Oggetto del Consiglio n. 4537 del 27 marzo 2025 - Resoconto
OGGETTO N. 4537/XVI - D.L. n. 177: "Disposizioni in materia di aiuti regionali per la compensazione dei danni causati dalla fauna selvatica al patrimonio zootecnico e ittico e alle produzioni vegetali, nonché per l'adozione di misure di prevenzione. Modificazioni di leggi regionali".
Bertin (Presidente) - Con 29 Consiglieri presenti, possiamo riprendere con l'ordine del giorno: siamo al punto 5.02.
Il disegno di legge in questione si compone di 16 articoli. Esaminiamo il nuovo testo predisposto dalla terza Commissione, peraltro con un nuovo titolo.
È stato presentato un emendamento da parte dell'assessore Carrel, uno da parte del consigliere Cretier insieme all'assessore Carrel, e due emendamenti da parte della consigliera Minelli. Il relatore è il consigliere Cretier, che si è prenotato e a cui passo la parola.
Cretier (FP-PD) - Il disegno di legge è stato presentato dalla Giunta regionale il 22 gennaio 2025. Questo testo di legge racchiude in sé e mette a disposizione e ammoderna l'erogazione degli aiuti previsti dalla legge regionale 64/1994, articoli 40 e 41, "Danni da fauna selvatica", che cito testualmente: "I risarcimenti sono concessi ai sensi della normativa eurounitaria vigente in materia di aiuti di Stato e nei limiti degli stanziamenti previsti dal bilancio regionale", e dagli articoli della legge 17/2010 che definiva " i criteri e le procedure per l'accertamento e la valutazione dei danni provocati dagli animali predatori al patrimonio zootecnico e per l'erogazione del relativo indennizzo".
Così facendo, con questo disegno di legge sono messe sotto un unico "cappello" legislativo le due norme, accorpandole e disciplinando gli aiuti regionali per i danni causati dalla fauna protetta e non protetta al patrimonio zootecnico e ittico e alle produzioni vegetali e per la messa in atto di misure di prevenzione dei medesimi danni.
Le misure sono indirizzate alle piccole e medie imprese operanti sul territorio regionale nel settore della produzione agricola primaria. Potrei citare i riferimenti normativi e i regolamenti comunitari, che però è possibile leggere sulla relazione di accompagnamento al disegno di legge.
Tre fatti forse vanno spiegati correttamente: uno, la questione degli indennizzi degli aiuti per le aziende nel settore della produzione primaria, le misure di prevenzione dei danni causati dalla fama protetta saranno concessi in esenzione.
La seconda questione riguarda gli indennizzi e gli aiuti per le misure di prevenzione dei danni causati dalla fauna non protetta, che saranno concessi in regime di de minimis.
La terza riguarda gli indennizzi e gli aiuti per le misure di prevenzione dei danni causati dalla fauna protetta e non protetta per il settore acquacoltura saranno concessi in regime di de minimis, come richiamato dal regolamento 717/2014, vincolante per lo specifico settore.
In terza Commissione, il giorno 11 marzo 2025, abbiamo espresso parere favorevole a maggioranza, con l'apertura e valutazione dei colleghi di minoranza. In quella sede abbiamo infatti audito le parti, quindi le Associazioni di categoria del mondo agricolo, nonché quelle naturalistiche e protezionistiche all'interno del Comitato regionale per la gestione venatoria, ognuno con delle sfumature importanti e personali, che hanno evidenziato alcuni passaggi.
Certo, le Associazioni di categoria della produzione primaria ci hanno comunque ricordato l'importanza della necessaria difesa di un settore schiacciato da molte difficoltà. Malgrado qualche rilievo fatto in audizione o per iscritto, i rappresentanti hanno valutato positivamente la norma, avendo fatto l'Assessore preventivamente alcuni passaggi con le stesse.
L'analisi del testo: il disegno di legge è composto originariamente da 16 articoli racchiusi in quattro capi.
Capo 1: disposizioni generali.
L'articolo 1 esprime l'oggetto e le finalità, precisa a chi sono destinati gli indennizzi e i limiti della normativa eurocomunitaria.
L'articolo 2 definisce l'ambito di applicazione del disegno di legge.
L'articolo 3 elenca le definizioni (un essenziale vocabolario) per non indurre a dubbi interpretativi.
Il capo 2: disposizioni sull'indennizzo dei danni.
Composto dall'articolo 4, piuttosto tecnico ma necessario per chiarezza, che disciplina gli aiuti per la compensazione dei danni causati dalla fauna al patrimonio zootecnico e ittico e alle produzioni vegetali, l'ammissibilità dei danni, la valutazione e l'eventuale deduzione di assicurazioni, la tempistica di concessione degli aiuti e l'obbligo del ripristino per le produzioni vegetali.
L'articolo 5 disciplina le fasi del procedimento per la compensazione dei danni e le procedure in caso di animali dispersi e possibile predazione.
L'articolo 6 disciplina i controlli e i casi di revoca dell'indennizzo, tempistiche di restituzione e i relativi obblighi, rateizzazione eventuale e i controlli successivi.
Il capo 3 reca le disposizioni sulle misure di prevenzione.
All'interno, troviamo l'articolo 7 che disciplina gli aiuti a fondo perduto per misure di prevenzione fino a un massimo del 100% per le piccole e medie imprese e i soggetti proprietari di fondi agricoli, ancorché non titolari o conduttori di impresa agricola, anche collettivamente.
L'articolo 8 disciplina le fasi del procedimento, la presentazione delle domande e la verifica documentale necessaria.
L'articolo 9 disciplina i controlli e i casi di revoca avvalendosi del Corpo forestale, con possibili proroghe e potenziali regolarizzazioni e, infine, le possibili revoche con relativi interessi e le successive rateizzazioni se sono richieste.
Il capo 4 reca le disposizioni finali. All'interno troviamo l'articolo 10 che demanda alla Giunta regionale il procedimento amministrativo.
L'articolo 11 revoca le disposizioni transitorie.
L'articolo 12 apporta modifiche agli articoli 15 e 15bis della legge regionale 64/1994, prevedendo, tra i compiti del Comitato regionale per la gestione venatoria, che deve provvedere al risanamento dei danni delle attività agricole e all'articolo 15bis, un trasferimento al Comitato per il funzionamento dello stesso.
L'articolo 13 reca le modificazioni alla legge regionale 1° agosto 2022 n. 19.
L'articolo 14 prevede la clausola valutativa.
L'articolo 15 le abrogazioni.
L'articolo 16 le disposizioni finanziarie.
Come ricordato all'inizio di questa relazione, ho riportato i 16 articoli del testo base, ma nel corso dell'iter del disegno di legge si è evidenziata la necessità di proporre delle modifiche per meglio esplicitare il disegno di legge 177.
Anche la modifica del titolo si è resa necessaria a presentare la modifica di coordinamento.
L'articolo 13 funge da collegamento all'articolo 18 della legge regionale 1° agosto 2022, n. 19 "Norme in materia di Consorterie e altre forme di dominio collettivo", modificando le parole "tre anni" con "otto anni", per permettere agli interessati una maggiore e più lunga tempistica, senza oneri a carico del bilancio.
Come anche l'ultimo emendamento che abbiamo presentato, che sostituisce l'articolo 14, "clausola valutativa", meglio definita che nel testo precedente.
La Giunta regionale presenta annualmente una relazione al Comitato paritetico di controllo e valutazione delle politiche regionali e della qualità della normazione alla Commissione consiliare competente in merito all'applicazione delle misure di cui alla presente legge. Si inserisce nelle disposizioni relative alla clausola valutativa con richiamo esplicito anche al Comitato paritetico di controllo, allo scopo di migliorarne la qualità nei processi di decisionali.
Tale modifica non comporta maggiori oneri.
Permettetemi di fare, in conclusione, i doverosi ringraziamenti, intanto agli uffici e al suo personale e ai colleghi Commissari, all'assessore Carrel per la proficua e continua collaborazione in itinere e grazie anche per l'assegnazione al sottoscritto della relazione di accompagnamento, oggi letta in Aula.
I ringraziamenti vanno anche al Presidente della terza Commissione e agli stessi Commissari, che hanno fatto spesso osservazioni che uscivano quasi sempre dal solco politico di appartenenza, che avevano come obiettivo la comprensione del testo normativo, la sua pragmatica applicazione e, non da ultimo, il sostegno generale all'aziende agricole, e cito le parole del Presidente dell'AREV, che ha sottolineato "la necessità di trovare un punto di equilibrio al di fuori delle posizioni ideologiche, pensando al buon senso" e, aggiungo io, per non arrivare sempre allo scontro tra agricoltura e ambiente, tra ipotesi di sostegno ingiustificato e di difesa irremovibili di protezionismo, esasperando gli animi e i conflitti.
Al voto finale potremo capire se il sostegno a questo disegno di legge sarà la conferma del voto a maggioranza come in Commissione, oppure, con le dichiarazioni fatte nella stessa dai gruppi di minoranza, se si potranno trovare dei punti di convergenza politica e arrivare a un voto unanime.
Il tema agricolo ha sempre dei risvolti positivi e molto pratici, che dominano in questo mondo e che bene fanno a volte alla politica.
Presidente - Con l'illustrazione della relazione, possiamo aprire la discussione generale. La discussione generale è aperta. Ricordo che stiamo analizzando il nuovo testo della terza Commissione consiliare.
Si è prenotato il consigliere Lavy, a cui passo la parola.
Lavy (LEGA VDA) - Questa in discussione è una legge che dà risposte solo parziali agli allevatori. È sicuramente una legge che mette ordine tra le misure previste dalla legge 64/1994 e dalla 17/2010, che regolavano le compensazioni dei danni delle produzioni vegetali e gli aiuti per i danni al patrimonio zootecnico.
Questa legge però è solamente un cappello alle misure che verranno messe in atto, si enunciano i principi, ma è evidente dall'articolo 10 che è il rinvio alla deliberazione della Giunta che permetterà, tramite criteri applicativi, di garantire gli indennizzi e gli aiuti per le misure di prevenzione a chi appunto subisce dei danni o vuole in qualche maniera prevenirli; per cui, gli indennizzi e gli aiuti - è stato detto ed è scritto anche in relazione - per le misure di prevenzione dei danni causati da fauna protetta alle PMI saranno concessi in esenzione e non più in de minimis, mentre gli indennizzi e gli aiuti per le misure di prevenzione dei danni causati da fauna non protetta alle PMI saranno concessi in regime di de minimis. Però questo in legge non traspare, perché tutto verrà in qualche maniera codificato a livello di criteri applicativi, mentre per il settore d'acquacoltura, sia per gli indennizzi e gli aiuti per le misure di prevenzione dai danni causati da fauna protetta e non protetta saranno concessi in regime di de minimis.
Ricordo che la Commissione europea ha modificato le soglie de minimis aumentando da 25 mila euro a 50 mila euro il limite dei contributi che ogni singolo Stato può dare alle aziende agricole senza avere la notifica della Commissione europea, e questa sicuramente è una novità positiva.
È ovvio che però tutte queste misure che ho elencato non sono inserite direttamente in legge, perché appunto ci saranno i cosiddetti criteri applicativi.
Ormai, il settore di allevamento è un po' preso dallo sconforto, lo vediamo sotto tanti punti di vista, certo non è colpa solo della Regione, assolutamente no, è forse un discorso generale del mondo occidentale la crisi del settore agricolo e soprattutto per il settore agricolo di montagna. I numeri che vediamo, il calo delle aziende negli ultimi anni, sono assolutamente allarmati. Abbiamo affrontato più volte anche in Consiglio questo tema, proponendo anche delle ipotetiche idee, delle ipotetiche proposte, soprattutto nel settore zootecnico. Gli orari, la fatica, la scarsa resa, la mancanza di personale, lavorare con le mucche, gli ovini e i caprini lo rendono un lavoro molto pesante e non per tutti, soprattutto non per i giovani, perché oggi, se un giovane vuole lanciarsi e non ha dietro di sé una grande famiglia in termini numerici, è un lavoro, questo, che sicuramente non vorrà fare.
Negli ultimi anni è entrato un protagonista non voluto, un nuovo protagonista non voluto, che è causa di tante preoccupazioni e tante problematiche da parte degli allevatori: il lupo. Soprattutto per la gestione dei vitelli e dei manzi c'è già stato un cambiamento nella loro gestione, perché spesso venivano lasciati un po' da soli fuori di giorno. Anche nella gestione dei caprini e ovini, ovviamente.
Oggi con la presenza del lupo queste pratiche non si possono più fare o sono molto rischiose.
Per quanto riguarda invece la gestione delle mucche, c'è stato un impatto leggermente minore perché le mucche la sera le si riporta in stalla e in genere anche a pranzo.
In commissione alla Camera dei Deputati, proprio l'altro ieri, è arrivato il parere favorevole all'emendamento al DDL Montagna della Lega, prima firma Bruzzone, con cui si potrà procedere all'immediata applicazione della modifica della direttiva Habitat che declassa il lupo; quindi speriamo che quest'emendamento poi non venga in qualche maniera stralciato da qualcuno che non capisce la realtà dei fatti del lupo e, ripeto, attenzione, adesso con il declassamento non è che si potrà fare una caccia indiscriminata al lupo, sia chiaro. Bisogna fare tutta una serie di piani e, al massimo, ci potranno essere alcuni prelievi, quindi di certo non è una caccia indiscriminata. Questo è un messaggio da far passare, perché vedo già, da alcuni commenti che leggevo sui social, qualcuno che dice: "Eh, ma allora verranno cacciati tutti i lupi, vergogna!" In realtà non è vero, perché la coabitazione fra essere umano, attività antropiche e il lupo deve essere garantita dal controllo della specie lupo.
A proposito del DDL Montagna, mi va di specificare solamente una cosa che non c'entra in maniera proprio diretta con questa legge, è un DDL che avrà degli effetti molto positivi e voglio ricordare un fatto, perché qualcuno ama un po' prendersi i meriti altrui, perché è già stato approvato in Senato un emendamento della senatrice Spelgatti, che toglie la responsabilità su sentieri e strade poderali ad amministratori e Presidenti di Consorzi.
Non credo assolutamente che sia stato... no, era già precedente, Assessore... Interruzione fuori microfono
Sì, assolutamente, assessore Caveri, però sa benissimo che lei, in certe dichiarazioni che ha fatto, di certo la Senatrice non l'ha ringraziata, ma ha ringraziato solamente qualcun altro, perché al Senato non c'è un deputato dell'Union Valdôtaine...
Interruzione fuori microfono
Appunto, c'era lei all'audizione e basta, ma l'emendamento è stato portato non da lei, ma dalla Senatrice, e questo bisogna specificarlo e ricordarlo, perché sennò poi i meriti sembrano di altri.
Quindi il DDL della montagna avrà degli effetti molto positivi sicuramente, se verrà approvato, come sembra possa esserlo, in tempi brevi.
Immagino però, tornando alla legge, che la definizione dei decreti applicativi della legge che stiamo discutendo sia stata e sarà comunque un vero e proprio slalom all'interno dei vari regolamenti europei, perché è veramente difficile oggi districarsi sul tema degli aiuti di Stato da un lato, della distrazione della concorrenza addirittura dall'altro, come se appunto chiedere delle misure preventive contro il lupo, per esempio, sia creare una distorsione della concorrenza, e qua fa capire un pochino che siamo alla follia, però l'Unione europea è questa, va bene così a quasi tutti e okay.
Per ciò che riguarda i danni alle produzioni vegetali, ancora oggi sovente si vedono i nostri prati totalmente distrutti, anche i nostri alpeggi spesso distrutti, da cinghiali che rovistano il terreno per cercare bulbi o radici, e questo porta a tutta una serie di problemi, in primis appunto c'è la distruzione della cotica erbosa, che poi ci mette anni per riprendersi, soprattutto nei territori e nei terreni degli alpeggi, ci sono poi i costi di sistemazione di prati scavati, ovviamente, se a essere scavati poi sono i campi, la produzione si può bell'è che salutarla, e con il rischio che comunque poi dopo i cinghiali possano ripassare. Però uno dice: "Va beh, ci saranno misure di prevenzione", ma le misure di prevenzione contro il cinghiale sono addirittura forse più difficili rispetto a quelle contro il lupo, perché non è che si possano recintare tutti i prati o tutti i campi, perché se è un campo di patate, puoi metterci una recinzione intorno, ma se il cinghiale rovista i prati, non si possono recintare tutti i prati.
Poi ci sono tutta una serie di danni anche indiretti, che questi non sono risarcibili, per carità, ed è anche molto difficile quantificarli e anche molto difficile trovare proprio una causa specifica, legarli al problema del cinghiale, a pari di produzione negli anni, le rotture per esempio delle lame o dei dischi utilizzati per falciare i prati, la presenza dei clostridi nei prodotti caseari che sono proprio dovuti a una maggiore presenza di terra nel fieno. Queste ovviamente sono tutte questioni che, per carità, ammetto, è praticamente impossibile da quantificare, perché non è che si possa definire di anno in anno quale possa essere la perdita di una zolla di terreno che è stata rovistata. Per carità, bisogna essere assolutamente realisti.
