Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 3416 del 27 gennaio 1988 - Resoconto

OGGETTO N. 3416/VIII - RITIRO DELLA MOZIONE CONCERNENTE: "INIZIATIVE PER ACQUISIRE LA TESTIMONIANZA DELL'EX PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE SULL'AFFAIRE CASINO ".

PRESIDENTE: Do lettura della mozione presentata dal Consigliere Aloisi:

MOZIONE

PREMESSO che, al rientro in Italia del Consigliere regionale Avv. Mario Andrione dopo quasi quattro anni di latitanza, seguirà com'è prevedibile l'ingresso in aula consiliare, ristabilendo così il "plenum" del Consiglio regionale;

RITENUTO ESSENZIALE ai fini dell'accertamento della verità la testimonianza dell'ex Presidente della Giunta che potrà chiarire molti aspetti della vicenda Casinò, sciogliendo i dubbi sul più grave scandalo regionale del dopoguerra in Valle d'Aosta;

CONSIDERATO CHE, durante l'assenza dell'Avv. Mario Andrione, sulla stampa locale sono apparse a più riprese dichiarazioni di ex Assessori regionali, oggi rinviati a giudizio, con le quali si tendeva a scaricare tutte le responsabilità - degli illeciti amministrativi e penali perpetrati - sulle spalle dell'ex Presidente della Giunta regionale;

VISTO CHE, l'azione di "sciacallaggio" politico di certi ex Assessori è parsa insistente nell'addebitare al solo Andrione "deliberazioni" e "prese d'atto" della Giunta regionale, quasi che tale organo non abbia per legge una sua collegialità e taluni suoi esponenti fossero "incapaci di decidere";

Il Consiglio regionale

della Valle d'Aosta

nella piena consapevolezza che, finalmente potranno cadere le ultime incognite su una vicenda che dopo la sentenza di proscioglimento e l'ordinanza di rinvio a giudizio, ha già assunto ben delineati contorni;

DELIBERA

1) di nominare una Commissione consiliare d'indagine per l'audizione dell'Avv. Mario Andrione, nella sua veste di Consigliere regionale, in merito alla vicenda Casinò di Saint-Vincent, non appena egli sarà disponibile;

2) di richiedere allo stesso Avv. Mario Andrione, anche per il tramite dei suoi legali, una risposta esauriente e completa sulle accuse indegne che gli sono state rivolte sulla stampa locale da ex Assessori regionali;

3) di richiedere altresì all'ex Presidente della Giunta regionale Avv. Mario Andrione, una puntualizzazione od una memoria scritta circa la questione degli "extra stipendio" corrisposti ai controllori regionali.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Aloisi, ne ha facoltà.

ALOISI - (M.S.I.): Il 19 novembre 1987 è avvenuto un fatto alquanto inconsueto: dopo quattro anni di latitanza l'ex Presidente della Giunta regionale, Avv. Mario Andrione, si è consegnato alla giustizia italiana.

I colleghi Consiglieri che hanno fatto parte della Commissione di indagine sulla vicenda Casinò ricorderanno certamente che sono rimaste delle zone oscure, sono rimasti dei dubbi, sono rimaste sulla intera vicenda delle situazioni che devono essere chiarite. Ecco il motivo per cui mi sentivo in dovere di presentare questa mozione; una mozione dove si chiede solamente di sentire l'Avv. Mario Andrione, sentire ciò che lui potrebbe dirci sull'intera vicenda, per cercare di fare chiarezza, perchè ritengo che sia nell'interesse di tutto il Consiglio, soprattutto nell'interesse di tutte le forze politiche, far sì che si arrivi alla ricerca della verità su tutta questa vicenda, oggi che arriviamo alla chiusura della legislatura.

Volevo brevemente ricordare i passaggi più salienti della vicenda. È iniziata l'11 novembre 1983 con il famoso "blitz" della Guardia di Finanza al Casinò di Saint-Vincent; il 25 novembre il Consiglio regionale affida alla Commissione Affari Generali allargata ai Capigruppo l'incarico dell'inchiesta sul Casinò; il 7 dicembre la Guardia di Finanza arresta 23 controllori regionali, un Commissario e due Vice Commissari con l'accusa di malversazione, peculato aggravato e continuato, falso in atto pubblico, falso in bilancio, associazione per delinquere (accuse tutte, o in gran parte, destinate a cadere).

