Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2655 del 11 marzo 1987 - Resoconto

OBJET N. 2655/VIII - COMMUNICATIONS DU PRÉSIDENT DE LA JUNTE.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta, Rollandin; ne ha facoltà.

ROLLANDIN (U.V.): Encore à propos de l'information: dernièrement, tous se sont aperçus des difficultés du centre RAI. Une rencontre a eu lieu avec la Présidence de la Junte, une autre avec la Présidence du Conseil, une autre encore aura lieu avec les Chefs de groupe, pour examiner les possibilités d'intervention concrètes et surtout pour essayer de modifier l'intention de déplacer en fin de soirée le téléjournal, ce qui n'aurait plus de sens. Parallèlement je voulais faire savoir au Conseil que la rencontre prévue pour le 12 à Rome avec le Président de l'IRI, M. Prodi, est confirmée pour la matinée.

Il serait bien aujourd'hui de se renseigner sur la possibilité de maintenir les travaux pour demain, vu que l'assesseur compétent et moi-même serons absents. La rencontre à laquelle nous devons participer est importante: elle a été demandée depuis des mois au Président de l'IRI. Nous espérons avoir des nouvelles susceptibles d'aller dans la direction que le Comité unitaire avait soulignée.

Pour ce qui est des problèmes du casino, je voudrais dire au Conseil que jusqu'à présent nous avons su par la presse les nouvelles, mais que le réquisitoire du Ministère public a été déposé et, partant, les avocats intéressés présenteront les mémoires; d'ici deux mois, le juge d'instruction présentera officiellement les mémoires et les éventuels renvois en jugement. Chacun sait que, pour l'instant, la question est soumise au secret de l'instruction et, par conséquent, il y a encore la possibilité de faire d'autres considérations que celle que je viens de faire.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Torrione; ne ha facoltà.

TORRIONE (P.S.I.): Mi auguro che l'incontro con la RAI e con i suoi redattori sia utile a sciogliere alcuni nodi ed a chiarire alcuni atteggiamenti, sia agli uni, che agli altri.

Riconfermo pubblicamente che noi siamo sempre stati molto critici nei confronti dell'informazione fornita dalla RAI, che, a nostro parere, non è "garantista", nel senso che proietta all'esterno un'immagine di questo Consiglio estremamente scadente. Poiché ci consideriamo parte in causa, ci dichiariamo disponibili a trovare una soluzione, solo a condizione che tale atteggiamento sia reciproco. Diciamo molto chiaramente che, in caso contrario, il discorso relativo alla RAI procederà senza la presenza del Partito Socialista Italiano, perché non riusciamo a comprendere come mai, dopo anni di prese di posizione, di iniziative consiliari, di mozioni e di interpellanze, il prodotto fornito dalla RAI di Aosta possa essere così scadente.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Baldassarre; ne ha facoltà.

BALDASSARRE (P.S.D.I.): Dichiaro che non prenderò parte all'odierna riunione dei Capigruppo, che affronterà i problemi della RAI. La mia posizione nei confronti della sede RAI di Aosta è stata sempre critica, perché ho sempre ritenuto, e ritengo, che l'informazione che essa ha fornito è stata carente e non obiettiva. Di questo atteggiamento, tenuto da alcuni giornalisti della RAI aostana, ha sofferto in maniera particolare il mio Partito.

Non comprendo il senso di questo sciopero ad oltranza ed il contenuto delle loro richieste. Vorrei sapere che cosa intendono fare con i nuovi mezzi e con il nuovo personale. Chiedono forse tutte queste cose per darci un'informazione come quella che ci è stata fornita sino ad oggi? Io non parteciperò alla riunione dei Capigruppo, non voterò nessun ordine del giorno ed invierò a Roma una mia relazione sulla qualità dell'informazione che finora è stata offerta dalla Sede RAI di Aosta.

