Oggetto del Consiglio n. 3452 del 28 gennaio 1988 - Resoconto
OGGETTO N. 3452/VIII - SOLUZIONE DEI PROBLEMI DELLA DELTACOGNE. (Interrogazione).
CONVOCAZIONE DEL COMITATO DI COORDINAMENTO REGIONALE PER I PROBLEMI DELLA SIDERURGIA. (Ritiro di mozione).
PRESIDENTE: Do lettura dell'interrogazione e della mozione, presentate dal Consigliere Baldassarre e dal Consigliere Sandri, allegate rispettivamente ai punti 13 e 43 dell'ordine del giorno, di cui viene fatta la discussione congiunta trattando argomento analogo:
INTERROGAZIONE
Nell'ultima riunione della Commissione DELTACOGNE, alla presenza dei responsabili nazionali IRI fu assunto l'impegno che entro il 15 gennaio 1988 ci sarebbe stata una risposta definitiva al problema della DELTACOGNE.
Considerato ormai scaduto il termine suddetto, il sottoscritto Consigliere regionale
INTERROGA
l'Assessore all'Industria, Commercio, Artigianato e Trasporti per conoscere i motivi del ritardo della definitiva risposta e se è a conoscenza di alcune novità.
MOZIONE
RICORDATO che il 15 gennaio era la data in cui doveva essere annunciato il nuovo piano di ristrutturazione per la DELTACOGNE di Aosta;
CONSTATATO che l'incontro tra l'Amministrazione regionale e la Finsider sul futuro assetto delle attività siderurgiche a partecipazione statale in Valle d'Aosta è stato rinviato alla prima decade del prossimo mese di febbraio;
RITENUTO opportuno avere maggiori informazioni al riguardo e un concreto coinvolgimento del Comitato regionale per la DELTACOGNE;
il sottoscritto Consigliere regionale
IMPEGNA
il Presidente della Giunta a convocare entro 10 giorni il comitato di coordinamento regionale per i problemi della siderurgia.
PRESIDENTE: Ha chiesto di illustrare la mozione il Consigliere Sandri, ne ha facoltà.
SANDRI - (N.S.): Questa mozione riveste particolare importanza perchè si sono inserite nel panorama valdostano delle grosse e pesanti nuvole, che mettono a dura prova la serenità nei confronti delle aspettative per la DELTACOGNE.
Vorrei illustrare ai Consiglieri le motivazioni che mi spingono a richiedere la convocazione d'urgenza del Comitato di coordinamento per i problemi della siderurgia, malgrado abbia tenuto una riunione poco tempo fa. I problemi sono legati alle notizie di questi giorni; in particolare è emerso da fonti non sospette che la DELTACOGNE, società neonata nell'aprile 1987, che è stata creata proprio per abbattere tutti i debiti che avevano afflitto la vecchia DELTASIDER, cosa che ha consentito fra l'altro dei grossi sgravi fiscali ad altre aziende del Gruppo IRI, in soltanto otto mesi del 1987 è riuscita ad avere un grosso deficit. Le cifre non sono ancora ben note, ma si parla di un deficit di 80 miliardi, cioè di 10 miliardi al mese, raggiunto al 31.12.1987.
Sempre al 31.12.1987 abbiamo l'impressione che gli attivi, nello stabilimento di Aosta, siano scesi al di sotto di 2350-2300 e se quindi le notizie che ci sono state propinate dalla stampa, però di differente indirizzo, sono vere, cioè che la DELTACOGNE dovrebbe subire un taglio di 700 persone nel suo complesso, si arriva alla cifra, per lo stabilimento di Aosta, di circa 1700 addetti.
Questo ci sembra qualcosa di estremamente preoccupante e chiediamo che sia la Giunta regionale a farsene carico, insieme a tutte le forze che fanno parte del gruppo del coordinamento regionale per i problemi della siderurgia, per mettere finalmente dell'ordine in questa massa di informazioni. Chiediamo che la Regione si impegni nei confronti dell'IRI per avere le informazioni.
Com'è possibile che una ditta neonata, in otto mesi, sia riuscita a farsi 80 miliardi di deficit? Com'è possibile che un piano di risanamento, che è partito con una società sana, ripulita di tutti i suoi debiti, sia fallito nel giro di così poco tempo? Abbiamo idea che il fatturato e il margine operativo lordo dello stabilimento di Aosta siano nettamente peggiori rispetto alle previsioni, e questo perchè è stata fatta una politica sbagliata rispetto alle aspettative: sono stati consegnati troppi acciai di costruzione rispetto alle previsioni e questo potrebbe essere un fatto positivo, sennonché questi acciai in più non hanno pareggiato la notevole riduzione rispetto alle aspettative delle consegne degli acciai speciali. In pochi mesi, quindi, la situazione della DELTACOGNE è notevolmente ribaltata.
Noi vogliamo chiarezza, vogliamo che il Comitato di coordinamento regionale per i problemi della siderurgia richieda con forza le notizie e le dia ai lavoratori, perchè non c'è niente di peggio, in una situazione di questo genere, che essere assolutamente senza spiegazioni. Non vorremmo infatti che ci mettessero, fra qualche tempo, di fronte al fatto compiuto di una DELTACOGNE che di nuovo ha grossi problemi finanziari, come era stato della vecchia DELTASIDER.
Non voglio parlare a lungo del protocollo d'intesa IRI-Regione, vorrei dire però che la situazione attuale dimostra come questo accordo IRI-Regione, che Nuova Sinistra ha sempre denunciato come un accordo vuoto, una scatola che non garantiva nulla, sia purtroppo drammaticamente giunto alla sua conclusione.
A queste nuvole sullo stabilimento di Aosta si aggiungono altre nuvole nere sullo stabilimento di Verrès, che ci dicono avrà un aumento della cassa integrazione a partire dai prossimi giorni.
