Oggetto del Consiglio n. 3462 del 3 febbraio 1988 - Resoconto
OGGETTO N. 3462/VIII - RITARDI NELL'UTILIZZAZIONE DEI POSTI-LETTO DEL PRONTO SOCCORSO DEL PRESIDIO OSPEDALIERO DI VIALE GINEVRA. (Interpellanza).
PRESIDENTE: Do lettura dell'interpellanza in oggetto, presentata dal Consigliere Sandri.
INTERPELLANZA
RICORDATO che da oltre quattro anni il Pronto Soccorso del Presidio Ospedaliero di Viale Ginevra è dotato di posti-letto che tuttora non sono utilizzati per mancanza di personale;
APPRESO che vi sarebbe una disponibilità da parte degli organismi dirigenti dell'U.S.L. di attivare alcuni letti con funzione di filtro medico all'interno dell'attuale disponibilità dei reparti medici;
CONDIVIDENDO la necessità di affiancare ai servizi dedicati all'emergenza rianimatoria ed a quella cardiologica un servizio di medicina d'urgenza, oltre che di accettazione;
INTERPELLA
l'Assessore alla Sanità ed Assistenza Sociale per conoscere:
1) i motivi alla base del ritardo nella attuazione dei posti-letto del Pronto-Soccorso citato;
2) gli intendimenti per eliminare tali motivi e giungere alla loro utilizzazione piena;
3) gli intendimenti della Giunta regionale per raggiungere un efficace livello di assistenza anche nella patologia medica acuta.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Sandri; ne ha facoltà.
SANDRI (N.S.): Sicuramente l'Assessore conosce molto bene il vecchio problema dei letti del pronto soccorso che, credo, lo disturbi non solo di giorno, ma anche di notte.
Secondo voci provenienti da fonti dell'U.S.L., sembra che il reparto di medicina sia disponibile a mettere alcuni letti a disposizione dell'attività di accettazione e di pronto soccorso. Ora, considerato che già esiste un presidio di urgenza in cardiologia ed un presidio di urgenza in rianimazione polmonare, sarebbe interessante che anche le altre urgenze mediche potessero disporre di un numero di posti ben definito che, in attesa dell'entrata in funzione del pronto soccorso, potrebbero essere reperiti nel reparto di medicina.
Vorremmo sapere, appunto, se la Regione sia eventualmente intenzionata a risolvere il problema in questo modo.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola l'Assessore alla Sanità e Assistenza Sociale, Voyat; ne ha facoltà.
VOYAT (U.V.): Penso che il Consigliere Sandri conosca le cause che hanno impedito, finora, di poter disporre di un certo numero di posti letto presso il pronto soccorso. Oltre alla ristrettezza di quei locali, fino alla fine del 1987, c'era anche la questione del personale medico che era del tutto
insufficiente. Sono stati espletati dei concorsi e, attualmente, i medici a disposizione del pronto soccorso e dell'accettazione, oltre al primario incaricato, sono cinque.
Si aggiunga, inoltre, che da due anni si parla di destinare a questo nuovo servizio, che dovrebbe disporre di alcuni letti presso il pronto soccorso e fungere, quindi, da filtro, anche delle infermiere professionali. Poiché il distacco di questo personale avrebbe potuto mettere in crisi altre unità operative di degenza, si è ritenuto opportuno soprassedere, in attesa che questa nuova unità operativa sia dotata di tutto il personale medico necessario.
Rimane senz'altro valida l'ipotesi di disporre, per il futuro, di questi posti letto in funzione di filtro, presso il pronto soccorso. Il primo passo è stato compiuto con l'inserimento, nell'organico di questa unità operativa, dei medici indispensabili per seguire i degenti. Quando disporremo delle infermiere professionali, adegueremo anche il loro organico. La caposala è andata in pensione e altre due infermiere professionali sono, attualmente, in aspettativa.
Non mi è ancora stata proposta l'attivazione di posti-letto d'urgenza presso il reparto di medicina. Poiché la nuova unità operativa è ormai in avanzata fase di attuazione, se riusciremo a trovare il personale infermieristico in un arco di tempo ragionevole, credo che entro sei o sette mesi possano essere messi in funzione i posti-letto presso il pronto soccorso del presidio ospedaliero di viale Ginevra.
Torno a ripetere che nessuno ci ha proposto di attivare dei posti-letto d'urgenza presso il reparto di medicina, dove, tra l'altro, vi è attualmente una certa carenza di posti letto, perché il numero delle degenze è mediamente piuttosto elevato ed occupa tutti i posti letto. Anche questo reparto, quindi, incontrerebbe difficoltà a mettere a disposizione un certo numero di posti letto.
PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il Consigliere Sandri; ne ha facoltà.
SANDRI (N.S.): Sarebbe interessante conoscere la chiave di lettura per risolvere questa specie di rebus. Credo, tuttavia, che si stia progressivamente riducendo il tempo a disposizione per trovare una diversa soluzione del problema, proprio perché ormai si è prossimi all'attivazione dell'unità operativa di medicina d'urgenza e di accettazione.
Faccio rilevare all'Assessore che i medici di questa unità operativa sono già stati assunti da diversi mesi, ed i primi addirittura dallo scorso mese di agosto. Si può osservare, pertanto, che i tempi per l'attivazione di questa unità sono ancora troppo lenti.
Mettere a disposizione, per l'accettazione, quattro letti in medicina, che comunque sarebbero occupati da persone ricoverate attraverso il sistema della unità operativa di medicina d'urgenza e di accettazione, consente, a mio parere, di poter usufruire di un servizio, anche per un periodo limitato a soli sei o sette mesi, che contribuirebbe comunque a tamponare una evidente e netta carenza, che è già tanto patita dagli operatori.
Pur concordando con il programma annunciato, teso a risolvere in maniera definitiva il problema, inviterei l'Assessore a verificare, sentito il primario del reparto di medicina, il dirigente sanitario dell'U.S.L. ed il comitato di gestione, la possibilità di utilizzare temporaneamente i quattro letti disponibili presso il reparto di medicina, in modo da rispondere con immediatezza ad una importante esigenza. In assenza di una struttura del genere, magari anche embrionale, una persona ricoverata per un attacco acuto di diabete, o per altre malattie del genere, si troverebbe in mezzo a tutti gli altri comuni degenti di medicina, con ovvie difficoltà e possibili rischi per la qualità dell'assistenza.