Oggetto del Consiglio n. 2256 del 6 ottobre 1986 - Resoconto
OGGETTO N. 2256/VIII - COMUNICAZIONE DELLO SCHEMA DEL DECRETO LEGISLATIVO CONCERNENTE NORME DI ATTUAZIONE DELLO STATUTO IN MATERIA DI FINANZE REGIONALI E COMUNALI. - (Approvazione di ordine del giorno).
PRESIDENTE: Do lettura dello schema di Decreto Legislativo in materia di "Finanze regionali e comunali", da emanarsi in applicazione dell'articolo 2 della legge 5 agosto 1981, n. 453 (Norme di attuazione dello Statuto Speciale per la Regione Valle d'Aosta):
ARTICOLO 1
In attuazione dell'art. 4 primo comma, della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 4, in relazione all'art. 3, lett. f, della legge costituzionale medesima, sono trasferite alla Regione Valle d'Aosta le funzioni amministrative esercitate da organi centrali e periferici dello Stato (e da enti pubblici) in materia di finanze regionali e comunali.
Restano ferme le funzioni già esercitate dalla Regione Valle d'Aosta nella predetta materia.
Negli articoli è usata, per indicare la Regione Valle d'Aosta, la sola parola "Regione".
ARTICOLO 2
Le funzioni di competenza di organi dello Stato in materia di imposta comunale di soggiorno sono trasferite alla Regione Valle d'Aosta.
(Le funzioni trasferite sono quelle previste dal R.D.L. 24 novembre 1938, n. 1926, convertito nella legge 2 giugno 1939, n. 379 modificato dalla legge 11 luglio 1941, n. 733, dalla legge 24 marzo 1958, n. 174 e dal D.L. 28 febbraio 1983, n. 55 convertito nella legge 26 aprile 1983, n. 131, in particolare quelle relative alla determinazione e specificazione della materia imponibile, dei soggetti, dei termini e delle modalità di applicazione dell'imposta nel territorio della Valle d'Aosta.)
ARTICOLO 3
La Cassa Depositi e Prestiti, la Direzione Generale degli istituti di previdenza amministrati dal Ministero del Tesoro e l'Istituto per il credito sportivo possono concedere mutui alla Regione Valle d'Aosta per il finanziamento delle spese di cui all'art. 11 della legge 26 novembre 1981, n. 690.
È abrogato l'art. 27 della legge 16 maggio 1978, n. 196.
ARTICOLO 4
Ai fini del coordinamento della finanza regionale con la finanza locale, le risorse finanziarie attribuite dallo Stato agli enti locali della Valle d'Aosta da disposizioni generali o settoriali, annuali o pluriennali, sono direttamente corrisposte alla Regione.
La Regione provvede a ripartire fra gli enti locali le assegnazioni statali in una con i contributi e le sovvenzioni ad essi destinati dal bilancio regionale, secondo criteri informati all'attuazione del programma regionale di sviluppo e dei programmi di attività degli enti locali e all'obiettivo di adeguare i mezzi finanziari alle funzioni proprie o delegate agli enti medesimi.
ARTICOLO 5
Ai fini dell'assunzione di finanziamenti a medio e lungo termine gli enti locali della Valle d'Aosta devono sentire la Regione in ordine alla compatibilità del progetto o dell'intervento con il programma regionale di sviluppo.
A fronte dei finanziamenti riconosciuti necessari, la Regione può concedere le occorrenti garanzie, nonché contributi per il loro totale o parziale ammortamento.
La Regione può assumere a carico del proprio bilancio tutti o parte degli oneri finanziari connessi all'esecuzione e gestione di piani o progetti di impianto od opere pubbliche di interesse o utilità sovracomunale.
ARTICOLO 6
Le funzioni amministrative concernenti agevolazioni di credito, già trasferite alla Regione a termini del Part. 70 del decreto del Presidente della Repubblica 22 febbraio 1982, n. 182, comprendono anche quelle relative alle materie contemplate dai decreti legislativi emanati in forza della delega di cui all'art. 2 della legge 5 agosto 1981, n. 453 e successive disposizioni recanti proroghe dei termini fina li della delega stessa.
Se alla costituzione dei fondi destinati alla concessione del credito agevolato concorrono in misura prevalente assegnazioni, conferimenti di capitale o anticipazioni finanziarie della Regione, la misura dei tassi di interesse a carico dei beneficiari è determinata con particolare riferimento agli obiettivi dell'intervento regionale ed alle condizioni delle categorie di operatori e di imprese cui l'agevolazione è indirizzata, a modifica del terzo comma dell'art. 70 del decreto del Presidente della Repubblica 22 febbraio 1982, n. 182, ai sensi dell'art. 1, secondo comma, n. 5, della legge 5 agosto 1981, n. 453.
ARTICOLO 7
Il regime di gestione delle disponibilità finanziarie e delle giacenze di tesoreria della Regione e degli enti da essa dipendenti compete alla Regione medesima, in armonia con i principi del citato titolo IV della legge 5 agosto 1978, n. 468.