Non basta la pubblicità che viene fatta da qualche dirigente sui giornali economici per giustificare un andamento anche di quello stabilimento che è in netto peggioramento rispetto alle annate precedenti.
Per queste preoccupazioni, per evitare che ci sia una spaccatura nel fronte nelle forze che compongono il coordinamento per i problemi della siderurgia, per dare una risposta al malcontento e alle difficoltà che ci sono fra gli operai, che vedono aumentare la propria sfiducia nei confronti delle forze sindacali, chiediamo alla Presidenza della Giunta di impegnarsi a breve termine a riconvocare il comitato di coordinamento per i problemi della siderurgia, in modo che in quella sede non si faccia soltanto una discussione su quali sono le persone da incontrare, ma su quali sono le notizie e i bilanci che dobbiamo far conoscere ai dipendenti della DELTACOGNE.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare l'Assessore all'Industria, Commercio, Artigianato e Trasporti Lanivi, ne ha facoltà.
LANIVI - (A.D.P.): Intervengo brevemente per rispondere alla interrogazione del Consigliere Baldassarre e per fare alcune brevi considerazioni sulla mozione presentata dal Consigliere Sandri.
Si chiedono, nell'interrogazione, i motivi del ritardo della definitiva risposta e se l'Assessore all'Industria è a conoscenza di alcune novità circa la DELTACOGNE.
I motivi erano già stati detti in sede di Comitato di coordinamento per i problemi DELTACOGNE e della siderurgia in Valle d'Aosta; la mancata definizione della politica siderurgica a livello europeo e quindi anche una certa difficoltà da parte delle autorità nazionali a definire una politica siderurgia, oltre che ad una modifica dei cambi di vertici delle società che fanno capo al Gruppo FINSIDER, sono stati i motivi che hanno procrastinato - e lo vediamo anche di quanto - l'incontro che l'Ing. Gambardella, Amministratore delegato della FINSIDER, aveva preannunciato per il 15 gennaio ad Aosta. In effetti, proprio in quella data, sono avvenuti i cambi dei vertici della nuova DELTASIDER.
L'incontro con l'Ing. Gambardella, da una notizia che ci è stata comunicata in questi ultimi giorni, avverrà ad Aosta giovedì 11 febbraio; quella sarà l'occasione per avere notizie più aggiornate e dettagliate in una situazione non precisata qual è quella della siderurgia italiana.
Per quanto concerne il richiamo del Consigliere Sandri, voglio ribadire qui quella che è stata una posizione di costante, continua attenzione, non dico della Giunta regionale, ma dell'insieme delle forze presenti nel Comitato di coordinamento. Sempre la Giunta regionale ha fatto proposte, le ha sottoposte all'attenzione del Comitato di coordinamento, sono state ritrovate posizioni unitarie e quelle sono state le posizioni che la Giunta regionale ha portato avanti. Queste riunioni del Comitato - e mi riferisco anche all'esperienza precedente del Consigliere regionale in questo Consiglio - hanno portato alla definizione della posizione unitaria del Comitato nei confronti dell'IRI, dell'azienda e della FINSIDER in tutta questa vicenda.
Credo che non sia possibile fare nessun rilievo o appunto al governo regionale, che ha sempre riunito, prima di incontri a livello romano, o comunque con le autorità dell'azienda, della FINSIDER o dell'IRI, il Comitato, a cui ha proposto iniziative e relazionato dopo qualsiasi tipo di incontro. Questa è stata una linea che il governo regionale ha sempre mantenuto ed anche in questo caso, dato che oggi sappiamo con certezza che l'11 febbraio avverrà l'incontro fra Regione e Amministratore delegato FINSIDER, convocheremo prima il Comitato regionale per i problemi della DELTACOGNE e della siderurgia, così come, se ci saranno degli incontri a livello centrale, renderemo conto degli esiti di quegli incontri.
Credo che con queste notizie e queste assicurazioni la mozione possa essere ritirata; nel caso in cui non fosse ritirata, ci asterremo per il significato politico, non dico di censura, ma quasi di richiamo per quella che invece è una prassi che il governo regionale sulla vicenda DELTACOGNE ha sempre seguito.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Presidente della Giunta, ne ha facoltà.
ROLLANDIN - (U.V.): Seulement pour ajouter à ce propos qu'on s'est étonné de cette motion, car à la dernière rencontre de la Commission compétente, comme vient de dire l'Assesseur, on avait donné la disponibilité de faire une rencontre au moment où il y aurait eu ou le rendez-vous romain dont parlait l'Assesseur ou bien des nouvelles à ce propos. M. Sandri était présent à cette rencontre avec les forces politiques et syndicales et on a déclaré en ce moment qu'on était disponible à n'importe quelle rencontre. Alors, le fait de présenter une motion après des jours c'est un acte difficile à justifier.
J'inviterais M. Sandri à examiner ce qui a été fait de la part de toutes les forces politiques à ce sujet, car tous ceux qui étaient présents ont donné leur disponibilité à suivre jour après jour ce qui se passe à l'intérieur de la DELTACOGNE.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Baldassarre, per la replica, ne ha facoltà.
BALDASSARRE - (P.S.D.I.): Avevo chiesto all'Assessore di conoscere i motivi del ritardo e l'Assessore li ha spiegati dando la responsabilità ai nuovi vertici dell'azienda. Si dice che il Comitato ha assunto sempre delle decisioni unitarie: questo è parzialmente vero, perchè nel Comitato ci sono state sempre delle perplessità espresse da alcune forze politiche, fra cui il sottoscritto.
Noi non crediamo a questo piano; per noi il protocollo d'intesa fra IRI e Regione ormai è defunto, per cui non crediamo che l'11 febbraio si verifichi qualcosa di importante. L'11 febbraio l'Ing. Gambardella ci verrà a dire che ci sono i nuovi vertici, pertanto l'azienda dovrà predisporre un nuovo piano da sottoporre alla nostra attenzione. La stessa Giunta non ha creduto in questo piano, perché non ha previsto nessuna somma nel bilancio....