Per quanto concerne la posizione del Presidente della Giunta regionale, vorrei sottolineare un particolare che ha colpito non solo il sottoscritto, ma credo anche l'opinione pubblica. Da notizie di stampa, il procuratore De Crescenzio afferma: "La posizione del Presidente della Giunta regionale è considerata ancora più grave, data l'importanza - della quale aveva saputo da Alessandro Sanchioli, Commissario straordinario al Casinò - dei furti che avvenivano ai giochi americani, non sentì il dovere di presentare alla magistratura...". Ed io qui aggiungo: "Non sentì il dovere di presentare alla Commissione Affari Generali, che indagava sul Casinò di St. Vincent", nella quale io ebbi a precisare che il Presidente della Giunta nascondeva documentazioni, ma non ero a conoscenza che aveva nascosto anche alla magistratura delle informazioni, nelle quali il Sanchioli dichiarava che al Casinò si continuava a rubare. Il Presidente della Giunta ha finto che nulla fosse accaduto.

Si tratta, ovviamente, di gravi affermazioni nei confronti di un Presidente che avrebbe il dovere di dimettersi e di rinunciare all'amnistia per affrontare liberamente l'opinione pubblica e dimostrare la sua estraneità. Se queste notizie riportate dalla stampa dovessero riferire esattamente il contenuto della requisitoria del Pubblico Ministero, ritengo che il Presidente della Giunta regionale dovrebbe trarne le debite conclusioni. Non è possibile che un Presidente della Giunta, venuto a conoscenza di un fatto così grave, che si consumava ad uno o due anni di distanza dal "blitz" di S. Valentino, potesse continuare a tacere non solo alla magistratura, che l'ha scoperto in un momento successivo, ma anche a noi Commissari, che per anni interi abbiamo lavorato in seno alla Commissione d'inchiesta, mentre c'era qualcuno che cercava d'insabbiare l'indagine. È un fatto grave che non può assolutamente essere sottaciuto.

Nell'incontro che nei prossimi giorni avremo con Chamonal, uno dei maggiori imputati della vicenda relativa al Casinò di St. Vincent, avremo modo di chiarire altre situazioni che sono state nascoste alla Commissione, perché c'era qualcuno che cercava di "depistare" le indagini. Nei prossimi giorni avremo modo di scoprire la realtà che c'era dietro i lavori di questa Commissione.

Io non voglio accusare nessuno e neppure intendo cercare la testa di nessuno, però è necessario che tutta questa vicenda venga chiarita.

Posso anche accettare l'invito del Presidente della Giunta a discutere il tutto al momento del rinvio a giudizio, però questo fatto è grave e deve essere ben evidenziato.

Termino il mio intervento precisando che mi riservo di assumere tutte le iniziative possibili al momento in cui ci sarà la comunicazione ufficiale del rinvio a giudizio.

PRESIDENTE: Comunico ai colleghi Consiglieri che il Presidente Bondaz, pur essendo presente, ha dovuto rinunciare a presiedere l'Assemblea, perché gli è improvvisamente mancata la voce.

Ha chiesto la parola il Consigliere Aloisi; ne ha facoltà.

ALOISI (M.S.I.): Colgo l'occasione offertami dalle dichiarazioni del Presidente della Giunta per fare alcune osservazioni di carattere politico sulla presentazione della requisitoria del Pubblico Ministero in merito alla vicenda del Casinò. Intendo fare delle osservazioni di carattere politico, perché ritengo che il dibattito vero e proprio su questo argomento, che ha sollevato e solleverà ancora tanto scalpore nel nostro ambiente e nella nostra Regione, debba svolgersi quando ci sarà il rinvio a giudizio. Anche se oggi abbiamo a nostra disposizione degli elementi di giudizio, ritengo che il vero dibattito sia da svolgere dopo, quando potremo giocare a carte scoperte. Tuttavia, è necessario fare oggi delle considerazioni di carattere politico.

