Oggetto del Consiglio n. 1999 del 8 maggio 1986 - Resoconto
OGGETTO N. 1999/VIII - LAVORI DI RICONVERSIONE DEL FABBRICATO INDUSTRIALE EX SIV IN COMUNE DI ARNAD, DI PROPRIETÀ REGIONALE. - PERIZIA SUPPLETIVA E DI VARIANTE. - CONCESSIONE PROROGA. - APPROVAZIONE NUOVI PREZZI. ESECUZIONE DI LAVORI IN ECONOMIA. APPROVAZIONE DI SPESA.
PRESIDENTE: Do lettura della delibera in oggetto:
IL CONSIGLIO
Richiamata la deliberazione di Giunta n. 5797 in data 30/08/85, con la quale, in esecuzione della precedente deliberazione di Giunta n. 2193 in data 01/04/85, si approvava l'aggiudicazione all'Impresa Sud Costruzioni s.n.c. di Aosta, dei lavori di riconversione del fabbricato industriale ex SIV in Comune di Arnad per l'importo netto previsto di £. 4.724.649.500 (importo lordo a base d'asta lire 5.450.000.000, oltre a lire 662.000.000 per imprevisti).
Atteso che la ditta DIASPRONDISK, utilizzatrice del complesso industriale in oggetto, ha richiesto l'esecuzione di varianti alle opere previste atte ad adeguare gli impianti a nuove tecnologie di produzione acquisite solo in corso d'opera, nonchè il riutilizzo del piano seminterrato ad uso magazzino che inizialmente era escluso dall'intervento in oggetto.
Rilevato inoltre che da una migliore ed approfondita conoscenza delle specifiche progettuali è risultato necessario effettuare nuove opere non previste ma essenziali per una corretta e soddisfacente utilizzazione dello stabilimento.
Vista, infine la necessità di provvedere al rifacimento totale del manto di copertura, che nonostante gli interventi di manutenzione effettuati, durante l'ultima stagione invernale ha subito irreparabili danni, tali da non garantire la tenuta dell'acqua e che tenuto conto dell'alto costo degli impianti tecnologici installati, sarebbe azzardato procedere ad ulteriori riparazioni provvisorie;
DELIBERA
1°) di approvare la perizia suppletiva e di variante sottoriportata relativa all'esecuzione di nuove e maggiori opere occorrenti per il completamento dei lavori di riconversione del fabbricato industriale ex SIV in Comune di Arnad, di proprietà regionale, per un importo netto di spesa previsto in lire 2.390.000.000 (duemiliarditrecentonovantamilioni);
2°) di affidare l'esecuzione dei lavori di cui sopra all'impresa SUD COSTRUZIONI S.N.C. di Aosta, alle condizioni già praticate per l'esecuzione dei lavori principali, con un aumento al termine fissato dal Capitolato Speciale d'Appalto di giorni 75 (settantacinque);
3°) di approvare i lavori di rifacimento del manto di copertura dello stabilimento ormai obsoleto ed irreparabilmente danneggiato durante l'ultima stagione invernale, per l'importo presunto di lire 600.000.000 (seicentomilioni), e di stabilire che all'esecuzione dei lavori medesimi, data la loro particolare natura e frammentarietà, e per il carattere d'urgenza che gli stessi rivestono, si provveda in economia diretta a cura e sotto la sorveglianza dell'Ufficio Tecnico dell'Assessorato ai Lavori Pubblici, avvalendosi di ditte specializzate;
4°) di approvare il finanziamento delle somme suddette pari a lire 2.990.000.000 oltre all'IVA 18% di lire 538.200.000 (cinquecentotrentottomilioniduecentomila lire) per l'importo complessivo di lire 3.528.200.000 (tremiliardicinquecentoventottomilioniduecentomila) mediante imputazione al Residuo Passivo "Spese per l'acquisto e la costruzione di beni patrimoniali da destinare ad interventi nel settore industriale" (fondo di lire 6.400.000.000 impegnato con deliberazione di Giunta 9102 in data 31/12/85);
5°) di stabilire che, per i lavori di cui al punto 3° della presente deliberazione, ai sensi dell'articolo 11 del Regolamento Regionale 5 - 262 e successive modificazioni, sull'esecuzione di servizi, di opere e di lavori in economia, l'Ufficio Tecnico, sotto la cui direzione i sopramenzionati lavori dovranno essere eseguiti, presentando al termine dei lavori stessi, un documentato rendiconto finale delle spese sostenute ed una relazione sui lavori eseguiti e sui risultati ottenuti;
6°) di approvare i sottoelencati prezzi unitari, in base ai quali saranno valutate le opere non previste nell'elenco prezzi dei lavori in oggetto.
