Trascrizione informale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 270 del 19 ottobre 1973 - Resoconto

OGGETTO N. 270/73 - Mozione: "Interventi in materia di urbanistica e di tutela del paesaggio". (Discussione)

Dolchi (Presidente) - Si tratta della mozione riguardante i provvedimenti per la salvaguardia del Castello di La Ruine in Comune di Morgex.

Ricordo al Consiglio che nel corso della discussione generale sono stati presentati due ordine del giorno, uno da parte dell'Assessore Milanesio e uno da parte del Gruppo della Democrazia Cristiana.

La discussione generale è quindi aperta sulla mozione mentre ancora non si è affrontata la discussione degli ordini del giorno presentati.

Sono iscritti a parlare dalla seduta del 10 ottobre al momento in cui abbiamo deciso di rinviare ad oggi il dibattito i Consiglieri Monami, Andrione, Manganoni e Bordon, a cui si aggiunge il Vice Presidente Chanu e altri se eventualmente chiedono la parola; il Consigliere Jorrioz, il Consigliere Caveri.

Allora sono iscritti a parlare, e se ce ne fossero altri sarei grato che lo comunicassero per poter avere un'idea del dibattito, i Consiglieri Monami, Manganoni, Bordon, Chanu, Jorrioz e Caveri, non ci sono altri? Possiamo dare inizio alla continuazione della discussione generale. La parola al Consigliere Monami.

Monami (PCI) - Ho chiesto la parola per dire che sarebbe opportuno che parlassero i colleghi che hanno richiesto il rinvio di quella discussione, perché non è escluso che dall'altra settimana a oggi siano maturate cose nuove attraverso le quali, conoscendole, possiamo ulteriormente dibattere il problema nel modo che noi riteniamo opportuno e sennò ricominciamo a pestare dell'acqua nel mortaio, dico al di là del caso specifico di La Ruine, c'è un discorso più generale che può comunque essere fatto, però che io voglio fare e completare, semmai noi intendiamo voler fare e completare alla luce degli ultimi sviluppi avvenuti sullo specifico caso da quando abbiamo sospeso la seduta ad oggi.

Dolchi (Presidente) - Io non ho niente in contrario di sovvertire anche l'ordine d'iscrizione delle... di quanti avevano chiesto la parola nella seduta scorsa, aveva chiesto la parola il Consigliere Bordon.

Bordon (DC) - ... meno. Volevo pregarla di volerci ridare l'ordine del giorno che noi avevamo presentato in quanto che lo ritiravamo perché ne avevamo concordato un altro che verrà presentato dopo.

Quindi volevamo ritirarlo, nient'altro, non so se era tempestivo l'intervento, se dovevo farlo dopo ma...

Caveri (UV) - Riallacciandomi a quello che aveva detto il Consigliere Monami e a quello che ha detto il Consigliere Bordon, e siccome il Gruppo consiliare democristiano ha ritirato il suo ordine del giorno, io volevo chiedere al Presidente del Consiglio, siccome noi come Gruppo dell'Union Valdôtaine presentiamo un ordine del giorno su questa questione, chiederei di poter presentare questo ordine del giorno in modo che eventualmente la discussione di quelli che sono già iscritti a ruolo possa svolgersi anche su questo nuovo ordine del giorno.

Allora io darei lettura.

"Il Consiglio regionale, dopo ampia discussione sulla situazione urbanistica della Regione, conscio della gravità e dell'urgenza del problema, impegna la Giunta regionale ad affidare alla Sezione Urbanistica l'incarico di:

1°) redigere

a) il piano regionale di urbanistica in collaborazione con la Sovrintendenza, Antichità e Belle Arti entro il 31 luglio 1975;

b) i piani delle zone di particolare interesse turistico entro il 31 luglio 1974 al fine di impedire ogni speculazione;

2°) controllare i piani regionali comunali per impedire che diventino strumenti di offesa al paesaggio;

invita il Presidente della Giunta nelle more necessarie all'adozione di provvedimenti predetti a porre l'urgenza i vincoli sulle zone particolarmente minacciate dalla speculazione.

Stabilisce che i documenti dell'Amministrazione regionale in materia di protezione del paesaggio o in materia di urbanistica siano sempre firmati oltre che dall'Assessore al Turismo anche dai rispettivi funzionari dirigenti.

Nomina una speciale Commissione consiliare di 7 membri di cui tre della minoranza per collaborare alla redazione degli strumenti predetti e per vigilare sull'esecuzione dei provvedimenti e degli atti su menzionati.

Il Presidente di tale Commissione dovrà fare una relazione bimestrale al Consiglio regionale.".

Nello stesso tempo modifichiamo il dispositivo della mozione per Morgex in questi termini: "a predisporre un piano particolare per zone di rilevante interesse turistico ai sensi della lettera g), art. 2, dello Statuto regionale in modo... circostante il Castello de La Ruine sia dichiarato inedificabile, non escludendosi un indennizzo ai proprietari".

Ecco, quindi presentiamo un ordine del giorno per la questione generale e cambiamo il dispositivo per la mozione per il caso particolare del Castello di La Ruine.

Dolchi (Presidente) - Sarei grato, Consigliere Caveri, se volesse dare gli originali in modo che si possano fare delle copie da distribuire ai Capi Gruppo in modo da rendere più agevole il dibattito potendo leggere i documenti.

Caveri (UV) - Senz'altro, naturalmente noi ci riserviamo di illustrare questi documenti dopo.

Dolchi (Presidente) - Allora è stato presentato un ordine del giorno da parte del Gruppo dell'Union Valdôtaine, se non vado errato, Gruppo dell'Union Valdôtaine e della Democrazia Cristiana.

Andrione (UV) - I firmatari della mozione...

Dolchi (Presidente) - Allora, i firmatari della mozione hanno presentato l'ordine del giorno testé letto dal Consigliere Caveri; si intende ritirato, come già ha precisato prima il Consigliere Bordon, l'ordine del giorno presentato nella seduta del 10 ottobre.

Caveri (UV) - Naturalmente, siccome il Consigliere Andrione ha detto i firmatari della mozione, chiedo di essere considerato come firmatario dell'ordine del giorno perché io non avevo firmato la mozione.

Dolchi (Presidente) - I firmatari della mozione più il Consigliere Caveri.

La parola al Vice Presidente Chanu.

Chanu (DP) - Riservandoci di illustrare al prosieguo, se sarà necessario, l'ordine del giorno che intendiamo presentare, darei lettura dell'ordine del giorno, appunto, che il Gruppo dei Democratici popolari intende sottoporre all'attenzione e all'approvazione dell'Assemblea.

"Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta

ritenuto che il piano urbanistico regionale è lo strumento più idoneo ed attualmente indispensabile per una efficace ed ordinata politica del territorio;

che tale piano deve essere accompagnato dalle norme legislative urbanistiche che ne precisino i contenuti e le modalità di attuazione al fine di garantire un ordinato e razionale sviluppo della Regione;

che il raggiungimento di questo obiettivo presuppone una urgente iniziativa del Consiglio regionale tesa alla tutela e alla salvaguardia del patrimonio paesaggistico della Regione, minacciato da interventi disordinati e dalla mancanza di adeguati strumenti di iniziativa regionale di controllo nonché dalla carenza di piani regolatori comunali

DELIBERA

a) di impegnare la Giunta a presentare con sollecitudine al Consiglio un disegno di legge regionale a tutela del paesaggio;

b) di impegnare la Giunta a predisporre il piano urbanistico regionale e le relative norme;

c) di costituire una Commissione consiliare speciale formata da un rappresentante di ogni Gruppo consiliare avente il compito di affiancare la Giunta nella predisposizione del piano e delle norme di cui alla lettera precedente".

Una parentesi soltanto per quello che riguarda la modificazione della mozione, evidentemente sotto questo profilo riteniamo che la cosa sia oggetto di particolare attenzione, possa essere vista e discussa sotto un profilo e sotto delle prospettive diverse rispetto a quella che era la parte deliberativa della mozione presentata in precedenza che non ci trovava d'accordo.

Dolchi (Presidente) - Allora, anche questo ordine del giorno presentato a nome del Gruppo dei Democratici popolari verrà fotocopiato e consegnato ai Capi Gruppo.

Caveri (UV) - Volevo fare, anche se non l'ho letto però ho ascoltato attentamente la lettura da parte del Consigliere Chanu, volevo fare in un certo qual modo un parallelo tra... un confronto tra l'ordine del giorno presentato dal Gruppo demopopolare e l'ordine del giorno presentato dai firmatari della mozione, cioè Consiglieri dell'Union valdôtaine e Consiglieri della Democrazia cristiana, e dal Rassemblement e dal PSDI perché non so bene quali sono i firmatari.

Dunque, volevo dire, mi sembra che da un confronto dei due ordini del giorno risulta che l'ordine del giorno dei demopopolari tratta soltanto due questiono e cioè la questione del piano regionale di urbanistica e la questione della Commissione consiliare che dovrebbe essere eletta dal Consiglio, concordata dal Consiglio per seguire l'attività amministrativa in materia di protezione del paesaggio, in materia di urbanistica.

Vedo che l'Avvocato Chanu mi fa un segno di diniego, non è così? Io mi riservo allora di prendere la parola quando avrò letto meglio, quando l'avrò letto perché non l'ho ancora letto l'ordine del giorno dei demopopolari, però se vuol dire...

Chanu (DP) - Volevo soltanto precisarle che c'è un punto in più, non si parla solo di legge urbanistica o di piano urbanistico regionale ma, quello che più è importante, si parla di legge regionale a tutela del paesaggio che è un'altra cosa, ben diversa, ed è tutta diversa perché è proprio attraverso quella legge che si possono creare i vincoli nelle determinate zone di particolare interesse dando una certa razionalità, così né più né meno come si fa in Trentino Alto-Adige e in Provincia di Trento.

Caveri (UV) - Sono d'accordo sulla prima parte che ha detto lei, dove ha precisato la questione della legge urbanistica, ne prendo atto, non sono d'accordo con la seconda parte per quello che dirò dopo.

A noi sembra che, non perché crediamo di essere più furbi di voi, ma a noi sembra che l'ordine del giorno nostro sia più completo, perché il nostro ordine del giorno prevede che cosa? Prevede il piano regionale di urbanistica che dovrebbe essere redatto in primo luogo dalla sezione urbanistica salvo poi passare, affrontare tutte le approvazioni della Giunta, del Consiglio, ecc. Poi un'altra cosa diversa, che mi pare che non sia prevista dal vostro ordine del giorno, e cioè i piani delle zone di particolare interesse turistico che sono un'altra cosa e che devono pure essere fatti in più del piano regionale di urbanistica.

Riteniamo che sia necessario richiamare la Giunta sulla necessità di controllare i piani regionali perché troppe volte questi piani, comunali volevo dire, i piani comunali è necessario che siano controllati perché troppe volte questi piani regolatori comunali sono stati uno strumento, sono stati uno strumento di offesa al paesaggio.

Ne potrei fare degli esempi, ma gli esempi sono conosciuti. E poi il nostro ordine del giorno prevede una cosa importante e non prevista nell'ordine del giorno vostro e cioè ricorda la competenza del Presidente della Giunta per stabilire vincoli là in determinate zone che siano particolarmente minacciate da speculazioni e tutto ciò rientra nella difesa del paesaggio.

Questa è una competenza che non è né della Giunta né dell'Assessore al Turismo, né del Sovrintendente, né del Direttore della Sezione Urbanistica, ma è una competenza del Presidente della Giunta e se il Presidente della Giunta non fa queste cose, non pone questi vincoli, manca a un suo preciso dovere.

Il nostro ordine del giorno poi, siccome noi siano a conoscenza del fatto che da circa sei mesi molte lettere partono dall'Assessorato al Turismo con la sola firma dell'Assessore al turismo, noi diciamo che questi documenti debbono essere firmati oltre che dall'Assessore al Turismo, a seconda delle competenze, devono essere firmati anche dal Sovrintendente alle Antichità e Belle Arti, oppure in materia urbanistica devono essere firmati dal funzionario che dirige la sezione di urbanistica ed è per questo che noi diciamo che i documenti dell'Amministrazione reginale in materia di protezione del paesaggio e in materia di urbanistica siano sempre firmati oltre che dall'Assessore al Turismo anche dai rispettivi funzionari dirigenti. Poi c'è l'argomento della Commissione consiliare che è previsto pure dal vostro ordine del giorno.

Quindi a noi sembra che il nostro ordine del giorno sia più completo e consideri tutte le competenze, consideri tutti gli organi che sono competenti a statuire in questa materia, per cui noi insistiamo a che questo ordine del giorno sia discusso e sia approvato dal Consiglio.

Dolchi (Presidente) - Allora, ricapitolando, sono attualmente all'attenzione del Consiglio l'ordine del giorno presentato dall'Assessore Milanesio, l'ordine del giorno presentato dal Gruppo dell'Union valdôtaine, cioè più precisamente dai Gruppi firmatari della mozione per La Ruine e l'ordine del giorno presentato dal Gruppo dei Democratici popolari.

Sulla discussione generale della mozione e su questi ordini del giorno che ampliano, come è già stato detto, il contenuto stesso, cioè gli obiettivi della mozione, io darei la parola in ordine come erano prima. La parola al Consigliere Andrione allora.

Andrione (UV) - No, ma io vorrei chiedere al Presidente del Consiglio se non ritiene opportuno ordinare la discussione, cioè, se io ho capito bene quanto ha detto il Vice Presidente Chanu, ci sarebbe una disponibilità a una discussione, se ho capito bene, sulla modifica, sull'invito che noi avevamo fatto modificando il deliberato della mozione primitiva e questo potrebbe essere un primo passo. Dopo di che vi sono in discussione tre ordini del giorno, però mi sembra che dovremmo procedere con un certo ordine e non mescolare le due cose a meno che non si voglia fare una discussione generica che poi però ci obbligherà per forza di cose, che potremo anche chiedere adesso, a una sospensione per confrontare i diversi punti di vista, i diversi ordini del giorno per vedere se si può arrivare a una soluzione che sia accolta da tutto il Consiglio.

Io non so, sono solo delle proposte che faccio.

Dolchi (Presidente) - Io sono perfettamente d'accordo con il Consigliere Andrione, se il Consiglio, cosa però che non mi sembrava che fosse così acquisita nella seduta scorsa, è dell'avviso di concludere la discussione generale sulla mozione, tenendo conto anche delle eventuali possibilità di concordare il nuovo dispositivo della mozione e discutere poi gli ordini del giorno, così come prescrive l'articolo 61 del Regolamento, perché siano messi poi in votazione, comunque sempre prima della mozione, se il Consiglio è d'accordo su questo modo di procedere che rispecchia anche le norme del Regolamento, io sono perfettamente d'accordo, mi sembra che in questo modo daremmo più organicità alla discussione.

Manganoni (P.C.I.) - ... che gli ordini del giorno, anziché darne uno per Capo Gruppo che poi se li deve far passare e non si possono esaminare bene, ne dia uno per Consigliere.

