Oggetto del Consiglio n. 284 del 30 ottobre 1973 - Resoconto
OGGETTO N. 284/73 - Determinazione dei rami, delle classi e delle sottoclassi di attività economica cui dovranno appartenere le imprese industriali ammesse ai finanziamenti agevolati previsti dalla legge regionale 8 ottobre 1973, n. 33. (Inizio discussione)
Dolchi (Presidente) - In assenza dell'Assessore all'Industria e Commercio, relaziona sull'oggetto n. 15 all'ordine del giorno il Presidente della Giunta, che ha la parola.
Dujany (DP) - La legge regionale del 1973, così detta del fondo di rotazione, prevede che il Consiglio stabilisca i rami e le classi e le sottoclassi di attività economiche, a cui dovranno appartenere le imprese ammesse ai finanziamenti agevolati.
Si propone al Consiglio l'approvazione, una bozza di approvazione di classi e sottoclassi, in relazione al mandato conferito alla Giunta in data 19 luglio 1973, anche per risolvere con una certa sollecitudine alcuni problemi gravi di disoccupazione nella zona di Verrès.
E si prega quindi il Consiglio di voler adempiere a questo obbligo, che è stabilito dalla legge che è stata approvata dal Consiglio a suo tempo ed è elemento necessario per poter procedere ai successivi atti amministrativi e deliberativi.
Caveri (UV) - Je voulais demander au Président de la Junte si la Junte a examiné ce problème, si dans cette très longue liste des industries qui devraient être subventionnées, si on a examiné la question des industries qui sont responsables d'une position grave, est-ce que nous voulons financier des industries qui demain aggravent le problème de la production; parce que je vois "industrie" entre autres "industrie chimiche e derivati del petrolio e del carbone", et je vois "industrie della gomma", qu'est-ce que c'est qui propose la Junte; la Junte a examiné ce problème, parce que demain, quelqu'un qui veut fonder une industrie qui détermine une position très grave de l'air et de l'eau, de notre Vallée, alors si nous approuvons cette loi, sic et simpliciter, demain nous devons co-financier même ces industries.
Dolchi (Presidente) - Dunque, vorrei precisare all'Avv. Caveri, scusandomi della omissione che ho fatto, che la Commissione consiliare permanente per l'Industria e Commercio ha esaminato questo provvedimento e siccome l'ha esaminato dopo che l'ordine del giorno con i relativi allegati era già stato trasmesso ai Consiglieri, il parere vi viene consegnato in fotocopia in questo momento, e la Commissione consiliare permanente per l'Industria e Commercio dice, testualmente, il verbale della riunione in data 22 ottobre 1973, presenti il Presidente Tonino e i componenti Fosson, Manganoni, Marcoz e Parisi, che ha preso in esame il provvedimento succitato ed ha espresso unanime parere che nessuna attività industriale classificabile nei rami da due a cinque, e relative classi e sottoclassi della classificazione economica Istat debba essere preliminarmente scartata, non potendo escludere a priori industrie che, anche in relazione alla continua evoluzione della scienza e della tecnica, potrebbero in futuro installarsi in Valle d'Aosta.
La Commissione rivolge però viva raccomandazione alla Giunta regionale affinché le esclusioni nella concessione dei finanziamenti vengano di volta in volta decise in relazione ai danni e inconvenienti di carattere ecologico che determinate lavorazioni potrebbero provocare.
Questo è il parere della Commissione Industria e Commercio, da un punto di vista puramente tecnico. Voglio ancora, prima di dare la parola a chi la chiede, far presente che la classificazione dell'Istat figurerà con diversa numerazione agli atti dell'attività del Consiglio regionale in quanto vengono recepite le voci, ma non la numerazione che si riferisce alla numerazione del provvedimento statale.
Caveri (UV) - Il suo rilievo è esatto, nel senso che la Commissione cita delle cifre che contraddistinguono certe industrie che poi non si ritrovano nell'allegato.
Quindi qui c'è già un'antinomia notevole, quindi a un certo momento non sappiamo che cosa andiamo a votare, e poi io non concordo con quello che ha stabilito la Commissione Industria, perché una volta che si approva che queste industrie debbano essere finanziate, come fa la Giunta a negare il contributo o le provvidenze previste, mi pare che questa è una questione molto grave e io attiro l'attenzione della Giunta e del Consiglio su questa questione, perché una volta che sono state ammesse indiscriminatamente tutte le industrie, come si fa a dire no, a te non concedo i provvedimenti finanziari.
Io chiedo dei chiarimenti a questo proposito.
Tonino (PCI) - La Commissione ha preso in esame questo argomento, e ha espresso questo parere, in quanto non voleva con questo provvedimento escludere a priori alcune industrie che avrebbero potuto installarsi in Valle d'Aosta; nel medesimo tempo ha dato queste raccomandazioni, e qui io penso che sia abbastanza preciso, di non concedere contributi a industrie che avrebbero potuto inquinare l'ambiente, nell'ambiente in cui sorgono queste industrie.
Mi pare che sia abbastanza chiara la nostra posizione.
Perché è sempre poi la Giunta che dovrà, non dovrà concedere questi ...
Caveri (UV) - Una volta che si sono ammesse tutte queste industrie, ma allora scusatemi, ma il vostro parere è un capolavoro di contraddizione, e io chiedo scusa al Consigliere Fosson, che fa parte anche lui di questa Commissione, ma io sono veramente scandalizzato di questo parere, perché è un parere che dice no, no, no e sì ... Io personalmente non approvo e voterò contro se non si fanno delle modifiche.
