Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 234 del 7 aprile 1983 - Resoconto

OGGETTO N. 234/VII - PROCEDURE PER L'EFFETTUAZIONE DELLE GARE DI APPALTO DI LAVORI A MEZZO DI LICITAZIONE PRIVATA. - REIEZIONE DI MOZIONE.

PRESIDENTE: Do lettura della mozione presentata dai Consiglieri Mafrica, Tonino, Bajocco, Cout, Carral e Péaquin:

MOZIONE

Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta

Preoccupato per il fatto che i lavori stradali appaltati dalla Regione a licitazione privata nel corso del 1982 abbiano fatto registrare offerte di ribasso esigue (la media generale è stata di circa l'1%), che hanno ingenerato sospetti di possibili accordi tra le imprese;

Al fine di rendere possibili per il futuro condizioni più favorevoli per la Regione e di maggiore concorrenzialità tra le imprese;

DELIBERA

di impegnare la Giunta:

1) ad invitare sempre, in occasione di licitazioni private, tutte le ditte iscritte negli elenchi regionali più alcune ditte qualificate operanti fuori Valle;

ad utilizzare per tutte le licitazioni private il metodo della media o suoi correttivi, invece che quello dell'offerta di miglior ribasso;

ad elaborare e proporre al Consiglio regionale nuove normative regionali, atte a garantire la massima concorrenza tra le imprese e ad evitare ogni possibile turbativa od interferenza nelle aste pubbliche.

PRESIDENTE: Illustra la mozione il Consigliere Mafrica, ne ha facoltà.

MAFRICA - (P.C.I.): Su questa nostra mozione abbiamo rilevato una certa attenzione da parte degli organi di informazione e l'argomento è già stato discusso in diverse sedi. La Democrazia Cristiana, non appena sono stati pubblicati i risultati di una ricerca condotta dal nostro Gruppo sui lavori pubblici regionali, ha parlato di una iniziativa preelettorale collegata allo scandalo di Torino. Dobbiamo rilevare come, in realtà, la pubblicazione dei risultati della ricerca da noi fatta sul giornale "Le Travail" sia iniziata prima che si avesse notizia dei fatti di Torino. Quindi, il collegamento non esisteva e non esiste, tanto è vero che già nel mese di dicembre, come ben sa l'Assessore ai Lavori Pubblici, avevamo chiesto informazioni su questi lavori e a dicembre, sicuramente, di Torino non si sapeva niente.

Il senso della nostra iniziativa è stato presentato come scandalistico. Noi ci teniamo a dire che non c'è nessuna intenzione di questo genere, non c'è nessuna fiammata preelettorale. Abbiamo esposto un lavoro metodico e paziente che era iniziato già nel gennaio dell'anno scorso. Alcuni Assessori, nel corso delle polemiche suscitate in questo periodo, hanno voluto fare dei rilievi al tipo di opposizione condotta dal nostro gruppo. Io credo di dover fare, su questo punto, alcune precisazioni. Il nostro è un partito che si rinnova, è un partito che cerca di imparare dallo svolgimento dei fatti e cambia anche i suoi metodi. Noi abbiamo, per esempio, come è a tutti noto, cambiato giudizio sulla politica dell'Unione Sovietica: figurarsi se non possiamo cambiare alcuni orientamenti, o alcuni metodi nel modo di fare l'opposizione.

Rivendichiamo perciò, e dico anche con orgoglio, al nostro gruppo due caratteristiche, che crediamo che siano adeguate ai tempi nei quali si opera. Viviamo in una fase in cui c'è distacco dalla politica, in cui c'è sofferenza verso le polemiche sterili, in cui c'è sfiducia nei partiti. In questi anni noi siamo partiti da due orientamenti. Il primo: quello di esaminare i problemi e di fare proposte con spirito costruttivo entrando nel merito dei problemi stessi, e sfuggendo le formulazioni generiche, per avanzare, invece, delle proposte e non solo delle critiche. Secondo orientamento: quello di voler capire soprattutto i meccanismi di fondo del potere regionale, senza limitarci a problemi di schieramento, senza limitarci ai fatti contingenti.

L'Assessore, per fare un esempio, ci ha invitato ad andare sui cantieri. A parte il fatto che sui cantieri, per conto della Regione, ci sono già il direttore lavori e gli assistenti, noi crediamo che sia più importante controllare come la Giunta regionale spende oppure opera nel sistema degli appalti, che non andare a visitare 120 cantieri impegnando tutto il gruppo del P.C.I. per verifiche che non sono di nostra competenza.

Questo è stato il nostro atteggiamento in Consiglio e nelle Commissioni, dove abbiamo sempre lavorato con questo spirito, cioè cercando di esaminare i problemi e di proporre soluzioni ed emendamenti, perchè ci siamo sempre considerati forza di governo, anche dall'op posizione. Minuzzo prima voleva fare una battuta, ma il nostro atteggiamento è quello di considerarci forza che contribuisce anche dall'opposizione a risolvere problemi e a dare determinate impostazioni piuttosto che altre. Questo tipo di opposizione abbiamo esercitato in occasioni che crediamo importanti.

La battaglia per il riparto; l'abbiamo condotta in modo unitario, assieme a tutte le altre forze politiche presenti nel Consiglio, ma abbiamo sostenuto le nostre posizioni quando a nostro giudizio c'era acquiescenza da parte della Giunta regionale nei confronti del Governo. Abbiamo, prima ancora che lo facessero gli uffici della Regione, calcolato le dimensioni del nuovo bilancio e, a nostro giudizio, abbiamo anche in questo caso dimostrato di aver saputo operare e abbiamo in seguito fatto delle proposte per l'utilizzo del riparto fiscale, proposte che, in un modo o nell'altro, sono ancora all'ordine del giorno per diversi problemi regionali.

Abbiamo anche controllato in modo approfondito i consuntivi del bilancio regionale, per non limitare la discussione solo al momento dell'approvazione del bilancio preventivo, riprendendola quando si esamina quanto del bilancio è stato realizzato. Abbiamo fatto una ricerca sui mutamenti sociali della nostra Regione, sulla base dei risultati del censimento dell'81. Abbiamo fatto proposte su diversi problemi importanti, dai collegamenti stradali, a quelli della sanità, ai problemi della casa con proposte di legge, interpellanze, mozioni, con convegni, conferenze stampa, cui abbiamo fatto partecipare parlamentari esponenti del nostro partito.

Il nostro tipo di opposizione a noi sembra, perciò, quello più adatto ai nostri tempi, in cui la gente preferisce i fatti, le cifre piuttosto che le critiche generiche, e credo di poter dire che farebbe forse comodo alla Giunta una opposizione di schieramento che si limitasse ai soli problemi dei rapporti dei partiti. La nostra opposizione cerca di entrare nel merito dei problemi.

In questo senso, non per amore di polemica, ma perchè ci teniamo a precisare le cose, ci sembra che gli appunti che ha voluto offrirci l'Assessore Pollicini provengono da una fonte che non può tenere queste lezioni, perchè il movimento di cui l'Assessore faceva parte, quando nel '68 era all'opposizione, ha dato degli esiti che non credo possano essere ritenuti soddisfacenti. Non accettiamo osservazioni dall'Assessore Borbey. L'Assessore Borbey, in quanto opposizione, non so quanta esperienza abbia, ma il suo partito non dimostra di essere molto valido, se perfino nei Comuni in cui è all'opposizione riesce a farsi collegare, implicare, in traffici illeciti del potere. Quindi, da questo punto di vista crediamo che l'osservazione non sia accettabile.

Non riteniamo neanche giusta l'osservazione dell'Assessore Marcoz; all'Assessore Marcoz, mi dispiace non sia presente, abbiamo da fare un rilievo di tipo anche personale. L'Assessore dà lezione ai partiti quando, essendosi trovato, in un certo momento, nella situazione di non essere certo della ripresentazione nella lista del suo partito, per dichiarazione riportata sui giornali, era già pronto a passare ad altro movimento ... (Interruzione)...

No, no, Marcoz ha dichiarato alla Gazzetta del Popolo, se vuoi ho qui il testo: "i comunisti hanno l'acqua alla gola, non sanno bene cosa fare" cose di questo tipo.

Noi siamo convinti che il nostro modo di fare l'opposizione abbia contribuito agli interesse generali della Valle e abbia contribuito a difendere i ceppi di cui ci sentiamo principalmente punto di riferimento. D'altronde, per fortuna, non sono gli esponenti dei partiti avversari a dover giudicare, ma fra poco gli elettori, ai quali, come era nostro dovere, crediamo di avere a sufficienza contribuito a dare elementi di giudizio sul comportamento della Giunta e dei singoli Assessori. Provi l'Assessore Chabod a sentire l'opinione fra gli operai in merito alla politica industriale; probabilmente l'Assessore Rollandin è informato di determinate ... Interruzione ... No, sto facendo delle precisazioni rispetto a delle polemiche aperte da altri.

Dicevo, provi l'Assessore Rollandin a sentire anche il polso degli operatori sanitari rispetto alla politica sanitaria della Regione. Ma ho detto, e ripeto, che questa è una premessa che ritenevo doveroso fare per rispondere a delle questioni che rimangono su un terreno più generale e politico.

Vogliamo, invece, entrare nel merito anche della mozione, delle proposte da noi fatte dopo la ricerca sui lavori pubblici regionali, e, quindi, parto da una risposta data dall'Assessore Borbey a tutto questo lavoro nel corso di una conferenza stampa. L'Assessore Borbey, per dimostrare la sua buona fede, ha affermato di aver fornito al Gruppo i dati della ricerca. Questo è solo parzialmente vero e per una buona parte invece è falso. I dati pubblicati, per esempio, sulle somme incassate dalle imprese nei primi undici mesi dell'82 non provengono dall'Assessorato, ma vengono fuori dall'esame dei pagamenti. Nel corso della discussione del bilancio, alla fine di novembre, ci era stato fornito il mastro pagamenti in conto competenze e in conto residuo ... (Interruzione) ... Non vi sto dicendo che è un lavoro arrabattato all'ultimo mese su dati forniti dall'Assessore Borbey, cerco di spiegare da dove viene fuori il lavoro: semplicemente questo!

Che cosa abbiamo fatto? Abbiamo passato in rassegna trenta capitoli del mastro di competenza e trentacinque del conto residuo. Capitolo per capitolo abbiamo sommato i mandati relativi a ciascuna impresa poi abbiamo sommato gli importi relativi a tutti i diversi capitoli. Alcuni capitoli probabilmente sono stati trascurati, perchè può darsi che siano avvenuti dei pagamenti su capitoli che dall'intestazione, non sono riferiti ai lavori pubblici.

L'Assessore Borbey ci ha fornito, invece, dei dati sulle somme impegnate, che sono diverse dalle somme pagate, soltanto dopo che su "Le Travail" erano stati pubblicati questi dati. Quindi, questo tipo di informazione non proviene dall'Assessore e il lavoro precedente, ovviamente, richiede del tempo, come tutti possono comprendere.

Che cosa è venuto fuori da questa prima ricerca? Secondo me è venuta fuori una cosa interessante, almeno per noi, cioè l'ordine di grandezza delle somme incassate dalle diverse imprese nella Valle d'Aosta. Questo è un elemento che interessa tutti i cittadini; probabilmente l'amministrazione aveva la possibilità di farlo quando voleva, ma finora non ci risultava che fosse stato fatto.

Poi abbiamo verificato altri fattori che per noi sono risultati importanti. Abbiamo, per esempio, potuto accertare che per due imprese, fra le somme già pagate nei primi undici mesi, si erano raggiunti questi livelli, che poi successivamente saranno aumentati. Per le due imprese, di cui è titolare l'imprenditore Follioley si era a 6 miliardi e 700 milioni; per le due imprese di cui è titolare il Signor Freydoz si era ad oltre 4 miliardi. Da sole queste due imprese avevano ottenuto il 30% di quanto era stato pagato dalla Regione.

