Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 355 del 22 febbraio 1989 - Resoconto

OGGETTO N. 355/IX - USO DEGLI ASCENSORI DEL BEAUREGARD DA PARTE DEI FAMILIARI DEI PAZIENTI RICOVERATI PRESSO L'UNITA' OPERATIVA DI GERIATRIA.(Interrogazione)

PRESIDENTE:Do lettura dell'interrogazione presentata dai Consiglieri Mafrica e Bajocco:

INTERROGAZIONE

Nel corso della seduta del 30 novembre 1988, in risposta ad una interrogazione del gruppo comunista, l'Assessore alla Sanità aveva assicurato il suo interessamento per la ricerca di una soluzione al problema dell'uso degli ascensori del Beauregard da parte dei familiari dei pazienti ricoverati presso l'Unità Operativa di Geriatria.

Poiché non risulta che il problema abbia finora trovato soluzione, i sottoscritti Consiglieri regionali

REINTERROGANO

l'Assessore alla Sanità ed Assistenza Sociale per sapere:

1) quali ragioni hanno fino ad ora impedito di permettere l'uso degli ascensori ai visitatori ed ai parenti dei pazienti di geriatria;

2) se la struttura pubblica (nel caso che si voglia disincentivare la presenza di visitatori sia in grado di fornire a ciascun paziente l'assistenza materiale e psicologica di cui, con notevoli disagi, si fanno carico le famiglie.

PRESIDENTE:Ha chiesto di parlare l'Assessore alla Sanità e Assistenza Sociale Lanièce, ne ha facoltà.

LANIECE (DC):I presentatori dell'interrogazione già il 30 novembre scorso avevano presentato una interrogazione a proposito dell'uso dell'ascensore all'ospedale Beauregard. Come già dissi allora, confermo qui il mio impegno per la soluzione dei problemi che recano disagio alle persone ammalate ed ai loro cari. Mi rendo perfettamente conto che il provvedimento di limitare l'uso di quell'ascensore si è rivelato particolarmente odioso ed ha creato un notevole malumore.

Io stesso ho raccolto personalmente parecchie lamentele, per cui non ho avuto bisogno delle sollecitazioni dell'interrogazione, né di leggere quanto ha scritto a questo proposito il settimanale "Le travail" nel suo ultimo numero, per essere perfettamente a conoscenza della realtà dei fatti. Ma cosa si può fare per passare dalle parole ai fatti? Certamente di persona posso andare al Beauregard, ordinare al primo portinaio che incontro di sbloccare l'ascensore o addirittura accompagnare i visitatori con difficoltà di deambulazione. Chiedo scusa per questa facezia che ho usato per evidenziare quale è il cammino che dobbiamo percorrere nella nostra azione quotidiana, per il rispetto delle competenze, che - come dice spesso il Gruppo del PCI - deve avvenire a tutti i livelli, senza che un Assessore possa operare aggirando le strutture operative alle quali sovrintende.

Per prima cosa, per il problema degli ascensori del Beauregard dobbiamo riferirci al parere dell'U.S.L.. Mi scrive il suo Presidente con lettera in data di ieri:

"Come già altre volte chiarito, il blocco degli ascensori del presidio ospedaliero Beauregard si è reso indispensabile al fine di evitare che utilizzando gli stessi, si acceda alle diverse unità operative in orari diversi da quelli espressamente consentiti. Gli stessi ascensori comunque vengono automaticamente sbloccati in coincidenza con gli orari di visita.

Ciò premesso, si chiarisce comunque che il personale addetto alla portineria è in possesso di un numero sufficiente di spinotti che consentono l'attivazione degli ascensori anche al di fuori degli orari consentiti e che gli stessi vengono consegnati su presentazione di un documento di identità agli utenti che devono accedere presso l'Unità operativa di geriatria e abbiano difficoltà di deambulazione"

Mi pare pertanto, al di là della aridezza del linguaggio burocratico, che si possano dire queste cose:

- che il provvedimento di bloccare gli ascensori è stato adottato non per sadico piacere di vessare la gente, ma per evitare che il Beauregard si trasformasse in un via vai senza controllo. Certamente c'è chi ha assolutamente diritto e bisogno di stare accanto ai familiari ammalati, ma penso che anche i presentatori dell'interrogazione concorderanno sul fatto che in un ospedale c'è bisogno di quiete, di tranquillità, mentre non mancano coloro che invece recano disturbo;

- come scritto nella lettera del Presidente dell'U.S.L., gli ascensori vengono automaticamente sbloccati durante gli orari delle visite, mentre al di fuori di tali orari le persone autorizzate possono ottenere i famosi spinotti.