Il 16 dicembre 1983 Andrione, di ritorno da un incontro con il Ministro Scalfaro, riferisce in seduta segreta al Consiglio regionale.

Il 19 dicembre 1983 Andrione, dopo un incontro con i Capigruppo regionali, si fa portare in auto a Genova; sale su un treno, passa la frontiera a Ventimiglia e si stabilisce a Nizza.

Il 20 dicembre 1983 i giudici di Torino che indagano sulla vicenda Casinò spiccano mandato di cattura contro Mario Andrione, per malversazione, peculato, falso in atto pubblico. Quando la Guardia di Finanza giunge ad Aosta per arrestarlo, l'ex Presidente non si trova più nel suo ufficio.

Il 21 dicembre 1983 inizia la latitanza di Andrione; la Giunta regionale non si dimette e la maggioranza affida l'incarico di Presidente dell'Esecutivo all'attuale Presidente della Giunta Augusto Rollandin.

Il 22 dicembre 1983, in una lettera inviata a Rollandin, l'ex Presidente Andrione annuncia le sue dimissioni dalla carica di Presidente, ma resta comunque Consigliere regionale.

Il 5 aprile 1984 viene spiccato nuovo mandato di cattura contro Andrione: i giudici lo accusano di concussione.

Il 20 gennaio 1985, dopo 400 giorni di latitanza, Andrione fa giungere una lettera al Segretario dell'Union Valdôtaine, Leonardo Tamone, dicendo che quando lo riterrà opportuno renderà conto delle proprie azioni.

Il 25 maggio 1987 i giudici di Torino rinviano a giudizio Mario Andrione con le accuse di concussione e peculato.

Il 19 novembre 1987 Mario Andrione si consegna, dopo quattro anni di latitanza, alla giustizia italiana.

Nei confronti di Mario Andrione vi sono delle accuse molto pesanti; con il suo comportamento ha fatto sì che gente innocente venisse criminalizzata, incriminata ed arrestata. Il suo è stato un comportamento che definirei amorale. Un uomo come l'Avv. Mario Andrione, altissimo esponente dell'Union Valdôtaine, Presidente della Giunta regionale, quando raggiunge un incarico così importante, deve rimanere al proprio posto ed affrontare con coraggio e dignità le relative responsabilità. Con la sua fuga e la sua latitanza, la statura dell'uomo Andrione ne esce ridimensionata e la sua persona fortemente oscurata.

Mi auguro che l'Avv. Andrione si renda conto degli errori commessi ed accetti un confronto con la Commissione di indagine, che io chiedo venga costituita proprio per fare chiarezza su tutta la vicenda.

Non dimentichiamo che Mario Andrione sarebbe forse il solo personaggio in grado di discolpare certe persone e forse il solo personaggio che conosce interamente tutta la vicenda e potrebbe fare chiarezza. È per questo che chiedo all'intero Consiglio di esprimersi su questa richiesta; è assolutamente necessario, prima della chiusura di questa legislatura, porre la parola fine sulla vicenda Casinò, se non dal punto di vista di carattere penale, almeno sul piano dell'indagine amministrativa da parte del Consiglio regionale.

A questa vicenda sono collegate alcune dichiarazioni fatte da un ex Assessore ai Lavori Pubblici, che è Giuseppe Borbey. Leggendo una sua intervista su "La Stampa", rilasciata il 19 novembre 1987, vi sono alcune dichiarazioni che mi hanno colpito. L'ex Assessore Borbey, interpellato sul ritorno di Andrione in Italia, ha dichiarato: "Giuseppe Borbey, rinviato anch'egli a giudizio per l'affaire Casinò, si concede una battuta di spirito: "Finalmente in Consiglio siamo di nuovo in trentacinque"; e aggiunge: "La maggioranza non ha nulla da temere, anzi è rafforzata". Sulla decisione di Andrione di costituirsi Borbey commenta: "Ritengo abbia scelto per il meglio, potrà così spiegare ai giudici il perchè delle delibere sui lavori del Casinò che hanno messo nei guai anche me".