Dall'esame poi dei lavori aggiudicati nell'82 abbiamo ricavato altri elementi che per noi sono interessanti. C'erano 114 lavori aggiudicati nel 1982; ne abbiamo presi in considerazione 113 escludendo quello della Cartografia, che non ci pareva un'opera pubblica assimilabile alle altre. Ebbene, da questo esame, abbiamo visto che, sempre l'impresa Follioley, attraverso l'impresa omonima e la COGECO, si era aggiudicata 26 nuovi lavori su 113; l'imprenditore Freydoz, attraverso le "Cave di Fleuran" e l'impresa omonima, 16 lavori su 113, per circa 8 miliardi; su 28 miliardi l'impresa Follioley ha avuto 2 miliardi e mezzo come l'impresa Freydoz. Queste due imprese assieme si erano aggiudicate 10 miliardi e mezzo su 28, cioè il 37%, sia come numeri di lavori che come importo. A noi questo fatto sembra un elemento indiscutibile, cioè ci sembra che due imprenditori, se non vogliamo parlare di due imprese, siano in una posizione, in sostanza, di monopolio rispetto ai lavori pubblici appaltati dalla Regione. Questo il primo elemento di fatto.

Abbiamo cercato allora di capire le ragioni che portavano a questo tipo di monopolio e con il secondo articolo pubblicato su "Le Travail" abbiamo esaminato le perizie suppletive superiori ai 100 milioni approvate nell'82. Qui l'Assessore Borbey ha detto un'altra cosa che non è vera. Lui ci ha fornito l'elenco delle perizie suppletive relative ai lavori già appaltati nell'82, ma non ci ha fornito l'elenco delle perizie suppletive approvate nell'82, e quindi relative anche ad anni precedenti. Quell'elenco è molto più lungo ... Interruzione ... Va bene, è per dirti che non ci hai fornito tutti di dati.

Da dove abbiamo ricavato tutte queste perizie suppletive superiori ai 100 milioni, che hanno poi condotto a dei risultati che riteniamo interessanti? Dall'inizio dell'82 abbiamo preso l'abitudine di registrare in una apposita rubrica tutte le delibere relative alle imprese: dalla revisione prezzi, all'aggiudicazione, al certificato di regolare esecuzione, insomma tutti i fatti relativi alle imprese. Non abbiamo fatto questo lavoro solo per le imprese, ma l'abbiamo fatto per una trentina di argomenti: dai contributi ad associazioni, ai mutui regionali, alle somme distribuite a diverso titolo come sussidio, alle assunzioni, ecc. Insomma abbiamo cercato di classificare le delibere per poterle rintracciare.

A che cosa serve questo tipo di lavoro, e perchè secondo noi è importante? La Giunta regionale approva 7000 delibere. Ogni delibera ha alle spalle una storia di atti precedenti e l'esame approfondito di una sola delibera richiede una documentazione. Ora, per qualunque gruppo di opposizione, e noi ci rallegriamo di essere per la maggior parte Consiglieri a tempo pieno (tranne il Consigliere Carral e il Consigliere Péaquin, per motivi di lavoro) è una cosa molto complessa esaminare e controllare in modo molto approfondito questa produzione di atti amministrativi predisposti da questo gran numero di persone.

Allora, se non ci sono elementi che insospettiscono, cioè se c'è una delibera che appare strana perchè è formulata in modo diverso dalle solite, oppure se non ci sono segnalazioni particolari, difficilmente da una sola delibera si riesce ad avere l'impressione che qualcosa non quadri. Abbiamo, quindi, cercato di impostare il nostro lavoro di registrazione seguendo un principio scientifico-sperimentale che è quello dell'accumulazione dei dati. Registrando sempre e costantemente le delibere relative a determinati settori, siamo riusciti a evidenziare il ripetersi dei soliti beneficiari; cioè, in sostanza, quali sono gli interventi che ciascun Assessore privilegia.

Da questo accumularsi di informazioni viene fuori in modo più preciso il "modus operandi" della Giunta. Infatti, ciascuna delibera presa di per sè, si presenta giustificata e in regola, ma soltanto con questo sistema si disegna una fisionomia dell'amministrazione.

Questo discorso vale anche per le perizie suppletive. Le perizie suppletive di 100 milioni su una certa opera, prese di per sè, sono tutte in qualche modo giustificate: l'assessore non è mai venuto in Consiglio senza portare delle giustificazioni. Però, dall'accumulo di queste informazioni, risulta che alcune perizie suppletive rappresentano il 74% rispetto al valore iniziale dell'importo di aggiudicazione: cioè, rispetto a 15 miliardi di lavori di prima aggiudicazione, si raggiungono i 25 miliardi con le perizie suppletive.

La perizia suppletiva non è un mostro da criticare in assoluto. La legge 584 del 1977, che regola gli appalti in relazione alle direttive della Comunità Europea, dice che per le opere di costo superiore al miliardo si possono prevedere lavori complementari, quando si tratta di lavori che non figurano nel progetto posto a base del primo appalto, e che siano resi necessari da una circostanza imprevista, a condizione che non possono essere separabili dall'appalto principale, oppure, benchè separabile siano strettamente necessari al perfezionamento dell'appalto e che il loro ammontare complessivo non superi il 50% dell'importo del primo appalto.

E' vero che nel 1981 c'è stata un'altra legge, la 741, che ha allentato questi legami: si tratta delle norme per accelerare le procedure degli appalti. All'art. 11 c'è una formulazione un po' equivoca "si autorizza alla consegna dei lavori aggiuntivi purchè ne sia garantita la copertura finanziaria". Pare, quindi, che questo limite del 50% non sia più ammesso. Ora, se anche da un punto di vista formale questo non è vietato, il fatto che prima, nella legge per gli appalti superiori al miliardo, si sia parlato del 50%, e il fatto che per i Comuni continui a rimanere il limite del 20%, da un punto di vista sostanziale dimostra che la procedura, anche se legittima, è comunque per lo meno non sollecitata perchè presenta dei rischi.

Quali sono i rischi? I rischi sono quelli della distorsione del meccanismo degli appalti, e secondo noi questa distorsione per i dati che abbiamo riscontrato in Valle d'Aosta, si è verificata in un numero enorme di casi.

Facciamo un esempio concreto: si pone a base dell'asta per 400 milioni la protezione massi sulla strada di Bionaz; con perizia suppletiva si arriva a 2 miliardi, probabilmente i due miliardi erano necessari e arriveranno - l'Assessore me lo dirà - altre perizie suppletive, però, un'impresa interessata a un appalto di 400 milioni è una cosa, una impresa interessata ad un appalto di 2 miliardi è un'altra.

Noi, quindi, facciamo questo rilievo sulle perizie suppletive, cioè crediamo che distorcano in questo senso il meccanismo degli appalti e pensiamo che sarebbe più opportuno che le leggi regionali consentissero di appaltare l'intera opera senza correre rischio di residui passivi. Abbiamo dal 1979 la legge di contabilità che prevede il bilancio triennale; possiamo appaltare l'intera opera e prevedere il finanziamento dei lotti in un biennio o in un triennio. Quindi, l'osservazione che noi facciamo sulle perizie suppletive è questa: si deve cercare di evitare tutto questo perchè distorce in questo senso i meccanismi di appalto.

Però, anche da quell'esame, è venuto fuori un elemento che già prima avevamo riscontrato: di queste perizie suppletive sono beneficiari due imprenditori, Follioley e Freydoz. Il primo e il secondo ottengono delle cifre rilevanti: il 30% delle perizie suppletive riguardano questi due imprenditori.

Abbiamo poi fatto un'altra verifica sulle trattative private. Anche in questo caso non si tratta di un mostro sacro, poichè si tratta di una delle procedure consentite. Sempre la legge 584 dice che si può usare la trattativa privata per lavori con determinate caratteristiche tecniche, per cui una determinata impresa è in grado di effettuare quei lavori, o quando l'eccezionale urgenza derivante da avvenimenti imprevedibili non sia compatibile col tempo richiesto dalle procedure.

Questo è evidentemente un metodo lasciato alla discrezione dell'amministrazione per far fronte a situazioni particolari. Noi rileviamo dai dati da noi elaborati che le situazioni particolari diventano quasi di norma: su 113 lavori aggiudicati nel 1982 ben 42 sono stati aggiudicati a trattativa privata, con ribassi poi che riteniamo esigui, perchè su 34 casi su 42 si tratta di ribassi inferiori al 2 %. Di questi 42 lavori 22 sono stati attribuiti sempre alle stesse ditte.

Certo, si tratta prevalentemente di lavori di pavimentazione ed abbiamo già fatto questo ragionamento: cioè, siccome l'impresa opera nella zona, allora, per comodità, facciamole attribuire, con gli stessi prezzi, l'appalto più vicino. Però, con questo sistema, c'è anche il discorso che uno partendo da Pont-Saint Martin può arrivare fino a Courmayeur, operando sempre per spostamenti contigui.

Questa parte è soltanto illustrativa. Quello che comunque abbiamo rilevato e che è, oggetto della mozione, è il meccanismo della licitazione privata: questo è il punto. Secondo noi, su questo punto sono emersi degli elementi preoccupanti. Su 11 miliardi e mezzo di importo di spesa per i lavori stradali, complessivamente ci sono stati 180 milioni di ribasso, 1'1,56%, mentre per tutte le altre opere non stradali, su 13 miliardi di lavori c'è stato un ribasso di 1 miliardo e 400 milioni, cioè il 10,3%.

Ci siamo chiesti se questa differenza, nelle percentuali, tra lavori stradali ed altri lavori, dipendesse dal tipo di opera. L'Assessore ha anche affermato che i prezzi che riguardano gli edifici pubblici sono sottoposti a maggiori possibilità di oscillazioni che non quelli riguardanti le strade.

Questo può essere vero, però ci chiediamo come mai negli anni precedenti, per i lavori stradali, le imprese hanno praticato ribassi del 10, del 20, del 30 e anche del 40%.

L'impresa Follioley, per la strada di Champorcher, nel 1980, su un importo di 570 milioni aveva fatto un ribasso di 250, con una percentuale di ribasso del 43,8%. Ora, tutti i ribassi sommati dal 1982 danno un risultato minore del ribasso ottenuto in quell'occasione per un unico lavoro. Sempre nel 1982 l'impresa Follioley continua con la strada di Champorcher: l'importo diventa di 800 milioni, il ribasso è solo di 8 milioni.

L'Assessore ci dice che tutto questo dipende dal fatto che i prezzi stilati dall'amministrazione regionale sono così vicini all'effettivo prezzo di mercato da impedire ribassi superiori; il senso del ragionamento, a quanto ho capito, è questo.

A me sembra strano tutto questo perchè credo che gli uffici tecnici della Regione continuino a utilizzare gli stessi metodi e gli stessi criteri degli ultimi due anni. Dopo il 12 maggio del-1'82 non tutto è cambiato; non penso che sia possibile.

Ma non è questa la sola cosa che ci ha insospettito di più e per cui abbiamo presentato la mozione. Osservando la dinamica degli inviti e delle offerte delle ditte, abbiamo infatti verificato un dato che è molto strano. Su 34 lavori, in 27 casi si ripete uno schema di aggiudicazione che è così impostato: una sola impresa offre un ribasso lievemente superiore all'1%, di qualche millesimo, di qualche decimillesimo; tutte le altre imprese invitate offrono ribassi lievemente inferiori all'1%, sempre di qualche decimo o di qualche millesimo. Vogliamo fare degli esempi? Lotto di pavimentazione strade n. 4: l'impresa COGECO offre un ribasso dell'1,2%, l'impresa Freydoz dello 0,85%. Questo era il quarto lotto. Nel quinto lotto l'impresa CO-GECO offre lo 0,96% ma è l'impresa Freydoz che offre 1,30%. C'è una terza impresa, IVIES, che offre lo 0,30%. Andiamo al sesto lotto: l'impresa IVIES offre l'1,26%, la COGECO lo 0,98% e la Freydoz lo 0,70%.