Spetta alla Regione, dettare norme in materia di bilanci, di rendiconti, di amministrazione del patrimonio e di contratti degli enti locali della Valle d'Aosta e loro aziende, nel rispetto dei principi generali di contabilità pubblica, nonchè delle disposizioni relative alla normalizzazione e al coordinamento dei conti pubblici di cui al titolo IV della legge 5 agosto 1978, n. 468 e al decreto del Presidente della Repubblica 19 giugno 1979, n. 421.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta Rollandin; ne ha facoltà.
ROLLANDIN (U.V.): Au-delà de la communication faite au Conseil, je voudrais rappeler que le Conseil avait donné mandat à trois experts de rédiger un texte sur les normes concernant le "schema di decreto legislativo concernente norme di attuazione dello statuto in materia di finanza regionale locale". Pour arriver à ces conclusions, les experts ont fait un travail pendant près de deux ans; comme vous le savez la commission compétente est composée de six experts dont 3 nommés par le Conseil régional et 3 par les ministères compétents. Pour parvenir à ce schéma de décret, le travail s'est révélé long, difficile et il doit être poursuivi, compte tenu des résistances des différents ministères à accepter certaines indications des experts qui soutiennent les droits et compétences de l'Administration régionale. J'avais déjà accepté de discuter de ce problème avec la commission compétente et j'avais dit que depuis toujours, ou bien l'on a confiance dans le travail des trois experts ou bien l'on accepte qu'il y ait là toute une série de critiques de la part de quelque expert, et l'on change la commission. Il n'y a pas d'autre solution.
J'avais déjà dit qu'en tant que Gouvernement on ne pouvait que remercier les experts pour leur travail, que l'on partageait entièrement leurs propositions, car il n'est pas prévu que le Conseil s'exprime à ce sujet; le Conseil n'a que la possibilité de nommer et donc d'avoir la confiance; il y a eu des rapports des trois experts aux commissions compétentes; on a discuté du problème et donc à ce sujet - à moins q'on veuille reprendre entièrement le discours au sein du Conseil et donc il S'agit de procéder à une modification totale de ce qui a été fait jusqu'à présent, pour le problème des "norme di attuazione" et le travail des commissions - il suffit de prendre acte, après avoir discuté au sein de la commission, des résultats des pourparlers avec l'autre partie concernée, c'est-à-dire les trois représentants des ministères qui ont eu d'énormes difficultés à accepter certaines vues vis-à-vis de la finance locale.
Pour ce qui est de l'article 4, le plus important, où l'on soutient que "ai fini del coordinamento della finanza regionale con la finanza locale, le risorse finanziarie attribuite dallo Stato agli enti locali della Valle d'Aosta, da disposizioni generali o settoriali, annuali o pluriennali, sono direttamente corrisposte alla Regione", là l'on éclaircit au niveau de Commission, les raisons qui sont à la base de ce choix. Si l'on veut faire de la programmation, comme chacun se plaît souvent à le souligner, il est indispensable de savoir ce qui se passe dans les communes, dans les autres organes; seulement on risque de ne plus savoir s'il y a la liaison directe entre Etat et communes et le problème a été soulevé lors des assemblées de Syndics - en tant qu'Administration régionale, ce qui se passe entre l'Etat et la Région, alors que l'on a prétendu qu'il y ait application de la loi en prévoyant des programmes au niveau des administrations communales; des programmes qui seront financés; les plans des travaux seront prévus ainsi que l'utilisation de l'argent de l'Administration régionale par l'octroi de sommes aux communes. Nous sommes convaincus que la position acceptée était la meilleure, à savoir une coordination au niveau régional. A ce propos il y a eu des critiques que j'avoue ne pas avoir comprises. Pour le restant, nous devons remercier ceux qui ont participé et ont abouti à ces résultats, qui donnent des garanties sous le profil de l'Administration régionale et des communes en matière de finances régionales et communales. Nous partageons ce résultat, fruit d'un travail très long, difficile, complexe, visant à convaincre également les représentants de l'Etat à protéger les compétences régionales et communales.
Si dà atto che alle ore 17,53 assume la Presidenza il Vice Presidente DE GRANDIS.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Torrione; ne ha facoltà.
TORRIONE (P.S.I.): Noi riteniamo che sia opportuno e doveroso svolgere qui in aula una riflessione intorno a questo oggetto, perché l'argomento merita un approfondimento e perché, nel momento in cui ci appropriamo di una competenza così importante, è bene che il Consiglio sia consapevole del passo che si compie. Ci auguriamo che la discussione non passi inosservata, come è successo in altre occasioni.
L'argomento a prima vista può sembrare arido, ma non lo è, perché, attraverso l'esame di questo schema, si evidenzia un nuovo modo di essere della nostra Regione e soprattutto si evidenzia un nuovo comportamento dell'Amministrazione regionale.
