Oggetto del Consiglio n. 424 del 20 marzo 1984 - Resoconto
OGGETTO N. 424/VIII - PROIBIZIONE DELL'ATTIVITA' DI TIRO AL PICCIONE NELL'AREA SITA NEL COMUNE DI SAINT-VINCENT. (Reiezione di mozione).
PRESIDENTE: Do lettura della mozione presentata dai Consiglieri Torrione e Breuvé.
MOZIONE
CONSIDERATO che in numerose occasioni questo Consiglio si è occupato del tiro al piccione di Saint-Vincent senza però addivenire a conclusione alcuna;
VALUTATO che non è assolutamente possibile condividere l'argomentazione ripetutamente addotta in sede di discussione consiliare secondo cui l'eliminazione di una simile "attività" sportiva potrà essere ipotizzata soltanto allorché l'Amministrazione regionale sarà ripagata di tutte le spese sostenute per la realizzazione del campo di tiro a volo;
RIBADITA invece l'esigenza di ricreare l'immagine di una Regione che non abbia come obiettivo prevalente la monetizzazione di qualsiasi attività ma piuttosto il recupero di valori atti a riconferirle una dimensione più consona alla cultura, alle sue tradizioni e alla sua storia;
ACCERTATA altresì che anche l'abolizione del tiro al piccione di Saint-Vincent può in un certo senso contribuire, specie in un momento come l'attuale, a lanciare un significativo segnale di inversione di tendenza nonché a riproporre in termini più concreti l'acquisizione da parte dell'Ente regione di una diversa disponibilità e di una più accentuata sensibilità nei confronti dei problemi dell'ecologia in generale e del rispetto della fauna in particolare, soprattutto in concomitanza alla creazione dell'istituendo Assessorato all'ambiente;
RILEVATO infine che è perfettamente inutile formulare ulteriori commenti o puntualizzazioni su una vicenda che tra i suoi risvolti negativi può annoverare anche implicazioni di carattere giudiziario, suscitando contemporaneamente nell'opinione pubblica non solo valdostana giustificati atteggiamenti e prese di posizione di netto rifiuto, di riprovazione e di esecrazione verso l'esercizio di uno "sport" barbaro e brutale;
DELIBERA
1) di proibire in maniera definitiva e con decorrenza immediata la pratica dell'attività del tiro al piccione nell'ambito dell'apposito campo di proprietà regionale sito nel Comune di Saint-Vincent dando mandato al Presidente della Giunta di porre in essere i conseguenti provvedimenti del caso;
2) di incaricare Ia Giunta regionale di predisporre i progetti e gli atti amministrativi necessari alla trasformazione e all'adeguamento dell'impianto in questione ad attrezzatura sportiva per altre attività quali ad esempio il tiro al piattello.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Torrione; ne ha facoltà.
TORRIONE (P.S.I.): Signor Presidente e colleghi Consiglieri, passare dall'affare Casinò alla trattazione dell'abolizione del tiro al piccione a Saint-Vincent, può sembrare paradossale, considerato che la gravità dei fatti che incombe sulla nostra Regione può fare apparire questa nostra iniziativa come deviante rispetto a problemi di ben altra portata e spessore. Questa osservazione la facciamo in aula perché ce la siamo sentita ripetere da alcuni cittadini.
Noi invece colleghiamo strettamente con le altre questioni il discorso su questo sport, "barbaro e crudele", come affermato in una mozione del lontano 1975 a firma dei Consiglieri Chincheré, Tonino, Manganoni, Lustrissy, Chanoux, Arbaney, Dujany e Maquignaz: qualche elemento di collegamento esiste.
Io non voglio accentuare il discorso sull'aspetto dello sport "barbaro" e "crudele", perché su questo sono già stati scritti fiumi di parole. Ognuno di noi ha una sua coscienza e, nel giudicare un'attività come la caccia o il tiro al piccione, dà delle valutazioni in base alla sua sensibilità e alla sua disponibilità verso gli animali. Credo però che tra la caccia e il tiro al piccione ci sia una grossissima differenza, perché qui si tratta di sparare e di uccidere per il gusto di uccidere mentre, anche se io non sono d'accordo con i cacciatori, riconosco come presente nella caccia qualche elemento di sport.
Non mi addentro su questo argomento perché ci porterebbe molto lontano: devo dire però che alle origini dell'affaire "Casinò" c'è proprio un problema che riguarda il tiro al piccione. Nel lontano 1982, fu proprio una vicenda del genere, con implicazioni giudiziarie, a coinvolgere personaggi che sono ancora alla ribalta in questo momento.
Io non voglio addentrarmi in aspetti giudiziari: ho sempre detto che, per quanto ci riguarda, non dobbiamo scambiare quest'aula per un Tribunale, per cui lasciamo che la magistratura faccia il proprio dovere.
In periodi non sospetti, questa vicenda del tiro al piccione ebbe la conseguenza di attirare l'attenzione sulla nostra Regione e di fare giudicare i valdostani come persone non sensibili ai problemi che riguardano gli animali, e l'ecologia in generale: proiettammo, come al solito, un'immagine negativa all'esterno.
Noi abbiamo ripreso questo discorso perché partendo da questo piccolo granellino vogliamo invertire questa tendenza, vogliamo fare vedere che noi siamo sensibili alle istanze dei protezionisti e di tutti coloro che hanno del buon senso, vogliamo dimostrare che intorno al tiro al piccione si innestava anche il discorso meno simpatico delle scommesse.
Da parte della Regione, si dia inizio con questo ad un modo diverso di trattare i problemi, in assonanza anche con le prospettive dell'Assessorato all'Ambiente che è stato creato nel precedente Consiglio.
Non sto qui a dilungarmi su questo argomento, non voglio tediarvi con una rilettura di quanto si è detto, ma condivido totalmente quello che recentemente ha detto il Consigliere Tonino, illustrando una sua interpellanza.
Non approvo però il discorso che il tiro al piccione verrà eliminato nel momento in cui la Regione sarà rientrata in possesso dei soldi che ha speso: in questo modo monetizziamo tutto, e con questo principio giustifichiamo anche la pratica di uno "sport" incivile. Riteniamo che sia meglio guadagnare due lire di meno e acquisire sul piano della considerazione due lire in più.
L'iniziativa del tiro al piccione partì nel lontano 1971, (il proponente fu un nostro compagno di partito, l'allora Assessore Milanesio), con una spesa iniziale che poi si è dilatata in maniera abnorme, e che ha portato alla costruzione di un impianto che è usufruibile solo in parte, da un'esigua minoranza e non certo da coloro che sono amanti della caccia. Era fatto in funzione della "produttività" della Casa da Gioco, in omaggio alla quale bisognava sacrificare qualsiasi principio.
L'eliminazione del tiro al piccione è un problema che cade in un momento delicatissimo per la vita di Saint-Vincent, per il commercio e per tutto quell'indotto che gira intorno al Casinò, ma noi riteniamo che l'impianto possa essere trasformato e che a Saint Vincent, prendendo a lezione ciò che è successo, si possa creare, per esempio, una struttura sportiva di supporto come il golf. Esiste già al riguardo un progetto che mi è stato gentilmente fornito da una persona di Saint-Vincent e che ho esaminato. L'impianto può essere realizzato in tempi piuttosto brevi e con una spesa non molto rilevante. Ciò consentirebbe lo stesso, a mio avviso, di incentivare la "redditività" della Casa da Gioco.