Dolchi (Presidente) - Si può anche fare, il motivo è della tempestività di darli prima uno per ogni Capo Gruppo, poi successivamente ne daremo anche uno per ogni Consigliere.

Allora siamo d'accordo, la Presidenza è d'accordo mi sembra sulla proposta del Consigliere Andrione.

Concludiamo anche con proposte di emendamento all'emendamento proposto dal Consigliere Caveri che già modifica il testo primitivo del dispositivo della mozione di chiudere la discussione generale sulla mozione, così come prescrive il Regolamento, e dopo passare alla discussione generale dei singoli ordini del giorno presentati. Se siete d'accordo in questo senso, darei la parola al Presidente della Giunta.

Dujany (DP) - Io vorrei intervenire, dare spiegazioni del nostro ordine del giorno.

Dolchi (Presidente) - No, allora dopo, ecco io chiederei di parlare sulla proposta di procedere dei nostri lavori che si sembra anche quella più aderente alle norme di Regolamento.

La parola al Vice Presidente Chanu.

Chanu (DP) - Io certamente sono dell'idea che conviene ordinare la discussione, nello stesso tempo però ritengo che quanto io ho detto e cioè che effettivamente il contenuto, la parte conclusiva della mozione, essendo modificata, poteva essere vista sotto una diversa luce, deve però essere interpretato in questo senso, possiamo sotto questo ulteriore profilo procedere ad un esame diciamo particolare, a una verifica e del contenuto della mozione e del contenuto degli ordini del giorno a livello di capi Gruppo perché effettivamente non ritengo si possa sceverare il particolare dal generale e cercare di arrivare con una mozione, un ordine del giorno conclusivo comune che investa tutti i problemi.

In questo senso, io riterrei che si possa procedere perché effettivamente non so, sulla mozione noi siamo disponibili a discutere, però è naturale che questa debba essere vista anche alla luce di quelli che sono gli ordini del giorno, perché il problema di Morgex, soprattutto adesso che ha in un certo senso perso parte della sua urgenza e drammaticità, deve essere visto sì come problema di Morgex, ma deve essere visto soprattutto come problema più generale. Per cui io credo che trovandoci, concordando una mozione, un odine del giorno conclusivo che investa, se vogliamo, anche il problema di Morgex, ma investa comunque il problema generale, si potrebbe arrivare certamente con maggiore abilità a una definizione conclusiva di tutto l'insieme.

Questo è il mio parere personale, poi...

Dolchi (Presidente) - Proponi di discutere sempre tutto...

Chanu (DP) - Ma io direi, sarebbe forse auspicabile proprio in questo momento, prima di arrivare magari dopo esserci scervellati e aver fatto sfoggio di eloquenza gli uni e gli altri, arrivare forse a quello che poteva essere la possibilità più concreta, cioè trovarci, riunire i Capi Gruppo e vedere se è possibile sulla base degli ordini del giorno presentati, dando evidentemente salvo che il Presidente della Giunta non ritenga di darle adesso quelle spiegazioni illustrative del nostro ordine del giorno che sono state un po' superficialmente criticate dal Consigliere Caveri, arrivare poi a una conclusione.

Dolchi (Presidente) - Ecco, io mi permetterei di insistere, scusate se cerchiamo di perdere su una questione puramente procedurale tanto tempo, mi permetterei di insistere sulla mia primitiva proposta di discutere il tutto anche forse se corriamo il rischio, come accennava il Consigliere Andrione, di essere generici perché vi ricordo che se chiudiamo la discussione generale sulla mozione, poi sugli ordini del giorno possono parlare solamente uno per gruppo al massimo dieci minuti, non è che la Presidenza intenda applicare rigidamente il Regolamento soprattutto quando si tratta di un argomento così importante come quello che oggi discutiamo, però forse se ciascuno esprime il proprio punto di vista e sulla mozione, cioè sul particolare, e sugli ordini del giorno, cioè sul generale della materia, io penso che un passo in avanti lo potremmo fare e arrivare forse con maggiore chiarezza di idee alla sospensione che sarà forse indispensabile se si cerca, se si vorrà cercare una soluzione concordata per gli ordini del giorno e per la mozione stessa.

Quindi la proposta, come Presidente, è quella di continuare la discussione generale, abbinando nella discussione generale sia la mozione che gli ordini del giorno che sono stati presentati.

Siamo d'accordo su questa procedura, mi sembra la più... Consigliere Caveri su questa proposta.

Caveri (UV) - Sì, io concordo più con quello che ha detto un momento fa il Presidente Dolchi che con quanto ha detto un momento fa il Consigliere Chanu, pur essendo parzialmente d'accordo con quello che ha detto il Consigliere Chanu.

Vorrei però che rimanessero ben determinati i punti seguenti: e cioè tutto ciò che si riferisce alla mozione deve essere tenuto distinto dai vari ordini del giorno perché, perché la mozione riguarda il fatto di Morgex, mi permetto di dire tra parentesi che non concordo con quanto ha detto il Consigliere Chanu un momento fa e cioè che la questione di Morgex ha perso la sua drammaticità.

Non siamo d'accordo con questa valutazione perché in realtà noi ci siamo trovati, per i fatti di Morgex, davanti a un vuoto politico e amministrativo che è stato riempito dalla Magistratura. Quindi, se c'è stato questo intervento della Magistratura, questo intervento semmai sottolinea le responsabilità in campo politico e in campo amministrativo.

Ma lasciamo stare questo che può sembrare uno spunto polemico e veniamo alla questione procedurale, secondo noi la mozione deve essere nettamente tenuta distinta dall'ordine degli ordini del giorno perché gli ordini del giorno riguardano tutta la questione generale.

Per quanto riguarda quanto ha detto il Presidente Dolchi, io sono d'accordo con quanto ha detto e cioè che deve continuare la discussione generale dopo lo scambio di vedute tra i Capi Gruppo, deve continuare la discussione generale sia sulla mozione sia sugli ordini del giorno perché se ci chiudesse la discussione generale allora il dibattito verrebbe strangolato e verrebbe annullato. Quindi su questo punto perfettamente d'accordo.

Dolchi (Presidente) - Allora abbandoniamo questa questione, mi sembra che abbiamo oramai concordato sul fatto che la discussione è ampia, affronta sia il dispositivo della mozione, sia gli ordini del giorno presentati, questo per una interpretazione molto estensiva di quello che è il regolamento dei nostri lavori e che poi alla resa dei conti vedremo come, in modo preciso e particolare, poter puntualizzare nella votazione del dispositivo della mozione e degli ordini del giorno il pensieri dei vari Gruppi in questo Consiglio regionale.

Allora sono iscritti a parlare, se ancora lo ritengono, i Consiglieri Monami, Manganoni, Bordon, Jorrioz, Milanesio. Mi sembra che Monami avesse detto...

La parola al Consigliere Manganoni.

Manganoni (PCI) - Va bene, io ho l'impressione, la volta scorsa abbiamo sospeso il Consiglio dicendo, anzi mi pare che sia da parte di Bordon che ha detto, questa discussione si protrarrà ancora per delle ore perché ognuno di noi ha il diritto ed anche il dovere di esprimersi su un argomento di tale importanza e si è detto chi è iscritto per la prossima volta e se ne aggiungeranno altri.

Allora io, non avendo ancora quegli ordini del giorno su cui pronunciarmi, però mi pronuncio sulla questione generale, cioè proseguo la discussione che avevo iniziato nel passato Consiglio.

Io non voglio trattare specificatamente il problema di La Ruine di Morgex, perché a Morgex non c'è solo il grave problema di La Ruine ma io penso che gli altri condominii che hanno costruito a destra andando su dalla strada si possono mettere sul livello di quello di L Ruine di Morgex. È vero che non sono dei cubi, che gli hanno fatto il tetto a due falde, però sono un pugno in un occhio. Quindi, ecco, fatti a barca che andrebbero bene magari a Bengasi dove c'è il mare, ma qui il mare non l'abbiamo e allora, dicevo, il problema investe non solo tutta Morgex ma investe la Valle. Io qui non vi voglio elencare, girate per la Valle, guardate gli altri Comuni dove sorgono degli orrori come a Morgex.

Quindi bisogna assolutamente mettere un alt, tutta la Valle non solo Morgex. Quindi, d'accordo la sua mozione per La Ruine, ma oggi dobbiamo affrontare il problema generale urbanistico del massacro del paesaggio che avviene in tutta la Valle d'Aosta.

Ora vi dirò, nel corso di quest'estate ho visitato le Valli di Lanzo e le Valli di Susa, ebbene, nelle Valli di Lanzo, nelle Vali di Susa non ci sono dei condominii, hanno costruito, sì, ma delle casette piccole in mezzo al verde che si sono inserite, diciamo, nella cornice, ma non ci sono condominii.

Non vi parlo del Lago d'Orta dove, anche lì, si è tutelato il paesaggio, altri laghi di Lugano che ho visitato quest'estate dove non vi sono gli orrendi condominii che ci sono in Valle d'Aosta.

Ora io mi chiedo, se in quelle zone, dove non c'è lo Statuto speciale che ci dà potestà normativa in fatto di urbanistica, sono riusciti a tutelare il loro paesaggio ed evitarne lo scempio, perché noi in Valle d'Aosta con uno Statuto speciale che ci dà potestà normativa in fatto di urbanistica, noi non abbiamo fatto niente e assistiamo a quello che avviene in Valle d'Aosta?

Ebbene qui forse la responsabilità è un po' di tutto il Consiglio perché si può anche avere l'impressione che non ci sia molta buona volontà. Io vi cito dei dati, dei fatti, bozza della legge urbanistica regionale presentata al Consiglio nel 1968, quindi 5 anni fa, già distribuita ai Consiglieri, il Presidente della Giunta all'ultimo momento la ritirata, l'allora Presidente della Giunta, e dice che deve essere ancora esaminata dalla Commissione pertanto non ne discutiamo oggi, passiamo alla Commissione ne discuteremo poi.

Sono passati dicevo 5 anni, io non so la fine che ha fatto questa bozza di legge urbanistica, a quale Commissione è stata passata, non se n'è parlato più. Quindi vuol dire che non c'era molta buona volontà di mandarla avanti.

Centri abitati: ora noi sappiamo che uno dei guai di questo massacro che avviene in Valle è l'enorme estensione di certi centri abitati di certi Comuni.

Ebbene, la Giunta forse ha esaminato le delibere dei Comuni che stabilivano, delimitavano i centri abitati? No, ha lasciato decorrere i 60 giorni, le delibere sono passate per decorrenza di termini e tutte le proposte dei Comuni sono state avallate per decorrenza di termini. Ora, mentre alcuni Comuni hanno limitato i centri abitati, altri hanno esteso il centro abitato a quasi tutto il territorio del Comune e anche qui responsabilità non di questa Giunta, sia chiaro, ma della Giunta di allora.

Piani regolatori comunali, è da anni che noi sosteniamo la necessità di sostenere, di accelerare, di approvarli modificandoli, correggendoli, però io, a me risulta, vorrei che l'Assessore ci dicesse qualcosa in quel campo, ho l'impressione che i piani comunali stanno ancora riposando, non sui tavoli dell'Amministrazione regionale.

La bozza di piano urbanistico che era stata presentata dalla Giunta, ebbene com'è stata accolta dal Consiglio, da parte di diversi Gruppi che non l'hanno discussa, non l'hanno criticata, non sono intervenuti criticando, facendo delle proposte costruttive, sono state respinte in blocco come per dire questo è uno schifo e non va neanche discusso.

E chi era presente in quella discussione, i nuovi Consiglieri forse no, ma e lo ricorderanno ed allora non è in questo modo che si contribuisce ad elaborare degli strumenti urbanistici, cioè respingendo in blocco senza neanche discuterne.

Ed allora, tutto questo denota che fino adesso non...l'Amministrazione regionale, il Consiglio regionale... non 'è stata la volontà, non parlo poi della Giunta che è la prima responsabile, ora noi... con questa carenza di provvedimenti è tutto lecito, la speculazione, non solo, ma noi in certi casi ci facciamo anche complici, perché diciamocele le cose come sono, l'Alpila, chi l'ha varata? L'ha varata il Consiglio regionale, l'Amministrazione regionale, quelli è un altro sconcio, quindi non solo il Consiglio non aveva la volontà di opporsi, ma nel caso dell'Alpila l'ha addirittura favorita, approvando e finanziando anche con un certo numero di miliardi.

Mentre gli speculatori possono fare quello che vogliono in Valle d'Aosta, al piccolo proprietario, al montanaro, al contadino, tutto è negato, si infierisce contro il piccolo perché se quello vuole costruirsi, ripararsi la vecchia casa che sta crollando gli si trovano un sacco di difficoltà, di vincoli, centri storici, che so io, in modo che quello non po' ripararsi la casa ed allora è anche comprensibile la reazione da parte di uno strato della popolazione locale, perché dice: a me non mi si permette di riparare la vecchia casa, agli speculatori, a quelli è lecito massacrare, costruire dei condominii immensi che massacrano tutto.

Ora, non solo, ma questi nostri villaggi che noi diciamo di voler tutelare con questi vincoli che noi applichiamo ai villaggi, alle nostre frazioni, al piccolo contadino e non allo speculatore, noi manderemo tutto in rovina e molti villaggi già lo sono oggi dei ruderi perché tutto crolla, perché l'abitante, il proprietario di quella casa deve abbandonarla perché gli si impedisce la modifica, la sistemazione la riparazione ed allor deve abbandonarla o se ne va altrove o deve costruirsi un'altra casa nuova.

E questo spiega anche il perché alcuni proprietari hanno la fregola di vendere, come si diceva, come l'ha detto qualche Consigliere del passato Consiglio, perché se gli lasciano riparare la vecchia casa devono costruirne una nuova, per costruirne una nuova ci vogliono i quattrini e dove li trovo, vendo un pezzo di terreno e alle volte, molto spesso, questi vincoli eccessivi, ingiustificati che sono posti e che impediscono la riparazione della vecchia casa impongono al proprietario di vendere dei terreni per farsi altrove una casa nuova.

Ora io vorrei ricordarvi che i primi di ottobre a Milano c'è stato un convegno "Difesa delle alpi". Ebbene, da questo convegno è risultato questo: che fra i pericoli che minacciano le zone alpine, spopolamento, degradazione idrologica, deturpazione del paesaggio, inquinamento, ecc. ecc., e la necessità di una politica de l'environnement, è stato sottolineato che, mentre nel passato, ed ancora oggi, molte persone vedono nel turismo il solo rimedio efficiente per risollevare l'agonizzante economia montana, lo sviluppo turistico come viene visto oggi in questa società consumistica può costituire un grave pericolo, per la colonizzazione. Speculatori di tutte le risme, acquistano per un pugno di libre svalutate grandi estensioni di terreno, prendono i rilevanti vantaggi a totale danno delle popolazioni locali che da proprietari si trasformeranno in colonizzati.