Da questa requisitoria emerge un'immagine offuscata e degradante della rappresentanza del potere politico della nostra Regione. Questo è un fatto grave. Noi abbiamo un Presidente della Giunta che, come ha già detto il Consigliere Baldassarre, è accusato in modo pesante dal Pubblico Ministero di aver nascosto, di aver cercato di nascondere certi fatti o di "depistare" le indagini. Uno che faceva l'Assessore alle Finanze dichiara addirittura agli atti che non sapeva niente dei problemi finanziari relativi al suo Assessorato. Sembra, in pratica, essere stato "un povero imbecille" (nel senso buono, ovviamente, e senza offesa), messo a fare l'Assessore alle Finanze senza comprendere nulla delle funzioni che era stato chiamato a ricoprire. Citando altre dichiarazioni, che tutti hanno avuto modo di leggere sui giornali, ricordo che un altro Assessore osservava i lavori relativi al Casinò come un qualsiasi "uomo qualunque" della strada.

Dalla requisitoria del Pubblico Ministero e da tutta questa situazione emerge la grave figura di una classe politica incapace e degradante, che coinvolge non solo coloro che sono stati chiamati in causa, ma anche tutti noi qui presenti e tutti coloro che, rappresentando varie Forze politiche, dalla situazione che si è venuta creando, subiscono delle conseguenze negative, perlomeno sul piano morale.

Non mi dilungo oltre sull'argomento. Dico solo che quello che emerge è molto grave e, oltretutto, riferendomi alla ultima citazione fatta dal Consigliere Baldassarre, venerdì prossimo dovremmo avere il famoso incontro con Franco Chamonal. Io mi auguro che il Presidente della Commissione e la maggioranza di questo Consiglio non esprimano la volontà di evitare questo confronto, perché da esso, sicuramente, potranno emergere fatti e situazioni molto significativi in merito alle accuse che io ho mosso qui, in quest'aula, da due anni a questa parte e senz'altro verranno messe in evidenza certe verità che qualcuno intende nascondere, perché non vuole che vengano alla luce.

Approfitto di questa occasione per invitare il Presidente della Commissione Affari Generali, incaricata dell'inchiesta sul Casinò di St. Vincent, ed il Vicepresidente, che noi abbiamo voluto unanimemente affiancare al Presidente della Commissione per prevenire eventuali situazioni incresciose, a far sì che si sappia con esattezza se questo incontro, previsto per venerdì mattina a Milano, ci sarà o meno. Grazie.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Mafrica; ne ha facoltà.

MAFRICA (P.C.I.): Nel merito della prima questione che è stata sollevata, possiamo confermare che noi prenderemo parte alla riunione con la RAI, perché vorremmo avere più notizie sullo stato di agitazione che ormai dura da diversi giorni. Come Gruppo possiamo affermare che anche noi abbiamo dei rilievi da fare sul modo in cui vengono fornite le notizie che riguardano il Consiglio regionale e, più in generale, quelle riguardanti la vita politica valdostana. Riteniamo che, comunque, debbano essere fatti degli sforzi per migliorare l'informazione di carattere pubblico, che riveste una sua importanza anche nella nostra Regione e ci auguriamo che l'incontro possa dare, in questo senso, dei risultati positivi.

Cogliamo l'occasione per intervenire anche sulla questione della quale i giornali parlano in questi ultimi giorni e cioè sulla deposizione della requisitoria del Pubblico Ministero, relativa alla Casa da Gioco di St. Vincent. Dalle notizie apprese, noi traiamo la sensazione che si sia fatto un passo avanti nell'accertamento della verità e nel chiarimento delle singole posizioni. A nostro giudizio si sta depositando il "polverone" sollevato da più parti ed i fatti e responsabilità, da quello che riusciamo a capire, stanno emergendo in modo più preciso.