Il Presidente della Giunta ha giustamente sottolineato che l'applicazione dell'art. 4 "eliminerà" quel filo diretto che esisteva tra amministrazioni comunali e Stato. Però, l'eliminazione di questo legame fa assumere un nuovo ruolo alla Regione e comporta un modo di essere sostanzialmente diverso dell'Amministrazione regionale. Dico questo perché finora l'autonomia finanziaria dei Comuni è stata garantita dall'intervento dello Stato, mentre ora questa autonomia finanziaria verrà perlomeno mediata (se mi si passa l'espressione) dall'intervento dell'Amministrazione regionale. In questo quadro le norme di attuazione costituiscono un notevole passo avanti, perché eliminano quello che poteva essere un inconveniente, e cioè che la mano destra non sapesse cosa faceva la sinistra, e impongono agli enti locali minori ed all'Amministrazione regionale il dovere di agire in sintonia e di programmare, se vogliamo usare un termine un pò pomposo, il proprio destino in termini diversi. Innanzitutto, in questo modo, forse, la Regione si riappropria del suo compito essenziale di indirizzo e di coordinamento, e questo lo si evidenzia all'art. 5, dove si dice: "Ai fini dell'assunzione di finanziamenti a medio e lungo termine gli enti locali della Valle d'Aosta devono sentire la Regione in ordine alla compatibilità del progetto o dell'intervento con il programma regionale di sviluppo".
L'intervento finanziario della Regione, quindi, non è più lasciato all'estemporaneità dell'Amministrazione regionale, ma deve essere programmato ed inquadrato in un piano regionale di sviluppo che, a sua volta, dovrà essere integrato dagli interventi comunali.
Si avrà così la possibilità di osservare, non solo se certi interventi sono compatibili sul piano strettamente finanziario, ma anche se sono compatibili con gli obiettivi generali dell'Amministrazione regionale. Mi sembra che questo sia un dato di fatto estremamente importante.
Sotto certi aspetti, potrebbe anche sorgere il dubbio che l'eliminazione del contatto diretto tra Comuni e Stato limiti la stessa autonomia dei Comuni. È un dubbio legittimo che può essere fugato solo se l'Amministrazione regionale assume quel ruolo al quale facevo riferimento poc'anzi. Se invece le cose continueranno a procedere come sono andate avanti per molti anni, si tratterebbe solo di una asettica riaffermazione di maggiore autonomia, che in realtà, sotto certi aspetti, minerebbe l'autonomia degli enti locali minori e quindi dei Comuni e delle Comunità Montane.
Questo provvedimento ha un suo notevole peso specifico che noi dobbiamo rimarcare perché credo che si tratti di una innovazione di carattere sostanziale, con la quale lo Stato si spoglia delle sue competenze a favore dell'ente Regione.
A questo punto è doveroso sottolineare l'abilità di coloro che hanno condotto questa trattativa e che sono riusciti a strappare norme di questo tipo, a fronte di un atteggiamento continuamente accentratore e "centralistico" dello Stato, perchè la conquista di queste norme torna ad onore di coloro che rappresentavano la nostra Regione in seno alla Commissione Paritetica.
Io ho detto queste cose perché ne sono profondamente convinto e perché credo che, auspicando che lo schema si traduca in breve tempo in un provvedimento definitivo, dobbiamo meditare fin d'ora sul ruolo che l'Amministrazione regionale deve giocare in questo nuovo contesto. Sarebbe stato sciocco, quasi una battaglia di retroguardia, rivendicare alla Regione Valle d'Aosta una maggiore autonomia ed una maggiore competenza in materia finanziaria, per poi usarla in modo distorto verso gli enti territoriali minori. Io ritengo che l'equilibrio dei poteri deve essere dosato in modo accurato e per far ciò occorre la collaborazione degli enti locali e un atteggiamento sostanzialmente diverso e conseguente a queste norme, da parte dell'Amministrazione regionale.
Se questo schema passa, l'autonomia regionale compie un notevole passo in avanti, per il quale questo Consiglio non può non esprimere la propria soddisfazione. Il Consiglio, però, deve anche assumere la consapevolezza del fatto che, con questo provvedimento, l'atteggiamento ed il comportamento del l'Amministrazione regionale, nei confronti delle collettività minori, deve cambiare in modo sostanziale e deve essere inquadrato in un mosaico molto più composito, in cui la Regione inserisce le sue tessere e gli enti minori le loro.