Bisogna stabilire, si rinvii la questione di quindici giorni, la Giunta e la Commissione Industria vedono quali sono le industrie, volete mettere una raffineria di petrolio in Valle d'Aosta, ma insomma, o l'industria della gomma; tanto per fare degli esempi, e poi ci sono ... insomma il parere che avete dato è uno di quei pareri che vogliono salvare capra e cavoli e che non salvano né la capra né i cavoli.
Tonino (PCI) - È il Presidente del Consiglio che deve poi dare in ultima analisi il contributo...
Caveri (UV) - Ma no...
Dolchi (Presidente) - La parola al Consigliere Viglino.
Viglino (RV) - A questo proposito, infatti, per esempio, quando si legge nell'elenco che è stato trasmesso, quando si legge per esempio "produzione di energia elettrica" - io mi riferisco alla parte quinta "produzione di energia elettrica" - evidentemente se noi costruiamo una centrale idroelettrica non abbiamo problemi di questo genere, cioè non abbiamo problemi ecologici, ma se per caso, domani, dovessimo aver da che fare con una centrale del tipo termo-nucleare, evidentemente ci sarebbe un gravissimo problema da esaminare in questo campo.
Io volevo solo chiedere alla Commissione se si è valsa di qualche tecnico di ecologia, perché, non so, oppure se la riunione è stata fatta così, diciamo semplicemente senza chiamare il parere di nessun tecnico.
Mi risulta che ci dovrebbe essere, come nell'organico degli impiegati regionali, mi risulta che c'è un tecnico di ecologia, chiedo all'Ing. Benzo, anche se laureato in fisica, è forse il meno indicato per studiare i problemi ecologici.
Questo è un piccolo appunto che...
Potrebbe chiamare questo tecnico e vedere, insomma, avere un po' il suo parere in argomento.
Penso che sia disponibile e che possa partecipare a una riunione della Commissione e quindi anch'io sarei un po' del parere di lasciare un certo periodo di tempo per chiarire bene questo argomento perché sappiamo oggi quanto i problemi ecologici possono, insomma, inquietare la popolazione e creare dei gravissimi problemi ai Governi, siano essi regionali, siano essi nazionali.
Dolchi (Presidente) - La parola al Consigliere Manganoni.
Poi sono iscritti Bordon e Chanu.
Manganoni (PCI) - Io sono di questa tesi: non è questione di tecnici, e qui mi scusino, io in fatto di tecnici non è che abbia una fiducia cieca, nell'ultimo Consiglio cos'è risultato che i tecnici hanno dichiarato dopo un esame che il terreno di Pré-Saint-Didier si prestava molto bene per costruire la piscina coperta.
No? Cosa è successo, che si sono fatti gli scavi e si è riscontrato esattamente l'opposto di quanto i famosi tecnici hanno detto.
Io potrei citare un'infinità di altri casi di tecnici, noi potremmo citare la diga di Place Moulin, no, di Valgrisanche, dove certi tecnici dicevano "tutto bene", altri tecnici "no, niente bene", e adesso è vuota la diga, per fortuna, perché cosa dimostra che certi tecnici, e non è che io parta in tromba contro i tecnici, le affermazioni, le analisi, le dichiarazioni, e gli studi e le laute parcelle che paghiamo a certi tecnici, sarebbe meglio che destinassimo, quei fondi, ad altro. Io penso che sia il buon senso della Commissione, della Giunta e del Consiglio che deve decidere, come si è fatto fino adesso, sia quello che prevalga; no, cioè, anziché delle relazioni, perché normalmente i tecnici fanno delle relazioni lunghe, perché le parcelle si devono pagare a chili, mi pare, in base ai chili delle relazioni, no, il buonsenso di chiunque qua sa che, se noi mettiamo la centrale termo-elettrica in Valle d'Aosta, facciamo un'altra Cogne come fumo, cosa è successo che fino adesso, vi faccio un esempio pratico, c'era stata una richiesta per installare nella zona di Champdepraz una raffineria di petrolio, due o tre anni fa, la Commissione ha respinto, quindi il problema non è neanche venuto in Giunta e in Consiglio, perché la Commissione ha già detto no, noi di raffinerie in Valle d'Aosta, di petrolio non ne vogliamo... poi pare che l'hanno fatta a Cuneo. Ora qui che cosa ci è stato detto, da parte dell'Assessore, che l'approvazione di questo riveste un carattere di urgenza, noi in Commissione si era fatto, per esempio questa osservazione; qui al 3/10/F - la sottovoce - dice armi da fuoco e loro munizioni, al che la Commissione avrà detto: "ah! No, delle munizioni è meglio che le facciamo altrove e non in Valle d'Aosta, ci sono già abbastanza polveriere dell'esercito, qui, bastano".