Non posso che esprimere imbarazzo e stupore nel leggere queste dichiarazioni, che non dovevano assolutamente essere citate dall'ex Assessore ai Lavori Pubblici, perchè, se lui non lo sa - ma penso sia a conoscenza di questo fatto -, quando la Giunta regionale si riunisce e prende una determinata decisione, è corresponsabile assieme al Presidente della Giunta delle decisioni che vengono assunte. È una decisione collegiale dell'intera Giunta su tutti i provvedimenti che vengono adottati.

Mi sono informato, sono andato a ricercare alcune delibere di Giunta ed ho notato che in tutte queste delibere riguardanti i lavori extracapitolato presso il Casinò di Saint-Vincent come esponente della Giunta è sempre presente Giuseppe Borbey.

Non voglio assolutamente fare l'avvocato difensore dell'ex Presidente Andrione, però sento il dovere di dire che abbia perlomeno il coraggio di assumersi le proprie responsabilità. Se l'Avv. Andrione gestiva l'Esecutivo regionale in modo "presidenzialistico" o "personalistico", non è certamente sua responsabilità, ma è responsabilità di coloro che permettevano questo stato di cose; quindi è inaccettabile che un ex Assessore, che ha gestito in prima persona tutta la vicenda, abbia poi a dichiarare ad un organo di stampa che vorrebbe chiedere spiegazioni all'ex Presidente del perchè lo ha messo nei guai.

Questo è un atteggiamento che condanno, perchè dimostra che alcuni personaggi devono avere il coraggio di assumersi le proprie responsabilità.

Ho terminato, non voglio rievocare tutta la storia inerente a questo argomento, voglio solo ricordare al Consiglio che ritengo importante l'audizione dell'ex Presidente Andrione. Noi abbiamo terminato i lavori della Commissione di indagine con molti interrogativi e con molti dubbi; questa è l'occasione per poter porre fine a questa vicenda e fare chiarezza. È con questo spirito che ho presentato questa mozione.

PRESIDENTE: È aperta la discussione generale. Ha chiesto di parlare il Consigliere Baldassarre, ne ha facoltà.

BALDASSARRE- (P.S.D.I): Ho seguito con molta attenzione l'esposizione del Consigliere Aloisi: bisogna dargli atto che ha indicato alcuni elementi indiscutibili. Qui nessuno intende fare l'avvocato d'ufficio dell'uno o dell'altro.

Certe affermazioni che si sono lette su "La Stampa" hanno lasciato enormi preoccupazioni, anche perchè quando si prende una delibera in Giunta la responsabilità è di tutti coloro che hanno partecipato alla riunione della Giunta; però quello che mi lascia perplesso, per questo chiederei al Consigliere Aloisi di rinviare la mozione, è il fatto di voler ascoltare l'ex Presidente Andrione, in quanto non sappiamo anzitutto quando l'ex Presidente sarà libero e se potrà tornare in Valle d'Aosta. Avremmo delle difficoltà enormi ad approvare questa mozione, di cui naturalmente condivido lo spirito; inoltre non sappiamo quale sia la volontà dell'ex Presidente Andrione in merito ad una sua audizione.

Ribadisco che il comportamento di chi tenta di scaricare su altri responsabilità proprie deve essere condannato. Non siamo degli sciacalli, non vogliamo approfittare perchè siamo in clima elettorale; abbiamo sempre cercato di andare alla ricerca della verità, seppure fra tanti ostacoli, ed io sono stato il più critico all'interno della Commissione Affari Generali, perché non è riuscita a chiarire nessun problema per mancanza di buona volontà politica, ha tentato di insabbiare argomenti molto importanti. In quella sede si è assistito al "gioco dei bussolotti" di chi cercava di scaricare sull'altro certe responsabilità, e noi della minoranza siamo stati costretti a delle reazioni violente per capire perché si volevano affossare certi argomenti.

