Oggetto del Consiglio n. 1274 del 18 aprile 1985 - Resoconto
OGGETTO N. 1274/VIII - INCARICO PER LA PREPARAZIONE DI UN LIBRO INERENTE LA FORMAZIONE DELLA CITTA' DI AUGUSTA PRAETORIA. (Interrogazione).
PRESIDENTE: Do lettura dell'interrogazione presentata dal Consigliere Baldassarre:
INTERROGAZIONE
VISTA la deliberazione di Giunta N. 2009 del 22.3.1985 con la quale, su proposta dell'Assessore al Turismo Giuseppe Borbey, si incarica il Sig. Francesco Corni della preparazione di un libro inerente la formazione della città di "Augusta Praetoria";
CONSIDERATO che il compenso per la redazione della pubblicazione in questione è stato fissato in L. 42.008.000 e ritenendosi detto compenso ECCESSIVAMENTE ELEVATO per lo scopo molto discutibile che si vuole raggiungere in quanto non mancano pubblicazioni di tale natura in Valle;
INTERROGA
l'Assessore regionale al Turismo, Urbanistica e Beni Culturali per sapere:
1) come mai la scelta è caduta sul sig. Francesco Corni, non risultando lo stesso, considerato l'esoso compenso erogatogli, essere uno studioso di fama internazionale oppure un premio Nobel.
Va fatto notare che ad uno storico valdostano è stato erogato per un lavoro di alto livello sulle origini dello Statuto il modico compenso di L. 1.500. 000.;
2) se non è il caso di revocare questo provvedimento che denota la mania di sperperare il pubblico denaro con iniziative inutili;
3) perché non si è provveduto ad effettuare un bando di concorso cui potessero partecipare esperti in materia.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare l'Assessore al Turismo, Urbanistica e Beni Culturali Borbey, ne ha facoltà.
BORBEY - (D.C.): La risposta sarà un po' lunga perché l'ha preparata il Sovrintendente ai Beni Culturali, dato che l'interpellanza è abbastanza pungente.
Da numerosi anni i resti monumentali di Augusta Pretoria e gli scavi archeologici eseguiti nella sua area sono oggetto di una documentazione particolareggiata da parte della Sovrintendenza ai Beni Culturali; disegni e notizie di norma corredano pubblicazioni scientifiche che portano sempre più la nostra archeologia a livello internazionale, ma che interessano una cerchia di archeologi ed eruditi assai ristretta. Questo tipo di pubblicazioni, indispensabili alla corretta divulgazione scientifica, è però incomprensibile al grande pubblico sia aostano che di passaggio. Questo vale soprattutto per l'utenza scolastica che raramente trova personale all'altezza di tradurre, senza banalizzare, un discorso specialistico ai ragazzi, e per quella turistica che senza strumenti adeguati rischia di trasformare in una inutile galoppata la visita al patrimonio artistico e storico della nostra Regione.
Questa proposta riguarda la città romana: chiunque si occupi di archeologia, di architettura, può constatare come in tutti i testi dell'Enciclopedia Universale dell'Arte, quando si voglia dare un esempio di modello urbanistico romano si pubblichi la pianta di Augusta Pretoria; questo non perché sia la città romana meglio conosciuta (Pompei e Ostia antica sono certamente più studiate) tuttavia queste e molte altre città derivano da insediamenti precedenti, spesso condizionate nel loro sviluppo da ostacoli naturali e catastali, oppure sorte in più riprese a seconda dei diversi momenti politici ed economici e presentano forme suggerite da situazioni contingenti. Augusta Pretoria invece, erede della grande esperienza urbanistica dei secoli della Repubblica, viene progettata di sana pianta, a tavolino, con l'unitarietà con la quale oggi si costruirebbe una stazione integrata e costruita di getto nell'arco di pochi anni, con una disponibilità di mezzi impressionante. Non si trattava di una piccola città, aveva le dimensioni di Torino romana, che era una delle più vaste colonie della Pianura padana.
Gli scavi ci rivelano una situazione demografica intensa ed un popolamento ininterrotto pure nei quartieri più marginali. La capacità dell'anfiteatro e la densità delle abitazioni ci suggeriscono una popolazione di 15 mila abitanti; Augusta Pretoria ebbe per due secoli una ruolo di estrema importanza come parte di montagna, base di tutta una rete in parte sconosciuta.
Non mancano testimonianze di un progressivo inserimento della popolazione salassa nel nuovo modello sociale della vita urbana e nella gestione di un nuovo ruolo che la valle veniva ad assumere.