Allora è stato detto da parte dei tecnici dell'Assessorato che in queste sottovoci non si può togliere, per esempio, "armi da fuoco e loro munizioni" essendo in quella sottovoce incluso: industrie della costruzione della minuteria metallica, bullonerie, molle, stoviglie e vasellame, perché bisogna togliere o tutto o lasciare tutto. Noi per togliere le armi da fuoco e loro munizioni, avremmo dovuto togliere anche tutto il resto, così ci è stato detto dai tecnici dell'Assessorato; allora, qui, perché così è la legge, questa è una legge in campo nazionale, così ce l'hanno spiegato, allora la Commissione ha fatto le sue raccomandazioni, che sono state distribuite, perché è preoccupata delle osservazioni che Caveri... che lei ha fatto, è stata una preoccupazione anche nostra. Noi vogliamo sì delle industrie - quelle che noi richiediamo - ma entro dei limiti e che dia una certa garanzia di non inquinamento; allora bisognerebbe aggiungere queste raccomandazioni che la legge ci dà facoltà, perché la legge non dice: la Regione concede e/o deve concedere, la Regione può concedere, e difatti vi avevo citato il fatto della famosa raffineria a Champdepraz che si è detto di no, e nessuno ha banfato, perché noi... la legge dice "può"; la Commissione ha detto no; ecco le ragioni, quindi le preoccupazioni di alcuni Consiglieri, qui, sono state le preoccupazioni della Commissione. No, ha detto no, però vi citavo l'esempio delle armi da fuoco, i tecnici hanno detto o tutto, non si può togliere solo una parte della sottovoce, ma bisogna toglierla tutta, e allora togliamo il vasellame, togliamo tutte quelle industrie leggere, ecco il problema che ne è venuto fuori.
Quindi la preoccupazione dei Consiglieri è la preoccupazione della Commissione.
Dolchi (Presidente) - La parola al Consigliere Bordon.
Bordon (DC) - Beh, la D.C. aveva guardato questo elenco e siccome in casi analoghi, ripetute volte, quando uno si permette di fare una critica, viene incolpato di voler ritardare i problemi, problemi importanti come questo, la D.C. non avrebbe detto molto, avrebbe semplicemente detto che attraverso le voci che si erano elencate qui ce n'erano di quelle pericolosissime per cui la D.C. non votava contro, ma si sarebbe astenuta da questo, perché tanto è minoranza, la maggioranza votava come voleva ed era giusto che così fosse.
Naturalmente mi avvalgo adesso di alcuni chiarimenti dati da Manganoni, che giustamente ha difeso la Commissione Industria e Commercio, che ha portato avanti questo, d'altronde sembrava anche strano che la Commissione esprimesse parere favorevole all'unanimità, sembrava anche strano, se non avessimo avuto queste spiegazioni che ci ha dato adesso.
Perché, effettivamente, io ritenevo che si potevano togliere le armi, le munizioni, come dicevi tu, e si potevano lasciare i piatti, invece tu adesso ci spieghi che questo non è possibile.
Ora, mi sembra molto, molto strano.
D'altronde, anche nei nostri dibattiti, ci avevano detto "si può anche rimanere tranquilli, in quanto che non è mica detto che la Regione deve dare, può dare", quindi ... però eravamo preoccupati anche su questo ... in quanto che voi sapete perfettamente che cosa accade. A un certo momento si fa una richiesta, uno incomincia a leggere, vede armi e munizioni, dice "si può anche fare questo", e quindi le solite pressioni, tu sai come sono, non solo in un settore, ma in tutti i settori e poi vediamo venir fuori delle cose che ci colpiscono tutti.
Indubbiamente, qui si parla dopo altri interventi e, quindi, noi siamo più che d'accordo con quello che ha detto l'Avv. Caveri, effettivamente ci sono delle voci che spaventano: ma come? Ma noi vogliamo andare a dare dei contributi a delle società che domani potrebbero inquinare in modo deleterio l'atmosfera nostra e io, amichevolmente, dicevo a Chanu, prima, dicevo che avevo avuto l'impressione che si fosse copiato questo elenco, molte volte anche gli Assessorati hanno un elenco preso da altre parti, e tirano giù questo elenco.
Io sono ancora preoccupato come prima, però, perché mi si dice: mettiamoli pure con tutta tranquillità, perché poi tanto dipenderà da noi darlo o no.
Si capisce che se dobbiamo togliere i piatti, sto scherzando, ma sto seguendo l'idea di Manganoni, perché è sua, ma se a un certo momento noi non possiamo portare avanti questi problemi, queste industrie, si capisce che faremo ridere, però io vorrei studiare con maggiore tranquillità questo, per esempio non mi sarebbe spiaciuto di sentire anche il parere della Commissione Sanità, perché la Commissione Sanità doveva dire la sua voce, ecco la battuta giusta del Consigliere Viglino, che dice: ma, accidenti, c'è un tecnico in Commissione, in Assessorato di Sanità, che può dare un parere e la Commissione Sanità, che deve esprimere il parere su questo inquinamento, non l'avete sentita e mi pare che qui non ci sia; perché posso anche dire delle inesattezze, ma gli assensi che ricevo mi danno coraggio a proseguire.
Io vi dico solamente questo, naturalmente mi direte, ecco l'avete detto prima, è assolutamente urgente e quindi non si può dilazionare. Io, invece, vi pregherei di rivedere ancora questo problema, hanno detto bene altri, sarà questione di 10-15 giorni, tanto abbiamo due sedute al mese, e però rivediamolo con calma, perché quando questa roba è fissata, quando certe graduatorie ci sono, a un certo momento, poi si dice, poi, "no, no, non si può dare, quindi non te lo diamo", a me sembra che se è escluso si è più tranquilli.