Ora, bisogna anche tenere presente un fatto, oltre la sete di guadagno degli speculatori vi è un altro fattore che spinge all'acquisto, alla costruzione di case. Dobbiamo anche tenere presente che nelle città la maggior parte degli uomini vive e lavora in ambienti artificiali ed inquinati e per logica reazione sente la necessità di periodici contatti con la natura. Ecco la ricerca della seconda casa, quali poi anche quelli sono... il proprietario che vende è vittima della speculazione, il cittadino che acquista l'alloggio nel condominio è la seconda vittima della speculazione. Quindi entrambi vittime.

Ora, non solo, ma le comunità locali oltre ad essere espropriate pagano anche, pagano la costruzione delle infrastrutture perché si costruiscono questi enormi condomini, però le infrastrutture, le fognature, l'acquedotto, i piazzali ecc. sgombro neve, chi paga, è ancora la collettività montana che oltre ad essere espropriata paga le infrastrutture e, ne ho accennato prima lo ripeto, l'Alpila insegna dove i Comuni e la Regione si sono assunte la costruzione della infrastrutture, la Regione e il Comune la gestione e la manutenzione, il Comune di Charvensod.

Ora io penso che si debba provvedere subito energicamente, avvalendoci anche delle norme previste dal nostro Statuto.

Ora, io non posso parlare degli ordini del giorno che hanno letto adesso, ne hanno dato lettura, non ho visto copia, comunque quello che è stato ritirato, non voglio entrare nel merito perché lasciava esattamente il tempo che trovava, raccomandava di far presto la legge urbanistica e il piano urbanistico regionale e questo l'ho detto prima, lo stiamo ripetendo da anni in questa sede, però, però, siamo al punto in cui siamo.

È vero, però, se noi continuiamo solamente a ripeterlo e poi non concludiamo, io penso che ci vogliono dei provvedimenti più energici perché se noi aspettiamo la legge urbanistica regionale e il piano urbanistico regionale, ebbene, non so, passeranno ancora tanti mesi e in questi mesi continueranno a massacrare e a deturpare il paesaggio.

Allora, per fare cessare questo sviluppo disordinato non controllato di queste costruzioni, per mettere un alt, no, a questo massacro, a questa colonizzazione, perché di fatto è una colonizzazione, io direi, ci vogliono dei provvedimenti urgenti e anche drastici ed energici.

Noi ci possiamo avvalere di queste nostre potestà normative, per esempio, facendo una legge transitoria che nei Comuni che non hanno i piani regolatori metta dei vincoli rigidissimi, nelle zone naturalmente centri abitati, perché fuori dai centri abitati siamo 003 quindi siamo tranquilli.

In attesa dei piani regolatori la Regione con una legge, avvalendosi della sua potestà normativa concessa dallo Statuto, possa, anche con una legge transitoria come dicevo, frenare, limitare le costruzioni in attesa del piano regolatore in modo che tutti i Comuni siano spinti ad approvare presto il piano regolatore.

Ora, un Consigliere che mi ha preceduto ha detto: "i piani regolatori in certi casi costituiscono anche uno strumento per massacrare il paesaggio", questo è anche vero, però i piani regolatori vengono approvati dalla Giunta ed allora, io qui, non vorrei che la Giunta pensasse che io parto, lancio... contro la Giunta, se certi piani regolatori costituiscono uno strumento che favorisca la speculazione, ebbene prima questi piani regolatori, anzitutto, invece di tenerli mesi e mesi, appena arrivano esaminiamoli e, se effettivamente costituiscono questo pericolo, tagliamoli, raddrizziamoli, facciamo in modo che questi strumenti non permettano più la speculazione urbanistica.

Quindi noi abbiamo queste due possibilità, dove i Comuni hanno i piani regolatori la Giunta li veda, questi piani regolatori, e li aggiorni e li faccia in modo che non si prestino a speculazione; i Comuni che non hanno uno strumento urbanistico, piano regolatore o piano di fabbricazione, facciamo una legge regionale transitoria che limiti, no, queste costruzioni, questi abusi, li limiti in quel periodo che decorre fino all'approvazione del piano regolatore, del piano di fabbricazione, io penso che in questo modo noi potremo limitare, anzi impedire ancora la speculazione, però bisogna che il Consiglio abbia il coraggio, la Giunta, la Commissione, si parlava di Commissione, ecc., di proporlo, di studiarlo, ma presto, non passare ancora mesi e mesi come certe Commissioni investite di certi problemi, dopo mesi e mesi devono ancora finire di studiarli, che studino e che portino in Consiglio queste proposte e che poi il Consiglio modifichi, accetti, però alla fine approvi, decida, vero, e approvi uno strumento che limiti, che freni queste speculazioni.

Io penso che solo così noi potremo effettivamente mettere un alt, ma se noi aspettiamo di avere una legge urbanistica che dicevo prima, non so la fine che ha fatto cinque anni fa, il piano urbanistico che ne sappiamo qualche cosa, qui passeranno altri mesi e altri anni, noi continueremo a fare dei bei discorsi e però la speculazione continuerà.

Io finisco dicendovi questo, si dice i turisti inglesi, leggevo sui giornali che ritornando in Inghilterra dicono ai loro compatrioti "visitate presto l'Italia prima che gli italiani l'abbiano distrutta". Io penso che noi possiamo dire "visitate presto la Valle d'Aosta prima che l'abbiamo distrutta e colonizzata". Questo però dipende da noi.

Bordon (DC) - È indubbio che nel prendere la parola affiorino quelle perplessità e dei timori perché il timore è quello, per esempio, di non essere sufficientemente coerente, di perdersi in mezzo a tutto questo materiale che attraverso due sedute ci è stato portato qui davanti. L'altro timore è quello, per esempio, di ripetere quello che già altri che mi hanno preceduto, ripetere anche, forse male, quello che gli altri hanno detto bene, perché è indubbio che questo si verificherà perché, se non sbaglio, nella seduta precedente abbiamo parlato almeno sei ore di questo problema, se non sbaglio dalle quattro e mezza fino alle dieci e mezza/undici.

Oggi lo riprendiamo e non c'è da stupirsi che ci sia stato quel piccolo perditempo iniziale sulla procedura, in quanto che lo avevamo anche previsto al momento dell'interruzione, l'avevamo detto... Io ringrazio l'amico Manganoni di aver voluto ripetere alcune parole mie dicendo che era logico che ognuno di noi volesse intervenire in questo campo e naturalmente mi permetto di ricordare ancora qui, questa sera, quello che avevo detto allora...

Avevo detto: un certo momento noi vediamo o abbiamo visto che siamo partiti con una mozione ben precisa che riguardava un caso singolo, che era quello di La Ruine di Morgex e dove eravamo andati a finire? Eravamo andati a finire, logicamente, nel generale, perché non si poteva scappare da lì, era logico, lo ha ripetuto anche Manganoni in questo momento, e quindi noi siamo d'accordo, in campo generale si doveva affrontare questo problema, ma io mi ricordo di aver adoperato, quella sera, una parola che sembrava grossa, dicevo che il generale stava fagocitando il particolare, ora io vi dico che sono d'accordo a lasciare che il generale abbia a fagocitare il particolare, perché io ringrazio i promotori, l'ho firmata anch'io questo mozione, ma non è tutta farina del mio sacco, quindi ringrazio Andrione dell'Union Valdôtaine che ci ha sottoposto quella mozione perché, se per caso non fosse venuta fuori quella mozione di La Ruine, io lascio chiedere a voi che cosa avremo fatto oggi qui, né l'altra seduta né questa noi avremmo indubbiamente parlato di Morgex anche se, passando sulla strada di Morgex, tutti noi ci siamo sempre chiesti che era una porcheria quella che stava venendo fuori, ma nessuno sarebbe intervenuto e nessuno avrebbe detto niente.

Abbiamo dovuto firmare, abbiamo dovuto seguire le orme di questo nostro Andrione per poter avere, innanzitutto, l'Assessore al Turismo che sospenda i lavori e che, a un certo momento, produce che l'impresario venga e, dicevo, forse bisognerà fargli un monumento perché dice io vengo a dirvi che sono pronto a ridurre questa costruzione.

Quindi ringrazio questo particolare che ci ha portato nel generale.

Ora io vorrei anche e mi piacerebbe, non ne ho mai avuto l'hobby, anche negli anni scorsi noi affidavamo sempre, noi della Democrazia Cristiana, a uno o due che avevano particolari competenze, che avevano desiderio di perfezionarsi in questo campo perché per me è sempre stato un campo veramente ostico e vi garantisco che piacerebbe anche a me presentarmi qui questa sera come ho sentito fare dai miei colleghi molto più competenti e preparati di me, sentire citare la legge 29 giungo 1939, n. 1497, la legge 11giugno 1922 n. 778, la legge 765, cose che noi abbiamo già sentito dire qui dentro da anni, anni e anni lasciando, però, sempre le cose al punto in cui si trovavano.

E allora, che cosa dobbiamo innanzitutto dire, bisogna innanzitutto dire che tutti quelli che sono stati in Giunta, Presidenti, Assessori quando c'era una mozione un po' ostica veniva fuori una battuta, una mozione che non vogliamo votare, sarebbe bene di presentare un ordine del giorno, questa è la verità, immaginatevi, qui, addirittura, qui avevamo quattro ordini del giorno, quindi con questo voleva dire che si seppellisce tutto, si fa un bellissimo ordine del giorno come ne abbiamo già fatti tanti, specialmente in questa occasione, e ciao ninetta, passano i mesi e gli anni e non se ne parla più. Ecco perché noi abbiamo ritirato il nostro ordine del giorno, che poteva anche essere incompleto, ma che poteva soltanto essere motivo di discussione per una modificazione e quindi noi siamo contenti che vangano fuori questi ordini del giorno, siamo d'accordo con quello dell'Union Valdôtaine che riteniamo il più completo di tutti, non eravamo certamente d'accordo sull'ordine del giorno dell'Assessore Milanesio presentato allora, perché io non sono qui né per fare delle critiche, si critiche un po', non sono qui per fare delle polemiche: perché non era altro che l'autodifesa dell'Assessore competente che viene fuori con un lunghissimo ordine del giorno dove quasi quasi fa un'autocritica e dice: riconosco che abbiamo avuto i torti, ma li abbiamo avuti tutti in Consiglio questo torti.

Io mi ricordo che l'ho già richiamato all'ordine, sculacciandolo, il nuovo Consigliere Borbey che si è permesso di dire che ancora un po' sulla relazione di Milanesio si stava addormentando.

Questo non succeda mai più perché è segno di mancanza di rispetto verso questo Assessore che naturalmente ce l'ha già raccontata tante volte su questi piani regolatori, su questa materia, che però le cose sono, come ho detto prima, sempre rimaste al punto in cui erano.

E allora io non voglio, anzi io desidero che rimanga il problema in campo generale e anche quello particolare, però io vorrei fare una grossa distinzione in quanto che io, come vi ho detto, io non voglio entrare in merito alle leggi o non leggi, io voglio soltanto venire qui dentro a portare la voce che ho sentito diversi mesi fa, diversi anni or sono, l'ho sentito ieri ancora come oggi per dirvi: ma scusate un po', noi ogni tanto sentiamo, e l'interruzione dell'altro giorno certamente non facilita questo mio, questa mia esposizione, perché voi capite perfettamente che gli interventi precedenti sono sempre la pedana di lancio per continuare, io tutt'al più posso riallacciarmi oggi a quello che ha detto Manganoni, servendomi di quello come pedana di lancio.

E che cosa devo dire, io sono veramente stupito, ripetiamo sempre le stesse cose, ripetiamo sempre le stesse cose perché io vi dico che il Signore Pinco Pallino di Arvier e potrei fare il nome perché sono intervenuto con l'Assessore Milanesio, l'Assessore Milanesio gentilmente ha scritto una lettera, ha dato soddisfazione ecc., ma tanti mesi or sono, per non dire un anno o due fa, venne e mi disse: io ho mille quadrati di terreno in Arvier, mi voglio fare una casetta, non la posso fare, ho ricevuto questa lettera che non capisco, una lettera anche per me profano in materia, difficile, mi sono rivolto ad altri più intelligenti, più competenti di me e ho chiesto a queste persone che cosa vuol dire questo, è semplicissimo, dice, guarda tu da solo la casa non la puoi fare, se fai un comprensorio quindi la puoi costruire insieme a altri. In poche parole, se tu fai un piccolo condominio o un grande condominio lo puoi fare.

Questo perché, perché è logico, c'è un articolo della legge ponte, della 765, una volta tanto la ricordo, che dice: bisogna fare le strutture pubbliche, i lavori pubblici, fognature ecc. Quindi non è possibile che il Comune le faccia tutte dislocate così. Però questo noi andiamo contro lo spirito di quello che vogliamo noi in Valle d'Aosta.

E allora ci si dice, ma questa legge in campo nazionale è quella che ci permette di fare qualche cosa, e allora sentiamo degli interventi giusti, santi interventi come quello dell'amico Manganoni, col quale condividiamo queste battaglie da tanti anni, che dice: ma il povero privato non può fare niente e lo speculatore riesce a fare, ma siamo proprio d'accordo, però io non mi fermo lì, non mi serve niente questo, il venirmi a dire che ci sono 37 imprese che in Valle d'Aosta hanno cercato di fare della speculazione. Io vi chiedo scusa, sarò molto molto materialista, ma a degli impresari che hanno sempre fatto gli imprenditori edili, che hanno sempre fatto il lavoro di costruire delle case per vendere gli alloggi costruendoli magari a 100 mila lire al metro quadrato e vendendoli a 300 mila, ma è la loro attività, noi facciamo altre attività, voi anche, quindi questo è il loro compito, ma io dove non vado d'accordo è che noi, qui in questa sede, dobbiamo andare a vedere dove sono le responsabilità che hanno permesso a questi speculatori di fare queste speculazioni. E' questo, secondo il mio modesto parere, l'esame che noi dobbiamo affrontare e portare avanti con una conclusione, perché in caso contrario abbiamo sempre solo fatto delle chiacchiere inutili, perché io sono perfettamente sicuro che una delle tante ditte che vi passano per la testa, si capisce che è andata a Morgex, dice: io qui voglio fare una costruzione e ha trovato un terreno veramente facile, un terreno molle, già preparato, il perché ognuno lo pensi, perché a me non interessa in questo momento, però io mi domando e voglio arrivare a un certo momento a una conclusione, ma questo speculatore che oggi è sotto le indagini della magistratura perché era giusto che questo venisse fuori, quindi noi ne siano felicissimi, ma questo impresario come ha fatto a costruire, ha costruito di più di quanto gli era stato permesso? Ha costruito senza permesso? Non mi risulterebbe, e allora andiamo a vedere chi ha dato questi permessi perché, secondo me, è da lì che si deve partire, è questa la responsabilità del Consiglio regionale, nostro di amministratore, perché se voi andate in un posto, andate a prendere uno di questi impresari vi dice, ma io ho avuto il permesso edilizio, di costruzione e io penso che noi potremo sempre dire: tu dovevi nel permesso edilizio anche far provvedere con gli altri a fare quelle opere pubbliche che devi fare, che la legge prescrive, ma è altrettanto vero che questo qui un papiro in mano ce l'ha.