Il libro in questione prevede un testo piuttosto stringato che lasci il massimo spazio al disegno, strumento insostituibile per tradurre in immagine comprensibile l'interpretazione che l'archeologo dà ad un reperto alla luce dei suoi studi e dei confronti in suo possesso. Alla prefazione di inquadramento storico-geografico segue una parentesi urbanistica per inserire Aosta romana nel filone delle città ideali, progettate e realizzate in piena armonia con la concezione filosofica del loro tempo sul modo di vivere della città. In questo senso Augusta Pretoria è erede diretta dell'esperienza urbanistica greca e parente stretta dei piani rinascimentali di Leonardo. Una seconda serie di tavole illustra la fase di costruzione della città e dei singoli edifici pubblici; al disegno ricostruttivo si accompagna la prospettiva dei resti conservati, per preparare lo scolaro ed il turista a ciò che vedrà sul posto ed a coglierlo nella sua interezza. Segue un capitolo riguardante l'edilizia privata.
Per i singoli edifici pubblici sono previsti confronti tipologici con monumenti analoghi del mondo romano; nei confronti saranno privilegiate soprattutto le città come Pavia, Piacenza, Torino, Como e le città romane dell'area piemontese ed elvetica, soprattutto Alba, Libarna, Ivrea, Martigny, ecc.
L'opera prevede un veloce excursus storico fino al risveglio dell'interessamento per le antichità aostane, poi gli interventi di restauro e l'indagine attraverso l'opera di Promis, Scniapparelli e Carducci, Finocchi, fino al dopoguerra con la nascita della Sovrintendenza Autonoma, ai progressi fatti fino ad oggi nella conoscenza della città antica e nel restauro.
L'opera prevede in tutto 136 pagine illustrate da 35 tavole a doppia pagina, e 32 pagine singole con prospettive illustranti in successione gli stanziamenti umani della conca di Aosta, dal ritiro dei ghiacciai al campo permanente di Terenzio Varrone, le varie fasi costruttive della città e dei singoli monumenti, principali cantieri lungo la via delle Gallie, i resti conservati dalle principali aree archeologiche; 50 tavole a mezza pagina illustreranno invece particolari esecutivi. Il progetto prevede la cessione all'Amministrazione regionale della proprietà di ogni altro diritto su testi e disegni.
Questo penso che il Sovrintendente ai beni Culturali abbia voluto farlo per sottolineare l'importanza che può avere questa pubblicazione, soprattutto nei disegni; l'autore di questa opera è un eccellente disegnatore, riconosciuto a livello nazionale, e questa pubblicazione è composta da tantissime tavole.
Ho portato alcuni esempi per coloro che volessero farsi un'idea di questa o pera: come si può vedere, i disegni sono magnifici. Certamente il costo non è indifferente ma i nostri tecnici lo hanno valutato idoneo perché il volume è soprattutto disegnato.
Ripeto che il lavoro è stato valutato con una tariffa oraria, ad un prezzo che si ritiene idoneo in base alle parcelle professionali di questo tipo. Ritengo di aver risposto esaurientemente e consegnerò all'interpellante alcune tavole perché si renda conto dell'eccellenza di questo lavoro.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Baldassarre, ne ha facoltà.
BALDASSARRE - (P.S.D.I.): Ringrazio l'Assessore per il modo preciso con cui ha risposto alla mia interrogazione, che voleva evidenziare ancora una volta la corsa allo sperpero del denaro pubblico che si continua a verificare, e per la relazione storica!
Nella premessa della delibera si dice che questa pubblicazione è esclusivamente riferita all'utenza scolastica: è necessario allora sapere se i docenti sono al corrente della pubblicazione, perché imporre al corpo insegnante una pubblicazione del genere non mi sembra corretto. In questo caso i 40 milioni diventano un prezzo troppo alto, anche perché, come ho indicato nella interrogazione, uno storico valdostano è stato pagato con una cifra molto inferiore per un lavoro di alto livello.
Bisogna poi considerare che la fase successiva comporta una spesa di un'altra sessantina di milioni perché quando certe pubblicazioni vanno ad una certa tipografia della valle la lievitazione dei prezzi è giornaliera. Quindi ci troveremo a spendere all'incirca 150-200 milioni per una pubblicazione ad uso scolastico di cui gli insegnanti non sono ancora a conoscenza e che ancora non sappiamo se sarà di loro gradimento.