Mi appello alla sensibilità dei Consiglieri, perché sappiamo che su questo argomento ognuno si può regolare secondo la propria coscienza, come è avvenuto anche in casa nostra e quindi pensiamo che possa verificarsi un fatto del genere anche in casa altrui. Voglio solo dire che, nell'illustrazione che l'Assessore ci ha fatto, c'è già una gara inserita nel programma delle manifestazioni di Saint-Vincent, che noi abbiamo approvato in Commissione. Noi riteniamo che si possa comunque far svolgere questa manifestazione e poi votare però una mozione che, dal 1° di ottobre o dal termine della manifestazione, chiuda il tiro al piccione.
Noi così siamo d'accordo, però dobbiamo scriverlo, perché, in altre occasioni, l'aver rinunciato a fare votare una nostra mozione, ci ha portato a doverla ripresentare; noi non abbiamo una posizione rigida, se la Giunta ci proporrà di approvare questa nostra mozione con decorrenza dopo l'avvenuta manifestazione del tiro al piccione e si impegnerà nel contempo a studiare l'opportunità di trasformare quell'impianto, noi saremo soddisfatti di aver condotto questa battaglia in nome di tutti coloro che ci hanno creduto.
Un'ultima considerazione: abbiamo voluto appoggiare questa nostra iniziativa con una raccolta di firme, non perché servisse da elemento di pressione ma perché volevamo riscontrare quanta disponibilità c'è nella gente verso questo problema; in cinque giorni il Consigliere Breuvé ed io, abbiamo raccolto 4266 firme. Le presenteremo poi alla Presidenza della Giunta perché non si abbia timore che diciamo il falso.
Abbiamo notato, e questo lo diciamo con estrema soddisfazione, che coloro che hanno aderito alla nostra iniziativa sono stati soprattutto i giovani, che su questo argomento hanno dimostrato una grande sensibilità. Qualcuno si è preso addirittura l'incarico di distribuire le schede e di riportarcele firmate dopo aver consultato anche i compagni.
4266 persone rappresentano una piccola fetta dell'opinione pubblica, però possono essere significative, perché stanno a dimostrare che in Valle d'Aosta, contro la violenza e la brutalità di questo sport, esiste un sottofondo culturale che, se non servirà per vincere questa battaglia in questa sede, servirà certamente in avvenire per fare vincere questa e altre battaglie a favore della tutela dell'ambiente e dell'ecologia.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Cout; ne ha facoltà.
COUT (P.C.I.): Anche noi avevamo già espresso in altre occasioni la nostra opinione in proposito e non starò a ripeterla, anche perché per molti aspetti è già stata illustrata dal Consigliere Torrione, col quale concordiamo nella quasi totalità.
Vorrei solo sottolineare un aspetto della questione: noi viviamo in un mondo che sempre più velocemente si trasforma ed esige interventi adeguati a questa evoluzione, nei vari settori del vivere civile. Noi, come Consiglieri regionali, siamo chiamati a dare un segno di queste trasformazioni affinché siano le più adeguate all'evolversi del vivere civile in Valle d'Aosta. Anche per questi motivi, molto presto, verrà discussa e modificata la vecchia legge sulla caccia in Valle d'Aosta, proprio per una necessità di adeguarsi ai tempi. Non voglio entrare assolutamente nei problemi della caccia perché, come già diceva il Consigliere Torrione, di caccia non si tratta in questo caso, infatti nessuno dei cacciatori valdostani è interessato a questa attività, in quanto essi amano molto di più la caccia tradizionale che si è esercitata fino a questo momento in Valle. Se vogliono dilettarsi si dilettano col tiro al piattello, ma rifiutano questa attività.
Quindi, questa non è solo la voce dei protezionisti in Valle, ma è la voce di persone che pensano che per il vivere civile della nostra società non è indispensabile, anzi è esecrabile, una attività di questo tipo.
Noi abbiamo già in altre occasioni espresso le nostre opinioni: con un'interpellanza del 1982, con un'altra del 1983, abbiamo già detto come questa attività potrebbe essere trasformata in attività di tiro al piattello, così come doveva essere all'inizio. Successivamente sono state aggiunte e messe le gabbie dalle quali vengono liberati i piccioni sui quali non penso sia il caso di sparare ancora solo per il fatto che ci sono dei soldi da recuperare.
Io direi che non si deve, come già diceva il Consigliere Torrione, monetizzare tutto. Se questo è un aspetto del problema noi siamo dell'idea che comunque questi soldi possono essere recuperati con un'attività di tiro al piattello, unita anche ad altre. In questo senso noi avevamo già dato una indicazione con le interpellanze che abbiamo discusso, per cui ci troviamo d'accordo con le proposte della mozione che è stata presentata ed auspichiamo anzi che al più presto questa attività possa essere trasformata.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Segretario Consigliere Breuvé; ne ha facoltà.
BREUVE' (P.S.I.): Per prima cosa voglio chiedere scusa a tutti per i vari problemi che ci sono in Valle d'Aosta e tra questi ricordo quello che riguarda i molti operai che non hanno lavoro.
Sottolineo poi l'importanza delle 4266 firme che chiedono l'abolizione del tiro al piccione.
In questa sede non voglio fare polemiche e moralismi, soprattutto in un momento in cui ci sono problemi ben più gravi a livello nazionale e internazionale: nell'area mediterranea ad esempio si uccidono bambini e non piccioni.
Io penso però che salvare questo simbolo della pace in Valle d'Aosta possa essere anche una bella lezione di civiltà. Naturalmente non voglio interrompere delle manifestazioni già organizzate, però invito a preferire il tiro al piattello.
Ogni altra mia parola sull'argomento non servirebbe a nulla e mi sembrerebbe addirittura di cattivo gusto. Per questo non voglio fare nessun torto alla vostra intelligenza, né alla vostra sensibilità: lascio fare a voi.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Maquignaz; ne ha facoltà.
MAQUIGNAZ (Féd. D.P-U.V.P.): Condivido quanto ha detto il Consigliere Torrione: si tratta di uno sport barbaro e crudele. Aggiungo anche che si tratta di uno sport brutale, nel caso di Saint Vincent, legato al vizio del gioco e delle scommesse.
Noi cacciatori non condividiamo questa attività: io non sono certamente un'educanda che si intenerisce perché un piccione viene ammazzato, per me non c'è nessuna differenza tra l'ammazzare un piccione, una lepre, un coniglio o un'anatra. Noi condanniamo però lo spirito con cui questa attività viene esercitata. Io credo che non abbia assolutamente senso buttare un piccione per aria e tirargli una schioppettata.
Si tratta inoltre di un'attività che, credo, non rientri per nulla nella tradizione e nella cultura della Valle d'Aosta: non credo che il Consigliere Riccarand o il Consigliere Perrin, che fanno delle ricerche storiche, abbiano mai trovato, nelle pieghe della storia valdostana, qualcuno che si divertiva a prendere a schioppettate un piccione.