Vediamo altre tre appalti: strada di Garavet: l'impresa Follioley offre un ribasso dell'1,10%, Cave de Fleuran lo 0,45%, ISAF lo 0,20%. Strada di Valgrisenche: impresa Cave de Fleuran offre lo 1,60%, Montrosset lo 0,80%, la COGECO lo 0,70%, l'IVIES lo 0,65%, Verdi Alpi lo 0,90%. Strada di Lillianes: impresa IVIES l'1,10%, Follioley lo 0,98%, Verdi Alpi lo 0,85%, Cave di Fleuran lo 0,68%.

A noi sembra che questa sequenza di offerte non possa essere casuale. Non crediamo alla telepatia. Se ragioniamo da un punto di vista statistico e supponiamo che ci sia una possibilità su 10 di avere questo tipo di offerte, per due lavori arriviamo a una possibilità su 100; per 27 casi arriviamo a una possibilità su miliardi di miliardi, tanto per dare una dimensione a questa ipotesi.

Allora, secondo noi, questo tipo di sequenza doveva insospettire l'Assessore, e per noi è prevedibile vi sia stato un accordo tra le imprese per l'aggiudicazione dei lavori stessi. Se c'è un accordo di questo tipo, è inutile si venga a dire che vi era l'influenza dei prezzi: questi non avevano nessuna importanza, se esisteva questo accordo. I prezzi della Regione erano quelli equi, probabilmente le cose andavano bene, ma se i prezzi della Regione erano elevati, con un tipo di accordo di questo genere non interferiva più il discorso dei prezzi. Questo è il senso delle cose che abbiamo verificato e abbiamo ritenuto nostro dovere denunciare.

Denunciare in che senso? Denunciare proprio nel modo con cui lo sto facendo. L'Assessore Borbey e il segretario del suo partito ci hanno detto: perchè non vi rivolgete alla Magistratura? Siccome qui ci poteva essere qualche elemento che figurava qualche tipo di reato, abbiamo presentato un esposto. Ci è stato risposto: perchè non avete fatto la denuncia? Noi denunciamo dei fatti che riguardano l'amministrazione, dei fatti politici, delle nostre osservazioni, non sappiamo chi dobbiamo denunciare in termini più precisi. Se avessimo qualche elemento, lo faremmo senza nessuna discussione. Allora con questa mozione ci proponiamo di rimediare a questa situazione che ci pare inconfutabile. D'altronde l'Assessore Borbey ha fatto tante osservazioni nel corso della sua conferenza, ma non ha smentito questi dati. Credo si debba riconoscere che tutti i dati riportati corrispondano al vero: non c'è stata alcuna falsificazione delle cose. Secondo noi questa situazione richiede un intervento del Consiglio regionale. Si tratta di studiare meccanismi che assicurino, per quanto è possibile, la massima concorrenza fra le imprese, quindi con il massimo vantaggio per la Regione.

Quali sono le proposte che facciamo e che abbiamo riportato in mozione? La prima è quella di invitare tutte le ditte iscritte nei registri regionali. Abbiamo fatto anche un lavoro di verifica di tutte le ditte concorrenti per ciascuna categoria di opere e per ciascun importo: abbiamo verificato ditte invitate rispetto a quelle che potevano essere invitate. Per gli 11 lavori stradali superiori ai 250 milioni appaltati nel 1982, complessivamente sono state invitate 23 ditte, mentre 11 di quelle ditte non sono mai state invitate. Ora, o queste ditte non godono della fiducia dell'Amministrazione, e quindi dovete cancellarle dagli elenchi, oppure, se godono la fiducia dell'Amministrazione, perchè non le avete invitate? Questa è un'osservazione.

Per il paravalanghe del Breuil, per fare un'ipotesi concreta, perchè non vogliamo fare dello scandalismo o della demagogia, sono state invitate, per un lavoro di 2 miliardi e 400 milioni, tre ditte: la ditta Follioley, che con un ribasso dell'1,33% ha vinto l'appalto, la ditta Freydoz e la ditta IVIES che con due ribassi dello 0,99% tutte e due, ovviamente non sono risultate aggiudicatarie. Ora, per la categoria movimento terra - sono iscritte 7 ditte: Marcora, IVIES, Betti, Freydoz, Portalupi, Follioley e il Consorzio di produzione e lavoro delle cooperative di Reggio Emilia. Perchè non sono state invitate altre ditte fra queste?

Noi, quindi, diciamo che l'amministrazione deve fare la selezione delle ditte di fiducia, però quando ha un elenco, inviti tutti le ditte e non lasci questo margine di discrezionalità!

Il secondo elemento che è da discutere approfonditamente, è che vengono invitate poche, una o due, qualificate ditte esterne. Si può di volta in volta, dopo aver sentito anche le amministrazioni vicine, stabilire qual è la ditta che per un certo tipo di lavoro può essere invitata; può invitare o non invitare sempre la stessa ditta, però crediamo che questa apertura della concorrenza rispetto all'esterno possa far superare delle situazioni di monopolio. Questa è la nostra idea.

C'è stato detto: noi vogliamo favorire le ditte valdostane, ma questo che cosa vuol dire? Però noi facciamo questo ragionamento: rispetto ai prezzi e all'importo proposto dall'amministrazione tutti fanno dei riparti equi: l'impresa esterna non potrà mai vincere la gara. Se tutti i ribassi sono equi, l'impresa deve mettere nel conto del suo ribasso anche le spese che dovrà affrontare per spostare i propri macchinari, per le trasferte del personale e per altri fattori. Se, invece, le offerte vengono fatte da due o tre ditte locali, cioè in numero ristretto, con quei meccanismi che abbiamo visto prima, tali offerte non possono essere eque: ecco, non vediamo perchè dobbiamo continuare a favorire queste ditte.

Questo è l'argomento che noi sottoponiamo all'attenzione del Consiglio: non è vero che la Giunta regionale si avvale sempre di ditte della Valle d'Aosta per qualunque cosa. Per gli arredi scolastici ci si serve anche di altre ditte, così come si fa per gli attrezzi della sanità, per le consulenze; lo stesso progetto fatto per il Breuil, le consulenze sull'industria, insomma potremmo continuare. Sono numerosi gli esempi: lo studio affidato alla Praxis per il piano sanitario, lo studio sul commercio affidato all'ISCOM, ecc.

Noi pensiamo che di fronte ad offerte eque le ditte valdostane sarebbero comunque avantaggiate, se però queste offerte non ci sono, non vediamo perchè non si debba provare ad invitare alcune ditte esterne. E' stata fatta anche l'osservazione, che parzialmente è vera, ma che però pone un altro problema, relativa all'IVA. Si dice se la ditta è operante in Valle d'Aosta allora versa cioè ritorna alla Regione, un importo di 9/10 dell'IVA; c'è un elemento per cui una parte dell'IVA viene pagata all'origine e viene in seguito defalcata; da dove abbiano origine questi materiali è difficile verificarlo. Ma c'è anche un elemento che meriterebbe di essere approfondito. Quando discutevamo del bilancio era venuto fuori che la parte maggiore dell'IVA proveniva dall'auto-porto (150 miliardi); circa 12 miliardi è il gettito complessivo dell'IVA in Valle d'Aosta. Vorrei sapere dall'Assessore quale è l'IVA pagata dalla Regione nel 1982. Secondo me non siamo lontani dai 6-7 miliardi. Non so se queste cifre quadrano tra l'IVA pagata dalla Regione e il gettito complessivo dell'IVA in Valle d'Aosta. Questo è un problema che esiste. Il problema principale che noi poniamo è quello di garantire la più aperta concorrenza tra le imprese per riuscire ad avere il massimo vantaggio per la Legione.

C'è poi un altro elemento, oltre a quello relativo all'invito delle ditte iscritte e oltre a quello di invitare una o due ditte esterne, cioè quello di cambiare il metodo. Finora la Regione, anche negli appalti approvati ieri, ha sempre utilizzato il metodo del massimo ribasso. Esiste però anche un metodo, che è quello della media finale, previsto dall'art. 3 della legge 14 del '73 e che secondo noi può essere utilizzato. In pratica si fanno fare tutte le offerte alle diverse ditte, la Regione stabilisce un massimo e un minimo entro i quali devono rientrare queste offerte e scarta le offerte inferiori al minimo e superiori al massimo: le une perchè potrebbero non dare garanzia sulla esecuzione dei lavori le altre perchè non convenienti. La Regione poi, fatta la media delle offerte rimaste in gara (l'Assessore su questo punto mi può correggere), media col valore di massimo ribasso posto dalla amministrazione, e successivamente aggiudica il lavoro all'impresa che si avvicina di più a questa media finale. Noi crediamo che questo tipo di metodo potrebbe dare più garanzie rispetto a eventuali possibili accordi proprio perchè interviene un fatto che dipende solo dall'amministrazione, quello dei limiti da lei fissati.

C'è un ultimo punto della mozione: quello di prevedere delle normative. Mi aveva già anticipato ieri Tamone dicendo che la cosa non è possibile. Noi, senza saperne più di tanto, abbiamo letto le norme emanate con la legge 584 "Norme di adeguamento delle procedure di aggiudicazione degli appalti alle direttive della Comunità Economica Europea". All'articolo 1 si dice: "La presente legge disciplina gli appalti per i lavori pubblici superiori ai 1000 milioni di lire" e continua "le leggi emanate dalle Regioni a Statuto ordinario, a Statuto speciale nonchè dalle Province autonome di Trento e Bolzano nelle materie di propria competenza devono rispettare, ai sensi dell' articolo 117 della Costituzione, i principi contenute nella presente legge, in tema di pubblicità degli appalti, di requisiti per il concorrere, di divieto di prescrizioni tecniche di effetto discriminatorio, di ammissibilità di offerte da parte di associazioni temporanee di imprese, nonchè di criteri di aggiudicazione degli appalti e di comunicazione degli atti agli organi della CEE". L'articolo continua così: "in mancanza di legge regionale viene osservata la presente legge in tutte le sue disposizioni.

Secondo noi questo primo articolo prevede che la Regione possa, nell'ambito dei principi previsti dalla CEE, prima di tutto, principi più tardi ripresi dalla legge dello Stato, elaborare una normativa regionale che rimanga nell'ambito dei principi stessi e che cerchi di ovviare a possibili inconvenienti in questo campo.

D'altronde, il problema si è posto in tante altre amministrazioni, e alcune proposte cominciano a circolare. Noi pensiamo che anche la nostra Regione possa fare qualcosa.

Quindi, lo spirito della mozione è questo: noi crediamo, dai dati illustrati, di avere elementi sufficienti per sospettare in merito ad alcune procedure che possono avere danneggiato la Regione. Vogliamo che la Regione si cauteli e, quindi, proponiamo con una mozione che si prendano dei provvedimenti che a noi sembrano possibili.

Se ci saranno proposte differenti nel merito, poichè la mozione ha un carattere costruttivo, esse potranno essere accolte. Comunque, il nostro obiettivo continua a rimanere quello di avere per i lavori pubblici regionali la massima trasparenza e il massimo di garanzia per l'amministrazione.

PRESIDENTE: La parola all'Assessore ai Lavori Pubblici Borbey; ne ha facoltà.

BORBEY - (D.C.): Intanto ringrazio Mafrica per aver fatto un'analisi così dettagliata. A titolo personale, e a nome del mio partito, chiedo scusa immediatamente al Partito Comunista se noi ci siamo permessi di essere arroganti verso di voi, se ci siamo permessi di aver capito che era un attacco specifico all'Assessore Borbey. Scusateci! Io avevo capito questo! Quindi, abbiamo ritenuto doveroso contestare questa vostra polemica. Per questi dati che avete fornito alla popolazione valdostana, vi diciamo: bravi! Se l'Assessore Borbey non vi ha dato tutti i dati richiesti, ce ne scusiamo. Abbiamo dato quello che ci è stato chiesto. Avete approfondito? Vi diciamo bravi! Avete fatto il vostro dovere.

