale in proporzione per i singoli stabilimenti, diciamo subito che dei 450 operai posti in cassa integrazione, quindi prepensionabili, all'incirca la metà avrebbero potuto usufruire di questo prepensionamento.

Peggio ancora, credo si debba dire che, per alcuni degli stabilimenti compresi tra le riduzioni dell'ILVA, era prevista la chiusura. Immagino quindi che per questi si vada ben oltre la metà, si pensi di prepensionare l'intera forza lavoro, a sicuro danno dello stabilimento Cogne di Aosta.

Siccome da allora non abbiamo avuto notizie, né da parte di ILVA, né da parte di altri enti, chiedo appunto all'Assessore se ha qualche notizia a questo proposito.

Presidente Ha chiesto di parlare l'Assessore all'Industria, Commercio e Artigianato Mafrica, ne ha facoltà.

Mafrica (PCI-PDS) Devo dare atto al Consigliere Trione che la formulazione dell'iniziativa da lui presentata entra nel merito del problema e non assume come contorno prevalente la polemica politica.

Credo sia giusto, quando si fanno delle iniziative puntuali, dare risposte puntuali. Devo dire invece che ho ritenuto del tutto inadeguata la replica fatta prima alla mia precedente risposta da parte del Consigliere Beneforti, che, indipendentemente dagli elementi forniti come risposta all'interrogazione, ha letto il suo proclama e ha fatto le sue riflessioni. Voglio ricordare che il problema della Cogne, non si presta facilmente alla demagogia, perché siamo in una fase di recessione economica mondiale.

Abbiamo una situazione nera della siderurgia, ci sono state richieste alla CEE da parte di tutti i Paesi europei di aprire lo stato di crisi, abbiamo l'ingresso sui mercati europei dei Paesi dell'Est e siamo in presenza di una guerra commerciale senza esclusione di colpi, per ciò che riguarda i prezzi.

Il problema Cogne va inserito in questo quadro e vanno tenuti presenti gli elementi complessi della situazione di una azienda, che oramai da 12 anni diminuisce continuamente gli occupati, perché non è riuscita a trovare una strategia da perseguire con continuità, facendo gli investimenti più opportuni.

E' una azienda che nel 1991 si è trovata con un margine operativo lordo negativo di 17 miliardi e una perdita prima delle entrate diverse per 46 miliardi. Quest'anno le previsioni sono di avere un MOL, compreso tra meno un miliardo e più due miliardi. Gli oneri finanziari e i costi dei prepensionamenti porteranno questa azienda ad avere una perdita reale definitiva, non molto lontana e forse superiore a quella dell'anno scorso. Questo è un problema effettivo.

La situazione della Cogne per essere risolta richiede l'integrazione con altri produttori, perché altrimenti le dimensioni di mercato ...

(...interruzioni da parte del Consigliere Beneforti...)

Il problema della Cogne richiede per questione di dimensioni di mercato, l'integrazione con altri produttori e alleanze con trafilatori a valle. Sono necessari investimenti che non saranno consistenti e bisogna verificare chi può essere l'erogatore di questi finanziamenti. Occorre una capacità di commercializzazione che sta mancando da tempo.

Questi sono i problemi reali dell'azienda Cogne e in questo quadro si inseriscono anche gli esuberi di personale di cui stiamo parlando. Il nostro compito è di fare proposte, ed è quello che stiamo cercando di fare.

Lo studio affidato alla Booz Allen ci permetterà di giudicare quali sono le produzioni più confacenti, quali sono le integrazioni con i produttori più opportune, quali sono le ipotesi di assetto impiantistico, con quali costi e quali possibili utilizzazioni complessive del sito su cui si trova la Cogne possano essere preventivate e sostenute dalla Regione.

Sulla base di questi elementi ci sarà entro il mese di luglio la definizione degli indirizzi da seguire nei rapporti con i diversi interlocutori, che sono il Governo, l'IRI e l'ILVA.

Queste proposte vanno condotte, tenendo conto che la soluzione del problema Cogne dipende in primo luogo dal mercato e dalle possibilità e capacità di fare delle alleanze e stare sul mercato da parte dell'azienda. Dipende da noi il sostegno che possiamo dare per tutelare l'occupazione. Questo è il principio a cui ci sentiamo vincolati.

Per ciò che riguarda i prepensionamenti, appena si è avuta notizia della distribuzione tra le aziende dei 25.000 possibili prepensionamenti abbiamo preso delle iniziative.

Con il Presidente della Giunta abbiamo avuto contatti con le organizzazioni sindacali ed il problema è stato sottoposto sia all'azienda che al gruppo ILVA.

Al gruppo ILVA, nell'incontro del 2 luglio, è stato richiesto espressamente, che per la valle d'Aosta si tenesse conto della possibilità di attribuire un numero di prepensionamenti, uguale alle persone che vengono messe in cassa integrazione.

I numeri di cui disponiamo sono questi: i 450 prepensionabili, come dice il Consigliere Trione, sono tra il 1992 e il 1993.

Secondo le stime fatte dall'azienda, dovrebbero essere 300 nel 1992 e 115 nel 1993. Diciamo che il numero esatto dei prepensionamenti, da assegnare allo stabilimento di Aosta, non è ancora determinato, perché devono esserci ancora incontri tra le diverse aziende del gruppo ILVA, per stabilire come procedere a questa distribuzione.