Per questo motivo io credo che sarebbe sciocco ed inopportuno venire in questa sede a riconsiderare il problema in termini diversi; riteniamo però che il Consiglio, proprio perché il momento è importante e qualificante, debba anche assumere alcuni impegni per il futuro e noi, come Gruppo Socialista, ci permettiamo di sottoporre all'esame del Consiglio un ordine del giorno che così recita:"ORDINE DEL GIORNO
IL CONSIGLIO REGIONALE
- preso atto dello schema di decreto legislativo concernente norme di attuazione dello Statuto in materia di finanze regionali e comunali;
- considerato che tale schema conferisce alla Regione un nuovo ruolo per quanto concerne i rapporti con i Comuni in materia di finanze nonché ipotizza la predisposizione di un programma regionale di sviluppo all'interno del quale siano compatibili i progetti di intervento degli Enti locali;
- accertato che secondo il succitato schema la Regione viene ad assumere una funzione di centralità nell'ambito dei delicati rapporti finanziari con i Comuni che se da un lato esalta l'Autonomia regionale attribuendole nuove competenze, prima esercitate dallo Stato, dall'altro inserisce nuovi meccanismi che in un certo senso possono condizionare lo stesso regime finanziario degli Enti locali in un prospettato quadro di coordinamento tra finanza regionale e finanza locale
IMPEGNA
la Giunta regionale, ad avvenuta approvazione di tali norme attuative dello Statuto, a riconsiderare l'intera materia disciplinante i rapporti fra finanza regionale e finanza locale in sede di apposito dibattito consiliare".
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Vice Presidente Consigliere Dolchi; ne ha facoltà.
DOLCHI (P.C.I.): Signor Presidente e colleghi Consiglieri, nel prendere la parola e nell'associarmi alle parole del Presidente della Giunta, io ritengo doveroso esprimere il ringraziamento più sincero e sentito ai tre componenti della Commissione paritetica che sono stati designati dal Consiglio regionale per difendere gli interessi della Valle d'Aosta e per "combattere" per realizzare lo schema di decreto.
È certamente da condividere un provvedimento che trasferisce alla Regione una funzione già esercitata dal Ministero dell'Interno. Esprimiamo certamente quindi un ringraziamento per il lavoro svolto, ma questo ringraziamento non ci può fare accettare la tesi che sostiene il Presidente della Giunta: "Questi nostri tre rappresentanti hanno operato bene. Questi nostri tre rappresentanti hanno coinvolto e convinto i loro interlocutori. Ebbene: prendere o lasciare! Questo è il testo: o lo accettiamo così com'è, oppure cambiamo i nostri rappresentanti, perché viene a mancare la fiducia nei loro confronti!" Io vorrei sgombrare il terreno da un ragionamento di questo tipo. Noi manteniamo la piena fiducia nei confronti dei nostri rappresentanti in seno alla Commissione paritetica, ma, proprio come diceva il Consigliere Torrione, siccome l'argomento è delicato ed importante, e siccome questa Commissione ha lavorato su indicazione della Giunta e del suo Presidente, che solamente in un tempo successivo ha riferito ai Capigruppo che sono venuti a conoscenza del difficile e delicato lavoro, ebbene, io credo che, nel momento in cui il Consiglio regionale tira le somme, il Consiglio regionale abbia la possibilità di pronunciarsi.
Io non vorrei neppure entrare nel merito del 2° comma dell'art. 4 e del 1° comma dell'art. 5. Già il Consigliere Torrione ha detto che lo schema di decreto mette in luce diversa i rapporti Comune-Stato e Comune-Regione; che il trasferimento di tutti i versamenti attraverso la Regione pone delle incombenze diverse, sia per i trasferimenti che per le deleghe; che tutto questo - si sostiene a livello tecnico - è già scritto nello schema di decreto.
Noi riteniamo invece che un maggior chiarimento del 2° comma dell'art. 4 e del 1° comma dell'art. 5 eviterebbe eventuali difficoltà di interpretazioni in seguito, anche se ci è stato detto, sia in sede di Commissione, sia durante lunghi colloqui che abbiamo avuto con i componenti della Commissione, che quanto noi andiamo dicendo è già implicito nel testo presentato. Siccome però "abundare" è sempre meglio che "deficere", noi ci permettiamo di presentare due emendamenti od osservazioni a quel testo, perché riteniamo che lo stesso, finché non è licenziato dal Consiglio regionale, non possa essere un testo "tabù". Do lettura degli emendamenti-osservazioni:
art. 4-2° comma: sostituire dopo "secondo criteri", con:
"informati all'obiettivo di assicurare ad ogni Comune la certezza di mezzi finanziari necessari per esercitare le funzioni proprie o delegate e per attuare i propri programmi, nonché la disponibilità di ulteriori risorse che gli consentano di concorrere alla attuazione del programma regionale di sviluppo".
art. 5-1° comma: sostituire con:
"Gli enti locali della Valle d'Aosta comunicano alla Regione i loro progetti ed interventi per i quali intendono assumere finanziamenti a medio e lungo termine.
La Regione può rivolgere all'ente locale motivata richiesta di riesaminare progetti ed interventi che contrastino con gli indirizzi del programma regionale di sviluppo".