Riconosco che è tutto un po' macchinoso, ma è altrettanto vero che se negli ospedali non vi fossero dei visitatori poco discreti, nessun provvedimento atto a limitare o a disciplinare gli accessi avrebbe bisogno di essere messo in atto. Insomma, è un po' come quel cartello che espongono gli esercenti: "Per colpa di qualcuno non si fa credito a nessuno"

Ovviamente tutti ci rendiamo conto - come hanno a suo tempo sottolineato gli stessi Consiglieri interroganti che il reparto di geriatria del Beauregard è un reparto di tipo speciale, per così dire, e che i nostri anziani hanno più degli altri degenti bisogno di assidua assistenza.

Vengo pertanto alla seconda domanda: "se la struttura pubblica (nel caso che si voglia disincentivare la presenza di visitatori) sia in grado di fornire a ciascun paziente l'assistenza materiale e psicologica di cui, con notevoli disagi, si fanno carico le famiglie".

Mi si contenta di dire a questo proposito, e lo dico prima di tutto a me stesso, che non avremo mai fatto abbastanza per assistere chi soffre. Comunque, per dare una risposta precisa, riferisco quanto mi segnala in merito il Presidente dell'U.S.L. e cioè che è stato in parte potenziato l'organico infermieristico ed è in corso di esame una proposta di convenzione con il Ministero della Difesa per l'utilizzo di obiettori di coscienza nell'assistenza integrativa alle persone anziane ricoverate in geriatria. Mi impegno pertanto a tenere informati sia gli interroganti sia il Consiglio sull'andamento delle trattative per la convenzione in merito.

PRESIDENTE:Ha chiesto di parlare il Consigliere Mafrica, ne ha facoltà.

MAFRICA (PCI):Mi pare che l'Assessore abbia voluto giustificarsi, ma che la seconda reinterrogazione sia motivata, perché sono trascorsi quasi tre mesi e siamo al punto di prima. Siccome non si tratta di un grosso problema, mi pare che i contatti fra Giunta e U.S.L. in tre mesi avrebbero potuto produrre qualcosa di diverso da quella lettera che ha inviato ieri il Presidente dell'U.S.L. Non capisco assolutamente la logica usata dall'U.S.L.; il primario di geriatria non ha chiesto che durante gli orari non compresi nelle visite stiano fuori i visitatori, ma è d'accordo perché sia consentito ai familiari delle persone anziane di poter accedere ai reparti.

Allora, cosa succede? Siccome, dice l'Assessore, c'è qualcuno che disturba, questo qualcuno entra lo stesso, solo che invece di farlo andare in ascensore lo facciamo andare a piedi e speriamo con questa vessazione (perché è una vessazione) di disincentivare o di educare la gente. Se questo qualcuno va in ascensore è uno che disturba, ma disturberà meno di quello che sale le scale lamentandosi contro le disposizioni incomprensibili dell'U.S.L..

Fra l'altro mi è stato segnalato che adesso gli utenti sono stati anche costretti al contrabbando degli spinotti, cioè questi spinotti sono dispositivi elementari per cui c'è qualcuno che ha trovato l'occasione, li fabbrica, chi vuole se li compra e li usa lo stesso.

Credo che sia una questione di buon senso: o effettivamente riusciamo ad avere in geriatria una organizzazione tale per cui ogni persona anziana che ha difficoltà gravi viene assistita per tutto il tempo necessario, personalmente, non come reparto, da un'altra persona, oppure non creiamo complicazioni, perché rischiamo soltanto di creare del malcontento e di non ottenere lo scopo. Se lo scopo è quello di disincentivare, non si ottiene il tutto semplicemente facendo fare al visitatore due piani di scale a piedi.

E' una cosa inutile questa; semmai si studino altri sistemi, altri controlli all'ingresso. Quello che si ottiene è di far fare piani di lunghe scale a piedi a persone anziane che hanno difficoltà di movimento, a cui manca il fiato e che non riescono a seguire la logica seguita dalla pubblica amministrazione.

Mi auguro che l'Assessore che qui esprime sensibilità a questo problema, usi anche nei confronti dell'U.S.L. tutte le argomentazioni possibili perché si arrivi a questa disposizione.