Un conto, appunto, misure di prevenzione per cinghiali che sono molto difficili e le compensazioni da danni causati da fauna non protetta, in particolare, dai cinghiali, in questo caso verranno concesse in regime di de minimis.
È stato detto: nei criteri applicativi non si può andare oltre il regime di de minimis perché, ai sensi e nel limite del regolamento 1408/2013 della Commissione, perché appunto il cinghiale non è una specie protetta.
Qui è un po' una doppia fregatura, da un lato, perché di certo non è che coloro che hanno degli appezzamenti di terreno sono felici e contenti di vedere loro prati rovistati dai cinghiali.
Diverso però appunto è il tema della fauna protetta, degli animali appartenenti a specie protette, in questo caso il lupo.
Con questa legge, o meglio, con i futuri criteri applicativi, gli indennizzi e gli aiuti per le misure di prevenzione dei danni causati dalla fauna protetta, alle PMI operanti sul territorio regionale nel settore della produzione agricola primaria, saranno concessi in esenzione, al di fuori, appunto, del de minimis.
Questo è senza dubbio un aspetto positivo, molto positivo, perché il paradosso che esisteva fino a ora era che magari c'erano degli animali che venivano predati, trucidati dai lupi e poi il loro risarcimento rientrava nel de minimis dell'allevatore. Una doppia beffa, come se quasi l'allevatore fosse contento di farsi mangiare gli animali.
In Commissione, però, ci era stato detto che l'articolo 29 del regolamento 2472/2022 non contempla negli aiuti al di fuori del de minimis la misura preventiva del pastore e i danni causati ai cani da guardiania.
In questo senso, dunque, se arriva un attacco e lupi uccidono il maremmano che magari sta guardando, sta controllando il suo gregge di pecore, l'eventuale risarcimento del maremmano non rientra in esenzione, non va in esenzione, ma rientra nel de minimis, e c'è un punto interrogativo che mi sorge, perché sono andato a leggermi questo articolo 29 e non c'è né menzione del pastore, né dei cani di guardiania, perché questo articolo sottolinea come esempi di misure preventive siano per esempio le recinzioni di sicurezza, laddove è possibile (e questo è interessante), cani da guardia per allevamenti e c'è, dopo questi due casi, proprio a esplicitare in maniera chiara, un "eccetera".
Sicuramente poi ovviamente, a livello di uffici regionali ci saranno dei documenti in più che specificano cosa significa questo "eccetera" e quali altre misure sono previste, ma nel testo appunto di questo articolo 29 non si fanno riferimenti espliciti all'esclusione di pastori e di cani da guardiania dall'esenzione del de minimis per ciò che riguarda appunto le misure di prevenzione.
C'è però un altro aspetto interessante di questo articolo 29, comma 7: l'articolo sottolinea che (leggo testualmente) "Le autorità competenti degli Stati membri chiedono uno sforzo minimo ai beneficiari delle compensazioni", nel senso gli aiuti, "sotto forma di misure preventive proporzionate al rischio di danni causati da animali protetti nella zona interessata, a meno che tali misure non siano ragionevolmente impossibili. Il presente paragrafo non si applica al primo attacco ad opera di un animale protetto in una determinata zona".
Due puntualizzazioni: si esplicita, da un lato, che ci può essere una ragionevole impossibilità nell'applicazione delle misure preventive (per esempio le recinzioni) e dico meno male perché di certo non è che si possono recintare tutti gli alpeggi, tutte le montagne e tutti i prati: sarebbe impossibile. E poi, in questo altro paragrafo, cioè le misure preventive, "non si applica al primo attacco ad opera di un animale protetto in una determinata zona".
Anche qua, è ovvio che bisogna considerare cosa significhi zona: il villaggio, il Comune, l'alpeggio, la Regione? Però anche qua è interessante... quindi il paragrafo non si applica al primo attacco.
Sicuramente, mi auguro che a livello di Assessorato ci sia la coscienza di cosa significhi "zona", ma questo articolo qua, l'articolo 29 comma 7, credo che lasci un'interpretazione abbastanza libera.
Questi due aspetti verranno recepiti nei criteri applicativi? Non so, mi auguro di sì, perché se impariamo in qualche maniera a farci furbi, di certo questa non specificità estrema di questo articolo può essere sfruttata.
C'è poi ovviamente da lavorare anche sull'aggiornamento delle tabelle e dei valori delle carcasse, che non sono state modificate ormai da anni, quando invece tutti i valori e i prezzi degli animali, e non solo, sono aumentati.
Esiste poi la criticità legata alla tempistica dell'articolo 4, comma 3, per cui gli aiuti devono essere concessi entro tre anni dalla data del verificarsi dell'evento che ha determinato il danno e versati entro quattro anni dal verificarsi del medesimo.
Ora, è vero che anche qua si riprende l'articolo 29, comma 4, del regolamento 2472/2022, ma mi auguro che queste tempistiche non vengano rispettate in Valle d'Aosta, mi auguro che l'elargizione di questi risarcimenti avvenga in tempistiche molto, ma molto più brevi.
Bene, invece, bisogna dirlo, l'emendamento sulle Consorterie. C'entra poco, in realtà, con il tema specifico della legge, appunto, è stato inserito, si è colto l'occasione di inserire quest'emendamento in una legge che parlava di agricoltura, ma è un emendamento, è un articolo, l'articolo 13, positivo, perché abbiamo appreso in Commissione che il numero di Consorterie di cui è in corso attività di registrazione è di sole 16, che è un numero veramente basso, parecchio basso.
Sappiamo benissimo che, se si parla con chiunque delle Consorterie, già solamente recuperare i documenti è un lavorone, che richiede magari anche degli anni, perché non è che tutti possano dedicarsi in toto a cercare dei documenti di questo genere. C'è l'Associazione ABC, per carità, che dà ovviamente una mano, ma mi sembra sia assolutamente logico, giusto, corretto, allungare i tempi, perché altrimenti c'è il rischio che la larghissima maggioranza di queste Consorterie non venga in qualche maniera registrata e poi riconosciuta.
Quindi bene che si allunghino un po' i tempi, perché altrimenti c'è il rischio di fare la fine della legge del 1973, che anche quella è partita con dei begli auspici, ma le Consorterie poi riconosciute erano solamente pochissime.
Meglio prenderci un pochino più di tempo per valutare meglio la questione e forse anche fare un'altra campagna di sensibilizzazione, perché se il numero di Consorterie che sta facendo domanda è così basso, forse significa che è necessario fare un'ulteriore azione di sensibilizzazione. Ne sono già state fatte tante, bisogna dirlo, perché anche l'Associazione ABC ha fatto veramente tutta una serie di incontri, tutta una serie di lavori, che però dai numeri non sembra però dare i suoi frutti.
Cerchiamo comunque ancora darci un impegno tutti per sensibilizzare, perché le Consorterie sono un patrimonio assolutamente essenziale per la Regione.
Una legge, questa, che scritta così com'è ha degli aspetti positivi, assolutamente, le migliorie che sono state enunciate ci sono, o meglio, verranno poi esplicitate nei criteri applicativi.
Ed è questo un pochino il dubbio, la problematica che ci spinge al non sostenere appieno questa legge, proprio perché non conosciamo nel preciso cosa ci sarà in questi criteri applicativi. Sono state enunciati tutta una serie di misure, di esenzioni, di aiuti per le misure di prevenzione ma questi, nella legge, non trovano spazio; troveranno spazio nei criteri applicativi.
Ci sono quindi ancora troppe incognite per, in qualche maniera, appoggiare in toto questa legge, ma voteremo articolo per articolo.
Presidente - Siamo in discussione generale. Si è prenotato il consigliere Planaz, ne ha facoltà.
Planaz (RV) - Come gruppo di Rassemblement Valdôtain riteniamo opportuno fare alcuni approfondimenti in merito a questo disegno di legge, che va da una parte prendere le due normative, tutte e due regionali, ma una che recepiva la 157/1992 che è la norma che prevede la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio; in questa normativa, la 64/1994, che recepiva la 157/1992, tutte le normative di protezione della fauna selvatica, dove andava a regolamentare e dove va, perché è vigente, tutta una serie di attività, sia dal punto del controllo e del prelievo, tutte le regole che si devono rispettare e gli eventuali danni che, come vediamo su questo documento, vengono messi tutti - come ha dichiarato nella sua relazione il collega Cretier - sotto lo stesso cappello e praticamente da questo punto di vista prendiamo favorevolmente questo modo di provare a semplificare queste normative molto complesse e che non sempre sono di facile tematica da applicare, poi quando in realtà c'è bisogno sia non tanto dal punto di vista del controllo della fauna selvatica e dai prelievi, perché tanto sono controllati in base ai censimenti che vengono fatti tutti gli anni per quanto riguarda gli animali che sono sotto l'articolo degli animali cacciabili e anche quelli protetti, i controlli, tutta una serie di passaggi che rendono abbastanza chiaro questo passaggio.
Diciamo che il succo di questo documento è quello di andare a mettere in piedi - come ha detto prima nella sua illustrazione il collega Lavy - alcune misure per andare a mettere in piedi sia le prevenzioni e anche eventuali danni causati; soprattutto adesso uno dei più importanti che abbiamo affrontato molte volte in questo Consiglio regionale è quello dei predatori che praticamente oggi, e forse non siamo (questo bisogna dirlo) ancora tutti abbastanza formati a sufficienza, sia dalle parti tecniche ma anche da quelle sul territorio, anche da chi gestisce le mandrie, per arrivare ad avere una soluzione che, come aveva dichiarato il Presidente dell'AREV, non crei contrasti tra le parti di categoria, sia da quelle agricole e quelle di tutela degli animali. In questo caso, parliamo di un animale, il lupo, che sta passando da particolarmente protetto a protetto e che anche a seguito degli aumenti della popolazione ha avuto un declassamento come tutti gli altri animali. A nostro avviso - l'abbiamo sottolineato più volte -, necessita un controllo, e quando si dice che necessita un controllo non si vuol dire che si vuole sterminare del tutto, ma che si possa dare la possibilità, sia dal punto di vista di chi gestisce tutta una serie di attività agricole a chi logicamente deve mettersi a tutelare tutti gli animali che ci sono sul nostro territorio, protetti e non protetti, e creare meno danni possibili.
Non andrò punto per punto perché l'ha già fatto in parte il collega Lavy e non voglio essere ripetitivo, perché cerchiamo di approfondire questo documento e andare a vedere poi nella pratica quando si deve applicare sul territorio, se riesce a dare le risposte che oggi ci necessitano, sia per la protezione dell'animale, sia per la salvaguardia di tutte le piccole aziende.
Infatti, se andiamo ad analizzare questo documento, partiamo dal fatto per fare una serie di passaggi anche un po' banali e semplici, ma per far capire l'importanza di tutti questi articoli, se noi esaminiamo questo documento oggi chi non vuole votare questo documento? Oggi vediamo, leggiamo questo documento, quando si parla che si vuole pagare al 100% le misure di prevenzione e i danni causati, logicamente chi non vorrebbe votare e sostenere questo documento?
Però poi, come è stato anticipato, ci sono i procedimenti amministrativi che vengono messi in delibera di Giunta che poi danno modo di andare a creare i criteri applicativi dove, in caso di necessità, per eventuali mansioni che si devono svolgere a seguito di questo documento, si devono andare a cercare e dare delle risposte in tutti i punti di vista.
Forse siamo in un periodo che adesso gli attacchi della predazione verso greggi o mandrie è un po' meno sentito perché usciamo da una stagione invernale dove quasi tutti gli animali sono tenuti in ricovero e il rischio di attacchi e predazioni da parte dei predatori non esiste, o esiste di meno, anche se vediamo, purtroppo, e ci vengono segnalati più volte, lupi, sia vaganti, magari un po' meno il branco perché è un po' più astuto, ma gli animali, quelli in dispersione, che sono soli, che forse hanno più fame e hanno più difficoltà a nutrirsi, a volte si vedono anche di giorno intorno alle stalle, e posso garantire che ne ho avuto modo di vedere anch'io.
Dall'altro canto, adesso arriviamo in un periodo dove incomincia la stagione di pascolo e di permanenza degli animali anche per più tempo fuori, in posti dove non possono essere protetti e per andare a recuperare tutta una parte di territorio, in cui oggi magari non ci sono le strutture idonee per essere sfruttati correttamente, allora si lasciano gli animali magari un po' lontani da un'abitazione, magari dall'azienda, ma neanche lontano dalle abitazioni e i rischi di attacchi in questo caso aumentano di molto.
Allora, intanto, quando parliamo di misure di indennizzo per piccole e medie imprese, io vorrei capire anche cosa vuole dire "piccole", perché sulle misure di prevenzione le aziende che hanno meno di 10 capi non hanno diritto a fare la domanda per le misure di prevenzione e se dovessero mai subire degli attacchi, non avendo potuto fare la domanda di misura di prevenzione, non possono neanche essere risarciti.
Questo, secondo noi, è uno già dei principali punti che ci vede un po' dubbiosi su questo documento, perché se noi parliamo delle nostre realtà, delle nostre piccole aziende, dell'importanza che siano sul territorio, dello sfruttamento di tutti i terreni che rischiano di essere lasciati all'abbandono, scriviamo un documento che agevola le piccole e medie imprese e poi vediamo una gran parte di queste piccole e medie imprese, che sono quelle che si trovano più in difficoltà, sia dal punto di vista di manodopera, perché oggi come oggi ci dobbiamo confrontare con un mercato mondiale sulla produzione sia di carne e di latte da allevamento, dove ci troviamo allevamenti di 1.000 o 1.500-2.000 capi, e noi qui parliamo di allevamenti di 10 capi, è normale che mantenere una persona a vigilare tutto il giorno per controllare questi capi, è una cosa abbastanza impossibile.
Questo è già uno dei punti che noi vogliamo approfondire su questo documento, perché secondo noi sarebbe giusto che vengano risarciti tutti, come è scritto veramente su questo documento.
Poi vorrei fare un altro passaggio, che forse esce un pochettino dagli schemi di questo documento, però fa anche capire la complessità delle normative che ci sono e che vanno a creare molte difficoltà, soprattutto per le aziende zootecniche.
Noi vediamo una nuova programmazione, che ha messo in piedi tutta una serie di documenti sul benessere animale, che ci dice che l'animale deve stare libero, l'animale deve stare al pascolo, l'animale non deve essere legato e tutta una serie di cose che, se non vengono rispettate, sulle domande per gli aiuti sul benessere animale con i decreti e linee guida dettati dalla Commissione europea e poi dallo Stato che noi abbiamo recepito, tutta una serie di animali che vengono lasciati a pascolare all'aria aperta, con anche dei piccoli ripari, ma non sufficientemente importanti, rientrano dentro le misure del benessere animale.
Allora come ci troviamo? Ci troviamo che anche con questo documento cozzano un po' tutte queste normative, e non voglio dire che siano tutte nostre, ma noi dovremmo fare attenzione che non vadano a cozzare una con l'altra.
Da una parte ci troviamo l'Unione europea (parlo semplicemente), che ci dice che gli animali devono stare liberi al pascolo, non devono essere allevamenti intensivi, devono essere piccoli allevamenti e devi portare l'animale in uno stato dove la natura quasi è stata creata per far sì che diamo dei requisiti di benessere animale e di sicurezza alimentare di livelli altissimi per dare un prodotto che sia di alta qualità.
Poi noi, se andiamo a esaminare le nostre tradizioni, tutta una serie di misure tipo questa, che ci dice che gli animali devono essere ricoverati tutti i giorni, capite anche voi che qua cozza un po' la cosa, dobbiamo fare un ragionamento un po' più largo e non concentrarci magari solamente sulla singola problematica, ma guardare un po' il tutto.
Questa è un'analisi che non è importante su questo documento qua, però se andiamo a vedere, uno dice: l'Unione Europea mi dice che devo lasciare gli animali liberi, devono stare al pascolo, devo seguire tutto un certo disciplinare perché sennò gli enti certificatori non mi certificano il benessere di questi animali.
Dall'altra, mi trovo un documento, che adesso stiamo approvando noi, e andrà sicuramente in applicazione, che dice: no, se vuoi prendere ed essere risarcito, devi mantenere gli animali in spazi chiusi la sera, ben protetti, perché sennò noi, in caso di predazione, non possiamo pagarti il danno.
Tengo a sottolineare che è un documento per cui tutti sperano di non avere mai una predazione, perché è un po' come quando si viene derubati in casa, ti lascia una sensazione di impotenza, di paura, non sai mai se puoi continuare quell'attività, gli animali più piccoli cerchi di metterli al riparo, gli altri hanno paura, hanno una diminuzione dalla produzione, in alcuni casi ci sono aborti che non sempre possono essere dimostrati, c'è tutta una serie di problematiche... poi vediamo questo documento qua che è tutto bello qua e là, ma andiamo a vedere in realtà l'applicazione del documento, tutta una serie di problematiche che non sono neanche di facile dimostrazione, come lo smarrimento.
