Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 637 del 7 giugno 1984 - Resoconto

OGGETTO N. 637/VIII - ATTIVITA' SVOLTA DA PERSONALE DISTACCATO PRESSO L'ISTITUTO STORICO DELLA RESISTENZA DELLA VALLE D'AOSTA. (Interpellanza).

PRESIDENTE: Do lettura della interpellanza presentata dai Consiglieri Torrione, Pascale e Breuvé:

INTERPELLANZA

Nel corso dell'anno 1979 l'attuale Consigliere di Nuova Sinistra, Elio Riccarand, ha prestato servizio, quale comandato, presso l'Istituto Storico della Resistenza della Valle d'Aosta.

Nell'anno 1980 l'editore Musumeci di Aosta ha pubblicato un libro dello stesso Riccarand dal titolo "Il Partigiano Milò - Storia di una banda".

Dal momento che il periodo di distacco presso il predetto Istituto potrebbe essere servito all'interessato per ricerche storiche poi utilizzate per la predisposizione del volume in questione,

i sottoscritti Consiglieri del Gruppo socialista

INTERPELLANO

l'Assessore regionale competente per conoscere:

il tipo di lavoro svolto da Riccarand nel periodo durante il quale ha prestato la propria attività presso l'Istituto Storico della Resistenza;

se corrisponde a verità il fatto che Riccarand ha offerto e la Regione ha acquistato oltre 300 copie del volume "Il partigiano Milò - Storia di una banda" per un importo di oltre due milioni di lire.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Torrione, ne ha facoltà.

TORRIONE - (P.S.I.): Questa interpellanza che ha un oggetto specifico è fatta in una chiave politica, è fatta per capire, per cercare di guardare al di là di certi fatti che possono sembrare naturali e scontati, e che invece non lo sono.

L'arco politico valdostano è estremamente variegato e in questo arco politico trovano collocazione forze di cosiddetta provenienza nazionale, movimenti regionalisti e movimenti che non sono né carne né pesce, che regionalisti non si professano, che però hanno al di là di Pont-Saint-Martin una collocazione che non è ben definita.

Abbiamo fatto un certo tipo di riflessione, anche perchè ci collochiamo in una posizione di opposizione a questa Giunta regionale, e credevamo che in questa opposizione a sinistra si potesse trovare almeno un minimo di solidarietà, perchè gli avvenimenti che hanno travagliato questa nostra Regione negli ultimi mesi sono drammatici, perchè una certa visione di come sono andate le cose poteva coinvolgere tutte le forze che si collocano a sinistra.

Poi c'è venuto un dubbio: ma quali sono le forze di sinistra? Quelle che hanno alle spalle una loro storia ed una loro ideologia, oppure quelle che con un colpo di bacchetta magica si sono collocate a sinistra, ma potevano ugualmente stare a destra, al centro o in un'altra collocazione?

Questo lo diciamo con estremo rammarico, perchè ci siamo accorti, come forza di sinistra, che il nostro oppositore non sta a destra bensì all'interno della stessa sinistra, perchè se c'è stata una campagna di sciacallaggio politico nei nostri confronti da tre anni a questa parte è venuta da parte di una forza che casualmente si è posta a sinistra.

Allora la domanda è: una forza politica si colloca a sinistra e deve essere giudicata per gli atti che compie o per le calunnie che postula?

Crediamo con onestà di aver svolto il nostro ruolo in questo consesso, di aver dimostrato la nostra serietà con i fatti; si dice, questi socialisti non lavorano mai, sono qui solo per intrallazzare. Noi questa visione non solo non l'accettiamo più, ma diciamo a coloro che ci collocano in questa ottica che noi d'ora in avanti risponderemo colpo su colpo, non siamo più disponibili ad accettare passivamente una forma di linciaggio morale che offende non solo la forza politica, ma anche l'uomo, quell'uomo che colui che si richiama agli ideali del socialismo sa che è posto al centro di tutta l'azione politica che una forza di sinistra può e deve esplicare.

Quell'uomo invece viene continuamente condannato con una posizione che non è sicuramente di estrazione di sinistra, con una posizione - non voglio offendere gli amici democristiani - di un integralismo cattolico che ha radici lontane, che è quello dell'inquisitore. Noi a questo tipo di atteggiamento non ci stiamo più, perchè la Valle d'Aosta non ha più bisogno di un simile comportamento.