ROLLANDIN - (U.V.): .... c'è la possibilità del mutuo.
BALDASSARRE - (P.S.D.I.): D'accordo, c'è la possibilità del mutuo, ma il mutuo si potrebbe utilizzare anche per un'altra situazione.
Ho fatto alcune affermazioni alla stampa e sono convinto di quello che ho detto; è vero, come ha detto l'Assessore in una precedente occasione, che non si risolve il problema dell'occupazione facendo dei cortei, su questo sono d'accordo, però neanche si può fare del sindacalismo creando poi dei "Cobas". Quella dei sindacalisti all'interno di questo Comitato è una posizione alquanto preoccupante: essi danno la possibilità agli altri di uscire allo scoperto, per cui secondo me un po' più di attivismo all'interno di un comitato sarebbe stato necessario.
Il piano è ormai defunto, come dicevo, ed andremo incontro ad un altro piano. Vorremmo correttamente partecipare ancora a quest'ultima riunione, prevista per l'11 febbraio, e, se non c'è una posizione seria e corretta, tutte le forze politiche dovranno assumere un'iniziativa alquanto decisa nei confronti dei responsabili di questo settore. Se invece ci lasciamo ancora coinvolgere in storie non vere, come è successo nel mese di giugno, non facciamo senz'altro gli interessi della comunità valdostana.
Non voglio fare della polemica, ho solo voluto anticipare fin da oggi la mia posizione; parteciperò per l'ultima volta alla riunione di questo Comitato....
ROLLANDIN - (U.V.): ....la successiva è a luglio .....
BALDASSARRE - (P.S.D.I.): .... io vorrei partecipare anche a quella di luglio, anzi mi auguro di poter partecipare.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Sandri, ne ha facoltà.
SANDRI - (N.S.): Voglio riaffermare in questo Consiglio un bisogno che è sentito fra gli operai della COGNE, chiedendo di votare la mozione.
Il Presidente della Giunta e l'Assessore Lanivi non tengono in sufficiente considerazione il tema scottante della mancanza di informazioni: la gente che vive nella COGNE, ad Aosta o a Verrès, non è a conoscenza di nulla, se non di quanto apprende dai giornali. Sarà perché i sindacati non hanno più quel collegamento con la loro base, sarà perchè i politici non si sono sufficientemente mobilitati su questo problema, la gente all'interno dello stabilimento però si chiede come mai - e voi non avete risposto su questo punto, nè avete ritenuto importante accennarlo - la DELTACOGNE, che era la società della salvezza, la nuova società pulita con cui si doveva rilanciare lo stabilimento di Aosta, non viene nemmeno gestita dalla FINSIDER, perché, come detto nell'ultima riunione del Comitato, il consiglio di amministrazione di dicembre della DELTACOGNE è andato deserto, perchè l'unico azionista non si è presentato.
Quindi c'è una chiara, evidente scelta da parte della FINSIDER di fregarsene di queste scelte, che erano state firmate da Prodi con il Presidente della Giunta e con gli altri membri della Giunta, con grande fanfara, nell'aprile dello scorso anno.
Questo atteggiamento di disinteresse per queste notizie allarmanti, questo disinteresse verso la chiarezza su cosa sta facendo questa società, su questo gruppo dirigente, su questo andirivieni di personaggi più o meno identificabili dal punto di vista delle loro capacità e delle loro appartenenze partitiche, credo sia una questione da denunciare ed a cui dire basta.
Non accetteremo più il ricatto del silenzio, non accetteremo più di mantenere questa situazione di "vogliamoci bene", perchè in questa sede ci si chiede di volerci bene quando le cose vanno male, ma quando si firmano gli accordi, che, a parere dei "media", sono destinati ad andare a buon fine, chi si fa bello è sempre e soltanto qualcuno. Chiediamo che i politici escano da questo modo elettoralistico e clientelare di fare politica e che affrontino seriamente un problema grave.
Dal 1977 i dipendenti della COGNE di Aosta erano 4500; nel 1984 erano scesi già a 3200; sono arrivati a 2250 al 31.12.1987, ma la previsione è di scendere a 1600. La velocità di riduzione del personale alla DELTACOGNE di Aosta è notevolmente aumentata ed il rischio che l'ultimo stabilimento industriale della Valle d'Aosta scompaia è sempre più evidente di fronte a noi. In questa situazione occorre che le informazioni siano lo strumento di lotta fondamentale.
Il Presidente della Giunta all'interno del Comitato dice sempre: "Ma qual è la scelta alternativa, se non cercare un accordo con l'IRI?". La scelta alternativa è quella della lotta, chiedendo la massima chiarezza su tutti i problemi.
Questa posizione deve essere un fatto acquisito da tutte le forze politiche, se vogliamo ottenere dei risultati. Non dobbiamo accettare il ricatto del silenzio per una questione di dovere rispetto agli operai, ma anche per un problema di efficacia; chiediamo che il Comitato per la difesa della siderurgia e la Giunta regionale si facciano promotori presso la popolazione per un risveglio dell'attenzione rispetto ai problemi della DELTACOGNE, in quanto non vediamo una mobilitazione sufficiente.
Dicevo prima che nel Comitato c'è sempre e soltanto una disquisizione su chi andare ad incontrare: questo dibattito sulle peregrinazioni secondo noi è un fatto totalmente negativo, perché dobbiamo renderci conto che questa è una pratica che ci obbligano a fare, ma noi dobbiamo avere la forza di prendere altre posizioni. Solo così a nostro parere la COGNE può diventare un problema all'ordine del giorno, su cui a livello nazionale sia le forze sindacali che le forze politiche possano sentire che la Valle d'Aosta è unita. Occorre avere un atteggiamento unitario nella società, all'aria aperta, e non nel chiuso delle aule del Palazzo.