Lo smarrimento, soprattutto sugli ovini, ma anche su altri animali, bovini più piccoli, quando avviene lo smarrimento non si sa mai, ma anche l'allevatore stesso subisce un attacco... a volte non lo subisce neanche un attacco, si trova un animale in meno al pascolo, anche nei periodi diurni, e dice: "Cosa è successo? È stato smarrito? È stato rubato?" Non è facile dimostrarlo, anche perché soprattutto il branco ha delle tecniche di caccia che sono molto più astute di tutti i nostri documenti, perché noi aggiorniamo i nostri documenti molto lentamente ma il branco, quando si trova sul territorio ha fame, lo deve fare velocemente e, di conseguenza, si trova a migliorare le sue tecniche di caccia, rendendole sempre più veloci per poter avere a disposizione il mangiare a sufficienza, sia per mantenere il branco che per la sussistenza di tutti gli animali.
È per questo che molti di questi articoli - e io ho ascoltato e avevo già letto con attenzione la relazione del collega Cretier -, per carità, chi leggendo questo documento non può dire: "Finalmente c'è un documento che va a dare le risposte a tutte le problematiche legate soprattutto alla predazione". Poi ci sono anche le altre problematiche causate dai danni dei cinghiali e tutta una serie di altre problematiche meno visibili e magari un po' più, però anche sul cinghiale, se abbiamo un continuo passaggio dei cinghiali che ci rovinano tutte le cotiche erbose, c'è la modalità di intervenire un po' più efficacemente, perché si spenderà in ore di lavoro, i cacciatori, la forestale e quant'altro, però una soluzione alla fine si trova. Invece, fino ad adesso, per quanto riguarda un continuo attacco di un predatore, non si poteva fare nulla, si doveva subire, subire e non sempre si può risarcire in toto tutto il danno, senza contare che poi queste misure di prevenzione non si possono applicare su tutto il nostro territorio, perché è il nostro territorio che ce lo impedisce, la vastità dei nostri pascoli, tutta una serie di dinamiche, la manodopera, i costi per lo spostamento, per la messa in pratica di queste misure.
Oggi, adesso saranno ancora in fase un po' di prova, i collari bisogna vedere che effetto avranno, se con questi collari che con questi ferormoni riescono a tenere lontano i lupi dalle mandrie e dai greggi, a mio avviso, saranno da provare e fare degli esperimenti. Qualcuno forse l'ha già fatto, non so se si abbiano già dei dati che ci vanno a dare delle risposte in questo campo. Sicuramente, il collare segue la mandria, perché dipende dai tipi di questi collari, uno ogni 8-10-6 capi e riesci a mantenere, speriamo, lontano il predatore, però non dimentichiamoci che poi qualcosina deve pur mangiare, perché poi se lì non può andare e deve rivolgersi da un'altra parte, anche la riduzione su tutta la fauna selvatica, adesso sono incominciati i censimenti da parte dei cacciatori, vedremo qual è il risultato.
Per i caprioli purtroppo la causa non è dei cacciatori, perché se vediamo tutto il tempo della legislazione della 157/1992 sulla caccia di selezione nelle zone Alpi, molte specie sono aumentate negli anni, e c'era una bella popolazione di caprioli, di cervi, di camosci; ce n'è ancora abbastanza in alcune zone, in altre zone un po' più isolate ce n'è di meno, anche lì hanno avuto un calo drastico. Fatto sta che l'anno scorso, nella suddivisione delle fascette, alcuni cacciatori non avevano l'animale e non dimentichiamoci che anche i cacciatori stanno diminuendo, un po' per le ideologie, un po' per la necessità, un po' per la tradizione, il numero di cacciatori lo dimostrano i dati: se andiamo a vedere 20-30 anni fa, c'era un numero di cacciatori superiore a quello di oggi e, pur avendo molti cacciatori, si è portato un livello di fauna selvatica di un buon stato.
Anche io faccio parte di questo gruppo, in una zona in cui si conoscono gli animali uno ad uno: un animale scornato, uno giovane, il bell'esemplare, la cura del cacciatore a lasciare l'animale più bello perché è un buon riproduttore, un po' come un buon allevatore.
Poi ci saranno dei casi di cacciatori che non rispetteranno le regole, però io girando nel territorio, per quello che concerne la nostra regione, vedo un cacciatore attento, preparato, perché poi c'è l'evoluzione di tutte le modalità, sia di prelievo in base agli animali che ci sono, le fascette, gli anni e tutta una serie di cose che poi hanno portato a un numero notevole di questi animali, che si interveniva e si manteneva l'equilibrio, sia per quello che concerne la fauna selvatica, sia per quello che concerne il mondo dell'agricoltura, dell'allevamento.
Con l'arrivo del lupo, i prelievi da parte dell'attività venatoria sono diminuiti costantemente, però gli animali continuano a diminuire, logicamente, essendo anche solo, come detto, pochi branchi sul territorio, però qualcosa devono pur mangiare e di quello di cui si devono nutrire, specialmente nel periodo invernale, è la fauna selvatica, al di là di qualche eccezione che noi andremo ad approfondire su questo documento.
Noi già in Commissione... e devo correggere il collega Cretier: le associazioni di categoria, purtroppo, soprattutto quelle della parte zootecnica, degli allevatori, sono state un po' critiche, hanno detto: "Noi non possiamo difenderci", sono state un po' critiche su questo documento, hanno anche inviato tutta una serie di emendamenti che non so se avessero potuto essere recepiti o meno, comunque hanno sottolineato molte perplessità su questo documento, perché poi, come ho detto io, quando andiamo fuori e vediamo la realtà dei fatti, è normale che, se non ci sono le risposte che sono scritte su questo documento, anche chi è fuori dica: "Ma come?"
Da una parte, se io faccio leggere agli allevatori questo documento per cui pagano il 100% i danni da predazione e la prevenzione; la prevenzione, più o meno chi fino adesso aveva lo spazio nel de minimis, veniva risarcito, gli altri no, e c'erano tutta una serie di allevatori, di aziende agricole più importanti che lo spazio del de minimis era già stato preso da altre misure e non avevano spazio per attivare le misure di prevenzione; la stessa cosa per i danni recati dopo la predazione.
Il controllo come viene fatto? Cosa ci deve essere? Per gli smarrimenti, c'era tutta una serie di modalità, e purtroppo anche qui devo dire che non erano uguali per tutti. C'è qualcuno che vede l'attacco, la predazione, in base a certi criteri e non è facile, perché tutte le volte anche questi attacchi e queste predazioni di volta in volta cambiano, non è che il lupo attacchi sempre e continuamente allo stesso modo, succedono una quantità enorme di attacchi in diverse tipologie, in diverse fasi e non sempre, a volte anche perché non si trova l'animale o quant'altro, si riesce ad andare a identificare veramente se la predazione che è avvenuta, è avvenuta da un lupo piuttosto che da altri animali, perché poi magari l'attacco il lupo lo fa in un momento, che poi dopo cominciano a passare volpi, corvi e altri animali e le tracce più importanti, anche su certe modalità per andare a ricostruire veramente come il DNA e quant'altro, non sempre è fattibile.
Io sto riportando quello che mi viene anche riportato fuori, che ho avuto modo negli anni di andare a conoscere.
Altre cose, abbiamo valutato, valuteremo e interverremo sugli emendamenti proposti sia dalla consigliera Minelli che dall'assessore Carrel e interverremo su quegli emendamenti.
Anticipo che noi ci asterremo, come ci siamo astenuti, su questo documento, perché come è scritto così, ci crediamo che questo documento è fatto bene e che possa dare le risposte, logicamente se poi dopo, a seguito della delibera di Giunta, i criteri applicativi dei provvedimenti dirigenziali e poi l'applicazione di questo documento fuori, sul territorio, oggi come oggi, a noi trova ancora un po' dubbiosi e speriamo che questa nostra idea venga smentita. Lo dico veramente, non è che sto qua a "gufare" e dire: "No, è stato fatto tutto male, non riusciremo mai a risolvere niente".
Se con questo documento noi andiamo e riusciamo a dare le risposte che oggi ci chiedono tutta una serie di parti di categoria, sia dalla protezione degli animali, sia da chi conduce aziende agricole, ci appelliamo tutti all'appello che ha fatto il Presidente dell'Associazione: non creiamo contrasti, ma troviamo delle soluzioni, cerchiamo di dare delle risposte e soprattutto questo documento deve proteggere tutti gli animali e anche tutte le aziende che lavorano in questi settori.
Al momento chiudo e valuterò poi se intervenire in dichiarazione di voto.
Presidente - Si è prenotata la consigliera Minelli, a cui passo la parola.
Minelli (PCP) - Come è stato detto dal relatore Cretier e in parte anche da chi mi ha preceduta, questo disegno di legge si prefigge di avere un unico dispositivo normativo per la disciplina degli aiuti per la compensazione dei danni da fauna selvatica, sia quella protetta che quella non protetta, ma anche per l'adozione di misure di prevenzione.
Altro obiettivo della legge è quello di definire le modalità di erogazione dei contributi, tenuto conto della normativa vigente in base al nuovo regolamento che sostituisce le disposizioni legate al de minimis agricolo.
Un disegno di legge che, dal punto di vista direi generale, ha delle finalità che sono sostanzialmente condivisibili e che mira a sostenere le attività agropastorali della nostra Regione cercando, al contempo, un equilibrio con la tutela del patrimonio faunistico e, più in generale, della biodiversità.
Tuttavia, esistono dei punti su cui sono emerse delle criticità anche durante i lavori di Commissione e le audizioni che ci sono state. Abbiamo ascoltato con interesse i rappresentanti delle Associazioni di categoria durante queste audizioni, abbiamo ascoltato le loro osservazioni, le loro richieste, anche richieste di miglioramento di alcuni aspetti della legge, in particolare per quello che riguarda gli aiuti per i danni da fauna non protetta, laddove è stata sottolineata la lunghezza dei tempi per l'erogazione dei contributi e la complessità delle procedure, tali per cui in molti casi, così ci è stato detto, alcune aziende rinunciano a presentare la domanda: è soprattutto il caso dei danni provocati dai cinghiali che sono, per così dire, responsabili dei danneggiamenti anche di grande entità.
È poi anche vero, ed è un dato che è emerso, che i cinghiali sono diminuiti nel tempo, vuoi per le predazioni naturali che ci possono essere state, perché sappiamo qual è la funzione dei vari tipi di fauna nella catena alimentare, ma è emerso anche, e questo va detto, che la caccia al cinghiale oggi si pratica anche nei mesi di febbraio, marzo, aprile e maggio, quindi è aumentata di molto.
Ho poi sentito parlare anche della diminuzione di caprioli e di cervi, che è vero, ma abbiamo anche avuto dei dati precedentemente in Commissione, quando abbiamo parlato di fauna selvatica, e sappiamo che il numero, per esempio, dei caprioli è ormai attestato sui 4.000, dal tetto dei 6.000 a cui era arrivato in precedenza, e ricordo benissimo che quando eravamo in quella situazione di numero molto alto di caprioli e anche di cervi, il problema dei danni da parte di questi animali alle coltivazioni, ai campi per esempio, era stato tante volte sottolineato. Adesso sembra quasi che vadano bene i cervi e caprioli, quasi quasi anche i cinghiali, ma non il lupo; dobbiamo fare, secondo me, un discorso un po' più complessivo.
Ad alcune delle richieste formulate in Commissione è stato risposto che non erano accoglibili sulla base di motivazioni tecniche, così è stato detto; su altre non c'è stato, devo dire, un riscontro puntuale e a me non è del tutto chiaro il livello di coinvolgimento delle Associazioni nell'elaborazione del testo di legge.
Intervenire per sostenere le aziende agricole locali, integrando anche con delle risorse del bilancio regionale, oltre che con quelle europee e nazionali, è a mio avviso necessario e opportuno, tenuto conto che si tratta di attività importanti non solo per l'economia regionale, ma anche perché il lavoro - e lo abbiamo detto tante volte, su questo siamo assolutamente d'accordo -, di agricoltori e allevatori è indispensabile per la manutenzione e la valorizzazione del territorio, che poi è strettamente legato anche alla fruizione turistica.
In audizione, tra l'altro, le Associazioni di categoria, a mio avviso responsabilmente, hanno fatto accenno anche alla necessità di definire un vero e proprio piano di prevenzione, e credo che questa sia una cosa assolutamente corretta, perché è lì che bisogna principalmente agire.
Importante, quindi, è il sostegno per le misure di prevenzione, che correttamente la Regione già oggi integra, anche laddove sono previsti degli aiuti specifici, come è avvenuto ad esempio con il progetto Wolfalps durato dal 2019 al 2024, che, come ho già avuto modo di ricordare, ha portato degli effetti positivi con una riduzione del 97% delle predazioni nelle aziende che hanno adottato delle misure preventive.
Io credo che spendere dei soldi pubblici per fronteggiare i costi della prevenzione (che sono sicuramente onerosi, soprattutto per le piccole aziende) e per contemperare al tempo stesso le esigenze della tutela della biodiversità (sulla cui importanza credo che ci debba essere un supplemento di attenzione) sia una pratica corretta, che non deve essere vista in modo negativo e nemmeno, da parte di qualcuno, scandaloso perché si stanno spendendo troppi soldi pubblici per fronteggiare una situazione.
Al contrario, secondo me questo è un modo corretto di approcciarsi alla realtà, tenuto conto che la convivenza tra uomo e fauna selvatica è impegnativa, di sicuro, ma è possibile.
In quest'ottica, non credo che la proposta del declassamento del lupo sia la strada maestra, non credo che lo sia e lo dico anche alla luce di quelli che sono i risultati di sperimentazioni che sono state fatte in questo senso in altri Paesi. Mi riferisco per esempio alla Slovacchia, dove si è andati su questa strada: si è scelto di percorrerla e si è fatta marcia indietro, perché si è rivelata controproducente, perché sappiamo che l'abbattimento non è cosa semplice, dipende se viene abbattuto un capobranco o un altro esemplare e i risultati in quella situazione hanno portato addirittura a un aumento dei capi.
In audizione abbiamo poi ascoltato anche il rappresentante delle Associazioni ambientaliste in seno al Comitato regionale per la gestione venatoria, di cui avevamo chiesto la presenza per avere contezza, in particolare, della posizione in merito all'articolo 12, in cui ora è previsto che il Comitato stesso provveda al risarcimento dei danni alle attività agricole derivanti dall'attività venatoria, un elemento che aveva suscitato la nostra perplessità, perché si tratta, in buona sostanza, di un inserimento in legge di una norma che è prevista dalla legge nazionale, che però ha poco senso in Valle d'Aosta, dove ad oggi praticamente non si registrano danni alle coltivazioni arrecati dai cacciatori.
Però poi l'articolo 12 prevede un'altra modifica alla legge regionale 64/1994: al comma 2, prevede un apposito trasferimento regionale per il funzionamento del Comitato venatorio.
Nella norma precedente, era specificato che questo contributo era pari al 40% della tassa regionale per l'esercizio dell'attività venatoria che i cacciatori versano, e questo 40% veniva restituito al Comitato in forma di contributo per le attività che lo stesso svolge nell'ambito della gestione della fauna selvatica.
Ora, si pensa a un trasferimento calcolato per il 2025 in 130 mila euro e per gli anni successivi in 100 mila euro circa.
In audizione, a una mia precisa domanda alla parte tecnica, è emerso che la cifra corrisponderà da qui in avanti al 50% circa dell'ammontare della tassa versata e a noi questa pare una scelta molto discutibile.
Perché lo dico? Perché, secondo me, è già un'anomalia prevedere che una tassa versata da una specifica categoria di cittadini, in questo caso i cacciatori, venga restituita quasi per la metà, ma poi abbiamo appreso che la tassa ammonta complessivamente a 476 euro annui: 168 per la tassa regionale, 173 per quella statale, una quota comprensoriale di 55 euro, un'assicurazione per gli incidenti di caccia e altre cose per 80 euro.
Totale, come dicevo, 476 euro, che è una tassa, se facciamo il paragone con altri costi che sostengono persone che fanno delle attività anche amatoriali, penso a chi deve acquistare uno skipass stagionale, direi che questa è la metà circa del costo di uno skipass per andare a lasciare magari nel comprensorio di Pila, però ovviamente alle altre categorie non torna indietro nulla come contributo. Però questa era una scelta nella legge precedente.
Sappiamo, ci è stato spiegato, le attività che svolge il Comitato venatorio, che fa tutta una serie di monitoraggi e gestione vera e propria della caccia e, dal nostro punto di vista, quella scelta della legge precedente, che per me poteva essere anche discutibile, ma, al momento, potrebbe rimanere tale, anche per un'altra motivazione. Abbiamo appreso che i bilanci del Comitato sono da molti anni con dei consistenti avanzi di amministrazione: nel 2024 l'avanzo è stato di 82 mila euro.
Riteniamo che non sia nemmeno tanto logico dire che attraverso questi soldi si facciano delle attività a favore dell'ambiente, a me pare che sia più corretto che sia la Regione a fare delle attività a favore dell'ambiente.