In passato abbiamo subìto uno stesso tipo di attacco puntuale, preciso, puntualizzato, dove si andava a estrapolare la parola dal contesto di un discorso: noi non ci stiamo più.

Non si può venire a predicare la correttezza rivolgendosi agli altri con il dito del "j'accuse" e poi dopo si va in una riunione di Capigruppo - e qui cito il Consigliere Riccarand ed è la cosa che mi ha mortificato di più come uomo e non come politico - e pubblicare sul giornale una frasetta che mi riguardava ma che coinvolgeva anche altri colleghi, in cui definivo pidocchieria l'indennità che danno ai Consiglieri regionali, quando invece ho detto che la pidocchieria era un'altra cosa, era il fatto che per costringere un Consigliere regionale a venire in Consiglio bisogna addirittura punirlo a tal punto che deve presentare il certificato medico se non è scusato. Questa è la pidocchieria, questo è un modo di interpretare l'autonomia in senso riduttivo. Chiamo a testimoni tutti i colleghi Capigruppo che erano alla riunione con me. Avrò tanti difetti ma sono disposto sempre e comunque ad assumermi le mie responsabilità. Le pugnalate nella schiena non ci stanno più bene.

E' bene chiarire in questo consesso guardandoci in faccia, perchè non sono abituato ad aspettare le assenze cosiddette volute per fare considerazioni di tipo fascista, con rispetto per il Consigliere Aloisi.

Nell'ultima seduta del Consiglio quella del 15 maggio noi non eravamo presenti, eravamo al Congresso di Verona.

Signor Presidente, noi apparteniamo ad un partito che ogni tanto fa anche un congresso fuori della nostra Regione; questo congresso era il 43° della nostra storia e siamo andati a Verona. Non abbiamo la possibilità di fare il congresso in una cabina telefonica, dove chiamiamo il collega di partito e con due telefonate il congresso è concluso. Abbiamo avuto dei problemi, l'avevo detto anche in Commissione perchè non sono disposto a non dire la verità; avevo detto che avevo dei problemi in quel momento per esaminare la relazione perchè non avevamo gli organi statutari. Ho chiesto se si poteva spostare il dibattito perchè eravamo nell'impossibilità di parteciparvi.

Per caso il sottoscritto ed il Consigliere Pascale sono stati eletti dal congresso del nostro partito delegati a Verona, quindi lo spostamento non è servito. Il Consigliere Breuvé, per motivi di salute, non era presente.

Ora io dico che estrapolare da questo elemento un concetto per cui si viene a dire che tutto il comportamento del rappresentante socialista era mirato ad un certo obiettivo, è di una vigliaccheria più unica che rara, Consigliere Riccarand, perchè ti ricordo con spirito non inquisitorio, ma con spirito di chi vuol collaborare a fare chiarezza, che noi del Gruppo socialista ci siamo fatti promotori di iniziative consiliari per cercare di vedere un po' più chiaro nella vicenda Casinò. L'interpellanza sull'Alluver mi ha provocato un invito a testimoniare di fronte al Giudice Sandrelli, quindi la verità è che qui si è voluta strumentalizzare a fini partitici la nostra assenza.

Faccio solo più una argomentazione e lo faccio con animo esacerbato, con chi crede che la lotta politica debba avere ben altri slanci. Dico solo che questa interpellanza la potevamo anche ritirare, vogliamo sentire però la risposta dell'Assessore, dopodichè giudicheremo se questo nostro atteggiamento di sfida - perchè tale è, Consigliere Riccarand - vuole continuare, facendo sì che una forma di qualunquismo si diffonda nell'opinione pubblica, perchè non si fa solo crescere la sfiducia nelle istituzioni governando male, ma lo si fa anche portando avanti una opposizione corrosiva che non serve a niente.

D'altronde ogni cinque anni ogni forza politica con la sua faccia in questo paese democratico si presenta al giudizio dell'elettorato; dopo tre anni in cui si è tappezzata Aosta con manifesti che mi paragonavano ad un bandito qualsiasi, ho avuto l'avventura di essere eletto in questo consesso quale rappresentante del P.S.I.. Se proprio non servirà a niente, consiglio l'amico Riccarand di continuare per altri 4 anni, così la prossima volta avrò lo stesso garantita l'elezione.

PRESIDENTE: Consigliere Torrione, l'ho lasciata parlare per oltre dieci minuti, però devo per forza di cose dirle che l'interpellanza non è stata illustrata se non per motivi di altro genere.