Allora chi doveva dare questo permesso, e qui vedete la coerenza nel discorso che non è sempre facile mantenere, qui a un certo momento ci dobbiamo dire: ma scusate un po', come mai noi andiamo a Challant St. Anselme, parlo di Challant St. Anselme perché ho potuto seguire questa pratica, l'abbiamo seguita insieme con il Sindaco ai lavori, al Ministero della Pubblica Istruzione e anche lì ho cercato di istruirmi, ho capito che era veramente ostica questa materia, perché c'è una legge, se tu la vedi in un modo, la giri di qua la interpreti in un modo, la giri dall'altra la interpreti dall'altra, quindi questo dà la possibilità a dei malintesi, per cui soltanto una linea dovrebbe essere quella giusta e molte volte non la si azzecca. Ma noi ci domandiamo, e lo dicevi tu Manganoni prima, ci sono due proprietari a Challant St. Anselme che a un certo momento hanno la casa che è dichiarata pericolante dal Genio Civile, devono andarsene fuori dei piedi. Benissimo, uno di questi dice: io ho un pezzo di terreno, vorrei costruire lì una casa, inoltro il permesso, domanda, ecc. e viene bocciata, perché? Perché è giusto, era vincolato quel terreno, a un certo momento vincolato perché, perché forse la nuova costruzione copriva questa vecchia casa in stile valdostano che c'è in tutta la valle, perché ce ne sono dappertutto queste case, ma lui non può fare niente, non la può neanche modificare internamente perché è pericolante quindi quella casa lì nessuno la toccherà più, andrà giù, indubbiamente, però lui non può costruire, se vuol costruire deve costruire molto più distante su un altro pezzo di terreno e questo qui dichiara: se io devo andare a comperare il terreno di là o compero il terreno e non faccio più la casa perché con quello che pagano i terreni oggi oppure faccio la casa sul mio ma non me la lasciano fare...

E tutto questo provoca un pandemonio del diavolo con degli interventi del Ministero che io ho qui e dei quali interventi io vi faccio grazia, però arrivati a un certo momento il Ministero dice: voi in Valle d'Aosta, dove avete anche una possibilità legislativa ben ricordata da Manganoni, vedete un po'; gli avete vincolato quel terreno? Su quel terreno non può costruire, deve andare a costruire in un altro posto, beh! Allora intervenga anche la collettività, perché questa conservazione di questo patrimonio è interesse di tutta la collettività, intervenga la collettività per aiutarlo ad andare avanti, perché sennò questo qui può andare a chiedere l'elemosina a un suo cugino, fratello, sorella perché li ospiti in casa perché sennò non ci sta più.

Naturalmente non entro nel particolare perché anche solo su questo problema ci sarebbe da discutere per delle ore perché, potrebbe parlarne Milanesio che è stato chiamato in causa, potrebbero parlarne altri, ma non è questo il nostro compito perché sennò perderemmo di vista un risultato finale che è quello a cui noi tutti vorremmo arrivare.

E allora, per esempio mi si dice Morgex, veniamo a Morgex, come mai a Morgex gli speculatori hanno potuto fare come diceva giustamente Manganoni? Ma, io non lo so, l'avrei voluto chiedere l'altro giorno, ma scusate, a Morgex non c'era un vincolo in diverse zone, una situazione particolare l'abbiamo avuta con il castello di La Ruine, è quello di cui abbiamo fatto la mozione, ma in altri posti, là dove non c'è questa distanza da questa torre, si poteva costruire. Allora incominciamo a chiederci, ha mandato il Sindaco di Morgex questi progetti per avere l'approvazione della Sovraintendenza, mi sembra che sia stato detto che li ha mandati ma poteva farne a meno, ma allora, qualcuno avrà pur approvato questi progetti, perché io so che nei Comuni dove non ci sono vincoli o non ci sono altre cose, voi sapete meglio di me, specialmente tecnici voi che a un certo momento c'è un Sindaco che deve dare questi permessi, naturalmente aiutato da una Commissione edilizia comunale, che se non sbaglio ha soltanto parere consultivo, però c'è, esiste e deve dire al Signor Sindaco: guarda, questo va bene, quello non va bene, secondo noi.

Il Sindaco è padrone di fare come vuole, ma perché chiediamo questo. Noi vorremmo sapere anche se a Morgex sono stati portati alla Commissione edilizia questi progetti, come sono stati approvati perché indubbiamente questi impresari che io non difendo, sia chiaro, ma anzi, non li posso giustificare, ma che delle loro attività io non voglio neanche mettere in discussione perché io qui oggi sono tutt'al più per cercare di evitare che queste cose si verifichino ancora, e per poterle evitare bisogna ricorrere agli amministratori pubblici, cioè quelli i quali sono in competenza di potere dare il permesso o meno.

E allora dove arriviamo, arriviamo che ci interesserebbe sapere come è avvenuto questo iter, quali permessi, quali licenze gli sono stati dati, perché allora arriviamo a un'altra conclusione, prendetemi Courmayeur, a Courmayeur abbiamo trovato un Sindaco veramente duro, un Sindaco che a un certo momento ha detto io qui non do più permessi di edificabilità, se non quando è approvato il piano regolatore e allora non si è più fatto niente, con critiche, ma oggi ne sono contenti e il piano regolatore è venuto avanti perché la legge Ponte, secondo il mio modesto parere, la mia modesta zucca, che cosa voleva fare, sollecitare i Comuni a fare i piani regolatori, cosa difficilissima, basti ricordare che noi avevamo già i piani regolatori di otto località della Valle d'Aosta fin dal 1953, li ho ereditati io, l'Assessorato al Turismo nel 1955, dal buon Deffeyes e Berton. Però anche quei piani lì non andavano avanti, è un problema difficile, bisogna per forza che qualcuno metta i Comuni con le spalle al muro: o hai il piano regolatore o non si fa più niente.

Ma che cosa accade di fronte a cose simili, accade una cosa facilissima da capire, da vedere, la legge Ponte è venuta fuori, dice io devo pungolare le amministrazioni comunali perché portino avanti i piani regolatori ma nello stesso momento non posso soffocare tutto ciò che è da edificarsi. Però, io chiedo scusa, ecco l'accordo; con Manganoni, perché quando c'è del buon senso o si cerca di ragionare così terra a terra, ma di fronte a dei problemi di questa fatta che stupiscono e si vedono andare avanti e non si vedono risolvere ci si può anche incontrare quando si è in due partiti opposti. Ebbene che cosa diceva la legge Ponte tre le righe, se c'è da derogare per qualche cosa, se c'è da chiudere un occhio e i tre quarti dell'altro, e lo dovete fare per il valdostano, per il cittadino che vive lì, ha la sua casa lì, invece qui è accaduto tutto al contrario, qui il nostro valdostano che vive lì ecc. non l'uno e un quarto chiusi, ma due ben aperti perché non si può andare avanti, noi vediamo invece i condominii che vengono fuori, ma questo ce lo diciamo tutti qui dentro, e allora che cosa vogliamo fare per correre a questi ripari? Manganoni ha già detto bene, Manganoni dice: ma ne abbiamo parlato, ne parleranno anche altri, io non so, più competenti di me, ma per esempio abbiamo ricorso al vincolo perché il vincolo ci ha aiutati in tanti casi, il vincolo del prato di S. Orso di Cogne l'hanno messo altri, abbiamo messo il vincolo, questo l'ho fatto anch'io a Gressoney, naturalmente non ci si attira delle simpatie ma io penso che di fronte a questi problemi non si tratti né di voti né di simpatie, perché nessuno di noi dovrebbe essere qui per questo perché senno ci rifiuteremmo di continuare questo discorso, ma è indubbio che noi a riparo di questo, a riparare questa situazione dobbiamo trovare qualche cosa di urgente. Perché, e qui la pedana di lancio di Manganoni, Manganoni ricorda nel '68, non ero Presidente e quindi non mi tocca, ma è solo per fare la discussione perché eravamo Consiglieri, ma dice nel '68 è stato portato poi ritirato, ma qui siamo arrivati, io chiedo scusa, dice Manganoni, non m'ha detto l'anno io non mi ricordo più, l'ho chiesto questa mattina a un amico, noi siamo venuti qui dentro quando c'era quel principio di studio cosiddetto di una bozza, perché per me non era una bozza perché ancora oggi e dice Manganoni è stato rifiutato così di netto, nessuno l'ha preso in esame, ma io non vado a rivangare quello che abbiamo detto allora, perché allora abbiamo discusso per delle ore e delle ore però che cosa avevamo detto, avevamo trovato in questo studio delle dichiarazioni in cui questi tecnici, che noi non abbiamo criticato allora e non critichiamo adesso, addirittura dicevano: ma noi vi portiano questo materiale che abbiamo potuto preparare, ma a noi sono mancati gli aiuti della Giunta, sono mancati gli aiuti della Programmazione, sono mancate tante altre cose, noi vi presentiamo questo perché in mancanza di meglio e allora noi che cosa avevamo fatto e io vorrei che me lo ricordasse Milanesio, amichevolmente perché non sono mica qui per fucilare Milanesio, ma anche allora abbiamo fatto un bellissimo ordine del giorno dove impegnavamo, perché la Giunta la impegniamo sempre, la impegnerei una volta al monte di pietà io anche, noi la impegniamo sempre perché decida, perché esamini, perché guardi. Impegnavamo la giunta di volerci portare qui un qualche cosa e da poter discutere in Consiglio, perché la Giunta, perdonatemi abbiamo lavorato insieme perché qualche volta si parla della Giunta democristiana dimenticando che lì dentro ci sono dei Presidenti e degli Assessori che erano nelle Giunte democristiane, con questo io non ho niente da aggiungere, ma voglio soltanto dire che, a un erto momento, certi problemi non li abbiamo portati avanti perché, o perché non conveniva, questa è la verità, o perché c'erano momenti più difficili perché vigilia di elezioni, però la verità è un'altra, che noi abbiamo impegnata la Giunta da tanto tempo per avere questo, eppure non l'abbiamo avuto e quello che ha fatto la Giunta o che forse la Giunta aveva fatto allora o cercava di fare, penso di averlo fatto io, che lo abbia fatto Caveri o che lo abbia fatto altri.

Arrivati a un certo momento, i problemi regionali che possono essere i più facili, i più redditizi, i più simpatici, i più ... ebbene quelli li tratta direttamente la Giunta, invece quando c'è una patata veramente bollente, bollente sul serio viene trasferita in Consiglio regionale e allora anche in quel momento per questi piani regionali ecc. era venuta la Giunta in Consiglio a dire, insomma vediamo tutti insieme, e noi abbiano detto sì Signore vediamo tutti insieme, ma incominciate a portarci avanti, è il vostro compito, un qualche cosa sul quale discutere, diteci qual è la vostra impostazione, magari noi non la condivideremo, la modificheremo, la accetteremo concordi in tutto, ma questo, eppure non l'abbiamo avuto.

Ora, io ho detto l'altro giorno all'amico Andrione e poi vi chiedo scusa perché ho parlato troppo però avremo un secondo intervento per non annoiarvi troppo; ma ho detto: qui andiamo avanti così e le cose rimarranno come erano prima, avremo fatto una bella gran chiacchierata, avremo fatto certamente un ordine del giorno e sono venuti fuori quattro e vedremo la conclusione.

Naturalmente, perché noi siamo d'accordo su questo, noi siamo d'accordo su questo ordine del giorno perché riteniamo che sia indispensabile per aiutare la Giunta che ci sia una Commissione consiliare che la conforti questa Giunta e che gli dia molte volte quella forza che non vuole avere o non può avere, la conforti come, la conforti dando naturalmente un parere responsabile, amministrativo, non politico perché sennò non si va avanti, ma quando per esempio io il 16 agosto vada al Breuil, arrivo al Breuil e mi si dice, ma lei ha lasciato rovinare il Breuil così, ma lei era Consigliere, io devo dire che durante il periodo di presidenza io non ho dato i permessi al Breuil, anzi dovevamo demolire, l'amico Dujany mi rimproverava di non averlo fatto in quegli otto o dodici mesi e io gliel'ho lasciato in eredità, perché era ben giusto che, come avevo avuto io certe eredità da altri, almeno questa la lasciassi, però attraverso i miei dodici o undici mesi io non l'ho fatto, ma qui sono passati degli anni, non si parla di demolire, si rimane fermi e allora che cosa succede, succede che si arriva al Breuil e ti si dice, ma tu sei Consigliere regionale da tanti anni, la colpa è tua, io domando a Manganone, perché ce l'ho sempre con lui perché ci vogliamo anche bene, ma quante volte ti si dice quel progetto lì è un obbrobrio, tu non ne sai niente e tu povero diavolo sei come me, non ne sai proprio niente.

Tutt'al più, il problema è stato discusso dal Sovraintendente e dall'Assessore e ciao Ninetta; naturalmente quando ci sono tutte le critiche, com'è accaduto a Morgex adesso, dove effettivamente era una cosa obbrobriosa, adesso l'abbiamo saputo perché ci siamo mossi noi, ma sennò nessuno non ci avrebbe detto niente. Eppure a Morgex ci voleva poco a vedere che c'erano delle situazioni molto strane, io non ho abitudine di fare attacchi personali, ma dicevo l'altro giorno per telefono a un amico quando a un certo momento troviamo certe persone che sappiamo che ha un'attività di anni, anni, hanno sempre fatto delle speculazioni edilizie, hanno sempre portato avanti delle costruzioni, era la loro attività, e qualche volta in questi settori quando possono fare qualche cosa, magari non in cattiva fede, ma sono più morbidi di altri amministratori, e allora arrivati a un certo momento come mai l'Assessore Milanesio è passato, e lo chiamo in causa, simpaticamente, è passato a Morgex, ha visto che razza di costruzioni, ne facevano uno, vendevano gli alloggi dicendo: stia tranquillo che lei lì ha la veduta del Monte Bianco, dopo magari tre mesi ne costruivano un altro a una certa distanza, ma la coprivano se non tutta, la vista, in parte, perché questa è la realtà. Andate sul posto, basta ben vederlo, naturalmente non stupitevi quando vengono fuori delle illazioni anche cattive, perché ne abbiamo subite noi, ne subiremo ancora e non ci preoccupano, ne vengono fuori delle... ma guarda un po' su quel terreno lì io non riesco a capire come sia stato economizzato tutto per una costruzione, tre quattro costruzioni così, un'altra cosa e poi andate a vedere di chi è il terreno e non vi stupite più perché è logico che sia così, però è conforme alla legge, se è conforme alla legge io posso anche ammetterlo, ma indubbiamente non è conforme alla coscienza di un amministratore comunale valdostano che probabilmente si è sempre riempito la bocca di dire salviamo il paesaggio, come d'altronde facciamo anche noi qui.