Per quanto riguarda la mozione, per i motivi che ho detto, per la impossibilità di poter sentire l'ex Presidente Andrione, per poter appurare la veridicità di certe accuse di suoi ex colleghi di Giunta, chiederei al Consigliere Aloisi di rinviare la mozione al momento in cui l'ex Presidente Andrione potrà circolare liberamente in Valle d'Aosta, quando potremo invitarlo, se sarà disponibile, ad una audizione in una riunione dei Capigruppo.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Aloisi, ne ha facoltà.

ALOISI - (M.S.I.): Rispondo alla richiesta di rinvio: ritengo non accettabile la richiesta, perché il deliberato della mozione dice di nominare una Commissione consiliare per l'audizione dell'Avv. Mario Andrione nella sua veste di Consigliere regionale, non appena egli sarà disponibile.

Posso dare una notizia di prima mano: alcuni amici dell'ex Presidente della Giunta hanno raccolto quei famosi 150 milioni, per cui a giorni, probabilmente, l'ex Presidente uscirà e sarà libero; non verrà in Valle d'Aosta perchè gli sarà vietato di soggiornare in Valle d'Aosta e probabilmente nel Piemonte, per cui si ripresenta lo stesso problema che abbiamo avuto con Frano Chamonal.

Non penso sia il caso di rinviare ulteriormente; se si ha la volontà di fare chiarezza, quindi di sentire l'ex Presidente della Giunta Andrione, non ci dovrebbero essere problemi a votare la mozione, perché la mozione cita testualmente che ciò avverrà quando egli sarà disponibile.

Non accetto la richiesta di rinvio perchè non avrebbe alcun senso; ormai ci avviamo alla fine della legislatura, quindi, se vogliamo fare chiarezza, è questa l'occasione propizia per farlo.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Mafrica, ne ha facoltà.

MAFRICA - (P.C.I.): Oggi affrontiamo due questioni: una è la necessità o la possibilità di acquisire l'audizione del Consigliere Mario Andrione, l'altra è la mozione presentata dal Consigliere Aloisi.

Sul problema ci siamo già pronunciati, immediatamente non appena abbiamo avuto notizia della costituzione di Andrione ai giudici di Torino. Siamo dell'idea che la Commissione che ha effettuato in questi anni le indagini sulla vicenda Casinò abbia la necessità di completare il lavoro; non ha senso aver trascorso mesi e mesi ascoltando tutti i personaggi coinvolti senza acquisire la testimonianza di chi ha avuto in tutta la vicenda un ruolo primario come il Presidente della Giunta, in quanto persona che direttamente ha messo in atto procedure che questa Commissione consiliare ha poi dichiarato irregolari o illecite.

Quindi, siamo dell'idea che l'audizione di Mario Andrione, non appena possibile, debba essere effettuata, anche come atto di giustizia nei suoi confronti. La vicenda Casinò è complessa, abbiamo sentito i pareri delle più diverse persone interessate, la minoranza consiliare ha effettuato anche l'audizione di uno dei principali imputati, dirigente e azionista della Casa da Gioco: ci sembra logico, per la completezza di quel lavoro, acquisire le dichiarazioni eventuali di Mario Andrione non appena ciò sarà possibile.

Quanto al merito della mozione, ci pare che sia presentata facendo riferimento a dichiarazioni di altre persone, di Assessori regionali, che non ci sembra di dover assumere a motivazione di questo atto che prima abbiamo detto essere necessario. Noi siamo d'accordo nel completare l'indagine per motivi diversi dal fatto che alcuni Assessori abbiano o meno cercato di scaricare la responsabilità su Andrione; ci sembrano, questi, particolari irrilevanti per motivare l'audizione che invece riteniamo necessaria.

