Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 1513 del 26 settembre 1985 - Resoconto

OGGETTO N. 1513/VIII - REALIZZAZIONE DI UNA ISCRIZIONE SUL FRONTONE DELLA FACCIATA SUD DEL PALAZZO SEDE DELLA REGIONE.

PRESIDENTE: Do lettura del testo della delibera:

IL CONSIGLIO

- richiamata la propria deliberazione n. 1167/VIII in data 28 febbraio 1985;

Delibera

di approvare l'iscrizione della seguente frase di Emile Chanoux sul frontone della facciata sud del Palazzo regionale: "Il y a des peuples qui sont comme des flambeaux; ils sont faits pour éclairer le monde.

En général, ce ne sont pas de grands peuples par le nombre; ils le sont parce qu'ils portent en eux la vérité et l'avenir".

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Presidente della Giunta, ne ha facoltà.

ROLLANDIN (U.V.): Suivant les indications qu'on avait retenu d'accepter comme Conseil et en interprétant l'idée qui était à la base de la requête des Conseillers qui avaient proposé de mettre finalement un écriteau sur la façade du Palais régional, on propose l'inscription de la phrase que la délibération reprend: "Il y a des peuples qui sont comme des flambeaux; ils sont faits pour éclairer le monde.

En général, ce ne sont pas de grands peuples par le nombre; ils le sont parce qu'ils portent en eux la vérité et l'avenir".

Je crois que la phrase dit déjà beaucoup sur ce qu'elle signifie et sur ce qu'on veut rappeler avec elle. J'espère qu'on puisse l'interpréter de la façon la meilleure.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Torrione, ne ha facoltà.

TORRIONE (P.S.I.): Come i colleghi Consiglieri ricorderanno, era stata una nostra iniziativa quella di suggerire la sistemazione del frontone del Palazzo regionale. In effetti sulla base del deliberato consiliare, la Giunta oggi propone una frase di Emilio Chanoux, sulla quale noi in linea di massima concordiamo.

Riteniamo però che la frase non possa essere inserita sul frontone in termini molto semplicistici: va inserita in un contesto che sia in armonia con l'architettura del palazzo e soprattutto con il significato che noi vogliamo dare a questa frase. Quindi mi permetterei di suggerire alla Giunta di indire un concorso di idee, oppure di dare incarico ad un architetto affinchè la frase venga inserita in un contesto che sia dignitoso e che rispecchi quelle che erano le finalità per cui il frontone è stato creato.

Mi permetterei di fare una considerazione: se è possibile renderei bilingue la frase, anche perchè credo che Emilio Chanoux questa frase la scrivesse in italiano, comunque questo è solo un suggerimento. Del problema se n'è parlato ieri in una riunione dei Capigruppo consiliari nella quale si era pensato di riportare l'eventuale bozzetto o soluzione prospettata, all'attenzione dei Capigruppo consiliari.

Con un'ultima annotazione direi che dovrebbe comparire la citazione dell'autore della frase, Emilio Chanoux, e dell'eventuale opera da cui la frase è tratta, perchè messa così potrebbe sembrare una composizione di testi diversi, mentre qui vogliamo dare un significato di un certo tipo.

E' una frase quanto mai significativa, impegnativa e credo che le forze politiche che l'hanno proposta e le forze politiche che l'accettano, avranno delle responsabilità verso il futuro della nostra Regione, visto che essa servirà da memoria e da "mémento" nei confronti delle future generazioni. In effetti se saremo fatti, come ha detto Chanoux, "pour éclairer le monde", dovremo poi essere degni di quel che abbiamo scritto sul frontone del tempio dell'autonomia, che è il Palazzo dell'Amministrazione regionale.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Aloisi, ne ha facoltà.

ALOISI (M.S.I.): Voglio annunciare che su questa delibera mi asterrà per il solo motivo che ritengo che dopo quarant'anni certi discorsi o certi riferimenti al passato devono, non dico essere dimenticati, ma almeno essere visti sotto un'altra ottica. Pertanto il fatto di accettare una frase di Emilio Chanoux, martire della Resistenza, non lo posso condividere. Avrei preferito un'altra frase che guardasse al futuro e non facesse riferimento al passato.