Naturalmente, adesso il parere sui tecnici illustrato da Manganoni così, non dico con cattiveria, perché lo ha detto come boutade, però un tecnico fino a prova contraria non credo che sia infallibile, ma i tecnici possono sempre dare il loro parere ed io ritengo che fino a prova contraria possono anche essere sentiti. Questo è un po' il concetto nostro, quindi in fondo in fondo io mi assocerei a quelli che hanno chiesto se è possibile una dilazione di 10 o 15 giorni per rivedere con maggior calma, attraverso la Commissione Industria e Commercio e la Commissione Sanità, questo elenco che potrebbe anche essere modificato se la legge lo consente.
Dolchi (Presidente) - La parola al Consigliere Chanu.
Chanu (DP) - Ma, colleghi, io ritengo che da un punto di vista generale le preoccupazioni espresse dall'Avvocato Caveri siano le preoccupazioni che noi tutti abbiamo, ma d'altra parte dobbiamo tenere conto, a mio avviso, di due aspetti, uno che è già stato sottolineato dalla relazione, cioè che effettivamente nulla vieta in seguito di poter provvedere ad una ulteriore elaborazione di questi elenchi e poter evidentemente giungere, se lo si riterrà opportuno, all'esclusione di alcune determinate voci.
L'urgenza, come è espresso nella relazione, sta nell'avere in questo momento uno strumento idoneo a quell'intervento, di cui tutti unanimemente abbiamo sottolineato l'impellente necessità, in relazione alla particolare situazione di un'industria locale che necessita della possibilità di fruire di questi contributi per andare avanti e per poter salvare la situazione della Bassa Valle da conseguenze assai tristi.
Sulla questione ecologica, io concordo anzitutto con quanto hanno detto il Consigliere Manganoni e il Presidente della Commissione Tonino; non è che un elenco di questo genere, proprio per la sua elefantiasi, dia dei diritti acquisiti a chiunque voglia impiantare nella Valle d'Aosta un'attività, di poterla impiantare e di godere conseguentemente dei contributi, evidentemente all'Amministrazione regionale spetterà la facoltà di esaminare volta per volta quello che potrà apparire opportuno o meno dal punto di vista dell'autorizzazione ad installare una determinata attività.
Dal punto di vista ecologico poi, in senso stretto, stiamoci bene attenti, perché non dobbiamo nemmeno omettere questa considerazione, a mio avviso, che forse qualsiasi di queste industrie elencate, anche quella che apparentemente sembra la più innocua, se è, diciamo, installata e condotta in modo non coerente, non conforme, può rappresentare una potenzialità di pericolo economico, ecologico immenso, così come le industrie le quali all'apparenza, sulla carta, potrebbero anche sembrare ricche di potenziale negativo in senso ecologico, se condotte, installate con quei procedimenti, con quegli accorgimenti che la tecnologia moderna consente, potrebbero apparire invece meno dannose di tante industrie che apparentemente sembrano invece così innocue da poter essere installate in qualsiasi momento. Una stessa industria alimentare, se condotta e installata in modo non pertinente a quelli che sono i dettami della tecnologia in materia ecologica, può rappresentare un'occasione di pericolo grave di inquinamento di acque, di atmosfera e così via, così come una industria che magari all'apparenza, una industria di carattere metallurgico, posto che si debba o non si debba ancora insistere sull'industria a carattere metallurgico in Valle d'Aosta, che ci sia qualcuno che abbia l'idea di venirla ad impiantare, può, se installata e condotta in modo razionale e con la salvaguardia di quei principi tecnici a protezione dell'ecologia, può apparire assai meno nociva, meno pregiudizievole.
Quindi io pregherei i colleghi Consiglieri, proprio sulla base di questi principi, primo che non si tratta di attribuire dei diritti acquisiti a chiunque di venire ad installare quelle determinate industrie in Valle d'Aosta, secondo che sarà sempre libera la possibilità in seguito di poter approfondire l'esame sulle determinate voci, terzo che l'urgenza di questo provvedimento generico è dettata da quelle considerazioni in relazione alla Guinzio & Rossi, quarto che effettivamente un discorso ecologico può andare su tutte quelle che sono le industrie elencate, indicate in questo colossale elenco e si possa passare quindi all'approvazione di questo elenco di massima, naturalmente con la raccomandazione poi agli organi interessati responsabili, allorquando si tratterà di passare all'attuazione pratica, di tenere sempre in primo piano l'esigenza della salvaguardia del nostro patrimonio ecologico.
Dolchi (Presidente) - La parola al Vice Presidente Fosson.
Fosson (UV) - Ma io capisco le preoccupazioni che sono state sollevate quest'oggi e sono le stesse preoccupazioni che la Commissione ha avuto e spiegherò, in aggiunta a quanto è già stato detto dal Consigliere Tonino e da Manganoni, quale è stata la nostra posizione; prima di tutto questo è un elenco che è un elenco generale dell'ISTAT; ora la Commissione Industria e Commercio, sia ben chiaro, anche se analizzasse nei minimi particolari questo elenco, non sarebbe nelle condizioni di dire tassativamente questa industria va esclusa, questa non va esclusa, perché se ci sono una o due voci sulle quali si può senz'altro essere tranquilli nell'esclusione, tipo se si parla di trasformazione di petrolio o di carbone, ad esempio, delle raffinerie, ma proprio su questo caso voglio citare un esempio: se domani si dovessero fare delle proteine, e oggi si parla di proteine che sono derivati dal petrolio, è una industria inquinante o non è una industria inquinante? Noi non lo sappiamo, nessuno di noi probabilmente lo sa se questa industria è inquinante, potrebbe essere un'industria che si adatta in Valle d'Aosta come potrebbe essere un'industria che non si adatta. Quando parliamo di raffineria siamo tutti d'accordo e dire che assolutamente una raffineria non si può mettere in Valle d'Aosta, ma quindi, siccome le voci che sono elencate in questo elenco - intanto è un elenco molto vasto - sono delle voci molto generiche, in cui le sottovoci, certe sottovoci possono essere convenienti, noi non siamo in grado oggi di dire, e allora anche se noi mettessimo dei tecnici ad esaminare questo lo potrebbero fare facendo una disamina approfondita e allora capovolgendo completamente questo elenco e ci sarebbe sempre la possibilità di escludere a priori alcune voci che domani potrebbero essere utili e inserirne qualcuna che appunto, come ha detto anche il Consigliere Chanu, all'apparenza è innocua e invece nella pratica sarebbe molto dannosa.
