Oggetto del Consiglio n. 4499 del 13 marzo 2025 - Resoconto
OGGETTO N. 4499/XVI - Interrogazione: "Misure messe in campo a seguito dei risultati del monitoraggio dei LEA attraverso il nuovo sistema di garanzia".
Bertin (Presidente) - Punto n. 33.
Risponde l'assessore Marzi.
Marzi (SA) - La prima misura per superare una criticità è quella di averne consapevolezza e conoscenza tecnica dettagliata, anche perché prima del 2023, come abbiamo già detto, sui dati post pandemici del 2021 (perché ovviamente il 2023 prevedeva il 2021, così come il 2025 parla dei dati 2023), la Valle d'Aosta non era una Regione valutata, ma aveva dei voti molto più bassi di quelli attuali.
In tal senso, abbiamo costituito un gruppo di lavoro permanente tra Assessorato e Azienda USL, dedicato quindi all'analisi degli indicatori del nuovo sistema di garanzia e del programma nazionale "esiti PNE" di Agenas, sui quali un vostro Presidente di Regione si è espresso in maniera direi puntuale e assolutamente dettagliata, rispetto al fatto che sarebbero delle grandissime "p..tanate".
Il gruppo ha il compito, per ciascun indicatore non performante, di comprendere se quel valore sia da attribuire a fattori dipendenti dalla qualità del dato o dalla modalità assistenziale, tanto da contrastare con azioni specifiche condivise le singole azioni.
Questo lavoro ha già portato negli indicatori 2023, rispetto a quelli del 2022, l'area della prevenzione a ottenere un punteggio di 76 centesimi a fronte di 48 centesimi dell'anno precedente.
Spesso, infatti, a portare sotto il punteggio minimo di adempimento di 60 centesimi un'intera area assistenziale è un unico indicatore. Così accade che per un solo parametro non ritenuto sufficiente secondo gli standard nazionali un'intera area venga presentata di colore rosso ovvero sia bocciata in termini di qualità prestazionale.
Nello specifico, facendo riferimento all'area ospedaliera che lei ci ha chiesto con quest'interrogazione, risultiamo con rilievi su aree e attività di cui abbiamo già più volte detto.
Si tratta più precisamente dell'indicatore sulla proporzione di colecistectomie laparoscopiche con degenza inferiore ai tre giorni che si attesta intorno al 40% invece che al 70% che sarebbe lo standard minimo e quello sui parti cesarei che si attesta al 30% invece che al 20% che sarebbe, di fatto, uno standard massimo.
Quanto al primo indicatore, abbiamo già spiegato che il medesimo è riconducibile anche alla maggior attenzione che viene prestata ai pazienti nella fase post operatoria, i quali, in considerazione delle particolarità geografiche del nostro territorio, vengono talvolta trattenuti qualche giorno in più presso l'Ospedale Parini per evitare poi il disagio che potrebbe crearsi nel caso in cui dovessero ricorrere all'ospedale stesso per possibili complicazioni, trovandosi in situazioni di lontananza dal presidio sanitario.
In poche parole - e spero che qualcuno stia ascoltando -, succede che nel momento in cui un valdostano viene operato nell'unico ospedale presente in questa regione, siccome abbiamo un ospedale unico e una geomorfologia particolare, può capitare che i chirurghi, per evitare che quindi dopo i pazienti debbano rientrare ad esempio a Cogne e, poi, per un problema che può capitare nel post operatorio, a dover ritornare in ospedale, facciano la scelta, a tutela del paziente, di farlo restare qualche giorno in più in reparto.
Questo qualche giorno in più in reparto viene letto in maniera negativa da questi indicatori e quindi, di conseguenza, l'area diventa rossa.
Anche per il secondo indicatore negativo abbiamo già spiegato circa la non presenza sul territorio regionale di servizi specializzati per interventi pediatrici di emergenza, quindi della necessità di fare ricorso ai servizi fuori Valle per tali evenienze.
Ciò induce a scegliere soluzioni di intervento clinico sempre votate alla prudenza.