Allora questa sera io chiedo a voi tutti, e siamo tutti d'accordo, modifichiamo questi ordini del giorno, credo che non ci sia niente da modificare perché il nostro, pe fortuna non studiato da me, lo dico subito, mi sembra che sia fatto molto, molto bene perché prende in esame un po' tutta la situazione e acceleri e ponga dei termini, perché tutte le volte che si dà un impegno senza un termine è come non darlo, non serve a niente.

Quindi esaminare tutto questo con molta attenzione e questa sera, se è possibile, non dico andare via di qui con uno strumento nuovo, perché lo strumento nuovo deve essere studiato nelle Commissioni, portato avanti e riportato qui, però almeno che ci sia una traccia, perché oggi c'è Morgex, è intervenuta la magistratura, dice bene Manganoni, dice: ma non ci sono mica solo quelle costruzioni. È questo ilo grave, immaginatevi un po' tutte le vallate laterali, quasi, hanno dei problemi questo, soltanto lì ha colpito di più l'attenzione perché, per me, la porcata era più grande; porcata architettonica eventualmente, non voglio neanche poi che mi fraintendiate.

Ma la verità è questa... (Voce: ti è piaciuto? Benone) ...E allora una porcata architettonica, lo ripetiamo, poi se voi per caso vedete altre porcate, vedetevele voi, perché io non ve le ho dette, ma la verità è solo questa, cerchiamo tutti insieme, questa sera, di fissare dei punti fissi che ci tolgano da questa impasse perché sennò fra un anno ritorneremo qui e ne riparleremo ancora e invece di lamentarci di Morgex ci lamenteremo di, non so io, Champoluc o quello che volete voi.

Jorrioz (PSDI) - Presidente, io non mi dilungherò a ripetere quanto hanno già detto i Consiglieri che mi hanno preceduto, sia in questa seduta che in quella precedente, gli obbrobri che si sono creati in Valle d'Aosta li conoscono tutti quanti, da quelli del Breuil-Cervinia, da quelli di Morgex a tanti altri, ma quello che mi premeva un pochettino di dire era questo, cioè lo spunto l'ho avuto anche dall'intervento del Consigliere Manganoni e dice gli speculatori possono costruire, possono costruire quello che vogliono, possono vendere gli alloggi a 400 mila lire al metro quadrato come mi sembra che stia succedendo a Pila, hanno comprato il terreno a 150 lire al metro quadrato, naturalmente tanti anni fa e la speculazione è grossa ed enorme.

Ma a parte le speculazioni dei costruttori, c'è un fatto molto, secondo me, molto più grave. Mnganoni aveva accennato al problema dei contadini, dei valdostani, che hanno la casa che crolla, la devono abbandonare, non la possono costruire, non possono fare delle modifiche perché questo non è lecito, devono abbandonare la loro casa, costruirne un'altra, o su un loro terreno più vasto o lontano dagli abitati.

Ma non so se voi avete visto dove in genere vengono costruite queste case, sappiamo benissimo che i nostri contadini, i nostri operai, agricoltori ecc. dispongono di quella piccola somma per costruirsi la casa, però c'è da comprare il terreno, terreno che costa troppo perché c'è una speculazione su questi terreni e vanno a costruire dove, dove costruiscono le loro case, ne vediamo spuntare un po' dappertutto, guardate soltanto la zona della Champagne. Sono sorte centinaia di case, non dico centinaia ma molte case lungo il torrente, lungo la base del torrente, zona alluvionata, zona che un domani, speriamo che sia molto lontano potrebbero avvenire altre alluvioni, questo avviene alla Champagne, costruito proprio sulla ghiaia portata da alluvioni che sono venute anni precedenti.

Dalla Champagne possiamo passare a Champdepraz, tutta la zona di Champdepraz, la parte nuova, proprio perché i terreni costano troppo, quelli del posto devono rivolgersi a quei terreni di nessun valore, perché terreno ghiaioso e costruiscono le loro case proprio su questi terreni e voi sapete tutti quanti che non è che noi possiamo prevedere tutto quello che avverrà nel futuro, ma certamente in quelle zone un giorno o l'altro noi vedremo cadere valanghe di detriti che trasporteranno in Dora le case che i nostri contadini stanno costruendo in questo momento.

Alla Champagne, a Champdepraz, Felinaz, ecc.; e questo viene fatto, naturalmente da una parte perché è una questione di risparmio da parte degli agricoltori e nessuno si preoccupa che queste costruzioni vengano erette in quelle zone e poi se dovesse succedere qualcosa piangeremo, come piange, come ha pianto certa gente in altre zone che dopo la costruzione di edifici enormi crollavano perché i terreni sotto erano, mancavano le fondamenta, c'erano grotte e c'era qualcosa del genere.

Noi... nelle nostre zone potrebbe avvenire lo stesso.

Secondo me è una situazione che il Consiglio regionale dovrebbe esaminare e far sentire questa voce anche ai Comuni, che impediscano le costruzioni in queste zone, che si venga incontro eventualmente ai contadini ecc. affinché possano costruire le loro case altrove e non sui detriti dei torrenti che i potrebbero distruggere di qui a non molto.

Questo era un punto che volevo segnalare ai colleghi del Consiglio.

Per quanto si riferisce agli ordini del giorno, io non posso che rammaricarmi un tantino, dice: non è la prima volta che si presentano ordini del giorno per risolvere questo problema e siamo da capo, un problema che interessa tutta la Regione, è un problema che è di massima importanza e speriamo che questa volta sia la volta buona.

Nell'ordine del giorno presentato dall'Union Valdôtaine, anzi a questo proposito non possiamo che dire un grazie per l'interpellanza presentata per la questione di Morgex, questione che ha sollevato proprio tutto questo problema, c'è un punto di una certa importanza, quando si dice che questa Commissione cioè il Presidente di questa Commissione dovrà riferire ogni due mesi al Consiglio quello che verrà fatto in maniera che questi problemi, che questo problema sollevato in questo momento non venga dimenticato e finalmente possa avere una giusta soluzione. Grazie.

Monami (PCI) - Ma, penso che l'importanza della materia che stiamo discutendo è sottolineata dai molti interventi, alcuni dei quali però, mi si consenta, dirò subito, hanno cercato di eludere il centro del problema dimostrando ancora una volta come sia facile molte volte parlare a lungo e dire poco.

Questo vale, vorrei che nessuno se la prendesse a male, dico è una considerazione generale che vale per tutti.

Cercherò quindi, anziché fare il pianto, il lamento degli anni passati e per cui certo si potrebbe fare e io sono uno fra quelli che potrebbe farlo con una certa tranquillità, direi che qui manca sostanzialmente una cosa, ed è un nuovo modo, un nuovo criterio di fare della politica, manca un nuovo modo e un nuovo criterio di amministrare.

Quando lo Stato italiano è diventato da Stato accentratore a Stato regionalista e per una parte delle sue Regioni, oramai da quasi trent'anni, intendeva demandare alle Regioni, allora come ha inteso demandare oggi con la istituzione delle Regioni a Statuto normale, una serie di competenze attraverso le quali competenze gli organi regionali potessero da più vicino, in modo più pressato, sentire le esigenze e i bisogni della gente e porvi soluzioni.

Se noi avessimo sin da allora capito che il nuovo modo di governare, il nuovo modo di amministrare intendeva in fondo anche questo, cioè mettere la Regione nelle condizioni di essere più sensibile e più vicina alle necessità delle popolazioni che la Regione immediatamente rappresenta, avremmo dovuto approfittare da lungo tempo di tutti quegli strumenti che, sia pure tardivamente e con tanti errori, il Governo, lo Stato italiano di un certo colore politico, ma non lo ripeto più perché sennò l'amico dice che voglio fare polemica con lui, non è vero perché io dico governo democristiano nel quale governo democristiano però riconosco esserci democristiani e democristiani, non faccio di tutte le erbe un fascio e questo l'ho già detto all'amico Bordon.

Dicevo ci ha dato degli strumenti che noi, secondo me, non abbiamo sufficientemente utilizzato perché poco sensibili a quei bisogni e a quelle necessità dalle quali sentivamo soltanto le spinte e le rivendicavamo soltanto, le facevamo nostre soltanto in certi periodi dell'anno, in certi periodi dell'anno.

Quindi tutto va inserito, secondo me, in un nuovo modo di governare, in un modo nuovo di far politica e potrebbe quasi essere una battuta se quando si dice questo è necessario per fare un nuovo modo di governare, una nuova politica, rinnovare sovente, frequentemente le idee, gli strumenti, i mezzi, soprattutto le idee ma anche gli uomini che portano avanti le idee perché qui si sente dire che è vent'anni che qui dentro lo diciamo, è trenta anni che qui dentro lo diciamo, direi che al limite la gente, se fosse un'attenta osservatrice delle cose che si dicono in Consiglio regionale, concluderebbe col dire quanto è tardivo, quanto è tardivo un aggiornamento in quel consesso, si parla sempre delle cose che si dicevano trent'anni fa e mai si dice delle cose che ci stanno di fonte e che si devono affrontare.

Considerazioni così di carattere generale, che hanno il valore che hanno, ma che sentivo la necessità di dirle per agganciarmi ad un nuovo modo di governare.

Questo nuovo modo di governare c'è, secondo me, e dobbiamo noi essere capaci a scoprirlo e a farlo nostro.

L'organo regionale è un organo che ha potestà legislativa e deve quindi avvalersi di questo potere soprattutto e principalmente quindi fare delle leggi e non fare il supercomune dei 74 Comuni come da trent'anni l'amministrazione regionale, il Consiglio regionale è avvezzo, è avvezzo fare.

Allora, se noi fossimo più accorti a queste cose, avremmo tempestivamente legiferato quando si trattava di salvare urbanisticamente e il paesaggio della Valle d'Aosta e un tentativo in questa direzione nel 1960, e non ricordo chi ne erano gli amministratori responsabili di quella amministrazione, ma vedi un po' in quell'amministrazione c'erano i comunisti, un tentativo è stato fatto, certo Avvocato Caveri, ho detto che c'erano i comunisti, tocca a lei dire che lei era il Presidente della Giunta, dico che c'erano i comunisti e una cosa si è affrontata. Che poi il Consiglio di Stato ha mutilato, ha reso zoppa e che non abbiamo avuto (la Corte Costituzionale, per la correttezza, accetto la correzione), che non abbiamo poi avuto il tempo di rivedere e riportare perché quel famoso Comitato dei diciotto ha poi risolto non in modo nuovo il modo di far politica e di amministrare ma ha risolto il club dei diciotto in quel modo di fare politica. Ricordate gli anni '65-'66.

Ebbene, dico, era su questo terreno che noi dovevamo marciare, così come dobbiamo dire di avere il coraggio di marciare sulla 865 perché fra un paio d'anni, quando avremo la necessità di ricorrere a certi acquisti a cui accennava anche il compagno Manganoni, ci accorgeremo di aver perso un'altra volta l'autobus perché la Commissione è stata nominata, il responsabile della Commissione non so chi sia ma a questa Commissione non si è posto un termine per compiere i suoi lavori e quindi può tranquillamente portarci la conclusione dei suoi lavori nel 2000 e noi avremo la coscienza tranquilla perché diremo ai nostri contadini: abbiamo dato il problema a studiare a dei competenti, e della gente che ne sa più di noi, e intanto il contadino aspetta.

Quindi aspetta per poter costruire, dite tutti quanti qui perché si sente questa spinta, si sente questo bisogno non solo per la seconda casa, dice Jorrioz perché sono i contadini che vanno a costruirsi le case negli argini dei torrenti, di qua ci fa nascere l'idea che ancora una volta, quando noi portavamo avanti il problema della casa, non era un problema che serviva a un certo nostro elettorato, era frainteso volutamente, politicamente frainteso dalle forze politiche, da alcune forze politiche valdostane per dire: attenzione che dietro la politica della casa dei comunisti ci sta l'obiettivo di dare la casa agli operai calabresi e permettere e preparare l'invasione non più dal nord ma dal sud, dai galli del sud e quindi difendiamoci non dando le case agli operai e non avendo visto che l'esigenza della casa non solo la casa dei lavoratori e degli operai era anche un'esigenza dei contadini, era soprattutto un'esigenza dei contadini, avessimo voluto vederlo nel senso giusto e se ognuno di noi sa come e in quali case vivono molti contadini della Valle d'Aosta.

Così non ci si deve preoccupare quando vengono fuori le idee nuove avanzate per un nuovo modo di governare e amministrare, facciamo un piano regolatore della Valle d'Aosta, si è vero, certo è necessario e indispensabile, ma quali orientamenti deve avere questo piano regolatore? Questo piano regolatore tiene conto delle condizioni socio-economiche della Valle d'Aosta, tiene conto delle prospettive politico-sociali-economiche della Valle d'Aosta, per cui tiene conto se lo sviluppo della Valle d'Aosta sarà uno sviluppo totalmente turistico o totalmente agricolo o totalmente industriale o viceversa non vi sia un molteplice componente della nostra Valle quindi, alla luce di questi studi, dovremmo impostare il piano urbanistico perché nel piano urbanistico saranno viste e le zone residenziali e le zone industriali e le zone turistiche e le zone per tutte quelle cose che noi dovremo alla base delineare come linee di sviluppo per la nostra Regione.

Ecco, allora i problemi concatenati, problema del piano regionale, di un piano regionale di sviluppo dal quale si possono trarre le indicazioni per cui lavorare e quindi fare delle leggi, io ritorno ancora, nel nostro dovere di fare delle leggi per un nuovo modo di governare, per un nuovo modo di amministrare, non solo con gli interventi settoriali, non solo con gli interventi di categoria, non solo con degli interventi che sentono le spinte corporative di certi gruppi di cittadini ecc. ecc. ma amministrare la Regione in modo concreto, in modo più ampio.

E nello specifico caso in questa materia, quale è il modo per affrontare il problema? Secondo noi ci sono tre o quattro indirizzi da seguire. Intanto, e sono d'accordo con tutti coloro che dicono che la sede dello scontro semmai non è sulla ricerca dello strumento perché dovremmo essere tutti d'accordo sulla ricerca dello strumento da darci per andare avanti, semmai è quando discuteremo di dare dei contenuti a questo strumento che può avvenire lo scontro perché tutto sommato è affiorato anche qui oggi, c'è chi propende di più per difendere gli speculatori, è ovvio, è venuto fuori, c'è invece chi punta di più a difendere altri determinati interessi, semmai lo scontro lo verificheremo qui quando a questi strumenti dovremo dare dei contenuti e dovremo dare degli indirizzi precisi.

Quindi noi, su questa questione, diciamo che gli indirizzi ci sono e li vogliamo ancora indicare e diciamo che sono venuti e sono contenuti in questi ordini del giorno, in modo contraddittorio e impreciso nell'uno e più preciso nell'altro, ma che possono, secondo me, mediante un'attenta osservazione farne scaturire uno, per quanto possibile, unitario o per quanto possibile maggioritario perché, su questo problema grosso, impegni la volontà politica del Consiglio, perché poi si deve verificare se c'è la volontà politica per realizzare certe cose, se invece non esistendo questa volontà politica non si facciano soltanto delle chiacchiere per poter dimostrare che con alcune frasi alla gente io ho messo a posto la mia coscienza.