(Seguono allegati: perizia suppletiva e di variante verbale di concordamento nuovi prezzi)
(.....omissis.....)
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Millet; ne ha facoltà.
MILLET (P.C.I.): Nel prendere in esame questo oggetto che è abbastanza voluminoso, non solo come quantità di carta ma anche come importo finanziario, scopriamo che si tratta di una perizia suppletiva che supera abbondantemente il 50% dell'importo di previsione. Vorrei fare alcune considerazioni.
Approvando la convenzione noi avevamo richiesto, come sempre del resto, che accanto alla convenzione ci fosse anche un progetto di questa proprietà regionale da dare in comodato o in locazione. Dal tipo di produzione indicato nella convenzione sarebbe stato possibile, infatti, individuare il tipo di fabbricato necessario allo scopo, restando salve ovviamente alcune correzioni di carattere marginale ritenute necessarie, ma non ovviamente di questa entità.
Nella delibera, tra l'altro, non si accenna ad una modifica già fatta. Non vorrei sbagliare, ma mi sembra che sia già stata approvata una perizia suppletiva per il pavimento ed infatti ero intervenuto per chiedere come era stato possibile che su una proprietà regionale, con progetto regionale, non si sapesse che i pavimenti erano fatti in un certo modo. Forse gli uffici avevano perso alcuni documenti, perché il progettista della ristrutturazione, in questo caso la Regione stessa, nello stendere un progetto deve pure avere preso in esame tutto quello che c'era. Sarebbe bene, pertanto, che l'Assessore, ci spiegasse come è possibile chiedere una perizia suppletiva complessiva di 3 miliardi e mezzo. Che cosa è stato modificato? Si cambia, forse, tipo di produzione? Se si intende cambiare produzione, sarebbe stato preferibile informare per tempo i Consiglieri regionali ed invece ora ci troviamo a dover discutere di questo progetto di 3 miliardi e mezzo del quale si dice: "...Da una migliore ed approfondita conoscenza delle specifiche progettuali è risultato necessario effettuare nuove opere non previste ma essenziali per una corretta e soddisfacente utilizzazione dello stabilimento".
Il paragrafo precedente recita:
"Atteso che la ditta DIASPRONDISK, utilizzatrice del complesso industriale in oggetto, ha richiesto l'esecuzione di varianti alle opere previste, atte ad adeguare gli impianti a nuove tecnologie di produzione acquisite solo in corso d'opera, nonché il riutilizzo del piano seminterrato ad uso magazzino che inizialmente era escluso dall'intervento in oggetto".
Ma quali sono queste nuove tecnologie di produzione?
Noi siamo molto perplessi su questo modo di operare che non garantisce mai una certezza di comportamento e di azione. La Regione parte infatti con un preventivo di spesa e alla fine giunge a cifre di tutt'altro genere. In questo momento la Regione non ha problemi finanziari, ma se si dovesse trovare di fronte all'impossibilità di reperire i 3 miliardi, che non sono certamente "bruscolini", che cosa dovrebbe fare? In quel caso si sgretolerebbe tutta l'iniziativa che tra le altre cose ha come corollario anche una questione occupazionale che è vivamente attesa dalla gente del posto.