Ci è stato detto poi che i proventi della tassa regionale non sono certo sufficienti a coprire le spese che la Regione deve sostenere per la gestione della fauna selvatica.
Allora, a maggior ragione, ha poco senso restituire questo denaro per il 50%.
Abbiamo quindi presentato un emendamento soppressivo dell'articolo 12 e pensiamo che rimanere con l'attuale percentuale di restituzione al 40 possa rappresentare una mediazione sensata e accettabile, visto anche questi avanzi.
Passo poi a un altro articolo, vale a dire l'articolo 13 del disegno di legge 177, così come è stato emendato in Commissione, andando a modificare l'articolo 18 della legge sulle Consorterie del 2022.
Ho già osservato in Commissione che l'inserimento di articoli legati alle Consorterie in questo specifico disegno di legge non è, a mio avviso, una scelta del tutto adeguata, mi è stato spiegato che era il primo strumento utile per farlo, però mettere insieme le due cose mi sembra un po' particolare, ma, in ogni caso, questo articolo è stato inserito e allora noi chiediamo una modifica, avendo visto che si propone di ampliare il tempo a disposizione dei Comuni (erano tre anni a decorrere dalla legge 2022) per operare una ricognizione completa delle Consorterie esistenti sul territorio, oltre che dei beni immobili di uso collettivo per cui non sia venuta la registrazione presso l'apposito registro. Da tre anni si aumenta, c'è una proroga, di altri 5 anni, arrivando così a 8 anni dal momento in cui era stata approvata la legge.
Crediamo che portare molto in avanti il termine rischi di creare un rallentamento nell'operato dei Comuni, che finirebbero per posticipare ancora le operazioni di ricognizione a cui non hanno dato finora avvio.
Per questo noi proponiamo che ci debba essere sì un aumento del tempo, ma proponiamo di arrivare ad un massimo di cinque anni dall'entrata in vigore della legge invece che otto anni, come prevede attualmente l'articolo 13.
Sul complesso della legge, noi la esamineremo e voteremo articolo per articolo. Sul voto complessivo ci riserviamo la nostra decisione, che terrà conto anche della disponibilità ad accogliere le proposte emendative che abbiamo avanzato.
Presidente - Si è prenotato il consigliere Jordan, ne ha facoltà.
Jordan (UV) - Il disegno di legge che stiamo esaminando oggi, ed è stato detto da molti, dal relatore ma anche dagli altri colleghi, migliora decisamente, dà una risposta positiva sull'indennizzo dei danni causati dalla fauna selvatica.
Escludendo il meccanismo del de minimis, saremo sicuramente in grado di essere più efficaci negli indennizzi.
Migliora ma non risolve totalmente la questione: ristoriamo i danni, inseriamo misure di protezione, così come sono già previste, per ridurre gli attacchi, ma agiamo successivamente al problema, agiamo sul danno, agiamo sulla prevenzione, ma credo che bisogna fare di più e su questo tema in qualche modo dobbiamo dividere il nostro pensiero tra ciò che vorremmo fare, che è chiaro a tutti, è chiaro a molti, e ciò che possiamo fare. È più complicato da spiegare di quanto sia, avendo per molte decisioni le mani legate.
Non è serio, chiunque lo faccia, illudere gli agricoltori e i cacciatori proponendo soluzioni non attuabili. Non è serio, ma non è serio neanche nascondersi e non affrontare il problema, e parlo a livello generale, anche a livello nazionale.
È noto a tutti, credo che sia noto veramente a tutti, lo status di protezione a livello europeo del lupo e la declassazione che è stata proposta, da alta protezione ad una protezione considerata più normale. Ma questa proposta, che dovrà ancora essere ratificata, aprirà sicuramente degli scenari favorevoli, lo diceva il collega Lavy. Appena il Parlamento recepirà questo declassamento, che è ancora una proposta, gli automatismi che sono stati proposti permetteranno di velocizzare i tempi; a questo punto, bisognerà dare piena attuazione a livello nazionale e fare in modo che sia approvato il piano lupo. Questo piano lupo che, in molti casi e in molte situazioni, tante Regioni non hanno voluto affrontare. E non è il nostro caso. Non hanno voluto affrontare il tema e quindi, quando ci saranno le condizioni, bisognerà che tutte le Regioni affrontino il tema e si definisca questo piano lupo, non si dimostri il piano lupo nazionale e si dimostri l'indifferenza da parte di alcune Regioni.
Adesso è evidente a tutti (e non lo era tempo fa, è cambiata la sensibilità intorno al tema) che il numero di lupi nel nostro territorio è nettamente superiore a quanto il territorio possa accogliere, quindi questo equilibrio crediamo che in qualche modo sia nettamente superiore a favore del lupo rispetto al resto.
Quindi abbiamo le attività agricole che faticano: l'ha detto bene il collega Planaz, in quanto vede con mano questi problemi, ma è evidente anche a noi che questo equilibrio, la presenza del lupo con le attività agricole, mette in difficoltà la presenza delle attività agricole, negli alpeggi e in altre situazioni; ma è anche evidente che questo equilibrio si è in qualche modo rotto anche nei confronti della fauna selvatica: è sotto gli occhi di tutti.
Si approvi quindi la norma, ma si continui a lavorare per affrontare concretamente questo tema. Ne va del futuro dell'agricoltura, ne va nel futuro delle aziende agricole, ma ne va del futuro anche della gestione venatoria.
Il collega Planaz ha detto cose interessanti, che personalmente condivido, ma mi chiedo e ci chiediamo come mai, visto che il gruppo del collega Planaz e quello dell'Assessore si sta confrontando e sta facendo politica attraverso anche un contenitore nuovo, quello che ha chiesto non sia stato oggetto di emendamenti, non sia stato accolto. Come mai c'è questa divisione su questo punto?
Presidente - Consigliere Ganis, a lei la parola.
Ganis (FI) - Ringrazio il relatore della legge e i colleghi che sono intervenuti in discussione generale, chi con tecnicismi, chi invece cerca, in base alle proprie competenze, di dare un piccolo contributo alla legge facendo le dovute osservazioni.
Il nuovo testo di legge regionale n. 177 introduce le disposizioni in materia di aiuti regionali per la compensazione dei danni causati dalla fauna selvatica al patrimonio zootecnico ittico, alle produzioni vegetali e per l'adozione di misure di prevenzione.
Il provvedimento si propone di migliorare la coesistenza tra le attività agricole di montagna e la fauna selvatica, disciplinando appunto gli indennizzi e gli aiuti per le misure di prevenzione.
Il DDL 177 riconosce l'importanza di sostenere le micro, piccole e medie imprese del settore agricolo, dell'acquacoltura, nonché i proprietari di fondi agricoli di fronte ai danni causati dalla fauna selvatica.
L'introduzione di aiuti per le misure di prevenzione rappresenta un passo avanti nella gestione del problema, mirando a ridurre l'impatto negativo della fauna selvatica sulle attività agricole.
Permettetemi però alcune osservazioni da parte del nostro gruppo. Le definizioni fornite all'articolo 3, in particolare quella di fauna protetta, potrebbero necessitare di ulteriori chiarimenti per evitare interpretazioni ambigue.
Le modalità di calcolo e di concessioni degli aiuti per la compensazione dei danni di cui all'articolo 4, comma 3, dovrebbero garantire, a nostro avviso, tempi rapidi per l'erogazione degli indennizzi.
Un periodo di quattro anni per ottenere gli indennizzi concessi è troppo, le attività agricole colpite necessitano di un ulteriore sostegno tempestivo.
Inoltre, le disposizioni relative ai controlli e alla revoca degli aiuti (articolo 6 e articolo 9) devono essere applicate con rigore, ma anche con flessibilità, tenendo conto, appunto, delle diverse situazioni e delle difficoltà che possono incontrare gli operatori agricoli.
Permettetemi una piccola osservazione: mi rendo conto che il tema del lupo e quello che riguarda il mondo venatorio sta appassionando diversi colleghi che, negli anni, sono anche stati molto silenti, e questo non può che farci piacere, per carità, perché tratta un argomento importante, più volte evidenziato dal sottoscritto e dal nostro gruppo.
Concludo evidenziando che il nuovo testo di legge potrebbe rappresentare un importante passo avanti nella gestione dei danni della fauna selvatica alle attività agricole, tuttavia sarebbe opportuno apportare alcune modifiche e integrazioni al testo, al fine di garantire una maggiore equità per il settore agricolo.
In seguito al dibattito faremo appunto le dovute valutazioni articolo per articolo, per poi votare.
Presidente - Consigliere Aggravi, a lei la parola.
Aggravi (RV) - Non interverrò direttamente sul testo del disegno di legge, in quanto penso che il collega Planaz, molto più esperto di me e sicuramente molto più addentro a queste questioni, ha già rappresentato in maniera ampia, seppur sintetica, il nostro pensiero, così come è stato fatto nel lavoro in Commissione.
Mi preme però fare un piccolo intervento, forse più di natura politica, stimolato anche in parte dal collega Jordan. E direi che mi permette anche di fare un ragionamento molto più ampio, che vuole coinvolgere anche dei colleghi estremamente silenti, perché questo Consiglio, che sembrava invece molto addentro alle questioni tecniche, ci sta permettendo di fare anche alcune considerazioni politiche che già sono state fatte nella giornata di ieri.
Ha ragione il collega Jordan: c'è un percorso che è stato avviato, che vede alcune forze oggi rispettare gli impegni che sono stati presi nei confronti della vostra maggioranza, che stanno dialogando con la nostra forza che è e rimane seduta tra i banchi dell'opposizione.
Vede, collega, una cosa è l'amministrazione, una cosa è la politica.
L'amministrazione ha dei tempi molto più rapidi e necessariamente rapidi, come su questo tema, come anche su altri temi; la politica è un po' più lenta, la politica è fatta di dialogo, è fatta di comprensione, è fatta a volta magari anche di divisioni, è fatta anche però di tentativi di avvicinarsi.
Vede, è un po' singolare che lei giustamente su questo intervento - cito lei ma perché lo ha detto e, anzi, la ringrazio per il suo intervento -... è un po' singolare che si guardi sempre gli altri e poi magari in altre situazioni, come è avvenuto ieri, si chieda un'ampia condivisione, si chieda la possibilità di trovare delle soluzioni condivise, magari si propongano dei nomi da poter votare congiuntamente, e non sto parlando solo di Rassemblement ma in senso lato: chi vuole collaborazione, chi cerca collaborazione deve lavorare per trovare la collaborazione, perché la collaborazione non può essere soltanto una resa e un'accettazione da parte di una parte.
Quello che stiamo facendo come forze, come Rassemblement Valdôtain, come Stella Alpina e come Pour l'Autonomie, è un cammino in cui si sta discutendo anche di agricoltura, anche di fauna; lo si sta facendo e lo si farà, ovviamente; però con i tempi della politica, che non sono i tempi dell'amministrazione.
Oggi la nostra posizione è una posizione di serietà e di chiarezza: l'ha detto il collega Planaz, noi non siamo contrari a quest'intervento, non siamo contrari a tutto quello che è stato proposto, abbiamo dei dubbi, dei dubbi legittimi, che fanno anche parte di chi non è oggi, ovviamente, all'interno di una maggioranza, magari all'interno di un Assessorato, e non ha le informazioni che, giustamente, l'altra parte ha, perché comunque c'è sempre un deficit informativo per chi è all'opposizione e chi è in maggioranza, l'abbiamo visto ieri anche sulle questioni legate all'Amministrazione regionale.
È molto singolare che si guardi l'altra parte e invece, in maniera molto più silenziosa e sinuosa, ieri sia successa una situazione su cui io mi sarei invece atteso una levata di scudi, un commento, un qualcosa di più da parte di una parte politica che o non si è resa conto di quello che stava succedendo, oppure le va bene così e forse continua a volerla così.
Ecco, interverrà il difensore della sinistra, Albert Chatrian, e sono ben contento di questo; cito molto volentieri il Presidente della terza Commissione in questa sede, perché ieri nella votazione del rappresentante in Commissione paritetica c'è stata un'interessante e giusta posizione che ha avvicinato a un certo punto i colleghi di Forza Italia che, giustamente, hanno rappresentato le loro giuste posizioni e il Capogruppo dell'Union Valdôtaine, e mi chiedo: ma il PD, in tutto questo, perché non ha detto nulla e invece si è agitato in situazioni dove, magari, per un semplice ordine del giorno, che poteva essere approvato da forze di opposizione, c'è stato uno stralo, o comunque sono impazziti e a un certo punto hanno posto dei veti? O non si sono resi conto di quello che succedeva, oppure forse fanno troppa amministrazione e si stanno dimenticando della politica.
Vede collega Jordan, lei probabilmente ha aperto adesso una strada dove non parleremo di fauna ma parleremo di altre tipologie di faune, probabilmente, però è molto particolare questo passaggio, ed è una giusta differenza tra quelli che sono i tempi e le modalità della politica, i tempi e le modalità dell'amministrazione.
Giustamente, ieri sul nome c'è stata una convergenza (io non la critico, è giusto che sia così), quello che mi lascia estremamente perplesso è che c'è una parte della maggioranza che in altre situazioni ha fatto un pochettino più di rumore e invece ieri è stata silente. O le va bene così o non si sono resi conto di quello che succedeva.
Questo lo dico anche a livello della vostra dialettica all'interno della maggioranza.
Presidente - Consigliere Chatrian, ne ha facoltà.
Chatrian (UV) - Ringrazio il collega Aggravi per gli elementi che ha messo in evidenza.
Sa, collega, lei ogni tanto viene a trovarci, giustamente, in terza Commissione, ma noi siamo abituati a discutere parecchio in terza Commissione e sovente gli atti entrano in una certa maniera, atti di natura tutta politica, indubbiamente, ed escono modificati, integrati, rivisti e magari ci mettono anche un po' di tempo, perché la parte bella della politica è creare le condizioni a tutti i Commissari e a tutti i Consiglieri che vogliono partecipare a queste tematiche così delicate (territorio, ambiente, edilizia, urbanistica) di poter avere quanto meno tutti gli elementi, che penso sia la cosa più bella in assoluto. E vi assicuro che in questi quattro anni, come vi ho detto, numerosi sono stati gli atti che abbiamo affrontato e numerosi sono stati gli atti che abbiamo integrato e modificato, ma che sovente abbiamo votato all'unanimità, perché poi penso che sia l'arte della politica e soprattutto sia il compito della politica migliorare quelli che sono gli atti che il Governo o i Consiglieri scrivono a più mani e scaricano alle Commissioni. E in questo caso ho l'onore di presiedere la terza Commissione, che è un po' quella che rappresenta il nostro territorio montano, forse la parte più delicata.
Il collega Jordan, in una maniera che solo lui sa fare, in maniera molto ecumenica, elegante, ma nello stesso tempo chiara, l'ha messa piano, sul piano tutto politico. Poi lei me lo insegna, collega, perché su questo disegno di legge, che conosco bene perché il collega Carrel ha modificato delle regole del gioco che avevamo modificato cinque anni fa, inserendo, integrandole e soprattutto dando delle risposte chiare sulla questione innanzitutto dei de minimis e non solo, che penso non sia banale, detto da tutti, quindi non è farina del mio sacco ma è quello che è stato inserito all'interno di questo disegno di legge. La cosa bella, però, è vero che i tempi della politica sono magari un po' più lunghi, ma se non è un documento politico, una legge, una proposta di legge, un disegno di legge, non so quale sia un documento di natura politico.
La seconda, però, sempre del collega Jordan, che l'ha messa veramente molto piano ed elegante è: tutti gradiremmo, avremmo gradito magari inserire qualcos'altro all'interno di quest'impianto architettonico del disegno di legge di cui si sta discutendo, ma se tecnicamente non si può, dobbiamo fermarci, un po' come ieri il dibattito, e non difenderò il PD, collega, si difende da solo. Anche ieri, se pensate, il Presidente della Regione è stato molto diretto e molto chiaro, e devo dire la parte forse più delicata, molto onesto, avremmo gradito tutti, probabilmente, andare oltre, ma non potendo, dobbiamo essere anche onesti nei confronti della nostra comunità, nei confronti dei valdostani, che fino a lì possiamo arrivare, oltre, no.
Oggi la sintetizzo un po' così, perché ho ascoltato l'intervento prima del collega e che ci ha detto: "É stato fatto un buon lavoro, ma avremmo".... Ma avremmo dove? In che maniera? Con che emendamenti? Con che modifiche? E soprattutto con quale legittimità? Perché poi dobbiamo essere un po' tutti seri, dobbiamo essere un po' tutti seri.
C'è lo spazio per poter integrare ulteriormente questo disegno di legge, assessore Carrel? Lei che ha avuto modo di non solo scaricarlo, studiarlo, mettere in fila quelli che sono gli elementi e poi presentarcelo in Commissione; talmente delicato che le Associazioni - non so se era presente, collega Aggravi quando abbiamo audito le Associazioni - ci hanno chiesto di modificarle e noi cosa abbiamo fatto?