Quindi, abbiamo ritenuto di non entrare in un esame particolareggiato delle voci, ma di stabilire un principio, almeno che il consiglio stabilisse un principio, che assolutamente non si dovesse intervenire per quelle industrie che fossero inquinanti, o che fossero contro qualunque, su qualunque principio ecologico.
Certamente che se una volta che il Consiglio e il Consigliere Caveri ha detto c'è una contraddizione fra l'approvazione dell'elenco e questa affermazione del Consiglio, però se il Consiglio afferma questo, mi sembra che ci sia un impegno ben chiaro che volta per volta si deve esaminare qual è l'influenza di quella data industria che ha fatto la richiesta e assolutamente non si possa intervenire per le industrie che non corrispondono a quella che è la volontà espressa dal Consiglio.
Mi sembra che, in questo, non è che noi veniamo contro a quella che è la legge, è un diritto, non è che sia un diritto acquisito di queste differenti industrie che fanno la domanda, ma noi ci riserviamo e dovremmo riservarci la possibilità di esaminare volta per volta e assolutamente di scartare quelle che non vanno.
Ora, si potrebbe anche arrivare a quell'altra soluzione che è stata detta, di fare una disamina di voce per voce, ma io mi permetto di dire che non è una questione facile, e che molto probabilmente ci sarebbero delle omissioni in un senso e probabilmente delle approvazioni per altre industrie che porterebbero delle sorprese, e allora, in quel caso, noi sì che ci legheremmo, perché avremmo stabilito un elenco tassativo e quegli errori, probabilmente, non li potremmo evitare.
Perché ho fatto quell'esempio prima, derivati del petrolio, scusate, ho fatto la questione di ... proprio di estremo, ma dico, si parla oggi di proteine, sono derivati del petrolio, e praticamente è quasi come un'industria farmaceutica.
Ci sono le industrie delle pelli, e queste industrie delle pelli sono anche quelle industrie che non vanno certamente.
Noi ci siamo trovati dinanzi a questa difficoltà, abbiamo ritenuto di superare questa difficoltà con quella proposta che il Consiglio dovrebbe essere tassativo su questo, se ci sono altre proposte migliori senz'altro si possono esaminare, ma non sarà facile.
Dolchi (Presidente) - La parola al Consigliere Andrione.
Andrione (UV) - Sembra, a noi, che non sia opportuno rinviare il problema dell'inquinamento ai casi per casi, perché l'esperienza pratica insegna che questa materia, sotto la pressione del momento, o per situazioni di disoccupazione, ecc. le grandi industrie riescono poi a fare quello che vogliono, esempio tipico, la raffineria di Volpiano della B.P. dove c'è circa una tonnellata di carta di pareri contrari e la B.P. l'ha fatta lo stesso; a Volpiano per sfruttare le acque del torrente Orco.
Oggi, il pericolo, più che per l'inquinamento atmosferico, è proprio in relazione a certi tipi di industrie per le acque, perché, per riprendere il discorso delle proteine, non so quante tonnellate di acqua ci vuole, ci vogliono, per trattare una sola tonnellata di petrolio.
Credo che siano 60 tonnellate di acqua.
E quindi la preoccupazione che abbiamo noi è proprio quella, sarebbe per noi l'ideale di potere eliminare a priori con una proibizione di legge un certo tipo di industrie che, comunque vadano le cose, è certamente inquinante, perché non si può dire che, per esempio, la cellulosa viene ottenuta con dei sistemi che sono puniti; che la gomma, la benzina, ecc... conosciamo anche se non siamo dei tecnici questo problema.
Se però... io trovo strano, non ho approfondito la questione dal punto di vista giuridico, ma trovo strano che la Regione non possa autolimitare i propri interventi, per me sono cose misteriose, perché non riesco a capire di quale competenza si parli, e perché siamo obbligati a seguire un elenco fatto altrove, no, non mi sembra, ma comunque, se non si vuole seguire la strada della... a priori perlomeno che sia inserito nella legge un articolo generale che vieti, in maniera formale, la concessione di qualsiasi tipo di sussidio regionale a industrie inquinanti.
Questo penso che sia il minimo che si possa chiede, in questa materia, perché sappiamo che le pressioni possono essere tali da fare saltare anche una buona volontà generica e delle generalità prese dal Consiglio regionale in questa materia.