Bisogna dire infine che i protezionisti, i non protezionisti ed anche i cacciatori si trovano d'accordo nel condannare questa attività, in quanto l'attività venatoria non ha nulla a che vedere con il tiro al piccione.
Quindi, per questi motivi, credo che ci si debba porre una domanda: "Vale la pena, anche in relazione ad un interesse economico così poco rilevante, che la Valle d'Aosta mantenga questa attività che è condannata da tutta l'opinione pubblica non solo valdostana, ma nazionale e internazionale?".
Vorrei quindi invitare il Presidente della Giunta, che è molto sensibile a questo problema, di valutare la possibilità di una trattativa con la SITAV per eliminare, gradualmente, questa attività che ha sollevato polemiche e problemi nell'opinione pubblica valdostana, nazionale ed europea.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Fosson; ne ha facoltà.
FOSSON (D.C.): Le argomentazioni dei Consiglieri che mi hanno preceduto possono essere condivise appieno, soprattutto quelle del Consigliere Maquignaz; condivido anche il concetto espresso del Consigliere Torrione quando diceva: "E' un fatto di cultura, una cultura che deve essere più attenta alla vita, più attenta a non trattare la vita come un gioco".
Il fatto negativo del tiro al piccione, al di là di quello che può essere lo sport della caccia, è un fatto che fa provare al tiratore al piccione il piacere di interrompere la vita come gioco, non come gara contro l'animale come nella caccia tradizionale, e qui mi correggano i cacciatori, comunque il concetto, secondo me, è questo.
Tuttavia questo concetto va ampliato, Assessore Pollicini, e questo lo dico anche al Consigliere Torrione, trattandosi del concetto di una cultura che non può fermarsi soltanto alla difesa della vita del piccione ma di un concetto che va allargato alla difesa della vita in ogni suo aspetto.
In questo senso io posso essere favorevole a quanto espresso dal Consigliere Torrione, a condizione che la cultura della difesa della vita venga ampliata a tutti i suoi aspetti, anche a quelli più nobili che tante volte dimentichiamo. Qui parlo in maniera specifica del problema dell'aborto: non vorrei riaprire una problematica già ampiamente discussa, ma debbo semplicemente ricordare che la vita va difesa in ogni suo aspetto.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Riccarand; ne ha facoltà.
RICCARAND (N.S.): Come il Consiglio già sa, la nostra posizione è pienamente favorevole all'abolizione del tiro al piccione. Io sono completamente d'accordo con i contenuti della mozione presentata dai Consiglieri Torrione e Breuvé: se mi avessero proposto di firmarla, lo avrei fatto.
Il nostro gruppo aveva già presentato il 7 ottobre del 1982 un'analoga mozione in cui chiedeva l'abolizione del tiro al piccione di Saint-Vincent; la mozione venne votata, in quell'occasione, soltanto dal Consigliere di Nuova Sinistra mentre gli altri gruppi si astennero o votarono contro.
La nostra posizione è pertanto favorevole a questa mozione, però solo nel testo in cui la mozione è stata scritta, cioè: "Proibire in maniera definitiva e con decorrenza immediata la pratica dell'attività del tiro al piccione".
Non condivido invece la proposta di compromesso o di annacquamento avanzata poco fa dal Consigliere Torrione, perché mi pare contraddittoria rispetto alle esigenze formulate da chi ha sottoscritto la richiesta di abolire il tiro al piccione. Non si può dire: "Intanto fate ancora una manifestazione, poi dopo si vedrà come risolvere il problema", perché credo che il valore della mozione sia proprio nel porre tutti di fronte alla propria responsabilità nel volere o non volere continuare questa pratica.
Non credo neanche che la discussione su questo problema sia deviante rispetto ad altri problemi più importanti, in quanto ritengo che il problema del tiro al piccione sia molto importante perché il suo nodo centrale è rappresentato dal rapporto fra Regione e Casinò: l'impianto del tiro al piccione è infatti un segnale emblematico del rapporto fra Regione, Consiglio Regionale, Casinò e SITAV.
Credo che, se si potesse rileggere e ricostruire tutta la storia del tiro al piccione di Saint-Vincent, si potrebbe rileggere anche quello che è stato il rapporto fra Casino-SITAV ed i partiti politici in Valle d'Aosta, il Consiglio Regionale, le Giunte Regionali, le maggioranze e le minoranze di questo Consiglio. Da questa storia si potrebbe vedere come il Casinò e la SITAV siano riusciti con la loro potenza a cambiare le idee e le parole dei partiti e dei Consiglieri di questo Consiglio, a seconda se erano collocati in maggioranza c all'opposizione.
In secondo luogo si potrebbe vedere come il Casinò e la SITAV, sul tiro al piccione come su altre questioni siano riusciti a farsi regalare centinaia e centinaia di milioni, forse alcuni miliardi, dal Consiglio Regionale e dalla Regione Valle d'Aosta, per delle opere che risultano inutili, se non dannose. Sulla questione dei lavori io ho presentato un'interrogazione con risposta scritta ed un'interpellanza, ma non sono riuscito a farmi dare dalla Giunta Regionale i dati per ricostruire le vicende della costruzione dell'impianto. Evidentemente ci sono dei motivi per cui si vuole tenere questa materia così all'oscuro, quasi ai margini, in modo che non si abbiano tutti gli elementi di giudizio.
Comunque anche i dati insufficienti che abbiamo ci portano a dire che si tratta di un lavoro che non ha mai fine: è stato deliberato nel 1971, la costruzione è stata iniziata nel 1973 e il Presidente della Giunta, nelle precedenti adunanze, ci ha detto che l'impianto non è ancora terminato: quindi è un impianto su cui si lavora da dieci anni, senza che sia ancora terminato.
Il costo dell'impianto è attualmente già di gran lunga superiore ai 2 miliardi; io non sono mai andato a vederlo, ma credo che sarebbe interessante se una commissione, o qualche Consigliere, potesse andare a visitare questo impianto, perché sono curioso di sapere che cosa si è fatto con oltre 2 miliardi, di cui 1.601 milioni negli ultimi due anni, per questo impianto di tiro al piccione: non so che cosa ci possa essere di così faraonico in quella zona di Saint-Vincent.
Un altro aspetto del tema del tiro al piccione deriva dal fatto che chi gestisce il Casinò è riuscito a penetrare nelle coscienze e nelle parole dei Consiglieri regionali, dei Gruppi politici e dei Partiti, facendo loro cambiare opinione secondo la loro collocazione o meno nella maggioranza.
Il Consigliere Torrione ricordava prima come sia stato proprio un suo collega di gruppo, Bruno Milanesio, a suo tempo Assessore, a proporre l'istituzione di questo impianto, mentre adesso è proprio il Gruppo Socialista, o quantomeno una componente minoritaria del Gruppo Socialista ora schierato all'opposizione, che ne propone l'abolizione.
Però c'è un fatto ancora più significativo perché ci fu un'unica persona di questo Consiglio che, nel '71, si oppose all'impianto del tiro al piccione: l'unico che votò contro fu Mario Andrione, e votò contro con delle parole estremamente precise, dicendo che era contrario perché: "Tirare contro ai piccioni che vengono fatti uscire apposta da una gabbia è un fatto barbaro". Fu l'unica persona che nel '71, in questo Consiglio, votò contro la creazione di questo impianto.