Perché poi non so se qualcuno sia collegato in questo momento e ci stia ascoltando... abbiamo, su proposta del collega Planaz, audito tutte le Associazioni insieme, ma poi abbiamo fatto un ulteriore passaggio: abbiamo riconvocato (mi scuso con il collega Carrel) soprattutto la parte tecnic,a dicendo: "Le richieste che ci hanno fatto le Associazioni, sono tecnicamente possibili da inserire in questo disegno di legge?".
Qui mi fermo. La risposta, collega Aggravi, è stata no.
Solo per metterla piano, ma, nello stesso tempo, in maniera molto chiara: nel momento in cui si affrontano disegni di legge delicati, dove, da un punto di vista ideologico all'esterno ci sono delle tifoserie (lo sappiamo), io penso che il nostro ruolo sia quello di andare sopra le tifoserie e trovare il giusto equilibrio.
Presidente - Consigliere Marquis, a lei la parola.
Marquis (FI) - Sono stato stimolato a intervenire e credo che sia anche l'occasione per dare definitiva chiarezza di quello che è stato il nostro voto espresso ieri sulla Commissione paritetica.
Riteniamo che non ci sia stato nessun avvicinamento ad altre forze politiche o al Governo regionale o alla maggioranza regionale per aver votato a favore e condiviso la proposta di nomina dell'avvocato Nunziata, perché il nostro comportamento è stato esclusivamente in ragione della professionalità e della competenza che il candidato che è stato proposto riteniamo abbia, così come avevamo fatto con l'avvocato Marini all'inizio della Legislatura: avevamo espresso il nostro voto favorevole, perché noi riteniamo che bisogna essere responsabili e attuare l'autonomia significa farlo con questa modalità.
Non siamo interessati a slogan, non siamo interessati a declinare tutti i giorni il nome "autonomia", ma autonomisti bisogna esserlo nel cuore e nei fatti. È solo così che si possono portare avanti le istanze della nostra Regione.
Pertanto, credo questo, per evitare qualsiasi ulteriore dubbio ai colleghi e all'Aula, perché poi non escano delle posizioni all'esterno deformate rispetto a quelli che sono i fatti.
Presidente - Consigliere Di Marco, a lei la parola.
Di Marco (PA) - Vorrei tornare a parlare di questo disegno di legge, perché la campagna elettorale è già iniziata, ma vorrei andare sul tema.
È con grande soddisfazione che il gruppo consiliare di Pour l'Autonomie accoglie il disegno di legge oggi presentato alla nostra attenzione, la cui finalità è quella di normare con un unico testo l'articolata materia della disciplina degli aiuti regionali rivolti alle micro imprese e alle piccole e medie imprese valdostane operanti nei settori agricolo e zootecnico, nonché ai soggetti proprietari di fondi agricoli, per la compensazione dei danni causati dalla fauna selvatica, protetta e non protetta, al patrimonio zootecnico e ittico e alle produzioni vegetali, e per l'adozione delle misure di prevenzione di questi stessi danni.
In apertura di intervento voglio quindi ringraziare l'assessore Carrel e gli uffici competenti per la redazione precisa e puntuale di una normativa con cui si vanno a dare concrete e organiche risposte ai nostri agricoltori e allevatori, che certamente sono le categorie più colpite dalle conseguenze e dagli esiti della presenza, fin troppo invasiva, sul nostro territorio di alcune specie animali, tra cui il lupo e il cinghiale.
Vorrei ringraziare anche le Associazioni di categoria per il loro contributo, per il parere sostanzialmente positivo sul testo, espresso durante l'audizione tenutasi in terza Commissione il 25 febbraio scorso e per la disponibilità al confronto manifestata durante le interlocuzioni con l'assessore Carrel, che non si esauriscono con l'approvazione di questa norma, ma saranno indispensabili anche in futuro nelle fasi di individuazione dei criteri attuativi.
Vorrei ringraziare anche il collega Chatrian, Presidente della terza Commissione, per l'impegno dimostrato durante l'iter di questa proposta, e il collega relatore Cretier per la sua precisa e accurata illustrazione.
Entrando nello specifico di questo disegno di legge, riteniamo che le sue parole chiave siano compensazione e prevenzione.
La prima parola chiave è compensazione, cioè l'indennizzo dei danni e delle perdite, spesso ingenti, subite dai nostri agricoltori e dai nostri allevatori per effetto delle azioni e degli attacchi posti in essere dagli animali selvatici, una tematica più volte discussa in quest'Aula e a cui l'Assessorato competente ha da sempre riservato la massima attenzione, in ragione dell'importanza che riveste nella salvaguardia del lavoro delle nostre imprese agricole e zootecniche.
In tale ambito, consideriamo di grande rilevanza che, con questo nuovo testo normativo, gli indennizzi dei danni provocati dalla fauna selvatica alle colture e agli allevamenti vengano concessi: in esenzione dal regime di de minimis agricolo, se causati da fauna protetta, e in regime di de minimis se causati da fauna non protetta, differenza che si spiega con i diversi vincoli e obblighi a cui sono soggette queste due tipologie di animali in base alla normativa eurocomunitaria; fino a un massimo del 100% dei costi ammissibili, così da assicurare una piena compensazione del danno subìto e tutelare le imprese, la cui sussistenza dipende direttamente dalle produzioni agricole o dal numero di capi allevati; solo in caso di presenza di misure di prevenzione - ricordiamo che, secondo la normativa europea, in assenza di tali misure, il danno non è preso in considerazione - così da incentivarne l'uso da parte di tutte le aziende agricole e zootecniche presenti sul nostro territorio, condizione cruciale per garantirne, per quanto possibile, la sicurezza e la protezione.
Quanto ai predetti costi ammissibili, crediamo corretto e coerente che vengano valutati sia in base al valore di mercato dei capi feriti o uccisi e delle piante danneggiate o distrutte, che in base agli effetti indiretti derivanti dalla perdita di reddito o dai danni materiali alle attrezzature agricole, nonché, nel caso delle imprese zootecniche, anche dai costi veterinari per la cura degli animali feriti e dai costi di ricerca degli animali scomparsi.
Per quanto attiene alle tempistiche, nel testo si stabilisce che detti aiuti a fondo perduto siano concessi entro tre anni dalla data dell'evento ed erogati entro quattro. Però permettetemi di fare su questo tema delle brevi considerazioni: in primo luogo, voglio precisare che se da un lato questi sono i termini previsti dal Regolamento europeo, e come tali vanno integralmente riportati nella norma, dall'altro la nostra Amministrazione regionale, secondo una prassi ormai consolidata, provvede ad assegnare questi contributi ben prima di dette scadenze; in secondo luogo, voglio esprimere l'auspicio che si vadano a prevedere, anche per questi aiuti, dei bandi a sportello aperto, esattamente come l'Assessore ha cercato di fare per numerosi altri bandi riguardanti l'Assessorato agricoltura e risorse naturali, in questi due anni di mandato.
La seconda parola chiave è prevenzione, cioè la realizzazione di azioni rivolte a ridurre il rischio di eventi dannosi legati alla presenza di alcune specie animali, attuate attraverso la concessione di aiuti a fondo perduto, stanziati appositamente per l'adozione di corrette misure di protezione, aventi come obiettivo quello di difendere i nostri allevamenti dagli attacchi dei predatori e le nostre colture dalla fauna selvatica.
In tale ambito, valutiamo come essenziale che, con questo nuovo testo normativo, detti aiuti vengano erogati fino ad un massimo del 100% dei costi ammissibili in regime di de minimis agricolo in caso di specie non protetta, in cui rientrano anche, per le aziende zootecniche, le spese per un dipendente salariato stabile in alpeggio nel periodo della monticazione per gli ovicaprini, le spese di trasporto in elicottero in assenza di strade e le spese veterinarie per i cani da guardiania; e in esenzione dal regime di de minimis agricolo in caso di specie protetta, per l'acquisto di recinzioni e dissuasori acustici da parte delle imprese agricole, e di recinzioni, dissuasori acustici e cani da guardiania da parte delle imprese zootecniche.
Restando su questa materia, voglio sottolineare come l'Assessore
abbia a più riprese apportato modifiche all'elenco degli strumenti
di prevenzione, finanziabili dalla Regione, proprio per
venire incontro a quelle che sono le difficoltà degli allevamenti
di montagna, in cui è praticamente impossibile prevedere
esclusivamente l'uso delle reti come mezzo di contrasto alla fauna
protetta, ma è necessario invece adottarne di più tecnologici,
quali i dissuasori acustici, che sembrano essere decisamente più
funzionali.
Per quanto riguarda le altre disposizioni dell'articolato, stimiamo in particolare come opportuno: che la struttura competente esegua adeguati e periodici controlli per accertare, tra l'altro, che la somma percepita come indennizzo venga utilizzata per il ripristino delle produzioni vegetali danneggiate o per il reintegro dei capi perduti con capi della medesima razza o di razza autoctona - così da mantenere sostanzialmente invariato, per qualità e quantità, il patrimonio agricolo e zootecnico regionale -, e che siano ben attuate le misure di prevenzione in modo che risultino sempre più efficienti ed efficaci allo scopo, anche avvalendosi del Corpo forestale della Valle d'Aosta; e che venga demandata a deliberazioni di Giunta regionale la disciplina dei vari aspetti e condizioni procedimentali relativi all'ottenimento dei descritti aiuti.
Concludendo, il nostro Gruppo consiliare si dichiara a favore di
questo disegno di legge, tanto atteso dal nostro mondo
agricolo e zootecnico, che riscrive e precisa in un unico testo
accorpato l'intera disciplina delle misure regionali atte a
risarcire e prevenire i danni alle aziende agricole, zootecniche e
dell'acquacoltura derivanti dalla fauna selvatica.
È infatti nostra opinione che con questa proposta di atto
normativo si raggiungano due fondamentali obiettivi: si va a dare
un chiaro segnale, anche politico, di vicinanza ai nostri settori
agricolo e zootecnico, gravati da non poche complessità, tra cui
certamente quelle relative ai danni provocati dalla fauna
selvatica, e in particolare dal lupo, su cui non possiamo ad
oggi intervenire come vorremmo, ma su cui si sta lavorando, in
attesa della modifica di classificazione della specie da parte
della Commissione europea, anche su richiesta delle Associazioni di
categoria; e si va a sostenere concretamente il lavoro dei nostri
agricoltori e allevatori, fortemente impegnati nell'utilizzo di
metodi di produzione tradizionali e sostenibili, il cui ruolo è
centrale, anche per la salvaguardia del territorio e per il
contrasto allo spopolamento delle aree montane.
Concludendo, una considerazione sull'intervento del collega Jordan: noi da mesi, fino alla nausea, stiamo continuando a dire che stiamo rispettando gli impegni presi, per tutti i motivi che ho già elencato tutte le volte precedenti. E anche ieri, ribadisco, anche ieri l'abbiamo dimostrato, perciò l'impegno che stiamo portando avanti per un discorso 2025 si vedrà quando sarà il momento, ma ora siamo qui e l'abbiamo dimostrato e lo dimostreremo fino alla fine.
Presidente - Consigliere Cretier, a lei la parola.
Cretier (FP-PD) - Qualche considerazione: intanto vorrei declinare e precisare che la zootecnia è la disciplina che si occupa delle condizioni di allevamenti degli animali utili all'uomo e l'utilità in questa legge è ben precisa, è legata alla produzione, a un'attività economica comprensiva e comprensibile di un grado che riguarda l'economia, che riguarda l'attività delle nostre aziende agricole e quindi non solo sotto l'aspetto di grande passione e di nostalgia dei tempi che furono.
Essa produce una produzione lorda vendibile, che è legata al reddito netto. Scusate se intervengo con le mie poche conoscenze di economia legate all'azienda agricola, ma questo è il fatto. Quindi a un reddito netto, un sostegno economico al titolare, all'imprenditore, e spesso a tutta la sua famiglia. Gli obiettivi sono diversi da quelli definiti da animali di affezione o da compagnia.
Seppure un momento difficile, anche per i tanti motivi cui oggi brevemente abbiamo accennato, e che nessuno nasconde (sicuramente ne abbiamo discusso in discussione generale), bisogna evidenziare i grandi cambiamenti strutturali e le mille difficoltà organizzate delle aziende agricole (sicuramente qualcuno di voi conosce più approfonditamente), penso alla manodopera, penso ai ricambi generazionali, penso ai cambiamenti climatici in evidenza per tutti i 365 giorni dell'anno senza pause, però penso anche alla qualità delle produzioni e al savoir-faire dei nostri agricoltori, in atto nelle mani dei casari, dei pastori, dei titolari delle aziende agricole del settore zootecnico, ma penso anche ai potatori del settore frutticolo e viticolo, di coloro che seminano cereali, di coloro che producono con gli orti e tutti fanno diventare le loro piccole aziende delle imprese da gestire, da rendere vitali e attive, che possano durare nel tempo in una concreta multifunzionalità riconosciuta e sostenuta, non solo dal lato economico, ma anche da quello legislativo, come in questo caso con il disegno di legge 177.
Penso che da una parte spingano i grandi continui cambiamenti aziendali e dall'altro vige una necessità di sopravvivere professionalmente ed economicamente in un settore bistrattato da chi non conosce le dinamiche che stanno dietro a un'azienda agricola, che crea occupazione di intere famiglie di reddito, di controllo del territorio e lo sappiamo bene che il settore è sottomesso a una complessa e vincolante normativa, ma anche pesantemente sacrificato a rinunce per sé, per il titolare e per i familiari e che giornalmente si confronta con le mille difficoltà del territorio montano, che non può essere modificato. Ma le norme devono accompagnare i cambiamenti, siano essi sociali, settoriali o generazionali.
Questo non sempre viene ricordato.
Penso che le parole abbiano un senso e gli scritti anche, ancor di più.
Sulla questione delle audizioni è vero che sono state elencate tante problematiche, non cito chi le ha fatte per non creare dei conflitti, e non è il mio scopo, ma hanno evidenziato la bontà delle norme in discussione, e cito alcuni passaggi: "A nostro parere la legge risulta migliorativa rispetto alla precedente. Colgo l'occasione per esprimere soddisfazione. In conclusione è condivisibile", questi sono i documenti che ci sono stati mandati e che tutti possono leggere, se ne hanno voglia.
Tante sono le aziende che devono confrontarsi anche con la fauna selvatica, è vero, i loro attacchi alle colture e al patrimonio zootecnico e soprattutto lo penso in particolare per quelle zone non meccanizzabili, dove a volte bisogna, oltre a tutto il resto, anche portare l'acqua per poter intervenire a protezione della produzione e non per irrigare, circondati spesso da quattro lati di incolto.
Penso a queste situazioni, ancora più drasticamente condizionate dall'arrivo di fauna selvatica, che spesso è stanziale e dannosa.
Molta gente passeggia nei sentieri poderali, sale le storiche scalinate, ma non si rende mai conto del lavoro intenso che viene fatto, l'importante è che il sentiero sia percorribile, un passaggio frettoloso e incurante di valutare chi e cosa succede in mezzo a quelle pietre assolate o sui pascoli di media e alta montagna.
Le aziende agricole hanno un impatto sul territorio troppo importante, che non sempre viene valutato e considerato, se non come la normalità, per poi denunciare, quando è visibile, lo stato di abbandono, l'incuria e l'invasione del sottobosco e, a seguire, l'essenza ad alto fusto nelle vicinanze di seconde case, a rischio degli incendi, ai dissesti dei sentieri e dei muri, per arrivare allo scontro con altri settori, con altri soggetti o associazioni portatori di altri interessi.
Certo che mi rimane un dubbio sui ripristini dei danni, forse prevale la mia conoscenza tecnica, fatemela passare, che prevarica quella legislativa attuale, e me ne scuso, ma spesso ci sono zone incolte di alpeggi o in zone protette dove diventa difficile intervenire su grandi dimensioni, c'è l'obbligo di cercare nel mercato le specie botaniche idonee e autorizzate, con il rischio che dopo un giorno tutto debba essere rifatto.
L'esasperazione degli agricoltori è comprensibile e va mutuata con l'ascolto, per dare delle risposte concrete, dando degli strumenti di prevenzione che non sono sicuramente le estreme misure di riduzione della fauna che qualcuno vorrebbe, ma una mediazione possibile e sostenibile in questo momento; allo stato attuale e con le norme è possibile.
Qualcuno ha detto che quest'inverno non ci sono stati danni, ma io che percorro l'autostrada, di capi ne ho visti al pascolo tutta l'estate e questo è positivo, e lo sappiamo tutti, per il benessere, sugli aspetti legati all'abbattimento dei costi, al benessere e al rispetto della funzionalità dei capi riproduttivi.
Ma torniamo al testo di legge, come ha già detto il collega Aldo: penso che delegando alle delibere attuative (articolo 1, comma 2), i criteri applicativi della legge saranno adottati dalla Giunta regionale e ogni anno sarà possibile aggiornare i prezzi dei materiali, delle produzioni unitarie e i valori dei capi zootecnici, proprio per andare incontro al fatto quale impatto ha dato e quali problematiche sono nate, perché la delibera penso che ogni anno possa essere modificata.