Però, mi ero permesso in quell'occasione di contestare che i dati siano tutti esatti. Ma sono i titoli che non condividiamo, quando si fanno i titoli del tipo: "Viva, viva la trattativa privata" e "la perizia è d'obbligo".

Dunque, ci sarebbero due imprenditori valdostani favoriti. Perchè non si parla qui della Marcora e dell'Edim. La Edim ha vinto l'appalto per 8 miliardi, più 2 miliardi e mezzo di trattativa privata, quindi in un anno e mezzo ha fatto 11 miliardi di. lavori! Non si parla di quell'impresa! Si parla dell'impresa Follioley e dell'impresa Freydoz!

Mi sono permesso, in quella occasione, di dire, secondo il mio modesto parere, che avete fatto una azione eccessivamente scandalistica ed elettorialistica, perchè quando si vuol fare un lavoro serio, e si vuol dire che questa impresa ha lavorato tot nell'82 per la Regione Valle d'Aosta, 8 o 10 miliardi quello che è, sarebbe anche logico, secondo il mio modesto parere, sottolineare quanti operai fissi questa impresa occupa, e di quale complesso di attrezzature dispone. Scusate, io non sto qui a fare il difensore delle imprese, ma so che l'impresa Follioley occupa 320 operai; so, invece, che altre imprese occupano 5 operai ed hanno attrezzature forse per 50 milioni o 100. Invece, l'attrezzatura della ditta Follioley ha un valore di vari miliardi. Ma questo è un discorso che abbiamo ritenuto fosse su un piano polemico.

Noi ritenevamo che una ricerca seria, per dare l'esatta situazione ai cittadini, dovesse essere basata su un'analisi precisa di tutto: questo è un discorso di fondo. Voglio ripetere brevemente quanto ho detto in quella conferenza stampa, ma perchè non desidero dilungarmi, non voglio contestare punto per punto, perchè ho dichiarato, e lo dichiarerò fra poco, che alcune delle cose dette dal Partito Comunista sono valide e di esse la Giunta regionale se ne era già accorta, e dirò perchè, a un certo punto, ha continuato con questo metodo.

Nella conferenza stampa ho spiegato punto per punto perchè abbiamo fatto quella perizia suppletiva. Il collega Mafrica afferma: noi non diciamo che la perizia suppletiva non sia valida, però anche in relazione a queste perizie suppletive saltano fuori sempre le stesse imprese, o almeno una certa percentuale. Sembra quasi che l'obiettivo del discorso sia l'Assessore Borbey e due imprese in Valle d'Aosta!

Ho fatto una conferenza stampa e speravo che il Partito Comunista mandasse qualcuno competente, tecnicamente preparato, perchè la risposta politica la dava un segretario di partito, e io davo una risposta tecnica, specifica. Mi sono state rivolte delle domande da parte dei giornalisti de "La Gazzetta del Popolo", "La Stampa", la RAI, ma non ho avuto una domanda dall'inviato de "Le Travail". Questo veramente mi ha demoralizzato, perchè ho pensato: allora è vero, era solo per buttare fumo negli occhi alla gente! Ho detto che le trattative private erano un certo numero e su 24 trattative private un numero tot di lavori riguardavano gli asfalti. Signori miei, chi opera in asfalti in Valle d'Aosta, sono le imprese Follioley, Freydoz, Ivies di Pont-Saint-Martin (che non è più di Pont-Saint-Martin ma è di Borgo-franco) e Montrosset perchè Ramella, l'anno scorso, non ha aperto gli impianti, purtroppo. Sono quattro. Non possiamo sfuggire all'evidenza dei fatti, signori miei: l'asfalto non possiamo farlo venire da Torino, perchè quando arriva qui è freddo! C'è poco da fare.

Ma, allora, come lo impostiamo il discorso generale degli appalti delle strade? Noi abbiamo detto che tendenzialmente invitiamo tutte le imprese che hanno l'iscrizione all'albo nazionale dei costruttori. Ma per salvaguardarci inseriamo dei prezzi, e l'ho dichiarato, sia per l'asfalto, che per le opere stradali, che sono del 20-25% inferiori rispetto a quelli comunemente praticati nelle Regioni Piemonte e Lombardia, e noi, ricordatevelo bene, operiamo in Comuni montani!

Nell'elenco prezzi della provincia di Torino e delle province della Lombardia, c'è scritto: "tutti questi prezzi sono soggetti ad un aumento dal 15 al 25% se si opera in collina o in montagna". Noi siamo ancora sotto, del 20-25% ai prezzi comunemente usati.

Non è che i componenti della Giunta siano ciechi: dal 1982 abbiamo avuto degli appalti, e per parecchi i ribassi sono minimi. Lo sappiamo questo! Ma abbiamo tenuto i prezzi adeguati a questi ribassi. Inoltre, voglio precisare una cosa: non è detto che in ogni appalto i prezzi siano uguali. Faccio un caso specifico, perchè l'ha citato Mafrica: per la strada di Torgnon, o per quella di Valgrisenche, il pietrame proviene da Courmayeur; il prezzo, però, della muratura è di lire 90.000 al metro cubo, anche perchè sono muri in tornanti. A Champorcher, dove ha vinto la gara d'appalto l'impresa Follioley, la muratura costa 82.000 al metro cubo perchè abbiamo fatto la considerazione che sul posto c'era del pietrame e, quindi, di per sè c'è già un ribasso dell" 8-9%. Ma bisogna andare a vedere le cose pratica per pratica. Però questo non toglie che, in effetti, per legge di mercato in Valle d'Aosta, oggi come oggi, nelle arginature (non so perchè abbiate sempre parlato solo di strade, perchè ci sono anche le arginature) e gli appalti che ... (Interruzione) ...

Ah, ecco! Perchè lì Dhérin ha fatto un ribasso del 37%! ... (Interruzione) ... gli è stato detto: come mai lei ha sempre pianto fino a ieri? La risposta è stata: "Io posso perdere anche 100 milioni per fare dispetto a qualcuno"!

E' una questione di legge di mercato, l'ho ribadito parecchie volte. Ma qui, come indirizzo politico, abbiamo detto che cerchiamo di far lavorare il più possibile le imprese locali per determinate motivazioni tra cui il 18% di IVA che si versa per i nostri appalti, le nostre opere stradali e di arginatura. Noi quando appaltiamo 500 milioni per un lotto a base d'asta dobbiamo impegnare circa 600 milioni: l'IVA di 100 milioni. Quindi, se abbiamo fatto 20 miliardi di opere stradali nel 1982, abbiamo dovuto impegnare circa 4 miliardi in più per l'IVA.

Però ribadisco che è un discorso di mercato. Una volta, fino al 1980/81, fino a che la Regione Valle d'Aosta non aveva riparto fiscale, noi operavamo con 3-4 miliardi per opere stradali: adesso operiamo con 10-15-20 miliardi.

Ora quale è il metodo per garantire l'amministrazione regionale? E' quello di tenere dei prezzi che, pur avendo un ribasso minimo, non danneggiano l'amministrazione. Invece, e l'ho ribadito, nelle opere pubbliche, quali l'edilizia scolastica e l'edilizia ospedaliera, abbiamo un'infinità di ditte. Oltre a quelle iscritte, ci sono ditte nuove che ci chiedono l'iscrizione, perchè sono quelle che operavano nel mercato dei condomini quando ancora si vendevano alloggi, e adesso invece, per non chiudere la loro attività, chiedono di essere invitate. C'è una lotta spietata e certi ribassi indicati a volte ci preoccupano, perchè le direzioni lavori sono in difficoltà poi ad arginare le riserve delle imprese e le richieste di cambiamento di materiale.

Per le strade, per le arginature, la pietra è pietra, lo scavo è scavo, il calcestruzzo dosato a 200, è calcestruzzo dosato a 200. Invece, in quelle opere di impianti igienico-sanitari, impianti di riscaldamento, impianti elettrici, la marca porta un prezzo spietatamente diverso. Il pavimento in piastrelle o il rivestimento in piastrelle, o in moquette, hanno prezzi diversi in virtù del fatto che vengono impiegati materiali che noi nei capitolati non possiamo prevedere; ci sarebbe il rischio di essere citati perchè prevediamo già la marca e, allora, faremmo l'interesse di alcuni privati. Per un pavimento in piastrelle può succedere che l'impresa vuole impiegare la piastrella che costa 10 lire e, invece, il direttore dei lavori vuole fargli mettere quella che costa 20 lire.

Ad ogni modo, non voglio continuare su questo punto, perchè ritengo che polemica non debba esserci. Il Consigliere Mafrica ha fatto un'esposizione delle più pacate e delle più obiettive, ma noi ritenevamo che ci fosse una polemica un po' esagerata, e, quindi, rispondo a quanto egli afferma a proposito del cambiamento di metodo e leggo quali sono le richieste contenute nella mozione del P.C.I.: "a impegnare la giunta ad invitare sempre, in occasione di licitazioni private, tutte le ditte iscritte negli elenchi regionali più alcune ditte qualificate operanti fuori Valle".

Per il punto n. 1, mi permetto di dire che si tratta di motivazioni prettamente tecniche. La richiesta, secondo il nostro punto di vista, non è motivata, in quanto, in occasione di tutte le licitazioni private esperite dai vari Assessorati - perchè è vero l'Assessorato ai Lavori Pubblici appalta il 98% dei lavori, però può capitare anche il tetto di un castello appaltato dall'Assessorato al Turismo, oppure l'arginatura che riguarda l'Assessorato dell'Agricoltura e Foreste - è consuetudine invitare la quasi totalità delle imprese operanti in Valle iscritte negli appositi elenchi regionali, oltre ad alcune ditte qualificate operanti fuori Valle. Questo ve lo dimostriamo quando volete.

Naturalmente, condizione necessaria perchè un'impresa possa essere invita, è l'iscrizione all'Albo Nazionale Costruttori per la categoria e gli importi previsti. Il principio dell'estensione indiscriminata dell'invito, come chiede la mozione, a tutte le ditte regionali si ritiene non accettabile in quanto ciò lederebbe il principio della discrezionalità dell'amministrazione appaltante, la quale, se così fosse, perderebbe ogni possibilità di poter escludere, anche temporaneamente, quelle imprese che, o per incapacità, o per carenza organizzativa, non hanno fornito risultati soddisfacenti nel corso dei precedenti lavori. E' evidente che una situazione siffatta sarebbe gravemente nociva nei confronti dell'interesse dell'Amministrazione regionale ed, infatti, noi non invitiamo determinate imprese, perchè sono successi dei fatti per i quali siamo ancora in lite pendente con le stesse.

Al secondo punto, dove si chiede "utilizzare per tutte le licitazioni private il metodo della media o suoi correttivi, invece che quello dell'offerta di miglior ribasso"; noi riteniamo di rispondere nella seguente maniera: la proposta avanzata non risolverebbe in alcun modo il problema che si vuole eliminare, in quanto nessuna delle varie forme della licitazione privata previste può soddisfare in pieno le esigenze delle amministrazioni. C'è l'offerta di miglior ribasso; l'offerta in base ad un elenco di opere, cioè l'impresa ha la quantità, il tipo di scavo di sbancamento per un totale di metri cubi, per cui si lascia in bianco il prezzo. Quindi, occorre precisare i prezzi. Poi c'è il metodo delle medie, e ci sono tre metodi delle medie, anche con la busta segreta dell'amministrazione, media delle medie e via dicendo. Un metodo l'ha già spiegato il Consigliere Mafrica: esso garantisce in assoluto contro un eventuale accordo tra le imprese. Alcuni eventi verificatisi in campo nazionale ci dimostrano che, per gare per le quali era previsto proprio l'appalto delle medie, il sistema è ottimo quando ci sono almeno dieci offerte. Non dico dieci ditte invitate, ma dieci offerte. Perchè bisogna escludere il metodo del maggior ribasso e quello del minor ribasso; poi ci sono 8 sistemi per fare le medie. Ma, scusatemi, se intervengono tre imprese a fare l'offerta, come facciamo le medie? Quindi è un discorso complesso.