E' possibile che ci sia qualche alterazione nei numeri che ho detto prima, che corrispondono a stime, rispetto alle domande che devono essere fatte dai lavoratori entro il 24 luglio.

In base alla pubblicazione ufficiale della Gazzetta del 30 giugno, i lavoratori hanno tempo fino al 24 luglio per fare esplicitamente la domanda, perché potrebbe esserci un lavoratore prepensionabile che non intende lasciare il posto di lavoro.

I criteri, emersi dagli incontri con l'azienda e con l'ILVA, che dovrebbero essere seguiti sono i seguenti, in primo luogo soddisfare le richieste dei siti in chiusura, corrispondenti ad un totale di 362 su quelli di spettanza, anche se un certo margine di manovra rimane ancora.

Subito dopo dovrebbero essere presi in considerazione le cosiddette aziende che non fanno parte del CORE business e troviamo Piombino e la Cogne.

Verrebbero prese in considerazione le altre aziende del gruppo ILVA, che non sono né siti in chiusura né aziende nella situazione di Piombino e Cogne. Oggi sono in cassa integrazione 190 persone. Entro la fine dell'anno dovrebbero arrivare a 280/290.

Abbiamo richiesto che tutte le persone messe in cassa integrazione abbiano la possibilità del prepensionamento.

Ci rendiamo anche conto che è una battaglia tra poveri, il Consigliere Trione sa, per ciò che lo ha riguardato come lavoratore dipendente, che il suo prepensionamento è slittato di qualche periodo. Si tratta di continuare a portare avanti un'iniziativa per ottenere il massimo possibile quest'anno e il completamento del provvedimento, perché la crisi dell'industria continua ad essere molto grave e ci sarà anche l'anno prossimo.

Presidente Ha chiesto di parlare, per fatto personale, il Consigliere Beneforti, ne ha facoltà.

Beneforti (DC) Voglio soltanto dire che mi sono permesso e lo farò ancora in seguito, di far rilevare al Consiglio regionale che, nel momento in cui c'era la diversa maggioranza, si pretendevano progetti e proposte dalla sera alla mattina.

Nel momento in cui si è cambiata la maggioranza, non ci sono più ne progetti né proposte, entro i 60 giorni o i limiti ed i termini che venivano posti, ma addirittura si va a settembre.

L'assessore Mafrica ha detto che il progetto definitivo sarà fatto a settembre, mentre si era deliberato che il gruppo di lavoro avrebbe presentato una proposta operativa entro 60 giorni in Consiglio. Questo avveniva il 4 maggio, oggi siamo a luglio e questa proposta operativa ancora non esiste. Ci si accorge che a seconda delle maggioranze si difendono più o meno gli interessi dei lavoratori. A sentire parlare Mafrica, nella risposta data al Consigliere Trione, mi pareva parlasse soltanto in una logica aziendale.

Non riconosco nel portare avanti la sua azione, una logica dietro la quale ci siano gli interessi dei lavoratori e gli interessi economici ed occupazionali della nostra Regione.

Non ho cercato di fare della demagogia, ma solo di far rilevare che, a seconda dell'amministrazione, si assumono posizioni diverse e mi auguro che le organizzazioni sindacali comprendano questo atteggiamento.

Ho detto anche che gli scioperi, le manifestazioni e le proteste, che sono state fatte in precedenza, debbono essere fatte se necessario anche nel futuro, indipendentemente da chi governa la Regione.

Ho anche detto che da parte nostra ci faremo carico dei problemi della Cogne, tant'è vero che abbiamo presentato una nuova mozione per il prossimo Consiglio regionale, per chiedere una convocazione straordinaria, in modo da rivedere tutta la problematica.

Infine mi sono permesso di far rilevare al Presidente della Giunta, ai consiglieri e all'Assessore Mafrica che non condividevo l'esito dell'incontro e quindi anche il contenuto del comunicato redatto dopo l'incontro di Roma.

Credo che ad un Conigliere sia lecito rilevare, senza essere un demagogo, ciò che ritiene utile.

Presidente Ha chiesto di parlare il Consigliere Trione, ne ha facoltà.

Trione (DC) Credo che la risposta alla mia interpellanza spetti.

Devo dire francamente che non sono particolarmente soddisfatto della risposta. L'unico motivo di soddisfazione è un motivo mio personale, per essere già andato in prepensionamento, perché se fossi tra quelli che devono ancora andarci, le preoccupazioni sarebbero molte di più. Il problema non è di certo di facile soluzione.

Passa il più delle volte sopra le nostre teste, sopra le teste del Consiglio stesso, però io rinnovo l'invito alla Giunta a voler intervenire. E credo si debba intervenire in maniera particolarmente energica, perché possano essere salvaguardati gli interessi meglio che con una soluzione di serie B.

Il fatto di ritrovarsi con 500 persone prepensionate, non credo sia il massimo delle aspirazioni che potevamo avere noi o gli stessi dipendenti dello stabilimento.

Chiedo che il massimo sforzo da parte di tutti, perché questo avvenga in maniera completa, per tutti i 550 dipendenti Cogne.

Presidente Les travaux sont terminés. Je préviens tout le monde que le Conseil va recommencer à 16 heures de l'après-midi.

La seduta è tolta.