Noi critichiamo questo modo di operare e ci sembra importante, almeno per il futuro, avere la certezza delle cose che si debbono fare. Comprendiamo benissimo che possono rendersi necessarie delle modifiche, però debbono rimanere entro un ambito marginale e mai sostanziale, a meno che non ci sia proprio qualche cosa di assolutamente particolare. Nell'arco di un anno il mercato e le esigenze possono variare e rendere necessarie alcune modifiche. Però in questo caso noi ci troviamo di fronte ad una maggiore spesa, non prevista, di diversi miliardi che si sommano ad altri miliardi.
La Regione Valle d'Aosta può sopportare un imprevisto del genere perché ha dei mezzi sufficienti, ma nell'ipotesi di una eventuale mancanza di questi mezzi la Regione, non avendo previsto e non avendo fatto delle scelte diverse a monte, rischierebbe di bloccare un'iniziativa a metà strada non potendo mettere a disposizione ulteriori fondi. È anche una questione di serietà, perché non si tratta di un caso isolato ed infatti in ogni Consiglio accade qualcosa del genere. Io mi ricordo che per il pavimento del caseificio di Arnad si era partiti dalle 20.000 lire, ma, passando attraverso le 50.000, si è poi arrivati alle 200.000 lire al metro quadrato. Credo che dal punto di vista tecnico si sapesse fin dall'anno prima che quel pavimento sarebbe venuto a costare 200.000 lire al metro quadrato. Non si può negare che i tecnici fin da allora fossero a conoscenza di quei valori. Rimane pertanto il dubbio che si lascia iniziare con 10, sapendo però che si vuole arrivare a 30.
Io non so se in questo caso è legittimo avere questo dubbio, però, questo modo di operare si ripete un po' troppo di frequente. Invito pertanto l'Assessore competente a fare in modo che non accadano più cose del genere. Assessore, noi gliel'abbiamo già detto: noi possiamo capire tante cose, ma è sua la responsabilità politica di organizzarsi in modo da limitare assolutamente all'essenziale ed all'urgente queste perizie suppletive che diventano pericolose quando vengono intese come norma di comportamento, perché non consentono mai di prevedere la fine di un'iniziativa. Gli aumenti dei prezzi possono avvenire in presenza di una inflazione galoppante, però, adesso, bene o male, l'inflazione sta scendendo, e siamo su valori prossimi al 6%, e quindi siamo anche in presenza di un elemento di maggiore certezza. I prezzi internazionali ed il costo del lavoro sono stati notevolmente ridimensionati ed anche i giornali non parlano più di incrementi simili a quelli che si registravano alcuni anni fa, anzi, sembra addirittura che il loro incremento reale sia inferiore all'incremento del costo della vita. Sarebbe auspicabile, pertanto, avere qualche elemento di maggiore certezza, in modo che quando il Consiglio decide di intraprendere un'iniziativa conosca anche la cifra da impegnare e non abbia poi la sorpresa finale di vederla moltiplicare.
L'impresa che ha appaltato questi lavori per una cifra di circa 5 miliardi si trova ora a lavorare per un importo di 10 miliardi. È un valore ben diverso e del resto non credo che questa ristrutturazione, di circa 3,5 miliardi, costituirà oggetto di un ulteriore appalto.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Pascale; ne ha facoltà.
PASCALE (P.S.I.): Su questo provvedimento abbiamo delle perplessità, proprio a causa dell'importo della variante che è pari al 60% dell'appalto originario. È vero che queste varianti sono state richieste direttamente dalla Ditta, però a questo proposito vogliamo osservare che quando avevamo votato la convenzione, nel testo c'era scritto che il progetto, che era stato elaborato dallo Studio AI di Torino, era stato concordato con l'Olivetti. Ci pare strano che a distanza di pochissimi mesi sia stata la Ditta stessa a richiedere varianti di questa portata. Quindi, il progetto era stato fatto con molta superficialità, e questo lo rileviamo anche da un comma della delibera, dove si dice che: "...da una migliore ed approfondita conoscenza delle specifiche progettuali è risultato necessario effettuare nuove opere non previste" oppure bisogna cominciare ad avere dei dubbi sulla serietà della Ditta che, a distanza di 4 mesi, richiede opere completamente diverse, o quasi, da quelle che erano state concordate.