Per questo motivo, non condividendo il tipo di impostazione che è stata data alla mozione, presentiamo un emendamento sostitutivo alla mozione, di cui do lettura:

ORDINE DEL GIORNO

Valutata l'opportunità di completare il lavoro di indagine svolto dalla competente Commissione consiliare, incaricata di accertamenti relativi ai fatti della Casa da Gioco di Saint-Vincent;

Ritenuto opportuno acquisire agli atti del Consiglio regionale anche le eventuali dichiarazioni di chi ha avuto un ruolo primario dal punto di vista politico e amministrativo in tutta la vicenda Casinò;

Il Consiglio regionale

della Valle d'Aosta

IMPEGNA

la Commissione Affari Generali allargata ai Capigruppo a procedere non appena possibile all'audizione di Mario Andrione e a realizzare in merito al Consiglio regionale.

Siamo d'accordo con il risultato che si vuole ottenere con la mozione, non siamo d'accordo sul modo con cui è stata impostata la mozione stessa.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Torrione, ne ha facoltà.

TORRIONE - (P.S.I.): Credo che sia opportuno assumere un atteggiamento molto responsabile sulla eventuale audizione del Presidente Andrione e dico subito i motivi.

Primo, siamo a pochi mesi dalla campagna elettorale e qualsiasi mossa di qualsiasi forza politica potrebbe essere fraintesa o interpretata in maniera errata. La vicenda Casinò è pesata su questo Consiglio, ne ha condizionato l'attività, ed è bene che i giudici di Torino facciano il loro mestiere: noi non abbiamo mai confuso il nostro compito di Consiglieri con quello di giudici e non lo vogliamo fare sicuramente in questa occasione. D'altronde ho qui sottomano, per una strana combinazione, un libro: "Affaire Casinò - Atto di accusa dei giudici di Torino". È una nuova pubblicazione edita da Nuova Sinistra della Valle d'Aosta in cui i promotori dell'iniziativa editoriale avranno ritenuto opportuno di dare ampia pubblicità a quella che è la sentenza di rinvio a giudizio dell'Affaire Casinò.

Con tutta la pubblicità che c'è stata, credo che l'opinione pubblica si sia fatta un'idea ben precisa; mi riallaccio ad una iniziativa del Partito Comunista, che ha pubblicato i risultati di una indagine molto scientifica e precisa sulla situazione politica valdostana, sulla situazione dell'informazione e sull'Affaire Casinò. Certe risposte sono inequivocabili; l'opinione pubblica si è già fatta una sua idea, quindi potrà dare anche un suo giudizio su questa vicenda, visto che la quasi totalità dei Valdostani si è interessata dell'Affaire Casinò.

Dico questo perchè trovo perlomeno intempestiva l'iniziativa del Consigliere Aloisi, non perchè noi non vogliamo sentire Mario Andrione, ma perchè l'ex Presidente è tuttora in una situazione di impossibilità materiale ad essere ascoltato, visto che si trova, purtroppo, ancora in carcere a Pinerolo.

Il voler per forza mettere il carro davanti ai buoi a noi sembra un discorso non corretto, nè nei suoi confronti, nè nei confronti della stessa Commissione. Noi assumeremo una decisione nel momento in cui sapremo qual è il destino di Mario Andrione sul piano della sua eventuale scarcerazione e sulla sua presenza o meno in Valle d'Aosta. Diciamo questo alla luce delle complicazioni che sono sorte in sede di Commissione per l'audizione di un altro personaggio che non ha potuto venire a deporre in sede di Commissione, alludo a Frano Chamonal; per cui una parte della Commissione ha dovuto trasferirsi a Milano per interrogare il personaggio in questione.

Siamo in attesa degli sviluppi della situazione; in questo momento ci asterremo dal fare qualsiasi commento su questa vicenda, su cui ormai i giudici dovranno fare chiarezza. Il Presidente della Giunta ci diceva che fra poco si dovrebbe aprire il processo: pertanto, se sarà opportuno, richiederemo una audizione dell'ex Presidente Andrione, seguendo la stessa procedura che abbiamo seguito per il caso Manganone, dicendo che L'audizione avverrà in sede di Conferenza dei Capigruppo.

Non riteniamo invece opportuno riaprire i lavori della Commissione, perchè riaprire quel capitolo sarebbe andare a rimescolare tutto. Sulla base delle audizioni che abbiamo fatto abbiamo assunto liberamente alcune decisioni, decisioni in alcuni casi anche molto sagge.