Noi però non sappiamo come mai Andrione, da quando è diventato Presidente della Giunta, sia stata la persona che più ha sostenuto questo impianto e che più si è opposta in questo Consiglio a tutte le mozioni, le interpellanze e le discussioni, nelle quali si chiedeva l'abolizione di questo impianto. E' stata invece la persona che ha fatto in modo che la Giunta, in questi ultimi anni, stanziasse centinaia e centinaia di milioni, (un miliardo e seicento due milioni soltanto nell'82-83) a favore di questo impianto.
Questo è il significato dell'impianto di tiro al piccione, al di là di tutte le cose che sono già state dette sul rapporto con la caccia e sul significato barbaro di questo sport: questo impianto è il segno di una prepotenza della SITAV e del Casinò in Valle d'Aosta, è il segno di come questa prepotenza sia riuscita a piegare le stesse volontà e le stesse idee dei Consiglieri regionali, stravolgendole per il mantenimento di buoni rapporti con chi gestiva il Casinò di Saint-Vincent.
Per questo io credo che la mozione debba essere votata così come è stata presentata, in modo che il Consiglio possa dire chiaramente se si vuole continuare, anche in questo settore parziale ma molto significativo del tiro al piccione, a procedere nei rapporti tra Regione e Casinò come si è sempre fatto, o se si vuole cambiare radicalmente strada.
Non credo che ci possano essere delle mezze misure, delle dilazioni o dei compromessi: il Consiglio si esprima e dica se c'è ancora una maggioranza che vuole mantenere questo impianto, che vuole potenziarlo perché non è terminato, che vuole stanziare ancora dei soldi per questo o per quel motivo oppure se c'è una maggioranza che vuole cambiare radicalmente strada. Io credo che questa votazione sia una cartina di tornasole, non solo rispetto al problema specifico, ma rispetto al complesso dei rapporti fra Regione e Casinò.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola l'Assessore al Turismo, Urbanistica e Beni Culturali Borbey; ne ha facoltà.
BORBEY (D.C.): Io voglio dare alcuni dati tecnici e voglio anche dire il mio punto di vista, in qualità di componente di questa Giunta e di questa maggioranza, per poi lasciar trarre le conclusioni al Presidente alla Giunta.
Innanzitutto non concordo con l'impostazione di questa discussione, perché sembra che nella maggioranza ci sia una parte a favore del tiro al piccione ed un'altra contraria. Certamente anche nella Giunta ci sono degli Assessori che, a livello personale, sono nettamente contrari non solo al tiro al piccione ma anche alla caccia.
Questa maggioranza però non si è mai dichiarata a favore del tiro al piccione: accettiamo quello che diceva il Consigliere Torrione: "Le cose mutano", quindi diciamo che questo "sport" intorno agli anni sessanta e settanta poteva essere accettato e dava anche più benefici di quanti fossero i suoi aspetti negativi.
A Montecatini, sino ad alcuni giorni or sono, hanno organizzato importanti competizioni di tiro al piccione che sono state ritenute, sia dall'Azienda di Soggiorno di Montecatini che dagli operatori turistici e dalla Regione Toscana, uno sport che portava benefici e non creava della città una immagine sbagliata.
Forse oggi le cose sono mutate e anche noi consideriamo il tiro al piccione uno "sport barbaro" perché finalmente si è arrivati ad una sensibilizzazione dell'opinione pubblica.
Io concordo con quello che ha detto il Consigliere Fosson, che è un fervente cattolico, a proposito del declino dei valori che potrebbe mettere in crisi la nostra società.
Non vorrei però che in quest'aula si venissero a contare i favorevoli o i contrari a questo sport così macabro. Noi siamo stati favorevoli a costruire a Saint Vincent un impianto di tiro a volo; quando però nel 1970 sono iniziati i lavori, questi ultimi sono stati impostati con il preciso scopo di fare un impianto per il tiro al piccione, anche se non c'era un progetto esecutivo ben preciso. Quando poi abbiamo fatte redigere il progetto esecutivo gli abbiamo dato come titolo "Tiro a volo", il che comporta anche la possibilità di praticare il tiro al piccione, infatti è stata costruita una voliera e sono state fatte alcune buche da dove possono partire anche i piccioni.
Tuttavia questo complesso ha 45 buche e altrettante macchine che lanciano piattelli quindi, signori Consiglieri, non c'è assolutamente da fare alcun lavoro per adattare l'impianto al tiro al piattello anzi, a maggio, ci sarà già una gara internazionale di tiro al piattello.
Quindi, dato che i tempi sono cambiati, noi, come Giunta e come maggioranza, stiamo lavorando per far annullare la competizione di settembre e, se ci riusciremo, potremo già nell'estate prossima far togliere la voliera, eliminando così la possibilità che questo campo venga indicato come idoneo per le gare di tiro al piccione.
Il campo è già adatto invece per le gare di tiro al piattello e, con il Comune di St. Vincent, cercheremo di studiare tutte le possibili utilizzazioni dell'impianto.
Respingiamo però a chiara voce l'intento di far apparire questa Giunta e questa maggioranza come favorevoli al tiro al piccione. Non prendiamo questa decisione per le migliaia di firme raccolte, perché chiunque potrebbe raccoglierne un certo numero; abbiamo infatti già 10.000 firme a favore della tangenziale di Aosta ed il Consigliere del P.S.I. al Comune di Aosta, ultimo entrato, sta raccogliendo le firme per non fare la tangenziale in un certo punto.
Non voglio fare della polemica, però voglio solo dire che alcune volte bisogna presentare ai cittadini le cose come sono: se noi infatti andiamo a Saint-Vincent a chiedere le firme pro o contro il tiro al piccione, i 4000 residenti voterebbero pro e l'unica mancanza sarebbe oggi quella di un Consigliere socialista, proprio perché anche da parte del Partito Socialista c'è stata una tirata d'orecchi.
Non vogliamo fare il processo alle intenzioni, ma non vogliamo neppure che voi facciate un processo a noi su cose che non abbiamo mai pensato.
A titolo personale, dico al Consigliere Maquignaz che alcune volte noi della maggioranza facciamo delle riunioni "preconsiliari" in cui parliamo a fondo dei problemi: in una di queste riunioni abbiamo già detto, e comunque lo dichiariamo ancora in questa sede che non siamo favorevoli al tiro al piccione, anzi il sottoscritto è contrario anche alla battaglia dei galli, caro Consigliere Maquigraz! Questa è una vergogna che esiste in Valle d'Aosta e che è proibita dalla legge, mentre il tiro al piccione non è proibito. Io mi auguro che il Consigliere Maquignaz quando fa fare le battaglie dei galli non metta anche i rostri, che io ho visto in Valle d'Aosta, proprio nelle zone dove il Consigliere Maquignaz abita. Dico questo perché dobbiamo essere un pò leali e non fare sempre i primi della classe; nella vita ci sono cose molto più importanti del tiro al piccione, ma visto che oggi discutiamo del tiro al piccione, noi, per concludere, abbiamo una posizione che speriamo sia quella dell'intero Consiglio regionale.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Torrione; ne ha facoltà.