Volevo anche chiedere all'Assessore qualcosa in merito ad una precedente delibera, la n. 5053 del 26 luglio 1985, sempre in riferimento a questo appalto, nella quale si dice che: "...era pervenuto un reclamo contro il verbale di aggiudicazione provvisoria, ma non si ritiene lo stesso accettabile in quanto riferentesi a questione non significativa agli effetti della regolarità della gara", e di fornirmi delle delucidazioni in merito a questo reclamo, qualunque esso sia stato.
PRESIDENTE: Ha chiesto al parola il Consigliere Mafrica; ne ha facoltà.
MAFRICA (P.C.I.): Più che perplessi, noi siamo per un certo verso contrari a questo modo di procedere perché, indubbiamente, stravolge la possibilità di programmare gli interventi. Si fanno appalti per 5 miliardi e 450 milioni, segue poi una perizia suppletiva, e poi se ne aggiunge un'altra di 3,5 miliardi.
Prima di tutto io chiedo all'Assessore se l'impresa, dal punto di vista tecnico, è iscritta nell'albo dei costruttori per svolgere lavori sino a 9 miliardi, perché adesso abbiamo già superato i 9 miliardi. Questo modo di procedere non è accettabile perché, come diceva prima il Consigliere Pascale, pur essendo già stato predisposto un progetto concordato con la ditta che poi dovrà insediarsi, nelle stesse premesse della deliberazione si dice che il progetto non è adatto alle esigenze dell'impresa che dovrà utilizzare i locali. Entrando nel dettaglio delle cifre, vediamo, ad esempio, che al riferimento 14/a si parla di "rifacimento della centrale termica". Poiché si tratta di 220 milioni, io mi chiedo se la centrale termica, che dovrà evidentemente avere delle caratteristiche adeguate al tipo di lavorazioni che si vogliono fare, deve essere rifatta del tutto. Ciò starebbe a significare che la progettazione precedente non era assolutamente adeguata, nonostante sia stata concordata con l'impresa. C'è quindi il discorso della perizia suppletiva che è legato alla questione degli appalti ed ai conti che si devono fare le imprese prima di partecipare, ma c'è anche la questione della certezza dei lavori che vengono programmati dalla Regione.
Un altro esempio riguarda il punto 77, dove si prevedono 67 milioni per le pulizie. Se noi calcoliamo che un operaio possa costare 100 mila lire al giorno, volendo essere in questo calcolo piuttosto larghi, significa che siamo di fronte a 672 giornate lavorative, pari a 67 giornate lavorative per 10 operai. È credibile che nel nostro caso 10 operai lavorino per 67 giorni solo per fare le pulizie? Mi chiedo se ciò è credibile oppure se questo calcolo è stato impostato in un modo scorretto, nel senso che si paga a metro quadrato, mentre poi alla fine l'impresa beneficia di un corrispettivo ben superiore al costo impiegato, perché in questo caso si tratta solo di costo del lavoro; fino a prova contraria, infatti, le pulizie non comprendono altri costi, oltre a quello principale del lavoro. Vengono quindi dati 67 milioni solo per le pulizie.
Credo che questo modo di procedere sia negativo e ritengo che l'Amministrazione debba fare uno sforzo per avere a priori una capacità progettuale che le consenta di impostare un appalto nel modo più preciso possibile, senza dover solo "tacconare" dopo, perché altrimenti non si avranno mai dei dati certi e rimarrà sempre il sospetto che si voglia favorire una ditta piuttosto che un'altra.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Baldassarre; ne ha facoltà.