Piuttosto sembrerebbe logico, per il futuro, cercare di adottare per ogni tipo di lavoro il metodo di licitazione privata più idoneo al fine di tutelare maggiormente l'amministrazione, non solo per quanto riguarda l'aspetto relativo al ribasso d'asta, ma anche per quanto concerne - e ritengo che la Giunta tenga a sottolinearlo - la migliore esecuzione dei lavori. Infatti, una buona esecuzione dei lavori risulta evidentemente più problematica laddove a causa di una concorrenza spietata, la ditta offre ribassi sproporzionati. Succede anche questo, e sovente! Ci permettiamo di dirle queste cose!

Nell'ultimo punto della mozione, si propone di "elaborare e proporre al Consiglio regionale nuove normative regionali, atte a garantire la massima concorrenza tra le imprese e ad evitare ogni possibile turbativa od interferenza nelle aste pubbliche". L'appalto alla conduzione delle opere pubbliche è regolato da una legge e da un Regolamento Nazionale delle opere pubbliche. Questa normativa è riconosciuta, a livello internazionale, come una delle migliori esistenti. E' stata modificata già in parte e forse ha bisogno di altre modifiche. E' risaputo, anche fuori dai nostri ambienti, che ha bisogno, forse, di un ammodernamento, non nella sostanza, ma nelle norme. Ancora in quel Regolamento si dice: "il libretto delle misure deve essere scritto a mano, con penna stilografica" ecc. Queste sono cose ancora antidiluviane, ma il Regolamento è riconosciuto, in campo nazionale ed internazionale, come ottimo strumento normativo.

Ora, noi riteniamo superfluo predisporre delle leggi regionali in questo campo, anche perchè molto vincola l'iscrizione delle ditte all'albo nazionale. Qui ribadiamo un concetto della Giunta regionale: in questo settore sarebbe bene, anche per una piccola Regione come la nostra, elaborare un prezza-rio regionale. Ma voi sapete che per fare un prezzario regionale bisogna, per legge tenerlo aggiornato ogni tre mesi, e consegnarlo a tutti gli enti economici, ai Comuni e via dicendo? E tutto questo per quale obiettivo? Per fissare, con questo prezzario, dei prezzi che tutelino, come noi abbiamo ritenuto di fare in questi anni di attività, l'amministrazione regionale.

Quindi, se in futuro ci sarà un numero esiguo di imprese che concordi un determinato appalto, i prezzi sono già stati fissati, con analisi specifica, da parte di tecnici qualificati. Non è detto che il ribasso del 10 o del 20% faccia l'interesse maggiore all'amministrazione regionale!

Una breve parentesi. La mia dichiarazione denota, sia ben chiaro, che Mafrica, il Partito Comunista, la Giunta regionale si sono resi conto che per determinati ribassi potevano esserci degli accordi fra le imprese, ma noi ci siamo ritenuti sufficientemente tutelati con i prezzi che abbiamo fissato.

PRESIDENTE: La parola al Consigliere Nebbia; ne ha facoltà.

NEBBIA - (P.S.I.): Noi concordiamo con le ultime considerazioni fatte dall'Assessore al termine della lunga disamina, e vorremmo aggiungere solo alcuni altri elementi integrativi a chiarimento.

In primo luogo, sarebbe opportuno realizzare questo prezzario regionale, pur tenendo conto delle grosse differenze che ci possono essere nell'ambito della Regione in rapporto alle località ove si effettuano i lavori per i costi di trasporto che possono incidere maggiormente e anche per le condizioni di lavoro a seconda delle quote.

Il prezzario sarebbe utile per due ordini di motivi. Il primo è quello espresso dall'Assessore che consentirebbe, mediante un aggiornamento continuo di questo prezzario e una valutazione analitica più precisa, di stabilire dei prezzi il più possibile reali, sulla base delle condizioni normali di mercato, perchè ci possono anche particolari metodi di lavoro o particolari attrezzature che possono permettere determinate condizioni, o dei risparmi, o dei costi inferiori. L'altro motivo è che può succedere, come sta succedendo oggi con il prezzario della Camera di Commercio di

Milano, che questo prezzario regionale sia assunto come documento contrattuale, non solo da parte della Regione, e da parte delle altre amministrazioni, ma anche da parte dei privati.

Oggi, praticamente, questo succede già, però in certi casi si hanno delle valutazioni diverse rispetto alla effettiva realtà del mercato in determinate località. Invece, un aggiornamento, una maggior precisione, pur con i costi e gli oneri che questo comporterebbe per la Regione, permetterebbe probabilmente una maggiore trasparenza in tutti i tipi di appalto e, quindi, anche una miglior qualità di rapporti tra i diversi operatori.

L'altro aspetto che volevo sottolineare è quello relativo all'entità dei ribassi, per cui, in un certo senso, approviamo in pieno la proposta dell'Assessore circa l'adozione di metodi di diversi rispetto al minimo ribasso in determinati casi, perché, oltre all'esempio illustrato dell'impresa che vuole volontariamente perdere, ci sono e ci possono essere anche diversi e svariati motivi dietro la scelta di offrire ribassi eccessivi.

Non voglio solo ricordare la esperienza che questa Regione ha fatto una quindicina o una ventina di anni fa, quando ribassi eccessivamente forti comportavano praticamente costi raddoppiati alla fine dell'opera, perché si sprecavano effettivamente in quel caso le perizie suppletive, oppure i lavori erano realizzati in modo non conforme alle regole. Credo che questa esperienza tutti la ricordino e non sia il caso di parlarne oltre.

L'altro aspetto è quello dell'eccessiva concorrenza che potrebbe, come già sta succedendo, spingere alcune imprese ad abbassare eccessivamente i prezzi, salvo cercare di rivalersi successivamente, tramite mezzi perfettamente legali, quali quelli che ha citato l'Assessore, delle riserve, oppure della richiesta di formazione di nuovi prezzi.

Quindi, non ci spaventano particolarmente le riduzione minime rispetto ai prezzi di appalto, e se i prezzi sono giusti dimostrano la serietà dell'impresa che partecipa a questi appalti. Piuttosto è opportuno che si cerchi di contrastare in tutti i modi il fenomeno, che credo sia sempre avvenuto e sempre avverrà, delle imprese che cercano di accordarsi non tanto per spuntare i massimi prezzi, ma per concordare una divisione della "torta" che sia proporzionata alle capacità tecniche ed umane che ciascuna impresa esprime. Questo è sempre avvenuto e penso sempre avverrà, qualsiasi mezzo si voglia adottare.

Quindi, sarà invece più opportuno controllare la formazione dei progetti e dei prezzi e migliorare il controllo dei lavori, sia in sede di direzione lavori, che in sede di collaudo, perchè riteniamo che i lavori di qualsiasi natura siano, devono essere pagati in una certa misura ed è giusto che lo siano, però si deve pretendere che siano eseguiti a regola d'arte. Cioè, rispetto a un controvalore monetario è necessario avere anche un'opera di pari importo e di pari valore.

Queste sono le osservazioni che facciamo, in linea di massima, condividendo, ripeto, quanto detto dall'Assessore. Per quanto riguarda il primo punto della mozione, riteniamo che sia da condividere, ma riteniamo altresì che, in pratica, si stia attuando quanto proposto, perchè mi risulta che in determinati casi vengono invitate ditte qualificate residenti o che hanno la sede fuori Valle. E' chiaro che si deve ricorrere a imprese che diano una certa garanzia, e non ad imprese qualsiasi.

Nel secondo caso la risposta l'abbiamo già data precedentemente, nel senso che è opportuno, visto che la legge prevede e permette diversi tipi di licitazione privata, adottare i tipi più consoni rispetto ad ogni genere di appalto.

Per quanto riguarda il terzo punto, siamo anche noi d'accordo che, rispetto alla normativa vigente che ha più di un secolo di applicazione e che già ha provocato dibattiti, contestazioni, ma nello stesso tempo anche conferme, basta adottare la regolamentazione prevista per gli appalti europei, eventualmente ampliandone il campo di applicazione per importi che siano inferiori a quelli previsti dalla Comunità Economica Europea. Credo che non ci sia nulla da inventare, se non adottare ed applicare fino in fondo le norme che già esistono. Ecco, questa è la nostra posizione.

PRESIDENTE: La parola al Consigliere Lustrissy; ne ha facoltà.

LUSTRISSY - (D.P.): Il dibattito che si è svolto in Consiglio dimostra quanto sia stata inutile la polemica che si è svolta in questi ultimi tempi, fuori da quest'aula, anche se giustificata. Tutto questo è stato alimentato anche da una certa curiosità degli addetti alla stampa i quali hanno, in certo qual modo, stimolato la fantasia di certi politici.

Io credo che, da quanto è stato detto, il dibattito abbia assunto i connotati più precisi e più veri di quella che può essere l'attività che si svolge all'interno di questo Consiglio nel rispetto delle prerogative di ognuno.

Bene, credo che dopo l'esposizione udita, al di là delle cose scritte o dette in questi giorni da parte del Capogruppo del Partito Comunista Mafrica, i connotati del problema hanno assunto una dimensione amministrativa tale che non possono essere ignorati i dati inconfutabili e abbastanza precisi offerti a questo Consiglio che, così, potrà fare alcune riflessioni sul settore degli appalti e sul settore dei lavori pubblici.

Detto questo, dobbiamo dire che le cose dette hanno fatto emergere alcune riflessioni che in parte sono già state fatte e che sono state ammesse, peraltro, anche dall'Assessore ai Lavori Pubblici, e cioè che questo sistema di appalti - il più usato è quello della licitazione privata - ha messo in evidenza le carenze di una legislazione che deve evolversi, però ha anche mostrato gli aspetti positivi di questo tipo di normativa che permette all'amministrazione regionale di adottare dei meccanismi di difesa. Ed è proprio questo il punto centrale della questione.

Se è vero, come è vero, che l'indagine ha messo in evidenza la possibilità, riferita alle teorie sviluppate dal Consigliere Mafrica che è un matematico, di certe coincidenze (e questo a livello di ragionamento logico-scientifico non fa una grinza), è altrettanto certo che di fronte a questa possibile turbativa nel sistema degli appalti, la quale, e non è stato nascosto da nessuno, né da una parte né dall'altra, potrebbe verificarsi e creare all'amministrazione regionale dei problemi, inducendo l'amministrazione stessa ad adottare delle opportune correzioni al sistema posto in essere attualmente.

In pratica, l'unico sistema adottato è stato quello del massimo ribasso. La licitazione privata - lo hanno detto un po' tutti, ma credo che lo ammettano anche quelli che seguono più da vicino l'evoluzione di questa materia - ormai, nel tempo in cui si vive, con la situazione di mercato esistente, è il sistema più confacente a quelle che sono le esigenze della pubblica amministrazione, cioè di realizzare un po' più rapidamente delle opere.

Però questo sistema presenta anche delle difficoltà e degli inconvenienti. La licitazione privata, che era stata prevista dalla vecchia legislazione come eccezione, sta diventando infatti la norma (questa è la constatazione che facciamo oggi) per cui alcuni correttivi sono stati introdotti, in sede legislativa, per ovviare a questi inconvenienti.

Questi correttivi sono stati evidenziati, e credo che l'impegno della Giunta e dell'Assessore sia stato anche quello, preso atto di questa situazione che nessuno nega, di utilizzare tutte le possibilità (le più logiche rispetto ai lavori da appaltare) di licitazione privata, che sono i cinque tipi previsti dalla normativa, in alternativa tra di loro, perchè, adottando per lunghi anni lo stesso sistema probabilmente si corre il rischio dell'assuefazione. L'assuefazione porta, a un certo punto, gli inconvenienti sul piano tecnico che tutti conosciamo.