E, d'altra parte, il rovesciare il ragionamento e dire che vi sono industrie di apparenza innocua che possono essere inquinanti, in realtà è un sofisma, perché lì sì che dovrebbe intervenire l'Amministrazione regionale, perché come si fa a dire: noi approviamo un'industria di apparenza innocua, se quella è inquinante nei fatti, abbiamo le possibilità giuridiche e tecniche di intervenire e perché dovremmo lasciare indisturbato l'industriale che fa una prospezione per utilizzare le acque della Clavalité o quelle dell'Ayas per degli scopi inquinanti, facciamo attenzione, perché una volta che si è messo il dito in questo ingranaggio, naturalmente capiterà che la Regione si troverà di fronte a delle richieste così pressanti che non sarà capace di opporsi, perlomeno prendiamo una norma di carattere generale con proibizione formale a ogni tipo di industria inquinante.
Dolchi (Presidente) - La parola al Consigliere Viglino.
Viglino (RV) - Desideravo soltanto fare una precisazione al Consigliere Manganoni, quando io ho parlato di tecnici non ho inteso il tecnico chiamato dal di fuori, a cui bisogna pagare una certa parcella, ma semplicemente valersi degli elementi che sono già... che fanno già parte del... come impiegati, come dirigenti, del Consiglio, dell'Amministrazione regionale, era solo questo, e siccome mi risulta che c'è un dirigente, mi sembra, come dicevo un momento fa, un laureato in fisica che ormai, credo sia già da - non so - marzo-aprile che lavora qui all'Amministrazione regionale, io pensavo che la Commissione avrebbe potuto richiederlo, perché credo che sia stato assunto proprio per lo studio dei problemi ecologici, anche se mi sono permessa di dire, e ripeto, che un laureato in fisica è forse uno dei meno indicati, perché generalmente si ricorre a dei biologi, a dei chimici, a dei geologi, in modo che possano studiare sia l'inquinamento delle acque con certe analisi, sia l'inquinamento atmosferico.
Io con la parola "tecnico" intendevo proprio questo, valersi degli elementi che l'Amministrazione regionale ha già assunto con precise qualifiche professionali.
Dolchi (Presidente) - La parola al Consigliere Manganoni.
Manganoni (PCI) - Scusi, io vorrei solo citare un esempio, no? Cioè la difficoltà delle definizioni. A pagina 14, la voce 312 dice "Industrie della lavorazione dei minerali non metalliferi", no? Ora, io vi prego di seguirmi. I marmi sono... rientrano in questa voce, minerali non... quella che è, ora l'industria del marmo in Valle d'Aosta c'è e noi cerchiamo di incrementarla, perché non inquina. L'industria delle pianelle, per fare un esempio, che l'altro giorno ne abbiamo visitata una a Champdepraz, nuova, installata lì sul posto, che non inquina, no, è sempre un'industria dei minerali non metalliferi perché ricava gli scarti del marmo, no? Si ricavano le pianelle dagli scarti del marmo. Però in queste industrie della lavorazione dei minerali non metalliferi rientra anche un cementificio, no? Ora noi, se domani dovessero installare un cementificio in Valle d'Aosta, noi diciamo: no, perché sappiamo cosa vuol dire un cementificio. Però, allora noi dovremmo eliminare questa voce, se noi eliminiamo questa voce "Industrie della lavorazione dei minerali non metalliferi" nel timore che domani installino un cementificio in Valle d'Aosta, ma noi eliminando questa voce eliminiamo l'industria del marmo... Ecco la difficoltà nella quale si è trovata la Commissione e si trova anche il Consiglio, che, da queste voci precisate qui, noi, salvo per esempio quella delle armi da fuoco e loro munizioni alle quali potremmo dire no, ma tutte le altre, anche i cantieri navali, per esempio quella del cuoio, beh, domani se mettono una conceria, un momento, ma se domani ti mettono uno stabilimento che fa dei guanti o delle scarpe è un'industria del cuoio, beh, a quello non possiamo dire di no. Allora possiamo eliminare noi la voce lavorazione del cuoio? E no, perché sennò domani neanche i guanti e neanche la fabbrica di borse di cuoio potrebbe installarsi in Valle d'Aosta. Ecco la situazione... E così, io non continuo perché sennò ne ho fino a mezzogiorno, ve le esamino tutte queste voci, ecco la difficoltà nella quale si trova la Commissione e si troverebbe il Consiglio nel togliere delle voci. Allora dato che le voci sono così generiche e includono una vasta gamma, no, di lavorazioni, ecco perché io sarei della tesi di Andrione che diceva includere nella legge, no, quello che osservate, dice la Commissione, la Commissione dice "vengano", dunque viva raccomandazione alla Giunta affinché le esclusioni nella concessione dei finanziamenti vengano di volta in volta decise in relazione ai danni e agli inconvenienti di carattere ecologico, e quindi rientra l'inquinamento, il paesaggio, rientra tutto, inquinamento dell'aria, dell'atmosfera, dell'acqua, no, dei terreni.
