Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2110 del 25 giugno 1986 - Resoconto

OGGETTO N. 2110/VIII - INIZIATIVA PER LA RIUNIFICAZIONE IN UNA UNICA SEDE REGIONALE DELLE STRUTTURE DELL'INPS DELLA VALLE D'AOSTA.

PRESIDENTE: Do lettura dell'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Stévenin, Beneforti, Mafrica, Maquignaz, Pedrini e Viberti:

ORDINE DEL GIORNO

Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta

Premesso:

- che in Valle d'Aosta l'I. N. P. S. ha due strutture (una Sede regionale ed una Sede provinciale, o Sede Autonoma di produzione) nonostante che la circoscrizione territoriale sulla quale esse debbano operare coincida per entrambe con il territorio della Regione;

- che per gli altri uffici, pure facenti capo al Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, quali l'Ufficio regionale del Lavoro, da molti anni si è addivenuti a strutture che assommano in sé anche le competenze dei rispettivi uffici provinciali, qui ormai inesistenti;

- che già dal 1982 i Comitati regionale e provinciale dell'I.N.P.S. hanno proposto agli Organi centrali dell'Istituto l'adozione di una delibera che abolisca la Sede provinciale affidandone i compiti a quella regionale e garantendo che la proposta Sede regionale unificata di Aosta sia in rapporto di dipendenza solo rispetto agli Organi centrali stessi ed in rapporto di assoluta parità con tutte le altre Sedi regionali;

- che il disegno di legge sulla ristrutturazione dell'I.N.P.S. prevedendo l'abolizione del secondo grado di ricorso, consente l'abolizione del Comitato provinciale, con l'attribuzione dei suoi compiti al Comitato regionale;

- che condivide la proposta dei Comitati regionale e provinciale dell'I.N.P.S. perchè rispondente a criteri di economicità di gestione e all'assetto politico-istituzionale della Regione Valle d'Aosta in cui è abolita la provincia;

- che la delibera n. 164 del 31.7.1985 del Consiglio di amministrazione dell'I.N.P.S. non sembra idonea a produrre la richiesta abolizione della Sede provinciale né dal punto di vista giuridico né dal punto di vista politico, in quanto non sussistono le garanzie politiche richieste di assoluta indipendenza della Sede regionale di Aosta da altre sedi regionali, nonché della sua perfetta parità con queste;

Tutto ciò premesso

Invita

il Consiglio di Amministrazione dell'I.N.P.S. ad adottare una deliberazione che abolisca la Sede provinciale (o di produzione) di Aosta e ne devolva i compiti alla Sede regionale, fissando le competenze di quest'ultima con chiarezza e con precisione tali da non consentire dubbi sulla spettanza alla Sede regionale di Aosta di tutti i compiti propri delle altre Sedi regionali (con la sola eccezione di quelli di controllo, che devono essere avocati ai servizi centrali dell'Ente e non devoluti neppure per singole deleghe, ad altre Sedi regionali). La delibera dovrà anche individuare la dotazione organica, proporzionata per numero e ricchezza di professionalità, alla duplicità di compiti che la sede regionale unificata della Valle d'Aosta sarà chiamata a svolgere;

Invita altresì

il Governo ed il Parlamento a prevedere per la Valle d'Aosta l'istituzione di un unico Comitato I. N. P. S. che rifletta la duplicità dei compiti ad esso assegnati e che i componenti del Comitato stesso siano espressione delle Organizzazioni dei lavoratori, degli imprenditori e dei lavoratori autonomi più rappresentative a livello regionale.

Delibera

di inviare copia del presente ordine del giorno al Presidente e al Direttore Generale dell'I.N.P.S. nonché al Presidente del Consiglio, al Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, al Ministro della funzione pubblica, al Ministro del Tesoro, al Presidente della speciale Commissione parlamentare per la riforma del sistema pensionistico ed ai Presidenti dei Gruppi parlamentari della Camera e del Senato.

PRESIDENTE: Ha chiesto di illustrare l'ordine del giorno il Consigliere Stévenin, ne ha facoltà.