Spesso pensiamo al settore zootecnico rappresentato da allevamenti ovini, caprini e bovini che sono della famiglia dei bovidi e in subordine ruminati, ma abbiamo anche l'ordine dei galliformi. Sappiate che in Valle d'Aosta, negli ultimi anni, sono nate alcune aziende che allevano galline ovaiole, facilmente depredabili da volpi e faine, ad esempio.
La cosiddetta agricoltura è una branca della zootecnia e quindi rientra a pieno titolo nei criteri di indennizzo del disegno di legge.
Interessante anche il settore dell'acquacoltura: non grandi numeri, ma una diversificazione a cui il mercato gastronomico risponde bene, ma anche qui le razzie delle specie migratorie sono pesanti e troppo facili, essendo delle piccole vasche di allevamento congestionate di pesce disponibile.
In diversi passaggi del disegno di legge è ripreso il settore di produzione legato agli allevamenti in acqua, che viene tenuto in alta considerazione.
Vorrei anche richiamare l'articolo 7 per l'apertura a interventi in forme collettive, come Cooperative, Consorzi di miglioramento fondiario o domini collettivi, come anche le Consorterie, certo, per comprensori più ampi e omogenei, ma la gestione collettiva ha un futuro almeno sotto l'aspetto di semplificazione del territorio su più vaste porzioni.
In audizione, a proposito dell'articolo 12, è stato accennato ai risarcimenti dei danni non altrimenti risarcibili, recati all'attività venatoria su terreni coltivati.
Giustamente è stato evidenziato che non si hanno notizie qui in Valle d'Aosta, ma posso raccontare di quello che ho potuto vedere in Trentino, sicuramente un caso singolo di particolare caccia ai bordi di un frutteto, ho chiesto un parere al collega Ganis, esperto di caccia. Sicuramente è un caso singolo ma la parziale distruzione della produzione frutticola, sicuramente bisogna considerare l'involontarietà o altre cause, ma vi garantisco che qualche quintale di mele era da buttare a terra.
Inoltre, sempre su quest'articolo, è stato evidenziato il trasferimento regionale al funzionamento del Comitato regionale per gli adeguamenti contrattuali, che spetta a tutto il personale del Comparto unico.
È stato citato l'avanzo di amministrazione del Comitato, ma bisogna sapere che è di parte corrente, quindi diciamo che non è spendibile.
Infine, diventa necessario trovare un punto di equilibrio per poter convivere: ci sono spesso posizioni ideologiche con cui confrontarsi e non scontrarsi, bisogna far prevalere il buon senso. Queste non sono le mie parole, come ho già citato, ma che ho raccolto in audizione, di uno che vive di zootecnia tutto l'anno, e dico io fare il possibile per limitare i danni e, se succede, avremo una legge che non ripagherà mai il vero valore genetico e affettivo, come dice qualcuno, ma compenserà la perdita con la sostituzione o la rimonta interna.
Viste le motivazioni precedentemente esposte, come gruppo riteniamo che sia importante approvare il disegno di legge, che diventi legge nella Regione perché in essa non si trovano solo principi, ma anche soluzioni da proporre e sostenere, per cui il nostro voto sarà sicuramente di sostegno per l'approvazione finale.
Infine, ritengo opportuno, siccome il collega Aggravi ha chiesto un posizionamento del nostro gruppo (i suoi solleciti sono sempre urgenti), siccome non ci siamo espressi ieri, lo possiamo fare oggi, visto che avete introdotto anche quest'argomento. Secondo noi, la rinnovata Commissione Paritetica, che in pochi mesi riprenderà l'attività, potrebbe raccogliere i frutti del lavoro e delle iniziative oggi in atto prima della fine della Legislatura, ma i ricambi avvenuti per cause di forza maggiore, ci sono stati anche questi, sarebbe un peccato non raccogliere il frutto di mesi di lavoro, quindi per noi prevaleva il criterio d'urgenza.
La trasparenza che c'è stata, magari celere, e le verifiche che abbiamo fatto per noi, senza entrare in merito al curriculum che ha un valore estremo della persona che ci è stata presentata, chiaramente, come era già successo con Marini, il posizionamento politico non ci interessa, abbiamo letto il curriculum, abbiamo visto i criteri che portavano a questa cosa, perché Marini aveva fatto anche delle consulenze qui in Valle legate a certi argomenti, quindi non è possibile a volte con questi criteri e con questi profili definire un aspetto politico; se ci sarà, tanto qua dentro è quattro anni che vediamo dei grandi cambiamenti, quindi potrebbe anche avvenire in futuro.
Sicuramente da qui alla fine della Legislatura ne vedremo ancora delle belle e quindi auguro a tutti un buon voto sulla legge.
Presidente - Siamo ancora in discussione generale, vi sono altri interventi? Non vedo richieste di intervento, chiudo la discussione generale. La discussione generale è chiusura, sospendiamo anche brevemente il Consiglio e riprendiamo successivamente...
Ho chiesto, nessuno interviene, la discussione era già chiusa quando si è prenotato. Se siete tutti d'accordo riapro la discussione generale: siete tutti d'accordo? Riapriamo la discussione generale. La discussione generale è aperta, invito i Consiglieri a prenotarsi tempestivamente. Consigliere Planaz, a lei la parola.
Planaz (RV) - Scusi Presidente, era un inconveniente.
Volevo intervenire sul punto politico che ha sollecitato il collega Jordan.
Io sono d'accordo che forse il nostro gruppo non ha ancora messo in campo tutti i programmi, soprattutto su questa tematica che forse non abbiamo avuto tempo di affrontare proprio magari per intero, però io vorrei partire e andare un po' indietro, ma non in altre Legislature, in questa Legislatura, e a quello che avevamo fatto con il collega Carrel, allora noi nel gruppo Lega e lui nei banchi di minoranza, e avevamo presentato una legge che non è riferita esclusivamente a questo disegno di legge, ma era una legge che provava e prova, è ancora vigente, a dare delle risposte a certe problematiche.
Voglio ricordare, e apprezzo anche quello che è successo, che poi è stata presentata un'altra legge dalla maggioranza con altre dinamiche, con altre proposte, è stata elaborata, è stata discussa, e alla fine siamo usciti con un documento univoco, tutti e 35 siamo usciti con una legge, forse una delle poche.
Voglio ricordare al collega Jordan, che adesso non vedo, che l'articolo 1 comincia così: "Il Presidente della Regione, di concerto con l'Assessore regionale all'agricoltura, competente in materia di agricoltura e risorse naturali, con proprio decreto, previo parere favorevole dell'Istituto superiore della protezione e della ricerca ambientale". Poi sapete tutti il testo di legge qual è, però cita due persone che oggi sono in maggioranza e che noi, se dovremo appoggiare, non è il momento, potremmo anche farlo, l'abbiamo fatto e lo potremmo anche fare.
Noi avevamo fatto alcune proposte in Commissione e ci era subito stato risposto dai tecnici e anche dall'Assessore che certe modifiche non andavano su questa legge, ma andavano a finire sui criteri applicativi.
Non avendo la delibera a disposizione... adesso io ne son certo, che con l'Assessore collaboreremo anche sulla delibera, ma poi, anche sui criteri applicativi, andremo a valutare se possiamo dare e vadano veramente incontro alle esigenze di tutte le problematiche che ho elencato io prima e tanti altri, anche il collega Jordan, come tanti altri di maggioranza, perché lo sappiamo tutti che oggi questa problematica, soprattutto per quanto riguarda neanche tanto il danno ma la gestione di tutto il lupo, e l'ho detto prima, non siamo contrari a questo documento, è anche scritto bene, non lo mettiamo in dubbio, però non è l'unico documento che andrà a definire tutte le regole per andare sia a intervenire sulle misure di prevenzione e sugli eventuali risarcimenti, e il contenimento di queste specie che vanno a creare i danni, tipo cinghiali, lupi e anche altre specie, che oggi forse sono un po' meno problematiche, parliamo di cervi e di caprioli.
Cito una considerazione della collega Minelli: se adesso, dalle dichiarazioni degli esperti faunistici, la popolazione di caprioli è stabile, per due anni è stata stabile, ma lei è sicura che sarà stabile anche nel futuro?
Secondo me è come quando ho introdotto o è arrivato il lupo nella nostra Regione, si poteva prevedere che era una problematica che non era di facile risoluzione, chi è miope e non vuole vedere le problematiche o non le conosce bene, è normale che dice: "Il lupo è un controllore della fauna selvatica, riduce certe specie che recano danni all'agricoltura", però io - parlo in questo momento da allevatore - preferisco qualche ciuffo in meno d'erba mangiata dal capriolo e dal cervo, che trovarmi gli animali massacrati in mezzo a un prato o mezzo a un pascolo.
Poi lì dipende da uno o dalle idee di molti, poi aumenterà la biodiversità, tutta una serie di cose, e ci sta anche, però la sovrappopolazione di questo animale oggi ha creato questi conflitti che non sono solo qui nella nostra Regione e in quest'Aula da diverse ideologie, ma in tutta Italia e in tutta Europa, e tutti cercano di andare a intervenire in qualche modo per andare a risolvere questa problematica che già prima si sapeva che andava a finire così, ma non si parla di cinquant'anni fa, che è un'evoluzione che dopo cinquant'anni ci sarebbero stati dei problemi, si capiva che con la protezione elevata di quel predatore si andava incontro a grandissime problematiche di non facile risoluzione.
Adesso anche la Commissione europea e la Commissione di Berna si sono espresse diversamente da come si esprimevano prima, perché, logicamente, siamo partiti da un periodo in cui questi animali, tipo anche il cinghiale, non erano presenti nella nostra Regione, e neanche il lupo, e oggi invece ci troviamo, soprattutto non tanto per il cinghiale, un po' più verso la bassa Valle, per l'alta Valle un po' meno, ma il lupo ci troviamo in una situazione di emergenza, noi lo abbiamo sottolineato con molte iniziative e abbiamo portato molte tematiche, anche riferite a fatti accaduti nel corso di questa Legislatura in giro sul nostro territorio.
Non è che vogliamo essere polemici su questo, e lo dico, questo documento, a mio avviso, quando c'è scritto: "Si paga il 100% dei danni e delle misure di prevenzione", come si può dire? Sennò facciamo come alcuni partiti che volevano il 110 e poi abbiamo visto come è andato a finire, però anche qui, sul valore degli animali, oggi il metodo - e noi l'abbiamo sottolineato in Commissione - non è l'importanza di quel danno di risarcimento, però se uno si trova a dover sostituire un capo, che il collega Cretier ha detto non un capo con lo stesso valore genetico, però uno se si trova nella condizione di andare a sostituirlo, poi i soldi che l'Amministrazione gli dà non gli bastano, logicamente questo un po' scocciato è.
Le tabelle e il metodo, e noi l'abbiamo sottolineato in Commissione e lo facciamo anche adesso, non le troviamo corrette per il semplice fatto che oggi i dati della Camera di Commercio... perché mi ricordo, vado a memoria, che quando ero Presidente le tabelle per andare a definire i danni degli animali venivano presi dalla tabella della Camera di Commercio e visto così può anche andar bene, peccato che nella nostra Regione la gran parte degli animali che vengono messi sul mercato sono animali a fine carriera, fine produzione e hanno un valore inferiore ad un animale che va in produzione o un animale giovane.
È per quello che io avevo sottolineato se c'era la possibilità - e qui penso che l'Unione europea non ce lo vieti - di dire: facciamo un conto reale di quanto veramente costa allevare un animale ovino, caprino e quant'altro.
Poi un'altra analisi: quante aziende hanno chiuso? Quante aziende ovine e caprine hanno chiuso? Erano finanziate da risorse della Comunità europea per il mantenimento delle razze e hanno chiuso perché non riuscivano più a mantenere questi animali perché venivano predati costantemente e ci troviamo con delle risorse spese e a causa non della volontà nostra e degli imprenditori, ma costretti a chiudere e non hanno portato avanti gli impegni per queste cause.
Ci sono tante, potremmo stare qua a parlarne per un'infinità, c'è un'infinità di dinamiche che quando poi si vengono a mettere in applicazione, "cocciano" un po' tra di loro.
Per questo motivo, e voglio essere chiaro su questo, la collaborazione noi ce l'abbiamo avuta con tutti, anche con quello che è accaduto ieri, e faccio un piccolo passaggio anch'io, il collega Marguerettaz ha detto: "Avevamo la necessità urgente di trovare un nome e abbiamo anche avuto difficoltà a reperire questo nome", poi da quanto riportato dal mio Capogruppo (ieri non sono intervenuto), ci è stato chiesto ieri di appoggiare il voto di Nunziata, però si poteva anche fare prima un accordo per andare a individuare eventualmente se c'era difficoltà a trovare delle persone e portare un nominativo che poteva essere condiviso con tutti. E questo è un altro esempio.
Chiudo e, ripeto, noi siamo favorevoli a portare qualsiasi proposta, lavoreremo, vedremo la delibera, sicuramente collaboreremo insieme all'Assessore, ma anche agli altri, perché l'abbiamo sempre fatto e lo facciamo anche volentieri, l'importante è che questo documento dia delle risposte efficaci e serie e che quando usciamo fuori sul territorio, non ci venga detto il contrario di quello che poi noi diciamo qua dentro. Solo quello.
Presidente - Consigliere Restano, a lei la parola in discussione generale, primo intervento, per cui 30 minuti, c'era un problema di minutaggio.
Restano (RV) - Solo una piccola precisazione rispetto a quanto già detto dal collega Aggravi e dal collega Planaz: chiarito quello che sarà il nostro apporto alle future proposte attraverso delibere di Giunta regionale, vorrei significare che il nostro movimento si è da sempre contraddistinto in quest'Aula per la volontà di contribuire al confronto politico prevalentemente attraverso delle proposte concrete e non attraverso critiche fini a se stesse.
Lo abbiamo fatto proponendo delle proposte di legge, proponendo anche alla maggioranza di attivarsi attraverso delle delibere di Giunta regionale, presentando delle mozioni esplicite. Non sempre le nostre proposte sono state accettate, come può capitare nel normale confronto tra maggioranza e opposizione.
Alcune sono state comodamente parcheggiate all'interno dei garage delle Commissioni, a far data anche fin dal giugno del 2023, e non mi riferisco solo ed esclusivamente alla quinta Commissione, ma anche ad altre Commissioni.
Abbiamo accettato tutto questo, a volte ci attiviamo, attraverso sollecitazioni; non accettiamo sempre di essere tacciati di lavorare contro, cerchiamo la collaborazione, come è normale che ciò avvenga tra maggioranza e minoranza, ed è per questo che il collega ha avviato il confronto attraverso un intervento di un certo tipo, che può essere accettato o meno.
Noi ci siamo, cerchiamo di lavorare anche con i colleghi che attualmente sono nei banchi di Governo per costruire qualcosa, di proporre una proposta positiva per la Valle d'Aosta che vada oltre i confini di questa Legislatura.
Presidente - Consigliere Chatrian, a lei la parola per secondo intervento.
Chatrian (UV) - Abbiamo ascoltato attentamente l'intervento del collega Restano e apprezziamo il fatto che ci sia la volontà indubbiamente di portare quelli che sono gli apporti, integrare soluzioni in tutte le tematiche, a maggior ragione su questi temi dibattuti in Commissione; questo, per una maggioranza non può che essere un dato tutto politico, ma soprattutto molto positivo, quindi nel momento in cui sentiamo con le nostre orecchie che questi provvedimenti sono dei provvedimenti fatti bene, utili alla comunità, che danno delle buone risposte, per quanto ci riguarda vuol dire che siamo sulla strada corretta sul piano sia politico ma anche amministrativo, le due cose poi è praticamente impossibile disgiungerle. Comunque ho apprezzato parecchio l'ultimo intervento.
Presidente - Siamo in discussione generale, se non c'è nessuno che si prenota...vi sono altre richieste? Non ne vedo, chiudo la discussione generale. La discussione generale è chiusa. Sospendiamo brevemente i lavori del Consiglio per arieggiare i locali.
La seduta è sospesa dalle ore 11:17 alle ore 11:36.
Presidente - Riprendiamo i lavori dopo la pausa. La discussione generale è stata chiusa, passiamo alle repliche da parte del Governo.
Si è prenotato l'assessore Carrel, ne ha facoltà.
Carrel (PA) - Grazie ai colleghi che sono intervenuti in discussione generale per andare a mettere in evidenza quelli che sono i punti che sono stati trattati da questo disegno di legge che oggi portiamo in Aula.
Mi preme innanzitutto ringraziare il relatore, il consigliere Paolo Cretier, per la puntualizzazione che poi ha anche fatto in discussione generale, che credo sia stata molto utile alla discussione, ma molto appropriata proprio per cercare di capire l'ampiezza e la portata di questo disegno di legge.
Un grazie poi al Presidente della terza Commissione e a tutta la terza Commissione per il lavoro svolto e per gli ampi approfondimenti che abbiamo avuto modo di portare in questo mese di elaborazione e di discussione all'interno della terza Commissione consiliare.