Ora possiamo trovare un'altra formula più concisa, però io penso che ne usiamo includendo questo divieto nella legge, ma se noi andiamo voce per voce, osservate, noi non possiamo, perché le voci sono troppo generiche. Quando si parla dell'industria, vi dicevo, quella dei metalli, quella dei minerali non metalliferi, c'entra il cemento e c'entra il marmo, possiamo mica, vorremmo eliminare i cementifici, sì, ma possiamo eliminare l'industria del marmo in Valle d'Aosta, e io penso di no, ecco la difficoltà. Quindi, io proporrei di accettare la proposta di Andrione e di includere nella legge che si proibisce, non si dà il finanziamento, ecc... alle industrie che possono in qualsiasi modo inquinare, cioè noi qui abbiamo detto, vogliamo essere, noi con questo vogliamo intendere tutto l'inquinamento, no? Il problema paesaggistico, il problema di inquinamento, aria, ecc. Vogliamo precisare meglio, come ha detto Andrione, precisiamo meglio, e io penso che di questo la Commissione è perfettamente d'accordo, però, osservate, non abbiamo altre vie di uscita per la... perché sono generiche le diciture.
Dolchi (Presidente) - Non c'è più iscritto nessuno?
Caveri (UV) - Io non posso mica permettere, io sono contrario a che la discussione sia strangolata, perché noi vogliamo sapere che cosa dice la Giunta, cosa dice e cosa propone il Presidente della Giunta e ci riserviamo di fare le nostre osservazioni dopo.
Dolchi (Presidente) - La parola al Presidente della Giunta.
Dujany (DP) - Mi pare che l'osservazione sollevata dall'Avv. Caveri sia un'osservazione che abbia la sua validità. Ha la sua validità, forse, per la genericità, direi, della proposta. Genericità dovuta probabilmente alla necessità di dover affrontare questo problema con una certa, direi, urgenza, data la necessità di dover applicare la legge stessa.
Io ritengo che sia opportuno che questo provvedimento sia rivisto e dalla Giunta e dalla Commissione, ma la revisione di questo provvedimento va vista sotto due aspetti: sotto l'aspetto, che è stato sottolineato da vari Consiglieri, dell'inquinamento, cioè dell'installazione di industrie eventualmente inquinanti, ma secondo me c'è anche un altro aspetto: il Consiglio regionale vuole stabilire la creazione, attraverso i suoi strumenti finanziari, di determinati tipi di attività industriali escludendo in modo chiaro altri tipi di attività industriali, rispondendo ad una esigenza occupazionale che sia tipica della nostra Regione, oppure vuole affrontare naturalmente qualunque tipo di industria? Esemplifico: se domani avessimo la richiesta di un'istallazione di un'industria, per esempio, siderurgica, siamo d'accordo o non siamo d'accordo su questo tipo di installazione siderurgica? Abbiamo bisogno, cioè, ci si offre l'occasione di installare un altro tipo di industria che ci può creare posti di lavoro ma che, anche se non inquinante, potrebbe essere un tipo di industria non adatta a dare occupazione al tipo di disoccupazione che noi abbiamo, non credo che sia valido l'intervento nostro. E quindi, in questo caso, pare che valga la pena di approfondire, proprio, i vari tipi di industrie che dobbiamo sovvenzionare, facendo una classificazione anche abbastanza rigida, vuol dire che la Giunta si troverà domani nelle condizioni di finanziare determinate industrie la cui classificazione non prevede, naturalmente, che possa essere finanziata. La Giunta verrà in Consiglio e dirà "la classificazione fissata dal Consiglio è di questo, noi ci troviamo dinnanzi a questa necessità, a questa richiesta, però il Consiglio ci ha posto questi limiti, e quindi riporteremo il problema in Consiglio, però in questo modo, stabiliamo naturalmente anche un certo indirizzo programmatico di tipi di industrie da finanziare".
Ora, questo sul piano generale, io chiederei al Consiglio, invece, di voler approvare, seppure a tempo limitato, questa elencazione, che riconosco generica e che riconosco estremamente lata, perché sul piano pratico abbiamo a disposizione un miliardo del fondo di rotazione. Abbiamo una richiesta precisa, che è la richiesta "Guinzio Rossi" di Verrès, se noi non ottemperiamo formalmente a questo atto non possiamo procedere all'applicazione della legge sul fondo di rotazione, quindi, a tempi brevi, la destinazione, la maggior destinazione di questi finanziamenti sono destinati e alla "Guinzio Rossi" di Verrès e, eventualmente, all'ampliamento della birreria di Aosta. La Giunta prende l'impegno che con questi finanziamenti, entro il limite di tempo direi di un anno, non potrà fare altri finanziamenti che questi due finanziamenti. Quindi mi pare che, se ci saranno altri, li porteremo in Consiglio, queste sono le due grosse domande di finanziamento naturalmente esistenti in questo momento sul mutuo.
Quindi, mi pare che il Consiglio si trovi ad avere gli elementi informativi sufficienti per conoscere qual è la direzione di questi finanziamenti a tempi brevi, quindi per dare una dimensione coordinata ad una disposizione estremamente lata e nello stesso tempo ha la possibilità di riprendere la Giunta attraverso, in collaborazione con la Commissione dell'Industria e Commercio, la verifica di queste classificazioni con maggior tempo disponibile, in modo da avere la possibilità di approfondire maggiormente l'argomento che come hanno precisato i Commissari della Commissione non sono argomenti semplici e si prestano naturalmente a delle esclusioni che domani potrebbero naturalmente non favorire lo sviluppo industriale della Regione.
Dolchi (Presidente) - Dopo le precisazioni del Presidente della Giunta c'è qualcuno che chiede la parola?