Questo è uno dei primi punti su cui riflettere, per cui credo che uno dei primi risultati positivi dell'indagine (chiamiamola indagine amministrativa) condotta in questo modo, al di là di tutti i fronzoli e le aggettivazioni apparse sulla stampa, sia in definitiva l'impegno dell'amministrazione regionale di adottare delle contromisure opportune, utilizzando, da una parte dei sistemi di appalto indicati dalla legge e, dall'altra, aggiornando l'elenco delle imprese. Teniamo presente che esiste anche una norma abbastanza precisa, nel caso di esclusione dal novero delle ditte preferenziali, che deve essere osservata, se è vero, quanto diceva l'Assessore circa il fatto che molte ditte vengono escluse nel caso di negligenza individuata nel comportamento passato dell'impresa, o di malafede nei rapporti con l'amministrazione. L'esclusione, in questo caso, deve essere dichiarata con atto amministrativo.

L'impresa che si trova in queste condizioni, sul piano della legittimità, deve avere la possibilità di fare valere le proprie ragioni per contestare all'amministrazione eventuali errori da questa compiuti. Questo atto amministrativo deve essere comunicato ai Ministeri competenti affinchè, nel circuito, venga tenuta presente la situazione di questa impresa, per evitare che ci siano delle esclusioni non motivate e, dall'altra parte, per evitare alle amministrazioni ricerche dispendiose ed inutili di fronte alle varie imprese che fanno richiesta di partecipazione all'appalto.

Tutto il resto appartiene alla insindacabilità degli atti adottati dall'amministrazione. Cioè accettare gli inviti di partecipazione dopo la dovuta pubblicità, comporta, anche da parte dell'amministrazione, l'esercizio di una attività discrezionale che non si può fissare per legge. Niente di male, dunque, se l'amministrazione regionale, invece che invitare tutte le ditte iscritte, ne invita solo alcune, tutte in rapporto ai lavori. Viste certe considerazioni fatte, sarebbe opportuno invitare il maggior numero possibile di ditte, che presentino i requisiti di affidabilità, per poter operare la scelta soprattutto, come diceva bene l'Assessore, quando ci troviamo a fare la licitazione privata in base al metodo delle medie: è certo che bisogna avere un numero di partecipanti sufficienti per rendere efficace questo metodo, altrimenti diventa un esercizio inutile.

Sempre in termini generali, per quanto riguarda le possibilità di turbativa nella partecipazione agli appalti, devo osservare che la turbativa non si verifica solo con l'accordo fra le imprese, ma si può verificare anche con l'astensione della partecipazione all'appalto, perchè l'impresa scientemente può produrre dei documenti negativi, nel senso che sono poco idonei alla partecipazione all'appalto. Questo è anche un altro tipo di comportamento che è punito dalla norma penale. Cioè l'amministrazione che ha da fare con questo tipo di offerte può rendersi conto di cosa sta succedendo, dei giochi che si possono svolgere attorno all'amministrazione, come allo stesso modo costituiscono turbativa la non osservanza dei termini, la non pubblicità.

In altri termini l'amministrazione adotta sempre il sistema di pubblicità a norma di legge, pubblicità che viene data attraverso i sistemi di informazione previsti dalla legge, per cui, se esiste sotto banco questo accordo, questa volontà consapevole non di recare danno all'amministrazione in questo caso, ma di turbare in qualche modo l'attività degli appalti, chi ha degli elementi precisi ha anche il dovere di fornirli a chi deve indagare su queste situazioni. Però siamo ancora sul piano amministrativo: nessuno ha messo in evidenza, oltre al sospetto, dei fatti certi che impongano all'amministrazione di ricorrere alle procedure previste dal Codice Penale, denunciando i fatti di cui viene a conoscenza.

Per quanto riguarda poi l'aspetto normativo, occorre ribadire che è vero tutto quanto è stato detto, e cioè che le forme legislative che abbiamo in Italia sono abbastanza rispondenti a queste esigenze dell'amministrazione: anzi, sono troppo garantiste, nel senso che a volte impediscono procedure rapide a vantaggio delle attività pubbliche. Ricordava, come paradosso, l'Assessore Borbey alcune norme relative alla scrittura: non sono le uniche, ce ne sono tante altre che oggi fanno solo perdere tempo, però devono essere osservate, altrimenti c'è la possibilità che avvengano delle contestazioni.

Oggi abbiamo laboratori e sistemi di contabilità di un certo tipo: sarebbe opportuno, forse, tenerne conto. Quindi bisogna accogliere quella raccomandazione contenuta nella mozione perchè l'Amministrazione regionale attui procedure efficaci, per quanto possibile, salvando alcuni metodi che sono di per sè già collaudati nel tempo.

A seguito dei soliti tiri mancini a livello centrale, anche il Ministero dei Lavori Pubblici ha dovuto fare certe considerazioni, che sono sfociate in nuove norme che garantiscono l'amministrazione ancor più di fronte a queste situazioni.

Quindi, è anche vero e giusto quello che diceva il Consigliere Mafrica: le Regioni hanno potestà primaria nel settore dei Lavori Pubblici di loro competenza, per cui possono dotarsi di strumenti regolamentari che tengono conto dei principi generali adattandoli alle proprie esigenze. Però, fino a questo momento, non mi risulta che alcuna Regione, almeno fino all'anno scorso, abbia adottato o stabilito con legge delle procedure regionali diverse da quelle vigenti, se non marginalmente.

Per concludere, credo che debba essere attentamente valutata la situazione messa in evidenza dalla ricerca condotta, al fine di ricondurre nei binari giusti la gestione dell'amministrazione; di conseguenza, facciamo nostra la preoccupazione espressa dal Gruppo Comunista ed invitiamo l'amministrazione regionale - con l'impegno della Giunta e dell'Assessore - ad adottare quei correttivi che sono già stati annunciati studiando eventuali norme modificative della normativa in atto anche per sfrondare questa normativa della parte inutile e al fine di rendere più certe le operazioni relative agli appalti in sede regionale.

Per quanto riguarda i toni della polemica, io osservo che certi titoli del giornale "Le Travail" hanno innescato un po' la miccia. Se non ci sono dei fatti precisi che dicono chiaramente che la turbativa c'è e ci sono le testimonianze circostanziate, scrivere certe cose, avanzando non solo dei sospetti ma indicando delle cose più impegnative e precise, forse ha turbato l'animo degli amministratori addetti ai lavori.

Bisogna usare un po' di cautela in queste circostanze, perchè è facile fare di ogni erba un fascio. Oggi basta una comunicazione giudiziaria per rovinare politicamente una persona: quando un politico è destinatario di una comunicazione giudiziaria, poi non c'è santo che lo rimetta in circolo.

Allora, se si hanno degli elementi da comunicazione giudiziaria si è pregati di andarli a presentare nel luogo opportuno; se, invece, si vogliono fare delle valutazioni ed esprimere delle argomentazioni sull'ordine della legittimità della azione amministrativa, nel senso che la legge viene interpretata in un modo un po' particolare, o che le norme non vengono applicate nel modo giusto, ecco, questo è un altro tipo di denuncia, però non è risultato che siano state fatte in questa sede.

In definitiva, crediamo che si possa superare la mozione con voti positivi o negativi nell'esprimere questa raccomandazione recepita, cioè che da una parte si pongano in essere quei meccanismi correttivi di reazione per evitare che si formino delle situazioni che possano ingenerare dei sospetti e, dall'altra, si predisponga una certa normativa che sia più confacente a quelle che sono le esigenze regionali.

Tutte le altre motivazioni, se ci sono, vanno ricondotte nella sede opportuna, affinchè si possano prendere provvedimenti che non sono di competenza di questo Consiglio.

PRESIDENTE: La parola al Consigliere Carlassare; ne ha facoltà.

CARLASSARE - (Dem.Prol.-Nuova Sin.): Questo argomento, mi sembra sia opportuno rilevarlo e sottolinearlo, è scabroso, difficile da affrontare e molto importante. Dal modo in cui si è venuta evolvendo la discussione, soprattutto sugli organi di stampa, ha assunto una serie di caratteristiche che sono più da processo penale, che riguardano cioè più la Magistratura che non il dibattito in questa aula.

Ritengo che debba essere fatta una precisa discriminante; a noi interessa dibattere i meccanismi che sono stati messi insieme attraverso la formulazione di tutta una serie di dati. Ci devono interessare, in quanto uomini politici che stanno discutendo politicamente di questo problema, in modo marginale gli aspetti giudiziari che possono accompagnare questa vicenda. Voglio essere chiaro fino in fondo per quanto riguarda questo aspetto: io ritengo (e poi tornerò anche su alcune dichiarazioni dell'Assessore) che può anche darsi che una serie di imprenditori si siano messi d'accordo per cercare di ottenere delle condizioni più vantaggiose. Può anche darsi, io non lo so. Non necessariamente un gruppo di persone che si riunisce può determinare quelle condizioni per cui ci sono degli elementi di illegalità. Probabilmente questa sera una grossa parte di noi andrà alla Croix Blanche a fare un incontro conviviale ... (Interruzione) ...

Dal punto di vista politico sarebbe scorretto approfittare di tale occasione per concludere strane trattative. Pur essendo avversari sul piano politico, noi possiamo tranquillamente incontrarci per mangiare e bere in allegria, senza secondi fini, per cui questi sono elementi che vanno approfonditi in altra sede. Se qualcuno, ha fatto in modo di determinare un appuntamento, un rendez-vous, magari a metà Valle, può darsi che bevano, che mangino e che digeriscano anche bene. Questo è un aspetto del problema.

Mi pare che da tutta questa discussione emerga un dato fondamentale, cioè che c'è stato, a partire da metà del 1982 un crollo delle percentuali di ribasso dell'asta. Questo mi pare sia un dato inconfutabile e questo crollo di percentuale di ribasso d'asta ha inizio dopo il 12 maggio 1982, quando è stato approvato il piano lavori.

Ecco, io in questo caso mi permetto. di fare una domanda precisa all'Assessore: i criteri con cui venivano affrontate le basi d'asta, sono cambiati da prima del 12 maggio, o dopo il 12 maggio? Perchè, se i criteri erano identici, se non ci sono state delle grosse modificazioni sui criteri con cui sono state approntate queste gare, noi constatiamo che dopo quella data c'è stato un crollo dei ribassi d'asta.

A questo punto, se permettete, sorgono dei dubbi che dovrebbero far riflettere parecchia gente, anche al di fuori di questa aula. Si è deciso, nella formulazione degli appalti, di dare dei criteri con proposte di costi molto risicate, per cui, questi signori che partecipavano alle aste, non potevano che fare dei ribassi d'asta minimi, rispetto a prima del 12 maggio. Va benissimo.

Se, però, i criteri sono identici, a me sorge un dubbio, e cioè che qui si sia modificato qualcos' altro, e come sorge a me questo dubbio dovrebbe sorgere a chi manipola queste cifre costantemente e quotidianamente.

Questa è una prima domanda, e pregherei l'Assessore di darmi una precisa risposta.

Ci sono state delle modifiche da prima del 12 maggio 1982 e dopo il 12 maggio 1982 nei criteri di fissazione dei prezzi e dei costi delle gare d'appalto in Valle d'Aosta?

Seconda questione: questa discussione deve essere fatta per chiarire fino in fondo certi meccanismi e certe storture che possono danneggiare, con cifre consistenti, le finanze della Regione e, in ultima analisi, le finanze di tutti gli abitanti di questa Regione.