BALDASSARRE (P.S.D.I.): In questo Consiglio diventa sempre più difficile alzarsi per parlare di perizie suppletive. L'Assessore Fosson ha deciso di seguire la stessa strada del suo predecessore, con la sola differenza di dare l'impressione di divertirsi alle nostre osservazioni; speriamo che continui a divertirsi, perché qui ci troviamo di fronte, ed esprimo subito la mia perplessità, a seri dubbi sulla regolarità della perizia suppletiva.
Vorrei osservare che ho presentato una interrogazione con richiesta di risposta scritta sulle perizie suppletive di un anno e dalla risposta risulta che a fronte di 440 appalti, e questo è un risultato veramente vistoso, esistono ben 404 perizie suppletive, la metà delle quali supera il 50% della base d'asta iniziale!
Non si può più, quindi, far finta di niente e continuare a sorridere, portando continuamente in Consiglio regionale delle perizie suppletive. A questo punto è il caso di dire che l'opposizione non fa il proprio dovere, e mi rivolgo a tutti i componenti dell'opposizione, perché la maggioranza (E noi sappiamo come è fatta questa maggioranza!) non si preoccupa del denaro pubblico, amministra come può, ognuno si coltiva il proprio orticello e quindi è giusto che anche l'Assessore Fosson si coltivi il proprio orticello, che, del resto, si sta coltivando benissimo; però l'opposizione non fa altro che alzarsi, come abbiamo fatto in questo caso, per esprimere delle perplessità. Cari colleghi Consiglieri dell'opposizione, è il momento di muoversi! La gente non sopporta queste cose e noi siamo stati eletti proprio per proteggere i suoi interessi, ma noi non lo stiamo facendo, perché noi non lo facciamo e lo stiamo dimostrando. A nulla, infatti, serve lamentarsi ogni qualvolta si presenta una perizia suppletiva. Nel caso in oggetto siamo di fronte a delle irregolarità, del resto ci sono quasi sempre delle irregolarità nelle varie perizie suppletive, e l'Assessore Fosson, che è competente, mi deve dire che non si tratta di una perizia suppletiva ma di un nuovo appalto, perciò egli avrebbe dovuto procedere ad una nuova gara d'appalto.
Ci troviamo invece di fronte all'impresa Sud Costruzioni che, manco a farlo apposta (non certo perché sia un demerito essere stati in lista con la Democrazia Cristiana) ma, forse per una strana coincidenza che pure dobbiamo prendere in esame, ha tra i suoi responsabili un candidato che si è presentato nelle liste della Democrazia Cristiana alle ultime elezioni. Si tratta solo di una coincidenza che, ripeto, è un particolare che non interessa, mentre invece interessa il metodo con cui questa maggioranza va avanti e continua ad andare avanti, non preoccupandosi di quello che noi, continuamente ed in ogni Consiglio, affermiamo, invitandola a smetterla con questo genere di perizie suppletive ed a finirla con questo scandalo, perché proprio di "scandalo" si tratta ed in un altro ambiente queste perizie suppletive, che si ripetono ad ogni Consiglio, non passerebbero assolutamente.
In questo caso, addirittura, su 4 miliardi, anche se poi l'asta è stata aggiudicata per 4 miliardi e 762 mila lire, abbiamo una perizia suppletiva di 3 miliardi e mezzo. Ci troviamo quindi di fronte a delle vere irregolarità che io denuncerò. In questa perizia suppletiva esiste una vera e propria irregolarità.
Pertanto su questa perizia suppletiva che io non voterò assolutamente, anche perché non ne ho mai votata una ed anzi mi sono fatto artefice di quella interrogazione proprio per avere un'idea precisa dell'enorme quantità di queste perizie suppletive, bisogna esprimere un giudizio decisamente negativo.
Se vogliamo andare avanti così, procediamo pure, ma io richiamo l'attenzione dei Consiglieri dell'opposizione dicendo: "Muoviamoci, perché la gente aspetta!"