Alle osservazioni del Presidente della Giunta io mi permetto di obiettare: se è il Consiglio che esprime il parere, se è il Consiglio che è sovrano, il Consiglio non può, anche se ha piena e completa fiducia nei propri rappresentanti, accettare a scatola chiusa, senza modificare una virgola, di decreto che viene presentato. Si dirà: "Ma poi gli altri tre rappresentanti che hanno accettato questo testo non sono più d'accordo e magari si ravvedono e mandano tutto per aria". Ma io ricordo che, quando sul problema della scuola abbiamo discusso diverse posizioni e differenti orientamenti, l'Assessore Viglino ha insistito affinché tutte le proposte del Consiglio fossero raccolte ed inviate tutte insieme all'esame successivo della Commissione ancora in funzione perché fossero, comunque, una base per il decreto definitivo. Non mi dilungo di più, ma sono convinto della tesi...
(.....INTERRUZIONE.....)
Ma io contesto che l'oggetto "Comunicazione..." sia un oggetto giusto. Non può essere una comunicazione, perché se il Consiglio deve pronunciarsi...
ROLLANDIN (fuori microfono): "L'oggetto non l'ho scritto io!"
DOLCHI (P.C.I.): Ma l'oggetto non l'ho scritto neanch'io! Come Consigliere regionale, però, posso contestare l'oggetto e posso avanzare, come faccio, le due osservazioni od emendamenti dei quali prima ho dato lettura, presentandole alla Presidenza del Consiglio.
PRESIDENTE: Signori Consiglieri, a questo punto si apre una questione procedurale di non facile soluzione.
La Presidenza non può che prendere atto del fatto che si tratta di un oggetto all'ordine del giorno che ha il titolo di "Comunicazione...", sul quale il Consiglio deve esprimere una presa d'atto, in quanto non c'è votazione, e per la quale appare non possibile e assolutamente inaccettabile la presentazione di emendamenti che richiedono votazioni su un oggetto che, invece, non deve essere sottoposto a votazione. Diverso è invece se, come ha fatto il Vice-Presidente Dolchi, si obietta la correttezza dell'iscrizione di questo oggetto come comunicazione. In questo caso, però, la Presidenza, in corso di seduta, non può modificare un oggetto iscritto all'ordine del giorno sul quale, al massimo, possono essere accettati degli ordini del giorno come quello presentato dal Gruppo Socialista, che mi pare sia ammissibile, anche perché non richiede modifiche all'oggetto presentato; mentre io ritengo che non possa essere accettata la richiesta di modifiche.
Tuttavia si può continuare la discussione. Vedremo poi nel prosieguo del dibattito se sarà il caso o meno di sospendere la seduta per cercare una soluzione corretta per il problema che è stato sollevato.
Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta Rollandin; ne ha facoltà.
ROLLANDIN (U.V.): Le vice-président Dolchi connaît parfaitement le règlement, mais je crois que le bureau de la Présidence, ou un autre, devait présenter cet objet d'une autre façon, comme il en avait été discuté lors des séances de la commission compétente. L'unique façon, avait on-dit, de mettre à la disposition du Conseil les résultats du travail était de faire une communication. En matière de règlement, je crois qu'il serait impossible de proposer des amendements pour une communication: M. Dolchi en conviendra, je crois. Je peux comprendre son attitude lorsqu'il dit: "Vis-à-vis des résultats nous soulevons le problème, nous présentons des amendements vis-à-vis des résultats; mais là, c'est autre chose.
Alors, on revient sur le système de travail de la Commission: si l'on veut un débat pour chaque point, les membres régionaux, au moment de discuter avec leurs homologues, c'est-à-dire les représentants du Ministère, doivent savoir au préalable la position à soutenir. Je suis d'accord de discuter des résultats, mais si l'on veut apporter des bouleversements, c'est le décret dans son ensemble qui est remis en question. Cela pourrait se faire, lorsque la commission travaille, à certains points du débat, d'insérer un discours, si par hasard la position de la Junte n'est pas partagée par l'ensemble du Conseil, mais comment le faire à l'issue du travail? Cela serait également impossible pour la crédibilité des représentants régionaux vis-à-vis des représentants ministériels. Ou l'on fait confiance à nos représentants et l'on établit qu'à un certain moment il y a encore des normes à discuter avec les organes compétents, ou bien l'on prévoit un débat avant les conclusions. Il est vrai que nous aurions pu le prévoir ce débat avant les conclusions ou, en cas de discussion, au Conseil; à présent, je souhaiterais que l'on accepte notre point de vue.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Mafrica; ne ha facoltà.
MAFRICA (P.C.I.): Più che di una questione di contenuti, noi oggi vorremmo parlare di una questione di metodo. Per tre volte, nella Commissione dei Capigruppo, abbiamo discusso di quest'oggetto e ricordo che nella prima seduta abbiamo sentito i rappresentanti regionali nella Commissione paritetica, nella seconda abbiamo fatto una serie di osservazioni, mentre nella terza abbiamo presentato degli emendamenti. Oggi, invece, ci troviamo di fronte ad una "comunicazione".