Mi pare doveroso osservare, per esempio, che il Presidente della Giunta sottolinea in ogni suo intervento, che è suo impegno, è impegno della Giunta, di intervenire sempre nel modo migliore per salvaguardare il denaro pubblico. Anche in questo caso vorrei porre delle domande sulla base della controrelazione fatta dall'Assessore e vorrei mi mi fossero date delle risposte. A un certo punto l'Assessore ha affermato che anche la Giunta si era accorta che c'era qualcosa che non andava. Io vorrei che illustrasse al Consiglio cos'è quel qualcosa che ha insospettito anche la Giunta, perchè sarebbe opportuna che la conoscessimo anche noi in modo da poter discutere a ragion veduta, sui meccanismi da correggere, sulle modifiche da apportare per quanto riguarda gli appalti.

Vorrei ancora far rilevare che, se è vero che le ditte che operano nei confronti delle amministrazioni limitrofe, Piemonte o Lombardia, vengono convocate con dei prezzi che sono dal 20-25% superiori a quelli appaltati qui in Valle d'Aosta, a questo punto io ritengo che potremmo tranquillamente convocare queste società, abituate a ragionare in questi termini, perchè noi abbiamo dei prezzi e dei costi che sono molto risicati. Probabilmente potremmo avere quel numero sufficiente di ditte per cui è possibile e opportuno trovare un metodo diverso di licitazione privata, secondo il quale si valutano i migliori offerenti attraverso il metodo della media e non attraverso quello del maggior ribasso d'asta.

In tal modo si possono allargare e far partecipare via via queste ditte che ci garantiscono anche su una effettiva concorrenzialità dei partecipanti alle aste, tenendo presente, che io sono assolutamente contrario a voler scontare il prezzo con tutti i modi possibili, sempre e comunque, perchè potrebbe essere dannoso. In questo modo, adottando come metodo la media, probabilmente riusciremmo a non cadere in quegli inconvenienti che sono stati sottolineati dal Consigliere Nebbia.

Per quanto riguarda alcuni altri aspetti, io vorrei ricordare che l'impresa Follioley, quando l'ha ritenuto opportuno, ha ben pensato di farsi, per quanto riguarda l'IVA versata, una società a Torino, o appoggiarsi ad una società, non so bene quali siano i meccanismi di questa società. Faccio un esempio: la STRA, che non ha più sede in Valle d'Aosta, ha sede da un'altra parte. Non penso che sia questo un criterio che debba guidare nel modo più totale ed assoluto il comportamento della Regione, in quanto si può andare incontro a grossi inconvenienti volendo facilitare le aziende che operano che hanno la sede legale in Valle d'Aosta, soprattutto per quanto riguarda lavori di notevole entità.

D'altra parte, io convengo che uno dei criteri da adottare sempre, e non solo per quanto riguarda gli appalti, sia la qualità del lavoro fornito, perchè una buona qualità corrisponde, in ultima analisi, anche a un notevole risparmio. Vorrei proprio che si andasse a scoprire fino in fondo, per esempio, chi ha progettato e chi ha costruito il tetto del Beauregard, che adesso dobbiamo ricostruire con una spesa di svariate centinaia di milioni. Se non ricordo male, è stato impermeabilizzato una decina di anni fa e adesso è completamente da rifare.

Ben venga, quindi, questo criterio alla luce del sole, per cui le ditte che non danno una prestazione qualitativamente sufficiente, sono cancellate pubblicamente dagli elenchi, specificando la motivazione. E' un servizio che viene fornito alla pubblica amministrazione e magari a un qualsiasi privato cittadino che deve farsi eseguire un lavoro, perchè avrà la possibilità di informarsi su quella che è la capacità tecnica o l'onestà di tutta una serie di imprenditori. Per cui, ben venga questa soluzione.

Sono d'accordo anche sul fatto di creare un prezzario regionale, perchè ci consente di avere più omogeneità per quanto riguarda la formulazione di queste gare di appalto.

Detto tutto questo, ritengo che il criterio che ci deve guidare sia quello di cogliere fino in fondo una serie di perplessità che sono state bene o male accettate da tutti, emergenti dal lavoro da "travet" fatto dal Gruppo Comunista che è andato a controllare decine di migliaia di mandati di spesa, migliaia di delibere, per cui sono emersi questi dubbi (... Interruzione ...)

Il fatto che lavorino molto non vuol dire che lavorino bene, per cui possiamo sempre adottare il criterio della qualità del lavoro!

Io ritengo che questa mozione del Partito Comunista vada accettata soprattutto nello spirito che si propone, che è quello di cercare di garantire l'amministrazione regionale da possibili intrecci di interessi che possono essere anche legali, perchè non necessariamente quando si fanno delle combines si va fuori dalla legalità, ma che vanno contro gli interessi della pubblica amministrazione, e, in ultima analisi, dei cittadini: è Pantalone che paga, per adoperare una frase molto cara al nostro Presidente.

PRESIDENTE: La parola al Consigliere De Grandis; ne ha facoltà.

DE GRANDIS - (P.R.I.): Io ho molto apprezzato il lavoro fatto dal Consigliere Mafrica, e, al di là di quelle che possono essere le code polemiche o gli articoli sul giornale che lascerei al Consigliere Mafrica e all'Assessore Borbey in maniera del tutto personale e privato.

Mi interessa, invece, questo tipo di lavoro fatto dal Consigliere Mafrica, perchè ritengo sia un esempio di cosa può essere la critica costruttiva. Ho avuto modo, attraverso questo lavoro, di farmi una conoscenza estremamente importante su un aspetto della pubblica amministrazione, e credo che questo lavoro sia servito a tutti i Consiglieri soprattutto ai cittadini per riuscire ad avere una maggiore trasparenza di quello che è l'apparato pubblico, trasparenza che tutti, credo, auspichiamo.

Devo anche dire che, non avendo competenza in materia, con tutto il lavoro fatto dal Consigliere Mafrica sono andato a Torino ad interpellare gli esperti economici del mio Partito i quali, a loro volta, hanno preso contatto con tecnici del Genio Civile e dell'ANAS, quindi, mi hanno dato una serie di chiarimenti che mi sono stati utilissimi per capire il valore e la validità di quel lavoro così come è stato fatto, e capire anche certi meccanismi che mi erano oscuri.

Che cosa sono riuscito a sapere? Intanto che non esiste un metodo di appalto, tra quelli previsti dalla legge, che garantisca contro combines o contro intese della controparte. Questo lo dicono i tecnici dell'ANAS e del Genio Civile. In più mi dicono che il comportamento delle imprese che concorrono agli appalti è fortemente condizionato dalla situazione di mercato. Vale a dire che si può tranquillamente assistere, in tutte le parti d'Italia, a comportamenti delle imprese che sono diversi a seconda che i lavori siano tanti o pochi. I grandi amici diventano improvvisamente nemici, i grandi nemici diventano improvvisamente amici. Questo si è verificato anche in Valle d'Aosta; basta vedere i dati 1981/1982: le medesime imprese che si facevano concorrenza con sconti che sono arrivati ai limiti del 50%, quindi assolutamente non remunerativi - impossibile che fossero remunerativi nel momento in cui i lavori che l'amministrazione affidava erano pochissimi perchè la nostra amministrazione non aveva soldi - approvato il riparto fiscale e un piano lavori di una vastità notevole, da nemiche sono diventate amiche e hanno cercato, evidentemente, di non recarsi danno a vicenda, ma di dividersi la torta nel miglior modo possibile.

C'è un altro fatto, mi si dice: quando il lavoro c'è e un'impresa impegna la struttura umana e la struttura tecnica, prima di assumere un altro lavoro si preoccupa di valutare se ha convenienza ad ampliarsi, quindi di investire nuovamente in macchinari ed assumere altro personale per poter affrontare quel dato lavoro. A fronte di una scelta di questo tipo, è impensabile che un'azienda di questo genere possa esporsi ad un ribasso d'asta di grosse proporzioni. Evidentemente deve valutare la necessità che il margine di profitto sia tale da consentirle una certa garanzia nell'ingrandirsi e nell'investire nuovi

capitali.

Tutti questi fattori non sono purtroppo dominabili dalla pubblica amministrazione. Tra l'altro, è venuto a galla quello che ha già detto l'Assessore Borbey, e cioè che i prezzi adottati dalla Valle d'Aosta sono inferiori a quelli delle Regioni del triangolo industriale. Ecco un altro fattore che va ad incidere sulla possibilità di adottare sconti più o meno elevati.

Io credo che tutto quello che si può fare sia prendere spunto dal lavoro fatto da Mafrica per tenere presso l'Assessorato un quadro della situazione degli appalti, in modo tale da poter cogliere queste variazioni di comportamento da parte delle imprese appaltanti e poter, in questo modo, prendere delle contromisure, con l'adozione di formule diverse a seconda dei casi e delle necessità. Mi si conferma che non esiste una formula, un metodo di appalto che ci garantisca da tutti questi rischi, però mi si dice che, a seconda del tipo di lavori, a seconda delle condizioni da adottare, una certa formula piuttosto che un'altra può fornire delle garanzie in più. Vedi il sistema dell'asta, del valore medio, che, tra l'altro, può garantire contro gli eccessivi ribassi che sono un danno per l'amministrazione, non un vantaggio, perchè evidentemente quei lavori, nella migliore delle ipotesi, verranno fatti molto male, rivelandosi un danno per la pubblica amministrazione. Vedi i sistemi che richiedono l'intervento di ditte esterne che, essendo a conoscenza dei rapporti intercorsi tra le ditte locali, possono rappresentare quel momento di rottura necessario per riequilibrare le cose.

Credo che questi mezzi vadano adottati con una certa intelligenza, con una certa cautela, specialmente quello dell'invito delle ditte esterne, perchè è evidente che abbiamo interesse a favorire le nostre aziende e il personale che vi lavora, per ragioni di carattere sociale, ovviamente, per favorire l'occupazione e anche per ragioni di carattere finanziario, visto che chi paga in Valle le imposte dà indirettamente un beneficio rappresentato dal rientro di tali somme, dovuto al riparto fiscale.

Io direi che sono questi i metodi da adottare, per cui la mozione del Partito Comunista non può essere votata così com'è in quanto impegnerebbe la Giunta ad adottare un altro sistema fisso che, evidentemente, avrebbe gli stessi difetti e porterebbe gli stessi svantaggi che ha dato l'adozione di un sistema fisso per un anno, determinando questi riflessi negativi. Tali metodi possono costituire delle indicazioni da seguire, da parte dell'Assessorato, ogni qualvolta si ritenga che possano esserci, nella controparte, delle intese per ottenere maggiori vantaggi a danno dell'amministrazione; l'adozione di quei metodi, appunto, potrebbe consentirci di frenare queste tendenze.

L'Assessore Borbey, nelle considerazioni che ha fatto in riferimento ai vari punti della mozione, ha sostenuto molte di quelle indicazioni, per cui credo che abbia lui stesso tutto l'interesse a migliorare l'andamento degli appalti senza offrire il fianco a critiche, o a sospetti, che evidentemente vanno allontanati nel miglior modo possibile.

PRESIDENTE: La parola al Consigliere Tonino; ne ha facoltà.

TONINO - (P.C.I.): Io faccio soltanto delle brevissime considerazioni, anche perchè l'ora è tarda, per sostenere quelle che sono, a nostro avviso, le indicazioni formulate nella nostra mozione. Per capire tali indicazioni, credo che sia innanzitutto necessario riprendere un concetto, condiviso anche da altri Consiglieri, e cioè che deve essere contrastata la possibilità di accordi tra le imprese la quale si traduca in un danno nei confronti dell'amministrazione regionale.

Non esistono, e sono d'accordo con il Consigliere De Grandis e con gli altri che l'hanno già detto, metodi scientifici per ovviare a questo possibile inconveniente. E' indubbio, però, che se l'amministrazione cambia e adatta di volta in volta il metodo d'appalto e ha di fronte una visione di quello che è l'andamento e l'atteggiamento delle imprese, può contrastare, secondo noi efficacemente, questa possibilità.

E' questo l'atteggiamento che, secondo noi, è venuto meno, e che ha in sostanza permesso che queste possibilità di accordo fossero probabilmente effettuate, tant'è che, non è un mistero, una buona parte dei cittadini valdostani parla di questo problema.