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola l'Assessore ai Lavori Pubblici Fosson; ne ha facoltà.
FOSSON (D.C.): Voglio precisare che la perizia suppletiva della quale stiamo discutendo ci è stata espressamente richiesta dall'Olivetti, per i motivi che spiegherò. Quindi non accetto nessun tipo di insinuazioni, che qualcuno ha ritenuto di fare, su presunte irregolarità o su presunti favoritismi nei confronti dell'impresa che sta eseguendo i lavori. Gli stessi lavori erano stati aggiudicati per l'importo netto di 4 miliardi e 700 milioni, con una gara d'appalto che prevedeva l'offerta-prezzi, nel senso che le imprese erano state fornite di un elenco-prezzi in bianco, si erano fatte le loro valutazioni ed avevano indicato i loro prezzi, stabilendo poi il costo totale dell'opera, oltre a stabilire esse stesse i tempi per l'esecuzione dell'opera, che sarebbero quindi stati valutati nel conteggio.
Rispondendo ad una richiesta del Consigliere Pascale, nella quale si accennava ad un reclamo contro il verbale provvisorio di aggiudicazione, posso dire che in effetti questo reclamo c'è stato ed è stato presentato da un'impresa che riteneva che, formalmente, così com'erano stati scritti i prezzi da parte dell'impresa che poi è stata dichiarata aggiudicataria, non fossero esatti, in quanto non rispondevano a quanto richiesto nel bando. Abbiamo sentito il parere del nostro ufficio legale e di alcuni consulenti della Regione che hanno definito non determinanti queste differenze formali perché rispettavano pienamente lo spirito ed il contenuto del bando e invitavano quindi a non accettare o a non prendere in considerazione il reclamo.
Per la verità la ditta che aveva reclamato aveva fatto un'offerta meno vantaggiosa per l'Amministrazione, rispetto alla ditta aggiudicataria. In ogni caso, nella fase dell'aggiudicazione provvisoria, sarebbe stato nelle possibilità della ditta che aveva esposto il reclamo, procedere ad un ricorso al T.A.R. o ad altra sede ritenuta più opportuna. Questo ricorso, invece, non ha avuto seguito e ciò, a mio giudizio, è una maggior riprova dell'infondatezza dei motivi per un reclamo su fatti puramente formali.
La convenzione approvata dal Consiglio regionale e firmata con l'Olivetti prevedeva un progetto di sistemazione che è stato redatto in tempi relativamente brevi dallo Studio AI di Torino, che era stato indicato alla Regione come studio di fiducia da parte dell'Olivetti. Bisogna ricordare che c'era e che c'è tutt'ora una certa fretta da parte dell'Olivetti ad iniziare la produzione nello stabilimento di Arnad, proprio per riuscire ad inserirsi nei settori di mercato che riguardano la produzione dei dischi prima che vi si inseriscano altre aziende. Perciò, il progetto è stato realizzato in tempi estremamente brevi, così come poi si sono risolte in tempi brevissimi le procedure per l'aggiudicazione dell'appalto e per l'esecuzione dei lavori.
Occorre ancora aggiungere che le tecnologie che si utilizzano nello stabilimento sono tra le prime nel mondo in questo campo ed è quindi spiegabile come, al momento della progettazione, le "specifiche", date dall'Olivetti e dalla sua consociata Diasprondisk, fossero prima di un certo tipo e poi si siano venute determinando in maniera più precisa nel corso della esecuzione dei lavori. È vero quindi, come qualcuno faceva notare, che sarebbe opportuno poter disporre di tutti i dati fin dall'inizio, per non avere sorpresa alcuna. Giustamente il Consigliere Millet si chiedeva che, se la Regione non avesse avuto i 3 miliardi, non avrebbe potuto dare occupazione e non avrebbe neppure potuto completare i lavori. Bisogna però tenere conto del fatto che l'Olivetti e la Diasprondisk si muovono in un campo, come quello dell'elettronica, che è in evoluzione costante e velocissima, nel quale si rende necessario ed indispensabile un continuo adeguamento alle nuove esigenze. La nuova perizia suppletiva è stata redatta proprio per adattarsi alle nuove esigenze della produzione nel settore dei dischi.
