Oggetto del Consiglio n. 1920 del 7 aprile 1986 - Resoconto
OGGETTO N. 1920/VIII - FALLIMENTO DELLA SOCIETÀ R.B.S. POLIPLAST DI MONTJOVET. - (Interrogazione)
PRESIDENTE: Do lettura dell'interrogazione in oggetto presentata dai Consiglieri Mafrica e Millet:
INTERROGAZIONE
AVUTA NOTIZIA del fallimento della R.B.S Poliplast, di Montjovet, società che in passato aveva usufruito di consistenti interventi finanziari della Regione;
i sottoscritti Consiglieri regionali
INTERROGANO
l'Assessore all'Industria, Commercio, Artigianato e Trasporti per conoscere:
1) quanti posti di lavoro si sono perduti con la chiusura di tale attività;
2) le ragioni che hanno portato al fallimento dell'iniziativa;
3) l'entità dei finanziamenti diretti o indiretti (garanzie fideiussorie) erogati dalla Regione e delle prevedibili perdite di denaro pubblico.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola l'Assessore all'Industria, Commercio, Artigianato e Trasporti, Lanivi; ne ha facoltà.
LANIVI (A.D.P.): Rispondo alle tre domande poste dai Consiglieri Mafrica e Millet. Per quanto concerne la prima posso dire alla R.B.S. erano occupati 21 dipendenti, dei quali 19 operai e 2 impiegati. L'11 novembre 1985 è stata richiesta la cassa integrazione per tutti i dipendenti e attualmente la domanda è all'esame del CIPI; un dipendente è stato avviato ad un nuovo lavoro.
Il secondo punto dell'interrogazione chiede quali sono le ragioni che hanno portato al fallimento dell'iniziativa. Ricordo che in precedenza, perciò che concerne la deliberazione 7 marzo 1985, il fallimento di un importante cliente estero, oltre a rendere irrecuperabili i crediti vantati nei suoi confonti, aveva fatto sfumare anche una trattativa in corso con l'azienda per acquisirlo come socio e aveva determinato una situazione di difficoltà economica all'interno dell'azienda. Tenuto conto dei due obiettivi che si era posto, e cioè di garantire il mantenimento dei posti di lavoro all'R.B.S. e nello stesso tempo di tener conto che si trattava di una forma di imprenditorialità locale, il Governo regionale aveva assunto una deliberazione di concessione di un mutuo di 700 milioni, tendente al risanamento dell'azienda stessa. Si trattava di verificare, entro un periodo di prova relativamente breve di 6 mesi, se l'azienda sarebbe stata in grado di ottenere e di mantenere uno standard produttivo medio, valutato intorno alle 8 tonnellate al giorno, che avrebbe garantito di riequilibrare la situazione gestionale ed economica dell'azienda.
Nella delibera del 7 marzo erano anche stabiliti alcuni punti di riferimento. Il primo era che fossero esibiti ordinativi, contratti commerciali e ordinazioni, per 4000-4500 milioni annui, come si è poi verificato; il secondo, che vi fosse un impegno da parte delle maestranze ad effettuare turni di lavoro continuativi per 7 giorni alla settimana; il terzo era che la FINAOSTA fornisse assistenza amministrativa e contabile, nonché un controllo ispettivo sullo stato di avanzamento e sulla effettiva realizzabilità del progetto di risanamento.
Come ho già detto questo progetto aveva una scadenza precisa: un periodo di 6 mesi, al termine del quale e dopo una verifica effettuata il 30 settembre 1985 da parte della FINAOSTA e comunicata all'Assessorato in data 14 ottobre, si constatava che, per problemi di tipo tecnico e per incapacità organizzative e gestionali, questi traguardi non erano stati raggiunti. Pertanto, in data 18 ottobre 1985, la Giunta regionale con delibera n. 7031 revocava le garanzie fideiussorie concesse attraverso la FINAOSTA.
Alla terza domanda che tende a conoscere l'entità dei finanziamenti diretti ed indiretti, rispondo che in gestione ordinaria, dalla FINAOSTA è stato erogato un mutuo ipotecario di 84 milioni, il 23 aprile 1983, che è stato estinto in data 3 ottobre 1985. Sempre in gestione ordinaria è stato stipulato un contratto di leasing per circa 90.380.000, in data 30 marzo 1983 e del quale, alla data del fallimento, 5 febbraio 1986, sono ancora da ricuperare 36.493.992. Per quanto concerne la gestione speciale, in data 1° giugno 1984, con deliberazione n. 3334, sono state concesse garanzie fideiussorie per 700 milioni di lire. In data 10 agosto 1984 le garanzie fideiussorie sono state elevate a £. 1.000.000.000 e per l'esattezza a 988.972.067 lire, così ripartite: 400 milioni presso la Cassa di Risparmio di Torino, 398.972.067 presso l'Istituto Bancario San Paolo di Torino e 200 milioni presso la Cassa rurale artigiana di Gressan. Con la delibera del 7 marzo 1985, numero 2308 si è approvata la concessione di un mutuo, per la durata di 10 anni, di lire 700 milioni, garantito da fidejussione personale dei soci e dai rispettivi parenti.
In totale quindi questi sono stati gli interventi diretti od indiretti erogati dalla Regione.
Per quanto riguarda la domanda posta al terzo punto dell'interrogazione occorre attendere l'esito dei recuperi sui beni dati in garanzia nei confronti dei fideifacenti.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Mafrica; ne ha facoltà.
MAFRICA (P.C.I.): Diamo atto all'Assessore che le informazioni forniteci sono abbastanza esaurienti. Comunque dobbiamo osservare che le poche iniziative di imprenditori locali, fino a questo momento, non hanno avuto molta fortuna, mentre questa iniziativa è giunta a conclusione nel giro di un paio d'anni. Io credo che sia necessario studiare più a fondo questo problema perché l'Amministrazione possa trovare strumenti più idonei per sollecitare l'imprenditoria locale e sostenerla sotto l'aspetto tecnico-contabile, fornendo un supporto alle innovazioni, alla ricerca dei mercati nonché nella commercializzazione.
Raccomandiamo, invece, facendo un riferimento più specifico e particolare alla R.B.S., poiché ci troviamo di fronte ad una azienda che rischia di far perdere alla Regione delle cifre piuttosto rilevanti, anche se ancora non è tutto definito, e poiché in questi giorni si ha notizia di un'azienda che dovrebbe rilevare la stessa attività (si parla della TECNOPAK), che, prima di procedere ad eventuali interventi della Regione, si verifichi bene il tutto, cercando soprattutto di capire se ci si trova di fronte ad un'iniziativa diversa e capace di vita autonoma, oppure se non sia una forma diversa per continuare la precedente attività.