Ha chiesto di parlare l'Assessore alla Pubblica Istruzione Faval, ne ha facoltà.

FAVAL - (U.V.): J'ai un certain embarras à répondre à cette interpellation parce que je ne voudrais pas entrer dans les querelles de la gauche soit elle régionale, nationale ou internationale. En tout cas moi, je répondrai à tout ce qui a été demandé par écrit.

Quant à la prémisse, il faut préciser que M. Riccarand n'a jamais été "comandato"; il y a une lettre signée Bruno Germano, qui à ce moment-là était le Directeur de "l'Istituto Storico della Resistenza", qui remonte au 25 mars 1980, où on dit:

"In seguito al colloquio telefonico della settimana scorsa, formalizzo la richiesta per ottenere che il Prof. Elio Riccarand venga per questo scorcio di anno scolastico utilizzato presso questo Istituto per l'incarico di coordinamento di ricerche d'archivio".

A la suite de ça, il y a la réponse de l'Assesseur, M.lle Viglino, du 8 avril 1980:

"In accoglimento della richiesta della Signoria vostra in data 25 marzo 1980, si dispone che il Prof. Riccarand Elio, cessato dalla carica di Consigliere regionale, sia utilizzato presso codesto Istituto Storico della Resistenza sino al termine delle elezioni, anche in considerazione del fatto che la cattedra di titolarità dell'interessato è stata assegnata ad altro docente di ruolo, ai sensi delle vigenti disposizioni in materia per l'anno scolastico 1979-80".

L'interpellation suit en demandant "il tipo di lavoro svolto dal Consigliere Riccarand". J'ai demandé des renseignements, on m'a dit qu'il a effectué le normal travail à l'intérieur de cet Institut et notamment il a fait des recherches dans la bibliothèque et réarrangé surtout la partie concernant la photographie.

En ce qui concerne l'achat du livre "Il partigiano Milò", l'Administration régionale, avec la délibération de Junte n. 332 du 1981, a acheté 300 copies à un prix unitaire de 6400 lires avec un rabais du 20%, pour un total de 1.920.000 lires.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Torrione, ne ha facoltà.

TORRIONE - (P.S.I.): Ringrazio l'Assessore per la sua risposta e mi dichiaro soddisfatto.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Riccarand per fatto personale, ne ha facoltà.

RICCARAND - (N.S.): Chiedo la parola ai sensi dell'art. 54 del Regolamento interno del Consiglio.

Credo che farei torto all'intelligenza di questo Consiglio se tentassi di spiegare come mai il Gruppo socialista ha sentito un così impellente bisogno di occuparsi della politica di acquisto di libri, oppure se cercassi di spiegare che rapporto esiste tra questa interpellanza e la nomina di Bruno Milanesio a Segretario regionale del P.S.I..

Quello che mi ha sorpreso in questa interpellanza non è tanto la trasformazione della critica politica legittima in attacco personale - era una cosa ampiamente prevedibile, ampiamente preannunciata dal Consigliere Torrione, e in una certa misura anche comprensibile. Quello che mi ha sorpreso e mi ha fatto comprendere una volta di più qual è la profonda debolezza del P.S.I., quantomeno in Valle d'Aosta, è l'infondatezza dell'interpellanza, il fatto che non si capisce cosa voglia dire, il fatto che dica delle cose false.

La montagna dell'indignazione del P.S.I. questa volta non è riuscita a partorire neanche un topolino.

Questa interpellanza - perchè io voglio parlare dell'interpellanza, il Consigliere Torrione non l'ha fatto perché era evidentemente solo un pretesto, ha scritto qualcosa tanto per poter parlare di altro - o dimostra che il Gruppo socialista scrive delle cose senza informarsi prima e quindi non è certo una espressione molto dignitosa, oppure dimostra che il Gruppo socialista scrive delle cose false sapendo di mentire, con la speranza che però sollevando un grande polverone qualcosa poi possa rimanere in piedi.

Tutta l'interpellanza è basata su tre presupposti completamente falsi: primo (ha già risposto l'Assessore ma voglio ribadirlo in modo più chiaro visto che sono il diretto interessato), che io abbia avuto un distacco, ed in proposito vorrei sottolineare che l'affermazione che fa il P.S.I. è categorica, non c'è neanche l'eventualità del dubbio. Nel corso del 1979 l'attuale Consigliere di Nuova Sinistra ha prestato servizio quale comandato ecc.; ora nel 1979 io facevo il Consigliere regionale, quindi non potevo essere comandato presso l'Istituto, non lo sono nemmeno mai stato, sono stato utilizzato presso l'Istituto Storico perchè non avevo più il posto a scuola, dall'11 aprile 1980 fino alla fine dell'anno scolastico.