Dobbiamo quindi lavorare nella direzione di un piano regionale urbanistico e della tutela del paesaggio, perché noi abbiamo questo potere e lo Statuto ce lo dà, mi pare, alla lettera g), ma non solo, anche alla lettera q) per quanto riguarda il paesaggio, e quindi lavorare in questa direzione, un piano urbanistico e di tutela del paesaggio.

Dobbiamo però, a monte, fare una legge che veda come si possa articolare una legge regionale urbanistica e della difesa del paesaggio e ritorno al 1960, da quella esperienza e dalle esperienze passate, fare in modo che sia una legge giusta, corretta, che tenga conto degli interessi delle popolazioni valdostane ecc., quindi abbiamo già due strumenti che dobbiamo raggiungere, ma dobbiamo raggiungere nel più breve tempo possibile per poter non dire facciamo sempre delle chiacchiere, delle chiacchiere inutili.

Dobbiamo, secondo me, inserire nel dibattito della pianificazione territoriale e non possiamo fare a meno perché la legge lo prevede, le Comunità montane e allora dobbiamo, altro obiettivo, quello di sollecitare di andare in fretta nella direzione di rendere efficienti, funzionanti le Comunità montane, alle quali la legge demanda la pianificazione territoriale della loro Comunità. Ecco un altro elemento, un'altra direzione di lavoro che noi dobbiamo avere e dobbiamo sollecitare, secondo me, e questo è il quarto aspetto di tutto il complesso problema, la elaborazione dei piani regolatori comunali ma che devono avere, e non voglio qui capovolgere tutta una teoria che oramai è diventata acquisita da questo vecchio Consiglio regionale del fatto che a monte debba esservi il piano regolatore, tutti i piani regolatori comunali per poi incasellarli come tanti tasselli in un mosaico, in un piano regolatore regionale che sarà o condizionato da questi piani regolatori comunali o non potrà più, o per lo meno dovrà poi coartare quelle volontà per modificare quei piani regolatori.

Ma dico è un mezzo, è un avvio che si è scelto, si segua pure su questa strada, ma allora agiamo contemporaneamente sul piano regionale, sul piano urbanistico regionale che deve dettare gli indirizzi generali sui piani regolatori comunali e sulla pianificazione territoriale che devono fare le Comunità montane. A questo proposito è chiaro che non possiamo non pensare al problema degli incentivi e dei vincoli per incentivare, per essere agenti promozionali della volontà di pianificare dei Comuni, perché, senza voler fare torto a nessuno, e probabilmente, sicuramente, non in malafede, ma può darsi che non si capisca l'esigenza di una regolamentazione, di una pianificazione del territorio, e di qua abbiamo e dobbiamo scoprire i mezzi che sono quelli di incentivare la produzione di questi piani regolatori o vincolare o porre dei vincoli che non sono i vincoli a cui alludeva l'amico Bordon - ho vincolato la vallata, la conca di By e sono tranquillo - dei vincoli a quei Comuni che non si ritengono in dovere di elaborare i piani regolatori nei termini che sono stabiliti dalle autorità, nei termini nei quali la legge urbanistica lo stabilisce, nella legge 765 o addirittura quella legge urbanistica regionale a cui noi facciamo cenno.

Ecco, se noi lavoriamo con convinzione e con la volontà politica di realizzare questo grosso problema nelle direzioni che noi poniamo a che tutto sommato le ritroviamo e affiorano nei tanti ordini del giorno presentati e non vi paia strano che il mio gruppo, il nostro gruppo non abbia presentato un ordine del giorno, perché a conclusione del dibattito dell'altra sera, per fortuna, perché noi siano delle persone serie, a conclusione del dibattito dell'altra sera, della strozzatura di quel dibattito, io ebbi occasione a dire: continuiamo nel dibatto generale, vediamo quali sono le cose che vogliamo e io modestamente ho date delle indicazioni precise, non accettabili, se volete di lavoro, non ho fatto venti minuti di pianto, ho cercato, abbiamo cercato di dare, come gruppo, delle indicazioni precise da seguirsi, dicevo, avremmo potuto formulare un ordine del giorno, e voi sapete, anzi, qualche volta ci ritenete gli specialisti di queste cose e vista la discussione, il Consiglio regionale impegna la Giunta a fare il piano urbanistico regionale, a far fare i piani regolatori, e rientrare nel discorso più generale, le comunità montane, ecc. ecc., dicevo e ci era troppo facile, ma dicevo, abbandonando il discorso, cioè riprendendo il discorso della seduta che ha preceduto questo, strozzare la discussione, riprenderla adesso in un dibattito generale che probabilmente approderà a poco o a nulla, salvo la precisazione delle posizioni dei gruppi e poi ci troveremo ad affrontare tutto questo materiale, dal quale dovremo uscirne, con un documento possibilmente unitario.

Ecco perché non l'abbiamo presentato, perché secondo noi bisognava avere il coraggio di approfondire e dibattere il dibattito, l'altro ieri, anche se non c'erano le posizioni assunte oggi dalla magistratura, ecc. ecc. avevamo tempo due o tre giorni per preparare un ordine del giorno comune, eventualmente consultando i gruppi e i capi gruppi, ecco come il nuovo modo di amministrare, il nuovo modo di far politica, il nuovo modi che la gente finisce per capire, cioè viene qua e dice non fanno solo delle chiacchiere, dicono delle cose concrete, e si pongono degli obiettivi precisi, con delle scadenze precise, ed è questa la battaglia che noi faremo, noi ci riterremo liberi di collaborare, siamo liberi di collaborare per la elaborazione e la costruzione di un ordine del giorno comuni, e liberi soprattutto di aderire a quell'ordine del giorno che con estrema precisione abbia delle indicazioni di lavoro precise sulle quali noi abbiamo avuto la vostra pazienza nell'ascoltarci e abbiamo avuto la necessità, il desiderio di illustrare.

Milanesio (PSI) - Signori Consiglieri, mi pare che finalmente la discussione stia assumendo una configurazione ben precisa perché, a parte le parole che si dicono e se ne dicono sempre tante, ci sono degli ordini del giorno presentati e vorrei brevemente riassumere la situazione a questo punto.

Ordine del giorno da me presentato come capo gruppo del PSI, quindi non come, in questo caso, membro della Giunta, ma come capo gruppo del PSI, ordine del giorno da me presentato nell'altra seduta, e che gradirei fosse fatto ciclostilare in numero di copie superiori a quelle che nell'altra seduta sono state date, perché ne sono state date quattro o cinque.

Ordine del giorno che giorno che lungi dal voler essere... dal voler porre la parola "fine" a un dibattito, vuole invece aprirlo e fare in modo che questo dibattito, però, si svolgesse su una proposta se non altro precisa, su una proposta concreta.

A parte, così, una serie di inesattezze che sono state dette nell'intervento del Consigliere Bordon, ma questo lo voglio dire con estrema amicizia e vi dirò anche le inesattezze che ha detto e a parte, così, tante parole che in queste circostanze sempre si fanno, però, dicevo, mi pare che ci sia la convergenza di larga parte del Consiglio su certi obiettivi determinati e precisi, che è quello che poi in definitiva ci deve interessare, perché è chiaro che se noi usciamo da questo dibattito senza un impegno preciso per la Giunta, per il Consiglio, per gli amministratori in genere, ebbene, avremo dato prova di scarsa capacità di incidere e di affrontare la realtà.

Ora, io voglio solo ricordare che nell'ordine del giorno da me presentato, a parte il problema di La Ruine, il problema, diciamo così, di specie, si svolgevano alcune considerazioni di carattere generale, facendo un esame critico ed autocritico della realtà urbanistica regionale nelle varie manifestazioni che questa realtà assume sia a livello comunale, sia a livello regionale e si indicavano successivamente dei metodi di intervento e degli obiettivi concreti, con delle date, dei tempi e degli organi che potevano portare avanti questo discorso, che avrebbero potuto portare avanti questo discorso.

Io non voglio rivendicare la priorità di niente, perché è un discorso sbagliato, quello di dire: "Ah! l'ho detto io", a parte il fatto che in materia urbanistica sono vent'anni che si dicono quasi sempre le stesse cose e purtroppo non si realizzano mai, queste cose.

Voglio solo sottolineare che sulle cose da me prospettate mi pare si sia manifestata, sia pure con accenti diversi e con altre indicazioni complementari, si sia manifestata una sostanziale convergenza di larga parte del Consiglio, soprattutto dopo il ritiro dell'ordine del giorno presentato dall'Avv. Bondaz, ordine del giorno che del resto non era in contraddizione, tra parentesi, con le cose che avevo sostenuto io.

Io vorrei sgomberare comunque il campo da qualunque equivoco e da qualunque malinteso, e sia chiaro, Bordon, che non voglio polemizzare, voglio solo puntualizzare alcune cose.

Comunque, hai detto una bellissima battuta, chi si impegna sempre è la Giunta, chissà che una volta tanto non la si mandi al monte dei pegni, questa è stata una battuta notevole.

Voglio solo, però, farti presente questo: intanto tu ci dici che non concordi con l'ordine del giorno che avevo presentato io, sei padronissimo di non concordare con il mio ordine del giorno, perché l'ordine del giorno che è stato presentato anche a nome tuo, nei contenuti, non si differenzia, anzi si sovrappone, forse aggiunge altre cose, ma non è certamente antitetico l'ordine del giorno che ho presentato io.

Volevo solo far presente questo; anzi, diciamo che lo ricalca molto nella parte deliberativa.

Ecco, qui s'è fatto il discorso di Challant-St-Anselme e si è lasciato capire che forse la Sovrintendenza avrebbe dovuto intervenire perché probabilmente c'erano dei vincoli o erano stati mandati dei progetti all'esame. Non è vero, vincoli non ce n'erano se non quello specifico di La Ruine, per intenderci, è vincolata la zona alta di Morgex, Arpy, non sono stati inviati progetti alla Sovraintendenza.

Con questo, però, non voglio dire che quel problema, in qualche modo, forse non avremmo dovuto porlo lo stesso.

Non voglio dire che abbiamo esercitato tutta la sorveglianza e tutta la tutela possibile; però non era nostra competenza, ma non è che, in questo modo, uno può scaricarsi e dire: "Beh, non era nostra competenza e ce ne freghiamo", no, non era nostra competenza, questa è la verità.

Ovviamente, tanto, il permesso edilizio viene rilasciato solo ed esclusivamente dal Sindaco, è un atto che ricade sotto la responsabilità del Sindaco; non era richiesto, perché non esisteva a sensi di legge, nessun vincolo, non era richiesto il parere della Sovrintendenza, non era richiesto e non è stato chiesto.

Questo, per precisare solo.

Ora, qui si dice: dobbiamo fare qualcosa, il paesaggio è minacciato, il paesaggio è distrutto, tutti concorrono a distruggerlo, io non voglio più aggiungere altro su questo.

Siamo tutti d'accordo che occorre fare qualche cosa.

Ecco che, però, bisogna fare qualcosa di preciso.

Io mi permetto di insistere e di sottolineare che accanto a questa acquisizione di coscienze che il problema è diventato così drammatico - il problema richiede soluzioni urgenti: bisogna poi successivamente e immediatamente dare queste soluzioni urgenti, indicare i metodi e gli strumenti per intervenire.

E mi pare che i metodi e gli strumenti per intervenire, almeno sia nel mio ordine del giorno che nell'ordine del giorno illustrato dall'Avv. Caveri a nome dell'Union, della DC, del P.S.D.I. e del Rassemblement, mi pare, ecco in questo ordine del giorno, si dice che cosa? Che lo strumento concreto è il piano urbanistico regionale e in queste zone, per le zone di particolare importanza turistica fatto ai sensi dell'art. 2 lettera, mi pare, g) dello Statuto.

Ora, io concordo su queste indicazioni, concordo pienamente, non solo, ma si indica anche una tempistica, e si indicano degli strumenti, si indicano degli strumenti che evidentemente sono quelli che esistono ai sensi delle leggi, la tempistica è, grosso modo, quella da noi proposta, cioè a fine luglio 1974 i piani per zone di particolare interesse turistico, entro il 31 luglio del 1975, invece, il piano urbanistico regionale e la nomina di una Commissione consiliare.

Su questo, era anche la proposta da me fatta, non avevo indicato i numeri, il numero dei componenti, era una proposta aperta alla discussione.

Ora, perché la Commissione consiliare? Bordon ha detto: "Beh, quando la Giunta ha da amministrare le cose simpatiche, piacevoli, personali, se le amministra e non dice niente al Consiglio, anzi, se può evita il contatto con il Consiglio. Quando si tratta di affrontare problemi grossi, impegnativi, rognosi, allora, investe il Consiglio di questo aspetto".

Può anche darsi che ci sia in tutto questo discorso anche una parte di questo calcolo, non lo voglio escludere, però c'è anche, mi si consenta, una constatazione precisa e cioè che se non c'è una volontà di larga parte delle forze politiche presenti nel Consiglio regionale non è possibile portare avanti un discorso serio in materia di urbanistica.

Cioè, non è un discorso questo che si gioca su delle maggioranze risicate, non è un discorso che si gioca contro una gran parte del Consiglio, è un discorso che si può fare solo nella misura in cui c'è una volontà cospicua, abbastanza grossa e abbastanza concorde.

Questo è il discorso e questo fa sì quindi che la Giunta abbia approfittato di questa circostanza per cercare di investire anche il Consiglio di questo discorso e, quindi, di studiare e vedere assieme quali sono gli accorgimenti per uscire dall'impasse attuale.

Per quanto si riferisce alla necessità di arrivare ad un ordine del giorno unitario, io voglio solo aggiungere queste brevi considerazioni.

Io ritengo che sia importante raggiungere un accordo su un ordine del giorno chiaro che sia il più ampio possibile, se però la ricerca di una, diciamo così, convergenza unitaria fa sì che l'ordine del giorno non dica più niente, ma che sia uno dei soliti ordini del giorno che, diciamo così, dicono tutto e niente, non sono personalmente d'accordo, allora... cioè l'unitarietà intesa come ricerca di una più ampia convergenza su problemi precisi e dare risposte precise a questi problemi, noi abbiamo presentato un ordine del giorno, che diceva certe cose, altri hanno presentato ordini del giorno analoghi, siamo pronti a discutere, siamo pronti a cercare delle convergenze, là dove è possibile conciliare le posizioni espresse da ciascuno di noi.

Penso che sarà opportuno, dopo che ciascuno avrà espresso il punto di vista del suo partito, del suo movimento che forse per fare questo lavoro di una ricerca di tessitura, sia necessario chiedere una sospensione di qualche minuto della seduta, affinché i capi gruppo, affinché quelli che seguono questa materia, possano cercare questa convergenza, ripeto, convergenza su problemi concreti e non cercare di conciliare l'inconciliabile, perché altrimenti sarebbe come fare la solita operazione gattopardo.