TORRIONE (P.S.I.): Dire di essere delusi, dopo l'intervento dell'Assessore Borbey, è dire poco. Ognuno si comporta come ritiene opportuno e Manzoni diceva, a proposito del coraggio, che o uno ce l'ha oppure non se lo può dare. Questa Giunta non se lo vuole dare, caro Assessore Borbey.
Le considerazioni su iniziative da primo della classe o su rotture di timpani, mi stupiscono. Io ho apprezzato il discorso che ha fatto il Capo Gruppo democristiano, e l'avevo già sottolineato nel mio intervento.
Comunque non fate dire all'opposizione quello che non ha mai detto.
Qui continuiamo a fare dello spirito sugli uccellini e non guardiamo come va avanti questa società.
Ho apprezzato il diverso tasso di sensibilità fra gli anni '70 e gli anni '80, periodo in cui la società valdostana in generale è andata avanti: un certo tipo di non violenza, che poi si estrinseca anche contro l'esercizio di questo sport che l'Assessore ha definito macabro, mentre io l'avevo definito brutale, fa dire che alcune cose, che forse erano valide negli anni scorsi, oggi non lo sono più.
Tutto ciò a prescindere dalle mie convinzioni personali: io appartengo ad una Associazione protezionistica e quindi sono contro la caccia e contro qualsiasi forma di brutalità.
Questa è una mia convinzione personale e anche all'interno del mio partito a volte sono contestato, tuttavia ritengo che i cacciatori ed i protezionisti possano convivere e non intendo esasperarne le diversità.
Noi non ci siamo voluti fare belli, perché qui sembra che si sia voluta fare qualcosa di particolare andando a raccogliere le firme: per carità, lo faccia anche l'Assessore Borbey se ritiene opportuno raccogliere delle firme metta un banchetto e raccolga le firme che vuole, nessuno glielo impedisce.
Noi abbiamo raccolto le firme perché concordiamo con quello che diceva il Consigliere Riccarand: l'abolizione del tiro al piccione è il segno di un cambiamento nei rapporti con la SITAV. Questo non lo si vuole capire, pazienza!
Mi dispiace poi che l'Assessore abbia fatto certe affermazioni su una battaglia che noi riteniamo nobile e che riguarda la Tangenziale di Aosta.
Io mi sarei comportato come si sta comportando quel Consigliere comunale nei confronti di una tangenziale che sega in due uno dei posti di Aosta ancora incontaminato, il prato di Mont Fleury. Si tratta dell'ultimo polmone verde di una certa rilevanza che è rimasto alla nostra città.
Su questo problema abbiamo presentato un'altra interpellanza e vedremo anche in quel caso la sensibilità di questa Giunta e di questa maggioranza, perché discuteremo cosa sta avvenendo in Valle d'Aosta sul piano della difesa del territorio.
E' chiaro che io sto dall'altra parte, quella dei protezionisti. Se c'è un patrimonio che i nostri avi ci hanno dato in eredità e che noi dobbiamo consegnare ai nostri figli intatto, è la nostra terra: se togliamo loro anche questa, non abbiamo più niente da trasferire agli altri.
Caro Assessore Borbey, ognuno si assuma le proprie responsabilità.
Io non ho taciuto sul fatto che è stato un compagno del mio partito a proporre il tiro al piccione, l'ho detto prima io. Ho cercato di mediare, perché mi ero reso conto che questa battaglia poteva anche essere vita attraverso una mediazione, ma ha ragione il Consigliere Riccarand, a questo punto votiamo la mozione così come è, in modo che la Giunta farà quello che riterrà più opportuno di fronte a se stessa e di fronte al discorso del Capo Gruppo della Democrazia Cristiana sulla tutela della vita e sul modo di essere in Valle d'Aosta. Poi ad ognuno le sue responsabilità.
Poiché discutiamo un argomento del tutto marginale come quello del tiro al piccione e l'opinione pubblica è sensibile a queste cose, io dico subito che, per Mont Fleury e per l'elettrodotto, scenderemo ancora in piazza e raccoglieremo altre firme, perché questo è un modo per sensibilizzare l'opinione pubblica su certi problemi.
E' forse un modo un pò diverso di interpretare il ruolo del Consigliere regionale, un modo per non sganciarsi completamente dall'opinione pubblica.
Noi vogliamo recitarlo in questo modo, chi hanno mandato qui per fare il nostro dovere, cerchiamo di farlo nel migliore dei modi possibili. Abbiamo anche capito che il nostro modo di fare non è ben accetto alla maggioranza, e ci assumiamo tutte le responsabilità del nostro comportamento. D'altra parte non abbiamo da acquisire benemerenze: o ci prendete come siamo, altrimenti noi non cambiamo.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Tonino; ne ha facoltà.
TONINO (P.C.I.): Io, nel recente passato, ho riletto gli atti delle discussioni avvenute in Consiglio sul tiro al piccione e oggi vedo con piacere che, sullo stesso argomento, riprendiamo la tradizione di fare lunghe e appassionate discussioni.
Tornando all'argomento, faccio alcune puntualizzazioni su quanto detto dall'Assessore Borbey in merito alla questione.
Secondo noi il problema è rilevante, da una parte, per le questioni che riguardano la qualità della vita, gli aspetti concernenti una civiltà e, di conseguenza, anche l'immagine esterna della nostra Regione.
Dall'altra, invece, ci sono argomenti che riguardano i rapporti con la Casa da Gioco e credo che si debba avere l'onestà di riconoscere che questo tipo di attività, come ha detto molto bene il Consigliere Maquignaz, non ha nessun addentellato con la nostra tradizione e con la nostra cultura, in quanto è stata portata in Valle d'Aosta per gli interessi della società che gestisce la Casa da Gioco.
E' stato detto che l'impianto e finalizzato, più che allo sport, già barbaro in sè, alle scommesse che stanno dietro a questa attività che, pur non essendo un'attività sportiva, è però costosissima e di conseguenza riservata a pochi ricchi che vengono e spendono, per cui si può affermare che questo tipo di attività è stata unicamente funzionale agli interessi della Casa da Gioco.
A noi fa piacere che la Giunta su questo argomento cambi opinione. Ha fatto bene l'Assessore Borbey a dire: "Siccome sono cambiati i tempi, manifesto in quest'aula la mia contrarietà a questa attività disumana e macabra". Nel passato, invece, la Giunta disse che bisognava continuare quel tipo di attività fino a quando non si fosse riusciti a ricuperare gli investimenti fatti. Noi prendiamo atto che c'è anche nella maggioranza e nella Giunta regionale un ripensamento sulla opportunità di mantenere in funzione una attività di questo tipo e crediamo perciò che la logica conseguenza di questo comporti un lavoro concreto per eliminare il tiro al piccione.
Per questi motivi la mozione presentata dal gruppo socialista può e, secondo noi, deve essere votata da coloro che si sono oggi dichiarati contro il tiro al piccione. Segna una svolta rispetto all'errore che, come altri hanno ricordato prima di me, ha tagliato verticalmente anche i partiti.