Le notizie comparse non ci hanno sorpreso, tranne quella che si riferisce alla proposta di amnistia per il Presidente della Giunta, per omessa denuncia. Noi riteniamo che il Presidente della Giunta dovrebbe fare lo sforzo di chiarire questo aspetto, perché le notizie riportate dai giornali presentano il suo comportamento come di ostacolo agli accertamenti della magistratura. Se questa circostanza venisse confermata anche nella sentenza di rinvio a giudizio, noi riteniamo che il Presidente della Giunta dovrebbe sentire come ancor più impellente il dovere di chiarire la propria posizione.

Da quanto sta emergendo noi ricaviamo la sensazione che l'inchiesta abbia delineato in modo più preciso una situazione di degenerazione dell'attività del Casinò, verificatasi principalmente dopo l'installazione dei giochi americani. Dalle notizie che emergono appare confermato che in quella sede vi fossero furti, falsi in bilancio ed evasioni fiscali. Questa degenerazione appare in modo sempre più preciso come favorita da un certo modo di governare, "facilone", arrogante ed oligarchico. Intendiamo sottolineare che è su questo modo di governare che nel passato si sono appuntate le nostre critiche: un modo di governare poco rispettoso delle procedure, dei regolamenti e della stessa democrazia di questo Consiglio.

Si è pensato per un lungo periodo che la legalità ed il potere consistessero nell'attuare ciò che ha in mente l'Esecutivo e ciò che pensa il Presidente della Giunta, accettando con un certo fastidio il confronto con il Consiglio e con le sue Commissioni; ancora oggi alcuni hanno questa convinzione. Si è pensato che il rispetto di certe procedure fosse un rallentamento del processo decisionale o un cedimento alle pastoie burocratiche. Noi crediamo che da questo modo di intendere l'amministrazione della cosa pubblica siano derivati comportamenti illegittimi, violazioni di norme e di procedure e si sia favorita una degenerazione nelle attività della Casa da gioco.

Attendiamo con fermezza, senza spirito di rivalsa, la sentenza di rinvio a giudizio. Una volta che avremo a disposizione tutti gli elementi di giudizio chiederemo che si faccia un pochino di chiarezza sul piano politico e che i comportamenti di ognuno siano conseguenti. Noi riteniamo che, in questi anni, presso la Casa da Gioco si siano verificati episodi che hanno danneggiato, oltre che le risorse finanziarie della Regione, anche la vita democratica di questo Consiglio ed il prestigio delle istituzioni regionali. Siamo rispettosi dell'indipendenza della magistratura e dei diritti delle persone e, perciò, non abbiamo partecipato a quell'orgia scandalistica che voleva tutti ladri e tutti corrotti. Agiremo, però, con fermezza e decisione, perché i comportamenti illegali, gli abusi di potere e le violazioni della vita democratica siano messi nel giusto rilievo, affinché non debbano più ripetersi in futuro ed i cittadini possano giudicare in modo consapevole e documentato la vita democratica di questo Consiglio.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Sandri; ne ha facoltà.

SANDRI (N.S.): Nuova Sinistra ha appreso con soddisfazione dalla stampa che la giustizia sta andando avanti e, come molti nostri concittadini (10.000 o 12.000) auspicavano, quest'inchiesta sul Casinò sta giungendo al termine e ci sarà prossimamente una decisione su qualche eventuale rinvio a giudizio. Mi dispiace che, chi aveva così diffusamente apprezzato l'iniziativa dei nostri concittadini, non apprezzi allo stesso modo, oggi in quest'aula, il cammino fatto dalla giustizia. È un sintomo abbastanza pericoloso, indice di una scarsa attenzione verso le istituzioni, compresa quella della giustizia, del quale la Valle d'Aosta ed i suoi uomini politici soffrono notevolmente.