Per questo motivo e con questo significato chiediamo l'approvazione di questa mozione e, contemporaneamente, visto che c'è stato anche un accenno da parte del Consigliere Baldassarre, ribadisco che la nostra posizione sarà sempre quella di divulgare da oggi in poi tutte le notizie che ci verranno fornite e di cui entreremo in possesso.
PRESIDENTE: Ha chiesto parlare il Consigliere Mafrica, ne ha facoltà.
MAFRICA - (P.C.I.): Credo che la situazione della DELTACOGNE sia effettivamente difficile e che occorra il massimo di razionalità nell'affrontarla. C'è tensione tra gli operai per mancanza di notizie certe e credo che uno sforzo debba essere fatto da parte di tutti perché si possano acquisire dei dati, perchè si possano far conoscere ai lavoratori elementi il più possibile sicuri, altrimenti le voci prendono piede e la sfiducia aumenta nei confronti delle organizzazioni sindacali ed anche di questo protocollo d'intesa firmato fra IRI e Regione.
C'è un secondo elemento che va preso in considerazione ed è il significato del Comitato di coordinamento per la siderurgia. Ci rendiamo conto che ci stiamo avvicinando, dal punto di vista delle scadenze elettorali, ad una situazione in cui può nascere in alcune o in tante forze politiche la tentazione di fare dei distinguo.
Se ci sono questioni effettive, se ci sono proposte diverse, se ci sono elementi di differenza, è bene che vengano fuori; rimane però a nostro giudizio la necessità che in una situazione di grande confusione a livello europeo, a livello nazionale, la Regione si presenti per quanto possibile in modo unitario. A livello europeo gli scontri sono fra i paesi, in Italia è in atto uno scontro molto forte fra settore privato e settore pubblico. Nel settore pubblico ci sono stati cambiamenti con teste che sono cadute all'interno della FINSIDER ed anche (a nostro giudizio) all'interno della DELTASIDER.
I piani, ovviamente, sono delle quantificazioni di volontà riferiti a certi gruppi dirigenti, e quando i gruppi dirigenti cambiano i piani ovviamente non sono più credibili; c'è quindi una situazione di massima confusione. Cosa è possibile fare? Credo che su questo ci si dovrebbe confrontare nel Consiglio e nel Comitato per la siderurgia.
Riteniamo che il protocollo firmato, fino a prova contraria, debba essere ritenuto come valido, perchè può essere un punto di forza, se sostenuto dall'intera collettività valdostana, per chiedere delle informazioni ai ministri, ai dirigenti della FINSIDER, ai dirigenti della DELTASIDER. In questo senso facciamo un duplice appello: da un lato, alla Giunta regionale, a non offendersi se alcune forze chiedono chiarimenti, perchè probabilmente uno sforzo può essere ancora fatto nella direzione di promuovere un incontro fra il Presidente della Giunta e l'Assessore con il Consiglio di fabbrica, per uno scambio di informazioni; d'altro lato, alle altre forze politiche di non cedere alla tentazione di farsi abbagliare dal particolare momento politico, perchè la questione del destino della COGNE è così importante da superare anche una fase transitoria quale quella delle elezioni regionali.
Intendiamo mantenere la massima serietà, quindi, se avremo delle critiche da fare, non le risparmieremo, però faremo ogni tentativo per rimanere unitari, perché vediamo l'unità della Regione, la disponibilità finanziaria della Regione, come una possibilità importante per salvare quest'azienda, altrimenti una situazione così confusa potrebbe andare incontro ad un destino definitivamente tragico.
Abbiamo fatto un discorso onesto e speriamo chiaro; ci auguriamo che sia recepito per quello che è.
PRESIDENTE: Ha chiesto parlare il Consigliere Aloisi, ne ha facoltà.
ALOISI - (M.S.I.): Noi, come d'altronde altre forze politiche, ci siamo resi conto delle grosse difficoltà che vive la siderurgia, sia mondiale che nazionale, ed è per questo motivo che abbiamo aderito al Comitato DELTACOGNE.
All'interno di questo Comitato siamo stati alquanto critici, abbiamo messo sovente in evidenza un aspetto fondamentale: quello che non si riusciva, e non si riesce, ad avere una controparte affidabile. Riunioni su riunioni, ma alla fine si arrivava senza conclusioni, perchè dall'altra parte venivano modificati i vertici di questi grandi complessi parastatali, per cui non esisteva, e a tutt'oggi non esiste, una controparte affidabile.
Ci siamo resi conto che era opportuno necessario, nell'interesse della collettività valdostana, affrontare insieme questo problema che investe tutti quanti e cercare di salvaguardare quello che è il livello occupazionale di questa unica grande azienda valdostana. Abbiamo sopportato per mesi incontri, rinvii degli incontri, per arrivare infine ad una determinazione: aspettare questo ultimo incontro che avverrà i primi giorni di febbraio.
Però sia chiaro che per quanto riguarda il Movimento Sociale Italiano deve essere l'ultimo incontro: se da quella riunione non verrà una certezza e non verrà garantita una sicurezza su quelli che sono stati gli impegni assunti da parte dell'IRI, noi ci dissoceremo. Non è una posizione strumentale, come qualcuno vorrebbe definirla, in prossimità delle elezioni regionali; è una posizione che abbiamo sempre sostenuto - e l'Assessore me ne può dare atto - all'interno di questo Comitato, proprio perché non c'è una controparte affidabile. Abbiamo pazientato e pazienteremo fino al prossimo incontro, fra alcuni giorni, dopo di che, se non vi sarà un rispetto preciso della controparte, ci dissociamo e non parteciperemo più a questi incontri, ritenendoli inutili, soprattutto una presa in giro nei confronti dell'intera collettività.