Su questa mozione assumiamo un atteggiamento di attesa e ci asterremo per questo dalla votazione.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Vice Presidente De Grandis, ne ha facoltà.

DE GRANDIS - (P.R.I.): Ho fatto parte della Commissione Affari Generali allargata ai Capigruppo che ha indagato sulla questione Casinò ed una delle più grosse difficoltà che ha incontrato la Commissione è stata determinata dai limitatissimi poteri che ha una Commissione consiliare in questo campo. Alla limitatissima possibilità di intervento va aggiunto un altro fatto: Mario Andrione non ha ritenuto di rispondere ai giudici nel corso dell'istruttoria. Non conosco per quali motivi, avrà avuto le sue buone ragioni, non lo metto in dubbio, ma sta di fatto che si è costituito soltanto quando la sentenza di rinvio a giudizio era stata depositata e quindi i giudici non avevano la possibilità di interrogarlo.

E allora mi domando se Mario Andrione sia disponibile ad essere ascoltato dalla Commissione consiliare: ritengo di no, che non sia il caso, perchè andrebbe contro quella linea difensiva nell'ambito processuale che lui ha ritenuto opportuno scegliere.

C'è un altro fatto che mi sgomenta ed è, da una parte, quello già rilevato dal Consigliere Torrione, che paventa i rischi che vi sono a riaprire il lavoro di una Commissione che ha già consegnato le sue conclusioni finali e che attraverso una audizione di questo tipo, se mai avvenisse, potrebbe rimettere in forse tutta una serie di cose che erano già state acquisite dalla Commissione stessa. Dall'altra parte, mi sconcerta che la Commissione Affari Generali allargata ai Capigruppo, che ha indagato sul Casinò e che è stata accusata da parte del Consigliere Aloisi - e credo che ognuno di voi se lo ricordi - di falso, di associazione per delinquere e persino di tentato omicidio, adesso, da parte di questo stesso Consigliere, la si voglia riaprire, per arrivare a chissà quali chiarimenti, con l'audizione di Mario Andrione.

Allora, il vero scopo del Consigliere Aloisi diventa trasparente: non è quello di fare chiarezza, ma è quello di una utilizzazione strumentale di questa vicenda, estremamente dolorosa, che alla vigilia delle elezioni potrebbe portargli tutta una serie di assensi e di consensi che il 14 giugno gli farebbero comodo.

Ritengo che non si possa accettare questo tipo di impostazione, soprattutto perché viene dal Consigliere Aloisi, il cui comportamento nei confronti della Commissione è stato a dir poco inqualificabile, e da parte del Partito Repubblicano vi sarà quindi un voto negativo a questa mozione.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Riccarand .... mi correggo, Sandri; ne ha facoltà.

SANDRI - (N.S.): Ringrazio il Presidente del Consiglio per questo "lapsus", che testimonia la presenza del compagno Riccarand nelle pagine di quel libro che citava prima il Consigliere Torrione, e penso che quando si parla di Casinò sicuramente ci si ricorda del suo efficace lavoro in Commissione. È per questo motivo, anche, che il Gruppo di Nuova Sinistra si asterrà sulla mozione del Consigliere Aloisi, perchè la Commissione è stata un momento importante di chiarezza nell'Affaire Casinò, è stata una prova di civile impegno per approfondire e chiarire i temi scottanti che erano sul tavolo e per giungere per quanto possibile a rivelare la verità. Non sempre ci si è riusciti e ci sono stati sicuramente dei problemi, delle inefficienze, forse anche delle incapacità, ma direi che tutto sommato il risultato è stato ampiamente positivo e di questo bisogna dare atto a tutti i Commissari, fra questi Riccarand, come forse involontariamente ha fatto il Presidente del Consiglio, ma anche al Presidente della Commissione, Consigliere Beneforti.