La nostra opinione, perciò, è che la Regione non debba tanto emanare delle norme, le quali, però, potrebbero anche essere studiate. Abbiamo volutamente parlato nel 3° punto di normative, e cioè di normative di comportamento della pubblica amministrazione in questa fase delicata dell'appalto dei lavori pubblici. Ad esempio, il problema di invitare le imprese iscritte: noi siamo insoddisfatti dell'affermazione fatta dall'Assessore Borbey che dice: "tendenzialmente", oppure "nei limiti del possibile". La nostra opinione è che devono essere trasparenti le ragioni per cui alcune imprese iscritte, e che fanno la richiesta, non vengono invitate dalla pubblica amministrazione. Questo è un elemento che dovrebbe essere tenuto contro nel ripensamento, anche attraverso una normativa del comportamento della Regione.

Al punto 1) della mozione, si parla dell'invito anche di alcune imprese esterne. Ecco, io mi permetto di contestare l'affermazione che viene normalmente fatta. E' opportuno che a questo metodo si ricorra sempre più frequentemente, e questo è il senso della richiesta che noi abbiamo fatto nel punto 1).

Per quanto riguarda gli altri due punti, la nostra opinione è che si debbano articolare i metodi di appalto in modo da contrastare queste possibili truffe nei confronti della pubblica amministrazione. Gli altri accorgimenti, come, per esempio, il sistema di un prezzario regionale, possono essere molto utili, così come siamo d'accordo con la preoccupazione che è stata avanzata in questa sede, e cioè che il massimo ribasso d'asta non garantisce in pieno gli interessi della Regione. Questa preoccupazione, però, deve essere conseguentemente ovviata anche attraverso sistemi di appalto che siano diversi dal massimo ribasso praticato; il sistema della media è un sistema che, per esempio, garantisce da questo punto di vista.

Io volevo rimarcare questi aspetti, che costituiscono il nocciolo della mozione che noi abbiamo presentato, e sono queste le ragioni per cui credo che la mozione debba essere votata in questo modo. Evidentemente siamo pronti ad eventuali modifiche ai punti specifici, purchè vadano nel senso delle preoccupazioni che noi abbiamo espresso.

PRESIDENTE: La parola al Consigliere Mafrica; ne ha facoltà.

MAFRICA - (P.C.I.): Noi siamo soddisfatti di come si è svolta la discussione nel Consiglio, perchè sono state escluse polemiche che potevano essere di parte andando alla sostanza del lavoro fatto e delle proposte. Il senso della mozione, cioè la possibilità di un danno per l'amministrazione, ci sembra che sia stato condiviso da altri Consiglieri. Ci sembra che già nella prima risposta dell'Assessore fosse stata espressa la volontà di cercare dei rimedi a situazioni che hanno presentato per il passato dei rischi.

Noi su molte cose dette siamo d'accordo; non insistiamo, per esempio, sul punto 2), in merito al fatto che si usi sempre il metodo della media. Se può essere utile per l'approvazione della mozione, possiamo scrivere "di utilizzare per le licitazioni private di volta in volta il metodo ritenuto più opportuno", invece che soltanto quello dell'offerta di miglior ribasso. Per andare incontro a questa esigenza, tenendo conto della discussione avvenuta, siamo ancora dell'idea che il prezzario regionale potrebbe essere una soluzione che permetterebbe anche agli stessi Consiglieri di verificare, volta per volta, i bandi di concorsi e non di fare poi ragionamenti complessivi.

Quindi, crediamo che si possa fare questo sforzo per fronteggiare una situazione nuova, che è il passaggio da un importo di lavori pubblici di 15-20 miliardi, a un importo di 100 miliardi, che diventa di 125 miliardi con l'integrazione approvata oggi. Per far fronte a una situazione di questo tipo, per garantire la trasparenza delle operazioni e la tutela dell'amministrazione regionale da ogni possibile interferenza, crediamo che si debbano prendere una serie di iniziative, tra cui molte di quelle esposte.

Si potrebbe quindi approvare la mozione, con la correzione che ho detto rispetto ai metodi, come impegno da verificare e da portare avanti; la mozione cioè non parola per parola (a meno che non vengano delle proposte) ma come impegno dell'amministrazione regionale.

PRESIDENTE: Dichiaro chiusa la discussione generale e do la parola all'Assessore ai Lavori Pubblici Borbey; ne ha facoltà.

BORBEY - (D.C.): Ribadisco che Mafrica ha capito che da questa discussione è emersa, da parte di tanti Gruppi, una grossa preoccupazione e che è stato leso l'interesse dell'amministrazione. Io ho capito tutto il contrario.

Ribadisco che la Giunta regionale, nel discorso degli appalti, si è comportata nella maniera migliore per tutelare gli interessi dei cittadini valdostani. Dando l'indirizzo politico di limitare il numero delle imprese non valdostane per dar lavoro in Valle d'Aosta, noi abbiamo verificato, appalto per appalto, i prezzi, ben sapendo che il numero delle imprese era esiguo, e che ci potevano essere degli accordi. Questo lo ribadisco: abbiamo tutelato l'interesse dell'amministrazione fissando dei prezzi che, anche senza ribasso, venivano aggiudicati. Questo è quanto io mi sento di dire in questo momento.

Abbiamo detto che siamo disponibili e ci riteniamo in dovere di verificare ogni volta, più approfonditamente, il discorso, anche perchè, giustamente, si è detto che dal 1982 la mole dei lavori è cresciuta, ma ciò non toglie che in futuro l'Assessore ai Lavori Pubblici che oggi è Borbey e domani può essere un altro, potrebbe essere accusato dalla minoranza che dirà: "adesso, dato che ci sono tre diversi sistemi di appalto, si sceglie sempre il sistema che è più conveniente all'impresa". Non vorrei che succedesse questo, da parte del gruppo della minoranza, perchè l'indirizzo, io lo ribadisco, da parte vostra, è stato prettamente politico.

PRESIDENTE: La parola al Presidente della Giunta; ne ha facoltà.

ANDRIONE - (U.V.): Ripeterò quanto è già stato detto e cercherò di essere brevissimo. Esiste una preoccupazione comune tra gli estensori della mozione, la Giunta e la maggioranza regionale, che è quella di garantire la massima correttezza nell'espletazione degli appalti regionali.

Se è avvenuto, e il Consigliere Lustrissy lo ha spiegato bene, che vi siano stati degli accordi, non è detto che l'accordo di per sé porti danno alla Regione, perchè il ribasso dell'1,36% può essere il ribasso migliore ottenibile. E' però vero che l'accordo, di per sé, costituisce turbativa d'asta e, come tale, deve essere condannato. Noi faremo tutto il possibile - ne prendiamo impegno formale - per condannare queste pratiche che sono volte - almeno da quanto ho potuto appurare perchè anch'io chiedo delle informazioni come fa il Consigliere De Grandis - più a garantire il lavoro che a frodare l'amministrazione la quale, evidentemente, si tutela prima stabilendo certi prezzi.

Secondo aspetto: gli inviti. Anche qui il Consigliere Lustrissy ha già illustrato il problema, ma, ripeto, gli inviti vengono fatti in base a una situazione contingente. E' contrario all'interesse generale invitare una impresa relativamente piccola, iscritta fino a 250 milioni, che abbia già due lavori regionali, o qualche volta tre, con un cantiere a Champorcher e l'altro a La Salle. Questa impresa si troverebbe certamente in difficoltà, che l'amministrazione sconterebbe con proroga, a richiesta, di 60 giorni per finire i lavori.

Terzo ragionamento: non è stato fatto, ma è estremamente importante. In periodi di prezzi crescenti, e con quella sciagurata legge della revisione dei prezzi (quella di per sé è una turbativa) che cosa succede? Che c'è purtroppo una tendenza, che deve essere combattuta, ad allungare il tempo dei lavori. Il Consigliere Carlassare mi cita sovente ed io spero che continui a farlo, anche perchè evidenzio sovente il fatto che per arrivare dall'Eglise alla Croix Noire ci è voluto un tempo che sfida ogni e qualsiasi record negativo in fatto di lavori pubblici!

Tutte queste considerazioni, che sono di tipo amministrativo, ci trovano perfettamente concordi con gli estensori della mozione; non lo siamo invece per quello che sottintendete, cioè negligenza, o peggio, come è stato fatto sulla stampa, connivenza da parte di politici o di funzionari dell'amministrazione regionale. Fino a che - e qui parlo come responsabile dell'amministrazione - si tratta soltanto di illazioni e insinuazioni, noi siamo costretti a respingerle. Il giorno in cui qualcuno mi porterà un documento firmato che prova certe accuse, come ho fatto molte volte, prometto di non parlare con nessuno e di andare direttamente dal Procuratore della Repubblica. Punto e basta.

Fino a quel momento lì, noi, purtroppo, non possiamo fare altro che sentire chiacchiere, parole che corrono, e naturalmente queste parole vengono amplificate. In un piccolo paese come la Valle d'Aosta, dove magari ci sono delle imprese che fanno la parte del leone, vi è una maggiore tendenza a dare la biacca nera a tutto e a tutti.

Noi questo tipo di discorso non l'accettiamo, per cui votiamo contro la mozione non per la parte amministrativa, ma per i sottintesi politici che ancora oggi sono stati, anche se molto attenuati, in parte illustrati.

PRESIDENTE: Colleghi Consiglieri, passiamo quindi, con la conclusione del Presidente della Giunta, al voto sulla mozione. Il Consigliere Mafrica chiede la parola per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.

MAFRICA - (P.C.I.): Innanzitutto io ribadisco l'emendamento che avevo formulato prima: invece di utilizzare sempre il metodo della media, o dei suoi correttivi, propongo di utilizzare di volta in volta il metodo più opportuno avendo raccolto questa argomentazione. Dunque il testo della mozione: "ad utilizzare per le licitazioni private, di volta in volta, il metodo più opportuno" (... Interruzione ...).

L'avevo detto prima. Spiego perchè. Noi abbiamo presentato una mozione: possiamo capire che non venga approvata per ragioni di tipo politico, vogliamo però che il testo della mozione, lo spirito della mozione e le proposte siano chiare e si riferiscano a tutto quello che abbiamo affermato prima.

In effetti, comprendiamo la posizione del Presidente della Giunta, perchè noi, implicitamente, un rilievo al comportamento dell'Assessorato ai Lavori Pubblici, che non ha per tempo avvertito questi problemi emergenti, l'abbiamo fatto e continuiamo a farlo: e questo rilievo è indirizzato anche alla Giunta.

PRESIDENTE: La parola al Consigliere Carlassare per dichiarazione di voto.

CARLASSARE - (Dem. Prol. - Nuova Sin.): Al di là delle polemiche, credo che, da parte del Presidente della Giunta, respingere questa mozione significhi non fare chiarezza. Mi pare che qui nessuno abbia voluto usare un tono scandalistico, che si sarebbe potuto dare a tutti gli interventi; nessuno ha messo in discussione che le cose, così come sono, in effetti rendono possibile una serie di operazioni, indipendentemente dalla volontà della Giunta e del Consiglio, che possono arrecare danno all'amministrazione e che possono anche configurarsi, come ha spiegato benissimo il Presidente, come operazioni da perseguire dal punto di vista penale.

Proprio per questi motivi io ritengo che lo spirito della mozione si sarebbe dovuto accettare, cercando, attraverso un impegno formale e formalizzato, di modificare questi meccanismi, creando dei presupposti per cui anche solo illazioni, solo voci di questo genere, non abbiano più a verificarsi. Dichiaro, quindi, di votare a favore della mozione.

PRESIDENTE: Metto in approvazione la mozione per alzata di mano.

ESITO DELLA VOTAZIONE

Presenti: 25

Votanti: 25

Favorevoli: 6

Contrari: 19

Il Consiglio non approva