Caveri (UV) - Ma c'è una verità che deve essere detta, ed è che certi funzionari nell'Assessorato Industria e Commercio hanno questa superstizione, profondamente ancorata nella loro testa, e cioè che tutto quello che stabilisce l'ISTAT è un tabù che la Regione non può modificare in modo assoluto. È ora di finirla con questo modo di ragionare, ma insomma io credo che anche alcuni membri della Giunta mi debbano dare ragione su questo punto, perché certi funzionari, vuol dire che non mi daranno più la preferenza, ma certi funzionari dell'Assessorato Industria e Commercio hanno delle vere e proprie superstizioni, no, ma con quella mentalità non si fa una politica regionale, perché se non si può modificare niente di un elenco dell'ISTAT, giustamente ha detto il Consigliere Andrione si tratta di dare delle provenienze a certe determinate industrie, e non si vede perché la Regione non è libera di stabilire che una categoria abbia i finanziamenti e che un'altra non li abbia, quindi prima di tutto la Commissione Industria e Commercio non sottoscriva, non avalli certe superstizioni.
Io non condivido affatto il ragionamento sofistico, mi spiace di dirlo, lo dico senza intenzioni polemiche, dell'Avv. Chanu, vero e proprio sofisma, come ha detto giustamente l'Avv. Andrione, perché l'Avv. Chanu dice, eh, ma poi, ma non pensate che ci possano essere delle industrie apparentemente non inquinanti e che poi si rivelano inquinanti dopo? Bel ragionamento, è una disgrazia che può succedere, ma non è detto che perché un'industria sia apparentemente, soltanto apparentemente, non inquinante, che poi sia inquinante e questo non può escludere che se un'industria debba essere esclusa, insomma mi pare che ragionando col senso comune si debba ragionare in questo modo.
Quindi, e poi voglio fare un'altra osservazione, in rapporto alla prima parte e alla terza parte della relazione. La prima parte dice "l'art. 10 della legge regionale 8 ottobre 1973, n. 33" prevede che "il Consiglio regionale stabilisca i rami, le classi, e le sottoclassi di attività economica cui dovranno appartenere le imprese ammesse ai finanziamenti agevolati previsti dalla legge stessa a favore dell'industria". "Dovranno" e non è "può", come ha detto qualcuno, si dice dovranno e nella terza parte di questa relazione, si dice "si trasmette pertanto la classificazione riassuntiva per rami, classi e sottoclassi, di attività ecc. con riserva di formulare eventuali proposte di esclusione di determinate attività economiche in relazione alla particolare situazione regionale, previo parere della Commissione consiliare permanente", ma quando si è fatta una legge, e l'allegato alla legge prevede determinate industrie, si stabilisce che certe determinate provvidenze debbano essere date, non vedo come si possa fare la riserva, non vedo, quindi, quindi bisognerebbe studiare un articolo. Si potrebbe anche sospendere la discussione di questo argomento e di vedere in "camera caritatis" nella sala preconsiliare, studiare un articolo che prevede... che dia la facoltà alla Giunta e al Consiglio di negare i contributi quando un'industria sia manifestamente inquinante.
Questo potrebbe essere un sistema, perché il sistema... parce que vous, Monsieur le Président de la Junte, vous m'avez allongé une perce, n'est-ce pas, et moi je me réjouis assez, mais puis vos conclusions finales m'ont satisfait beaucoup moins évidemment, mais je dis ceci sans vous en faire de la polémique, il me semble que on peut suspendre la discussion de ce problème et étudier un article qui accorde la faculté à la Junte et au Conseil de nier subventions, des contributions à ces industries qui soient ou qui paraissent nettement polluantes.
C'est mieux que du système qui a été proposé... perché il sistema proposto ultimamente da Lei, scusi, lo dico questo proprio senza cattiveria, io in genere sono piuttosto cattivo, ma questa volta non lo sono, perché il sistema di votare una legge che sappiamo essere imperfetta e di dire questa legge dura solo un anno, così diamo il contributo a Tizio, Caio, Sempronio e non lo diamo agli altri, è un sistema che convince poco... quindi io direi, ma guardi, io non polemizzo, ma mi pare che il sistema di studiare un articolo che accordi quella facoltà di negare i contributi quando l'industria possa apparire tale da determinare dell'inquinamento, questo articolo lo si può fare, naturalmente non lo possiamo fare qui "tambour battant", ma dico questo, lo si può rivedere, non so, nelle more tra un argomento e l'altro, possiamo studiare un articolo di questo genere e allora è meglio che fare una legge che sia pro tempore e che poi non sappiamo quanto tempo dura, perché una volta che una legge è approvata non sappiamo poi, prima che venga poi fatta un'altra proposta che deroghi a questa legge ci vuole naturalmente del tempo, quindi mi pare che si può studiare riprendendo l'idea dall'Avv. Andrione, di fare un articolo che modifichi questa legge e che dia... perché vedete questa riserva che è contenuta nella relazione è una cosa troppo debole, perché domani ci potremmo esporre veramente a dei guai, perché domani un'industria prevista in questo elenco potrebbe chiedere dei contributi e come fate a negare un contributo quando la legge prevede che per l'industria del petrolio, non so, o per l'industria della gomma sono previsti dei contributi, quindi facciamo un articolo che dia... insomma, occorre che la riserva non sia soltanto contenuta nella relazione della legge, ma sia contenuta nella legge.
Dolchi (Presidente) - Allora, siccome non è neanche obbligatorio che tutte le volte si arrivi alle 13,15-13,30, conciliamo le due cose e sospendiamo la seduta, il Consiglio si riunisce nuovamente alle ore 16,00.
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La seduta è sospesa alle ore 12,25.