Condividiamo le preoccupazioni del consigliere Aloisi perchè tutti gli elementi possibili siano presentati, siano chiariti e siano resi pubblici, come abbiamo cercato di fare ultimamente, perché la gente sia informata della reale gravità di questo scandalo. Mi associo con lui nel senso di chiedere che comunque il Consiglio regionale approfondisca alcuni temi, che sono insorti nell'ultimo periodo, che la Commissione non aveva potuto prendere in considerazione e che sono, ad esempio, gli atti del processo di Milano, che ha visto fra i rinviati a giudizio alcuni dei personaggi rinviati a giudizio anche nel processo di Torino. Ritengo però che in questo momento riaprire quella Commissione sia un fatto non corretto e sarebbe più auspicabile invece che, con tempi che forse non sono poi così lunghi per quanto riguarda la possibilità di un più semplice ascolto dell'ex Presidente della Giunta Andrione, questa audizione venga fatta a livello della Conferenza dei Capigruppo, come proposto dal Consigliere Torrione. In quella sede a me non dispiacerebbe che l'ex Presidente della Giunta ci facesse una relazione anche sui temi del processo di Milano.

Per queste motivazioni inviterei il Consigliere Aloisi a ritirare la mozione, proprio per capire che sulle sue posizioni c'è una discreta disponibilità da parte di molti, alla quale però, nei termini in cui è stata presentata, diventa impossibile dare un voto positivo.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Baldassarre, per mozione d'ordine, ne ha facoltà.

BALDASSARRE - (P.S.D.I.): Chiederei cinque minuti di sospensione per un incontro dei Capigruppo di minoranza, in cui concordare una linea in comune in merito alla mozione presentata dal Consigliere Aloisi e all'emendamento proposto dal Consigliere Mafrica.

Naturalmente l'invito è esteso anche ai Capigruppo delle forze di maggioranza.

PRESIDENTE: È stata avanzata richiesta di sospensione da parte del Consigliere Baldassarre. Se il Consiglio è d'accordo, la seduta è sospesa per cinque minuti.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 10,32 alle ore 10,36.

PRESIDENTE: Riprendono i lavori dopo la sospensione. Ha chiesto di parlare il Consigliere Mafrica, ne ha facoltà.

MAFRICA - (P.C.I.): Nella breve sospensione le forze di minoranza hanno concordato sulla opportunità che l'audizione di Mario Andrione avvenga nella sede della Conferenza dei Capigruppo. Sia da parte nostra che da parte del Consigliere Aloisi c'è la disponibilità a ritirare la mozione e l'emendamento presentato e a procedere invece, nella sede dovuta, attraverso la Conferenza dei Capigruppo, a riproporre il problema dell'audizione di Mario Andrione non appena la cosa si renda anche possibile.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Aloisi, ne ha facoltà.

ALOISI - (M.S.I.): Prima di tutto vorrei fare alcuni chiarimenti. Il primo chiarimento è che il sottoscritto non aveva chiesto di riaprire la Commissione di inchiesta, cosiddetta Beneforti: nel deliberato della mozione si chiedeva di nominare una Commissione di indagine per sentire Andrione. Lungi da me riaprire quella Commissione che ho sempre contestato, per cui non ho assolutamente l'intenzione di riaprirla.

Secondo, c'è da parte di tutte le forze politiche di opposizione la volontà di ascoltare comunque l'ex Presidente della Giunta; pertanto, non insisto nella votazione di questa mozione, anche perché l'obiettivo che mi prefiggevo era quello di arrivare all'audizione per conoscere la verità, perché ci sono alcune domande precise da porre all'ex Presidente della Giunta.

Quindi, non è una volontà di strumentalizzazione nel presentare una mozione di questo genere: da parte mia, c'è soltanto una volontà di fare chiarezza. E proprio con questa volontà accolgo l'invito delle altre forze politiche di minoranza a riproporre il problema nella riunione dei Capigruppo e quindi addivenire in seguito, non appena ci sarà la disponibilità, ad un incontro con l'ex Presidente della Giunta.

PRESIDENTE: Viene ritirata la mozione presentata dal Consigliere Aloisi ed anche l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Mafrica.

IL CONSIGLIO prende atto.