STEVENIN (U.V.): Sin dal 1972, vale a dire dal momento della riforma dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, il problema delle due sedi e dei due comitati in Valle d'Aosta era stato posto dal primo comitato eletto proprio a causa della atipicità di questa Regione. Cioè mentre in tutte le altre Regioni c'era una sede regionale ed una sede provinciale detta anche sede di produzione, e in tutte le Regioni c'era un comitato provinciale e un comitato regionale, qui in Valle d'Aosta, essendo una Regione senza provincia, c'era l'esigenza di porre il problema in maniera diversa, per cui se l'Istituto I..N.P.S. si chiamava in Valle d'Aosta sede e comitato provinciale, questo evidentemente era inteso in maniera specifica, vale a dire il comitato provinciale aveva dei compiti che erano quelli di esame dei ricorsi in prima istanza, mentre al comitato regionale venivano dati dei compiti di esame dei ricorsi di pensione in seconda istanza.

Questo problema aveva fin da allora fatto sì che le organizzazioni sindacali interne e i comitati provinciali e regionali ponessero il problema di modificare la situazione nella nostra Regione perchè questo fatto creava delle indubbie difficoltà per quanto concerne le responsabilità di alcuni compiti, che erano precisi in altre Regioni, delle sedi e dei comitati regionali, ma che per quanto riguarda la nostra Regione, al contrario nella nostra sede dell'Istituto, diciamo sede provinciale e comitato regionale, sovente ci si trovava di fronte a delle difficoltà nel sapere a chi dovevano essere assegnati eventuali compiti.

Uno dei problemi fondamentali che si era posto, era quello dei rapporti fra la sede e gli organismi istituzionali; un altro problema più grosso che si era verificato a quel tempo era quello relativo a una decisione dell'Istituto Nazionale nell'affidare dei compiti per la ricerca socio-economica nella nostra Regione. Entrambi i comitati rivendicavano a quel momento questo tipo di compito, che poi per un accordo a livello interno venne assegnato al comitato provinciale.

Tutto questo ha fatto sì che sin da allora il Comitato provinciale della Valle d'Aosta e il Comitato regionale, avvertissero l'esigenza di far chiarezza e di andare ad unificare le due strutture, nonché il problema dei comitati, se non altro modificando il loro nome in quanto vennero poi chiamati: Comitato per l'esame dei ricorsi in prima istanza e Comitato regionale, per l'esame dei ricorsi in seconda istanza. Questo anche perchè, per quanto riguarda altri istituti presenti nella nostra Regione quali l'Inail, l'Ispettorato del Lavoro, l'Ufficio del Lavoro, si era trovata la soluzione di far una sola sede, cosiddetta regionale.

Un disegno di legge di ristrutturazione dell'Istituto prevede fra l'altro l'abolizione del 2° grado di ricorso, e questo potrebbe consentire, a fronte di questa eventuale decisione che verrebbe presa a livello nazionale, l'unificazione delle due sedi e quindi anche l'eventuale unificazione dei due comitati.

Con una delibera, la n. 164 dello scorso anno, il Consiglio di Amministrazione dell'I.N.P.S. ha preso una decisione che ci lascia perplessi: attraverso questa decisione si rischia che la sede regionale dell'I.N.P.S. della Valle d'Aosta possa in qualche modo vedere lesi quelli che sono i propri diritti di essere considerata una sede regionale come tutte le altre all'interno dello Stato italiano, ed è per questo che a fronte di questa delibera, anche se non è stata a tutt'oggi approvata dagli organismi preposti e dai Ministeri competenti, riteniamo che sia indispensabile andare a precisare quella che è la nostra posizione rispetto a questo problema.

Per questo, dopo aver discusso e affrontato la questione in riunioni anche con le Organizzazioni sindacali, avevamo presentato insieme ad altri colleghi un ordine del giorno, del quale è stato richiesto il rinvio alla discussione per l'esigenza di andare ad un incontro con le Organizzazioni sindacali in modo da poter verificare fino in fondo questo problema.

Gli incontri ci sono stati, era stato richiesto un nuovo rinvio per una ulteriore verifica, questo c'è stato, ed oggi siamo qui a proporre questa delibera che vada finalmente a chiarire quella che può essere una situazione per quanto riguarda sia il problema della sede I.N.P.S. della Valle d'Aosta, che il problema dei comitati.