Rispetto la volontà di tutte le altre forze politiche che hanno fatto questo tipo di scelta, però permettetemi almeno di astenermi.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Tonino, ne ha facoltà.

TONINO (P.C.I.): Due considerazioni: la prima, per riprendere e per sollecitare anche da parte nostra quella richiesta che ha fatto il Consigliere Torrione. Quel frontone doveva ospitare un'opera d'arte, secondo una consuetudine che purtroppo si va perdendo di destinare una quota parte degli investimenti per le opere pubbliche a favore dell'arte, consuetudine che dovrebbe essere a mio avviso ripresa e ripristinata. Quindi la prima preoccupazione è questa: facciamo un'opera d'arte, non trasformiamo quel frontone che è già grosso in una altrettanto grande scritta. I colleghi che sono stati in U.R.S.S. credo siano stati impressionati dalle enormi scritte con le frasi di circostanza; cerchiamo di non ripetere esperienze di questo tipo, anche senza ricordare le tristi esperienze del ventennio nel nostro paese. La nostra preoccupazione è che questa frase sia inserita in una sistemazione del frontone dignitosa da un punto di vista artistico, quindi condividiamo il suggerimento di affidare il lavoro a degli artisti o a dei professionisti, meglio se attraverso un concorso di idee.

Sulla frase il discorso sarebbe qui lungo ed anche complesso. Il senso ed il significato che Emile Chanoux dava a quelle parole è condivisibile. Oggi nel 1985 la mia preoccupazione è che questa frase appaia come un atto di presunzione dei valdostani e soprattutto di questo Consiglio regionale. Il significato più giusto - e riprendo anche qui una affermazione fatta dal Consigliere Torrione che condivido - è quel lo effettivamente di voler dare un messaggio a tutti i valdostani perchè questa Regione sia effettivamente in grado di rappresentare, in un mondo che rischia l'appiattimento e la massificazione, un esempio di autogoverno, di partecipazione, un esempio perciò di autonomia.

Questo è il significato che noi diamo a questa frase e credo che sia il significato più vicino anche al pensiero di allora di Emilio Chanoux.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Vicepresidente Dolchi, ne ha facoltà.

DOLCHI (P.C.I.): Monsieur le Président, chers collègues, je veux compléter les préoccupations du Conseiller Tonino. J'ai déjà dit à l'occasion de la Conférence des chefs de groupe que j'avais des préoccupations au sujet - je le dis clairement - de l'interprétation, après 40 ans, de la phrase de Chanoux quand il dit: "Il y a des peuples qui sont comme des flambeaux, ils sont faits pour éclairer le monde". Il me semblait que cette phrase valable en 1944, valable dans la période de l'obscurantisme, pourrait être, avec quelques difficultés, interprétée et conçue en 1985 et dans l'avenir.

Je crois qu'il faut être bien sûrs de ce qu'on fait, étant donné qu'on ne change pas ni les phrases, ni le fronton sur la rue Festaz chaque dix ans ou chaque cinquante - on a mis 23 ans pour se mettre d'accord et on n'est pas encore d'accord sur l'arrangement de la paroi derrière à la Présidence et donc je crois qu'il faut réfléchir sur ça.

J'étais d'accord hier, à la Conférence des chefs de groupe, sur la phrase à la condition qu'elle soit bien placée dans l'histoire, c'est-à-dire non seulement au point de vue architectural et culturel. La paroi est très grande, je l'ai revue ce matin, et on ne peut pas penser de faire une écriture en blanc et noir, comme un mural quelconque, mais il faut la placer et, à mon avis il faut l'insérer dans l'histoire.

Alors il faut dire, en quelques mots, qui était Emile Chanoux et dans quelle période d'obscurantisme il a écrit cette phrase, qui signifiait vraiment la possibilité d'un petit peuple d'éclairer le monde, c'est-à-dire d'éclairer les autres nations, les autres parties du monde qui étaient en ce moment là à la merci des idées, des puissances et des prévarications des pays qui n'avaient pas ces flambeaux, ou qui, comme le nôtre, avaient ces flambeaux mais qui étaient suffoqués.