È vero, vi sono dei paletti tecnici e lo abbiamo detto, vi sono dei Regolamenti europei, vi sono delle norme entro le quali dobbiamo muoverci, e questi sono aspetti su cui ci siamo confrontati e abbiamo deciso di andare a demandare tutto ciò che non poteva e non doveva - dal mio punto di vista, ma poi lo argomenterò meglio - essere definito in legge attraverso quelle che sono le delibere di Giunta regionale, che saranno poi le delibere attuative di questo disegno di legge.
Vi è una chiara necessità politica, ed è per questo motivo che, come Assessorato, ci siamo mossi sin da subito, insieme alle Associazioni di categoria, per proporre questo disegno di legge.
Quando abbiamo iniziato a trattare questo disegno di legge, il de minimis era 25 mila euro, lo abbiamo detto, e portato all'attenzione in più iniziative presentate dai colleghi di opposizione, che stavamo lavorando a questo disegno di legge che ovviamente ha richiesto dei tempi di stesura medi, perché ha dovuto prendere atto di tutti quelli che sono i vincoli, appunto quelli tecnici di cui abbiamo parlato antecedentemente.
Qui mi preme dire l'ultimo grazie: il grazie all'ufficio fauna e agli uffici che hanno seguito direttamente la stesura di questo testo, perché è stato un lavoro certosino, un lavoro lungo e delicato, e vederlo riconosciuto da tutti gli interventi, sia di maggioranza che di opposizione (perché tutti abbiamo detto che questo disegno di legge va ad ampliare le possibilità per le nostre aziende agricole), credo che sia un riconoscimento che portiamo a casa come positivo e su cui sicuramente faremo le giuste riflessioni e ci incarica oggi di andare ad agire ancora meglio e ancora più nel dettaglio con le delibere attuative, appunto.
Cosa porta a casa, dal punto di vista politico, questo disegno di legge, senza entrare nei tecnicismi che giustamente sono già stati ben affrontati durante la discussione generale? Ebbene, porta la possibilità, per i danni da fauna protetta, per il settore zootecnico e l'acquacoltura, di uscire dal de minimis e andare in esenzione.
E questo è un passaggio che, come ho avuto modo di dire, ci è stato richiesto dalle Associazioni di categoria quasi un anno fa e sul quale abbiamo lavorato perché è vero, lo abbiamo detto e lo avete detto nella discussione generale, non è il disegno di legge che risolve tutti i problemi, ma forse non esiste un disegno di legge che risolva i problemi dei danni da fauna protetta.
Vi sono però una serie di azioni che stiamo cercando di mettere in atto, che sono importanti e hanno un'indicazione e un indirizzo politico chiaro: sostenere le aziende agricole, sostenere quelli che sono gli attori principali di questa partita; quindi la vicinanza alle aziende agricole e la possibilità per loro di uscire dal de minimis per i danni da fauna protetta, ma anche per le misure di prevenzione, è sicuramente un dato politico che mi preme rimarcare appunto nella discussione di questa mattina.
In secondo luogo, questa misura arriva dopo che abbiamo modificato quelle che sono le delibere di Giunta che prevedono le misure per contrastare i danni da fauna, quindi abbiamo inserito, anche su iniziativa utile delle varie opposizioni con cui ci siamo confrontati in Consiglio regionale, la possibilità di prevedere i collari come sistema anti lupo, quindi andando a ovviare a quel problema che aveva giustamente ben citato il collega Lavy nella discussione generale, cioè andando a tenere in considerazione quelle che sono le difficoltà del nostro territorio; non ovunque possiamo mettere delle reti anti lupo, ma dobbiamo prevedere la possibilità per tutti di avere delle misure anti lupo, proprio perché il Regolamento europeo ci dice che, se non entriamo più nel de minimis ma entriamo in esenzione, le regole ovviamente sono più stringenti e quindi dobbiamo prevedere delle misure anti lupo.
Rassicuro il collega Planaz, perché è una preoccupazione che non è stata sollecitata solamente a lui, ma anche a noi in prima persona, dagli allevatori: il problema del momento di adeguamento, e quindi della necessità di prevedere un anno circa per adeguarsi a quella che è questa nuova legge, in modo da permettere a tutte le aziende agricole di poter prevedere le misure anti lupo in modo poi da poter usufruire di questo beneficio, e quindi del contributo per andare a iscriverlo in esenzione piuttosto che in de minimis.
Questo quindi è sicuramente un aspetto che, insieme alle Associazioni di categoria, andremo ad affrontare con la delibera di Giunta attuativa.
In seconda battuta, vi è un altro tema che è stato evidenziato forse in maniera inferiore, ma credo che sia opportuno riportare all'interno del dibattito, che è quello della gestione venatoria, del Comitato venatorio. Ne ha parlato la collega Minelli, che rispetto e sicuramente sa, sin dalle prime battute delle audizioni in Commissione, abbiamo delle posizioni su questo sicuramente diverse.
Dal mio punto di vista, l'attività venatoria è un'attività importante per la gestione della fauna, è un'attività che viene, a causa della fauna protetta, anche messa a dura prova in questo momento e, ovviamente, non potendo aumentare la fauna in quanto Assessore, perché non è nelle mie possibilità, le risposte che cerchiamo di dare ai cacciatori sono delle risposte concrete, delle risposte che vanno nella direzione di un'ampia collaborazione e, soprattutto, in questo caso, anche economiche.
Questo lo facciamo perché? Perché il Comitato venatorio svolge un ruolo per noi fondamentale, un ruolo che deve essere valorizzato, e, proprio come abbiamo detto in discussione generale, il numero di cacciatori continua a calare, perché calando il numero di fauna, a causa anche e soprattutto dei danni da fauna protetta, ovviamente abbiamo meno entrate. Se leghiamo le tasse all'entrata al Comitato venatorio, abbiamo meno entrate e il Comitato venatorio non può più far fronte a tutte le spese fisse a cui deve far fronte e quindi non può più garantire l'esercizio delle proprie funzioni.
Con questa legge andiamo a dire chiaramente che il cacciatore, il Comitato venatorio, ha un ruolo importante nella gestione della fauna e la Regione gli riconosce direttamente un importo fisso, un importo che è incrementato per il 2025 perché, come ha ricordato il capogruppo Aldo Di Marco, proprio quest'anno abbiamo un adeguamento contrattuale, quindi abbiamo la necessità di pagare anche degli arretrati forfettari e dunque è così motivato il fatto che andiamo a prevedere 130 mila euro per il 2025 e 100 mila euro invece per il biennio 2026-2027.
L'ultimo aspetto, che è un aspetto che abbiamo portato all'attenzione della Commissione consiliare nella seconda audizione, è quello che riguarda le Consorterie, con la necessità sollevata sia dagli uffici, sia dal Comune, sia dal Réseau, di andare ad ampliare il termine entro il quale le Consorterie devono registrarsi nel nuovo registro che era previsto per tre anni, ma chiediamo di ampliarlo a 8 anni per lasciare 5 anni a tutti per poter produrre la documentazione necessaria per potersi iscrivere.
Rassicuro, condivido e capisco l'osservazione della collega Minelli sulle tempistiche: siamo anche noi attenti e vigili sull'attuazione di questa legge che rimane fondamentale, non è rimandando il termine che risolviamo il problema, bensì posso garantirle che sia gli uffici regionali dell'Assessorato, ma anche gli uffici di Réseau e gli uffici comunali si stanno veramente adoperando per produrre tutta quella che è la documentazione necessaria per arrivare alla registrazione.
È ovvio che la documentazione è tanta e bisogna anche interfacciarsi con altri uffici, e questo ha comportato anche delle difficoltà amministrative non secondarie; credo che quindi sia necessario prorogare ancora di 5 anni proprio per raggiungere quello che è il nostro fine e quello che è l'obiettivo di tutti, cioè di vedere la costituzione di questo albo che risulta essere importante proprio per tutelare l'attività delle Consorterie, che è un ruolo fondamentale per le nostre comunità e per il nostro territorio.
Passando poi ad alcune delle osservazioni che sono state fatte durante la discussione generale, il collega Lavy ha sollevato il problema anche del cinghiale: è sicuramente un problema, ma non essendo un animale protetto, quindi una fauna protetta, ovviamente, anche se avessimo inserito la duplice possibilità per i danni su produzioni vegetali sia di de minimis che di esenzione, il danno da cinghiale non rientrerebbe in esenzione, questo perché è un limite preposto dal Regolamento europeo, quindi abbiamo scelto di non prevedere la possibilità di andare in esenzione per danni da fauna protetta sui danni sulle produzioni vegetali esclusivamente perché in Valle d'Aosta abbiamo pochissimi danni, quasi nessuno, da fauna protetta sulle produzioni vegetali, quindi avrebbe comportato un onere, dal punto di vista amministrativo per gli uffici, non giustificato per quel che riguarda poi l'efficacia e l'efficienza con cui andiamo a erogare i fondi.
Sul cinghiale ci siamo confrontati più volte con il collega Ganis e con il collega Manfrin, ma anche in maggioranza: le difficoltà di gestione del cinghiale sono sicuramente legate ai danni che esso provoca ma - e mi preme andare a rispondere soprattutto alle osservazioni della collega Minelli - è vero, i cacciatori hanno cacciato più cinghiali ultimamente e abbiamo ampliato la possibilità di andare a caccia al cinghiale, e lo abbiamo fatto per un motivo chiaro e specifico: la PSA.
La PSA è un elemento che non dobbiamo sottovalutare e con cui, insieme ai cacciatori, stiamo adoperando tutta una serie di piani proprio per andare a limitare quella che è la presenza di cinghiale nel nostro territorio.
Confermo quindi quanto ha detto, ma è una scelta politica che vado a sottolineare perché vi è proprio la chiara indicazione politica di agire in questo modo, proprio per evitare quelli che possono e che potrebbero essere danni anche ad altri settori molto importanti nel caso in cui avessimo dei casi di PSA in Valle d'Aosta.
Per quanto riguarda l'altra questione, che è la questione che dei pagamenti, è prevista all'interno del Regolamento europeo, abbiamo voluto tenerla nella nostra legge esattamente come è previsto dal Regolamento europeo per lasciarci ampia possibilità di intervenire, ma posso garantirvi che all'interno della delibera di Giunta che andremo a discutere - e qui mi prendo l'impegno insieme alle Associazioni di categoria - entro il mese di aprile, proprio per dare gambe a questo disegno di legge e renderlo realmente attuativo, io credo che sia opportuno andare a prevedere un bando a sportello aperto, laddove è possibile, ma comunque prevedere dei tempi di pagamento sicuramente più celeri rispetto a quelli previsti dalla legge, e questo è un impegno che ho già verificato, posso assumermi, perché gli uffici mi garantiscono che non vi è nessun tipo di problema.
Per quello che riguarda il discorso più tecnico del collega Jordan, il quale giustamente ha parlato della necessità di avere un piano lupo nazionale, ebbene, all'interno del disegno di legge si tratta dei danni da fauna, si tratta dell'importanza del mondo venatorio, si tratta di diversi temi e ovviamente, all'interno della visione complessiva del problema, vi sono sicuramente quelle che sono le delibere che vanno a prevedere tutte le misure anti lupo, e di queste ne abbiamo già parlato, vi è sicuramente la possibilità di andare a rivedere quella che è la delibera dei risarcimenti danni, sulla quale ci siamo già confrontati anche con le Associazioni di categoria e non è così immediato l'aggiornamento, ma di questo abbiamo già parlato in diverse iniziative, e vi è sicuramente anche il Piano lupo nazionale.
Proprio sul Piano lupo nazionale, come abbiamo avuto modo di dire più volte in Consiglio regionale, non vi è una convergenza, non vi è un voto unanime all'interno della CPA, in quanto alcune Regioni si sono opposte ma, al contempo, viste quelle che sono le evoluzioni a livello europeo della normativa, in quanto Assessorato, sin dal mese di dicembre abbiamo iniziato a lavorare ad un Piano lupo regionale, un Piano lupo che è oggi in bozza e che dobbiamo andare a discutere con ISPRA e sul quale appunto ci stiamo muovendo proprio per dare contezza e risposte a quelle che sono poi le varie possibilità che si potrebbero aprire nel momento in cui l'Italia andasse a recepire quelle che sono le modifiche previste all'interno della Convenzione di Berna e della Direttiva Habitat.
Questo credo che sia e faccia parte del disegno politico, del come stiamo cercando di affrontare questo problema che, come è già stato giustamente evidenziato e lo ribadisco, non si basa esclusivamente su questo disegno di legge, ma è un problema ampio, che stiamo cercando di affrontare su diversi tavoli e con diversi atti amministrativi che spero, in questa mia replica, di aver messo in fila e di avergli dato una ratio politica, condivisa o non condivisa, ma credo che questo sia il compito di chi governa e il compito di chi, come me in questo momento, si trova a fare l'Assessore e deve replicare in un contesto dove il rischio è di focalizzarsi esclusivamente sul disegno di legge trattato, perdendo poi quello che è il disegno di insieme che però ci è molto chiaro e questo tassello è però fondamentale proprio per dare le risposte, in primis alle aziende agricole, perché sono loro che ce lo richiedono, ed è un segnale che possiamo dare e che come politiche e come amministratori, dal mio punto di vista, dobbiamo dare.
Permettetemi infine solamente due battute più invece politiche per quanto riguarda le affermazioni che ha fatto il collega Jordan e che poi sono state riprese dai vari gruppi.
Bene, innanzitutto apprendo favorevolmente che il nuovo centro Autonomisti di centro e il nuovo raggruppamento di Autonomisti di centro che si sta formando e che sta dialogando, attrae l'attenzione anche in Consiglio regionale di gruppi molto più importanti e molto più strutturati del nostro, ma credo che il ragionamento che ha fatto il consigliere Planaz, esattamente come il ragionamento che ha fatto il consigliere Lavy, sia comprensibile e corretto, in quanto questa legge, da un certo punto di vista, è buona, ce lo hanno detto anche loro, votarla o non votarla è una questione che ovviamente riguarda gli equilibri di ogni gruppo, ma sono stati loro a dirci: "Purtroppo tanto dipende dalle delibere attuative".
Ebbene, le delibere attuative ci saranno, e ovviamente, visto l'impegno che come gruppo di Pour l'Autonomie ci siamo presi con questa maggioranza, le discuteremo esclusivamente con questa maggioranza, le porteremo in Giunta e le approveremo, perché questo è l'iter corretto da sostenere e questo è il nostro modo di agire e di fare politica.
Ovviamente con il gruppo di Rassemblement Valdôtain, invece, guarderemo al futuro e, chissà, magari un giorno, se i valdostani lo vorranno e appoggeranno questo progetto, ci troveremo insieme a discutere nuovamente di nuove delibere e nuove sfide.
Presidente - La replica è stata fatta, altri interventi non ne vedo, passiamo all'articolato. Ricordo che sono stati presentati due emendamenti da PCP, uno dall'Assessore e dal consigliere Cretier.
Analizziamo il nuovo testo della terza Commissione consiliare, con un nuovo titolo, peraltro.
Mettiamo in votazione l'articolo n. 1. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Mettiamo in votazione l'articolo n. 1. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 21
Favorevoli: 21
Astenuti: 14 (Aggravi, Baccega, Brunod, Distort, Foudraz, Ganis, Lavy, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Perron, Planaz, Restano, Sammaritani).
L'articolo n. 1 è approvato.
Mettiamo in votazione l'articolo numero 2. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 21
Favorevoli: 21
Astenuti: 14 (Aggravi, Baccega, Brunod, Distort, Foudraz, Ganis, Lavy, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Perron, Planaz, Restano, Sammaritani).
L'articolo n. 2 è approvato.
Posso dare lo stesso risultato per l'articolo n. 3? Stesso risultato.
Mettiamo in votazione l'articolo n. 4. C'è la richiesta di intervento da parte del consigliere Ganis, ne ha facoltà.
Ganis (FI) - Apprezzo la risposta dell'Assessore e che abbia preso anche in considerazione quello che noi abbiamo portato durante il dibattito in Aula, cioè sollecitare gli aiuti, perché quattro anni sono tanti. Quindi si andrà sicuramente a rimediare attraverso dei bandi e forse anche delle delibere di Giunta.
Al momento, il voto del nostro gruppo sarà di astensione.
Presidente - Consigliera Minelli, a lei la parola.
Minelli (PCP) - Anche noi su quest'articolo ci asteniamo, in ragione proprio di quel comma relativo alle tempistiche per gli aiuti.
Presidente - Altri interventi su quest'articolo? Non vedo altre richieste, mettiamo in votazione l'articolo numero 4. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 19
Favorevoli: 19
Astenuti: 16 (Aggravi, Baccega, Brunod, Distort, Foudraz, Ganis, Guichardaz Erika, Lavy, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Minelli, Perron, Planaz, Restano, Sammaritani).
L'articolo n. 4 è approvato.
Possiamo passare all'articolo n. 5, mettiamolo in votazione.
Votazione aperta. Votazione chiusa.
Si è bloccato il sistema. Sospendiamo brevemente. I lavori del Consiglio sono sospesi.