Riutilizziamo quella struttura per altre attività che siano meno soggette alla critica: questa è la ragione per cui noi approveremo la mozione dei socialisti e chiediamo a tutti i Consiglieri di votarla.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Tamone; ne ha facoltà.
TAMCNE (U.V.): Pour revenir à la question des pigeons qui a été soulevée aujourd'hui, l'attitude de Monsieur
Riccarand ne me tracasse pas, parce que le Conseiller Riccarand peut penser, dans ce pays de grande liberté, tout ce qu'il veut, comme il veut, quand il veut et où il veut. Au contraire ce qui me tracasse est cette manière de continuer à attaquer certaines personnes, ce qui, à mon avis, est absolument injuste.
Sur la question du tir aux pigeons, l'Assesseur Borbey a pratiquement fait mille considérations et il a clairement dit tout ce qu'il pensait sur cet argument. Mais c'est même juste vouloir encore ici parler de l'incohérence de certaines personnes ou de certains groupes, comme l'Assesseur a bien fait à le rappeler.
Quand on a approuvé ce tir aux pigeons à Saint-Vincent, 34 Conseillers du Conseil Régional ont voté en faveur de cette délibération; un seul a voté contre et a maintenu sa position dans le temps. Je le dis en tant que témoignage personnel, parce que la position de Monsieur Andrione sur cet argument a toujours été la même.
Si maintenant nous avons une structure polyvalente à Saint Vincent, c'est grâce aussi à son activité et à son engagement et tout cela a été voulu en même temps par la Junte entière. Si, dans un demain très prochain, on pourra employer cette structure pour d'autres sports, et non pas pour tirer à des pauvres bêtes, c'est aussi parce ce que ce Gouvernement, qui a été dirigé par Monsieur Andrione, l'a voulu.
Dans ce sens, je voudrais qu'on finit de faire des polémiques trop faciles contre les absents. Monsieur Andrione a toujours été sensible à ce problème, mais il avait aussi une autre exigence qui manque dans ce Conseil, une exigence de cohérence. Il est trop facile de venir ici prêcher qu'on est contre, qu'on ne veut pas et que la chose ne marche pas.
Evidemment le temps passe et les modes changent. On a vu, le 1968-'69, contester dans tous le domaines. J'ai entendu dire hier, pendant les travaux de la Commission, que certains choix qu'on faisait à cette époque-là maintenant ne peuvent plus être faits; ce seraient des choix trompés. Ceux qui disaient les mêmes choses alors étaient contestés; maintenant ce sont les autres, ceux qui reviennent à la surface, qui découvrent toutes les fautes qui ont été faites. Malheureusement le choix a été fait par la grande majorité de ce Conseil-là contre le bon sens.
On pourrait poser cette question, si on veut interpréter le sens donné par le Conseiller Riccarand:"Est-ce que on voulait à ce temps-là, de la part des 34 Conseillers, défendre certains intérêts contre quelqu'un?". On peut se poser la question aussi de cette manière, si on veut mettre toujours la mauvaise foi dans le travail et dans les intentions de ceux qui votent. Au contraire, je pense qu'il y avait 34 personnes qui pensaient d'une certaine manière parce qu'ils avaient une certaine vision du problème, et il y avait une autre personne qui pensait d'une autre manière. Mais cela n'empêche pas qu'après avoir prise une décision on doit être cohérent, on doit poursuivre son but, parce que l'Administration a aussi des devoirs.
On ne peut pas administrer comme on veut l'argent des autres, l'argent public, en prenant des décisions qu'on ne réalise pas par le manque de cohérence et en investissant l'argent public en des oeuvres inachevées qui ne sont que des structures inutilisées, et cela est arrivé aussi dans d'autres domaines, ici, en Vallée d'Aoste.
Je ne voudrais pas rappeler certaines structures qui avaient été pratiquement oubliées et qui, grâce à ce Gouvernement, si critiqué, ont été récupérées et finalement employées pour le but selon lequel elles avaient été construites et bâties. Dans ce sens, la cohérence est demandée aux 34 Conseillers qui ont voulu cette structure parce qu'ils ont voté. On ne doit pas seulement demander de la cohérence à l'unique personne qui s'était opposée et qui a eu le courage de continuer discours.
Maintenant, la solution du problème est là; l'Assesseur Borbey nous a indiqué la direction que ce Gouvernement veut prendre sur cet argument, mais il me semble un peu malhonnête d'essayer de mettre le tout sur un plan inexact. Je le dis tranquillement, à l'ami, au Conseiller Riccarand, avec lequel pour un tas d'autres questions on a pu discuter, il me semble peu constructif de continuer sur ce chemin; surtout cela n'aide pas à résoudre ce problème, parce que sur cet argument nous en avons entendu de toutes les couleurs: on a parlé des pigeons, après on a parlé d'un tas d'autres arguments. Restons un peu dans le thème et essayons de ne pas: "Fare la pipì fuori dal vaso!".
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Aloisi; ne ha facoltà.
ALOISI (M.S.I.): Ho l'impressione che su questo argomento ci sia troppa confusione, perché si è cercato di mettere insieme il sacro con il profano.
Stiamo trattando un argomento che riguarda i piccioni ed intervenire sull'argomento dell'aborto mi sembra fuori luogo. In verità bisogna riconoscere che, quando si trattava di discutere dell'aborto, certi partiti di sinistra, oggi abbastanza attivi per la tutela della vita di questi uccellini, hanno pensato molto meno alla salvaguardia della vita umana.
Comunque ora trattiamo di piccioni: io ho l'impressione che in questo Consiglio siano tutti favorevoli, almeno a parole, all'eliminazione di questo scandalo, mentre poi nella realtà dei fatti molti Consiglieri o alcuni partiti si asterranno e, astenendosi su questa mozione, non daranno la possibilità all'opposizione di farla approvare, perché mancherà il 50% dei voti.
Quindi qualche Assessore che dice di essere contrario, anzi, che sostiene che all'inizio l'impianto era stato fatto non per il tiro al piccione, ma per il tiro al piattello, allora lo dimostri con i fatti.
Si dimostri oggi, in quest'aula, che si vuole eliminare una consuetudine che poteva andare benissimo dieci fa, ma non oggi. Anche il Consigliere Torrione l'ha ammesso, dichiarando che è stato un Assessore socialista a volerlo: oggi le cose sono cambiate, c'è un'altra mentalità.
Visto che c'è una presa di coscienza, da parte dei giovani e da parte della popolazione, per eliminare questo massacro di uccellini che oggi non ha più senso, mi pare che non ci sia nessun ostacolo, se c'è la volontà politica alla eliminazione del tiro al piccione, senza toccare le infrastrutture, che possono benissimo rimanere ed essere adattate per il tiro al piattello.
Io ho aderito all'iniziativa perché sono uno dei firmatari: l'ho fatto a titolo personale e ne sono convinto perché oggi bisogna avere una certa presa di coscienza, pertanto dichiaro di essere favorevole a questa mozione.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Riccarand; ne ha facoltà.
RICCARAND (N.S.): Io non avevo nessuna intenzione di insistere sull'atteggiamento dell'ex Presidente della Giunta nei confronti di questa vicenda. Siccome il Consigliere Tamone ha fatto determinate osservazioni, voglio dargli due parole di risposta.