Riconosco che il Comitato ha svolto un lavoro difficile; ha cercato di rimanere unito nell'interesse della salvaguardia dell'occupazione, però c'è un limite a tutto: o la controparte è affidabile, e allora si continua nella trattativa, ma su basi certe, oppure si rompe, nell'interesse della collettività, con queste persone che non sono affidabili. A quel punto bisogna cercare altre vie, altre soluzioni, che esistono; bisogna fare pressioni decise e determinate nei confronti del Governo, e non basta parlare con dei dirigenti che ogni due-tre mesi vengono sostituiti, per cui non sappiamo mai con ohi trattare.
Ripeto: il Movimento Sociale Italiano pazienterà ancora fino alla prossima riunione, dopo di che si dissocerà se non ci saranno risultati più che soddisfacenti.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Torrione, ne ha facoltà.
TORRIONE - (P.S.I.): Dirò subito che ho apprezzato questo invito alla calma formulato dal Consigliere Mafrica. Credo che sia segno di maturità e responsabilità considerare questo problema con molta attenzione, perché è vero che ognuno di noi si può dissociare, ma nessuno di noi ha in tasca la soluzione alternativa: la verità è questa.
Potremo speculare sul giusto stato d'animo di disagio che esiste nelle maestranze: i rinvii sono stati troppi, le incertezze anche. Bisognerà fare chiarezza su alcuni punti, ma se il problema può avere una sua soluzione, questa soluzione la si può trovare solo attraverso l'unità, mentre dissociandoci non faremo nè l'interesse della Regione, nè, soprattutto, l'interesse dei lavoratori.
Dico questo non perché voglio rimanere ad ogni costo attaccato ad un carro di un comitato che ha avuto i limiti che ha avuto, ma perchè dobbiamo considerare con attenzione l'aspetto negativo che si sta manifestando sul piano sindacale. Non è interesse di nessuno la nascita di movimenti tipo "Cobas" all'interno dello stabilimento siderurgico della COGNE. Credo che la nostra solidarietà la si debba manifestare anche nei confronti delle forze sindacali, perchè non è che abbiano portato, là dove questi comitati di base sono sorti, alla soluzione dei problemi, hanno solo disgregato un'unità sindacale ed hanno manifestato interessi di tipo corporativo. Lo vediamo più chiaramente nel settore più delicato, quello dei servizi, soprattutto quello dei trasporti. Con questo non vuol dire che non si debba considerare il problema nella sua reale dimensione.
È apparso un articolo, in questi giorni, di un piano generale di riduzione all'interno del complesso FINSIDER di 25 mila addetti complessivamente, e non vorrei che fra questi tagli fosse previsto anche quello della DELTACOGNE.
D'altronde, dobbiamo porre alcuni quesiti ai nostri interlocutori molto evanescenti, per non dire inesistenti: uno è cosa si farà di questo protocollo d'intesa, cosa si farà di quel piano, anche perchè siamo preoccupati su un aspetto. Per la realizzazione di quel piano l'intervento regionale era definito urgente ed indilazionabile, alcuni mesi or sono; senza un intervento regionale sembrava che l'intero piano subisse uno stravolgimento. Cosa ci sta dietro questa posizione di attesa e di accondiscendenza verso un intervento che viene, sì, sollecitato, ma non più con quella tenacia e con quella sollecitudine di un anno fa? Credo che su questo bisognerà pur sempre riflettere.
A detta di tecnici, questa azienda, al di sotto di un certo numero di unità operative, rischia di non essere più in grado di funzionare come complesso siderurgico, per cui a quel punto dovremo dire addio ad una gestione pubblica della DELTACOGNE ed accedere all'unica soluzione che è la privatizzazione di questo settore e che potrebbe avere delle conseguenze sul piano occupazionale ancora più drammatiche che non il taglio di 1600 unità, che è stato prospettato.
Non voglio saltare sul carro della demagogia, anche perché riteniamo che il problema, per la sua gravità, esige il massimo di coesione fra tutte le forze politiche. Questo è il nostro atteggiamento per il momento e pregherei i colleghi che hanno parlato a nome delle rispettive forze politiche a fare una riflessione complessiva su questo argomento, anche se condivido che la prossima riunione è indubbiamente importante, se non decisiva.
Bisognerà capire cosa sta succedendo all'interno della FINSIDER, all'interno della DELTACOGNE: non è facile capire una realtà e in questo posso anche essere d'accordo con ohi ha bisogno di una informazione più corretta.
È giusto far pervenire attraverso i canali giusti - quelli ufficiali quindi e non dai canali che prendono delle vie traverse - tutto quello che si può alle maestranze della COGNE, che sono legittimamente preoccupate di una situazione che presenta sintomi di allarme e soprattutto sintomi di disgregazione.
Questa è la nostra posizione e la manterremo, anche perché la gravità del momento è tale da esigere compattezza da parte delle forze politiche.
È chiaro che una riflessione complessiva del Comitato la si potrà fare dopo la riunione dell'11 febbraio, dopo di che ognuno sarà libero di fare quello che vorrà; però, per quanto ci riguarda come forza politica, siamo dell'idea che, meno si dà adito ad elementi che possano in qualche modo far pensare che si voglia strumentalizzare questa situazione, più si va a fare l'interesse dei lavoratori della COGNE e della collettività valdostana.
Non per fare del catastrofismo a buon prezzo, ma, se dobbiamo pensare ad una eventuale chiusura o ridimensionamento totale della DELTACOGNE, vorrei sapere quale ruolo giochiamo anche all'interno della società valdostana per quanto riguarda l'aspetto dell'economia della nostra Regione.
Di soluzioni alternative, diciamoci la verità, nessuno ne ha in tasca e questo credo vada considerato nell'interesse di una trattativa che è lunga, difficile, a volte anche disperata, ma che va perseguita fino in fondo.
PRESIDENTE: Ha chiesto parlare il Consigliere Stévenin, ne ha facoltà.
STEVENIN - (U.V.): Altri lo hanno già fatto, voglio ricordare anch'io che il protocollo d'intesa con l'IRI rappresenta il punto di forza della posizione che abbiamo a livello regionale.