La richiesta di delibera che facciamo al comitato con questo ordine del giorno dice testualmente: "invita il comitato di amministrazione dell'I.N.P.S. ad adottare una delibera che abolisca la sede provinciale (o sede di produzione) di Aosta e ne devolva i compiti alla sede regionale, fissando le competenze di quest'ultima con chiarezza e con precisione, tali da non consentire dubbi sulla spettanza alla sede regionale di Aosta di tutti i compiti propri delle altre sedi regionali".

Questo è il problema fondamentale: vogliamo che la sede regionale sia una sede messa sullo stesso piano di tutte le altre sedi regionali, che non diventi una sede di tipo provinciale, come si diceva in molte delle riunioni che abbiamo fatto, una delle sedi provinciali della Regione Piemonte. I compiti di controllo, come avviene nelle altre sedi regionali, sono devoluti al centro.

In questa delibera richiediamo che venga individuata la dotazione organica proporzionata al numero e alla ricchezza di professionalità, alla duplicità dei compiti che dovrà avere questa nostra sede, unica ed unificata, con i compiti che venivano previsti per le sedi di produzione e in esso, tenuto conto dei compiti nuovi che dovrà svolgere come sede regionale, e quindi tenga conto in questa nuova delibera di questa nuova situazione che andrà a prodursi.

C'era infine un ultimo problema che era quello relativo a chi doveva designare i rappresentanti in questo nuovo ed unico comitato che verrà costituito. Poiché i comitati cosiddetti provinciali vengono eletti o designati sulla base delle indicazioni delle organizzazioni sindacali e delle organizzazioni di categoria, presenti a livello locale, mentre i rappresentanti nei comitati regionali vengono eletti in base alla rappresentanza dei lavoratori e ai rappresentanti degli imprenditori e dei lavoratori autonomi più rappresentativi a livello nazionale, con questa delibera diamo una indicazione secondo cui i rappresentanti dovranno essere eletti tenendo conto della loro presenza a livello locale, e della presenza dei lavoratori e dei lavoratori autonomi e degli imprenditori.

Questo è quanto avevo da dire per illustrare questo ordine del giorno che ha visto, dicevo prima, la firma di altri colleghi che fanno parte di questo Consiglio regionale.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Torrione, ne ha facoltà.

TORRIONE (P.S.I.): Mi riallaccio all'ultima parte dell'intervento del Consigliere Stévenin, il quale ha detto che l'ordine del giorno aveva avuto la firma di alcuni colleghi Consiglieri. Non abbiamo firmato questo ordine del giorno e non condividiamo assolutamente l'impostazione che si è voluto dare a questo problema dell'unificazione delle sedi regionali e provinciali dell'I.N.P.S. in Valle d'Aosta, anche perchè, se in questo momento la sede regionale e la sede provinciale hanno delle competenze ben definite, è altrettanto vero che ipotizzare quale sarà il futuro dell'I.N.P.S. regionale è una scommessa che noi non ci sentiamo di fare.

Abbiamo infatti il legittimo timore che con l'eliminazione di uno di questi due livelli, la sede regionale I.N.P.S. si trasformi in una semplice sede di produzione che è pari a qualsiasi altra sede provinciale, e quindi anziché avere a disposizione una sede con tutte le caratteristiche di una sede di tipo regionale, c'è il legittimo pericolo che questa operazione porti ad un appiattimento delle competenze della sede regionale e ad ottenere il risultato esattamente contrario a quello che si auspica in questo ordine del giorno.

D'altronde, questa preoccupazione non è solo nostra, ma si ritrova inserita nello stesso ordine del giorno, quando si dice che: "....la delibera n. 164 del 31.7.1985 del Consiglio di Amministrazione dell'I.N.P.S. non sembra idonea a produrre la richiesta abolizione della sede provinciale, né dal punto di vista giuridico né dal punto di vista politico, in quanto (e lo sottolineo) non sussistono le garanzie politiche richieste di assoluta indipendenza della sede regionale di Aosta da altre sedi regionali, nonché dalla sua perfetta parità con questa".