Je crois que si on ne veut pas que cette phrase soit mal interprétée, il faut la placer avec une explication dans un contexte artistiquement valable.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Viberti, ne ha facoltà.

VIBERTI (N.S.): Siamo d'accordo che si intervenga in questo e possibilmente anche in altri modi, affinché non ci si dimentichi mai di quello che è stato. Certi momenti della storia della nostra Regione purtroppo sono sempre meno conosciuti da giovani e meno giovani, da generazioni vicine alla mia, e questa è una cosa grave perchè i fondamenti della nostra autonomia stanno certo nei secoli passati, ma stanno anche in quella lotta che è stata combattuta negli anni '44-45 e stanno anche nelle idee che alcune persone hanno avuto il coraggio, in momenti così difficili, di portare avanti.

Per quello che riguarda l'aspetto estetico della scelta che verrà fatta, preghiamo l'Assessore all'Agricoltura e Foreste e quanti saranno suoi successori, di mantenere sempre e comunque in buono stato quegli alberi che crescono, di modo che, se la scelta non fosse delle più felici, la natura sarà in grado comunque di mantenere e di calare un velo non sul significato della frase, ma su quello che potrebbe essere una scelta esteticamente poco valida.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Presidente della Giunta, ne ha facoltà.

ROLLANDIN (U.V.): En présentant le choix que la Junte fait de proposer au Conseil cette phrase, j'ai été très bref pour des raisons assez simples. En réalité, choisissant une phrase d'Emile Chanoux, on reconnu l'engagement de ce personnage pas pour une, mais pour l'ensemble des forces politiques et plus encore, pour les personnes qui, passant tout près du Palais régional, auront la possibilité de méditer cette phrase.

Si l'oeuvre se réduit uniquement à un acte qui peut être plus au moins agréable au point de vue esthétique, alors là on a manqué à ce qu'on tend, c'est à dire de faire un choix qui puisse rappeler le passé de notre autonomie et en même temps constituer une projection pour le futur.

Là où dans cette phrase on parle de l'engagement des peuples de rester un flambeau, il ne s'agit pas de l'être dans un certain moment historique; je partage le fait que chaque phrase doit être encadrée dans la période historique à laquelle elle appartient, car le temps passe, mais certains problèmes restent.

L'exigence d'avoir, en tant que valdôtains, un encouragement à maintenir ces liens et en même temps un constant appel pour l'avenir du point de vue du gouvernement, c'est un engagement réel, qui va maintenir toute sa validité. Je ne crois pas qu'au moment où on aura achevé ce projet - et je partage le fait qu'on puisse présenter un concours d'idées des artistes valdôtains, ou quand même on pourra en discuter avec les représentants de tous les partis pour décider à qui donner cette charge - au-delà du fait esthétique, je crois que le but essentiel sera de prévoir de quelle façon, comme Administration régionale, on veut se maintenir à l'égard de notre histoire et de notre futur, en harmonie avec ce qu'ont fait nos ancêtres.

Ce serait quand même difficile de faire une explication du contexte historique de la phrase; sans doute on dira qui est l'auteur de la phrase et de quel livre elle a été prise - de l"Esprit de victoire", un livre qui a été écrit en français, donc on la maintiendra en français, étant absurde de la traduire en italien. Mais au-delà des mots, je crois que l'important c'est de se comprendre sur le sens de la phrase: c'est un engagement pour l'avenir et là où on dit que ce n'est pas le nombre d'un peuple qui est déterminant, je crois que tout le monde partage cet avis.

On a toujours soutenu que c'est un fait d'idées et de cohérence, avec une certaine possibilité de démontrer qu'à la base de toute chose il y a l'homme et l'homme engagé pour maintenir certaines idées qui sont typiquement valdôtaines. On va discuter des mêmes problèmes d'ici quelques minutes au moment où on parlera de l'apartheid. Là c'est l'opposé, tandis qu'ici au contraire on veut faire remarquer l'exigence d'avoir des personnes qui quand même soient entraînantes, qui puissent se révéler dans un peuple qui peut maintenir ces liens et en même temps être à même de s'autogouverner et de donner la possibilité aux générations futures de se rencontrer et de se reconnaître dans la phrase d'Emile Chanoux.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Torrione, ne ha facoltà.