L'evolversi della crisi della siderurgia è dovuta a dei fattori sovente neppure italiani, ma europei, che purtroppo possono, in futuro, ridimensionare la presenza siderurgica in Italia.
È già da qualche tempo che si manifestano all'interno della Commissione - ed anche oggi in aula lo abbiamo sentito - segni di insofferenza rispetto al tentativo di darsi una linea in comune.
Pensavo che il Consigliere Sandri avrebbe ritirato la sua mozione, in quanto nell'ultima riunione del Comitato si era deciso di aspettare questo incontro e nel frattempo provvedere ad ulteriori accertamenti per seguire l'evolversi della situazione.
Sono convinto di quanto ha detto il Consigliere Mafrica; il rischio è che sovente esistono dei tentativi di portare avanti delle azioni che vengono ritenute più valide, che però rischiano di diventare delle speculazioni e poi diventa difficile non confonderle con azioni di sciacallaggio su alcune situazioni che sono di importanza vitale per la nostra Regione.
Sappiamo qual è la situazione in fabbrica: salvo un manifestino non firmato, nelle assemblee i lavoratori, a stragrande maggioranza, hanno appoggiato la linea che il sindacato unitariamente porta avanti.
Credo che ci siano a tutt'oggi dei grandi margini di possibilità di operare insieme, con tutte le forze politiche; ognuno deve prendersi le proprie responsabilità. Il tentativo sarà quello di continuare e verificare fino in fondo quali sono le azioni e le possibilità di mantenere l'occupazione, dando nel contempo una possibilità di sviluppare le produzioni all'interno della società DELTACOGNE, e poi, se ci saranno delle azioni di cui ho parlato prima che saranno portate avanti, sarà necessario denunciarle all'opinione pubblica, che valuterà se queste sono azioni che tendono a risolvere i problemi o se non a fare delle speculazioni.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Sandri, per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.
SANDRI - (N.S.): So di deludere l'attesa di molti Consiglieri che vorrebbero andarsene a casa, ma credo di dover riconfermare anche al Consigliere Stévenin l'importanza del voto di questa mozione.
Non siamo come lui che chiama in causa anche la congiuntura internazionale: riteniamo che in questo fallimento dell'accordo IRI-Regione ci siano delle responsabilità da parte dell'insieme del potere valdostano.
Ieri abbiamo avanzato dei grossi problemi sui bilanci delle società minori degli impianti di risalita: della CREVACOL abbiamo spellato tutto quanto era possibile spellare. Qua dentro non si risponde alla domanda se c'è lo stesso interesse per i bilanci della DELTA-COGNE, cosa che richiediamo con forza che sia fatta.
LANIVI - (A.D.P.): .... l'intervento del Consigliere Sandri è vergognoso: il Consigliere Sandri gioca sulla pelle degli operai, perché sa che non si può intervenire .... lo interrompo e me ne assumo la responsabilità.
SANDRI - (N.S.): Credo che molti di noi non abbiano certo paura di andare in cassa integrazione, per qualcun altro invece è un problema giornaliero.
È stato fatto un intervento molto serio, un richiamo alla unitarietà da parte del Partito Comunista. Non abbiamo paura di dire che siamo sicuramente unitari; non accettiamo le provocazioni che vengono dai banchi della Giunta: siamo convinti di essere profondamente unitari, proprio perchè qua dentro abbiamo chiesto - e siete voi che non avete risposto - di fare un Consiglio straordinario nello stabilimento DELTA-COGNE.
Su questa posizione abbiamo presentato una mozione la volta scorsa, abbiamo avuto un apprezzamento da parte dell'Assessore all'Industria e l'abbiamo ritirata. Abbiamo dimostrato, con quella iniziativa, riproponendola nel Comitato ed anche qui stasera, che non abbiamo paura di confrontarci con il Consiglio di fabbrica e con le maestranze della COGNE e che vogliamo e continuiamo ad essere unitari.
Questo però non vuol dire che non perseguiamo la politica della informazione. Abbiamo detto che informeremo tutti; vogliamo che l'informazione sia più precisa possibile, perchè esiste tutta una serie di dati che sono stati detti qua stasera e che continueremo a diffondere nei volantini che distribuiamo alla COGNE ed attraverso i comunicati-stampa. Tutte le notizie che sentiremo nel Comitato, cui continueremo a partecipare, se riteniamo che devono essere a conoscenza delle maestranze, le riporteremo senza nessun problema.
Questa posizione di chiarezza, secondo noi, è l'unica possibilità per uscire da questa "impasse". Credo che la paura dei "Cobas", che è stata qui ventilata, non ci debba preoccupare; dobbiamo essere preoccupati per le maestranze della COGNE, per il disagio che esse esprimono, sia in volantini anonimi che nella insofferenza di tutti i giorni. Ritengo che sia penoso, e questo sì da denunciare alla pubblica opinione, l'atteggiamento portato dai sindacati nell'ultimo Comitato, quando il sottoscritto ha presentato l'esigenza di sentire e di far partecipare al Comitato chi aveva scritto quel volantino anonimo, perchè esiste anche a rischio della cassa integrazione, signor Presidente della Giunta .....
(Viva protesta da parte del Presidente della Giunta)
..... e questa persona era chiaramente rintracciabile. Di fronte a questa richiesta c'è stata una sollevazione incredibile da parte dei sindacati, come se si fosse tolto loro il pane di bocca.
Non abbiamo paura di nessuno, nè degli anonimi, nè di quelli che si firmano, vogliamo però che in questo Comitato tutti siano rappresentati e tutti abbiano la possibilità di contribuire alla linea politica che di questo Comitato deve essere la sintesi. Non accettiamo nemmeno che la discussione sia posta fra i seri e i non seri; questa è una falsificazione e una volontà di accentuare il dibattito in una forma davvero elettorialistica, perchè su questa linea potremmo fare il discorso degli inetti e degli attivi, degli sciacalli (come dice il Consigliere Stévenin) o dei superficiali.