Questo è un rischio che esiste e non ho capito perchè di fronte a tanta aleatorietà, si debba andare ad approvare un ordine del giorno che al buio, senza alcuna garanzia, riduce la Valle d'Aosta con tutte le sue peculiarità, allo stesso livello di una qualsiasi Regione, non solo a statuto speciale, ma di una Regione che sia la sede regionale e la sede provinciale.

Questo è un dato di fatto che non siamo riusciti a farci chiarire da coloro che hanno proposto questo ordine del giorno, abbiamo richiesto una pausa di meditazione sull'argomento, anche perchè la riforma dell'ente previdenziale è in discussione al Parlamento e quindi con questo ordine del giorno non si fa altro che mettere il carro avanti ai buoi, è un'operazione che va contro gli interessi della Valle d'Aosta, non solo ma va contro gli interessi (se si appiattiscono le competenze della sede regionale dell'I.N.P.S.) dei lavoratori e di tutti coloro che usufruiscono delle prestazioni di questo ente. Se l'appiattimento avviene verso il basso, a sede regionale perde la funzione di propulsione e di coordinamento che ora invece le è riconosciuta. Questa è una scommessa che noi socialisti non ci sentiamo di fare; non siamo d'accordo su questa operazione che il Consiglio regionale invece ritiene opportuno di fare, operazione che a noi sembra oltretutto intempestiva perchè la legge di riforma è in discussione al Parlamento e quindi non sappiamo ancora quali saranno le modifiche sostanziali che verranno apportate.

Il rischio è che da una riaffermazione di considerazione delle esigenze particolari della nostra Regione, con l'opportunità anche di decentrare sul territorio dei servizi dell'I.N.P.S., si ottenga in sede I.N.P.S. regionale esattamente il contrario; l'appiattimento rischia di avvenire verso il basso come sede provinciale e questo è un discorso che non ci sentiamo di avallare con un nostro voto. Ma qui ci sono personaggi che hanno gestito l'I.N.P.S. provinciale, regionale per lunghi anni e che hanno ben altra competenza rispetto alla nostra, per cui lasciamo fare a loro che sanno. Noi che non sappiamo, voteremo contro questo ordine del giorno.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Beneforti, ne ha facoltà.

BENEFORTI (D.C.): Soltanto per dire alcune cose, perchè credo che il collega Stévenin abbia ampiamente chiarito le motivazioni per le quali siamo giunti a presentare in questo Consiglio regionale questo ordine del giorno che riflette le aspettative anche del mondo del lavoro, in quanto credo che le maggiori organizzazioni sindacali siano favorevoli a che questo ordine del giorno venga approvato in questa sede.

È vero, anch'io posso essere, come ha detto il Consigliere Torrione, fra quelli che hanno gestito per un certo periodo l'Istituto dell'I.N.P.S. in veste sindacale, e appunto perchè ci ho vissuto dentro, sostengo che questo ordine del giorno debba essere approvato oggi, proprio per evitare dei rischi alla nostra Regione e alla sede I.N.P.S. di Aosta.

Siamo sempre stati chiari quando abbiamo detto di sostenere e portare avanti l'unificazione della sede della Previdenza Sociale in Valle d'Aosta, e ricordo nei documenti che furono approvati dai comitati, provinciale e regionale, all'unanimità, erano ben chiari i presupposti sui quali doveva avvenire l'unificazione della sede I.N.P.S. di Aosta. Infatti si diceva che doveva avvenire la soppressione della sede provinciale e doveva essere fatta la sede regionale, che dovevano essere date alla sede regionale tutte le attribuzioni delle altre sedi regionali, che tutte le pratiche dovevano essere svolte nella sede regionale di Aosta, e questi aspetti che dovevano essere alla base della costituzione della sede regionale, erano stati riconosciuti anche dalla Commissione nazionale costituita all'interno del Consiglio di Amministrazione, dell'I.N.P.S. la quale si pronunciava favorevolmente sulle richieste che avevano formulato il Comitato provinciale e regionale dell'I.N.P.S. della sede di Aosta. La Commissione nazionale non aveva fatto osservazioni alle richieste che da Aosta erano partite per riportare avanti il discorso della sede regionale.