Il Consigliere Millet parlava ancora di una perizia suppletiva per il pavimento. Quella però era una perizia suppletiva relativa all'appalto precedente e cioè a quello delle demolizioni. Già allora avevo spiegato, ma non ho difficoltà a ripeterlo, che i progettisti, nel fare un rilievo dello stabilimento, non avevano tenuto conto di un certo tipo di sottofondo che sosteneva il pavimento stesso, sul quale avrebbero dovuto essere collocate delle macchine che il vecchio sottofondo non avrebbe potuto reggere. È vero che nei nostri uffici non avevamo un rilievo esatto delle opere e già allora avevo detto che avevamo incaricato una serie di professionisti di rilevare con precisione tutte le proprietà della Regione, d'accordo con l'Ufficio Demanio e Patrimonio dell'Assessorato alle Finanze, per poter disporre di un catasto adeguato e aggiornato di tutte le proprietà regionali. Penso che il ragionamento del Consigliere Millet sia stato poi ripreso anche dai Consiglieri Pascale e Mafrica, per cui credo di avere risposto anche a loro.
Qualcuno riteneva strano il fatto che l'Olivetti potesse richiedere questo genere di varianti. Così come si è preoccupato il Consigliere Pascale ci siamo preoccupati anche noi e non le abbiamo accettate a cuor leggero, ma abbiamo fatto con l'Olivetti tutta una serie di riunioni, dopo le quali, abbiamo accertato che le stesse varianti erano ritenute necessarie dall'Olivetti per poter utilizzare il piano interrato come magazzino, che la centrale termica doveva essere cambiata, anche se in una prima fase della progettazione era stata ritenuta idonea dai progettisti ed era obsoleta rispetto a certi criteri di progettazione e di tecnica d'avanguardia, perché non poteva essere conservata ulteriormente.
Per quanto riguarda la precisa richiesta del Consigliere Mafrica sulla iscrizione e sulla ammissibilità della ditta costruttrice ad eseguire queste opere, io non ricordo a memoria quale sia l'importo di iscrizione della ditta Sud Costruzioni anche se immagino che sia di 6 miliardi. In questo caso, sommando i 4 miliardi e 724 milioni, che costituiscono l'importo netto dell'appalto, ai 2 miliardi e 390 milioni, che sono i lavori che vengono aggiudicati con la perizia suppletiva, arriviamo a 7 miliardi e 114 milioni che farebbero i 6 miliardi più il 20% di tolleranza e quindi si rientrerebbe nelle cifre consentite. Occorre anche rilevare che i 600 milioni per il rifacimento del tetto, che era stato giudicato potersi ancora mantenere tale e quale, verranno poi aggiudicati ed eseguiti in economia diretta da altre ditte e non necessariamente dalla stessa ditta che sta già operando.
Anche il rifacimento del tetto, in una prima fase, era stato giudicato dai progettisti come accettabile; mentre poi, di fronte alle alte tecnologie che sono state inserite nello stabilimento, è sembrato anche poco qualificante il poter vedere un facile deperimento delle stesse a causa di una cattiva impermeabilizzazione, e poteva diventare anche poco qualificante per l'Amministrazione e per la ditta stessa.
Per quanto riguarda il nuovo prezzo n. 77, il Consigliere Mafrica ha fatto un conto che può anche essere giusto, però, se legge il nuovo prezzo n. 77, scopre che si tratta di un prezzo al metro quadrato che tiene conto non soltanto degli operai, ma anche di materia le d'uso e di attrezzature ritenute necessarie e soprattutto del fatto che la lavorazione deve avvenire in un ambiente particolarmente pulito, nel senso che tutti gli impianti prevedono una depolverizzazione ad un alto tasso, e quindi le pulizie preventive non sono quelle solite che si fanno in un qualsiasi cantiere, ma devono essere fatte con una particolare attenzione e cura, delle quali viene tenuto conto nel prezzo.