In poche parole, siccome abbiamo un solo reparto in tutta la regione, sempre con la stessa geomorfologia, anche per quanto riguarda la ginecologia è possibile che i nostri ginecologi optino per qualche parto cesareo in più in situazioni di complicanze o non chiare, proprio per evitare che poi dopo si debba essere trasportati fuori Valle.
Per entrambi quindi gli indicatori, insieme ad Agenas, abbiamo attivato degli audit clinici che sono tutt'ora in corso presso l'Azienda USL.
Per quanto riguarda il miglioramento della qualità del dato, perché abbiamo detto e poi lo ripeterò, che su questo indicatore ci sono tre questioni sulle quali concentrarsi: il dato, la qualità del dato con l'invio del dato e poi, di fatto, l'assistenza sanitaria a cui si riferisce, per cui se il dato può essere negativo perché ci dicono che teniamo troppo i nostri vecchietti operati di colecistectomia presso il Parini, da un punto di vista sanitario invece è a tutela degli stessi, per cui purtroppo ben venga che siano rossi.
Inoltre, abbiamo avuto conferma in questi giorni che la Valle d'Aosta parteciperà a un sub investimento PNRR ministeriale dedicato appositamente al rafforzamento della collezione, elaborazione e produzione dei dati a livello locale, grazie al quale tutte le Regioni saranno affiancate da tecnici del Ministero della salute e consulenti esterni da questi incaricati per migliorare la qualità di dati che alimentano il nuovo sistema informativo sanitario.
Speriamo che in quell'occasione ci ascoltino.
L'iniziativa partirà in Valle d'Aosta nel mese di settembre prossimo per concludersi in primavera 2026 e rappresenterà una preziosa opportunità per potenziare e consolidare le attività sinora condotte in materia di dati e flussi informativi.
Speriamo quindi sia chiaro all'Aula per l'ennesima volta che la questione ha tre livelli: il reperimento del dato con la qualità dello stesso, l'invio corretto del dato - partiamo dal presupposto che se la Valle d'Aosta fino al 2023 sui dati 2021 non era mai stata conteggiata, anche se aveva punteggi molto più bassi di quelli attuali, di fatto anche la verifica dei dati non era necessaria - e, naturalmente, il livello di assistenza sanitaria al quale il dato fa riferimento.
Ci possono quindi mettere sempre e spesso dei rossi, ma restare qualche giorno in più in un reparto dopo una colecistectomia laparoscopica di fatto non può che essere visto come un dato positivo rispetto a un servizio sanitario che, di fatto, ha tutta una serie di peculiarità.
Siccome lei correttamente, collega Manfrin, dice che in Aula, tra l'altro, oltre a rispondere all'iniziativa si fa anche comunicazione, esplicito comunicazione riguardo anche alla precedente questione sui livelli di tutela e di percorsi di assistenza: sono nella home page del sito della Regione autonoma Valle d'Aosta per quanto riguarda la USL, quindi basta entrare sul sito della Regione, cliccare sul primo elenco e si avrà la possibilità di avere tempi di attesa in home page assieme a tutto quanto il resto e quindi, di conseguenza, è tutto trasparente ed esplicitato a tutela della sanità valdostana.
Presidente - Consigliere Manfrin, ne ha facoltà.
Manfrin (LEGA VDA) - Parto dal fondo, a questo punto, dalla sollecitazione dell'Assessore, facendogli una domanda retorica: secondo lei, Assessore, sono maggiormente le persone anziane o le persone giovani quelle che si rivolgono alla sanità?
Mi faccio una domanda e mi do una risposta in maniera "marzullesca" e dico che ovviamente sono le persone anziane che si rivolgono per la maggior parte alla sanità, e le persone anziane non hanno grossa dimestichezza con i siti.
A prescindere da questo, se ci fosse la possibilità da parte degli operatori che prendono le prenotazioni di dire: "Guardi, la sua prestazione è prevista per il 2000 mai, ma se vuole c'è il percorso tutela", lei, si fidi, avrebbe un'impennata di richieste del percorso tutela e potremmo garantire le prestazioni a tutti. Dovreste garantire le prestazioni a tutti, non lo fate perché non lo volete fare. Punto, finito.