Andrione (UV) - Mais il me semble qu'il est temps de serrer de plus près les buts de cette discussion au Conseil régional et de mettre les points sur les "i" dans la matière.

Et alors je voudrais, avant tout, déclarer que notre motion ne sera par retirée et que nous désirons que là-dessus le Conseil se prononce clairement, et cela pour deux raisons, une petite, même très petite, et une grande.

La raison petite est une raison personnelle, parce que de la part de plusieurs personnes j'ai été informe qu'une voix circulait à Aoste et dans la Vallée, à savoir que l'Assesseur au Tourisme, M. Milanesio, m'aurait donné trois millions de lires pour que je retire cette motion, et alors j'ai eu... (Voce: Milanesio, se ne davi cinque...) ... à plus part je n'ai pas répondu, mais j'ai eu facile répondre à mes amis, parce que quelques uns étaient des amis qui me le disaient, en citant la fameuse phrase de Shakespeare, qui dit: "Le juge est honnête, il faut beaucoup d'argent pour le corrompre".

Et comme les trois millions de lires, aujourd'hui la cherté de la vie, l'inflation, etc., on ne fait plus rien, on peut être sûr que l'histoire n'est pas vraie, la motion quand même doit rester debout pour une grande raison, et c'est que cette volonté politique, dont très justement ont parlé Monami et Milanesio, doit être vérifiée sur les cas concret.

Nous n'accepterons pas que, à travers les formules nègres blancs, ou blancs-mangers, on finisse par renvoyer le discours, pas faire semblant de rien et pour n pas dire ce qu'on veut faire du site de la Ruine, des fractions de Morgex, Dialley, Lavancher et La Ruine.

Et alors, nous désirons qu'une votation soit faire et que chacun prenne ses responsabilités.

Et pur ce qui concerne l'ordre du jour, à part les petites polémiques qu'on...et que c'est juste qu'elles aient lieu, nous concordons avec beaucoup des choses qu'ont été dites et en particulier il est vrai qu'il faut que ce plan régional donne des orientations précises et qu'il serait insuffisant que ce plan s'arrête seulement à une planification d'urbanisme. Cela a été dit par Monami, c'est vrai.

Mais en ce moment l'urgence du problème d'urbanisme est telle que nous demandons que, avant tout, on fasse quelque chose en cette matière.

Donc, reprendre si vous voulez ce problème en main, et l'élargir à fur et à mesure que dans une discussion concrète on verra que l'urbanisme et la planification socio-économique sont nécessairement liés parce qu'il faudra dire dans quel but nous voulons planifier.

Pour ce qui concerne les autres affirmations, c'est-à-dire il y a eu et il y a beaucoup de lois qui auraient pu être appliquées et qui n'ont pas été. C'est vrai, mais nous n'avons pas tellement confiance dans les lois; au contraire, nous croyons qu'aujourd'hui, parce que nous voyons que la plupart des lois en matière d'urbanisme, surtout en Vallée d'Aoste, sont substantiellement inappliquées, à partir de la 167 et arriver à la 865, et personne ne peut dire le contraire.

Mais, je disais, à travers une planification on peut obtenir des résultats bien plus concrets qu'à travers une législation qui risque d'être encore une fois lettre morte à cause de la Cour constitutionnelle ou de certains recours au Conseil d'Etat, qui continue de prolonger certaines situations qui sont devenues scandaleuses.

... Oui, mais de certains décrets de démolition sont assez moins d'années, cependant certains bâtiments sont encore...

Comunque, Monami, per precisare ancora una volta qual è per noi il problema: non si tratta di fare affermazioni di principio, si tratta di scendere su quella che è la realtà concreta e di verificare sul posto la volontà politica.

Perché, e qui mi riallaccio a quanto mi diceva Manganoni, la frase più importante di quella famosa bozza di piano regolatore era contenuta, se non mi sbaglio, a pagine 31 e noi l'abbiamo sottolineato, perché in quella bozza che, secondo noi, la Giunta non aveva letto, perché se no non avrebbe fatto in Consiglio, si diceva che quella Commissione non aveva potuto prendere certi indirizzi perché era stata priva di contatti con la Giunta, perché si può verificare determinando che c'è un grattacielo all'uscita del Monte Bianco e ce ne è uno che finisce la serie in cemento armato a Pont-Saint-Martin.

Noi diciamo che soltanto pianificando, soltanto dicendo quello che vogliamo fare e specificando bene in maniera chiara, si può ottenere qualche cosa in Valle d'Aosta. Non si tratta di coartare la volontà di nessuno, e non si tratta, secondo noi, di fare un mosaico di tanti piccoli piani regolatori per arrivare a un piano regionale, si tratta di fare finalmente una politica regionale e non di continuare a fare una politica di indirizzo comunale, un supercomune valdostano che dimentica quelle che sono le fondamenta stesse, la realtà di una Regione a Statuto speciale.

Per quanto ha detto Milanesio, credo che abbiamo dimostrato che avevamo capito che il suo ordine del giorno voleva aprire un dibattito; e noi ci siamo permessi di presentarne uno che in parte riprende delle idee che erano state annunciate nel suo, proprio perché, secondo noi, bisognava specificare attraverso quali strumenti e attraverso quali responsabilità, quali uomini, si sarebbe giunti ad una pianificazione urbanistica in Valle d'Aosta.

È per questo che noi parliamo di sezione urbanistica, di redazione dei piani regionali di urbanistica entro l'anno 1975, 31 luglio, di anticipare, di fare delle anticipazioni di questo piano regionale attraverso dei piani per le zone di particolare interesse turistico.

Non le ripeto, non le cito, ma posso annunciare al Consiglio che abbiamo in gestazione numerose mozioni su particolari zone della Valle d'Aosta, a controllare i piani comunali, e questo, secondo noi, indirettamente indica quali sono gli scopi che noi vogliamo raggiungere, perché parliamo di impedire la speculazione, parliamo di impedire che ci siano strumenti di offesa al paesaggio e quindi diamo già, anche se in maniera negativa, diamo già un indirizzo specifico all'elaborazione di questo piano.

Richiamiamo, viste le competenze che si assommano tra Assessore al Turismo, Presidente della Giunta, la possibilità specifica di intervenire immediatamente in certe zone particolarmente minacciate e via dicendo.

Noi vorremmo aggiungere una sola cosa, che non siamo d'accordo e vogliamo discutere, d'accordo con Milanesio per sospendere, discutere dei vari ordini del giorno, ma non siamo d'accordo che la lettera c) dell'ordine del giorno del Gruppo dei Democratici Popolari, perché a nostro avviso la Commissione in esame deve essere una Commissione che rispecchia le forze in Consiglio, con maggioranza e minoranza, con relazioni del Presidente della Commissione trimestrali, ma con la possibilità di un dissenso politico-amministrativo della minoranza. La conferenza dei Capi Gruppo riunisce, credo, dieci persone, nella quale, caso strano, le minoranze sono in maggioranza; e quindi ha lo stesso valore politico degli organi consultivi a cui si danno le caramelle perché stiano zitti. E quindi chiediamo una Commissione seria perché da un lato collabori e dall'altro vigili sulla effettiva volontà politica di fare qualche cosa.

Fosson (UV) - Io potrei anche rinunciare, perché avevo chiesto la parola dopo le prime parole di Monami, perché, e l'ha rettificata anche lui, perché praticamente diceva: " sono venti, trent'anni che si parla di questione urbanistica e non si è fatto niente". E allora, per chi non era al corrente, volevo solo precisare quello che dopo ha già precisato Monami, perché una legge urbanistica è stata fatta nel 1960, la prima nel 1960 e praticamente se a questa legge urbanistica sono stati tolti quei poteri che avrebbero permesso di intervenire per salvaguardare il paesaggio, questo è avvenuto proprio attraverso il ricorso di speculato che hanno avuto buon gioco e attraverso l'intervento della Corte costituzionale che ha reso inoperante l'articolo principale di questa legge.

Quindi era per questo che avevo chiesto la parola.

Non vorrei adesso dilungarmi, perché è stato chiarito quale è il nostro punto di vista. Il nostro ordine del giorno mi sembra che sia abbastanza chiaro, perché specifica bene quello che desideriamo e, siccome c'era una proposta di sospensione per vedere di armonizzare, se è possibile, i vari ordini del giorno, noi siamo disposti, a condizione che non sia chiusa in questo momento la discussione generale, perché certamente, dopo aver sentito e attraverso i vari Gruppi e aver messo a confronto i vari ordini del giorno, penso che si possa continuare la discussione generale.

Caveri (UV) - Mi permetto di dire che questa ulteriore tournée di eloquenza può aver servito a chiarire le idee, ma questa discussione fatta prima della riunione nella sala preconsiliare per vedere quali sono gli ordini del giorno che vogliamo approvare e se c'è la possibilità di un ordine del giorno unitario, il che sarebbe augurabile, tutta questa tournée di eloquenza rischia di essere stata vana, perché si sono posposte delle cose, si è seguito un ordine che non è molto razionale.

E allora ci dirà: perché lei chiede la parola? Io chiedo la parola solo per puntualizzare questo, e cioè voglio essere aderente alla realtà e dire questo: che se anche il nostro ordine del giorno fosse approvato all'unanimità dal Consiglio regionale, noi non abbiamo certamente l'illusione che con questo si sia fatto un gran passo avanti, perché se anche domani si facesse il piano regionale di urbanistica; i piani delle zone a particolare vocazione turistica, i piani comunali, se anche il Presidente accettasse di esercitare la competenza che gli spetta, di stabilire i vincoli (non i vincoli di cui parlava Manganoni, che non sono dei vincoli, che sono altre cose), se anche si costituisse domani la Commissione consiliare, se anche si facesse la legge urbanistica, però tutto questo problema potrebbe essere vano se gli uomini investiti di queste cose non hanno la volontà politica di farle. Perché qui si sentono sempre fare dei bellissimi discorsi, tutti sono favorevoli alla difesa del paesaggio, ma all'atto pratico il cemento armato continua ad avanzare e ad offendere la bellezza del paesaggio.

Quindi, quello che conta sono gli uomini che debbono... perché pianificare, si può pianificare quello che si vuole, ma quando, all'atto pratico, gli uomini non hanno il coraggio e non hanno la volontà politica di fare certe cose, il discorso diventa praticamente inutile.

Questa è la prima osservazione.

Seconda osservazione che voglio fare. L'Assessore Milanesio ha detto che quell'ordine del giorno, che porta la sua firma, non è l'ordine del giorno della Giunta, ma è l'ordine del giorno del Partito socialista; e il Consigliere Chanu ha annunciato che l'ordine del giorno presentato da lui è l'ordine del giorno dei Demopopolari. Ma allora che cosa noi dobbiamo constatare? Noi dobbiamo constatare l'inesistenza della Giunta come organo collegiale, che abbia una sua volontà propria, perché un Governo, sia esso un Governo nazionale, sia esso un Governo regionale, un Governo comunale, deve avere una sua volontà comune.

Noi constatiamo che questa Giunta non ha una volontà comune, non ha una volontà collegiale.

E questa constatazione è un fatto molto grave.

Io da un lato quasi quasi questa dichiarazione, che ha una certa gravità, non volevo farla, perché qualcuno poteva criticarmi, e dirmi: e ma come, tu dici queste cose, che sono vere ma che sono anche gravi, prima che i vari capi Gruppo si ritirino nella sala consiliare per vedere di dare una soluzione. Però di fronte a questa assenza, a questa carenza, anche soltanto di dichiarazioni, dei membri della Giunta, del Presidente della Giunta, in questa dibattito, questo è un fatto troppo grave che non possiamo non rilevare, perché questo... si dice che la parola è d'argento, il silenzio è d'oro, però questo silenzio della Giunta, questa mancanza di una volontà comune della Giunta è un fatto che non si può non rilevare.

E questo non lo dico per fare della polemica, ma perché sono dei fatti che saltano all'occhio, che chiunque può rilevare.

Parisi (MSI-DN) - Signor Presidente, Signori Consiglieri, chiedo scusa, ma debbo amaramente rilevare che non è soltanto di recente, ma sono anni che il Consiglio regionale ha dimostrato un'attitudine scarsamente comprensiva nei confronti di ciò che è il problema che oggi si affronta.

E quando si sente dire che sono state varate delle leggi, che altre leggi debbono essere varate, io non so se si voglia fare soltanto della confusione o se veramente si ha in animo di fare qualche cosa.

Io mi riferisco ancora alla legge 28 aprile 1968, il cui articolo primo è stato sì dichiarato incostituzionale dalla Corte costituzionale, ma l'articolo 2, l'art. 3, specialmente l'art. 3, dice: vietato eseguire costruzioni o piantagioni, distruggere o modificare quelle esistenti, o comunque introdurre modificazioni agli immobili che rechino pregiudizio all'aspetto del paesaggio.

Chiunque intenda compiere queste opere, costruzioni; demolizioni e mobilitazioni degli immobili, che possano comunque alterare il paesaggio, deve munirsi di apposita autorizzazione rilasciata dal Presidente della Giunta regionale, nei casi e nei modi previsti dalla legge.

Benissimo. Vi è poi l'art. 4, che è ancora funzionale. Mentre invece si arriva all'art. 5. E che cosa si fa con l'art. 5? Si parla di piano regionale urbanistico. Bastava leggere, bastava dire: legge regionale 28 aprile 1960, legge regionale per la tutela del paesaggio, senza parlare di urbanistica, perché la legge fosse stata veramente operante e chiedo scusa ai legislatori, perché si poteva concludere qualche cosa.

Ovviamente poi quell'articolo 5, si è parlato di questo piano regionale urbanistico, ed ecco che è in contrasto con gli articoli 2, 3 e 4 e di conseguenza è diventata inoperante in toto.

Ma Signori, qui ci vuole veramente la coscienza politica, ci vuole la coscienza politica perché sono problemi talmente gravi che investono non soltanto il Consiglio regionale e la Giunta, investe tutta la comunità valdostana.

Ed ecco che allora è necessario prendere cognizione di quello che si vuol fare e di quello che si deve fare, perché se noi ci mettiamo a proporre dei piani sconclusionati, che cosa accade, accade che, così agendo, si potrebbe addivenire alla compilazione di un piano regolare, regionale, se si rispecchi la volontà di tutti, ed è impossibile l'oggettività e non la soggettività che quest'ultima quando determina, come purtroppo avviene dall'anagrafe politica, che verrebbe poi a rispecchiare in modo vergognoso la mancanza del senso democratico di giustizia, si commettono delle... non facilmente superabili.

Ecco che, di fronte agli ordini del giorno che sono stati presentati, io lo esaminerò attentamente uno per uno e darò il mio assenso a quello che a mio giudizio rispecchia maggiormente la volontà che si deve portare avanti. Grazie.

Dolchi (Presidente) - La parola al Consigliere Manganone. Rinuncia.