Io chiedo al Presidente della Giunta perché, in presenza di una situazione, nella quale si conosceva l'intenzione di un Gruppo (allora avevamo detto: "0 troviamo un accordo a livello di Capigruppo, così non occorre neppure andare in Consiglio; oppure, in mancanza di quest'accordo, noi vogliamo discuterne in Consiglio"), ribadita più di una volta, oggi ci troviamo all'ordine del giorno una "comunicazione" della quale, egli dice, è necessario prendere atto.
Io voglio contestare una serie di cose ed innanzitutto il ruolo del Consiglio rispetto alle norme di attuazione. In questo momento queste norme di attuazione sono ancora incomplete, eppure è scaduta la delega ed è in fase di definizione il suo rinnovo. Esse però non prevedono in modo esplicito, come invece è previsto per esempio dalle norme di attuazione per la Sardegna, come si può esercitare il parere del Consiglio regionale sulle stesse norme.
Il ragionamento fatto dal Presidente della Giunta, poi corretto nel suo secondo intervento, è il seguente: la Commissione, nella quale tutti hanno fiducia (e noi rinnoviamo la fiducia nei nostri rappresentanti), ha fatto un certo lavoro e l'ha concordato con i rappresentanti del Governo; diventa difficile perciò mettere in discussione il complesso equilibrio che è stato raggiunto. Noi comprendiamo benissimo tutto questo e non vogliamo neanche essere tra quelli che a tutti i costi vogliono rompere le uova nel paniere. Però vogliamo sottolineare che il Consiglio, se è vero che il lavoro della Commissione, una volta concordato con i rappresentanti del Governo, non può più essere toccato, doveva essere sentito prima dell'ultima seduta durante la quale, tra i rappresentanti del Governo e quelli della Regione, è stato trovato l'accordo su di un testo.
Ora, la Giunta è stata sentita, o almeno lo credo perché così ci è stato detto, mentre il Consiglio non è stato sentito. Tutti concordiamo sul fatto che si tratta di materia di grande interesse per il futuro della Regione, e perciò noi riteniamo doveroso far valere il ruolo del Consiglio. Non entriamo neanche nel merito di quanto è scritto in queste norme, ma vogliamo entrare nel merito della procedura. Ci sembra, infatti, ingiustificato che il Consiglio regionale non abbia la possibilità di dire la sua sulle norme di attuazione che riguardano la Valle d'Aosta.
La Regione Sardegna, per esempio, viene sentita in questo modo: c'è un dibattito preventivo in Commissione e poi, una volta che la Commissione ha stabilito come procedere, essa stessa dà alla Commissione paritetica gli indirizzi che dovranno poi essere seguiti.
Io non voglio dire che il lavoro tecnico sia in qualche modo criticabile, però ribadisco che i tecnici debbono lavorare sugli indirizzi che vengono forniti loro. Se la Giunta ha precisato determinati indirizzi, è chiaro che il lavoro sarà stato fatto nel migliore dei modi, sempre, però, nell'ambito di quegli indirizzi. Se di questi indirizzi si fosse discusso prima anche in Consiglio, probabilmente non ci sarebbero state osservazioni di alcun genere anche da parte nostra. Io ne faccio una questione di principio e non di merito.
Voglio anche contestare l'altra affermazione del Presidente della Giunta, condivisa anche dal Vice-Presidente De Grandis che al momento presiede l'assemblea: "Qui ci sono delle comunicazioni e non possiamo modificarle". Devo dire che noi, come Consiglio regionale, abbiamo dei regolamenti che sono un pò elastici. Infatti, nel documentarmi su questa materia, mi è capitata sotto mano una Comunicazione del Presidente della Giunta in merito al disegno di legge statale concernente norme di attuazione dello Statuto Speciale della Valle d'Aosta, relativa all'oggetto 220 presente nell'ordine del giorno del Consiglio del 15 giugno 1977, nella quale leggo testualmente: "Il Consiglio delibera di approvare i seguenti ulteriori emendamenti da proporre al testo del disegno di legge di iniziativa governativa, comunicato dalla Presidenza del Senato della Repubblica". In sede di "comunicazione", quindi, abbiamo approvato...
ROLLANDIN (fuori microfono): "Ma sono due fasi diverse, sono due momenti diversi, perché quella era in funzione di un....".
MAFRICA (P.C.I.): Saranno due fasi diverse, comunque, a mio giudizio, con questo atto si dimostra che in sede di comunicazione, noi, come Consiglio, abbiamo approvato degli emendamenti. Il Presidente della Giunta mi potrà replicare che nella fase della comunicazione si può solo procedere ad una presa d'atto, ma allora mi dovrebbe anche spiegare come si è fatto in quel caso ad approvare degli emendamenti. Noi abbiamo fatto queste osservazioni perchè riteniamo che le stesse, messe sotto forma di emendamenti, dovrebbero essere accettate, perché aggiungono, chiariscono e rientrano completamente nello spirito di queste norme, e non hanno altri fini.