Non so ohi meriti di più questo o quell'aggettivo, ritengo però che non si possa uscire da questa sala consiliare e dall'attività della DELTACOGNE senza essere ben chiari con noi stessi e con le nostre responsabilità, e non è certo insultando un Consigliere regionale che si può mantenere questo tipo di atteggiamento.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Baldassarre, ne ha facoltà.
BALDASSARRE - (P.S.D.I.): Credo che essere critico all'interno di un Comitato non significhi farsi abbagliare dal momento elettorale. Mi spiace che questo sia stato detto da un partito della sinistra, che ritengo serio. Essere critico in questo Comitato significa non essere d'accordo su certe scelte prese da parte del potere politico e da parte dei sindacati.
Esistono delle responsabilità di un piano, che ho definito ormai defunto, che vanno divise fra potere politico e potere sindacale, in cui non possono essere coinvolte altre forze politiche che hanno assistito a questo modo di portare avanti certe trattative che non hanno avuto esito positivo.
Non è il momento politico, ma è una strana coincidenza, perchè avremmo dovuto uscire prima dall'isolamento in cui ci eravamo cacciati all'interno di questa commissione, però nessuno ci può più impedire di diffondere le notizie che ci vengono date all'interno di questo Comitato, nè di parlare del comportamento delle forze politiche e dei sindacati tenuto all'interno di questo Comitato. Se ci saranno delle responsabilità per il fallimento di questo piano, sia chiaro che queste responsabilità vanno divise fra potere politico e sindacale.
Tornando alla mozione del Consigliere Sandri, dichiaro di votarla, perchè è un atto politico importante di solidarietà nei confronti degli operai e dell'intera comunità valdostana.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Mafrica, ne ha facoltà.
MAFRICA - (P.C.I.): Ci asteniamo su questa mozione e ribadiamo che la situazione è molto seria e va affrontata con grande razionalità. Si tratta di attendere il giorno 11 febbraio, quando ci sarà il confronto con l'Amministratore delegato della FINSIDER; si tratta di risostenere unitariamente in quella sede che il piano che noi difendiamo come Regione è quello che era stato concordato a giugno, vale a dire 2150-2200 occupati, che c'erano certi livelli di fatturato e certi livelli di produzione e una certa distribuzione del "mix" produttivo. Questa è la posizione che sosterremo in quella sede.
Abbiamo dubbi che altre strade siano di facile percorribilità, e voglio fare un esempio: Sesto S. Giovanni. Sesto S. Giovanni veniva denominata la Stalingrado d'Italia: il P.C.I. aveva il 60% dei voti; all'interno della fabbrica c'erano migliaia di iscritti al Partito Comunista; la CGIL aveva percentuali elevatissime di iscritti. Si sono fatte lotte dure fino a non potere; mancando comunque un riferimento, Sesto S. Giovanni si è trovata molto più rapidamente di Aosta nella condizione di perdere gli iscritti al Partito, ma di perdere anche i posti di lavoro, perché non è stato possibile difenderli con la lotta.
Rispetto alla mozione, Consigliere Sandri, ci asteniamo per questo motivo: quando Lei scrive, deve essere più attento. Se Lei scrive: "Il sottoscritto Consigliere regionale impegna il Presidente", la mozione se la vota Lei; noi non possiamo votare una mozione che non sia a nome del Consiglio regionale.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Beneforti, ne ha facoltà.
BENEFORTI - (D.C.): Non sarei intervenuto se la discussione su questa mozione del Consigliere Sandri non avesse preso questa piega.
Mi sono un po' sorpreso che non si voglia, da parte di alcuni colleghi, tener conto della realtà in cui si colloca la situazione siderurgica italiana, in questo contesto anche lo stabilimento siderurgico di Aosta.
La realtà va oltre la Valle d'Aosta e l'Italia; c'è una realtà generale a livello europeo che ci dice qual è la situazione di crisi che sta attraversando oggi nel nostro paese il settore siderurgico e che non deriva da debolezze di forze politiche o sindacali; È una situazione di crisi alla quale bisogna trovare alternative, in quanto non si possono risolvere nell'ambito di certi settori i problemi dell'occupazione.
Siamo andati avanti in una realtà generale, dove c'è stato un certo protezionismo a livello europeo per cinque o sei anni nel settore siderurgico. Sono stati dati finanziamenti per mantenere certe aziende, ma si sono dati finanziamenti anche per abbattere e chiudere certe altre aziende. Oggi cos'è mancato nel nostro paese?
Dopo la fine del protezionismo a livello europeo è mancato un piano italiano del settore siderurgico, è mancata una programmazione dell'attività siderurgica nel nostro paese. Ma perchè? È inutile, Consigliere Sandri, fare delle polemiche sulla presenza o meno della Democrazia Cristiana al governo del paese! È mancata perchè è scoppiata una guerra fra poveri, e tutti i partiti e forze politiche, nelle regioni dove ci sono le aziende siderurgiche, hanno cercato di difendere ciascuno la propria occupazione. Ne abbiamo la prova con l'ILSSA VIOLA, dove abbiamo visto sindacati e partiti politici dell'Umbria difendere le quote dell'azienda umbra, senza preoccuparsi di quello che poteva avvenire all'ILSSA VIOLA di Pont-Saint-Martin.
Allora abbiamo costituito un comitato anche noi, un comitato unitario, per impostare il problema nella stessa maniera di Taranto, Bagnoli, Conegliano e siamo arrivati anche all'intesa IRI, che non è un "bluff", ma è stato un tentativo per risolvere un problema che abbiamo, perché non ci sono alternative per coprire tutta l'occupazione che ci dà oggi la COGNE.
Attendiamo anche che Gambardella torni a riproporci il piano, perchè vogliamo vedere come si possa risolvere il problema a modo nostro, come fanno tutte le regioni, e cerchiamo di ottenere il più possibile.