Ovviamente, se ci fossero anche soltanto dei volantini stampati oppure una comunicazione mandata a quelli che stanno aspettando invano una prestazione, è chiaro che sarebbe un'opera di comunicazione importante.
Lo hanno dimostrato peraltro - mi scusi se prendo ancora qualche secondo su questo - le Iene: hanno fatto un servizio andando proprio in alcune grosse realtà, in Lombardia, nel Lazio, eccetera, andando fuori da dei CUP dicendo: "Le hanno prenotato una prestazione per il 2000 mai? Venga con me, perché se richiede il percorso tutela, vedrà che la passano subito", e sa cosa è successo? Che li passavano subito, secondo i tempi che erano previsti dall'impegnativa. Peccato che non lo sapessero e gli operatori dello sportello non lo dicessero.
Ecco perché succede, ecco perché voi non volete dare informazione, perché preferite, evidentemente, che le persone trovino lungo.
Detto questo, veniamo invece all'oggetto della sua interrogazione, che ci dice, come ha riportato più volte, che da una parte la nostra sanità fa tutto quello che può, dall'altra i dati fanno schifo.
Se i dati fanno schifo perché si è allungata la degenza e quindi a livello statistico non valuta, non viene considerata e quindi si va sull'insufficienza di quello, dovremmo fare un po' pace con il cervello, perché io leggo le dichiarazioni fatte dalla USL che dicono: "Se è vero che la Regione continua a incontrare difficoltà, il punteggio complessivo ha comunque superato, per la prima volta nella sua storia, escludendo l'anomalia legata al 2020 legata alla pandemia, la soglia di 160 punti".
O i dati non fanno schifo sempre o non è che fanno schifo se classificano la sanità tra quelle peggiori, però se ci sono dei dati positivi li usiamo perché fanno bene, non funziona così: o fanno schifo sempre o non fanno schifo mai. Allora, ci dovete dire quale delle due. O questi dati non servono a nulla, e allora a questo punto fate il picchetto fuori dal Ministero e dite: "Questi dati fanno schifo, noi assumiamo dei bei consulentini a botte di 10 mila euro che ci faranno gli studi e che ci dicono che noi siamo bravi". Consulentini, peraltro, che passano il tempo sui social a criticare il Governo, quindi consulenti sicuramente disinteressati, quindi ci daranno un bello studio dicendo che noi siamo i più bravi; oppure i dati li prendiamo nel bene e nel male, perché io mi aspetto che la USL non risponda se i dati sono sbagliati: "Ah, beh, però abbiamo superato per la prima volta questa valutazione". No, mi aspetto che l'USL dica: "Va beh, ma non tenete conto, perché gli altri sono completamente sbagliati".
Non viene fatto, allora vuol dire che questi dati in qualche maniera danno una valutazione alla nostra sanità, e allora se questi dati danno una valutazione alla sanità, non si possono utilizzare solo quelli positivi, bisogna usare quelli negativi.
Lei giustamente ha fatto riferimento al fatto che un Presidente di Regione, che è della Lega, che è Fontana, si sia lamentato sui criteri. Ed è vero, Assessore, si è lamentato delle modalità di approfondimento di questo studio, ma lei dimentica una cosa fondamentale, che la sanità lombarda è al quinto posto.
Noi siamo al diciannovesimo, anzi ventesimo, perché sono considerate le due Province autonome al ventesimo posto. C'è una grande differenza tra essere quinti ed essere ventesimi, e io non penso che Regioni per esempio come il Molise (che non sono esattamente delle nostre dimensioni ma sono un po' più grandi) sballino completamente esattamente come lei fa, che ci racconta le valutazioni.
Assessore, la nostra sanità continua a essere bocciata, lei continua a cercare delle scuse, se ne faccia una ragione: o i dati vanno bene sempre o non vanno bene mai.
Nel nostro caso vanno evidentemente bene sempre.