Aggiungo ancora che, in data 30 apri le 1986, ho ricevuto una lettera della Diasprondisk che, tra l'altro, conferma che la ditta e la Regione hanno rispettato sostanzialmente il programma di trasferimento ad Arnad. Nella lettera, indirizzata all'Assessore all'Industria, Commercio, Artigianato e Trasporti, nonché al sottoscritto, nella sua qualità di Assessore ai Lavori Pubblici, si legge:
"Vi confermo, quindi, che il trasloco dei reparti produttivi, da Leinì ad Arnad, sta procedendo e che lunedì scorso, 28 aprile, sono iniziate le prime attività di produzione nel nuovo stabilimento. Salvo imprevisti dell'ultima ora, prevediamo di completare il trasferimento da Leinì entro la prossima settimana".
Di fatto, quindi, il trasferimento dello stabilimento da Leinì ad Arnad è avvenuto, perché oggi siamo ormai all'8 di maggio, e si sta già lavorando nello stabilimento di Arnad con il personale che a suo tempo era già stato assunto e addestrato nello stabilimento di Leinì.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Baldassarre; ne ha facoltà.
BALDASSARRE (P.S.D.I.): Non mi ritengo assolutamente soddisfatto delle risposte che mi sono state date e dalle quali sembra che l'Assessore Fosson abbia tentato di fare una specie di arrampicata sui vetri.
L'ultima parte delle sue risposte è veramente preoccupante e da essa risulta che i lavori sono già stati fatti, perché si parla di lavori in corso e della ditta che sta già trasferendo i propri impianti...
Insomma, l'Assessore ci deve spiegare qual è la situazione reale, perché se egli ci dice che in questi giorni sta avvenendo il trasferimento degli impianti della Ditta, ciò significa che i lavori sono già stati fatti e, a questo punto, il portare in Consiglio una delibera a sanatoria dei lavori già fatti sembra un'iniziativa fuori dalla realtà. Oppure c'è da sospettare che la lettera riporti delle date false e questo ci deve essere spiegato dall'Assessore. Io non lo so, ma sembra che qui ci vogliamo continuare a prendere in giro. In ogni caso il dilemma ci deve essere spiegato. Oppure si può nominare una Commissione che si rechi ad Arnad a visitare lo stabilimento e forse questa mi sembra, in fondo, la soluzione più corretta.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola l'Assessore ai Lavori Pubblici, Fosson; ne ha facoltà.
FOSSON (D.C.): Penso che il Consigliere Baldassarre sappia che in uno stabilimento certi tipi di lavorazione possono iniziare anche quando lo stabilimento non è completato in tutti i suoi particolari...
BALDASSARRE (fuori microfono): "Qui sono 3 miliardi e mezzo e quindi significa tutto lo stabilimento".
FOSSON (D.C.): Ma non è tutto lo stabilimento! Sono interessati i magazzini, la centrale termica ed il rifacimento del tetto che possono essere tranquillamente fatti mentre una parte della produzione può andare avanti, come succede in genere.
In effetti l'organico di circa 120 unità, delle quali è prevista l'assunzione, non è certo al completo perché è coperto solo per un terzo od un quarto circa. La produzione, quindi, è iniziata nelle zone dove i lavori sono stati completati e lo stabilimento entrerà in funzione a pieno regime quando sarà completata anche l'altra "tranche" di lavori.
PRESIDENTE: Se nessuno chiede la parola metto in votazione la delibera in oggetto:
ESITO DELLA VOTAZIONE
Presenti: 29
Votanti: 29
Favorevoli: 20
Contrari: 9
Il Consiglio approva.