Su questa strada si sono impegnate le forze politiche e le organizzazioni sindacali, altrimenti i sindacati cosa dovevano fare? Qui si dice che vengono fuori i "Cobas": magari venissero! Guardate che oggi sono le categorie privilegiate che fanno i "Cobas", sono le categorie corporative e privilegiate, non sono i poveri lavoratori, ma i piloti e i macchinisti. Ma la realtà è che neanche i "Cobas" possono cambiare la situazione che oggi si è creata nel nostro paese nel settore siderurgico.
Qui si dice che la Regione non ha neanche previsto i finanziamenti per quanto riguarda certi interventi nei confronti della DELTACOGNE; a parte che il Presidente e l'Assessore hanno già risposto, quindi non spetta a me rispondere, ma abbiamo sempre detto che queste cose si sarebbero risolte se c'era la possibilità di farle.
Si criticano tutti quegli interventi che vengono fatti da parte della Regione; allora daremmo 150-200 miliardi alla DELTACOGNE senza sapere e senza conoscere nessun piano per il futuro, a livello di produzione, di occupazione? Se siamo amministratori seri e vogliamo portare avanti una politica industriale seria nella nostra Regione, dobbiamo legare i finanziamenti della Regione ad un piano ben preciso all'interno del settore siderurgico, dove ci siano garantiti i livelli di occupazione e di produzione, altrimenti non ritengo che si possa avallare nessun intervento finanziario della Regione.
Quelli che sono stati portati avanti nel Comitato sono tutti tentativi così come stanno facendo in tutte le altre regioni, per cui non si può venire qui a dire: "Basta vediamo quello che si può fare!". Vogliamo fare la manifestazione? Facciamola. Vogliamo fare la marcia su Roma? Facciamola. Ma poi cosa risolviamo? A Bagnoli, a Taranto, hanno fatto le manifestazioni, ma la realtà è che dobbiamo operare in una situazione che è quella che è e non cerchiamo di dare responsabilità ad una forza politica o all'altra oppure alle organizzazioni sindacali.
Le organizzazioni sindacali non hanno bisogno di me perchè le difenda, ma si trovano ad operare in una situazione molto difficile. Era molto più facile il '68 che non l"88 nella vita sindacale, e lo ricordo il '68: erano i momenti dei contratti di lavoro, mentre oggi il sindacato si è ridotto a dover discutere soltanto i livelli ocupazionali e la cassa integrazione nel nostro paese, quindi non cerchiamo capri espiatori.
Non ci dissociamo per far ricadere su altri responsabilità che non sono di questi altri, ma che sono più genera li; pertanto, non voteremo certamente la mozione del Consigliere Sandri.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Torrione, ne ha facoltà.
TORRIONE - (P.S.I.): Non voteremo la mozione del Consigliere Sandri, ci asterremo dalla votazione.
Credo che non abbia sicuramente bisogno, il Partito Comunista, di una difesa da parte dei rappresentanti del Partito Socialista, però, come noi a volte ci siamo dissociati da posizioni del Partito Comunista, in questo caso credo sia opportuno e doveroso sottolineare il senso di responsabilità con cui il Partito Comunista ha affrontato questa discussione.
Siccome noi vagheggiamo anche un certo tipo di unità a sinistra, non possiamo che prendere atto di questo tipo di evoluzione che sta subendo il Partito Comunista.
Dico questo perché ero abituato, nella mia lunga esperienza politica, che ogni volta che sorgeva un problema di questo tipo si faceva un corteo. Qui abbiamo fatto duemila cortei per la COGNE, poi ci siamo accorti che i partiti della sinistra perdevano i voti lo stesso, nonostante i cortei.
Al discorso dei "Consiglieri Cobas" non ci stiamo, perchè se uno si vuole dissociare per motivazioni di carattere politico, ci sta bene, se invece si vuole dissociare per motivi di carattere corporativo - che in questo caso sono uguali a esigenze di tipo elettoralistico - noi non ci stiamo; ma non per supportare una Giunta, ma per supportare i lavoratori della COGNE, che sarebbero disarmati a combattere una battaglia.
Non possiamo prenderci il lusso di perdere mille, duemila posti di lavoro; una catastrofe di questo tipo rischierebbe di soffocare l'intera economia regionale, perché non avremmo nessuna soluzione alternativa da offrire, ed è per questo che dobbiamo perseguire una linea di responsabilità all'interno del Comitato, ma non volendo fare il paravento di responsabilità di ordine politico; se ci saranno le denunceremo, ma fin quando non ci sono, fin quando troviamo l'accordo anche delle forze sindacali, staremo in quel Comitato.
Lo diciamo con senso di responsabilità, perchè forse la dissociazione ci porterebbe qualche voto in più; però a questo punto non avremmo fatto gli interessi dei lavoratori della COGNE, nè quelli della Valle d'Aosta, perchè gran parte della situazione economica della nostra Regione è ancora legata a questa azienda, che ha avuto un peso nella sua storia e che va difesa, proprio perchè tale e perchè il momento è estremamente delicato.
Per questo esprimiamo un voto di astensione, ribadendo questo appello che facciamo ad una forza di unità che serve a difendere quello che è ancora difendibile all'interno della COGNE, e ci complimentiamo ancora con il Partito Comunista.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Sandri, per mozione d'ordine, ne ha facoltà.
SANDRI - (N.S.): Visti i tentativi di speculazione che vengono fatti da vari partiti sul significato di questa mozione, la ritiro.
PRESIDENTE: Se non ci sono obiezioni alla proposta del Consigliere Sandri, la mozione viene ritirata.
IL CONSIGLIO prende atto.
PRESIDENTE: I lavori sono terminati, il Consiglio è già stato riconvocato a domicilio per la prossima adunanza.
La seduta è tolta.
L'adunanza termina alle ore 20,17.