Non siamo invece d'accordo sul fatto che il Consiglio regionale debba essere considerato una sorta di "tappeto di velluto" sul quale la Giunta regionale può tranquillamente passare come e quando vuole. Se non si vogliono avere questioni è bene che ci si consulti prima. Sulle norme che riguardavano l'istruzione professionale, siccome era sorta una questione di urgenza, abbiamo dato il parere (forma stranissima) addirittura nell'assemblea dei Capigruppo e non abbiamo neanche chiesto di venire in Consiglio.
In questo caso, invece, non si è voluto ascoltare quanto avevamo da dire nella riunione dei Capigruppo, però si viene in Consiglio con le "comunicazioni". Da questo fatto noi deduciamo la considerazione politica che su questa materia la Giunta regionale non ha voluto sentire il Consiglio né prima e né dopo.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Torrione; ne ha facoltà.
TORRIONE (P.S.I.): L'ordine del giorno trova una sua motivazione anche nel fatto che ci rendiamo conto che, a questo punto della discussione, sarebbe inopportuno mettere in luce poco positiva il lavoro della Commissione. L'errore iniziale è stato compiuto dal Consiglio che, nominando i propri rappresentanti, avrebbe fatto meglio, probabilmente, ad indicare loro anche la procedura da seguire. Forse i rappresentanti avevano l'abitudine ormai consolidata di sentire il Governo regionale e così hanno continuato a fare, anche se è chiaro che una materia di questa portata non può non interessare il Consiglio, anzi, credo che la discussione sulle norme di attuazione dello Statuto Speciale sia un compito precipuo del Consiglio. Questo inconveniente deve essere sanato. A mio avviso, però, visto come si è sviluppata la discussione e, soprattutto, visto l'andamento dei lavori, sarebbe auspicabile dare un certo assenso, anche se non è richiesto, a queste norme di attuazione.
In questo senso, pertanto, io pregherei i compagni Comunisti di riconsiderare la situazione. È chiaro però che le preoccupazioni per il nuovo ruolo che la Regione viene ad assumere con questo importante, anzi importantissimo, trasferimento di competenze, non può essere ulteriormente sottratto ad una discussione consiliare. Il nostro ordine del giorno vuole significare che, se ce ne fosse stata data l'opportunità e la possibilità, avremmo potuto inserire preliminarmente alcune puntualizzazioni nelle norme di attuazione.
Concludo questo mio intervento dicendo che, dal punto di vista autonomistico, le norme di attuazione conferiscono alla Regione una potestà notevole in una materia che prima era di esclusiva competenza dello Stato e per questo non possiamo non esprimere il nostro compiacimento. Toccherà poi a noi, come Consiglio regionale, stabilire (compito non certamente facile) un rapporto di assoluta correttezza nei confronti degli enti locali il giorno in cui questo schema diventerà operativo.
Noi ci siamo permessi di presentare l'ordine del giorno anche in funzione del fatto che il ruolo della Regione si riempie di contenuti sostanzialmente diversi rispetto al passato, pur rimanendo però rispettoso delle prerogative dei Comuni e degli enti locali minori. Grazie.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Vice Presidente Consigliere Dolchi; ne ha facoltà.
DOLCHI (P.C.I.): Signor Presidente e colleghi Consiglieri, come abbiamo detto prenderemo atto di questa proposta di schema. Però, sulla scorta dei precedenti già avvenuti in questo Consiglio, per cui delle comunicazioni hanno avuto dibattito e votazioni, vorrei solamente precisare che non sono entrato nel merito e non ho neanche illustrato quelle due osservazioni o quei due emendamenti. Ribadisco ai Colleghi del Consiglio che non si trattava e non si tratta di stravolgere l'argomento, ma di precisare i rapporti tra Stato e Comuni e fra Comuni e Regioni, soprattutto per i finanziamenti di opere di una certa rilevanza; maggiori chiarimenti che, come avevo già detto prima, potrebbero evitare interpretazioni dubbie o eventuali contenziosi e conflitti.
Io non insisto perché ciò sia messo in votazione, anche se i precedenti che sono stati presentati dal Collega Mafrica dimostrano che il Consiglio, su un oggetto uguale, nel 1977 ha votato ed ha votato anche a maggioranza, per cui la maggioranza era d'accordo ed in quel caso si sono astenuti solo i Colleghi A.D.P.; chiedo però che lo spirito, con cui abbiamo illustrato e chiarito il nostro pensiero su quei due commi dell'art. 4 e dell'art. 5, rimanga come elemento di maggior chiarimento per il prosieguo della discussione.
Siccome, malgrado tutto l'ottimismo che possiamo avere, sappiamo che questo schema di decreto non è ancora giunto in porto, se nel corso dei lavori può essere ancora preso in considerazione lo spirito del testo che noi abbiamo presentato sotto forma di osservazioni od emendamenti, credo che ciò possa essere considerato come il nostro contributo di oggi alla definizione di questo documento.