Quello che ci ha fatto impressione, è che, siccome si sta riportando avanti una ristrutturazione della sede dell'I.N.P.S., quindi un discorso nuovo sull'I.N.P.S. che è in discussione anche in sede di Parlamento italiano, l'I.N.P.S. ha deliberato, nel dare le attribuzioni alle sedi regionali, per quanto riguarda la Valle d'Aosta (leggo testualmente): "La sede regionale della Valle d'Aosta, quale unica struttura dell'Istituto nella Regione a statuto speciale, assolve, compatibilmente con tale caratteristica, ai compiti attribuiti alle sedi regionali e a quelli demandati alle sedi autonome di produzione".

Questa affermazione dell'I.N.P.S. sulla ristrutturazione della sede regionale di Aosta, ci ha portato a dire sì a questo ordine del giorno che oggi discutiamo in questo Consiglio, perché non possiamo accettare compatibilmente con tale caratteristica, essendo questo il discorso che sta andando avanti a livello di I.N.P.S. e di Commissioni parlamentari al Parlamento italiano.

Da parte nostra, non abbiamo mai voluto divenire la settima provincia del Piemonte, perchè questo era ed è l'obiettivo della sede centrale dell'I.N.P.S., ed è appunto per controbattere questo che abbiamo elaborato questo ordine del giorno, dove sta scritto come intendiamo realizzare questa sede regionale, cosa chiediamo perchè la sede regionale abbia gli attributi di una effettiva sede regionale.

Se non portiamo avanti questo discorso, e non sto a ripetere quello che ha detto il Consigliere Stévenin, è chiaro che andiamo pari pari, qualora venga eliminato il ricorso di seconda istanza per le pensioni di invalidità, a diventare la settima provincia del Piemonte. Invece il contenuto di questo ordine del giorno ci mette a nostro avviso al sicuro da certi obiettivi che hanno in altre sedi dell'I.N.P.S. e che non coincidono con i nostri.

Siamo anche convinti che non è che abbiamo risolto tutti i problemi approvando questo ordine del giorno perchè la battaglia comincia adesso, ci vorranno incontri e confronti con la sede centrale dell'I.N.P.S., e a livello di Ministero del Lavoro se si renderà necessario, però siamo anche tutti convinti che questo ordine del giorno dimostra la volontà politica della Valle d'Aosta che ritiene di avere una sede I.N.P.S. regionale autonoma, e non si va contro l'autonomia valdostana affermando queste cose. Siamo certi che approvando l'ordine del giorno si riafferma anche la nostra volontà autonomistica a livello regionale.

Si dà atto che alle ore 17,13 assume la Presidenza il Vice Presidente DOLCHI.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Mafrica, ne ha facoltà.

MAFRICA (P.C.I.): Il nostro Gruppo è favorevole a questo ordine del giorno, anzi diciamo che questo testo è stato poi sottoscritto da altri Consiglieri in variazione ad un testo che avevamo predisposto noi in una prima fase e che è stato modificato per tener conto di osservazioni che sono venute da altri Gruppi.

Votiamo a favore per queste due ragioni: innanzitutto perchè un appello in questo senso ci è venuto ripetutamente ed esplicitamente da parte delle principali organizzazioni sindacali della Valle d'Aosta, in secondo luogo perchè non abbiamo capito le ragioni di chi è contrario. Ragionando secondo certi schemi, verrebbe quasi la voglia di proporre che accanto all'Amministrazione regionale con il suo Presidente, la sua Giunta, il suo Consiglio e la sua struttura, si ripristini l'Amministrazione provinciale con un'altra Giunta provinciale e un'altra struttura di personale.

L'ordine del giorno mira a fare quello che si fa in Valle d'Aosta, una Regione in cui la provincia non esiste.

Allora avere due strutture che hanno compiti pressoché identici che complicano le cose può essere al massimo un discorso di organico, di posti di lavoro, però non è una questione che faciliti gli utenti di questo servizio che sono i pensionati. Riteniamo più logico che ci sia un'unica struttura che assommi compiti provinciali e regionali.

Ci si dice poi che con questo ordine del giorno si rischia l'appiattimento: qui si rovesciano proprio le cose. Esiste oggi una delibera dell'I.N.P.S. che lascia intravedere quel rischio; l'ordine del giorno precisa molto bene che qui devono essere unificati i compiti regionali e provinciali senza nulla di meno che in altre Regioni. La situazione di oggi, con quella delibera approvata ma non applicata, è più rischiosa.