Credo che la popolazione si stia concretamente rendendo conto, anche se, purtroppo, con un grave ritardo, che il lavoro fatto dalla Commissione consiliare e portato avanti con forza, soprattutto dalle Forze di minoranza, sia stato pienamente confermato. In Valle d'Aosta, quindi, c'è stato effettivamente un grave problema istituzionale, per il peso eccessivo che il Casinò ha mantenuto nel panorama economico e politico della Valle d'Aosta, fino a porre dei grossi intralci alla normale vita politica e democratica. Credo che questa circostanza ci debba dar da pensare. Se, infatti, la requisitoria del Pubblico Ministero sarà recepita dai giudici che emetteranno i conseguenti rinvii a giudizio, molte persone dovranno trarre le loro logiche conclusioni.

Voglio sottolineare, a questo punto, la fondamentale importanza della correttezza della quale devono dar prova i dipendenti dell'Amministrazione regionale e particolarmente coloro che hanno la responsabilità del bilancio. Bisogna ricordarsi che chi viene rinviato a giudizio per problemi di peculato, o comunque per scorretta gestione dei fondi pubblici, e che occupa ancora una posizione di rilievo in questo delicato settore della vita amministrativa, deve essere rimosso da tale incarico.

Ciò che più preoccupa Nuova Sinistra, che certamente non ha mai fatto dello scandalismo sul problema del Casinò, è il fatto che oggi, per certi versi, siamo di fronte allo stesso clima di cinque anni fa. Allora c'era il Casinò, oggi ci sono altre forze economiche, che fanno pressioni e che possono permettersi di suggerire all'Amministrazione regionale convenzioni ed interpretazioni delle leggi. Assistiamo a leggi che vengono interpretate a proprio uso e consumo, ad acquisti di terreni che vengono giustificati in Consiglio con precise motivazioni e destinazioni e che, a distanza di qualche mese o anche meno, vengono modificate quando non addirittura stravolte. Assistiamo ad una scarsissima attenzione per i normali rapporti democratici e questo è un pessimo segno, che testimonia la scarsa attenzione per quei problemi che cinque anni fa hanno già scottato pesantemente la nostra Regione.

Rivolgiamo a tutte le Forze politiche il nostro richiamo ad evitare di rientrare in quest'ottica. Abbiamo paura che l'efficienza non sia sempre un buon motivo per saltare a piè pari la correttezza e la limpidezza dei rapporti tra l'Esecutivo ed il Consiglio regionale. Sotto questo aspetto credo che non sia da apprezzare una presa di posizione illustrativa del Presidente della Giunta, che spieghi il senso delle notizie apparse sulla stampa e che lo riguardavano.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Torrione; ne ha facoltà.

TORRIONE (P.S.I.): Io credo che occorra distinguere due fasi in tutta questa vicenda o, perlomeno, noi cerchiamo di fare questa distinzione, perché abbiamo sempre mantenuto un certo atteggiamento nei confronti dell'intera vicenda legata al Casinò. Il giudizio della magistratura è ancora interlocutorio, ed infatti non esiste ancora una sentenza di rinvio a giudizio, e, pertanto, sotto l'aspetto prettamente penale, sarà lecito fare un certo discorso solo dopo che saranno state tratte le conclusioni da parte dell'autorità preposta al giudizio. In questo senso noi restiamo coerenti con il codice di comportamento, che ci siamo dati e che vogliamo mantenere.

Certo è, però, che l'aspetto politico della vicenda ha anche una sua notevole rilevanza e non possiamo esimerci dal constatare che in quest'aula e nella collettività valdostana è presente una sensazione di estremo malessere. Noi abbiamo sempre detto che ben difficilmente si sarebbe potuto quantificare il danno di questo "affaire". Riteniamo di interpretare l'ansia, o l'angoscia, presente nell'opinione pubblica nei riguardi di un "affaire", che sembra non aver mai fine, che si arricchisce sempre più di nuovi capitoli e che sta a testimoniare che le Forze politiche devono riflettere su tutta la vicenda.