Mario Andrione fu l'unico, nel 1971, a votare contro l'introduzione del tiro al piccione, quando era Consigliere di opposizione. Quando poi è diventato Presidente della Giunta, come ho detto prima, è stata la persona che più si è battuta perché questo impianto venisse continuamente potenziato e perché questa attività proseguisse. Se questa non è un'incoerenza di atteggiamento non so dove stia la coerenza: si tratta di un'incoerenza palese, non c'è niente da fare.
Questa è la realtà e credo che non si possa in nessun modo chiudere gli occhi di fronte a questa realtà.
Tutti in questo Consiglio abbiamo sentito il Presidente della Giunta non molto tempo fa, forse tre mesi, rispondendo ad un'interpellanza del Gruppo Comunista, dire che, siccome erano stati spesi determinati soldi per l'impianto di tiro al piccione, questa attività doveva continuare fino a quando non fossero state ammortizzate le spese. Ora, siccome questo impianto è in costruzione da dieci anni e non è ancora finito, e ogni anno si continuano ad impegnare delle somme per proseguirne la costruzione e l'ampliamento, l'ammortamento di questo impianto non ci sarà mai. Dico questo senza entrare nel merito del concetto estremamente discutibile di "ammortare" con un certo numero di piccioni ammazzati il costo dell'impianto.
Io ho qui sotto mano due deliberazioni della Giunta: la prima, del 23 dicembre 1982, con cui si liquidano alla SITAV 1.301 milioni. Erano presenti il Presidente della Giunta, Mario Andrione e gli Assessori Borbey, Chabod, Marcoz, Pollicini e Viglino, tutta la Giunta, ad unanimità di voti favorevoli, ha votato a favore di questa deliberazione che fra l'altro, noto per inciso, va a sanare lavori già fatti in precedenza e che probabilmente oggi la Commissione di Coordinamento non visterebbe più, vista la situazione nuova che si è determinata, anche se allora venne vistata, la seconda deliberazione è di quattro mesi dopo, il 22 aprile 1983: "Autorizzazione alla SITAV S.p.A. di Saint-Vincent di effettuare i lavori su beni di proprietà regionale". Relatore è il Presidente della Giunta Andrione Mario: sono altri 300 milioni che vengono spesi per l'impianto di tiro al piccione.
Questo è un esempio palese di atteggiamento incoerente, assunto in Consiglio a seconda che ci si trovi all'opposizione o in Giunta e con la maggioranza.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Vice Presidente Dolchi; ne ha facoltà.
DOLCHI (P.C.I.): Dico solo due parole perché mi sembra che si faccia riferimento a una deliberazione del Consiglio del 1971 e si usi sempre, per definire la decisione adottata allora dal Consiglio, la dizione: "Costruzione di tiro al piccione".
Io non voglio fare la difesa d'ufficio dei Consiglieri che allora hanno preso quella deliberazione o che hanno partecipato attivamente al dibattito che è durato per parecchie ore. Devo però precisare, e credo che gli atti della decisione del Consiglio lo confermino, che in quella occasione il Consiglio regionale ha votato per la costruzione di un "Tiro a volo" e che i progetti che sono stati distribuiti in aula contenevano, come l'Assessore Borbey ha confermato alcuni minuti fa, le buche per il tiro al piattello.
Non c'erano né voliere, né gabbie e i Consiglieri del Gruppo Comunista e Tonino Alder, che rappresentava lo P.S.U.P., chiesero esplicitamente nel corso del dibattito se si fosse ben certi che l'attrezzatura che si andava votando sarebbe stata utilizzata per il tiro al piattello. In quel senso il Consiglio si pronunciò e il progetto che fu approvato era privo di quelle attrezzature che avrebbero permesso il tiro al piccione. Quindi la volontà del Consiglio, 12 anni fa, era di costruire in Saint-Vincent delle attrezzature sportive che fossero di richiamo.
In altre sedi, e non in Consiglio regionale, si aggiunsero poi la voliera, le gabbie e quelle attrezzature che portarono al tiro al piccione con tutte le conseguenti discussioni.
Quindi io ritengo vada fatta questa precisazione, e sono lieto di sentire che la sensibilità del Consiglio, dodici anni dopo, è considerata diversa anche per il rinnovamento generazionale che c'è stato in questa sede, però non vorrei che fosse ancora mantenuta la convinzione che, nel 1971, quel Consiglio avesse votato a favore del tiro al piccione: in quella occasione il Consiglio votò per una attrezzatura sportiva che aveva le caratteristiche, per il progetto presentato, di tiro al piattello. Nel corso degli anni che si sono succeduti le attrezzature per trasformare l'impianto di tiro al piattello in tiro al piccione non sono state deliberate, decise e neanche pagate dal Consiglio regionale.
PRESIDENTE: Se nessuno chiede la parola, chiudo la discussione generale e do la parola al Presidente della Giunta.
ROLLANDIN (U.V.): On a allégué pour prétexte le problème du tir au pigeon au but de parler de tout ce qu'on pouvait parler dans un Conseil.
Ca peut être amusant, mais je pense que sur le problème il faut remarquer deux choses avant tout. La première, qu'à niveau d'un engagement de la part de l'Administration Régionale pour chercher à prévoir un emploi le plus correct possible des structures qui sont à disposition du Casino, il y avait eu la tentative d'avoir une adhésion plus complète des gens qui se présentaient au Casino et qui étaient intéressés au tir au pigeon: c'est pour avoir cette possibilité qu'on avait transformé le projet qui était à l'origine et que d'autres Conseillers ont rappelé.
La discussion que nous sommes en train de faire ici a été faite à Venise, là où la question du pigeon est encore une fois en cause pour une autre raison: la pollution des monuments. Pour ce que j'ai appris, ils ont discuté pendant une journée pour voir si c'était le cas d'enlever ou non les pigeons, de les abattre pour protéger les monuments.
Ici, on a mêlé la question des pigeons avec une question de culture, avec la question de la protection de l'environnement. En effet, dans la relation de cette motion on dit: "Tenant compte du fait qu'on a prévu une compétence particulière pour l'Assessorat à l'Agriculture, aux Forêts et à l'Environnement".
C'est le cas de revoir l'ensemble des problèmes, pour prévoir d'enlever cette possibilité du tir au pigeon. Je pense qu'il y a un peu de confusion à ce sujet, car le problème du pigeon n'a aucune relation avec le problème de l'environnement. Il y a sans toute des relations entre les problèmes de la Région et ceux de la gestion du centre SITAV, mais il n'y a aucune relation entre le tir au vol, quand on a des pigeons qui se trouvent dans des cages pour le tir, et l'environnement.
Plutôt il s'agit de voir quelle est la sensibilité de l'homme envers les animaux de n'importe quelle espèce. Je dois vérifier que la sensibilité est un peu différente selon qu'on parle de la chasse, des pigeons ou d'autres animaux, pour la raison qu'il y a des Conseillers qui ont une attitude tout à fait différente selon qu'on parle d'un problème ou de l'autre. Je voudrais voir, lorsqu'il y aura la discussion sur la nouvelle loi sur la chasse, quelle sera l'attitude de certains prophètes que je vois ici, surtout très protectionnistes.