TORRIONE (P.S.I.): Solo per puntualizzare alcuni aspetti di questa vicenda. Ci rendiamo conto che eravamo partiti forse con un atteggiamento di tipo diverso e ci troviamo invece di fronte ad un problema che si pone - come ha giustamente sottolineato anche il Presidente del Consiglio - con degli aspetti nuovi. Eravamo partiti dal fatto che per anni ci si è dimenticati che esisteva un frontone, ora siamo chiamati a dare ad esso una sistemazione e credo che al di là delle legittime preoccupazioni di alcuni Consiglieri, questa frase, collocata in un contesto storico particolare, possa servire - mi si passerà forse la banalità dell'espressione - come monito e come ricordo a tutti coloro che la leggeranno. E' vero, probabilmente in questa aula fra cinque minuti risuoneranno delle durissime accuse nei confronti di una minoranza: è l'opposto - diceva il Presidente della Giunta.

Quel momento storico ha rappresentato per la Valle d'Aosta forse una delle sue pagine più luminose, tra l'altro se ha trovato uno sbocco nel martirio di Emile Chanoux. Io credo che questo vada ricordato degnamente, vada collocato in una visione anche un pochino utopistica del mondo, di uno che è morto per certi ideali perchè aveva una visione della vita che è quella che è senz'altro contenuta in questa brevissima frase. Ritengo però che sistemare un frontone con questa frase abbia un significato diverso, perchè non è una operazione di tipo, come noi avevamo definito, puramente estetico: non è più l'impatto solo visivo, ma quello culturale che ha una rilevanza e questo ci fa anche piacere. Voglio sottolineare che con una frase del genere d'ora in avanti le forze politiche dovranno anche meditare, quando siedono in questo consesso, con maggiore attenzione, perchè quello delle minoranze è un valore che si proietta in una dimensione di tipo diverso, che Chanoux aveva ipotizzato come una specie di "flambeau" che deve continuare a vivere anche se le condizioni storione e culturali sono mutate. E' una specie di continuità che diamo al significato della nostra autonomia, con sfumature diverse, e pertanto, anche se a qualcuno potrà sembrare presuntuosa la frase (ed in effetti un po' pomposa lo è) "ils sont faits pour éclairer le monde", forse meditando un po' di più se non altro si potrà dire che in certi periodi storici si è ribaltata la tendenza: le minoranze sono servite per far da pungolo alle maggioranze ed è questo credo che vada accettato con spirito, con disponibilità e soprattutto con impegno.

Parlavamo ieri, nel celebrare l'autonomia, di rivolgere la nostra attenzione alle future generazioni ed alla crisi che un certo concetto di autonomia purtroppo vive all'interno di una coscienza molto superficiale di chi è giovane. Il ricordare che, forse con un gesto anche di fantasia e di utopia, oltre 40 anni fa un uomo ha immolato la sua vita perchè credeva che un piccolo popolo potesse dare un contributo di così alto valore al resto del paese, credo che non possa essere interpretato oggi come un atto di presunzione, ma come una riflessione ulteriore su ciò che siamo, su ciò che siamo stati e su ciò che vogliamo diventare.

PRESIDENTE: Prima di dare eventualmente la parola a qualcuno che intende ancora assumerla e dopo aver sentito anche le dichiarazioni del Presidente della Giunta, mi permetterei come Presidente del Consiglio di chiedere, nella eventualità di un concorso di idee, fra virgolette, su come dovrà essere iscritta questa frase - proposta che mi trova perfettamente consenziente - di valutare il discorso del frontone interno, perchè non vorrei che non si arrivasse ad una definizione di questo aspetto. Potrebbe anche essere difficoltoso realizzare una soluzione esterna e non interna, per il modo con cui dovrà essere messo a posto questo frontone. Se viceversa non sarà possibile, ricordiamoci che il problema interno rimane comunque e quindi bisognerà tenerne conto.

Se nessuno chiede la parola, pongo in votazione l'oggetto n. 34:

ESITO DELLA VOTAZIONE

Presenti 29

Votanti 28

Astenuti 1 (Aloisi)

Favorevoli 28

Il Consiglio approva