Questo è lo spirito con cui abbiamo presentato e consegnato alla Presidenza del Consiglio le due osservazioni, affinché esse rimangano come documento scritto di quanto abbiamo detto e di quanto volevamo illustrare. Ciò lo abbiamo fatto con quei due emendamenti, con quelle due osservazioni, che, se volete, possono anche essere considerati indirizzi ulteriori, nel caso ci fosse necessità e possibilità di inserirli nel testo definitivo.
PRESIDENTE: La Presidenza del Consiglio ringrazia il Vice-Presidente Dolchi perché ha ritirato gli emendamenti in quanto tali, lasciandoli però agli atti come indirizzo e suggerimento per chi opera in questo settore.
Per quanto riguarda, invece, la procedura da seguire, mi pare ormai accettato che, trattandosi di una comunicazione, si debba procedere ad una presa d'atto, indipendentemente dal fatto che in passato possano essere avvenute anche delle votazioni su delle comunicazioni, ma certamente questo è avvenuto con l'assenso globale del Consiglio che ha ritenuto di derogare a norme regolamentari che abbiamo sempre seguito e che ci siamo date.
Vedendo poi l'art. 3 della legge 5 agosto 1981 n. 453, sembra che non sia dubbio il fatto che la procedura seguita fino a questo momento sia quella più corretta, in quanto l'art. 3 recita: "Le norme delegate previste dai precedenti articoli sono emanate con Decreto del Presidente della Repubblica, previa approvazione del Consiglio dei Ministri, su proposta di una Commissione Paritetica formata da tre rappresentanti del Governo designati dal Consiglio dei Ministri e da tre rappresentanti della Regione eletti dal Consiglio regionale, e sentita la Commissione parlamentare per le questioni regionali". Non c'è quindi lo specifico riferimento all'approvazione del Consiglio, ma piuttosto alla nomina dei rappresentanti nella Commissione paritetica.
C'è ancora in discussione l'ordine del giorno presentato dal Partito Socialista, che la Presidenza ritiene di ammettere e sul quale, ovviamente, vi sarà votazione.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta Rollandin; ne ha facoltà.
ROLLANDIN (U.V.): Les conseillers ayant présenté cet ordre du jour ont déjà, je crois, éclairci les raisons qui étaient à la base de cet ordre. Il y aura, si l'arrêté est signé selon la nouvelle disposition, une réflexion à faire sur l'ensemble. A présent, l'Administration régionale a déjà prévu deux lois qui vont dans le sens de ces "norme di attuazione", c'est-à-dire les lois sur la décentralisation des fonds, tant pour les investissements que pour la gestion normale des communes, et les lois arrivent à expiration (la loi votée l'an dernier est valable pour 3 ans; la loi sur les fonds doit être revue et présentée de nouveau).
Je crois que lorsque nous aurons la définition des possibilités et que nous ferons une réflexion générale sur les possibilités d'allouer aux Communes une série de fonds, on pourra même examiner les différentes compétences et voir s'il y a des situations à reprendre et à modifier des points non prévus par les lois existantes, vu que certains financements sont directement alloués par l'Etat. En principe, on ne peut qu'être d'accord en ce sens, mais étant donné qu'il reste à voir si le décret est approuvé, et partant, si cette programmation régionale est possible, l'ordre du jour présenté peut être repris d'ici quelque temps lorsqu'on aura prévu des lois de secteur.
Si da atto che alle ore 18,40 assume la Presidenza il Presidente BONDAZ.
PRESIDENTE: Do lettura dell'ordine del giorno presentato dal Gruppo socialista:
IL CONSIGLIO REGIONALE
preso atto dello schema di decreto legislativo concernente norme di attuazione dello Statuto in materia di finanze regionali e comunali;
considerato che tale schema conferisce alla Regione un nuovo ruolo per quanto concerne i rapporti con i Comuni in materia di finanze nonchè ipotizza la predisposizione di un programma regionale di sviluppo all'interno del quale siano compatibili i progetti di intervento degli Enti locali;
accertato che secondo il succitato schema la Regione viene ad assumere una funzione di centralità nell'ambito dei delicati rapporti finanziari con i Comuni che se da un lato esalta l'Autonomia regionale attribuendole nuove competenze, prima esercitate dallo Stato, dall'altro inserisce nuovi meccanismi che in un certo senso possono condizionare lo stesso regime finanziario degli Enti locali in un prospettato quadro di coordinamento tra finanza regionale e finanza locale
IMPEGNA
la Giunta regionale, ad avvenuta approvazione di tali norme attuative dello Statuto, a riconsiderare l'intera materia disciplinante i rapporti fra finanza regionale e finanza locale in sede di apposito dibattito consiliare.
PRESIDENTE: Se nessuno chiede la parola, pongo in votazione l'ordine del giorno testé letto:
ESITO DELLA VOTAZIONE
Presenti, votanti e favorevoli: 29.
Il Consiglio approva all'unanimità.
IL CONSIGLIO
prende atto dello schema di decreto legislativo concernente norme di attuazione dello Statuto in materia di finanze regionali e comunali.