Ci si dice ancora che si dovrebbe aspettare che il Parlamento legiferi; in quel caso l'ordine del giorno del Consiglio regionale non servirebbe a nulla. L'ordine del giorno che è stato presentato ha una funzione soltanto se viene approvato e giunge alla Commissione speciale per la riforma del sistema pensionistico prima che questa prepari il testo definitivo. Dopo che questa ha preparato il testo, dopo che il Parlamento lo ha approvato, modificare una legge già approvata sarà ben più difficile che non influire su una Commissione che deve ancora preparare tale testo.

Quindi le argomentazioni contrarie all'approvazione di questo ordine del giorno ci sembrano incomprensibili, per cui noi votiamo invece questo ordine del giorno (che ci sembra chiaro) con assoluta convinzione.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere De Grandis, ne ha facoltà.

DE GRANDIS (P.R.I.): Su questo Istituto Nazionale della Previdenza Sociale mi domando se da parte del Consiglio e da parte dei lavoratori che dovrebbero trarne le opportune tutele, ci sia soddisfazione o insoddisfazione e mi domando anche se questa soddisfazione (o insoddisfazione) derivi dal fatto che una sede si chiama di produzione, si chiama regionale o provinciale.

Qui le parole nascondono un inganno che è abbastanza profondo; con battaglie di altri tempi si è ottenuto che alla sede provinciale dell'I.N.P.S. di Aosta si aggiungesse la sede regionale. Di questa sede regionale nessuno si è preso la briga di valutare costi e ricavi, né se a quei costi hanno corrisposto reali ed effettivi vantaggi per i lavoratori. Affermo e sostengo che vantaggi ai lavoratori non ne sono derivati, sono invece derivati degli oneri, dei maggiori costi, che sono andati ad alimentare quel deficit spaventoso che travaglia l'I.N.P.S.

È stata richiamata qui una deliberazione del Consiglio di Amministrazione dell'I.N.P.S., che va nella direzione della riforma dell'Istituto nell'ambito della riforma del sistema pensionistico. Bene, credo che sia un po' troppo audace chi sostiene che il Consiglio di Amministrazione dell'Istituto con queste azioni voglia togliere qualche prerogativa autonomistica alla Regione Valle d'Aosta, o non si preoccupi invece di dare una maggiore funzionalità all'Istituto, un servizio migliore dal momento che l'attuale è del tutto insoddisfacente.

Qui il problema è di verificare se questa riforma è necessaria, efficace e va nell'interesse dei lavoratori; che poi la sede di Aosta si chiami regionale, di produzione, non cambia niente, e io non sono disposto a farmi prendere in giro da nessuno: né localmente né a Roma, perchè un altro ente previdenziale e assicurativo della Valle d'Aosta oggi si chiama regionale dopo grandi battaglie, e non è cambiato assolutamente niente, perchè non poteva cambiare assolutamente niente.

Se ragionassimo in questi termini, vi dico subito che sedi di qualche istituto che hanno la loro ubicazione a Sesto S. Giovanni o a Monza o a Lodi, che in quanto a numero di lavoratori presenti, a popolazione, sono di gran lunga superiori alla Valle d'Aosta, non si chiamano neanche sedi provinciali: si chiamano sedi locali. Ma perchè? Non si vuole certamente sminuire l'importanza di un Comune, si vogliono solo dare delle strutture che siano efficaci, ed è lì che bisogna puntare il dito, sulla possibilità di una organizzazione efficace e non sul fatto che si chiami in un modo o nell'altro, che non ha importanza.

D'altra parte, se le sedi provinciali dell'I.N.P.S. si chiamano sedi di produzione, abbiamo già risolto questo grave problema che ci tormenta, per cui se si chiamano sede provinciale ci sentiamo tutti offesi, senza andare a vedere la sostanza delle cose, che è poi quella che conta.

Non capisco gli appelli perchè vogliono farci diventare la settima provincia di Torino; guai a noi se diventiamo una parte del Piemonte. Però rinunciando ad avere una sede di organizzazione a Torino, ci costruiamo la sede di organizzazione dove? A Roma. Che ci piaccia più Roma che Torino, questo non lo avevo mai saputo.