Noi siamo qui per garantire sino in fondo le istituzioni. Va garantita, soprattutto, la credibilità della nostra autonomia. Pertanto, non possiamo sbarazzarci con un colpo di spugna di ciò che è stato e di ciò che può essere. Noi riteniamo che le Forze politiche, le stesse Forze politiche alle quali appartengono i "personaggi", che per qualche verso sono stati coinvolti in questa prima fase della "vicenda Casinò", debbano assumere una posizione decisa e netta, perché è necessario esprimere un giudizio di carattere politico e amministrativo. Torno a ripetere, infatti, che all'esterno di questo palazzo c'è la sensazione che tutte le procedure di questa amministrazione fossero completamente "saltate", che il rigore fosse stato sostituito da una sorta di "dirigismo decisionale" e che i controlli fossero molto allentati.

Questo è il quadro al quale, purtroppo, dobbiamo riferirci ed è un quadro piuttosto deprimente per chi cerca di fare politica e di governare con correttezza la nostra Regione. Non esprimo dei giudizi, però nel passato abbiamo assistito a Forze politiche che si sono arrogate il diritto di dire quanto non competeva loro, ma ad un'altra autorità dello Stato. Aspettiamo, pertanto, dalle Forze politiche una risposta a questi quesiti. Sottacerli e passarli sotto silenzio corrisponde a non prendere coscienza della realtà della nostra Regione. Se noi vogliamo ridare credibilità all'istituzione autonomistica, abbiamo il preciso dovere di pronunciare un giudizio di carattere politico, facendo una riflessione complessiva anche sugli equilibri politici che hanno governato la Regione negli ultimi dodici o tredici anni, per vedere se queste Forze sono ancora legittimate alla gestione della cosa pubblica.

Io mi fermo qui, perché non ho altro da dire e, del resto, sarebbe sciocco ed inopportuno fare delle considerazioni che non ci competono. Ribadiamo però la nostra impressione che, purtroppo, lo "affaire Casinò" ha posto in evidenza alcuni aspetti degenerativi del Governo regionale. Tocca ora alle Forze politiche il compito di dire se quei comportamenti abbiano potuto verificarsi, perché il clima politico lo consentiva, oppure se è il caso di esprimere un giudizio di altro genere.

È questa la riflessione che è doveroso fare, tanto da chi siede sui banchi della maggioranza, quanto da chi siede su quelli dell'opposizione, e dalla quale ci attendiamo di poter svolgere un confronto in questo consesso.

Quando la prima parte della vicenda si sarà conclusa, con il deposito della istruttoria di rinvio a giudizio, solo allora, "a bocce quasi ferme", sarà possibile esprimere un primo giudizio ponderato su questo "affaire", che da troppo tempo ci grava sulla testa, paralizzando e condizionando pesantemente anche i lavori di questo Consiglio e dello stesso Governo regionale. Grazie.

PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta Rollandin; ne ha facoltà.

ROLLANDIN (U.V.): A propos de la RAI, je crois que la rencontre qui a é prévue n'avait pas pour objet le jugement des journalistes ou de l'activité de la RAI. J'ai compris en revanche qu'il s'agissait d'examiner ensemble les raisons à la base des choix opérés, ainsi le fait de déplacer à une heure absurde le télé journal et d'autres problèmes inhérent au fonctionnement du centre RAI. Quant au jugement sur les journalistes ou leur travail, chacun peut penser ce qu'il veut.

Sur la question du Casino j'avais dit que l'ensemble du réquisitoire est encore soumis au secret d'instruction. Je m'étais étonné, donc, que les journaux fournissent certaines donné es entre guillemets, ce qui signifie qu'ils avaient eu la possibilité de lire et de reporter entièrement certains passages du réquisitoire, ce qui, d'après certains avocats, serait un fait impossible. Je répète donc, que pour mon compte, j'ai toujours repous les soupçons quant à mon activité et il arrivera un moment où je pourrai mieux expliquer ce que je viens de dire.

En tant que force de la majorité, nous avons toujours dit que nous espérions voir arriver la fin de l'enquête. Le débat politique se fera, donc, lorsque tout le monde pourra examiner ce qui s'est passé. Nous accepterons le débat avec plaisir.