Il secondo falso presupposto contenuto nell'interpellanza è che il periodo di distacco possa essere servito per pubblicare "Il partigiano Milò"; siccome la decisione di pubblicare questo libro era stata adottata dall'Assemblea dell'Istituto Storico all'inizio del 1979 e mi era stato affidato l'incarico in quel senso, dal momento che il contratto fra l'Istituto Storico e l'editore Musumeci risale al marzo 1980, è chiaro che tutto il lavoro di preparazione del volume è stato fatto precedentemente a qualsiasi utilizzazione all'Istituto Storico.

Terzo punto, e su questo l'Assessore Faval ha detto che la Giunta con una delibera del 30.1.1981 ha acquistato 300 copie dall'editore Musumeci, devo dire che contrariamente a quanto scritto nell'interpellanza, Riccarand non ha mai offerto, perchè non aveva nessun motivo per farlo, queste copie dal momento che una volta terminato il lavoro di preparazione del libro, il compito è concluso. C'è stato un accordo fra l'Istituto Storico e Musumeci per pubblicare il libro: una delle condizioni era che l'autore rinunciasse a tutti i propri diritti gratuitamente. Quindi non avevo nessun motivo per interessarmi a quella che è stata la politica di diffusione del libro da parte dell'Editore Musumeci.

Infine vorrei dire che se il Gruppo socialista pensa con questo tipo di metodi intimidatori, questi sì calunniosi e vigliacchi, di imbavagliarci, si sbaglia di grosso, non perchè noi abbiamo un coraggio particolare, ma perchè abbiamo una grande forza: di non tenere degli scheletri nei nostri armadi.

Abbiamo sempre basato la nostra esistenza su dei valori che sono diversi da quelli del socialismo rampante e che hanno trovato così felice espressione nel ritorno alla guida del P.S.I. da parte di Bruno Milanesio.

Ultima osservazione riguarda i motivi ulteriori di indignazione del P.S.I. nei confronti di N.S. e riguarda una serie di affermazioni che il Consigliere Torrione ha fatto stracciandosi le vesti. Io le ribadisco tutte le osservazioni che ho fatto in questa sede e sui giornali, ed il Consigliere Torrione ed il suo gruppo hanno ampia facoltà di querela e di ricorrere a tutte le sedi legali per tutelare la loro immagine. Noi abbiamo criticato come fatto gravissimo il ritorno di Milanesio ai vertici del P.S.I., il comportamento scorretto e fuori dalle norme penali del Sindaco di Aosta su una serie di concessioni edilizie per cooperative; ribadisco il giudizio critico sul comportamento del Consigliere Torrione e del P.S.I. in merito alla vicenda del Casinò, ribadisco il fatto che l'assenza del P.S.I. in tale occasione è stata voluta e ci sono tutta una serie di motivi con cui questo va avvalorato.

Ripeto che più volte il Consigliere Torrione in Commissione di indagine sul Casinò si è rifiutato di pronunciarsi su una serie di questioni ed ha ribadito che il suo Gruppo si sarebbe pronunciato in aula. La discussione della relazione finale, già fissata in un primo momento per il 9-10 maggio, è stata spostata su richiesta del Gruppo socialista al 14 e 15 maggio; la discussione sugli emendamenti non è stata svolta dal rappresentante del Gruppo socialista, tant'è vero che non ha presentato una sola proposta di modifica e non è stato presente neppure nel momento in cui la Commissione discuteva le proposte di modifica che, ad esempio, io avevo portato. Non solo, il Gruppo socialista non ha chiesto formalmente nessun rinvio del dibattito.

Concludo dicendo che si tratta di questioni che sono state tirate fuori dall'interpellanza del Consigliere Torrione, quindi ritenevo fosse il caso di chiarirle.

Ribadisco altresì il diritto di un rappresentante di una forza politica di portare all'esterno di questo palazzo le scelte, le decisioni e le parole che vengono dette all'interno di questo Consiglio, delle Commissioni, all'interno dei Capigruppo. Ho usato negli articoli sui giornali le parole che il Consigliere Torrione ha usato in quelle riunioni.