Je vois qu'ils ont une sensibilité toute particulière; je crois alors qu'il faudra faire auparavant un petit examen, en profitant des moyens très modernes que nous avons à l'hôpital. Avec l'écographie on peut voir les quatre parties du coeur de certains personnages qui sont dans le Conseil et pour savoir s'ils voteront sur la loi, autrement on n'a pas la possibilité de savoir préalablement quelle sera leur attitude.
Mais, si on parle du tir au pigeon, il faudra reprendre le discours sur la pêche dans les petits lacs. Et les pauvres poissons? Cette distinction est absurde! Il faudra revoir tout l'ensemble, il ne faut pas décider par secteurs. Si on a un problème de changement de sensibilité, il faudra tout revoir. Je répète, il n'y a pas de liens entre l'environnement et le tir au pigeon. Sans doute nous parlerons dans ce Conseil d'un autre point important: l'embranchement d'Aoste. C'est un problème urgent que nous voulons résoudre en tenant compte du territoire et du fait qu'il y a eu des morts, comme l'Assesseur nous a dit. Il faut sans doute réaliser cet ouvrage et, en tenant compte des difficultés, il devra être aussi parfait que possible. Compte tenu qu'il y a eu des Conseillers qui ont voté d'une certaine façon et après ils ont changé d'avis, je pense qu'il y a des raisons assez claires pour expliquer l'orientation d'un groupe qui maintenant a modifié ses idées, après avoir constaté certaines difficultés.
A ce propos, on a toujours eu une déclaration de la part des représentants de la Junte selon laquelle il y avait la nécessité de payer l'ouvrage avec les revenus du tir au pigeon. C'était une attitude commerciale qui tenait compte du fait qu'il y avait eu un engagement comme dépense assez lourd, comme le Conseiller Riccarand a rappelé et qu'il fallait, en tant qu'une bonne Administration, en revenir.
Maintenant, il y a des considérations qui peuvent être différentes; il faut quand même trouver la façon de bien faire rendre le tir au vol ou bien il faut trouver d'autres formes qu'on peut examiner et ensuite on pourra prévoir de changer les structures actuelles.
L'Assesseur Borbey a déjà dit que nous cherchons à voir quelle est la possibilité de changer certaines structures. Je ne voudrais pas que, chaque fois qu'on parle d'un argument, on accuse la Junte actuelle, ou les Juntes passées, ou les Juntes futures, en leur donnant des adresses différents selon l'attitude de chaque Conseiller. Je pense qu'on peut, très bien discuter, sans alléguer des prétextes pour les affirmations faites autrefois.
Le problème, comme il se présente aujourd'hui, est différent de comme il se présentait il y a 10 ans. Je ne pense pas que ce soit le cas de voir des changements d'avis ou un manque de cohérence: il est normal de changer son attitude quand on change pour des raisons valables surtout si l'on considère qu'il y a une structure qu'il faut payer. Il faut voir s'il est possible de mettre ensemble les deux exigences et, à ce propos, on a déjà dit que, de la part de la Junte, il y aura un engagement pour prévoir cette transformation.
Pour ces raisons, sur cette délibération, on s'abstiendra, en tenant compte des considération qu'on vient de présenter.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Torrione; ne ha facoltà.
TORRIONE (P.S.I.): Il Presidente della Giunta ha motivato le proprie decisioni. Si è liberi di votare o di astenersi, noi non abbiamo altre argomentazioni su questo problema in quanto abbiamo cercato di dire con molta franchezza tutto ciò che ritenevamo opportuno. Mi sembra strano però che la Giunta prima condivida lo spirito della mozione, dicendo che fra breve il campo di tiro al piccione non esisterà più, e poi assuma nei confronti di questa mozione un atteggiamento contrario: io non ho capito questo discorso.
L'Assessore Borbey dice: "Tutto è predisposto, si tratta di togliere quattro voliere e il campo di tiro al piccione non esisterà più". Come diceva il Vice Presidente del Consiglio Dolchi, esiste però il campo di tiro a volo. Allora io chiedo che difficoltà c'è a votare una mozione che dice di annullare il tiro al piccione, quando basta togliere quattro voliere e il campo di tiro al piattello è già pronto: è una domanda alla quale non sono riuscito a dare una risposta.
Diceva il Presidente della Giunta che il tiro al piccione non ha niente a che fare con la difesa dell'ambiente. Io non condivido questa sua affermazione, perché ritengo che si tratti di un'attitudine, di un modo di essere, dovendosi rispettare ciò che ci sta intorno per poter incidere sulla realtà. Altrimenti non si può dire: "Io sono contro la violenza in questo caso, e poi sono contro la violenza quando essa si rivolge nei confronti del territorio". La stessa attitudine mentale e culturale bisogna averla in un senso o nell'altro: non ci sono altre argomentazioni che tengano.
Noi diciamo che abbiamo condotto questa e che siamo coscienti di avere fatto uno sforzo in questo senso. Ringraziamo tutti coloro che, dentro quest'aula e fuori da quest'aula, hanno condiviso la nostra iniziativa. Se ringrazio i Consiglieri si dice che si Vuole speculare su coloro che si sono dichiarati a favore della mozione, mentre io dico solo che accomuno coloro che, all'interno e all'esterno di quest'aula, hanno voluto, o con una firma o attraverso un intervento, aiutare la nostra iniziativa.
Un'ultima considerazione: saranno quelli che tracceranno la storia di questo nostro consesso a dire se avevamo ragione noi o se avevano ragione gli altri. Ora abbiamo ragione tutti, solo che, quando si tratta di votare, la ragione sta sempre da una parte; non ho altro da aggiungere.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Tonino; ne ha facoltà.
TONINO (P.C.I.): Naturalmente dichiaro il nostro voto favorevole alla mozione; non condivido invece l'affermazione che ha fatto il Consigliere Torrione quando ha detto che il Presidente della Giunta ha argomentato bene la proposta di astenersi. In realtà la Giunta mantiene un vecchio atteggiamento che è difficile da eliminare, secondo il quale se l'iniziativa viene dai banchi dell'opposizione, normalmente è pericoloso approvarla, perché si rischia di dare spazio alla attività e alle iniziative dell'opposizione. Se non è così, non capisco perché la maggioranza non vota la mozione.
(......INTERRUZIONE......)
Anche l'intervento dell'Assessore Borbey era molto permeato da questo atteggiamento di fastidio per la raccolta delle firme, e anche di insofferenza verso le attività delle forze -politiche che sono all'opposizione.
Le stesse argomentazioni che ha addotto il Presidente della Giunta danno ragione al deliberato. Si tratta, ancora una volta, di un fatto di coerenza, ed è per questo che votiamo la mozione.
PRESIDENTE: Se nessuno chiede la parola per dichiarazione di voto, pongo in votazione l'oggetto n. 4.
ESITO DELLA VOTAZIONE
Presenti: 30
Favorevoli: 10
Astenuti: 20 (Beneforti, Bondaz, Bor-bey, Chabod, De Grandis, Faval, Fosson, Lanièce, Lanivi, Maquignaz, Marcoz, Martin, Perrin, Pollicini, Ricco, Rolando, Rollandin, Stevenin, Tamone, Voyat)
Il Consiglio non approva.