Non c'è più nessuno iscritto a parlare, salvo il Presidente della Giunta.

Diamo la parola al Presidente della Giunta.

Dujany (DP) - Non vorrei dilungarmi sulle ragioni per cui il Consiglio in questi tempi è particolarmente sensibilizzato a questo problema, poiché le Regioni alpine e fra queste in modo particolare la Valle d'Aosta sono oggetto di assalto, perché la montagna diventa di moda da parte di gruppi per lo più esterni alla nostra politica territoriale.

Ora secondo me, bisognerebbe prima di passare ad esaminare quali possono essere gli strumenti idonei, di cui si è parlato fino ad oggi, per frenare questa speculazione edilizia; e per frenare questo sviluppo disordinato del territorio bisognerebbe esaminare un momentino quale contenuto vogliamo dare alla nostra Regione nl suo sviluppo urbanistico.

È chiaro che il patrimonio del territorio è l'ultima ricchezza che rimane nelle mani dei valdostani.

È altrettanto chiaro e dobbiamo purtroppo considerarlo ogni giorno che la nostra popolazione è insensibile e impreparata a mantenere questo patrimonio.

È chiaro che esiste un peggioramento qualitativo di giudizio della nostra popolazione nei riguardi della sua terra e della sua proprietà.

È chiaro che esiste un concetto di materializzazione nei riguardi della propria terra che sostituisce un vecchio concetto di civiltà e di rispetto nei riguardi della terra sulla quale ha vissuto e sulla quale ha mantenuto o allevato la sua famiglia.

Quindi bisogna, intanto, sensibilizzare l'opinione pubblica su questo problema, perché noi possiamo fare tutte le leggi che vogliamo, possiamo creare tutti gli strumenti che vogliamo, se però non abbiamo con noi, oltre che il Consiglio regionale anche l'opinione pubblica che sia capace di capire i motivi per cui interveniamo e le ragioni per cui interveniamo, e che questi motivi e queste ragioni sono nell'interesse globale della Valle d'Aosta oltre che essere nell'interesse dei singoli cittadini della Valle d'Aosta, soprattutto dei proprietari dei terreni, rischieremmo di fare un lavoro quotidiano tremendo e forse con dei risultati estremamente relativi.

Discutevo alcuni giorni fa con il Vice Presidente dell'Alto-Adige, il quale Alto-Adige ha affrontato questo problema ormai da anni, ha una sua legge regionale sulla tutela del paesaggio, ha una sua legge regionale sul piano urbanistico regionale e si lamentava che anche loro erano oggetto di assalto nelle poche zone che ancora erano libere alla costruzione, erano oggetto di assalto alla speculazione.

Quindi è un problema, forse da loro in proporzioni diverse che non dai, anzi senz'altro diverse, però è un problema di fondo ed è un problema di una gravità estrema, ed è un problema, secondo me, soprattutto di civiltà e soprattutto di maturità.

Comunque, dinanzi a questa situazione reale dobbiamo naturalmente procedere, creando alcuni strumenti.

Naturalmente, stabilito quale è il contenuto, stabilite quali sono le finalità che vogliamo raggiungere, possiamo trovare i vari strumenti di intervento. I vari ordini del giorno che sono stati presentati sono ordini del giorno che tendono a creare alcuni strumenti, gli uni ritengono che siano migliori gli uni, gli altri ritengono che siano migliori gli altri; gli uni ritengono che siano più efficaci e più tempestivi gli uni, gli altri ritengono che siano più efficaci e più tempestivi gli altri.

Comunque, questo sarà un problema, direi, non dico tecnico, sarà un problema di metodo che sarà oggetto di confronto e di valutazione più approfondita poiché mi pare che sia chiaro che da parte di tutti ci sia questa volontà di intervenire sul piano di uno sviluppo urbanistico della nostra Regione per evitare che esso continui ad avvenire in un modo così disordinato quale è attualmente.

Per quanto riguarda l'ordine del giorno dell'UV mi pare che, e altri ordini del giorno del PSI, mi pare che si concordi su un principio, il piano regionale urbanistico, si concordi sul problema della Commissione, c'è un dissenso, direi un dissenso di metodo, non è di fondo, in quanto si trova uno strumento attraverso le zone di particolare interesse turistico, mentre noi riteniamo più valido un intervento, e notate bene che non sono contraddittori i due strumenti, possono essere di integrazione, l'uno dell'altro, e mentre noi riteniamo più valido lo strumento della tutela del paesaggio, perché? Perché lo riteniamo più immediato, e perché ritengo che l'invito fatto dall'ordine del giorno dell'UV al Presidente della Giunta di intervenire è un invito che il Presidente della Giunta esercita in relazione ad una legge nazionale, oppure lo può anche esercitare in base alla legge regionale del 1960, come è stato detto mi pare da Parisi, però poi gli mancano gli strumenti, perché quella legge non è applicabile perché è priva di norme di attuazione ed è priva naturalmente del piano regionale urbanistico, e quindi non è, diciamo, adoperabile, utilizzabile, e allora il Presidente della Giunta, e anche Lei, Avv. Caveri, quando era Presidente della Giunta, come tutti i presidenti della Giunta che hanno posto dei vincoli in determinate zone della Valle d'Aosta, si è agito in base alla legge nazionale del '39, la quale agisce dopo l'autorizzazione del Ministro alla pubblica istruzione, il quale pone il vincolo, previo parere di un'apposita Commissione presieduta dal Presidente della Giunta, e successivamente questa gestione di questa zona soggetta al vincolo avviene al di fuori dell'Amministrazione regionale, avviene al di fuori degli organi responsabili della Regione.

Ora, se noi vogliamo risolvere questo problema nell'ambito delle Regioni, nell'ambito delle competenze legislative della Regione, dobbiamo cercare di utilizzare questo strumento nell'ambito delle leggi regionali, ne abbiamo la possibilità poiché l'art. 2 prevede competenza oltre che in materia urbanistica, anche in materia della tutela del paesaggio.

Comunque questo è un metodo che io ritengo più... che noi riteniamo più valido dell'altro, non che sia il toccasana.

Ritengo che sia più valido in quanto ci permette con una certa rapidità e con una certa tempestività di intervenire nelle fasi di studio e di decisione del piano regionale urbanistico e della relativa legislazione, perché è chiaro, non nascondiamoci, che il piano regionale urbanistico ci richiederà almeno un anno, un anno e mezzo di lavoro, e questo a lavorare sodo e a lavorare decisamente in questa direzione.

Nel frattempo che cosa facciamo?

L'Union Valdôtaine dice: piani di zona di particolare interesse turistico entro il 31 luglio 1974... intanto arriviamo già al 1974, al mese di luglio del 1974, e nel frattempo cosa facciamo? Continuiamo la vecchia politica dei vincoli, fatta nello stesso modo, con lo stesso metodo, dei quali risultati tutti ci lamentiamo, forse anche perché la quantità dei vincoli non è sufficiente, forse anche perché non è sufficiente, ma forse anche perché lo strumento non è sufficientemente efficace, forse anche perché lo strumento non è nelle mani esclusive del Consiglio regionale, dell'amministrazione regionale, ma a un certo momento sfugge all'amministrazione regionale perché agisce in base ad una legge nazionale in cui il Presidente della Giunta agisce in funzione di prefetto e non di organo elettivo espressione di questo consiglio.

Quindi, mi parrebbe più valido sostenere la tesi di regionalizzare questo strumento e nello stesso tempo di permettere una gestione di questo strumento attraverso un metodo più democratico e attraverso un metodo che sia immesso nella responsabilità del Consiglio, dell'organo deliberante e dell'organo esecutivo di questo consesso.

Comunque, dico, noi siamo liberi, naturalmente, di adottare, cioè siamo liberi e aperti al confronto di questi vari ordini del giorno.

Mi ero permesso semplicemente di sottolineare e di precisare questo aspetto, che mi pareva di una certa importanza, anche per poter dare a chi ne ha responsabilità la possibilità di intervenire in un modo deciso e in un modo sostanziale senza essere costretto a muoversi in un ginepraio di disposizioni costituito dalla legge del 1960, che non è applicabile in quanto non ha il regolamento, oppure attraverso un vincolo generico, dove il Presidente della Giunta entra solo nella immissione del vincolo, nella posa del vincolo, poi non ha più nessuna possibilità di inserimento nella sua gestione perché la gestione avviene fra la Sovraintendenza e il ministero della pubblica istruzione.

Quindi, al di fuori degli organi regionali, quindi, mi parrebbe che, senza escludere il punto secondo contenuto nell'ordine dell'UV che temo che ci richieda dei tempi molto più lunghi di quelli previsti in questa data, perché il punto secondo che cosa vorrebbe dire in termini concreti: moltiplicare le zone tipo Alpila, questo vuol dire in concreto.

Siamo soddisfatti delle zone tipo Alpila? Un altro interrogativo a cui sarebbe opportuno rispondere - me lo chiedo appunto; è un interrogativo che ci poniamo... (Andrione: Alpila era un piano per costruire molto)... e si possono dare dei contenuti differenti quali sono i tempi che si chiederanno per fare queste operazioni, per fare tutti questi piani, stabiliti in quanti, in una cinquantina di zone della Valle d'Aosta, direi saranno una cinquantina di zone naturalmente; quindi immaginiamo, sul piano concreto, quale sarà il lavoro e in quali tempi naturalmente potremmo realizzare quanto è contenuto in questo punto secondo dell'ordine del giorno.

Mi pare che la proposta nostra fosse un mezzo più sollecito, dico mi pare, perché qui tutto è discutibile, tutto è opinabile e, come diceva Caveri, mi pare quel che conta è poi l'operosità e la attenzione del Consiglio su tutti questi problemi.

Comunque concludo ripetendo che mi parevano più valide queste proposte, questa proposta mi pareva valida in quanto la ritenevo più tempestiva e mi rappresentava anche una decisione politica di regionalizzazione di un Istituto che deve essere regionalizzato.

Comunque rimaniamo aperti a tutte le discussioni e a tutti i contributi per vedere se possiamo trovare gli strumenti migliori che tendano a poter intervenire con una certa efficacia e con una certa tempestività in attesa che sia approvato dal Consiglio il piano urbanistico regionale e le relative norme applicative.

Caveri (UV) - Io ero molto perplesso se rispondere o non rispondere alle osservazioni del Presidente della Giunta.

Conoscendo il mio carattere e il mio temperamento cercherò di autofrenarmi, di autocontrollarmi il più possibile.

Io voglio dire soltanto una cosa: il nostro ordine del giorno, tra l'altro, prevede quegli atti che sono di competenza del Presidente della Giunta, perché si parla degli organi che sono competenti nelle materie di cui discutiamo; si parla dell'Assessore al turismo, si parla del Sovraintendente, si parla del dirigente della sezione urbanistica, ma si è dimenticato un po' troppo che come organo in queste materie c'è anche il Presidente della Giunta, il quale, attraverso una procedura che qui è inutile di stare a specificare, può in caso d'urgenza, visto che per il piano regionale di urbanistica ci vuole un periodo lungo purtroppo, visto che per le zone... che per i piani delle zone di particolare vocazione turistica anche per questi piani ci vuole del tempo, visto che ci vuole del tempo anche per i piani regolatori comunali, in questo periodo di pericolo per il paesaggio c'è un'arma che è molto spiccia e che è molto rapida che permette di parare i pericoli più incombenti, e quest'arma che cos'è? E' il vincolo che può essere posto in seguito alla riunione della Commissione ad hoc, attraverso una procedura che è inutile specificare, tutti i Presidenti di Giunta si sono serviti di quest'arma, di questa procedura, per parare i pericoli più incombenti, e io, per conto mio, quando ero Presidente della Giunta, ho stabilito una quantità enorme di vincoli, perché era l'unico sistema che c'era per parare i pericoli più incombenti, ricordo che l'attuale Assessore Benzo faceva parte tra l'altro della Commissione ad hoc.

Ora, perché il Presidente Dujany vuole allontanare da sé questo amaro calice di vincoli, di cui è competente proprio lui, come Presidente della Giunta e come Prefetto, io non lo capisco.

Noi dobbiamo fare uno sforzo comune, tutti insieme, il Consiglio deve naturalmente dare le grandi indicazioni alla Giunta, ecc., l'Assessore al turismo deve fare quello che deve fare, il Sovrintendente pure, il direttore della sezione urbanistica pure, ma il Presidente della Giunta non deve fare un passo indietro e allontanare l'amaro calice, e dire "ah! ma allora io dovrei mettere i vincoli in base a una legge nazionale" ma che male c'è, se non ci sono delle leggi regionali ad hoc, ci si serve della legge nazionale. Insomma, io non ho potuto tacere; io ho dovuto dire queste cose, spero di non averle dette in un tono troppo polemico, perché poi non vorrei che si dica che è per questi interventi che compromettiamo l'accordo che è possibile raggiungere nella famosa sala consiliare.

Qui noi viviamo una contraddizione continua, perché si è detto: bisogna vedere di fare, vedere qual è il migliore ordine del giorno, oppure bisogna vedere se c'è la possibilità di fare un ordine del giorno comune che esprima la volontà unitaria del Consiglio, il che sarebbe ancora meglio, ma poi ci si tira sempre per i capelli e si continua a discutere qui, in quest'aula dei vari ordini del giorno; ma se si è detto che ci si doveva ritirare in sala del Consiglio per vedere di raggiungere un accordo, non capisco perché si continua a fare questa polemica. Naturalmente quando il Presidente della Giunta ha l'aria di dire che non ha voglia di fare i vincoli, di stabilire i vincoli, allora io mi domando in quel caso lì, io sono costretto di reagire; ad ogni modo di queste ne potremo sempre parlare e nella sala consiliare e dopo, sia che ci mettiamo d'accordo e sia che non ci mettiamo d'accordo.

Dujany (DP) - Brevemente per precisare che forse sono stato frainteso: vincoli, in base alle disposizioni attuali, ne hanno posti tutti i Presidenti e anche il sottoscritto, quindi non è che mai nessuno..., lo scopo naturalmente del mio intervento era un confronto sui vari strumenti che i vari ordini del giorno prospettavano per cercare naturalmente di trovare delle soluzioni transitorie e che abbiano una certa immediatezza su questo problema.

Caveri (UV) - Quindi per il momento non ci sono, serviamoci di quel modesto strumento che abbiamo. Ecco, questo io volevo dire.

Dolchi (Presidente) - Signori Consiglieri, poiché da molte parti è stata evocata la necessità di una sospensione per permettere un incontro tra i firmatari delle mozioni e i Capi gruppo per trovare una eventuale formulazione comune, sia del dispositivo della mozione, e io ricordo che c'è sempre anche questo argomento, sia per un ordine del giorno unitario, la Presidenza accoglie le richieste che sono state fatte in tal senso.

Se non c'è più nessuno che chiede la parola, io sospenderei la seduta per permettere questo incontro nella sala consiliare.

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La seduta è sospesa dalle ore 18,56 alle ore 20,57.

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