Dico che questo ordine del giorno è inconsistente, non ha valore; dobbiamo piuttosto preoccuparci di rendere efficienti queste strutture anziché pensare al nome che portano.

D'altra parte mettiamoci chiaro in testa che le sedi regionali dell'I.N.P.S., per come oggi sono strutturate in Italia, hanno funzioni di controllo e di coordinamento, che sono le funzioni fondamentali. Mi chiedo quale norma del diritto consente alla stessa persona di essere controllore e controllato. Basta questo fatto per dimostrare quanto è insulso questo tipo di battaglia.

D'altra parte per superare questo problema si è creata la sede strutturale dell'I.N.P.S. ad Aosta, signori miei, la sede regionale dell'I.N.P.S. ad Aosta è solo un costo, non porta un vantaggio a nessuno, se non a qualcuno che ha bisogno di una sedia in più su cui sedersi.

Sono queste le motivazioni per cui ritengo che questo ordine del giorno non debba essere votato.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Stévenin, ne ha facoltà.

STEVENIN (U.V.): Mi duole contestare con forza le affermazioni del Consigliere De Grandis, il quale non è a conoscenza di quelli che sono i compiti delle sedi regionali e delle sedi di produzione, altrimenti non avrebbe fatto quelle affermazioni, qualche istante fa.

Insistiamo e siamo convinti della validità di questo ordine del giorno per le motivazioni che ho già detto prima, e che un attimo fa ha illustrato il Consigliere Beneforti, vale a dire il fatto che l'attuale deliberazione n. 164 non garantisce gli stessi compiti che hanno le altre sedi regionali, mentre vogliamo essere trattati come sede regionale dell'I.N.P.S. della Valle d'Aosta come tutte le altre sedi regionali.

Tra i compiti delle sedi regionali ce ne sono almeno due di importanza fondamentale: il primo è quello delle pensioni estere, che solo le sedi regionali possono trattare. Se noi siamo una sede di produzione o una cosiddetta sede provinciale, non abbiamo la possibilità di trattare.

C'è tutta una serie di altri compiti che sono previsti in una delibera dell'Istituto, tra cui il coordinamento delle attività produttive della sede per l'attuazione dei piani di attività, la gestione tecnica degli impianti, la manutenzione ordinaria e straordinaria, la pianificazione, l'organizzazione e gestione dei corsi di formazione per esigenze specifiche in una o più sedi di produzione, l'assistenza delle sedi di produzione nell'attuazione degli interventi formativi loro affidati, l'indirizzo e assistenza alle sedi della Regione nella contrattazione decentrata per l'attuazione degli accordi, cioè tutti quei compiti che vengono gestiti a livello regionale.

Ciò che vogliamo dire con questo ordine del giorno è il fatto che viene precisato in maniera chiara e netta quelli che sono i nostri compiti, ed è in pratica il sine qua non deve essere adottata questa delibera che abolisce la sede provinciale e costituisce una sede regionale, con un'esatta descrizione di quelli che saranno i compiti.

Se a livello nazionale dell'I.N.P.S. ci dicono che ne accettano solo una parte, su questo si può aprire anche una vertenza, si può andare a trattare, ma con questo ordine del giorno sono chiariti in maniera precisa quelli che sono i nostri compiti.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Baldassarre per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.

BALDASSARRE (P.S.D.I.): Voterò contro questo ordine del giorno in parte perchè condivido quanto precedentemente hanno detto i Consiglieri Torrione e De Grandis, e poi quello che mi ha sorpreso è che si è parlato qui delle maggiori organizzazioni sindacali, facendo capire che la UIL sarebbe la ruota di scorta. Diciamo che la UIL non è d'accordo su questo provvedimento, e non riusciamo a capire la mania di procedere a dei cambiamenti delle denominazioni quando sarebbe necessario rendere più efficienti le strutture.

Per queste ragioni l'ordine del giorno non merita un voto favorevole.

PRESIDENTE: Metto in approvazione l'ordine del giorno in oggetto:

ESITO DELLA VOTAZIONE

Presenti 26

Votanti 25

Favorevoli 21

Contrari 4

Astenuti 1 (Aloisi)

Il Consiglio approva