La seduta è sospesa dalle ore 12:02 alle ore 12:14.
Presidente - Possiamo riprendere, l'impasse informatica dovrebbe essere superata. Abbiamo votato l'articolo n. 5:
Presenti: 35
Votanti: 21
Favorevoli: 21
Astenuti: 14 (Aggravi, Baccega, Brunod, Distort, Foudraz, Ganis, Lavy, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Perron, Planaz, Restano, Sammaritani).
L'articolo n. 5 è approvato.
Posso dare lo stesso risultato per l'articolo n. 6? Stesso risultato. Per l'articolo n. 7? Stesso risultato. Per l'articolo n. 8? Stesso risultato? Per l'articolo n. 9? Stesso risultato. Per l'articolo n. 10? Stesso risultato. Per l'articolo n. 11? Stesso risultato.
All'articolo n. 12 vi è l'emendamento di PCP soppressivo. Consigliera Minelli, ha facoltà di intervenire.
Minelli (PCP) - L'emendamento è soppressivo dell'articolo 12, sia del comma 1 che del comma 2.
Il primo comma prevede che il Comitato regionale per la gestione venatoria provveda al risarcimento dei danni arrecati dall'attività venatoria alla produzione agricola; è una norma che viene mutuata dalla legge nazionale e che ha poco senso per la nostra Regione, come è stato anche rilevato nelle audizioni di Commissione.
Il comma 2 prevede - ne abbiamo parlato - il trasferimento regionale per il funzionamento del Comitato che risulterebbe ora più alto di quello previsto, si passerebbe circa dal 40% a circa il 50%. L'Assessore è intervenuto nella sua replica su questo, ovviamente sappiamo che partiamo da posizioni che sono diverse, ma, al di là di questo, pur essendo la sottoscritta in linea di principio contraria alla caccia, so benissimo che il Comitato venatorio svolge dei compiti, esiste, ha delle funzioni e che c'è collaborazione con la Regione, come ha sottolineato l'Assessore.
Quello che però non riteniamo corretto è che venga aumentato questo contributo a fronte anche del fatto, come ho detto, che sono ben 15 anni che ci sono avanzi di amministrazione consistenti, quindi, anche per tutte le operazioni che il Comitato può svolgere in accordo e in collaborazione con la Regione, crediamo che mantenere un 40% (cioè la norma che è stata applicata dalla legge del ?94, sappiamo anche che prima era molto più alto) possa essere una mediazione tra le posizioni che, come ha ricordato l'Assessore, sono diverse.
Per questo quindi l'emendamento è soppressivo.
Presidente - Altri interventi? Possiamo mettere in votazione l'emendamento n. 1 di PCP. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 2
Favorevoli: 2
Astenuti: 33 (Aggravi, Baccega, Barmasse, Bertin, Bertschy, Brunod, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Distort, Foudraz, Ganis, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Lavy, Lucianaz, Malacrinò, Manfrin, Marguerettaz, Marquis, Marzi, Padovani, Perron, Planaz, Restano, Rosaire, Sammaritani, Sapinet, Testolin).
L'emendamento n. 1 non è approvato.
Passiamo all'articolo n. 12, mettiamolo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 30
Favorevoli: 28
Contrari: 2
Astenuti: 5 (Aggravi, Brunod, Lucianaz, Planaz, Restano).
L'articolo n. 12 è approvato.
All'articolo n. 13 vi è l'emendamento n. 2 di PCP. Consigliera Minelli, a lei per l'illustrazione dell'emendamento.
Minelli (PCP) - L'emendamento propone di ampliare comunque il tempo a disposizione dei Comuni per operare una ricognizione completa delle Consorterie esistenti sui loro territori, oltre che dei beni mobili di uso collettivo per i quali non sia ancora avvenuta la registrazione nell'apposito registro; però riteniamo più opportuno portare tale proroga a un totale di cinque anni complessivi, vale a dire arrivare al 2027 considerato, come ho già detto, che un ulteriore spostamento avrebbe, a nostro avviso, l'effetto di posticipare ulteriormente le operazioni di ricognizione da parte dei Comuni stessi.
L'Assessore prima, nella sua replica, ci ha detto che, con quest'articolo emendato, perché anche la maggioranza ha portato con un emendamento quest'introduzione, c'è l'accordo con le associazioni, in particolare con Réseau. Il nostro punto di vista è che qui si tratta un po' della stessa situazione che si era verificata quando abbiamo parlato per esempio del Piano rifiuti e quando abbiamo chiesto di mettere degli step temporali di un certo tipo per quello che riguarda la razionalizzazione dei sub ATO. È stato deciso di portare non alla creazione, ma di valutare la possibilità dell'ATO unico al 2026, e questo significa, secondo noi, che si arriverà a ridosso di quell'anno senza aver fatto sostanziali passi avanti e quindi si allunga nel tempo quella che deve essere invece un'azione da fare, ed è praticamente la stessa cosa.
Presidente - Non vedo altre richieste di intervento, mettiamo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 2
Favorevoli: 2
Astenuti: 33 (Aggravi, Baccega, Barmasse, Bertin, Bertschy, Brunod, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Distort, Foudraz, Ganis, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Lavy, Lucianaz, Malacrinò, Manfrin, Marguerettaz, Marquis, Marzi, Padovani, Perron, Planaz, Restano, Rosaire, Sammaritani, Sapinet, Testolin).
L'emendamento non è approvato.
Mettiamo ora in votazione l'articolo n. 13. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 33
Favorevoli: 33
Astenuti: 2 (Guichardaz Erika, Minelli).
L'articolo n. 13 è approvato.
All'articolo n. 14 vi è l'emendamento dell'assessore Carrel e del consigliere Cretier, emendamento sostitutivo per l'articolo n. 14. Consigliere Cretier, ne ha facoltà.
Cretier (FP-PD) - Come già preventivato in relazione, per meglio perfezionare l'applicazione della clausola valutativa, proponiamo questo sub emendamento.
La Giunta regionale presenta normalmente una relazione al Comitato paritetico di controllo e valutazione delle politiche regionali e della qualità della normazione e alla Commissione consiliare competente in merito all'applicazione delle misure di cui alla presente legge. Con quest'emendamento si inserisce nelle disposizioni relative alla clausola valutativa un richiamo esplicito anche al Comitato paritetico di controllo, organo del Consiglio regionale proposto alla valutazione degli effetti delle politiche regionali allo scopo di migliorare nella qualità e nella normazione i processi gestionali.
Le firme sono quella dell'Assessore e la mia, ma è stato condiviso con tutta la maggioranza.
Vorrei anche dire che il riferimento è stato fatto anche in seguito al convegno del 20 e 21 marzo, a cui ho partecipato con alcuni colleghi, sulla clausola valutativa e su altri argomenti.
Volevo segnalare, un convegno perfettamente organizzato dal presidente Bertin e dagli uffici del Consiglio, a cui abbiamo attinto sugli obiettivi della clausola.
Presidente - Altri interventi? Mettiamo in votazione l'emendamento. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 35
Favorevoli: 35
L'emendamento è approvato all'unanimità e sostituisce l'articolo 14.
Passiamo pertanto all'articolo n. 15. Mettiamolo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 19
Favorevoli: 19
Astenuti: 16 (Aggravi, Baccega, Brunod, Distort, Foudraz, Ganis, Guichardaz Erika, Lavy, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Minelli, Perron, Planaz, Restano, Sammaritani).
L'articolo n. 15 è approvato.
Mettiamo in votazione l'articolo n. 16. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 19
Favorevoli: 19
Astenuti: 16 (Aggravi, Baccega, Brunod, Distort, Foudraz, Ganis, Guichardaz Erika, Lavy, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Minelli, Perron, Planaz, Restano, Sammaritani).
L'articolo n. 16 è approvato.
Abbiamo finito le votazioni sull'articolato, non resta che votare la legge nel suo insieme. Consigliera Minelli per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Come avevo detto nel mio intervento in discussione generale, avremmo valutato il voto al disegno di legge nel suo complesso e ci saremmo espresse sui singoli articoli; e avevo detto che lo avremmo fatto anche alla luce dell'accoglimento o meno delle nostre proposte emendative.
Non voteremo con rammarico questo disegno di legge perché, come avete potuto notare, su tutti gli articoli che riguardano il cuore della legge, e cioè gli interventi di indennizzo per le misure di prevenzione o per i danni da fauna selvatica, abbiamo votato a favore tranne che per un articolo, che era quello che al comma 3 prevedeva una tempistica a nostro avviso troppo ampia; per il resto, abbiamo votato SÌ perché crediamo che sia un disegno di legge sicuramente perfettibile, ma che dà comunque delle risposte abbastanza condivisibili alla criticità della situazione, ai problemi che ci sono.
Avevo fatto presente anche al Presidente di terza Commissione che la nostra disponibilità a votare il disegno di legge ci sarebbe stata, in ragione soprattutto dell'accoglimento dell'emendamento soppressivo dell'articolo 12. Sull'emendamento relativo invece ai tempi concessi alle Consorterie, potevamo anche recedere dalla nostra posizione, ma su quell'altro no, l'ho motivato; credo che questa posizione sia comprensibile anche da parte del Governo, della maggioranza, dell'Aula e deriva proprio dal fatto che il nostro emendamento era un emendamento di mediazione e chiedeva di mantenere la situazione attuale che, a nostro avviso, con un 40% di restituzione di quella tassa è ampiamente corretto per quelle che sono attività che vengono svolte.
Ho parlato anche degli avanzi di amministrazione e sono partita dalla posizione che per noi non dovrebbe esserci la restituzione di una tassa, ma che dovrebbe essere la Regione a farsi carico di certe attività; però questo è, la situazione è da tanto tempo codificata in questa maniera e quindi, a nostro avviso, era sufficiente mantenere quella percentuale, mentre la situazione che si verrà a creare ora, dal punto di vista dei trasferimenti finanziari, è eccessiva.
Mi dispiace quindi non poter votare questo disegno di legge, credo comunque che la nostra posizione sia stata ampiamente espressa e che sia comprensibile anche a chi ci ascolta al di fuori di quest'Aula.
Presidente - Altre dichiarazioni di voto? Consigliere Cretier, ne ha facoltà.
Cretier (FP-PD) - Spero che anche il mio intervento sia comprensibile al di fuori dell'Aula.
Certo che l'Assessore ha già preso l'impegno, ma volevo ribadire un concetto che avevo inserito nel precedente intervento ma che non ho enunciato per i tempi a disposizione.
Diventa necessario fare una bella campagna di comunicazione sull'atto, una grande campagna di informazione sull'intera legge, in particolare sull'articolo 6, che riguarda la questione della rimonta interna o la cessazione dell'attività per non incappare in sanzioni e recuperi, perché credo che gli agricoltori abbiano bisogno di queste informazioni chiare. Ma lei ha già preso l'impegno, quindi approvata e pubblicata con un'applicazione uniforme su tutto il territorio regionale e anche, come qualcuno ha enunciato giustamente, credo il collega Planaz, per intercettare le Consorterie che mancano ancora a fare la richiesta e a cercare la documentazione che è necessaria, visto che sono ancora tante le situazioni molto complesse. Quindi per noi il voto sarà sicuramente favorevole.
Presidente - Consigliere Di Marco, a lei la parola.
Di Marco (PA) - Il nostro movimento di Pour l'Autonomie sosterrà con il proprio voto questo disegno di legge, nel convincimento che rappresenti un passo determinante per rispondere alle esigenze e alle istanze dei nostri settori agricolo e zootecnico che, in ragione dell'eccellenza delle loro produzioni, possono considerarsi tra i pilastri della nostra economia regionale.
Presidente - Consigliere Lavy ne ha facoltà.
Lavy (LEGA VDA) - Questa è una legge che è un pochino l'esempio della complessità che abbiamo ad oggi di districarci fra regolamenti europei e non solo, proprio perché appunto ci viene in qualche maniera erosa la nostra competenza, dato che da un lato in questa legge i principi sono assolutamente condivisibili, ma poi tutto deve essere rimandato dai criteri applicativi.
È ovvio che noi dobbiamo in qualche maniera vedere, come ha detto lei, bene prima nel complesso, il disegno complessivo, e sappiamo benissimo della buona fede e della visione che c'è sul settore dell'allevamento per quanto riguarda la compensazione ai danni e per gli aiuti alle misure di prevenzione, però al momento, come si dice, carta canta, di bozze delle misure applicative non ne abbiamo ancora viste, quindi non possiamo in qualche maniera esprimerci totalmente a favore.
Abbiamo votato a favore di quegli articoli che, in qualche maniera, danno delle misure più dirette, quelli delle Consortiere, che bene o male allungano i tempi, e anche quello sul Comitato venatorio, per avere comunque anche in futuro una maggiore certezza dei bilanci del Comitato venatorio.
Quelli erano articoli assolutamente votabili, sul resto della legge ovviamente ci asterremo, ma prestando poi attenzione quando usciranno i prossimi criteri applicativi.
Presidente - Consigliere Planaz, ne ha facoltà.
Planaz (RV) - Come annunciato nella discussione generale, per i vari motivi che abbiamo elencato, noi esprimiamo voto di astensione, pur mettendoci a disposizione, e siamo aperti a qualsiasi confronto per il semplice fatto che crediamo molto a questo documento e sappiamo l'importanza che ha questo documento e le risposte che speriamo possa dare a tutte le problematiche legate al controllo e alla protezione della fauna, ma allo stesso tempo anche a tutto quello che riguarda dalle misure di prevenzione agli eventuali, come abbiamo detto in discussione generale, danni che speriamo non accadano, ma che purtroppo ogni tanto ce li troviamo.
Noi ci asterremo, pieno appoggio al lavoro dell'Assessore ma anche di tutta la Giunta, perché con questo documento dobbiamo far sì che al di là delle posizioni politiche interne di quest'Aula, diamo delle risposte concrete a tutto un mondo che sta aspettando e che da tempo forse è stato un pochettino trascurato, ma che avremo sempre la possibilità di riuscire a migliorarci e far meglio a dare risposte concrete.
Presidente - Consigliere Ganis, a lei la parola.
Ganis (FI) - Ringrazio ovviamente l'Assessore per aver fatto chiarezza su alcuni punti, su alcuni argomenti e per avere messo anche in evidenza il ruolo del cacciatore nella nostra regione.
Ricordo anche al collega Planaz che non è l'unico a condividere questa passione, quindi apprezziamo anche che lei abbia valutato e preso in considerazione le nostre sollecitazioni. Crediamo però che questa legge meritasse una maggiore attenzione al fine di dare più risposte al mondo agricolo.
Per queste ragioni, il voto del nostro gruppo sarà quello di astensione.
Presidente - Consigliere Chatrian, per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.
Chatrian (UV) - Peccato non avere magari trovato una sintesi con l'emendamento della collega Minelli, in modo da poter dare corso in maniera più larga a livello di maggioranza a questo importante disegno di legge.
Invec,e per quanto riguarda il gruppo dell'Union, non solo riteniamo utile questo disegno di legge, ma all'utilità affianchiamo il nostro voto favorevole.
Presidente - Assessore Carrel per dichiarazione di voto.
Carrel (PA) - Grazie colleghi per l'importante dibattito su questo disegno di legge che sicuramente potrà darci la possibilità di dare risposte concrete, che è quello che ci auspichiamo tutti e su cui appunto mi sono preso l'impegno di lavorare sin da subito, proprio per arrivare quanto prima alle delibere attuative e poter poi dare corso anche a tutta quella che è la comunicazione.
Consigliere Cretier, credo che siano veramente fondamentali la comunicazione e la divulgazione delle informazioni su questo tema, che è delicato e talvolta anche difficile da comprendere e pieno di tecnicismi, ma sarà nostra cura occuparci della divulgazione di queste informazioni.
Per quanto riguarda l'aspetto legato agli emendamenti, io comprendo veramente la posizione della collega Minelli. Il lupo in questo caso, comunque la fauna protetta, ha creato dei danni alle aziende agricole, ha creato dei danni anche alla fauna, quindi indirettamente ai cacciatori. È il momento di dover sostenere tutti questi settori in modo che possano continuare a tutelare il nostro territorio e a gestire il nostro territorio esattamente come siamo riusciti a fare sino ad oggi, quindi credo che questo sia l'unico modo con cui possiamo realmente dare una risposta a un settore come quello della caccia che è sicuramente messo a dura prova dal fenomeno, quindi crediamo che sia importante continuare a collaborare proprio per la gestione complessiva della fauna valdostana.
Presidente - Consigliere Lucianaz, ne ha facoltà.
Lucianaz (GM) - Merci Président. Suite à votation sur les articles, après rapide confrontation dans le Groupe Mixte, on votera avec coherence pour l'astension.
Presidente - Altre dichiarazioni di voto? Non vedo richieste. Mettiamo in votazione la legge nel suo insieme. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 19
Favorevoli: 19
Astenuti: 16 (Aggravi, Baccega, Brunod, Distort, Foudraz, Ganis, Guichardaz Erika, Lavy, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Minelli, Perron, Planaz, Restano, Sammaritani).
La legge è approvata.